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Autore: __mindgames    24/04/2013    0 recensioni
" Sai,Monsieur Bayle dice sempre che quando cantiamo lo facciamo sempre per qualcuno o per qualcosa. Ecco,sappi che io domenica canterò per te. "
Noémie,cantante talentuosa.
Marie,un fenomeno alla chitarra.
Vincent,il fratello di Marie. L'amore impossibile di Noémie.
Ma impossibile davvero?
Se vi piace,recensite. Spero vi piaccia :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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<< Tra cinque minuti è il Suo turno,signorina. >>
Annuisco a malapena alla segretaria alta e quasi anoressica,vestita in rosso,che esce dall’auditorium,e torno a fissare gli occhi sulla mia immagine riflessa sul vetro della finestra che da sull’ingresso del conservatorio. Sono tesissima,in piedi davanti alla finestra con la fronte schiacciata contro il vetro freddo e lo sguardo perso nel vuoto. È il giorno più importante della mia vita,e sento la tensione al massimo. Ho passato il peggior periodo della mia vita,e sono sicura che dato che la mia vita è un fallimento totale anche questo esame sarà un flop. Non sarò presa in nessun teatro importante,non incanterò mai nessuno con la mia voce e non metterò piede sui più grandi palchi del mondo. È impossibile che succeda questo a me. Le porte del mondo della musica non si sarebbero mai aperte per una come me,non si sarebbero certo scomodate. In tutta la mia vita sono riuscita a stregare veramente un solo cuore,e poi anche lui aveva finito per andarsene. È a lui che penso,in questi attimi prima di entrare in auditorium,davanti a un centinaio di persone per il consueto concerto di fine anno,e soprattutto di fronte ai proprietari della Sony Records. Coloro che avrebbero potuto propormi un contratto per un disco,coloro che avevano tra le mani le chiavi del successo mondiale. Lo so che dovrei pensare a loro,a come impressionarli con la mia canzone,ma la mia mente vaga altrove. Lo diceva sempre,il mio maestro di canto,che la cosa peggiore che ti possa capitare è l’amore. Quando ti innamori,tutta la tua vita inizia a girare intorno all’oggetto della tua passione ed è come se fossi sempre tu,ma vivessi su di una nuvola. Devi solo pregare che la nuvola non si sfondi però,altrimenti tornare coi piedi per terra è molto più difficile del previsto. Come sta succedendo a me.
 
Teatro comunale di Beaugency,minuscolo paesino alle porte di Orléans,Francia. Saggio di fine anno della locale scuola di musica.
Il presentatore sale sul palco,soffia nel microfono per provare che funzioni,si schiarisce la voce e scandisce con entusiasmo: << E adesso,signore e signori,solo per voi questa sera il prodotto migliore di questa scuola. Un talento unico,coltivato da tempo e sbocciato come una rosa di maggio. Ho il piacere di presentarvi Noémie Chasselin,che canterà questa sera Across the Universe dei The Beatles accompagnata alla chitarra da Marie Chomis! >>
Tra gli applausi scroscianti del pubblico,quasi un centinaio di persone tra alunni,genitori e amici degli alunni,spunta fuori da dietro le quinte una ragazza di media statura,con dei lunghissimi boccoli castani schiariti da qualche colpo di sole,la pelle chiara e due profondi occhioni neri. La ragazza prende in mano il microfono con sicurezza e sorridendo comincia a cantare dietro al suono della chitarra di una ragazzina bassa,un po’ cicciottella e coi corti capelli neri tirati indietro da una mollettina. Alla fine dell’esibizione,l’applauso della sala si fa sentire ancora più forte; le due ragazze si guardano per una frazione di secondo e la chitarrista alza il pollice all’altra,che sorride. Anche stasera è stato un successone.
<< Di questo passo riusciremo a raccogliere un repertorio abbastanza importante per poterci trasferire a Parigi e iscriverci al conservatorio lì >> esclama la riccia,più tardi,davanti a una tazza di cioccolata calda,seduta al tavolo della cucina dell’amica. << Dici? >> risponde Marie, sollevando appena lo sguardo dalla sua tazza. << Ma siamo troppo giovani… Andare a vivere a Parigi,abbiamo solo 16 anni,sarebbe bello ma per noi forse è una sfida troppo grande… >>
<< Secondo me,possiamo provarci. Al massimo,anche se non riusciamo,meglio avere rimorsi che rimpianti! >> risponde Noémie finendo la sua cioccolata e pulendosi col tovagliolo. << Forse hai ragione… >> annuisce l’altra,abbozzando un sorriso. Ad un tratto il telefono di Marie inizia a vibrare: è un messaggio. La ragazza lo apre,lo scorre brevemente con gli occhi e poi alza il capo con aria un po’ triste verso l’amica. Non servono parole tra le due,entrambe hanno capito tutto sul mittente di quel messaggio. << È tuo cugino? >> chiede per sicurezza Noémie. L’altra annuisce. << Dice che domani andrà a Caen a trovarla. >>. Sospira,spegnendo il cellulare. << Anche se tutti in famiglia non facciamo che ripetergli che sta facendo una grossa stronzata. Una di 5 anni più piccola di lui,ha solo 14 anni… E poi sai com’è,no,la conosciamo bene tutte e due. E oltretutto abita pure a Aix-En-Provence. È così lontana… >>
Noémie annuisce,lo sguardo perso nel vuoto mentre la prima,coraggiosa lacrima inizia a rigarle il viso. Tira su col naso,non ha niente da nascondere. << Per me non lo farebbe mai… >> mormora,prima di alzarsi da tavola e mettere la tazza nell’acquaio. Entrambe si guardano. Non c’è bisogno di parole perché si intendano,come solito.
 
Accosto l’orecchio alla porta per sentire a che punto sono. La ragazza prima di me sta per essere presentata al pubblico. Torno a fissare fuor di finestra,quando sento dei passi nel corridoio: è Marie,vestita in un elegante abito di pizzo blu notte,con dei tacchi dello stesso colore che solo a guardarli mi fanno venire le vertigini,con la chitarra in spalla. Si avvicina a me e mi sfiora la guancia con la punta delle dita. I suoi occhi,fino a un attimo prima radiosi,si uniscono alla mia inquietudine e mi guardano speranzosi. << Andrà tutto bene,vedrai. >> mi dice prendendomi la mano.
<< Senza lui,niente può andare bene. >> rispondo io,tornando a fissar fuori di finestra per non far vedere alla mia migliore amica che ho gli occhi pieni di lacrime.
<< Tutte le cose devono passare,prima o poi… >> mormora lei stringendomi tra le sue braccia.
 
È una calda giornata di aprile,circa tre mesi dopo il concerto della scuola di musica. Noémie entra in casa di Marie trionfante e di corsa,stringendo fra le mani una busta. << Marie! È arrivata anche a te la… >> Non fa in tempo a finire la frase che si trova davanti,appoggiato allo stipite della porta di cucina,il cugino dell’amica,Vincent. Il ragazzo di cui è innamorata,e che non l’ha mai considerata minimamente. Brillante studente di architettura alla Sorbonne di Parigi,piove in casa della cugina non più di tre volte all’anno. Fatalità del destino,deve arrivare proprio nel giorno in cui Noémie è vestita come una disgraziata,è struccata e ha gli occhi gonfi di allergia ai pollini primaverili. << …Lettera. >> finisce la frase immobilizzandosi e facendo cadere il braccio con la busta lungo il fianco. Resta così,imbambolata,finchè il ragazzo non prende la parola e dice << Beh,di che lettera si tratta? >> con aria leggermente scherzosa. << Per il Conservatorio di Parigi,Vince... Veniamo a farti compagnia! >> tuona la voce di Marie dal corridoio,stringendo in mano la sua lettera. << Sono stata ammessa anche io,Noémie. Le lezioni cominceranno la prossima settimana,perché al conservatorio studiano anche in estate! >>
Vincent sembra vagamente sorpreso,ma poi si riprende subito e propone con entusiasmo << Perché non venite a stare da me? Il mio coinquilino se ne è andato la scorsa settimana perché si è laureato ed è partito per la Spagna… Possiamo dividerci la casa,anche se ci stiamo un po’ strettini! >>. Marie e Noémie si guardano negli occhi: l’entusiasmo malcelato di Marie,lo stupore di Noémie. Tutto parla chiaro.
Una settimana dopo,le ragazze stanno entrando nel piccolo appartamento del quartiere del Marais,dove abita Vincent. Un piccolo trilocale composto da un soggiorno con angolo cucina,una camera singola per lui e una camera matrimoniale per le due ragazze,nonché un piccolo bagno. << Sarà perfetto vivere qui,non credi? >> esclama Marie lanciando la borsa sul letto. Noémie chiude la porta dietro di sé e si siede sul letto. << Mi sembra incredibile,pensare che vivrò sotto lo stesso tetto di tuo cugino e al tempo stesso potrò finalmente studiare in Conservatorio! >> risponde l’altra,con aria sognante. Non era stato facile convincere i suoi a lasciarla andare,per quanto lor contassero molto sul suo talento e sull’azzeccatissimo duetto composto da lei e Marie. In ogni caso,si trattava di lasciare la scuola e avventurarsi nel mondo della musica,che è uno dei più incerti che esistano. Alla fine,però,Vincent e Susanne,la madre di Marie,erano riusciti a convincere i coniugi Chasselin che,seppure ancora un po’ incerti,le avevano accordato il permesso di partire. << Se non altro,abbiamo la certezza che studierà seriamente e soprattutto studierà qualcosa che le piace davvero. >>
La porta dell’auditorium si apre: è il mio insegnante di canto,il professor  Bayle,un uomo sulla quarantina alto,moro,con delle belle spalle da nuotatore,il più corteggiato di tutta la scuola e,tuttavia,l’unico professore con il quale sia riuscita ad instaurare una sorta di unione,un legame profondo che ci lega e che ci aiuta a intenderci a vicenda. Come tra un allenatore e uno sportivo,insomma,solo che da lui dipende il mio futuro.
<< Tra poco è il vostro turno,ragazze. >> si rivolge a noi due. Fa per iniziare il discorso,ma mi vede in lacrime e si ferma. Mi poggia le mani sulle spalle e fissa le iridi nere nelle mie. << Cosa succede,Noémie? >>
<< Niente,Monsieur Bayle,non succede niente. >> Inutile dirlo però,perché lui capisce tutto,sa tutta la storia e scuote il capo. Mi stringe fra le sue braccia,come un fratello più che come un professore,e intanto mi da leggeri colpettini sulla schiena. << Ascolta,Noémie >> continua a dirmi nel frattempo, << capisco il dolore,il pianto,la delusione,capisco tutto. Ma vedi,ci sono momenti nella vita in cui,nonostante le avversità,bisogna stringere i denti,tirare avanti e vedere cosa succede. Il resto poi verrà da sé. >> Scioglie l’abbraccio,fissandomi negli occhi. << Lo so che hai un talento immenso,che farai scintille insieme a Marie. Che i produttori della Sony resteranno impressionati da voi due. Sei bravissima,davvero,e oggi devi scatenarti su quel palco perché è quello per cui sei nata. Non permettere che un ragazzo ti distrugga i sogni e il futuro. >>
Non so perché,ma quando il prof parla io gli do sempre ascolto,anche se a volte vorrei fare la testona e non dargli retta per dimostrargli che non dipendo da lui. Anche stavolta però annuisco,mi asciugo le lacrime e sorrido. Sorrido perché come sempre è riuscito a darmi una ragione per rialzare il sedere da terra e andare avanti. Ce la farò.
<< Signorina Chasselin,è il Suo turno >> torna ad annunciarmi la segretaria con un sorriso.
 
29 Aprile. Un anno dal trasloco a Parigi,e nessuna novità a parte la scuola che va a gonfie vele. Noémie è in cucina e sta scaldando il latte per preparare la colazione. Ad un tratto entra Vincent in cucina,imbronciato,stringendo in mano il suo Blackberry bianco. Si siede svogliatamente al tavolo,e fissa lo spartito della canzone che le due ragazze dovranno presentare al concerto al quale assisteranno i produttori della Sony. Lo prende tra le mani e lo guarda per qualche secondo,poi abbassa il foglio e guarda Noémie,indaffarata a cercare di accendere un fornello che funziona solo quando vuole lui.
<< Non fai prima a scaldarlo nel microonde? >> << Lo hai rotto tu la settimana scorsa,Vince. >> risponde lei voltandosi verso di lui. L’altro annuisce,poi piomba nuovamente il silenzio sulla cucina. Marie è già a lezione, le comincia prima perché manca poco al concerto. Non si erano mai ritrovati da soli,loro due. Lui,in un anno,si era comportato con lei come un fratello,andavano insieme a spasso tutti e tre,il sabato uscivano a mangiare una quiche in qualche bistro e la domenica,quando lui non vedeva Sophie,la sua fidanzata,e andava quindi a Caen per tre o quattro giorni. Quelli erano i momenti in cui Noémie stava peggio,e passava le giornate a leggere i testi delle canzoni con aria assente o a guardare film strappalacrime alla tv.
No,in un anno non era mai riuscita a confessarsi.
Sì,il fratello della sua migliore amica sarebbe per sempre stato un sogno bello quanto irraggiungibile.
<< Ho lasciato Sophie. >> dice Vincent a un tratto. Noémie,che nel frattempo è riuscita ad accendere il fornello e lo fissa con aria un po’ assente,si volta di scatto dilatando gli occhi.
<< E perché? Stavate così bene insieme… >> dice cercando di trattenere un improvviso tremito nella voce.
<< Mi tradiva con un suo ex lì di Caen… >> risponde lui seccamente. << Io te lo avevo detto che era piccola e non sarebbe durata,e te lo diceva sempre anche Marie. >> << Non importa,ormai è passato e ho capito la lezione. >> sorride appena lui prima di tornare a leggere il testo della canzone che l’amica ha preparato per il concerto. << Il testo è bellissimo,anche se la canzone non è proprio il tuo genere. Come mai hai scelto il rock? >> chiede lui alzando il capo.
Un attimo per pensarci,e la risposta arriva subito. << Non canto per generi io,canto a seconda del testo. Non scelgo una musica,ma un testo. Meglio un testo meraviglioso con pochi virtuosismi vocali che un testo che sa di poco con una musica carina. >> risponde,convinta. Lui torna a guardare il foglio e dopo poco chiede: << Il testo però è molto romantico. Sicuramente avrai qualcuno a cui dedicarlo,o non riuscirai mai a cantarla bene. >>
Noémie deglutisce,sbiancando d’improvviso. Va a spegnere il fornello,prende il bricco e si versa il latte bollente nella tazza. Il bianco del latte si mescola al marrone del cacao in polvere che lei mette sempre,da quando era piccola,e forma un intruglio marroncino. Mette il bricco nell’acquaio,poi torna al tavolo. Vincent sta aspettando ancora una risposta,ma lei non sa cosa fare.
Dire la verità,o raccontare una menzogna pietosa? La ragazza tira un profondo sospiro e fissa le iridi nere in quelle color nocciola del ragazzo,e cercando di nascondere la voce che trema sempre più vistosamente inizia a parlare.
<< Ascolta Vincent,probabilmente per te sarò solo un’altra sorella,o un’amica,o una conoscente,o magari mi tieni in casa ma in realtà mi odi. Io tutto questo non lo so,non so cosa provi tu,probabilmente fino a poco fa era amore per Sophie. Ma ecco,io ti amo. Io sono follemente innamorata di te dal primo momento che ti ho visto. Sono innamorata della tua pelle abbronzata,del tuo fisico,dei tuoi occhi che bucano pure il marmo,dei tuoi capelli sempre spettinati. E amo quel neo che hai sul naso,è un qualcosa di meraviglioso. Sai,Monsieur Bayle dice sempre che quando cantiamo lo facciamo sempre per qualcuno o per qualcosa. Ecco,sappi che io domenica canterò per te. >>
Il ragazzo sgrana gli occhi forse ancora più della ragazza. Ricambia lo sguardo per un po’,in perfetto silenzio,poi li fissa a terra. Dopo un tempo che a Noémie pare infinito,si alza dalla sedia e prende il giubbotto e le chiavi di casa.
<< Noémie,ho bisogno di pensare. >> si limita a dire prima di chiudersi la porta di casa alle spalle. E la riccia rimane lì,con la sua tazza di latte,sola in mezzo alla cucina. << Non te ne andare. >> riesce a mormorare debolmente prima di scoppiare in lacrime.
Io e Marie saliamo sul palco,di fronte a mezza Parigi che ci sta guardando e lì,in prima fila,come due dei greci,i due produttori della Sony,uno alto e allampanato con i capelli grigi e gli occhiali e l’altro basso,grassottello e pelato. Loro due decideranno se siamo degne o no di entrare nel mondo della musica,ma ecco,in questo momento non so neanche cosa fare.
<< Cosa ci canterete questa sera? >> chiede il presentatore nonché vicepreside del Conservatorio,il professor Marat. << Savin’ me,dei Nickelback >> scandisce chiaramente al microfono la voce squillante della mia migliore amica,salvandomi da un attacco di panico che sicuramente non avrebbe giovato alla mia voce. Già ci si è messo lui,che non vedo ormai da una settimana,quando è scappato di casa di fronte alla mia dichiarazione e se ne è andato via. Ho già pianto abbastanza. Tra gli applausi del pubblico Marie prende posto nello sgabello accanto a me e mi guarda negli occhi con aria di intesa. Respiro profondamente,poi impugno il microfono in mano e faccio schioccare debolmente le dita della mano sinistra. È il nostro segnale. La mia migliore amica attacca il primo accordo,io chiudo gli occhi e ricordo le mie parole a Vincent. “ Canterò per te,domenica. “ Vorrei tanto che fosse qui,ma mi faccio coraggio e inizio a cantare. Le parole,la musica,la voce,tutto viene fuori da sé e insieme alle parole anche la mia tristezza,la mia disperazione,la mia voglia appunto di essere salvata da qualcuno. << These city walls ain't got no love for me ,I'm on the ledge of the eighteenth story and oh, I scream for you… >> canto,come se sperassi davvero di vederlo lì a vedermi urlare per lui. Finisco la canzone con un ultimo savin’ me lunghissimo e nel cantare chiudo gli occhi. Al riaprirli,tutto l’auditorium si è alzato in piedi e mi sta applaudendo. Addirittura,qualcuno urla chiedendo il bis,peggio che a un concerto dei Nickelback stessi. Freno le lacrime che iniziano nuovamente a rigarmi le guance e mi inchino al pubblico,poi prendo la mia migliore amica per mano e ci inchiniamo nuovamente. La sua mano trema ancora ed è bagnaticcia. I due produttori Sony si scambiano uno sguardo di intesa,e poi ci sorridono. Con quest’ultima immagine torniamo dietro le quinte saltando e abbracciandoci,rischiando quasi di distruggere la chitarra di Marie. << Te l’avevo detto che ce l’avremmo fatta! >> << Siamo sul tetto del mondo,Noe… E tutto grazie a te! >> mi da un ultimo abbraccio prima di correre nei camerini a festeggiare con i suoi genitori. Sto per avviarmi anche io,asciugando le ultime lacrime,quando una figura inconfondibile spunta da dietro una tenda. Siamo io e lui soli,appena fuori dal palcoscenico.
<< Noémie. >>
<< Vincent. >> rispondo io stringendo tra le mani i fogli con la canzone.
<< Volevi essere salvata,e io ho riflettuto tanto. >> inizia lui avvicinandosi a me e prendendomi la mano. << Ho vagato per tutta Parigi,dormendo in alberghi orribili. Non sapevo cosa fare,tu sei sempre stata come una sorella per me e non sapevo cosa volevo realmente. Poi ho capito che,come tu hai bisogno di essere salvata,beh,allo stesso modo ne ho bisogno io. E magari se uniamo le nostre forze riusciremo a salvarci tutti e due. Non credi? >> abbozza un sorriso un po’ sghembo,con gli occhi che ormai sono diventati lucidi come o forse più dei miei. Non rispondo,prendo il suo viso fra le mani e lo bacio. Quelle labbra,le ho sognate per anni. La sua lingua che gioca con la mia,è un sogno che diventa realtà. Mentre continuo a baciarlo e lui mi stringe forte a sé inizio a piangere,ma queste non sono lacrime di dolore bensì lacrime di gioia. Gioia per essere finalmente riuscita ad esaudire un sogno. Posso anche non ottenere un contratto dalla Sony,posso vivere una vita misera e passare il resto dei miei giorni a fare la cassiera in un supermercato,ma intanto ho lui ed è questo quello che conta.
<< Ti amo anche io,Noémie. >> sussurra lui,fissandomi dritto negli occhi.
<< Finalmente mi hai salvata >> rispondo io.
  
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