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Autore: parveth    24/04/2013    2 recensioni
Il disastro nucleare di Three Mile Island visto con gli occhi di una bambina che una volta diventata adulta lottera' per difenderne le vittime
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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a long battle Era quasi mezzogiorno e Skylar si precipito' giu' per le scale sistemandosi addosso la sua tracolla: "Meglio che mi sbrighi o arrivero' in ritardo"  penso' uscendo dall'ufficio in quella bella giornata primaverile, il sole era caldo e il cielo terso dopo molte settimane tanto che penso' di slacciarsi il giubbotto per godersi il tepore.

Arrivata in vista del bar agito' la mano in segno di saluto al quale rispose una giovane donna dai lunghi capelli biondi in  elegante tailleur scuro e tacchi alti, Skylar sospiro': non avrebbe mai eguagliato la sua amica in eleganza "ma probabilmente e' anche costretta visto il suo lavoro".


"Ehi come stai? Tranquilla, sono appena arrivata" la saluto' Aliya alzandosi per baciarla sulla guancia:  da quando lei era stata promossa procuratore e Skylar aveva cominciato a lavorare al "Tribune" avevano avuto poche occasioni per vedersi anche se vivevano nella stessa citta'  "come va al giornale?"  le chiese dopo aver ordinato  "al solito, sempre piccoli pezzi di cronaca e costume locale"  sospiro' bevendo un sorso d'acqua  "non prendertela, dopotutto e' solo un anno che ci lavori" le rispose Aliya in tono conciliante  "certo, mica siamo tutti superdotati come te"  disse Skylar con un sorriso: non era comune diventare procuratore a soli venticinque anni come la sua amica, la maggior parte era gia' tanto se ci riusciva a trenta  "beh ho beccato uno dei pochi capi che crede nelle nuove generazioni pare" commento' lei alzando le spalle  "ah mi hanno affidato un nuovo incarico"  prosegui'  "congratulazioni! E cosa sarebbe?"  le chiese addentando il suo hamburger.

In quella vide lo sguardo della sua amica velarsi  "lo Stato contro Ike e Arthur Reyes, i proprietari di Three mile island..."  sentendo quei nomi Skylar sussulto': tutti quegli anni di analisi e visite mediche , di paure al minimo colpo di tosse o dolore alla schiena,  suo padre da sedici anni soffriva d'asma per fortuna nulla cui non si potesse rimediare con un buon inalatore, avevano aspettato che lei avesse quattordici anni per rivelarle cio' che avevano detto i medici quando seppero dove avevano abitato: molto probabilmente la madre aveva perso sua sorella per colpa delle tossine liberate nell'aria da quella maledetta valvola aperta ma lei era rimasta illesa come la sua primogenita.

"Fai in modo che non escano piu' di galera!" disse rabbiosa  "faro' il possibile, d'altronde e' giusto che paghino dopo quello che hanno fatto alla tua famiglia e a tutti noi" replico' Aliya sfiorandole la mano piena di comprensione  "non sapevano che era chiusa male, certo, e io ho vinto al Superbowl" sentenzio' infilzando la forchetta nell'insalata immaginando che fosse uno di quei due  "mio padre ci raccontava che ogni mattina facevano tutto il giro della centrale almeno due volte e non si sono accorti di una valvola chiusa male?? di quella del nocciolo poi..."   "dovremmo riuscire a dimostrare la malafede"  disse la sua amica vedendo che Skylar iniziava a scaldarsi  "parlero' col mio capo, voglio seguire questo processo per il giornale"   "sara' dura, sei troppo coinvolta"   "come se fossi l'unica"...

Il giorno seguente la giornalista si reco' dal suo caporedattore Cheryl Nelson  una donna alta con corti capelli neri di qualche anno piu' grande di lei per sapere se e quando poteva presentarsi dal direttore per sottoporgli la sua idea senza pero' entrare nei dettagli poiche' temeva di venire respinta, le rispose che era libero nel pomeriggio, cosi alle 14 in punto entro' nello studio di Duane Rogers il direttore del "Tribune" sulla quarantina con i capelli gia' spruzzati di grigio,  "e' un ottima idea signorina Turner, solo non vorrei che lei si facesse prendere la mano vista la sua personale esperienza..."  commento' grattandosi la testa, li per li' Skylar non seppe cosa rispondere: per quanto lui fosse gentile e comprensivo la sua autorevolezza le generava un po' di soggezione  "non si preoccupi signor Rogers: faro' del mio meglio e se lei dovesse notare una mia eccessiva...dedizione al processo me lo faccia sapere subito"  disse pensando che in tal caso avrebbe trovato il modo di proseguire per conto suo, figurarsi se mollava cosi' i due tizi che avevano rovinato lei e la sua famiglia per sempre.

Quando usci' dallo studio era piena di fredda determinazione.

Sarebbe stata una lunga battaglia.


angolo autrice:  per quanto abbia cercato non so chi siano i proprietari di quella centrale, cosi me li sono inventati, spero che vi piaccia. ^^
  
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