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Autore: sheneedslove    24/04/2013    2 recensioni
Anuii e mi diressi verso l'entrata principale con i battiti del cuore impazziti. Non sapevo come comportarmi: che avrei dovuto dire? Che avrei dovuto fare? In fondo non sapevo nulla di Jenny e improvvisamente mi ritrovai a fingermi lei con il suo ragazzo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                           Baby I loved you first

 
Chapter 1.
 
Guardare mia madre sgridarmi mentre avevo le cuffie alle orecchie era quasi divertente.Continuavo a fissare le sue espressioni ridicole cercando di non scoppiarle a ridere in faccia mentre blaterava chissà cosa.
 
-E smettila di sentire questa robaccia!-Disse con quella voce irritante tirando i fili delle cuffie.
 
-E tu smettila di stressarmi! Non me ne frega un cazzo di quella merda di scuola e tra l'altro ormai è troppo tardi non posso recuperare.
 
-Non usare questo linguaggio con me! Ora passerai tutta l'estate a studiare visto che non lo hai fatto prima. Perché non prendi esempio da tua sorella? -Disse indicando Stacy seduta sul divano che si godeva la scena divertita.
 
-Ecco perché non prendi esempio da me?-Intervenne la vipera.
 
-Tappati quella lurida boccaccia!
 
-Kimberly!-Urlò il mio nome per intero.
 
-E smettila di chiamarmi Kimberly! Mi fa cagare questo nome lo capisci o no? Chiamami Kim, Kimmy o come diavolo ti pare ma non Kimberly!-Dissi urlando in tutta risposta. Odiavo il mio nome, odiavo lei, odiavo il fatto che continuasse a pressarmi per avere ottimi voti a scuola e  farmi poi studiare giurisprudenza all'University College ,odiavo il fatto che volesse controllare ogni secondo della mia vita e più di tutto odiavo  essere sempre paragonata a Stacy. Eravamo sorelle gemelle eppure non ci somigliavamo per niente: lei bionda, io mora, lei con gli occhi chiari, io con gli occhi scuri. Per gli altri lei era sempre stata la più brava,la più bella,la più intelligente,la più simpatica ed io semplicemente la pecora nera della famiglia. Ma la verità è che nonostante mi facessero sentire una fallita io ero fiera di non assomigliare minimamente a loro.
 
-Non so più cosa fare con te...-Disse mia madre sedendosi sul divano accanto a Stacy.-Non ti sopporto più.-Aggiunse tirando un profondo sospiro.
 
-No, sono io che non ti sopporto più!-Rimisi le cuffie alle orecchie incapace di sopportare un secondo in più la sua voce e me ne andai sbattendo la porta di casa mentre probabilmente lei aveva ripreso ad urlare alle mie spalle. Appena fuori casa  le lacrime iniziarono a rigarmi il viso e la rabbia fece aumentare la velocità dei miei passi mentre trattenevo i singhiozzi. In quel momento avrei solo voluto chiamare mio padre e chiedergli di venire qui ad abbracciarmi ma era a New York da più di una settimana alle prese con una causa importante.Anche lui voleva che studiassi per diventare avvocato e seguire le sue orme ma almeno era meno oppressivo e forse ,a volte, anche comprensivo. Peccato però che non c'era mai e quando c'era lasciava prendere qualsiasi decisione a mamma nonostante fosse evidente che non concordava con le sue scelte.
Pochi minuti dopo mi ritrovai davanti al parco ed entrai in cerca di un pò di solitudine. Mi sedetti sulla prima panchina libera sperando che nessuna persona conosciuta passase di lì e tirai fuori il telefono per digitare quel numero che ormai sapevo a memoria. Mentre il telefono squillava asciugai le lacrime con il dorso della mano e presi dei respiri profondi cercando di calmarmi. Odiavo piangere il pubblico.
 
Primo squillo.
Secondo squillo.
Terzo squillo.
Avevo bisogno di parlare con lui ma il telefono continuava a squillare a vuoto.
 
Segreteria telefonica.
 
Attaccai immediatamente  e digitai velocemente un messaggio.
 
A: Liam.
 
Ho veramente bisogno di vederti, appena leggi il messaggio chiamami.
TI amo.
 
Liam era l'unica cosa bella che mi fosse mai capitata, l'unica cosa bella che fosse mai stata mia. Ogni singolo giorno mi chiedevo come una persona come lui potesse amarmi cosi incondizionatamente sopportando il casino che ho in testa e mettermi al primo posto su tutto. Lui era la ragione per cui ero ancora qui a combattere, la ragione per cui ancora riuscivo a sorridere e questo mi spaventava. Mi capitava spesso di chiedermi cosa sarebbe successo se mai un giorno avesse aperto gli occhi e avesse visto che in realtà non c'è nulla di speciale in me, se un giorno se ne fosse andato. Cosa sarei stata senza di lui? Nulla.
 
Senza rendermene conto riscoppiai a piangere.Mi rannicchiai nell'angolo della panchina abbracciando le ginocchia.
 
-Ehy ti senti bene?-Una voce femminile mi sorprese nel mio momento di debolezza.
-Si si tutto bene.-Dissi asciugando le lacrime ed alzai lo sguardo pronta a sfoggiare uno dei miei falsi sorrisi ma rimasi pietrificata.
 
La mia esatta copia era  in piedi di fronte a me con la mia stessa espressione sconcertata. Stessi capelli castani leggermente mossi anche se forse un pò più lunghi, stessi occhi grandi, ,stessa bocca carnosa, stesso naso. 
Rimanemmo a fissarci ancora qualche secondo prima che lei interrompesse il silenzio.
-Ma..ma sei identica a me!-Esclamò continuandomi a fissare attentamente.
-No,tu sei uguale a me.-Mi alzai dalla panchina osservando la ragazza di fronte a me da una certa distanza girandogli intorno.
-Smettila di girarmi intorno sei inquietante!-Disse spingendomi via ridendo. Aveva il mio stesso sorriso.
-Hai ragione, scusa.-Risi anche io ma non riuscii a toglierle lo sguardo di dosso.Era troppo strano.Mi sembrava di poter capire finalmente come gli altri mi vedevano ma allo stesso tempo nonostante l'assurda somiglianza la ragazza sembrava più bella di me. 
 
-Io sono Jenny.-La ragazza mi porse la mano e la strinsi un pò incerta.
-Kim,piacere.
Mi sedetti di nuovo sulla panchina e lei fece lo stesso mentre la gente passava davanti a noi lanciandoci qualche sguardo curioso.
-Perché piangevi Kim?
-Niente di importante.-Non avevo nessuna voglia di parlare dei fatti miei ad una sconosicuta con la mia stessa faccia.
-Non si direbbe...
-Mia madre pretende di farmi frequentare una scuola per diventare uno di quei ricchi avvocati con la puzza sotto al naso, mia sorella ovviamente è la preferita della famiglia e tutti vorrebbero che fossi come lei ,qualunque cosa faccio è sbagliata, se sono me stessa sono sbagliata, mio padre non c'è mai e la mia vita mi fa schifo ma niente di ché... ormai sono abituata.-Sputai tutto d'un fiato quelle parole insieme a tutta la rabbia.Me ne pentii immediatamente.
 
-Non dovresti lamentarti cosi tanto.-Rispose lei sorprendendomi.Mi aspettavo un ''mi dispiace'' poco sincero ma non una risposta del genere. Ma chi diavolo si credeva di essere?
-Insomma tua madre sta solo cercando di assicurati un futuro stabile. Cosa puoi chiedere di più?-Aggiunse.
 
- Quello non è di certo il futuro che voglio.-Risposi avvelenata.
 
-Ah no? E che futuro vuoi?
 
Aprii  la bocca ma la richiusi immediatamente.Non lo sapevo.Ho sempre pensato a quello che non volevo, ma mai a quello che volevo.
 
-Dovresti farci un pensierino sul fatto di diventare uno di quegli avvocati con la puzza sotto al naso.-Disse ripetendo le mie parole.
 
-Tu non capisci...-Non sapevo come difendermi ma ero certa che fosse lei in torto.
 
-Capisco invece e pagherei oro per avere dei genitori come i tuoi che mi aiutino cosi. I miei se ne fregano completamente e probabilmente dopo il liceo mi ritroverò a fare la commessa in qualche stupido superemercato.
 
-Dovresti stare nei miei panni.Non resisteresti neanche una settimana a casa mia.
 
-Perché non lo scopriamo?
 
-Come scusa?
 
-Tu vivi da me per una settimana e io da te. Infondo siamo identiche, non se ne accorgerà nessuno.
 
In un primo momento pensai che quell'idea fosse assurda ma subito dopo cominiciai a rivalutarla.Dopotutto era solo una settimana e il giorno seguente sarebbero iniziate le vacanze estive perciò non avrei avuto problemi neanche con la scuola...
 
-Va bene.-Dissi convinta.In fondo sarebbe stato divertente e avrei potuto dimostrare a quella sfacciata che avevo ragione.
 
Nei dieci minuti seguenti ci scambiammo qualche informazione necessaria. Le  finii di raccontare della mia famiglia, di mia sorella e soprattutto di Liam. Non avevo nessuna voglia che i due si incontrassero ma invece lei sembrava cosi entusiasta di conoscerlo. Lei invece mi raccontò dei suoi genitori separati: di sua madre che lavorava come maestra d'asilo e di suo padre che lavorava nel negozio di ferramente. Mi accennò qualcosa sulla sua migliore amica Mandy e infine mi parlò di Zayn , il suo ragazzo. Mi raccontò per filo e per segno come si erano conosciuti, della loro relazione che durava da quasi un anno, della loro prima volte e delle loro giornate passate insieme. Quando mi parlò della loro prima volta non potei fare a meno di arrossire e abbassare lo sguardo. Io e Liam non ci eravamo ancora spinti fino a quelo punto e lei se ne accorse immediatamente dalla mia reazione. Jenny e Zayn passavano quasi ogni momento delle loro giornate insieme mentre io e Liam ci vedevamo davvero poco a causa ovviamente di mia madre che mi costringeva a stare a casa a studiare fino a tardo pomeriggio.
 
-Tra dieci minuti Zayn dovrebbe venire a prendermi davanti all'entrata principale del parco.-Disse armeggiando con il suo cellulare.-Tieni il mio telefono.Nelle note ti ho scritto qualche altro appunto e l'indirizzo di casa.-Mi porse il suo cellulare e lo misi in tasca maledicendomi di aver accettato questo scambio assurdo.
-E cosa dico a Zayn appena lo vedo?-Gli chiesi impanicata.Non ero in grado di gestire la situazione.
-Non lo so, si te stessa ma magari sorridi un pò di più eh.-Disse.-E  non baciarlo troppo.-Aggiunse.
-Ma com'è fatto?-Gli chiesi.
-Guarda lo sfondo del mio telefono c'è una nostra foto.-Tirai fuori il cellulare dalla tasca e sbloccai lo schermo osservando lo sfondo. C'era una foto di lei e Zayn sorridenti in un parco.Lui aveva la pelle scura olivastra, degli occhi marroni profondi, i capelli neri pefettamente curati e un sorriso davvero bello.Insieme erano bellissimi ed era strano pensare che lei avesse il mio viso. Non sarei mai riuscita ad immaginarmi con qualcuno che non fosse Liam. 
 
-Il tuo telefono sta squillando.-Disse lei porgendomi il cellulare.
-E' Liam.-Entrai nel panico.-Che gli dico?
-Non lo so, vi dovevate vedere oggi?
-Prima l'avevo chiamato ma non mi aveva risposto.
.Forza rispodi.-M'incoraggiò lei.
 
-Pronto.-Risposi.
-Ho letto il tuo messaggio ora, scusami ero andato a correre.Tutto bene?-Disse Liam dall'altra parte del telefono con voce apprensiva.
-Si tutto bene, avevo solo voglia di vederti.
-Vuoi che passo da te stasera? -Mi chiese. Non sapevo cosa rispondere.
-Ok.-Dissi infine maledicendomi.
-A dopo tesoro, ti amo.-Sorrisi.
-Ti amo anche io.-Attaccai il telefono imbarazzata. 
 
-Quindi stasera incontrerò finalmente questo ''magnifico angelo''?-Disse lei utilizzando le parole che avevo usato per descriverlo qualche minuti prima mettendomi in imbarazzo.
-Tieni apposto le mani!-Le raccomandai.
-Tranquilla.-Rise.
 
-Comincia ad andare all'entrata del parco, Zayn sarà qui tra poco.-Disse Jenny e le mani iniziarono a sudarmi freddo.
 
-Aggiornami per messaggi.-Gli dissi alzandomi dalla panchina.
-Ti chiamo più tardi.
Anuii e mi diressi verso l'entrata principale con i battiti del cuore impazziti. Non sapevo come comportarmi: che avrei dovuto dire? Che avrei dovuto fare? In fondo non sapevo nulla di Jenny e improvvisamente mi ritrovai a fingermi lei con il suo ragazzo.
 
Riconobbi la figura di Zayn in lontananza e rallentai il passo con la voglia di girare i tacchi e andarmene ma ormai ero in trappola.
 
Ero a pochi passi da lui, mi mancava il respiro mentre questo sconosciuto mi sorrideva.
 
-Ciao piccola.-Mi tirò verso di lui per il braccio e mi baciò sulle labbra. Quel contatto mi fece trasalire.
-Tutto bene?-Mi chiese il ragazzo scrutandomi con quegli occhi  scuri.
-Benissimo.-Risposi cercando di essere il più convincente possibile e chiusi gli occhi quando si avvicinò nuovamente alle labbra. Sta volta ricambiai il bacio incontrando la sua calda lingua e il mio corpo s'irrigidi mentre i miei sensi di colpa verso Liam mi divoravano dall'interno.
 
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