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Autore: Mana Sputachu    24/04/2013    5 recensioni
“E tu invece? Cosa vorresti fare da grande?”
[Oneshot scritta per l'iniziativa Antiautofill di Piscina di prompt]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jin Kazama, Ling Xiaoyu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avere vent’anni
 
“Jin, tu cosa vuoi diventare da grande?”
Jin alza lo sguardo dal libro che sta leggendo e lo rivolge a Xiaoyu, affacciata alla finestra intenta a scrutare l’orizzonte, il quaderno di matematica dimenticato sul letto.
“Cosa intendi?”
“Quello che ho detto: cosa vuoi diventare da grande? Che lavoro vorresti fare, quali sogni realizzare...”
“Perché questa domanda?”
“Il professore ce l’ha chiesto oggi in classe, parlando di voi del terzo anno che siete impegnati con gli esami per il diploma e la scelta dell’università...”
“Ah, capisco” annuisce lui, mettendo via il libro “ma non è un po’ presto per voi? Avete ancora due anni per decidere...”
Xiao fa spallucce, e gattonando sul lettone si avvicina al ragazzo.
“Forse si diverte a metterci sotto pressione” sbuffa, accucciandosi accanto a lui “o magari spera di inculcarci un po’ di buon senso? Non ne ho idea.”
“Poveri primini maltrattati...”
“Dai, rispondimi... che idee hai per il futuro? Insomma, avrai avuto almeno un’idea, un sogno da realizzare una volta cresciuto e finita la scuola, no?”
Jin rimane in silenzio e la osserva, incerto su cosa risponderle. 
Sogni da realizzare... ne aveva mai avuti? Più ci riflette più la sua memoria lo porta indietro nel tempo, a quando era bambino - a quando sognare era ancora facile e le preoccupazioni non esistevano ancora.
Torna al tempo in cui voleva “diventare Batman” e scorrazzava per casa con un mantello fatto da una vecchia tovaglia; un tempo in cui aveva deciso di fare il veterinario perché amava gli animali, ma aveva scartato l’idea perché non sopportava la vista di una bestiola sofferente; aveva anche pensato di iscriversi ad una facoltà d’arte perché amava disegnare... all’epoca di idee ne aveva avute tante.
Ma dopo aver compiuto quindici anni i suoi sogni erano stati spazzati via.
“Io non... non lo so” sussurra, spostando lo sguardo verso la finestra “avevo tanti idee quand’ero piccolo, ma poi...” lascia in sospeso la frase, continuando a scrutare l’orizzonte al di là del vetro.
“Beh, questo non ti impedisce di creartene di nuovi.”
Jin si volta a guardare la cinesina che gli sorride, e non riesce a non sorriderle a sua volta: Xiao conosce il suo passato, Xiao sa. Non c’è bisogno che dica parole di circostanza per consolarlo, preferisce invece tirarlo su mostrandogli il lato bello delle cose - quello che lui ha dimenticato, ma che lei non ha mai smesso di cercare e trovare in tutto ciò che la circonda.
“E tu invece? Cosa vorresti fare da grande?”
“Io vorrei...”
“...aprire un parco divertimenti, lo so. A parte questo, intendo.”
“Oh.” 
Xiao mette un po’ il broncio e riflette: in effetti neanche lei sa esattamente quale sarà il suo percorso una volta finita la scuola; fino a quel momento il suo pensiero più grande era stato quello di aprire un parco divertimenti tutto suo, senza mai soffermarsi su quale università scegliere, che lavoro fare... le aveva sempre ritenute cose ancora lontane nel tempo, ma dopo oggi la sua mente ha finalmente iniziato a interrogarsi sul futuro e sulle scelte che dovrà fare.
“Non lo so ancora, ma come hai detto tu ho ancora un po’ di tempo per decidere” sorride, stiracchiandosi “magari potrei scegliere una facoltà tipo... Economia, così da poter dirigere al meglio il mio futuro parco divertimenti!”
“Sì, sono sicuro che i docenti rimarranno molto colpiti dai tuoi attuali voti in matematica” ridacchia Jin e non smette nemmeno quando lei gli molla una gomitata al fianco, riuscendo invece a farlo ridere ancora di più.
“Se mi assicuri un posto di rilievo nel tuo futuro entourage posso occuparmi io dei conti” ghigna lui, rifiatando dalla risata di poco prima.
“Hmm, potrebbe essere un’idea” risponde Xiao, inarcando un sopracciglio “ma temo che all’inizio la paga non sarà delle migliori, sai com’è... ci vorrà un po’ per ingranare.”
“Oh, sono sicuro che riusciremo ad accordarci per altri... metodi di pagamento.”
“...Jin Kazama, stai forse insinuando ciò che penso?” ridacchia lei fingendosi offesa da quelle allusioni.
Jin sgrana gli occhi e porta una mano al petto mimando sdegno per le accuse appena ricevute. 
“Come puoi anche solo pensarlo, non potrei mai!” pigola, ma viene prontamente zittito da Xiao che lo abbraccia e lo tira a sé sul letto.
C’è ancora tempo per decidere cosa faranno del loro futuro, per decidere cosa ne sarà delle loro vite.
A sedici anni sogni di diventare tutto e niente, di costruire castelli e vivere grandi amori che a quell’età credi eterni; a diciannove anni non sei più un bambino ma non sei ancora un adulto, sei combattuto tra le incertezze di un percorso che si conclude e l’emozione di una nuova avventura.
Il futuro può aspettare un altro giorno.
 
 
A vent’anni non immagini di ritrovarti coinvolto in una guerra. Non immagini che sarai tu a causarla.
A vent’anni vorresti non dover contare i morti degli innocenti caduti in battaglia per causa tua, addormentandoti ogni notte sperando in un sonno senza sogni; vorresti vivere senza il dubbio su chi sparerà il proiettile che ti ucciderà per vendicare quelle stragi - e alle volte ti ritrovi persino a sperare che arrivi al più presto.
A vent’anni vorresti non dover tenere lontana la persona a cui tieni di più perché hai il terrore di ucciderla con le tue stesse mani, guidato solo dal volere del tuo demone interiore e senza che tu possa fare nulla per fermarlo.
A vent’anni vorresti solo poter tornare indietro a quando le grandi preoccupazioni erano i compiti in classe del giorno dopo e gli allenamenti pomeridiani.
Ma il destino se ne frega dei tuoi vent’anni e dei tuoi desideri: il destino ha già deciso per te chi sei, qual è il tuo compito e che di sicuro morirai nell’adempimento di quest’ultimo - solo non sai quando avverrà, e probabilmente non ti sarà nemmeno concesso di scegliere il momento; puoi solo raccogliere il coraggio che ti rimane e giocare quest’ultima partita con il fato.
Se non posso cambiare il mio destino, vedrò almeno di andarmene in grande stile.
Sistemata la cravatta Jin lancia un ultimo sguardo al riflesso nello specchio, che gli restituisce uno sguardo incerto. Ma non è più il momento dei tentennamenti.
Chiudendosi la porta dell’ufficio alle spalle Jin si lascia indietro i suoi vent’anni, i sogni di una vita normale chiusi in un cassetto che probabilmente non riaprirà mai.
 
 
Perché a vent'anni è tutto ancora intero
perché a vent'anni è tutto chi lo sa
a vent'anni si è stupidi davvero
quante balle si ha in testa a quell'età.
Eskimo - Francesco Guccini


***
Torno dopo una vita a scrivere su Tekken, dopo aver preso un po' le distanze per evitare di allontanarmene definitivamente :)
Mi sono rifugiata per mesi in un altro vintage!fandom che mi ha dato parecchie soddisazioni e tante idee, ma... complice anche l'iniziativa Antiautofill di Piscina di Prompt e la traccia Tekken, Jin/Xiaoyu, Da grandi è venuta fuori questa oneshot, nata soprattutto per esorcizzare i miei momenti di sconforto in cui mi chiedo cosa sto facendo della mia vita, se riuscirò a fare l'illustratrice e via discorrendo (anche se io i vent'anni li ho passati da quasi sette, lol).
Se qualcuno la dovesse leggere, spero possa apprezzare :)
E dopo questa toccata e fuga sparisco di nuovo in attesa di ritrovare ispirazione e voglia di scrivere di nuovo su Tekken :)
In caso, se volete fare due chiacchiere (o tirarmi i pomodori, lol) mi trovate anche su Facebook! :D

Mana Sputachu

   
 
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