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Autore: mamie    25/04/2013    2 recensioni
E se... Lavi non fosse mai stato catturato? E se... Kanda tornasse spontaneamente all'Ordine? Perché dovrebbe farlo? Perché dovrebbe rinunciare alla libertà appena ritrovata e ad una vita diversa?
Piccola one-shot vagamente ispirata dalla festa della Liberazione.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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INDIETRO NON SI TORNA
 
Perché sei tornato?
Lavi guardava il profilo tagliente di Yu come se lo vedesse per la prima volta. Gli pareva più magro, più affilato, quasi più famelico. Alcune ciocche sfuggite al laccio gli pendevano ai lati del viso, dandogli un aspetto leggermente trasandato che non gli era consueto.
Perché sei tornato?
Quella domanda pesava su di loro come un macigno. Quando aveva saputo che sarebbe rientrato alla sede dell’Ordine, contro ogni logica e ogni aspirazione, Lavi si era sentito ad un tratto molto felice e molto triste insieme.
Erano mesi che si andava ripetendo una sua personale litania. Meglio così. Meglio lontano, libero, che vada a cercare la sua strada. Meglio saperlo da qualche altra parte, ma vivo, piuttosto che vederlo soffrire imprigionato nelle maglie di quella rete inestricabile in cui l’avevano costretto. Meglio non vederlo mai più, anche se il suo cuore vuoto si seccava lentamente lasciando solo un residuo di dolore, come una brocca da cui anche l’ultima acqua fosse evaporata.
Perché sei tornato?
 
Camminavo per la strada e cercavo un akuma in ogni faccia che vedevo.
Lavi aprì il suo unico occhio sentendo la voce di Kanda che cominciava a raccontare, orrendamente calma e pacata. Non sembrava nemmeno la sua. Non sembrava nemmeno lui. Dopo quella notte, che aveva riportato Lavi a bere la presenza di Yu come uno che muore di sete, non si sarebbe aspettato di sentirlo...  parlare.
Camminavo nelle stanze d’albergo, tutte uguali, e la mia mano correva a cercare Mugen e stringeva solo il vuoto.
La spada ora era posata accanto al letto, nel suo fodero scuro.
Sentivo la gente che chiacchierava e non capivo di cosa stesse parlando. Tutti mi sembravano sciocchi, pazzi, inutili…
La sua voce ora si era fatta più roca, profonda.
Avevo voglia di uccidere.
Lavi si girò lentamente a guardarlo, ma Yu continuava a fissare il soffitto bianco della sua stanza.
Non so fare altro.
 
La desolazione di quella frase lo colpì come uno schiaffo. Non si torna indietro. Dalla guerra non si torna mai indietro. Puoi pensare di farla per una nobile causa. Puoi lottare per la libertà o per l’onore. Puoi cercare di salvare quelli che non sanno salvarsi da soli.
Ma una volta che ci sei entrato, non puoi più tornare indietro. Una volta varcata quella soglia, la porta dell’innocenza si chiude per sempre alle tue spalle.
 
Perché sei tornato?
Lavi si limitò a stringerlo più forte, ad affondare la faccia nell’incavo del suo collo, dove sentiva l’odore della pelle un po’ sudata e calda.
Kanda chiuse gli occhi e gli si abbandonò contro. Forse c’era anche un’altra ragione. Una ragione che nessuno dei due osava pronunciare ad alta voce per non perdere anche l’ultimo, esile filo di quella speranza stracciata che era l’unica cosa rimasta fra le macerie sbriciolate della loro vita.
Sono tornato per te.
 

  
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