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Autore: Lachelle Winchester    25/04/2013    8 recensioni
Da una parte la vita normale, dall'altra la caccia: come si possono conciliare due tipi di vite così diverse? Quale vita prevarrà sull'altra? Può un cacciatore abbandonare definitivamente la caccia?
Seguito di La caccia continua
Revisione completa
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
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Everybody hurts

Kansas

I raggi del sole di primo mattino entrarono dalle finestre spalancate, le tende si muovevano di tanto in tanto, spinte da quell'alito di vento delle calde giornate di metà giugno mentre dagli alberi arrivava un lieve fischiettio.
Lachelle, udendo quel dolce suono, si svegliò con una sensazione di pace, poggiando le mani sulla pancia per dare il buongiorno a BobbyJohn come faceva da ormai quattro mesi e mezzo, per poi rivolgere il viso verso l'uomo da cui aspettava il bambino, suo promesso sposo, l'uomo che amava da sempre, il suo Dean Winchester.
Quando anche lui si svegliò, le mostrò un sorriso, la baciò e le accarezzò delicatamente la pancia.
Entrambi avevano il sonno più leggero, dote di ogni buon cacciatore, ma loro con la caccia avevano chiuso, avevano scelto una vita serena, tranquilla, senza più sofferenze. I Winchester vivevano a casa di un'anziana signora, Muriel, che si era rivelata molto ospitale nel momento del bisogno, e con loro vivevano anche Sam, da poco fidanzato con la sorella di Lachelle, Emma e suo figlio Kevin, che l’uomo amava come fosse suo figlio. Il minore dei Winchester cominciò a lavorare presso un ufficio di avvocati dopo aver ripreso gli studi, stretto nuove amicizie, trovato una donna che lo apprezzasse e persino un figlio che lo adorava letteralmente. Con Emma aveva un buon rapporto; i pochi litigi erano dovuti al fatto che lei lo mandava a comprare oggetti personali di tanto in tanto e lui se ne vergognava, ma per il resto il loro rapporto funzionava e dopo poche settimane avrebbero dovuto trasferirsi in una nuova casa, sempre in Kansas.
Emma era una Winchester, ma non aveva mai cacciato grazie a Lachelle che fino a poco prima le aveva nascosto quella realtà.
Dean lavorava in una grande officina, dove trascorreva gran parte del tempo a parlare della sua Chevy Impala del 67, che tutti gli invidiavano, e Lachelle restava a casa, tra piccole faccende domestiche, letture di libri d'avventura e chiacchiere con Castiel, che ogni tanto passava a trovarli. La sera lei e Dean rimanevano a guardare la tv, sul divano in salotto; di solito lui rimaneva seduto accanto a lei, sdraiata a pancia all'aria, e insieme giocavano, parlavano con BobbyJohn, si sfidavano a chi ricordasse meglio le canzoni e cercavano uno stato in cui non fossero stati indagati e ricercati dalla polizia per potersi sposare. Sam, Emma e Kevin invece uscivano e Muriel prendeva il tè con le amiche in cucina.

Una di queste sere di giugno, prima di cenare, Lachelle decise di andare a farsi la doccia e pochi minuti dopo Dean la raggiunse per aiutarla a non fare sforzi; da quando seppe di diventare padre divenne più dolce, più premuroso e più aperto nel dimostrare l'affetto che provava.
« Dean. » sussurrò la donna, saltando dopo esserselo trovato direttamente senza vestiti sotto la doccia. « Ricordati che sono incinta, ti prego. Non puoi farmi questo. » aggiunse in tono quasi lamentoso, consapevole di non poter fare sforzi, ma senza riuscire a negare l'attrazione che il corpo di Dean le faceva avvertire.
Dean le sorrise malizioso, prese la spugna dalle sue mani e la passò lentamente dietro la schiena, facendo scivolare le dita dell'altra mano lentamente sulla sua gamba.
« E’ troppo per me trattenermi. » disse con un mezzo sbuffo.
« E l'insaziabile sarei io? » la prese in giro lui, usando un tono ironico.
Si avvicinò con il capo alla sua schiena e poggiò le labbra sulla spalla destra, partendo dal tatuaggio, trascinandole sul collo, baciando ogni lembo di pelle libero dalla schiuma. Pian piano si spostò vicino all'orecchio e le sussurrò un « Sei proprio la mia donna. » divertito, mentre ripensava alle sue parole. Lachelle si era sempre sbilanciata in commenti piccanti senza volerlo, si era sempre dimostrata pronta ad affrontare qualsiasi argomento senza vergogna con lui e Dean amava da morire questa sua intraprendenza.
Improvvisamente si sentì uno scricchiolio di una maniglia e due voci avvicinarsi, e a giudicare dalle effusioni amorose che ne seguirono quando la porta si aprì, i Winchester capirono che dovevano essere Sam ed Emma.
« Potremmo prendere dei popcorn. » suggerì Dean a voce bassa.
La risposta di Lachelle fu una gomitata sul fianco.
« Ma hai ancora 13 anni? Poi sono io la pervertita. » lo ammonì lei stizzita, infastidita da una forte sensazione di gelosia. « Non voglio che vedi Emma nuda. » sbottò.
A quelle parole Dean si irrigidì e avvertì la stessa sensazione.
« Neanche io voglio che vedi Sam nudo. » le rispose diventando improvvisamente serio. I due stavano pensando a come uscire quando fortunatamente sentirono la voce di Muriel che li avvisava della cena pronta. Sam ed Emma si sistemano i vestiti e scesero in cucina, lasciando Dean e Lachelle finalmente soli.
« La prossima volta chiudi la porta a chiave. » lo rimproverò la maggiore delle Winchester.
Dean la guardò con uno sguardo da cucciolo e lei non poté resistere dal dargli un altro bacio.
Dopo cena, Muriel chiese a Dean di dare un'occhiata alla lavatrice, che lui cercò di aggiustare prendendola a calci. Di lì a poco la loro vita era cambiata completamente; era una vita normale, senza demoni, mostri, acqua santa, con un tetto fisso sulle loro teste e cibo sano.
Cosa sarebbe potuto andare mai storto? Tutti erano felici e Dean si era lasciato alle spalle tutte le sofferenze, le delusioni, le paure, i sacrifici, tutti i pianti che non poteva condividere con nessuno; finalmente aveva ciò che meritava, aveva una donna che amava e che lo amava, a cui poteva raccontare quello che sentiva, quello che pensava, con cui condivideva ogni cosa e non aveva più bisogno di parlare da solo, aspettando i momenti in cui non c'era Sam: c'era lei sempre pronta ad ascoltarlo.

Una mattina della terza settimana di giugno, dopo aver fatto colazione, Dean si avviò in giardino per raggiungere l’Impala e recarsi a lavoro. Nonostante avesse già salutato tutti, Lachelle lo seguì senza farsi vedere e lo sorprese di spalle con un bacio, dolce e passionale. « Torna presto. » gli raccomandò mentre rientrava, fermandosi sulla soglia della porta. « Ti faccio trovare una sorpresa questa sera. Che ne dici di un dolce a cioccolata fatto da me? » propose accarezzandosi la pancia.
Lui prima la guardò silenzioso, poi la stuzzicò come sempre.
« Vuoi farmi finire all'ospedale questa sera? ».
Lachelle gli mandò un ultimo bacio e poi rientrò.
Avrebbe potuto essere una cosa comica ma non faceva affatto ridere, perché la sera Dean raggiunse davvero Lachelle in ospedale.

Sam lo chiamò per avvisare che tutti lo aspettavano lì e il nervosismo che trapelava dalla sua voce fece capire al fratello che fosse successo qualcosa di brutto a Lachelle o al bambino, così si precipitò in ospedale, correndo per strada senza guardare le auto, pregando affinché non fosse successo nulla di grave. Nonostante le sue preghiere, quando arrivò all'ospedale il dottore gli confermò che la donna aveva avuto un aborto naturale, spiegandogli che in questi mesi è frequente a causa di una selezione naturale, ma questo non metteva in pericolo il loro futuro come genitori. Dean a quella notizia aveva voglia di buttare tutto a terra e di piangere, ma si ricordò che non era l’unico a soffrire in quel momento.
Si recò dagli altri nel corridoio d’attesa, dove gli dissero che Lachelle si rifiutava di parlare con chiunque. L'uomo si girò di spalle per non mostrare il volto cupo e afflitto dal dolore, poi si diede coraggio e si costrinse ad entrare nella camera. Lei era seduta sul bordo di un lettino bianco, con le lacrime che le rigavano il volto e lo sguardo fisso nel vuoto, immersa in un pianto silenzioso.
La guardò e non riuscì a trovare nulla da dire, neanche una delle sue battute per farla sorridere. Si avvicinò alla finestra che, coperta dalla tenda, non lasciava passare molta luce e Lachelle gli si precipitò addosso. Lo abbracciò forte, si strinse alla sua camicia e si nascose con la testa nel suo petto, tentando invano di trattenere i singhiozzi. La testa le sembrava così pesante che aveva paura di non riuscire a reggerla. Avrebbe voluto addormentarsi e svegliarsi solo per scoprire che quello era stato tutto un incubo, solo un brutto sogno.
Dean la strinse ancora più forte, sforzandosi di non piangere ma era proprio quello che avrebbe voluto fare; avrebbe voluto urlare e spaccare ogni maledetta cosa in quella stanza dell'ospedale, avrebbe voluto picchiare il dottore per la notizia che gli aveva dato, avrebbe voluto correre senza sapere dove stava andando e buttarsi su un divano di un locale per bere fino a perdere la consapevolezza di quello che aveva appena saputo, ma rimase lì, abbracciato a lei per darle forza e farla sentire al sicuro.
Rimasero abbracciati per quelle che potevano sembrare ore, pensando all'ingiustizia del mondo e al modo in cui a tutti capitano cose brutte, e che non sempre la causa di ogni male è la caccia, perché ormai ne erano fuori eppure continuavano a soffrire.
   
 
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