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Autore: zorrorosso    26/04/2013    2 recensioni
”Un mostro! Un mostro vi dico! Il volto gli colava dalla testa come se fosse stato spellato! Come se fosse morto, tuttavia in vita, si muoveva e camminava... "- Alcuni segreti non possono essere svelati con facilità! ***mentre sto preparando questa storia per traduzione ed editing, verranno aggiunti dei capitoli "prequel"***
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aramis, Athos, Cardinale Richelieu, Duca di Buckingam, Milady
Note: Cross-over, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Di Uomini e Mostri...'
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XIII
Epilogo

 
Era una fresca mattinata d'estate inoltrata, quando il Re, la Regina ed alcuni sudditi giocavano a Croquet presso i giardini del Louvre. L'acqua delle fontane, sgorgava limpida e brillava alla luce del sole, in un gioco di complicati leoni, avvenenti dame e putti allegri.
Molte dame usavano soffermarsi e seguire quel percorso articolato, lussi ed imitazioni delle fontane d'oltralpe, ma non tutti, molti assistevano al gioco dei sovrani poco piu' avanti.
"Non mi stancherei mai di stare qui tra l'erba, a giocare a Croquet con voi, vostra altezza! Se fosse per me, giocherei per giorni, per mesi, con il sole e con la pioggia, solo se non fosse per il fango d'inverno...(1) Voi che ne pensate, mia Regina?"- chiese il Re alla sovrana, che fissava l'orizzonte leggermente distratta da alcuni rumori lontani.
Una carrozza, dall'aspetto comune, ma scortata da molti soldati stranieri ed alcuni in alta divisa francese, si fece avanti presso i cancelli del palazzo.
 
Le tre guardie francesi al servizio del re, chiesero di essere accolte.
Il Re fermo' il suo gioco e le riconobbe subito: erano le sue guardie personali, misteriosamente sparite al tramonto di qualche giorno prima, avevano tutte mancato la loro presentazione in divisa ufficiale.
 
"Scusate il ritardo, Maesta'. Come potete vedere voi stesso, volevamo farvi una bella sorpresa!"- disse D'Artagnan inchinandosi di fronte a lui, nella speranza che la loro confidenza fosse in qualche modo d'aiuto.
"D'Artagnan! Volete spiegarmi questa messa in scena? Questo scherzo di poco gusto?"- chiese il sovrano, volteggiando la mazza da gioco e seguito in lontananza dalla Regina e Constance, che sorrisero rallegrate alla loro vista.
 
Anche Athos e Porthos si inchinarono al cospetto della coppia reale.
"Dovete perdonare questo scherzo di poco gusto, Maesta'! Si tratta di... Sua Maesta', Re Carlo I d'Inghilterra, voleva farvi visita e fare visita al vostro bel regno con una bella sorpresa! Ha chiesto di noi, per questo siamo dovuti correre in tutta fretta, ma come vedete adesso siamo qui... Spero che vostra altezza decida per questo di perdonare la nostra disobbedienza..."- cerco' di spiegare Athos, tenendo la testa abbassata.
 
"E' tutto vero, D'Artagnan?"- chiese il re sospetto, mentre il ragazzo distoglieva lo sguardo puntandolo sulla bella dama della Regina e sorridendo trasognato.
 
"...E la Baronessa d'Herblay? Anche lei e' con voi in tutto questo... scherzo?"- chiese veloce la Regina, con tono sibillino.
Athos annui', ma non spiego' dove si trovasse in quel momento.
 
"D'Artagnan! Il Re vi ha fatto una domanda!"- lo riprese Porthos, nella speranza che il suo compagno avesse potuto salvarlo dalla diserzione.
"Oh! Si e' tutto vero!"- annui' presto il ragazzo con un leggero sorrisetto d'intesa.
"Bene!"- affermo' il Re con un breve inchino e voltandosi di nuovo verso la carrozza, da dove scendeva il
 
Re inglese, vivamente esaltato dai lussi di corte e le avventure appena trascorse.
I due giovani sovrani, pressoche' coetanei, si guardarono e sorrisero.
Luigi mostro' il viale dei giardini del Palazzo volteggiando nell'aria la mazza da Croquet, nel desiderio di intraprendere insieme un colloquio informale ed una leggera passeggiata.
 
"Ah che belli i lanci di cannoni dalle navi volanti! Mi hanno letteralmente lasciato senza fiato!"- disse con un falso sorriso.
"Ho voluto imitare i vostri alla Torre di Londra! Che bei botti anche i vostri! Molto meglio di quei giochi cinesi, solo pieni di colori e niente sostanza..."- incalzo' il Re inglese, con altrettanta falsita'.
"Potevate radere al suolo l'intera Parigi e sarei rimasto qui ad osservare lo spettacolo!"- ridacchiava nervosamente il Re Francese -"Che bei botti! molto meglio dei fuochi d'artificio! Poi risarcirete tutto vero?"- continuo' con tono piu' serio.
"Si, si non preoccupatevi ci penseranno le banche ed i possedimenti del caro George... E' stato solo uno scherzo da poco..."- rise il sovrano inglese, voltandosi indietro verso le tre guardie reali, i moschettieri che lo avevano accompagnato.
 
"Si, si qua bisogna un po' svernare! Demolire questi vecchi palazzi ed edifici per costruirne di nuovi, di piu' belli e di piu' ricchi non vi pare una bella idea?"- disse il Re Francese, non curante di come quel modo potesse apparire rude o dalla dubbia ironia.
"Ottima direi..."- rispose a tono l'altro sovrano.
"Poi a me che me ne importa! Andrei in campagna, dove ho un casino di caccia grosso come una reggia... Pieno di tavoli e sedie tutti d'oro e pietre preziose!"- rise Luigi, ai sorrisi nervosi dei suoi astanti.
 
"Oh voi francesi cosi' ricchi e sontuosi! Come badate bene alle mode del momento!"- lo assecondo' Carlo, mentre le loro voci si facevano piu' lontane ed il sovrano francese ribadiva:
"Notre Dame e' ancora in piedi, caro amico! Avreste dovuto bombardare anche un po' da questa parte, magari potevamo togliere un po' di queste guglie antiche! Stanno qui da centinaia di anni... Si saranno ormai annerite dal muschio...".
 
Le tre guardie si rialzarono e si scambiarono uno sguardo sicuro, dell'amicizia che li aveva sempre uniti e li aveva riportati finalmente a Corte.
"E adesso, se volete scusarmi, sono a colloquio con il vescovo di Vannes!"- affermo' Athos congedandosi, nell'approvazione degli altri due.
 
Dentro la carrozza da cui era uscito il Re, coperta in un mantello nero, Aramis aveva aspettato che i sovrani si allontanassero e cercava di pensare alla sua decisione con piu' leggerezza.
Un modo l'avrebbe trovato per tornare l'Aramis che i suoi amici ricordavano: la vera natura non si puo' forzare, un leone non puo' entrare, ne' puo' essere tenuto in una gabbia per grilli.
 
"Arcivescovo gesuita di Vannes?"- sussurro' Athos, aiutandola a scendere dalla scaletta della carrozza.
"Non sapevo di vescovi tanto attraenti!"-  continuo', mentre lei lo guardava avvolta dalla testa ai piedi in quel mantello di lana infeltrito.
"In realta' non sono un vero vescovo..."- sorrise lei.
"Neanche io, un fedele troppo devoto..."- ribatte' lui in un bacio delicato.
 
 
-------------
(1) E' il motivo per cui Luigi XIV, ha poi convinto uno dei suoi sudditi ad inventare per lui il gioco del biliardo.
 
 
N.d.a.
Non sapevo come prendere questa fine, ma e' arrivata quasi all'improvviso ed ho capito che la cosa migliore che avessi potuto fare era pubblicare tutta la parte conclusiva ed miei commenti personali tutti insieme, senza mettere note di sorta, senza spiegare quanto e' stato difficile o facile scrivere quell'argomento, senza introduzioni.
Mi dispiaceva, nello scrivere, ricordarmi di essere all'ultimo capitolo e che dopo di questo non ce ne sarebbe stato un altro. Quindi ho scritto tutto e ho pubblicato tutto, togliendomi subito il dente dell'abbandono della  storia, a cui ero davvero affezionata.
Devo ammettere che questo scritto mi ha preso molto anche da autrice, ha saputo darmi un sacco di emozioni, spero di averle sapute trasmettere allo stesso modo.
Ho dedicato tantissimo tempo, forse troppo, alla stesura dei capitoli e alle revisioni, sul serio, anche se non sembra.
Ho trovato il finale un punto un po' critico per tanti motivi: a volte non ci si aspetta questo da una fanfiction, non ci si aspetta una fine, neanche dal punto di vista dell'autore. Ci si aspetta che non finisca mai, che continui all'infinito, come la serie originale, di solito, ha mancato di fare.
Un sentimento e un'avventura continua, ogni singola volta che si apre e si chiude un capitolo: una fanfiction infinita con mille capitoli da poter leggere come un settimanale (o un mensile), fino a dimenticarsi del primo, fino a dimenticarsi della trama addirittura, ma continuando a "giocare con le figurine".
Sono sicura di non essere riuscita a fare questo con la mia fanfiction, perche' il mio obiettivo era quello di raccontare una storia con un inizio e una fine, un po' romantica ed un po' avventurosa, un percorso verso un obiettivo che sia stato in grado di lasciare qualcosa e non il semplice girare e rigirare degli stessi personaggi.
 
E adesso credo che sia ora di lasciare andare questa barchetta di carta, questo il palloncino con attaccata sottol la catena di S.Antonio, questo pallosissimo prototipo in fotocopie con le didate unte, che trovi per caso nel fondo delle biblioteche degli ostelli.
 
Grazie particolare a chi si e' fermato a recensire e commentare (anche e soprattutto in maniera costruttiva!).
Alla prossima avventura!
  
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