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Autore: RobTwili    26/04/2013    8 recensioni
OS Missing moment del capitolo 10 della long story You saved me con Ryan pov.
Spoiler per chi non ha letto la storia.
Dal testo: Mi accesi una nuova sigaretta sedendomi sullo sgabello davanti al pianoforte e ripensando a un buon piano per incastrare i Misfitous e fargliela pagare per la morte di JC; ma fui distratto da lentiggini che si mosse di nuovo, borbottando parole sconnesse che non riuscivo a capire.
«… Ryan…» chiamò a un certo punto, sbuffando subito dopo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Eagles don't gain honestly'
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LAU
Questa OS è un missing moment Ryan POV del capitolo 10 della Long Story “You saved me”. Consiglio a chi vuole leggere la storia di leggere questa OS una volta conclusa tutta, o almeno dopo il capitolo 10.
 
   
 
Agli Eagles e al Bronx,
perché ogni volta che torno da loro
è come tornare a casa.
A voi, perché siete meravigliose e non
so mai come ringraziarvi.
Mille volte grazie.
 

Guardare i disegni che il fumo produceva mentre usciva dalle mie labbra mi rilassava sempre, soprattutto quando era inverno e la condensa creata dal calore del fiato rendeva tutto più visibile. Mi calmava anche in quel momento, mentre cercavo di rilassarmi senza pensare a lentiggini ubriaca che continuava a proclamare il suo amore per Peter. Non che l’idea di vedere lentiggini così piena di alcol non fosse stata attraente –soprattutto perché era davvero comica e disinibita –ma se doveva pensare di darla al primo fottuto idiota che incontrava, era meglio per tutti se rimaneva sobria. Soprattutto se poi si metteva ad analizzarti e notava il colore dei tuoi occhi.

«Ciao Ryan, ci vediamo». Lentiggini uscì dal portone che avevo lasciato socchiuso, salutandomi con la mano e sorridendomi; poi guardò a destra e a sinistra, confusa. «Mi sapresti indicare da che parte è il Phoenix? Volevo andare da quel ragazzo con gli occhi scuri che mi sorrideva» biascicò, ciondolando pericolosamente. Mi avvicinai a lei appena in tempo per sorreggerla, prima che si schiantasse contro il terreno. «Wow, che presa di ferro» mormorò, fissando i muscoli delle mie braccia con un ghigno soddisfatto. Non riuscii a trattenere una risata, rischiando che la sigaretta cadesse dalle mie labbra e la bruciasse.
«Meglio se vai a dormire, lentiggini. Il misterioso ragazzo ti aspetterà domani» sibilai, guardando il suo capo che oscillò, avvicinandosi sempre di più al mio petto. Che diamine stava facendo? La sentii sospirare e alzai gli occhi al cielo, lanciando la sigaretta per terra con un gesto del capo e spegnendola prima di entrare e richiudere il portone dietro di me con un calcio. Salii la rampa di scale attento a non cadere, anche se lentiggini non pesava poi molto. L’avrei portata a casa sua e lasciata sul divano, poi me ne sarei tornato nel nostro appartamento. Perché cazzo Brandon non l’aveva fermata? Gliel’avevo affidata e lui la lasciava andare così, in giro da sola nel Bronx di sera, sapendo che attirava i Misfitous come una puttana attirava coglioni arrapati che volevano solo metterglielo dentro. «Brandon» chiamai, cercando di non urlare perché non volevo svegliare lentiggini che continuava a ridere, mentre dormiva. «Brandon, coglione, apri» tentai di nuovo, invano. Ma dove cazzo era andato quello stupido? Si era addormentato sul divano di lentiggini? Mi avvicinai alla porta socchiusa di casa mia, aprendola con una spallata. Paul, Josh e Sick se ne stavano seduti sul divano, mezzi addormentati, tutti e tre con una bottiglia di birra in mano.
«Io una  trombata gliela darei anche se è ubriaca, magari mi dice di sì». Sick si alzò dal divano, appoggiando la birra per terra e avvicinandosi a me. «Lasciamela pure, me la porto in camera» sghignazzò, tendendo le braccia. Feci istintivamente un passo indietro, ammonendolo con lo sguardo perché la smettesse di fare il cretino.
«Sick, dacci un taglio e va a trombare con Butterfly. È ubriaca, non puoi scopartela» sbottai, notando lo sguardo di Sick farsi improvvisamente triste per quella mancata scopata e rabbrividendo quando lentiggini inspirò, con il naso appoggiato al mio collo. «La porto in camera, quel coglione di Brandon si è addormentato a casa sua e non si sveglia, quindi è chiusa fuori». Sentii Sick parlare con Paul e qualche istante dopo Josh ridere, ma prima che potessero fare rumore e svegliare lentiggini –che si sarebbe di certo messa a cantare di nuovo –chiusi la porta del corridoio dietro di me con un piede. Abbassai la maniglia della mia camera con il gomito e, senza muovere troppo lentiggini che sembrava addirittura lamentarsi nel sogno, la appoggiai sul letto ghignando quando si rannicchiò, diventando ancora più piccola.
Mi accesi una nuova sigaretta sedendomi sullo sgabello davanti al pianoforte e ripensando a un buon piano per incastrare i Misfitous e fargliela pagare per la morte di JC; ma fui distratto da lentiggini che si mosse di nuovo, borbottando parole sconnesse che non riuscivo a capire.
«… Ryan…» chiamò a un certo punto, sbuffando subito dopo. Mi alzai in piedi, avvicinandomi a lei per controllare se fosse sveglia ma continuava ad agitarsi tenendo gli occhi chiusi; stava ancora sognando. «Stronzo» bofonchiò subito dopo. Vidi la sua mano stringersi a pugno e immaginai che fosse rivolto a me, anche in sogno. Interessante, chissà cosa stava sognando lentiggini, ma soprattutto, perché sognava me?
«Ryan, andiamo a dormire». La porta si aprì appena e Josh, dopo essere entrato in camera, mi fece un gesto con il capo, per salutarmi. Ricambiai, aspettando che chiudesse la porta prima di avvicinare lo sgabello al letto, per sentire con più chiarezza che cazzo stesse sognando lentiggini.
«Aria» bofonchiò poi, ridendo. Non riuscii a trattenere una risata, notando come sembrasse rilassata in quel momento. Si spostò, abbracciando il mio cuscino e sospirando «casa» prima di sistemare il capo e smettere di parlare. Sembrava che il divertimento fosse finito, meglio andare a riposare in cucina, visto che il mio letto era occupato da lei. Uscii dalla mia camera chiudendomi la porta alle spalle senza far rumore per non svegliare i ragazzi e, arrivato in entrata, mi levai gli scarponi, distendendomi sul divano con uno sbuffo.
Era davvero una scelta del cazzo dormire sul divano perché lentiggini era sul mio letto, potevo semplicemente svegliarla e farla tornare a casa, magari portarla lì sul divano perché potesse dormire, in fin dei conti quella era casa mia, non le dovevo nessuna spiegazione; era anche troppo il fatto che le permettessi di dormire lì, al quartier generale degli Eagles. Sbuffai, cercando di trovare una posizione comoda per poter riposare un paio d’ore prima di iniziare a pensare seriamente a un piano per uccidere i Misfitous, quando udii un rumore alla porta. Non feci nemmeno a tempo ad alzarmi che qualcuno la spalancò, facendo saltare la serratura.
«Cazzo» sbottai, alzandomi di scatto dal divano per prendere la pistola che avevo lasciato in camera, sopra al piano. Non riuscii a fare nemmeno un passo però, perché Pitt e Dan mi puntarono le loro pistole contro, mentre Dead entrava in casa mia, con un ghigno. Il mio sguardo corse verso la porta che dava al corridoio con le camere; speravo che i ragazzi si fossero svegliati e arrivassero in mio soccorso e che, soprattutto, potessero tenere lentiggini al sicuro.
«Così questo è il nido degli Eagles?» sghignazzò Dead, avvicinandosi a me con la pistola e lasciando che gli altri Misfitous si dirigessero verso le camere. «Me la immaginavo diversa, sai? Non so perché ho sempre pensato che fosse con più… paglia?». Se stava cercando di fare l’ironico non ci stava riuscendo, per nulla.
«Vattene, subito» sibilai, guardandomi attorno in cerca di un’arma. Sentii uno sparo attutito dal silenziatore e subito dopo un altro colpo. I ragazzi, lentiggini. «Che cazzo stanno facendo? Giuro che se hanno storto anche solo un capello a qualcuno io…» iniziai, minacciandolo ma fermandomi non appena vidi Pitt trattenere lentiggini con una mano attorno al suo collo.
«Ehi Dead, guarda chi abbiamo trovato in una camera». Il sorriso che gli avrei tolto volentieri da quella faccia e la sigaretta tra le labbra. Feci istintivamente un passo verso di loro, ma Pitt puntò la pistola alla tempia di Alexis che mugolò, spaventata.
«Lasciala, lasciala andare subito» sibilai, stringendo i pugni lungo i fianchi e avanzando di un passo verso di Pitt. Abbassai lo sguardo, incontrando quello spaventato di lentiggini: stava piangendo, potevo vedere delle lacrime silenziose scendere lungo le sue guance ricoperte da quelle piccole lentiggini appena visibili, a quella distanza. «Non c’entra niente, lasciala andare». Dove cazzo era Brandon quando serviva? Perché stava dormendo nell’appartamento di fianco, ignaro di tutto? Almeno si sarebbe salvato; anche Dollar l’avrebbe fatto, visto che era andato da Aria. Avrebbero potuto continuare a far vivere gli Eagles, per far in modo che tutti si ricordassero per sempre di noi.
«Siamo gelosi della puttanella, Cal?». Il ghigno sul volto di Dead mi fece andare il sangue al cervello e senza pensarci lo raggiunsi in pochi passi, assestando un pugno sul suo naso e sentendo le ossa rompersi contro alle mie nocche. Non badai nemmeno alla voce di lentiggini che mi chiamò, dietro di me, continuai semplicemente a picchiare Dead, prendendo la pistola che aveva tra le mani e picchiandola contro il suo volto per ferirlo di più. Non volevo sparargli; la sua pistola non aveva il silenziatore e soprattutto avrei spaventato lentiggini, che lo era già anche troppo.
Quando mi resi conto che Dead, sotto di me, non si muoveva più, sogghignai, soddisfatto, voltandomi verso Pitt con la pistola puntata contro di lui. «Lasciala» ordinai, sicuro di trovare ancora Alexis con la mano di Pitt attorno al collo. Niente di più sbagliato, Pitt non aveva imprigionato lentiggini tra le sue braccia; lui stava semplicemente guardando a terra. Ai suoi piedi, distesa in un lago di sangue, c’era Alexis, con un foro alla tempia destra. «Che cazzo hai fatto?» urlai puntando la pistola contro il suo petto e sparando tre colpi. Lo vidi indietreggiare, senza che smettesse di ghignare; poi, dopo aver rivoltato gli occhi, cadde a terra. «Lentiggini? Lentiggini mi senti?». Mi inginocchiai di fianco a lei, prendendo il suo piccolo volto tra le mie mani e muovendolo appena, senza farle del male. Gli occhi chiusi e le labbra schiuse, non rispondeva alle mie domande. «Cazzo» urlai, stringendo i pugni per cercare di scaricare la rabbia. Ero così infuriato che non riuscivo nemmeno a vedere quello che c’era attorno a me, era tutto sfuocato. «Alexis, apri gli occhi, cazzo» urlai di nuovo, accarezzando con il pollice la sua guancia destra e sporcandomi le mani con il suo sangue. No, non poteva morire a causa mia, gli Eagles non erano causa di morte di persone innocenti, non causavano la morte di lentiggini.
«Che succede?». Brandon comparve sulla porta di casa, guardando le persone morte sul pavimento del nostro appartamento. «Che cazzo…» sbottò, guardando Lexi, davanti a me.
«No» urlai di nuovo, mettendomi a sedere di colpo. Mi guardai attorno: la stanza attorno a me era vuota; vedevo la luce del lampione illuminare il tavolo della cucina, quindi era notte, dovevo essermi addormentato. «Coglione» mormorai tra me e me, ridendo di quel sogno da idioti e alzandomi per prendere una birra dal frigo. Tolsi il tappo con i denti, accendendomi poi una sigaretta e dirigendomi verso la mia camera, per controllare che tutto fosse apposto. Che sogno idiota, era impossibile che i Misfitous irrompessero in casa mia, ammazzando i ragazzi e lentiggini. Non ci saremmo mai trovati così impreparati, non sarebbe mai successo niente di male a nessuno. Entrai in camera trovando lentiggini ancora addormentata, si stava agitando; bofonchiava ancora qualcosa che non riuscivo a capire ma, dai capelli appiccicati alla sua fronte sudata, capii che probabilmente aveva caldo. «Che cazzo mi tocca fare, lentiggini?» sghignazzai, avvicinandomi ai piedi del letto e appoggiando una mano alla sua piccola e magra caviglia. Le sfilai la scarpa con facilità, ripetendo il gesto con l’altra e le appoggiai vicino al piano.
Sentii una risata di Alexis e pensai che si fosse svegliata e che mi avesse visto mentre le toglievo le scarpe, ma notai subito i suoi occhi chiusi e il corpo rilassato: stava ancora dormendo. Portai le mie dita alla cintura dei suoi jeans, sbottonandoli e abbassando la zip senza sfiorarla troppo, per non rischiare di svegliarla –anche se, visto quanto aveva bevuto, era quasi impossibile che potesse farlo. Dopo aver stretto i suoi jeans tra le mie dita, tirai verso il basso, lentamente, fino a toglierli e lanciarli poi dietro di me. Lentiggini si girò di nuovo tra le lenzuola, distendendosi prona e rimanendo con il sedere all’aria, mentre si arrotolava la maglia lasciando scoperta la pancia e la schiena. Sembrava una trottola, non la smetteva di muoversi e sbuffare, come se, dormendo, non potesse trovare pace. «Sta ferma» sussurrai, prendendo il bordo della sua maglia e tirando verso l’alto per sfilarle prima la testa e poi, lentamente, le braccia.
Lanciai la maglia dietro di me, senza badare a dove fosse finita e mi fermai per qualche secondo a guardare lentiggini distesa sul mio letto; sembrava che, senza i vestiti, avesse un po’ meno caldo e si muovesse meno. Quando però si raggomitolò su se stessa, alzai gli occhi al cielo sbuffando e rimboccai le coperte, coprendola.
Sospirò, stringendo di nuovo il mio cuscino e inspirando a fondo. Non riuscii a non ridere, aspirando una boccata di fumo e bevendo un sorso di birra, prima di sedermi sullo sgabello del piano e guardare lentiggini dormire.
Pensai a diversi modi per vendicarmi con i Misfitous e ridacchiai per uno scherzo che avremmo potuto fare a Dollar qualche giorno dopo, per sollevargli il morale.
Rimasi tutta la notte sveglio; uscii dalla camera solamente quando le prime luci dell’alba entrarono dalla finestra, colpendo il volto di lentiggini. Dovevo svegliare i ragazzi e parlare loro di un paio di piani.
Quando arrivai in cucina vidi Brandon aprire la porta di casa ed entrare con uno sbadiglio, stiracchiandosi.
«Dove cazzo sei stato, coglione?» mormorai, tenendo un tono di voce basso, per non svegliare gli altri ragazzi. Brandon mi guardò come se non capisse a cosa mi riferivo, così specificai: «Perché non sei tornato qui stanotte? Dove cazzo hai dormito?». Così doveva essere più chiaro, di sicuro.
«Mi sono addormentato sul divano di Lexi, mi dispiace, non volevo. So che mi avevi incaricato di tenerla d’occhio ma… ha un divano così comodo» scherzò, facendomi imbestialire ancora di più.
«Forse non ci siamo capiti, se io ti do un ordine, tu lo esegui, sempre. Se non lo fai, puoi uscire da quella porta e lasciare qui il tuo flag e la tua pistola. Se non fossi stato fuori a fumare, chissà dove sarebbe andata. Avrebbero potuto prenderla i Misfitous e poi sarebbe stato un casino. Non deve succedere più, d’accordo?» sibilai, stringendo la mascella per non tiragli un pugno dritto in faccia.
«D’accordo, mi dispiace Ryan, davvero non l’ho fatto volutamente. Lexi dov’è adesso?» domandò, guardando subito verso il divano e stupendosi quando lo trovò vuoto.
«In camera mia. Adesso siediti che devo parlarti di una cosa importante, ci ho pensato stanotte. Anzi, va a svegliare i ragazzi e falli venire qui in mezz’ora. Subito».
 
 
 
Mi dispiace deludervi ma non è un incubo :( sono tornata davvero.
Avevo promesso di non scrivere più degli Eagles e in verità la promessa la sto mantenendo, visto che questa OS l’ho scritta mesi e mesi fa.
“Perché diamine la pubblichi ora, quindi?” vi state chiedendo, eh? Perché YSM, grazie a voi, ha raggiunto un traguardo che mai mi sarei aspettata. Ricordo che quando ho scritto la OS e ne ho parlato nel gruppo eravate tutte ansiose di leggerla, ora sono sicura che nessuna si ricorda di Ryan, giusto? :O quindi ho pubblicato per niente? :O
In ogni caso, stupidate a parte (Mi mancava scrivere le note degli Eagles, lo ammetto), sono un po’ gelosa di questa OS. C’è tanto, c’è Ryan come forse non si è mai visto e credo si capiscano ancora più cose di quelle che già si capivano.
Ci sono solo due persone che non capiscono: Ryan e Lexi, lo so, lo so.
E niente, c’è quel sogno speculare, come se fosse una realtà capovolta che però ho tenuto un po’ più soft, e lo so che è corta, che voi vi aspettavate tipo dichiarazioni d’amore, stendardi con frasi tipo “Lentiggini, io e te tre metri sopra Hunts Point” ma no… altrimenti non sarebbe Ryan.
Vi ricordo solo che questo capitolo è ambientato prima che Lexi vada in prigione, la notte prima… spero che ci sia qualcosa che si chiarisce, anche se è passato tanto tempo e non vi ricordate nemmeno il colore degli occhi di  Ryan (è azzurro, mi suggeriscono dalla regia).
Basta, la smetto, prometto che è l’ultima OS sugli Eagles che faccio, era solo un ringraziamento (e il fatto che nella mia chiavetta sia salvata sotto “OS che non esiste” dovrebbe dirla lunga) e spero sia apprezzato.
Tra i video iniziali se ne è aggiunto uno, l’ultimo. UNA MERAVIGLIA, vi prego guardatelo!
Il capitolo di Cupid’s Broken arrow arriverà entro tre giorni, promesso.
Come sempre il gruppo in cui scrivo le novità è Nerd’s corner, siete tutte benvenute :)
See ya.
Rob.
   
 
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