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Autore: Allegra_    27/04/2013    9 recensioni
Prima regola dell'estate: non ci si innamora.
Seconda regola: si dimenticano tutti gli ex e si pensa soltanto a se stessi.
Terza regola: niente storie serie, solo e soltanto divertimento.
Quarta regola: ciò che si fa in estate, rimane in estate.
* One-Shot dedicata a Bellafifi1986 *
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1 Agosto

 

Prima regola dell’estate: non ci si innamora.

Ecco come aveva esordito Francesca il giorno in cui eravamo partite insieme alla volta dello Studio On Beach, gemello californiano dello Studio 21 di Buenos Aires, il quale frequentavamo insieme da circa un anno.

Seconda regola: si dimenticano tutti gli ex e si pensa soltanto a se stessi.

Sembrava facile detto da lei.
Come avrei fatto a dimenticare Thomas, se con lui avevo passato praticamente tutto l’anno precedente ??
La nostra rottura era stata uno sbaglio, continuavo a ripetermelo ogni santissimo giorno.
Eppure bisognava andare avanti, quindi a malincuore avrei dovuto stare a sentire quella pazza della mia migliore amica.

Terza regola: niente storie serie, solo e soltanto divertimento.

Ceeeerto.
Aveva soltanto dimenticato che non stava parlando con una ragazza qualunque ma con me, che divertirsi con i ragazzi non aveva la minima idea di cosa significasse.
Un ragazzo avevo avuto in vita mia e stavo ancora a piangere per colpa sua, quindi il divertimento non c’era davvero mai stato.

Quarta regola: ciò che si fa in estate, rimane in estate.

Ma da dove le tirava fuori quelle assurdità ??
Mistero.
Ad ogni modo la lasciai finire il suo monologo, prima di iniziare a preparare la valigia.
Lo Studio On Beach ci aspettava.
 

 

3 Agosto

Eravamo arrivate da quasi un giorno e Fran aveva già creato la nostra combriccola.
Cinque ragazzi e quattro ragazze con cui aveva fatto amicizia la prima sera, più me e lei ovviamente.
Avevo visto molti soggetti interessanti ( come li definiva Francesca ) in quei due primissimi giorni, ma solo uno era davvero riuscito ad attirare la mia attenzione.
Il suo nome era Leon, aveva circa due anni più di me e veniva da Guadalajara, Messico.
Quell’accento così buffo mi aveva davvero conquistato.
E poi era bello, bellissimo.
Alto molto più di me, magro, due spalle belle larghe, la tartaruga più che evidente, gli occhi marrone cioccolato in parte coperti dal ciuffo dei suoi capelli castani nel biondo.
Avrei pensato fosse un modello se solo non mi avesse detto che frequentava una scuola simile alla nostra e in più praticava il motocross a livello agonistico.
Quella mattina eravamo in spiaggia, quando Leon mi chiese di andare a fare una passeggiata insieme lungo la riva.
Iniziammo a camminare per un po’ e ad ogni passo lo sentivo sempre più vicino.
<< Allora, chissà quanti ragazzi sono interessati a te lì in Argentina >> sospirò.
<< Di sicuro sono molti meno di quelli che immagini >> sorrisi appena, accantonando l’immagine di Thomas che mi aveva invaso la mente.
<< Beh, fossi in te inizierei a contare loro, più uno >> non capii il senso di quella sua frase, a meno fino a quando non sentii la sua mano scivolare nella mia e le sue dita intrecciarsi lentamente con le mie.
Parlava di lui.
Lui era interessato a me, l’aveva detto, non stavo sognando.
<< Sarebbe meraviglioso, ma non credo di interessare a quest’ultimo >> mormorai abbassando lo sguardo.
<< Io invece dico che gli interessi, e anche tanto >> mi prese il mento con due dita puntando il suo sguardo nel mio.
<< E perché non me lo dimostra ?? >> domandai con una sfacciataggine di cui non credevo sarei più stata capace.
Leon si avvicinò sempre di più fino a premere le sue labbra sulle mie delicatamente.
Gli portai le braccia al collo, mentre lui appoggiava le sue mani sui miei fianchi e mi stringeva a sé.
Leccò piano le mie labbra ed io allora le schiusi lasciando che la sua lingua e la mia potessero iniziare a giocare tra di loro, lasciando che il suo sapore si mischiasse con il mio.
Sapeva di buono: un misto di menta e vaniglia.
Era vero che ci conoscevamo da appena due giorni, eppure sentivo che c’era una forte attrazione a legarci, e non c’era niente di male a divertirmi un po’.
Forse Fran non aveva poi torto.
 

6 Agosto

Erano passati 3 giorni da quel bacio in riva al mare, e da allora io e Leon non avevamo avuto più un solo momento per stare un po’ insieme.
Bisognava preparare uno spettacolo di benvenuto per i nuovi arrivati del villaggio, e al nostro gruppo era toccato organizzare l’intrattenimento canoro.
Così eravamo stati impegnati 24 ore su 24 senza nemmeno un minuto di libertà.
Per fortuna quella sera si sarebbe tenuto lo spettacolo, dopo il quale saremo potuti ritornare a non fare niente, proprio come qualche giorno prima.
Per l’occasione avevo indossato un vestito corto color blu elettrico che si reggeva a fascia proprio sopra al seno, con un paio di ballerine coordinate.
Avrei cantato insieme all’unico italiano del nostro gruppo: il suo nome era Federico.
Anche Leon avrebbe cantato, con la meravigliosa voce che avevo scoperto possedeva, insieme ad una bella e simpatica statunitense di nome Ludmilla.
Lo spettacolo era da poco cominciato, ma di Fede e Ludmi nemmeno l’ombra.
<< Non ci sono, dannazione !! >> esclamai preoccupata << Adesso come facciamo ?? >>
<< Andate voi due e improvvisate qualcosa !! >> rispose alquanto agitata Francesca, spingendo me e Leon sul palco.
Non avevamo la minima idea di cosa fare, quando partì la base della canzone che avrei dovuto interpretare con Federico e che fortunatamente conosceva anche lui, viste le tante volte che l’avevamo provata.
Era strano cantare con Leon.
Sentivo come se le nostre  voci fossero fatte su misura l’una dell’altra, come se fossero state in un certo senso destinate a fondersi e a creare una splendida melodia in perfetta sintonia tra di loro.
Era come se mi mancasse la terra da sotto i piedi, come se insieme stessimo volando sorretti dalle parole da noi cantate.
Ad un tratto mi prese la mano e iniziammo a ballare, accompagnati dalle note che man mano intonavamo.
Non avevo mai provato una sensazione del genere.
La canzone finì e lui si avvicinò a me lasciandomi un leggero bacio a fior di labbra.
Ormai ne ero certa: voleva farmi impazzire.
 

8 Agosto

Quella mattina era iniziata nel peggiore dei modi.
La sera prima Leon mi aveva invitato a passare una giornata insieme al parco giochi antistante al villaggio, ed io avevo subito accettato senza esitare.
Così avremmo dovuto vederci al bar accanto alla piscina verso le dieci, per poi fare colazione e avviarci al luogo della nostra prima vera uscita.
Eppure erano circa dieci minuti che ero lì, e di lui nemmeno l’ombra.
All’improvviso lo vidi arrivare.
Camminava ridendo accanto ad una ragazza alta e magrissima, con lunghi capelli neri e occhi verde smeraldo.
Tentai di apparire indifferente, ma era più che ovvio quanto mi desse fastidio: non potevo nasconderlo anche a me stessa.
Salutò la stecca da biliardo con un bacio sulla guancia per poi avvicinarsi a me.
<< Scusami del ritardo, ma ho dovuto aiutare Carmen a sistemare il campo da calcio per la partita di oggi pomeriggio >> mi disse semplicemente sporgendosi a baciarmi.
Ma io mi scansai brusca.
<< Avresti potuto avvisarmi che aiutare quella lì era più importante di uscire con me, l’avrei capito !! >> sbottai scocciata incrociando le braccia al petto.
Rise divertito, mentre io mi sentivo andare a fuoco dalla rabbia.
<< Sei forse gelosa, piccola ?? >> sorrise vittorioso poggiando le mani sui miei fianchi e accarezzandoli delicatamente.
<< Ma anche no !! >> esclamai con una punta di stranezza nella voce, la quale non fece altro che dargli ragione.
Mi lasciò un bacio infuocato a metà tra l’orecchio e il collo, prima di sussurrare: << Solo tu puoi farmi impazzire in questo modo, gelosona >>
Forse aveva ragione, anzi, senza il forse.
Ma perché ero gelosa di un ragazzo che a mala pena conoscevo ??
 

10 Agosto

Quella non era una semplice notte passata tra di noi a ridere e scherzare: era la notte di San Lorenzo, da trascorrere stesi sulla spiaggia a guardare le stelle cadenti, speranzosi che i nostri sogni potessero avverarsi per mezzo di una di quelle.
Io e Leon eravamo l’uno accanto all’altra, stretti in un abbraccio accompagnato da tanti piccoli baci: sulla guancia, sulle labbra, sul collo.
<< L’ho vista !! >> strillò Fran chiudendo gli occhi forte ed esprimendo il suo desiderio, che ero quasi certa di conoscere.
Voleva diventare una cantante di fama internazionale, avere fan dappertutto che collezionavano suoi gadget e che strillavano il suo nome a squarciagola durante i concerti.
E dopotutto era il desiderio che di norma avrei espresso anche io, non quella sera però.
<< Eccola !! >> mi sorrise Leon indicando una stella che scendeva giusto verso il punto dove ci trovavamo noi due.
Mi portò una mano a coprire gli occhi e io allora fui ancora più convinta del desiderio che stavo per esprimere.
Leon.
Era semplicemente lui il mio desiderio.
Poterlo scoprire ancora più a fondo, poter condividere con lui momenti ancora più belli di quelli già vissuti, poter continuare a baciarlo e a stringerlo, poter far si che tra noi non si trattasse soltanto di un semplice gioco estivo.
Lui iniziava a piacermi davvero, nonostante la cosa mi spaventasse da morire.
 

15 Agosto

Era il giorno di ferragosto e tutto il villaggio si preparava ad armare scherzi e lotte con il cibo.
Io e Fran eravamo uscite dalla nostra villetta a mattina inoltrata, armate di uova e farina, pronte più che mai a divertirci.
Arrivammo al mare e, non trovando nessuno, decidemmo di stenderci a prendere il sole nella più totale calma.
Ma non avevamo previsto l’effetto sorpresa.
Nemmeno il tempo di iniziare ad appisolarci infatti, che tutti i nostri amici sbucarono fuori da sotto la sabbia e iniziarono a riempirci con uova, burro, farina, latte, crema, e chi più ne aveva più ne metteva.
Ridemmo tantissimo come matte, e soltanto a guerra finita ci tuffammo in acqua per ripulirci.
Ero finalmente asciutta, intenta a leggere un libro sul bagnasciuga, quando un Leon dalle mani ricoperte di Nutella mi si presentò davanti sorridendo.
<< Ti va di provare un nuovo gioco ?? >> mi domandò alludendo chissà a cosa.
<< Assolutamente si >> affermai facendolo sedere accanto a me.
Mi disse di stendermi ed io lo feci, prima che lui iniziasse a spargermi un po’ di cioccolata in diversi punti: sulle guance, sulle labbra, sul collo, sulla pancia, sulla spalla.
<< Che hai intenzione di fare ?? >> domandai curiosa e al contempo eccitata dal tocco delle sue mani sul mio corpo.
<< Sta a vedere >> mi sorrise, prima di abbassarsi a leccare la Nutella dalle mie guance.
Continuò facendo lo stesso negli altri punti, soffermandosi un po’ di più sulla pancia e giocando con la lingua nel mio ombelico.
Mi sentivo andare a fuoco ogni momento di più, ed ero quasi certa di essere diventata bordeaux.
Rise al mio colorito assurdo lasciandomi un bacio sulla nuca.
<< Ti va di ricambiare ?? >> mi sussurrò poi ed io non me lo feci ripetere due volte.
Ma non passai la cioccolata su tutti i punti da lui toccati, soltanto su uno: la sua meravigliosa tartaruga che avrei da sempre voluto assaggiare.
Mi sentivo goffa mentre, abbassata su di lui, percorrevo ogni centimetro del suo torace con la lingua, ma a giudicare dalla sua espressione estasiata non dovevo esserlo affatto.
Completato il lavoro mi strinse a sé e ci addormentammo così, abbracciati sulla sabbia e bagnati ogni tanto dalle leggere onde di quella mattina.
Non avrei voluto essere in nessun altro posto in quel momento se non lì, con lui.
 

19 Agosto

Il mio 16° compleanno.
Avevo discusso per giorni con Francesca sul mio essere totalmente contraria al festeggiarlo, ma alla fine non c’era stato verso di proibirle di organizzarmi qualcosa per quella sera.
E così mi ritrovavo ad indossare un meraviglioso abito bianco di merletto, corto fino a metà coscia, allacciato al collo e scoperto sull’intera schiena.
Sembrava che quella sera l’intero Studio On Beach avesse messo da parte i propri impegni per festeggiare me, una ragazza che non conosceva neppure la metà dei frequentatori di quel villaggio.
C’erano davvero tutti, ma mancava ancora lui.
Ballavo con Maxi quando lo vidi arrivare in lontananza.
Indossava un jeans scuro con una camicia nera attillata, la quale metteva in bella mostra il suo meraviglioso fisico atletico.
Piantai in asso il mio amico dirigendomi verso di lui, non potendo fare a meno di sorridere.
Leon mi prese per mano e mi portò sulla spiaggia, lontani dal rumore della musica e da tutta quella folla accalcata nell’anfiteatro.
Soltanto quando fummo soli mi abbracciò delicatamente sussurrando ad un centimetro dalle mie labbra.
<< Buon compleanno, piccola mia >>
Mi spinsi a baciarlo con molto più trasporto di quanto ero consapevole di avere e nel giro di pochi secondi mi ritrovai già a corto di fiato.
<< Volevo darti il mio regalo >> mi sorrise lui senza smettere di stringermi.
<< Non ne ho bisogno >> mormorai sincera al suo orecchio << Mi basti tu >>
<< Sei davvero dolcissima, ma io non sono abbastanza per quello che meriti >> esclamò baciandomi il collo lentamente, mentre mi allacciava una catenina con delicatezza.
Abbassai lo sguardo a guardarne il ciondolo.
Erano una L e una V d’argento, intrecciate all’interno di un panciuto cuore.
<< I.. io non so che dire >> balbettai emozionata << è meravigliosa, Leon !! >>
Gli buttai le braccia al collo stringendolo a me più forte che potevo.
Ti amo. Ti amo. Ti amo.
Quelle due paroline continuavano a tormentarmi dalla sera di San Lorenzo, quando avevo capito che era lui l’unica cosa che in quel momento potessi desiderare.
Ma Francesca era stata piuttosto chiara con la sua prima regola: non ci si innamora in estate.
E poi ero quasi certa che lui non provasse lo stesso, o almeno provavo a convincermene.
Mi baciò dolcemente sollevandomi da terra e facendomi volteggiare, mentre io sorridevo felice sulle sue labbra.
Ti amo. Ti amo. Ti amo.
Dovevo dirglielo, ero stanca di tenermelo dentro.
Così, non appena i miei piedi toccarono di nuovo terra, lo guardai intensamente negli occhi.
<< Leon, devo dirti una cosa >> esordii sentendomi già rossa fino alla punta dei piedi.
<< Dimmi >> mi sorrise lui facendomi sentire ancora più in imbarazzo.
<< Beh, io credo, anzi sono più che sicura di essere >> soltanto qualche altra parola e mi sarei tolta quell’enorme peso di dosso << di essere innamorata di te >>
Sospirai profondamente prendendo fiato prima di aggiungere decisa << Ti amo, anche se potrò sembrarti una matta in questo momento >>
Sorrise dolcemente accarezzandomi il viso con una mano.
Amavo il suo modo di toccarmi delicatamente, quasi come se fossi stata fatta di porcellana e avesse paura che mi potessi rompere da un momento all’altro.
<< Per amarmi devi essere per forza un po’ matta >> mi sussurrò facendomi accennare una risata, mentre pendevo totalmente dalle sue labbra.
<< E comunque, è strano ammetterlo ad alta voce, ma ne sono più che convinto in questo momento >> sospirò come avevo fatto io poco prima guardandomi dritto negli occhi << Ti amo, principessa >>
 

26 Agosto

Era passata giusto una settimana dal mio compleanno, e mancavano pochi giorni alla nostra partenza.
Lo Studio On Beach avrebbe infatti chiuso il 30 di Agosto, e noi tutti eravamo totalmente caduti in uno stato di depressione all’idea di doverci separare.
Avevo fatto bellissime amicizie lì, ma soprattutto avevo conosciuto il ragazzo del quale mi ero perdutamente innamorata e non avrei voluto andare via per nessuna ragione al mondo.
Perché tornare a Buenos Aires significava diventare di nuovo prigioniera nella mia camera, nonostante Angie riuscisse a farmi uscire la maggior parte delle volte che volevo, significava rivedere Thomas 24 ore su 24, e soprattutto significava allontanarmi per sempre da Leon.
Quei pensieri iniziarono a tormentarmi quando quella mattina eravamo stesi sulla spiaggia, abbracciati, ad ascoltare una delle sue canzoni preferite, che per il suo significato era diventata anche una delle mie.
Una lacrima mi rigò il viso e l’asciugai più velocemente possibile per fare il modo che lui non se ne accorgesse, ma purtroppo mi era davvero diventato impossibile nascondergli anche la più minima sciocchezza.

<< Amore, perché piangi ?? >> mi domandò preoccupato.
Sorrisi al sentirmi chiamare in quel modo.
Lo faceva sempre da quella sera in cui avevamo entrambi dichiarato i nostri sentimenti, sera in cui eravamo diventati ufficialmente una coppia.
<< Non voglio che tutto questo finisca >> riuscii appena a dire mentre le lacrime scendevano una dopo l’altra sul mio volto.
Leon le asciugò con i polpastrelli, baciandomi il capo per rassicurarmi.
<< Nemmeno io lo voglio, ma poi penso che potremo stare insieme lo stesso >> mi tranquillizzò sicuro << Certo, non sarà la stessa cosa, e sarà davvero complicato, però potremo farcela >>
Puntai il mio sguardo nel suo leggendoci un amore infinito e al contempo la consapevolezza che mantenerlo vivo sarebbe costato caro ad entrambi.
<< Ci sentiremo per telefono, ci scriveremo, faremo web cam ogni sera >> esclamò convinto << Potrei venire in Argentina per le vacanze natalizie e tu potresti salire in Messico per quelle pasquali >>
Lo guardai mordendomi il labbro inferiore incerta se credere e sperare davvero in ciò che stava dicendo, o semplicemente accettare che tutto ciò che avevamo sarebbe finito in un batter di ciglia.
Ma scelsi di credergli, perché l’amore che provavamo era troppo grande per terminare semplicemente a causa della distanza.
E le parole di quella canzone continuarono a risuonarmi nella mente.

And I’ll go wherever you will go.
Ed io andrò dovunque tu andrai.

 

30 Settembre

Era passato un mese dal giorno della nostra partenza, e le cose tra me e Leon procedevano più che bene.
Avevamo parlato per ore ogni giorno tra messaggi, chiacchiere al cellulare e video chat, e nonostante non potessi più sentire le sue labbra contro le mie, lo amavo così tanto che non avrei mai rinunciato al nostro rapporto.
Eravamo al cellulare quella sera, chiacchierando del più e del meno come sempre.
<< Vilu devo dirti una cosa >> esordì ad un tratto e quello fu l’inizio.
L’inizio della fine.
La nostra, la mia.
<< Dimmi, amore >> sorrisi ignara di ciò che avrei saputo di lì a poco.
<< Beh, vedi, c’è una ragazza nella mia scuola, si chiama Jazmin >> iniziò, mentre io percepivo la sua voce sempre più fredda.
<< Da un po’ di tempo mi viene dietro, oggi non ho resistito più e l’ho baciata. Mi dispiace davvero tanto >>
Lo odiai.
Lo odiai con tutta me stessa e non ebbi freni nel dirglielo, senza calmarmi neppure nel momento in cui lo sentii piangere, mentre io piangevo già da un pezzo.
Perché avrei fatto di tutto per noi, ma evidentemente era qualcosa che riguardava solo e soltanto me.
E l’amore non era un sentimento a senso unico.
 

19 Novembre

Stavo studiando storia, quando il display del mio cellulare si illuminò per l’arrivo di un nuovo messaggio.
Lo aprii in modo disinteressato.
Probabilmente era solo Fran che mi raccontava la sua nuova avventura amorosa.
In quanto a me, di amore non volevo davvero più saperne.
Il mittente era un numero non più memorizzato sul cellulare, ma io ormai l’avevo imparato a memoria, così come avevo imparato a riconoscere il modo in cui sul mio display quelle cifre sembrassero quasi scrivere il suo nome.
Cosa diamine voleva ancora lui ??
Strinsi forte il ciondolo che ancora portavo appeso al collo e iniziai a leggere.
 
Ciao Vilu, sono Leon.
So che probabilmente avrai cancellato il mio numero e cancellerai anche questo messaggio appena letto il mio nome, ma ho bisogno di dirti qualcosa che non ho avuto il coraggio di dirti quasi due mesi fa.
Ti ho mentito.
Non ho mai baciato nessuna ragazza di nome Jazmin.
Non ho mai più baciato nessun’altra, a dire la verità, dopo di te.
Ma ho inventato questa scusa per mettere fine alla nostra storia che ero certo facesse ormai male ad entrambi.
Sei la prima ragazza di cui  io mi sia mai innamorato, e un sentimento come questo non è per niente semplice da gestire, credo tu lo sappia meglio di me.
Sono stato un codardo, lo so.
Ho preferito scappare piuttosto che lottare per la nostra storia, e ti capisco se non riuscirai mai a perdonarmi per questo.
Ma è da quella sera che riscrivo questo messaggio cercando di trovare le giuste parole da dirti, cercando quasi di credere di aver fatto la cosa giusta, ma qualunque cosa io possa dire non mi giustificherà.
 Probabilmente adesso avrai attorno un centinaio di ragazzi e non t’importerà più nulla di me, eppure io voglio dirti che se sei disposta a perdonarmi per la mia codardia, se solo tu potessi farlo, potremmo davvero realizzare tutti i progetti che avevamo fatto quei giorni in vacanza.
Verrei davvero in Argentina il mese prossimo, a Natale, e farei di tutto per farti arrivare qui in Messico per Pasqua.
Lo so, non hai la garanzia che io non abbia ancora paura, e in effetti ammetto di averne, forse ancora di più.
Ma con l’accrescere la paura ho anche accresciuto la consapevolezza di voler lottare per il nostro amore, perché è la cosa più bella che io abbia mai avuto.
Se hai voglia di insultarmi e prendermi a parole per ore, o semplicemente se hai voglia di dirmi di si, che vuoi riprovarci, chiamami.
Ti aspetto, amore mio.
* I’ll go wherever you will go *
 

 

Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !! Ed eccomi qui, alle due di notte, a pubblicare questa storia che sto scrivendo da praticamente tutta la giornata.
17 pagine decisamente sofferte, ma dopotutto sono soddisfatta di ciò che ho scritto.
È, come avete potuto leggere, una storia d’amore nata in estate e poi conclusa alla fine di Settembre, che però non si sa se verrà o no riaperta.
Ho infatti deciso di non scrivere la reazione di Vilu a quel messaggio e la sua decisione, principalmente per due ragioni:
1-    In questo modo ogni lettore può immaginare il finale che preferisce;
2-   Nel caso in cui l’one-shot dovesse piacervi potrei scriverne un’altra come sequel, e in quel caso mi servirebbe un finale libero.
Spero vi piaccia, così come spero vi piaccia il banner che vedete in alto e che ho realizzato io.
Detto questo, volevo dedicare questa one-shot a Bellafifi1986 per ringraziarla di tutti i video e le foto di Violetta 2 che condivide con me ogni giorno, per dirle che oltre ad essere una brava scrittrice è anche una simpaticissima ragazza e perché so che ama la coppia Leon e Violetta almeno quanto me.
Aspetto le vostre recensioni, un bacino <3
xoxo

   
 
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