Note
dell’autrice: Ciao, sono
CP Coulter e sono la
vostra autrice per questa fic.
Mi scuso ancora
una volta (lo faccio spesso) per il tempo che ci ho messo per postare
questo
capitolo. È molto lungo, più di 34mila parole
,nella speranza di compensare a
un lungo ritardo del genere. Non fingerò che questo capitolo
abbia molto senso,
perché non è quello che intendo. È
stato fatto in modo che possiate vedere la
fusione di San Valentino e della Fiera, e vedere che molte cose
fantastiche
saranno scoperte nel caos. Questa sarà ufficialmente la fine
del Ciclo di San
Valentino.
Continuo a
ringraziare ogni
lettore che ha sopportato i miei ritardi ,la mia…evidente
follia ,ed ha
continuato a supportare questa fanfiction. Sta prendendo una strada
fuori di
testa ,e non sta già quasi per finire ,e continuo a sperare
che vi piaccia la
mia fic e i miei personaggi. Continuo anche a ringraziare i veri
Warblers della
Dalton Academy, che quasi ovviamente continuano a tollerare noi loro
pazze
fangirls e il nostro zelo. Vorrei ringraziare Aaron Page per le sue
reazioni di
non-personaggio come Logan, Dominic Barnes
per incoraggiare e leggere la fic, e
Riker Lynch per essere anche così disponibile con il fatto
che la gente sta
provando a fissare lui e i suoi fratelli come i Gemelli, o solo per lui
come
Reed. Vorrei ringraziare Miss Lea Salonga per aver addirittura dato
un’occhiata
alla mia fic, e Mr. Moy Ortiz della Compagnia per la stessa ragione
(grazie per
i miei amici austenheironomani per queste informazioni).
Come sempre, continuo
a sperare che vi piaccia la mia fic e questo capitolo e anche che siate
arrivati a leggerla fin qui.
(La lista
completa dei capitoli può essere trovata come sempre nel mio
profilo di
tumblr,cpcoulter.tumblr.com)
(Non possiedo
Glee, gli Warblers,
o fondamentalmente niente eccetto gli Ocs e la trama)
Note della traduttrice : Ciao, sono nessiep96 e sono la nuova
traduttrice di Dalton, l’ennesima persona a susseguirsi a
questo ruolo. Io sono
una grande fan di questa fic e quando ho notato su efp che la
traduzione non
era stata finita ho cercato di contattare l’ultima
traduttrice Caro (che
purtroppo non ce la faceva più) per vedere se potevo
rendermi utile…e così
eccomi qui, alle prese con questa storia meravigliosa Dato
che ,come già
detto, tante persone si sono susseguite alla traduzione di questa
storia, tutte
bravissime ovvio ma con stili diversi ,ho deciso di ripartire semi-da
capo e
riaggiustare la storia sin dal primissimo capitolo (ovviamente
limitandomi a
correggere imprecisioni e simili senza ritradurre tutto da capo),ma
,con
l'aiuto della mia fantastica beta Melipedia ,vi posto prima di tutto
questo
nuovo capitolo, data la vostra lunghissima attesa… Comunque
,i miei
ringraziamenti vanno ovviamente a Sonia, Carolina e chiunque altro
(scusate se
mi sono persa qualcuno) che hanno tradotto questa fic prima di me per
l’enorme
lavoro che mi ha risparmiato e alla mia beta per l'enorme aiuto.
Informo
inoltre tutti che tra le altre cose che ho intenzione di fare (questo
profilo
mi sta dando la testa xD) ci sarà il tradurre e pubblicare
le schede dei
personaggi di Dalton e tante altre cose del Dalton!
verse…Ora, vi lascio al
capitolo
P.s.
Se qualcuno
volesse dare un’occhiata ,ho scritto qualche spin-off di
questa stupenda storia
e potete trovarla sul mio profilo autrice…
La
storia ,i
personaggi, Glee non mi appartengono minimamente ,ma purtroppo sono
tutti
proprietà esclusiva della Fox e di quel dittatore di Ryan
Murphy. E, ovviamente,
di quel grande genio chiamato CP Coulter
Dalton
Capitolo 23-Regolamento di conti
Era passata la mezzanotte.
Blaine si era cambiato i vestiti ed era pronto ad andare a letto, ma
non
riusciva a dormire. La sua testa era troppo piena e la coscienza si
rifiutava
di dargli tregua. I pensieri su chi avesse ragione, chi avesse
torto-chi avesse
dovuto rompere per primo-
-e ricordò quegli occhi blu-
Clink!
Blaine sollevò lo sguardo. Si voltò verso la
finestra.
Clink!
Un altro ciottolo colpì la finestra. Blaine
aggrottò le sopracciglia e si alzò
dal letto camminando verso la finestra da dove sentiva il suono proprio
come se
qualcuno stesse continuando.
Clink! Clink!-Bang!
Blaine rabbrividì quando un sassolino-ma quale sassolino,
doveva essere una
pietra-colpì una finestra e la scheggiò per
davvero. Velocemente afferrò il
chiavistello e spinse la finestra per aprirla, guardando fuori alla
luce della
luna.
Sotto di lui, fermo nel terreno freddo, espirando
vapore nell’aria gelida, avvolto in un pesante
cappotto e in una sciarpa
che era quasi troppo grande per lui, c’era Shane, che strinse
un po’ i denti e
si rianimò un po’ alla sua vista.
“Hey Blaine!” esclamò vedendolo.
“Shhh!” sibilò freneticamente Blaine,
guardandosi intorno. Provò a parlare a
voce bassa. “Shane, cosa cavolo ci fai tu qui
alle-” lanciò un’occhiata
all’orologio “-due e mezza del mattino?”
Shane batté i piedi a terra, le mani nelle tasche, provando
a tenersi caldo.
“Ho preso un taxi, scavalcato un basso steccato-tu sai che
l’edera che ricopre
i muri crea degli appigli davvero buoni per scalarli?
Comunque-“
“Shane, si suppone che tu sia ferito!”
“-Penso di si, certo, ma non più, la mia gamba sta
bene , ti ho detto che ci
stavo lavorando. Non è al cento per cento e potrei zoppicare
se l’affatico
particolarmente-“
“Shane!”
“Comunque! Fammi entrare!”
“Qual è il tuo problema? Perché sei
qui?”
“Tu sai che non ho risposto al telefono?”
“Si?”
“Io…” Shane provò a
raccogliere i pensieri per spiegare adeguatamente al suo
indignato fratello maggiore, ma riuscì solo ad avere un
piccolo attacco di
pazzia ed agitò le braccia. “Reed mi ha chiamato
per tutto quel tempo?”
Blaine gemette e si sfregò il viso con le mani, pettinandosi
indietro i suoi
ricci neri in quel momento ribelli.
Fantastico. Alle due e mezzo del mattino.
“Shane’’
“Cioè, nel senso, che cavolo, amico? Pensavo che
tu fossi l’unico che mi avesse
chiamato! Lui mi ha chiamato? Mandato messaggi? Sepolti sotto tutte le
tue
chiamate perse e i tuoi messaggi? È arrabbiato con me?
È arrabbiato con me?
Oddio-“
“Shane-“
Una finestra si aprì affianco a quella da cui era affacciato
Blaine. Dwight
mise la testa fuori con occhi appannati, sembrando infastidito e armato
della
sua arma d’argento e legno. “Mi dispiace
interrompere la vostra incantevole
chiacchierata a quest’ora della notte, ma sono molto vicino
al colpirlo con la
mia balestra. Blaine, per favore dimmi che questo è
effettivamente Shane e non
qualche creatura degli inferi mandata per impedire le mie naturali
abitudini di
sonno e offuscare i miei acuti sensi da cacciatore?”
“Mi dispiace, Dwight” Blaine cominciò
con un sospiro.
Un’altra finestra si aprì alla destra e Evan
sbirciò fuori, sembrando
assonnato, e Ethan fece la stessa cosa con uno sbadiglio, ma
ciononostante
sembrando profondamente divertito. “Che ci siamo persi
qui…?” chiese Ethan.
“Ciao Shane…” Evan sbadigliò
e gli venne risposto con un, “Ciao
gemelli…” da
uno Shane di sotto, mentre Blaine si sfregava gli occhi, esasperato.
“Vieni dentro, Shane…”
borbottò.
Shane stava saltellando su e giù sul terreno ansiosamente.
“Aspetta! Rispondi
alla mia domanda prima, Blaine! È arrabbiato con me?
Dimmelo!”
“Blaine-“ Dwight gli puntò contro la
balestra.
“Vieni. Dentro.” Blaine guardò in
cagnesco suo fratello e sparì dalla finestra.
Shane espirò in un gemito. Non era così che
voleva che andasse tutto. Se solo
l’avesse presa meglio prima-
Evan sorrise con occhi appannati a Shane, puntellò i gomiti
sul davanzale e
disse, “Lui è furioso. Reed lo è.
Probabilmente non vorrebbe vederti.”
“Mai. Gli hai spezzato il cuore. In mille pezzi.”
Ethan aggiunse con lo stesso
sorriso assonnato.
Shane diventò bianco come un lenzuolo.
“Cosa?”
“Mm-hm…” i gemelli continuarono a
sorridergli.
“…per favore ditemi che state
scherzando,” Shane fiatò.
“In parte.”
“Forse.”
“Si, tu e Blaine?”
“Single per San Valentino.”
“Per sempre.”
“Già.”
Gli occhi di Shane si spalancarono per l’orrore.
“Oh no. Oh no. Ohnononononono…”
Si mise a correre verso l’entrata, ma finì per
sbattere contro suo fratello che
era appena uscito camminando a grandi passi nel terreno, sempre
indossando una
maglietta e il sotto del pigiama. Blaine afferrò il braccio
del fratello e lo
guardò con disapprovazione.
“Dai. Andiamo.”
“Aspetta, devo parlare non-“
“Non sveglierai Reed a quest’ora della notte.
Così ti faresti uccidere.”
Quella, certamente, sarebbe stato il favore del compagno di stanza del
suddetto
ragazzo che magari non sarebbe stato così emozionato
dall’essere svegliato a
quell’ora. Kurt era abbastanza arrabbiato, non aveva bisogno
di ulteriore
aggravamento.
“Ma-“
“Non ascoltare i gemelli, loro ti stanno solo prendendo in
giro-ignorali…”
Blaine trascinò via suo fratello.
“Buona notte, Shane” dissero in coro i gemelli,
salutando con le mani.
Dwight roteò gli occhi, mise giù la balestra e
svanì dalla sua finestra, brontolando
sulla possessione e la maledizione del giorno di San Valentino. Era
ufficialmente il giorno della Fiera, tanto lontano quanto chiunque se
ne
preoccupava, e la giornata certamente era già iniziata in
una maniera di poco
auspicio.
Windsor era ancora buia come una tomba e i loro passi risuonarono cupi
sulla
scala in legno quando loro vi salirono. Mentre Blaine spingeva in
silenzio un petulante Shane su per le scale e
verso la sua stanza, il
suo cuore si fermò quando la porta di fronte alla sua si
aprì. Una testa di
ricci capelli arruffati guardò fuori, sfregandosi gli occhi.
“Blaine…?”
“Hey scusa, Reed, ti abbiamo
svegliato…?” Blaine sospirò mentre
spingeva avanti
Shane -e trovava Shane ancorato al pavimento dov’era ed
immobile. Si girò verso
suo fratello e lo trovò lui e Reed
fissarsi a vicenda.
Reed sbatté via dalle palpebre il sonno nei suoi occhi,
chiedendosi per un
momento se al momento fosse sveglio- perché quello non
poteva davvero succedere
proprio ora. “…Shane…?”
“Reed…” Shane lo fissò.
Diventò rosso.
“Io…um…” lasciò
fuoriuscire il respiro, avendo
un piccolo attacco di spasmi alle sue mani per un minuto nel fallito
tentativo
di sembrare composto.
“Ciao.”
“Ciao,” disse lievemente Reed in risposta,
guardando a terra.
“Sono…” Shane deglutì,
torcendosi le mani. “Sono qui per la fiera.”
Finì con una goffa risata, ma l’occhiata
indagatrice che lanciò a Reed diceva
tutto quello che non poteva dire.
Reed gli lanciò una breve occhiata e sembrò
incapace di sostenere lo sguardo.
“Oh…è…davvero
fantastico.”
Con questa nuova tensione nell’ingresso, Blaine
poggiò la fronte sulla sua
porta, resistendo all’impulso di sbattere la testa su di
essa. Non era proprio
preparato a occuparsi di questo a quell’ora del mattino.
Quello era proprio
troppo in seguito allo scarso sonno, la cena molto leggera e nessuna
colazione.
“Reed, cosa…?”
E stava proprio per peggiorare. La testa di Blaine si
sollevò di scatto quando
sentì quella voce. Kurt stava in piedi dietro Reed in un
pigiama di seta blu e
non sembrò vedere Blaine finché il fratello
maggiore non si avvicinò affianco a
Shane. “Oh,” mormorò Kurt quando vedette
entrambi gli Anderson in piedi lì.
Blaine lo fissò un attimo, ansioso, quando vedette gli occhi
rossi di Kurt.
Shane li guardò adesso un po’ confuso, per la
tensione tra Kurt e suo fratello
che non sembrava avere spiegazioni, ma catturò gli occhi di
Reed e il ragazzo
più basso scosse la testa leggermente mentre diceva
“no.” Sebbene fosse un po’
lento qualche volta, Shane non era completamente ottuso,
così fece solo un
cenno del capo…
…e disse, “Stiamo tutti per aggiustare questo
casino?”
Blaine lo fissò, sbigottito, chiedendosi se Shane avesse
veramente perso la
testa. Shane continuò a parlare.
“Dico sul serio! Guardateci! Siamo pazzi! Blaine! Seriamente,
stai litigando
adesso? Adesso? Seriamente. Cioè, io sono un idiota ,ho
perso tutte queste
chiamate da solo ma che succede qui?”
Reed abbandonò la testa sulla mano e Kurt poggiò
la testa a lato della porta, chiedendosi
se stesse avendo un’allucinazione.
“Seriamente!” Shane continuò indignato
mentre Blaine lo prendeva per un gomito,
dicendo, “Andiamo…Andiamo
dentro…”
“Ma-“
“Questa mattina, Shane…”
“Io voglio solo-“
“Questa mattina,” ripeté Kurt, facendo
sì che tutti lo guardassero. Guardò
Blaine per un momento, poi abbassò gli occhi. E Blaine
ricambiò lo sguardo attentamente,
fermando gli occhi, e un piccolo sorriso si fece strada con forza sulla
bocca
di Reed al sospiro.
“Si,” Blaine annuì. E spinse suo
fratello nella stanza. Kurt afferrò la spalla
di Reed e la tirò indietro velocemente, il ragazzo
più basso che gli sorrideva
adesso, e Kurt lo ammonì con gli occhi.
Sono
Kurt. E questa è la Dalton
Academy.
È
il giorno di San Valentino, e dall’inizio, non mi
è mai piaciuta questa festa.
Considerata la situazione, non vedo come questo giorno dovrebbe essere
diverso
e non sto trattenendo il respiro.
…sfortunatamente, ignorarlo non lo fa andare via.
La Fiera fu fragorosa quando finalmente arrivò a pieno
ritmo. I cancelli della
Dalton erano aperti e le persone si riversava nel campus.
L’atmosfera
normalmente seria e formale della scuola era completamente diffusa
dalla totale
quantità di decorazioni che i ragazzi avevano fatto per
spargerle per i
terreni. In loro difesa, loro affermavano che fosse tutto per attrarre
meglio
tutte le ragazze delle altre scuole che erano state invitate a venire.
Vivendo
in un istituto maschile, le occasioni in cui la scuola apriva
ammettendo che entrassero le
ragazze erano sempre fatte al meglio.
Oltre alla gente locale che veniva a partecipare e le ragazze della
scuola
gemellata alla Dalton, Dobry Hall, che venivano, c’era una
rappresentazione di
tutte le scuole della regione e, come voleva sembrare, anche da fuori
da essa.
Un gruppo di adolescenti che portava una delle mappe che davano
all’entrata
arrivò allora, tenendo su la mappa. Mercedes, vestiva in
eleganti abiti
scintillanti di Valentino tra quei pezzi che le aveva dato Reed, con
aria
preoccupata era oscurata dalla mappa, che svelava la presenza di Finn,
Rachel, Mike,
Tina, Artie, Brittany e Santana.
“Bene. Dov’è,”
ringhiò Mercedes.
“Semplice,” disse Tina con cautela mentre si
guardava attorno. Stava indossando
una massa di pizzo vinaceo da cerimonia, i capelli arricciati e tirati
indietro, e per un giorno sembrava molto carina.
Mike non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. “Sono
sicura che è qui
intorno da qualche parte.”
“Lui chi?” chiese Rachel, guardandosi attorno.
“Kurt? O Blaine?”
“Uno dei due, voglio colpire entrambe le loro
teste.” borbottò Mercedes.
“Mercedes, per favore, dovrebbero farlo da soli,”
Santana roteò gli occhi, ferma
con una mano sul fianco e indossando un abito talmente aderente che
nessun
ragazzo nel raggio di trenta yard di distanza potesse concentrarsi. Non
aiutava
la sua ugualmente stupenda migliore amica, sovrastante Artie, che stava
indossando degli short e delle bretelle, in piedi vicino a lei.
L’effetto era
devastante. “Se vuoi sapere il mio parere,”
sospirò Santana, “questo è solo
quel che succede quando non salti verso la prossima base! Sono stati
insieme
un’eternità-“
“Settimane?” Finn la fissò.
“-e probabilmente hanno solo bisogno di lavorarci
orizzontalmente,” Santana
rivolse loro un sorriso raggelatemene dolce.
“Seriamente, comunque…” disse Tina,
guardandosi intorno. “Questo non conta come
spiare, vero? Hai detto che gli Warblers si esibiranno.”
“Beh se li vedremo esibirsi, sarà solo una
coincidenza,” fece Rachel in tono
pratico. “È una performance aperta. Chiunque viene
a vedere, e quindi noi lo
faremo.”
Finn sospirò solo e roteò gli occhi.
“Andiamo. Dai.” E li guidò per una
direzione giù nel terreno, e Brittany disse,
“Mi piacerebbe una mela candita…ne hanno qui al
circo…?” mentre camminavano.
Artie stava proprio per dirle che gliene avrebbe trovata una quando
vide un po’
di persone che si comportava molto stranamente tra la folla. Se le New
Direction
erano preoccupate di sembrare spie, queste persone, in confronto,
avrebbero
potuto essere fans di James Bond per tutto quel girare di soppiatto
intorno
alle bancarelle.
I Pure Energy non spiavano. Loro categoricamente non spiavano,
né avevano
bisogno di spiare, e se loro l’avessero mai remotamente fatto
per qualche
ragione, non avevano ricavato le loro migliori esibizioni nel farlo.
Era
principalmente quello di cui Shay -la bellissima ragazza nera con le
interminabili trecce-e Mia-la loro acrobata bionda-si stavano lagnando
mentre
le tre ragazze saltavano di bancarella in bancarella.
Brie, la brunetta e secondo capitano, ignorava che due di loro si
guardassero
intorno nella folla, assottigliando gli occhi.
Perché Tom le aveva mandate lì? Le stava bene
andare-con tutto quel ben di
dio-a guardare ricchi ragazzi, solo che fare un giro
“turistico” era abbastanza
senza dover fare nessun vero spionaggio-e ovviamente se lei stava
andando, le
altre ragazze sarebbero volute venire.
Anche Devon e Leo andarono-Devon perché Shay faceva andare
il suo fidanzato
ovunque, e Leo perché non aveva niente di meglio da fare-ma
Tom stesso stava a
New York con la maggior parte della squadra.
Se vedere questi Warblers esibirsi era così importante,
perché Tom non era
venuto con loro? E perché gli Warblers? I Vocal Adrenaline
erano la squadra da
battere quest’anno. Perfino le New Direction dovevano valere
di più da spiare
piuttosto che questi pigri e viziati ragazzi ricchi che probabilmente
avevano
materassi sotto di loro, quando tutto quello che avevano mai fatto era
ondeggiare.
Qual era il grande affare, ripetere i sentimenti di Mia?
C’era qualche arma
segreta qui di cui Tom si preoccupava particolarmente?
“No, Devon!” Shay stava quasi urlando al suo
telefono. Avevano provato a trovare
i ragazzi per un’ora al momento. “Tu, e Leo,
portate le tue mosse di breakdance
qui vicino a…a…” guardò
verso Brie. “…dove diavolo siamo?”
“Uh,” Brie accostò gli occhi a una targa
lì vicino, “Casa di Hanover.”
“Casa di Hanover!” Shay urlò nel suo
telefono. “Adesso, Dev, dico!”
e conficcò il pollice nel suo telefono con un brutale
sguardo furioso.
“Uomini.”
“Beh ce ne sono un sacco qui intorno,” sorrise Mia,
guardando alcuni ragazzi
lasciare la casa di Hanover, specialmente un tipo alto europeo. Gli
fece un
cenno del capo, un occhiolino e sorrise smagliante. Il ragazzo la
squadrò dalla
testa ai piedi e sorrise solo brevemente, ma immediatamente
continuò a
camminare, guardandola poco interessato.
“Justin. Amico . Quella
ragazza sexy
ti ha proprio fatto l’occhiolino.” Spencer Willis
fissò il suo prefetto con
occhi increduli, spalancati mentre lo seguiva attraverso
l’edificio sud e
quello principale.
“Qual è il tuo problema?”
“Non è il mio tipo,” disse Justin
distrattamente mentre tirava fuori il suo
walkie talkie, cercando un canale specifico. “Troppo glitter
nel trucco. E
troppa pelle esposta per essere umanamente al sicuro con questa
temperatura
fuori.”
Danny Abbot, uno dei pochi Warblers di Hanover, roteò gli
occhi mentre dava un
colpetto al suo amico.
“Justin, nessuna è il tuo tipo. Se qualcuno fosse
stata il tuo tipo, saresti
stato fidanzato adesso. Hai mai provato?”
“Ho provato! Solo che non mi piacciono dopo il primo
appuntamento…” brontolò
Justin. “Lasciatemi solo…”
“Comunque, amico,” Spencer roteò gli
occhi. “I tuoi sono ancora
intenzionati a ucciderti.”
“il loro errore è quello di mandarmi a una dannata
scuola maschile quando
vogliono che mi fidanzi perfino prima di arrivare al
college,” ribatté Justin, guardandolo
infastidito. “Ho ancora il resto dell’anno
scolastico per andare. Troverò da
solo una ragazza che considererei anche solo remotamente di sposare,
non ho
bisogno che mamma e papà intervengano.”
“Amico, ci saranno due dozzine di ragazze pronte a sposarsi
in quella lista che
i tuoi genitori hanno fatto in Inghilterra,” Spencer lo
fissò.
“Loro non mi sposerebbero, loro sposerebbero la mia
famiglia,” sbottò Justin.
“Questo suonerà disgustosamente da libro di
storie-credetemi lo so-ma resto
dell’idea che voglio sposare qualcuno che io voglia davvero
sposare e a cui
piaccia sposarmi. È così incredibile?”
Spencer e Danny si guardarono l’un l’altro con la
coda dell’occhio cosa che
significava che anche se capivano il sentimento, non erano sicuri della
vera
praticabilità-il tempo limitato implicato era nefando, e
loro avevano sentito
troppe buone cose sulle ragazze europee. Allora, il walkie talkie
crepitò.
“Hey, Hanover!”
Justin lo alzò per parlare. “Windsor, salvami-i
miei ragazzi di Hanover stanno
provando a forzarmi a sposarmi di nuovo.”
Una pausa. E poi Charlie chiese con cautela,
“…Spencer e Danny hanno cominciato
a canalizzare gli spiriti dei tuoi genitori?”
“Devi smetterla di aggirarti vicino a Houston,
compagno.”
“Se potessi, amico, lo farei. Ma sono bloccato con lui e il
resto di questa
casa fino al diploma.”
“La casa di Windsor continua a stare in piedi?”
Justin sorrise mentre camminava
attraverso la fiera, gli altri ragazzi che lo seguivano. “O
hai deciso di farla
esplodere di nuovo questa mattina?”
“Amico, stai zitto. Ho fatto quello che dovevo
fare.”
“Mm. Continui a controllare Blaine e Kurt?”
“Ho lasciato Blaine al dovere medico con il resto della folla
e Kurt ai doveri
di corridore per i ragazzi dello stadio. Dovrebbero stare bene. Il
fratello
pazzo di Blaine è venuto, quindi Blaine si sta divertendo ed
è incatenato a
lui. Che mi dici del tuo prigioniero di guerra?”
“Ho lasciato Logan sotto controllo al banco
informazioni.” Justin sorrise. “Ho
scelto il più banale, innocuo lavoro che gli potessi dare
per la fiera.
Certamente non potrà incasinare le cose da
lì.”
“Sembra tranquillo.” Charlie doveva star sorridendo
della situazione del loro
compagno prefetto. “Suppongo che sia riconoscente.”
“Io
odio davvero Justin
Bancroft.”
Derek scoppiò a ridere dalla tenda delle informazioni a
righine bianche e rosa.
Era appoggiato a uno dei pali della frivola tenda con
l’odioso grande cartello
“informazioni” appeso all’esterno. Logan
sedeva alla scrivania, muovendosi tra
fogli e mappe, studenti, eventi e programmi che comprendevano la fiera.
Il
perché non gli avessero dato tutta quella roba digitalmente
andava al di là
della sua comprensione specialmente dopo le vanterie della Dalton sul
fatto che
avesse una delle più micidiali menti tecnologiche
dell’Ohio-che tra parentesi
era stata trascinata da Charlie fuori dal suo buco e stava attualmente
gironzolando per la Fiera con la testa che continuava ad abbassarsi sul
suo
quaderno.
“Hey là su-non stai correndo in giro come stanno
facendo Kurt e Blaine,” disse
Derek con noncuranza con un alzata di spalle mentre Logan si toglieva
la giacca
della sua uniforme. “Devi stare fermo.”
“Sono un fottuto segretario.” Logan
seppellì il viso nelle mani, reprimendo un
sospiro di frustrazione. “Sono stato ridotto ad essere un
fottuto segretario.”
Senza guardare su, raccolse una cartellina e colpì il fianco
di Julian con essa
-l’attore era seduto sul tavolo, vestito in abiti scuri e con
indosso gli
occhiali da sole. “Scendi dalla scrivania.”
Julian gli fece una smorfia, roteando gli occhi da dietro gli occhiali,
e scese
dalla scrivania, girando intorno al tavolo verso l’entrata
della tenda. “Beh
sei incredibilmente stronzo oggi.”
“Pensavo che saresti stato di umore migliore adesso che
Pavarotti è tornato,”
commentò Derek.
Logan gli lanciò un’occhiata di sbieco. Si, il
prezioso usignolo era
miracolosamente riapparso dentro la Casa di Stuart quella mattina.
Bailey era
stato quello che l’aveva trovato per primo, e stava provando
a tirar fuori la
compromettente sciarpa di Hermes ancora nella gabbia quando Logan era
entrato
nell’anticamera.
Bailey assomigliava ad un cervo colpito dalle luci dei fari, ma Logan
aveva
semplicemente tirato fuori la sciarpa e gliel’aveva porsa.
Non poteva darla a
Kurt da sé, quindi lasciava che lo facesse Bailey.
“Comunque…sono sicuro che quelli di Windsor si
debbano proprio essere stancati
di stargli dietro.”
“Sarebbe ironico se Blaine finisse per venire ricompensato
con lui per il
prossimo anno?” sorrise Julian. “Dato che sembra
che lui faccia un lavoro molto
migliore del tuo nelle cose.”
Logan finalmente mise giù la penna e guardò in
cagnesco i due Stuart in
occhiali scuri nella tenda. “Che cosa state facendo voi due
qui?”
“Facendoti compagnia?” suggerì Julian
sarcasticamente. “Sai che moriamo senza
stare a distanza di tre metri dalla tua maestosa presenza tutto il
tempo.”
Derek fece uno sbuffò di una risata di scherno e Logan lo
fissò soltanto, scrutando
gli occhiali scuri che anche Derek aveva abbinato al suo cappello.
“Ditemi che
non vi state entrambi nascondendo qui,” pregò
Logan.
“Derek accidentalmente ha mandato un messaggio a tutte le sue
fidanzate,” disse
Julian con uno sbuffo. “E adesso sono tutte qui. Alla fiera.
Che lo cercano.”
“Complimenti,” disse Logan a Derek con un
sopracciglio sollevato. “Cosa devo
fargli mettere sulla tua lapide? ‘Qui giace il bugiardo
Derek, ucciso
dall’avidità e dalla libido’?”
“Anche Julian si sta nascondendo qui,” fece notare
Derek.
“A differenza di te, io mi sto nascondendo dai paparazzi e
dalle fan,” si lagnò
Julian, sollevando gli occhiali. “La Dalton è
aperta al pubblico, qualcuno dei
miei fan già sa che io studio qui-fa tu i conti.”
“Perché non gli hai solo detto che non saresti
stato presente?” chiese Logan.
“Ho detto al mio agente di dirgli che sarei volato a Miami
per un servizio
fotografico ma questa notizia non è uscita abbastanza
presto. Ho già notato
delle macchine fotografiche in giro e alcuni dei miei pazzi
fan.”
“Fai l’uomo e affrontali,”
sbottò Logan. “Smettila di essere così
melodrammatico.” Lo onorò con uno sguardo.
“Sarai al sicuro finché sarai
all’interno della scuola. Non m’importa cosa fate,
se non avete intenzione di
rendervi utili, uscite di qui e andate da qualche altra
parte.’’
Derek prevedete che Julian avrebbe dato una tagliente risposta su
quanto Logan
fosse melodrammatico quanto lui, se non di più, ma Julian
fissò soltanto il
prefetto, senza parole. L’attore sentì Derek
fissarlo, e alzò lo sguardo, elargendogli
uno sguardo raggelante che gli diceva di stare zitto senza bisogno di
parlare.
“Bene, allora.” Julian si alzò
bruscamente, afferrando la sua borsa e
mettendosi i suoi occhiali scuri, tutto con un sorriso che sembrava
essere una
smorfia altezzosa, ma che era, in effetti la cosa più gelida
che Derek avesse
mai visto. E senza un’altra parola, l’attore
uscì dalla tenda ed si addentrò
nella folla.
Logan e Derek fissarono dietro di lui sorpresi. Logan
aggrottò la fronte.
“Quale diavolo è il suo problema?”
“Gli hai detto di andarsene, se n’è
andato,” disse come se niente fosse Derek.
Ma sapeva quello che intendeva Logan. Loro non pensavano che se ne
sarebbe
davvero andato. Forse aveva qualcosa contro il fatto che a Logan
sembrava
davvero non importargli.
Logan lanciò uno sguardo nella direzione in cui era andato
l’attore. “È il più
grande smorfioso che io abbia mai visto e questo dice tutto considerato
chi
conosco,” borbottò e ricominciò a
organizzare di nuovo i suoi fogli. Derek
voleva gettargli addosso una sedia di plastica. In nessun modo qualcuno
poteva
essere così ottuso dato che Julian era stato davvero
così palese da abbassare
la guardia abbastanza per l’uscita drammatica.
O forse era davvero solo accecato da Kurt al momento.
Mi arrendo. Decise Derek irritato. Mi arrendo davvero. Magari si pensa
che ci
siano meno drammi di questo genere in una scuola maschile. Ma
no…devo rimanere
bloccato con il più grosso cretino di Stuart e della Dalton,
quanto una
gargantuesca primadonna con i suoi problemi da confessare. Che casino,
mi
trasferirò nella vecchia scuola di Hummel, forse
lì sarà pacifico in confronto.
Ovviamente aveva sbagliato. Ma non sapeva davvero cosa.
“Hey,” disse improvvisamente, dando una gomitata a
Logan. “Guarda quei ragazzi.
Non li abbiamo già visti prima?”
Logan alzò lo sguardo verso dove Derek, abbastanza sicuro,
accennava a un
gruppo di persone che si guardava intorno come se stesse cercando
qualcuno. Gli
occhi di Logan si posarono sulla giacca del ragazzo più alto
e aggrottò le
sopracciglia. “Grande. Il McKinley.”
Proprio mentre diceva questo ,dopo che un breve battibecco nel gruppo
finì, la
ragazza più bassa si incamminò a grandi passi
verso la cabina delle
informazioni guardandolo come se si stesse contenendo
dall’esplodere contro
chiunque fosse lì. “Ciao,” disse con un
grande sorriso finto. “Sai dove
possiamo trovare Kurt Hummel?”
Logan alzò gli occhi su di lei e sorrise un poco.
“Rachel Berry, giusto?”
Rachel sbatté le ciglia e lo squadrò dalla testa
ai piedi, e poi si fece un po’
più alta mentre lo guardava e infine lo riconosceva dalle
Provinciali e dalla
festa in cui erano irrotti alla Dalton. “Oh. Si. Logan,
no?”
Logan sorrise leggermente. “Vedo che la mia fama ha raggiunto
il McKinley.”
“Beh, considerato chi sei ,la tua fama dovrebbe essersi
diffusa molto più
lontano che lì,” disse Rachel, ma non in modo poco
gentile-semplicemente
attenendosi ai fatti. Si schiarì la gola. “Hai
visto Kurt?”
Logan valutò lei e poi le persone poco più
indietro e poi guardò di nuovo
Rachel. “Puoi provare vicino allo stadio. Ma sta facendo il
suo dovere di
corridore, potrebbe essere…ovunque nella fiera.”
“Dovere di corridore?” Rachel aggrottò
le sopracciglia. “Beh, non credi che si
stia preparando per una performance?”
Derek sbatté le palpebre. Quindi loro non sapevano niente.
Logan sospirò e si
poggiò indietro sulla sua sedia, sembrando perfino troppo
alto per il suo
sedile. “Gli Warblers lo stanno facendo. Solo che loro non
includono me, Kurt, o
Blaine.”
“Perché no?” chiese Rachel mentre la sua
fronte si aggrottava di più.
“Qualcosa non va qui?” chiese Finn, camminando
finalmente verso la tenda.
Rachel gli lanciò uno sguardo, ma Logan fu più
veloce. “Finn, giusto?” domandò.
Rachel vide quando Logan si alzò in piedi che era alto
quanto Finn-non era mai
successo prima.
“Oh, tu sei…” Finn aggrottò
le ciglia un secondo, un po’ diffidente. “Tu sei
Logan. Tu sei quel ragazzo che, uh…è venuto fuori
prima?”
“Sono io.” Logan
fece un cenno. “Non
ci siamo davvero presentati come si deve.” Ci fu una tesa
pausa tra tutti loro,
prima che Logan indicasse col capo nella direzione dello stadio.
“Le ho detto
che probabilmente potreste trovare Kurt lì. Che corre in
giro.”
“Bene, allora.” Finn sorrise un poco. Derek
sbuffò e scosse la testa da dentro
la tenda mentre gli studenti del McKinley tornavano al loro gruppo e si
allontanavano in direzione dello stadio. Gli amici di Kurt sembravano
non avere
praticamente nessun idea di quello che era successo il giorno prima. Se
l’avessero saputo, le cose sarebbe state parecchio
più complicate.
“Lo sai, che quando lo scopriranno, il fratellastro di Kurt
ti darà la caccia, vero?”
disse Derek. “O quella ragazza con loro che sembra
già voler dare la caccia a
qualcuno.’’
“Il suo nome è Mercedes, e non dubito
di
questo neanche per un secondo…” rispose Logan con
calma. Aveva esaminato Finn.
“Probabilmente lo prenderò
io, comunque.”
“Non stai pensando di prenderlo in qualsiasi
posto?” Derek alzò un
sopracciglio. “Sei molto vicino ad essere espulso.”
“Vero…” Logan si sedette sul tavolo
silenziosamente. Dopo un momento a fissare
il pavimento, sembrando perso in profonde considerazioni su cose che
immaginava
sempre di dover pensare ma su cui non lo faceva mai davvero
così seriamente, guardò
verso Derek.
“…Ho mandato tutto all’aria, vero? Di
più e in modo peggiore questa volta?”
“Che cosa?”
“Kurt…Blaine…la scuola…la
vita?”
“Benvenuto al liceo.” Derek si alzò e
sospirò. “Comunque, ammettere di avere un
problema è il primo passo.” Si mosse verso
l’uscita della tenda-
“…Sto…Penso che smetterò di
correre dietro alla gente dopo Kurt.”
Derek si fermò a quella dichiarazione che non si era
aspettato di sentire
almeno prima dell’ultimo anno. Si voltò
lentamente. “Pardon?”
Logan lo stava guardando attentamente ,misurando la sua reazione.
“Dico…ci
proverò seriamente. Prima, io…io non ci stavo
davvero provando. Mi sentivo solo
come…se mi piacesse davvero, non sarei potuto tornare
indietro così facilmente.
Penso…dovrei provarci adesso. Per davvero. …se
davvero m’importa.”
Lentamente ,Derek si voltò verso il suo amico.
“Sei serio.”
“Si.”
“Bene…” accennò Derek.
“Già.”
Una pausa. “Non che io non sia completamente sollevato,
ma…cos’ha provocato
questa epifania?”
Logan scosse la testa, lo sguardo basso.
“Sono…stanco. Non-non nel modo in cui pensi tu.
Sono stanco di…lui che mi
guarda come se fosse così sulla difensiva. È una
cosa che non cambierà mai. Lui
è così…guardingo quando mi guarda,
come se…fosse spaventato.” Sorrise
brevemente a Derek. “I momenti migliori che abbia mai avuto
con lui sono stati
tutte le volte in cui lui mi ha sorriso…quando mi guardava e
sorrideva senza
nessuna guardia alzata. Solo che non succedeva mai…forse un
paio di volte.”
Logan sospirò profondamente- molto più stanco di
quanto avrebbe davvero dovuto
essere. “…Volevo solo che lui mi
guardasse.”
“Non importa che a lui non importi di te, Logan.”
“Il punto è-se continuo…se continuo a
fare così, lo perderò. Devo perderlo.
Penso…penso di doverlo spingere via. Di doverlo lasciar
andare.”
Un’altra pausa. Derek sollevò lo sguardo su di
lui, un po’ a disagio. “Tu…tu
farai tutto questo?”
Logan si sollevò dal tavolo e si sedette di nuovo sulla
sedia. “…devo
provarci.” Le sue nocche erano bianche mentre stringevano con
forza la sua
penna. Si riscosse un poco. “…devo
provarci.”
Derek lo squadrò e finalmente realizzò cosa
intendesse Julian. Logan era così
concentrato su Kurt adesso che di fatto non c’era un modo in
cui Julian potesse
apparire sul suo radar. E guardandolo alla fine, si, poteva vedere
quanto
davvero si sarebbe bruciato. Doveva davvero esserci
qualcos’altro per Julian-a
cui doveva aver resistito in quegli anni passati. Forse correre
aiutava. O
forse non poteva proprio stargli lontano. Proprio come Logan non poteva
proprio
lasciare Kurt da solo.
Derek uscì soltanto dalla tenda, borbottando, “Sei
così ottuso.”
“Cosa c’è?”
“Niente! Sto andando ad affrontare la zona di guerra e spero
che il karma non
mi colpisca!”
“Hey!”
Derek si fermò e gli lanciò un’occhiata
di rimando per vedere Logan sollevare
il bordo della tenda e guardarlo con aria preoccupata, irritato.
“Fai in modo
che Julian non faccia niente di colossalmente stupido mentre corre in
giro. Non
voglio doverlo difendere dalle fangirls o dai paparazzi
impazziti.”
L’urgenza di dirgli tutto in faccia era opprimente. Derek si
sentiva quasi
furioso. Ma non avrebbe detto a Logan niente che Julian non fosse
preparato a
dirgli da solo. Questo era un problema di Julian, non il suo. Quindi
lui
avrebbe solo fatto finta di niente. “Bene.” E
s’incamminò prima che lui facesse
qualsiasi cosa.
Logan si chiese, mentre ritornava dentro la tenda, se i suoi amici
fossero
delusi del fatto che lui avesse rinunciato, o se fossero solo contenti
che
stesse provando ad aiutarsi per una volta.
“Quindi se sei così in fin di vita da andare con
Shane alla fiera, perché ti
stai nascondendo sotto il mio cappotto?” chiese esasperato
Kurt al ragazzo più
basso, afferrando il retro del suo cappotto e guardando la folla
apprensivamente.
Era difficile spingere Reed avanti e trasportare la pila di
attrezzatura che si
supponeva dovesse portare in direzione dello stadio.
Sembrava essere una lunga giornata di doveri e di
commissioni-specialmente dopo
che i ragazzi del Comitato AV l’avevano svegliato troppo
presto via telefono
perché li aiutasse a sistemare lo stadio. Ovviamente loro
erano Stuart -se
fossero stati Windsor, lo avrebbero svegliato subito dopo
l’alba.
Reed si era svegliato con lui e gli si era attaccato come un paperotto
che
seguiva la madre. Kurt guardò accigliato in basso verso di
lui. “Sono sicuro
che Shane sia alzato adesso, non dovresti essere con lui alla fiera?
Sei stato
piagnucolante per questo per giorni.”
“è difficile,” borbottò Reed,
vergognandosi così terribilmente di sé stesso.
“…sai che dopo che lui non ha chiamato, e mi sono
turbato e…solo che
improvvisamente lui si è fatto vivo e…e io ho
messo il broncio e…pensavo che
gli avrei mostrato com’era avere le chiamate rifiutate
e-“
“Sei arrabbiato per il fatto che lui ti abbia
deluso,” chiarì Kurt mentre
posava l’attrezzatura della stazione audio.
Reed gemette con fare impotente. “Che sto facendo, Kurt? Cosa
sono diventato?”
“Oh siediti…” Kurt lo sedette su una
delle sedie mentre lui lottava per
sbrogliare i fili nelle sue mani. “Le persone mettono il
broncio, fanno cose di
cui non sono fiere, dicono cose che non intendono dire-“
“Cerca di concentrarti su di me, Kurt-“
Kurt lo guardò in cagnesco soltanto. Ok, forse era vero.
Aveva detto “questa
mattina” a Blaine ma non gli aveva ancora dato
l’occasione di sedersi e
fermarsi e avere la possibilità di aggiustare quello che
c’era tra di loro, anche
se avesse saputo cosa stava per dire o fare, e non era così.
Ma entrambi al
momento stavano correndo su e giù per la fiera e se non
aveva effettivamente
visto Blaine tutta la mattina non era stato per mancanza di tentativi.
Reed sospirò. “…pensi che dovrei
rispondere alle sue chiamate?”
“Quante volte ha chiamato?”
Reed tirò fuori il suo cellulare. C’erano
ventiquattro chiamate perse da “Shane
Anderson” come diceva lo schermo, e anche trentotto messaggi.
Kurt sospirò.
“Blaine ti ha chiamato?” chiese Reed mentre
afferrava il suo telefono.
Kurt alzò le spalle mentre finiva di avvolgere il filo.
“Non ho avuto modo di
controllare. Comunque…è una grande fiera e
dev’essere comunque troppo
impegnato. Una volta che finiremo questa folle giornata, potremo
parlare.” Kurt
gettò un microfono nella sua custodia e la chiuse
sbattendola, irritato. “Non
riesco a credere che non canterò per questa Fiera. Guarda
questa folla.”
“È davvero affollato,” ammise Reed,
impallidendo. Fece una pausa, fissando la
folla che brulicava, e guardò Kurt. “Pensi che se
supplico Harvey, lui
scambierà te con me? Cioè tu vorresti farlo e
io-“
“Oh no non lo farai,” Kurt lo fulminò
con lo sguardo. “Primo, Harvey non
cederebbe. Hai visto la sua faccia. E credimi, se io pensassi di
poterlo
convincere, starei parlando con lui proprio adesso e non me ne andrei
prima di
poter essere sul palco. E secondo, non ti tirerai indietro per il tuo
primo
assolo.”
“Non importa se ho ottenuto il mio primo assolo o
no,” piagnucolò Reed, cadendo
sulla sedia come una bambola di pezza. “A nessuno
importerà, e a me interessano
le luci dei riflettori molto molto meno che a te-“
“Reed! Non getterai via questa opportunità, non lo
farai-o ti ripudierò,” lo
guardò in cagnesco Kurt ,le mani sui fianchi.
“Tu ti definisci uno Warblers? Alzati. Andiamo.”
Afferrò la mano di Reed e
provò a tirarlo su dalla sedia, ma Reed si
afflosciò completamente-cadde sul
pavimento come un cappotto fradicio e non si alzò.
“Reed! Dai, ti stai
comportando come un bambino.”
Reed si mise in piedi riluttante e si pulì mentre Kurt gli
rivolgeva
un’occhiata di profonda disapprovazione. Il ragazzo riccio
guardò il suo amico
con sguardo colpevole. “Mi dispiace, so che non dovrei fare
così con te intorno
specialmente dato che tu volevi cantare per la
fiera…Ma…davvero non mi sento
sicuro di me adesso.”
Kurt increspò le labbra. “Beh devi smetterla di
psicanalizzarsi.” Prese la mano
guantata di Reed. “Dai. Andiamo.”
“Andiamo dove?”
“Andremo a farti diventare sicuro di te nel cantare davanti a
questa folla.”
“Cosa?” Reed guardò Kurt come se avesse
appena suggerito di astenersi dalla
Settimana della Moda a Parigi. Kurt ignorò
l’improvvisa mancanza di colore sul
viso di Reed e lo sospinse verso la fiera. Dopo una mattina di corse in
giro
con l’attrezzatura del comitato ed ad aiutare a montare
tutto, Kurt
probabilmente sapeva già dove si trovava ogni cosa alla
fiera.
Un trio di Warblers aveva lavorato insieme per montare una specie di
cabina
chiusa di registrazione, con un programma molto buono di
microfonia-così che le
coppie potessero cantare canzoni d’amore l’uno
all’altro e portarsi a casa il
CD della canzone. Era stata una mossa davvero molto intelligente e
già
abbastanza popolare. Mentre andavano lì, c’era una
folla di ragazze che
aspettavano il loro turno, e di ragazzi che speravano di fare una
serenata alle
fidanzate, dato che la cabina dava l’opzione di trattenere il
suono all’interno,
o di permettere ai ragazzi che volevano di accendere gli altoparlanti
all’esterno così che le persone potessero sentirli.
Quest’ultima opzione era sorprendentemente popolare.
Quando Reed vide dove Kurt lo stava portando, si bloccò
immediatamente come un
peso morto che quasi trattenne Kurt indietro. Kurt roteò gli
occhi. “Dai. Devi
farlo. Vuoi davvero essere così ansioso quando ti esibirai
dopo? Ti sei esibito
durante il Festival Invernale per la miseria.”
“Si, ma tu stavi cantando con me e quello rendeva le cose un
po’ più semplici!”
Kurt lo guardò in cagnesco. “Sei sicuro di voler
essere così ansioso? Shane ti
guarderà esibirti non importa quanto diventi imbarazzato con
lui nei paraggi.”
Quando il viso di Reed divenne cremisi, ebbe l’effetto
desiderato. Kurt sorrise
e andò davanti alla fila verso Bailey ,che era, cosa
prevedibile, uno dei
ragazzi che si occupava della cabina musicale.
“Hey Kurt!” disse lui allegramente, mettendo
giù le cuffie-come sempre ,da esse
si poteva sentire la musica suonare ad alto volume. “Guarda
come è un successo
la nostra bancarella. Contribuirà un gran bel
po’.”
“Anche se non venite tutti dalla stessa Casa,” fece
notare Kurt.
“Si, beh, abbiamo deciso di dividere i profitti in tre parti,
così ogni Casa ne
avrà una parte,” Bailey sorrise a lui e a Reed,
che gli sorrise vivamente.
“Non male,” sorrise Kurt ,la mano su un fianco.
“Abbiamo bisogno di un piccolo
favore.”
“Vuoi provare a farlo uscire,
huh?” sorrise Bailey in risposta.
La musica cominciò a risuonare dalle cuffiette di Bailey e
dentro gli
altoparlanti esterni nel momento in cui toccò i controlli.
Reed ridacchiò da
dentro la cabina mentre Kurt gli faceva scivolare le cuffie sulla
testa. Quello
non sembrava molto divertente. “Canterò solo se lo
farai anche tu, comunque,” gli
ricordò Reed.
“Questo non distrugge l’intero scopo di questa
esercitazione?” Kurt alzò un
sopracciglio.
“Kurt non mi lascerai in questa cabina-lo giuro,
correrò fuori. Lo farò.”
“Ok! Ok…” Kurt roteò gli
occhi mettendosi le sue cuffie, il secondo paio che
stava vicino al microfono dello studio. Quella sarebbe stata
probabilmente
l’unica volta che avrebbe cantato per una folla quel giorno
comunque. “Solo
canta. Conosci questa canzone.” Fuori, le persone in fila
guardarono
curiosamente i due bei ragazzi al microfono.
Bailey gli fece un segno e gli diede il segnale mentre accendeva il
microfono,
segnalando che erano pronti. Kurt, che stava in piedi davanti alla
finestra in vetro,
in quel momento si spostò in modo da non bloccare la visuale
di Reed sulla
folla. Mentre “Fools Like Me” iniziava a suonare,
Reed continuò a osservarla un
po’ impacciato e lanciò a Kurt uno sguardo
eloquente, pregandolo di iniziare
per primo. Kurt sospirò, sorridendo un poco e piegandosi in
avanti.
Everybody
go…
The
party's over
I want to be alone in my head, in my bed tonight
You never show…
Le
ragazze fuori scoppiarono in
esclamazioni di delizia. Fecero dei risolini mentre provavano a
guardare dentro,
chiedendo chi fosse l’elegante ragazzo che stava cantando nel
microfono e chi
il suo affascinante amico dai capelli ricci. I ragazzi della Dalton
nelle
bancarelle vicine alzarono gli sguardi al suono familiare della voce di
Kurt e
iniziarono a fare gran sorrisi.
Kurt fece un cenno d’incoraggiamento verso Reed mentre
cantava, “I’m right back
where I started…” e Reed cantava con lui,
“When it comes to wanting you…”
“I can’t have what I wanted…”
Kurt continuò, facendo cenno a Reed con un
sorriso, ed entrambi cantarono:
But
I did, I can; I
was, I am only human; living, dying
Just like any fool who ever breathed…
If love is blind, if love's a drug;
It always is, it always was and love was surely made for fools like
me…
Kurt sorrise, sentendo la folla raccolta fuori dalla bancarella, che
guardava
dentro con curiosità e si chiedeva chi stesse cantando. Fece
un sorrisetto.
Alla fine, questo avrebbe aiutato Reed a rilassare i nervi e Kurt
poteva ancora
avere il suo pubblico. Allora lanciò a Reed uno sguardo ,e
il suo amico, sentendosi
chiaramente meglio ora, si piegò in avanti verso il
microfono e cantò,
I
know where I'm going
I'm tripping, I'm sliding around, that's ok
At least I'm excited…
I due si unirono di nuovo insieme nella canzone, entrambi andando
più vicini
all’unico microfono:
It
wasn't how I
planned it (wasn't how I planned it; Feet are where I landed; At least
I
understand it now)
My feet are where I landed… (feet are staying on the ground)
But I did, I can; I was, I am only human; living, dying
Just like any fool who ever breathed…
La folla fuori cominciò a sorridere in segno
d’approvazione dei due dentro la
cabina di registrazione, e Bailey stava facendo un sorriso
così grande che poté
appena fermarsi dall’alzare il volume solo un po’
di più. E da in mezzo alla
fila di bancarelle non troppo lontane da dove la musica veniva, Shane
era
fermo, ascoltando paralizzato, una mano che stringeva forte la giacca
di suo
fratello. “Blaine. Blaine!”
“Non sono sordo, Shane, lo sento…”
rispose Blaine, un piccolo sorriso sulle sue
labbra mentre alzava la testa dal sistemare il kit di pronto soccorso.
Lanciò
uno sguardo a suo fratello, la cui espressione faceva pensare che
stesse
sentendo degli angeli e non semplicemente una coppia di membri del coro
del
liceo.
Fools
like me; Fools
like me…
“Vuoi andare più vicino?” Blaine
suggerì pazientemente dopo che sembrava che
Shane fosse immobile e non potesse allontanarsi da quel suono.
“Siperfavore.” Fu la risposta automatica, e fu
Shane a spingerli verso la
musica.
Ma era più semplice dirlo che farlo,
quando
raggiunsero i dintorni della cabina musicale, dove c’era
già abbastanza folla
riunita, ascoltando i due membri del famoso coro della Dalton Academy.
Sia gli
studenti che gli ospiti che circondavano la bancarella ,e Blaine
avrebbe potuto
giurare di vedere una giacca del McKinley svolazzare attraverso i corpi
nella
folla.
Shane saltò su e giù per vedere ,e sopra al mare
di teste, vide i due dentro la
cabina, che si muovevano al suono della musica e cantavano sorridendo.
Maybe
it's the sanest
thing or just the sweetest kind of dream
But love was surely made for fools…
Love was surely made for fools…
Love was surely made for fools like me…
La musica si fermò e un applauso si sollevò
dall’esterno della cabina, condotto
dagli studenti della Dalton. Bailey gli sorrise dal vetro, alzando i
pollici in
segno d’approvazione, e Kurt e Reed risero mentre si
toglievano le cuffie e le
appendevano prima di dirigersi fuori dalla cabina.
Furono accolti dagli applausi e dagli sguardi di ammirazione della
folla che si
era formata.
“Oh ,posso certamente capire come Rachel viva di applausi,
sai in momenti come
questo…” sospirò Kurt con un sorriso
soddisfatto mentre si guardava intorno
nella folla.
Reed, davvero grato per la reazione raccolta dalla folla, lo
guardò con la coda
dell’occhio. “Allora dimentica Trilli, voi due
dovete essere gli eterni
governatori del mondo delle fate.”
“Ti ho sentito.”
I due alzarono lo sguardo per vedere le due dive titolari delle New
Direction
alla loro sinistra. Rachel li guardò in cagnesco, le mani
sui fianchi, ma era
Mercedes che li guardava davvero arrabbiata. Li fissò ad
occhi spalancati. “Che
ci fate qui?”
“Dobbiamo parlare.” Mercedes afferrò
entrambe le mani di Kurt, ma lanciò a Reed
un particolarmente luminoso ,amichevole sorriso. “Reed,
tesoro, pensi che
potresti trovare i ragazzi per noi? Li abbiamo persi nella fiera e
stavamo
programmando di urlare contro Kurt e Blaine allo stesso
tempo?”
“Cosa?” sibilò Kurt.
“Okay,” Reed sorrise un po’ nervosamente
all’occhiataccia di Kurt ma si mosse
verso una diversa direzione. Prima che Kurt potesse anche solo
protestare ,l’espressione
di Mercedes si fece di nuovo scura e li spinse nella calca della fiera.
E dalla folla ,Brie lanciò uno sguardo agli altri membri dei
Pure Energy che le
si avvicinavano prima che lei voltasse di nuovo gli occhi verso la
combinazione
di Warblers e New Direction che si era appena divisa in due diverse
direzioni.
“Non è male,” bofonchiò Leo,
mangiando una mela candita, guardandoli andare
via.
“Amico, stai zitto,” grugnì Devon,
aggrottando le sopracciglia. “È per questo
che Tom ci ha fatto volare da New York? Che schifo.”
“Non far finta di niente, sai che erano bravi,”
Shay sbottò verso il suo
fidanzato, anche lei con un espressione scura.
“Erano solo due di loro, Brie,” aggiunse Mia, per
la prima volta non sembrando
così compiaciuta. “Come sarà il resto
di loro?”
“Vedremo,” disse finalmente Brie, in modo
autoritario come loro co-capitano.
Lei sorrise un poco.
“Inoltre…cantare in una cabina di musica
è una cosa. Scommetto che quei ragazzi
crolleranno sotto la pressione di una vera esibizione.”
Dovette ammettere, le
sue piume erano un po’ arruffate per la sorprendente
scoperta, specialmente da
parte del ragazzo più alto nella cabina, ma il
più basso non sembrava materiale
da prestazioni. “Cosa dici se gli mostriamo come si
fa…?” mormorò.
“Aspetta.” Leo aggrottò la fronte,
camminando verso di lei, gli occhi scuri.
“Tu vuoi che noi-qui?”
“Adesso?” fece eco Mia, guardandola un
po’ preoccupata. “Siamo nel loro
territorio, Brie, credi sia una buona idea?”
“Hey, questa non è una competizione,”
sogghignò Brie. “Ci stiamo
solo…divertendo.” Si incamminò. Questo,
e quegli Warblers, non è proprio per
niente una competizione.
Shane si spinse in avanti per dissipare la folla e improvvisamente
scoprì di
aver perso di vista il suo obiettivo. Kurt e Reed non erano da nessuna
parte
che potesse vedere-era sicuro che fossero fuori dalla cabina un momento
prima, e
adesso erano spariti come se fossero evaporati nell’aria.
Velocemente, tirò fuori il suo telefono e compose il numero
di Reed, vedendo se
potesse trovarlo. “Shane, te l’ho detto, non
scappare,” disse Blaine, apparendo
al suo fianco con aria preoccupata. Il modo in cui si guardava intorno
nella
folla faceva pensare che magari non era proprio Shane che stava
cercando, tuttavia.
“Suppongo di essere responsabile per te, ricordi? E devo
tornare alla tenda del
pronto soccorso.”
La chiamata andò dritta alla segreteria telefonica. Shane
brontolò e mise giù, sembrando
davvero dispiaciuto. “Continua a non rispondere.”
“Se non ha risposto le prime due dozzine di volte che hai
chiamato, cosa ti fa
pensare che risponda adesso?” replicò Blaine,
spingendo via suo fratello.
“Beh so che sei turbato, ma lasciami fuori,
Blaine,” protestò Shane. “Questa
è
la tua brutta abitudine, tu tendi a farti avvolgere nella tua grande
nuvola
scura di depressione. E a differenza di te, io voglio andare a trovare
Reed e a
strisciare se necessario!”
“Beh, non sembra essere incline a sentirti strisciare
adesso,” sospirò Blaine.
“Sto solo dicendo di lasciare che si calmi.”
La folla si stava già infittendo. E il suo telefono lo stava
giusto avvisando
di una chiamata dal gruppo di pronto soccorso della Fiera-che
all’improvviso si
stava occupando di alcune persone che avevano avuto esperienza degli
strani
effetti collaterali di qualche genere di cibo della fiera. Blaine aveva
l’inquietante sospetto che Drew e Satoru avessero davvero
messo in atto i loro
piani e avessero contaminato alcuni dei cibi con qualcosa che avevano
cucinato
all’ultimo minuto.
Se l’ultimo anno serviva da indicazione, aprire la scuola al
pubblico di solito
equivaleva a un sacco di lavoro per quelli assegnati alla tenda del
pronto
soccorso della Fiera, ma questo era certamente il doppio del lavoro.
Blaine
sentì l’apprensione salire a nuovi livelli-come
poteva trovare Kurt in quel
casino adesso?
“Ma anche tu dovresti parlare con Kurt,”
piagnucolò Shane come se Blaine non
fosse già completamente cosciente di quel fatto.
“Non possiamo solo trovarli
entrambi e riaggiustare tutto?”
“Ho provato a chiamare e neanche lui ha risposto.”
Sospirò Blaine mentre
mandava una raffica di messaggi a chiunque di Windsor: Drew ha
avvelenato il
cibo. Scoprite quale! “Pensavo fosse perché era
occupato, ma se ha il tempo di
cantare con Reed, allora suppongo che mi stia evitando. Non posso dire
di
fargliene una colpa.” Si lamentò con sé
stesso, “…Mi sono davvero comportato
come uno stronzo.”
“La tua nuvola di depressione è di nuovo
qui.”
“Non posso farci niente ,Shane.”
“Ecco perché dovresti venire con me e sistemare
tutto!” disse Shane a suo
fratello con gli occhi spalancati. “Non puoi perdere Kurt,
Blaine-hai perso già
troppe persone. E non ti ho mai visto così coinvolto con una
persona prima.
Mai.”
“Non pensi che io lo sappia?” disse Blaine
finalmente, girandosi verso di lui
esasperato.
L’espressione di Shane si trasformò in un
sorrisetto, non davvero uno che
lasciava che l’umore di suo fratello avesse la meglio di lui
in momenti come
quelli. “Quindi? Che cosa stai aspettando? Andiamo a parlare
con loro.” Afferrò
la mano di Blaine e prese a correre a grandi passi nella fiera-e si
fermò
prontamente.
Blaine tolse la sua mano pazientemente. “Non hai idea di dove
siano, vero?”
“…no.”
Il telefono di Blaine stava impazzendo per la squadra del pronto
soccorso che
lo cercava. “Ok, Shane. Ti prometto che li cercheremo, ma non
ora, andiamo alla
tenda? Perché devo scoprire che cosa ha messo Drew nel cibo
e in quale cibo
l’ha messo, solo per essere sicuri che nessun altro mangi
quella roba. Inoltre,
una volta che scoprirò cos’è,
dovrò far si che Kurt e Reed lo sappiano così
potranno stargli lontano anche loro. Non posso lasciare che Kurt mangi
quella
roba.”
“È probabile che sarà la prima cosa che
Reed mangerà, vedendo quanto attira il
pericolo ,come dici tu,” disse Shane, sembrando preoccupato
mentre Blaine
s’incamminava.
Shane sospirò profondamente. Si chiese se Reed fosse ancora
di cattivo umore.
Non ne aveva intenzione, per amor del cielo. Cosa doveva fare un
ragazzo qui
intorno? Perché a quel punto voleva fare quel prossimo
qualcosa!
Quell’espressione sul viso di Reed quella mattina! Shane
voleva prendersi a
schiaffi.
Stupido, stupido, stupido…Alexander Graham Bell avrebbe
dovuto spaccare il
primo telefono sulla mia testa…
Una testa biondo-fragola andò verso una delle bancarelle.
Shane si bloccò
all’istante. Cos’era…?
“Shane?” sentì Blaine chiedere.
“Solo-solo dammi un secondo.” Shane stava
camminando velocemente attraverso la
folla ,gli occhi verso dove l’aveva visto andare. Quello era
lui, doveva
esserlo. Non sapeva cosa stava per fare ,ma strisciare suonava bene. O
solo-qualcosa, solo far si che Reed gli parlasse!
So
scared of breaking
it that you won't let it bend
And I wrote two hundred letters I will never send…
Sometimes these cuts are so much deeper then they seem
You'd rather cover up, I'd rather let them be…
Shane corse verso la curva, ma non trovò nessuno.
Dove…? Si guardò
freneticamente intorno e vide un guizzo vicino a un altro angolo.
Scappò verso
di esso proprio mentre Blaine cercava di raggiungerlo.
So
let me be and I'll
set you free…
Niente. Di nuovo! Shane lasciò fuoriuscire il respiro con un
gemito. Continuava
a scivolargli tra le dita! e allora mentre vedeva un altro guizzo di un
familiare cappotto costoso andare verso uno delle bancarelle, si mise
in piedi
di nuovo e cantò disperatamente,
I
am in misery
There ain't nobody who can comfort me, oh yeah…
Why won't you answer me?
The silence is slowly killing me, oh yeah…
E continuò mentre cominciava a correre in avanti di nuovo,
schivando gli
avventori della fiera e saltando le cose nella via,
Oh, you really got me bad
You really got me bad
Now I'm gonna get you back
I'm gonna get you back…
Blaine voleva afferrare Shane dal retro della giacca ma suo fratello
stava
correndo via di nuovo. Cosa aveva di sbagliato il mondo contro di lui?
Stava
per inseguire ulteriormente suo fratello prima che pensasse di aver
sentito una
voce familiare. Si girò velocemente-e avrebbe potuto giurare
di aver visto
Mercedes spingere avanti il ragazzo di cui era follemente innamorato.
Orgoglio, volontà, e responsabilità volarono via
dalla finestra alla vista di
Kurt. Corse da lui.
Your
salty skin and
how it mixes in with mine
The way it feels to be completely intertwined…
Not that I didn't care, it's that I didn't know
It's not what I didn't feel, it's what I didn't show…
Si spinse attraverso la folla ,muovendosi oltre le bancarelle, e allora
posando
le mani su una delle mura delle bancarelle mentre si guardava intorno
per
vedere Kurt essere condotto via da qualche parte.
So
let me be and I'll
set you free…
Si
muoveva avanti ,determinato, da dove Kurt adesso stava
ancora fermo, guardandolo mentre aveva un’assorta discussione
con Rachel e
Mercedes. Le tre dive stavano tutte parlando con delle arie preoccupate
sui
visi. Blaine corse
velocemente
verso di loro.
I
am in misery
And there ain't nobody who can comfort me, oh yeah…
Why won't you answer me?
The silence is slowly killing me, oh yeah…
Un gruppo dal St.Patrick passò davanti a Blaine in una folla
animata, e nel
mentre che l’intero gruppo passava, le tre dive erano andate.
Blaine stette in
piedi, ferito ,e si guardò intorno preoccupato prima di
vedere la giacca
scarlatta di Rachel che si dirigeva nella direzione delle bancarelle
vicino a
Stuart. Li
seguì
immediatamente.
Oh,
you really got me
bad
You really got me bad
Now I'm gonna get you back
I'm gonna get you back…
Blaine era determinato a non perderli di vista mentre correva, Shane
stava
correndo quasi nella stessa direzione, seguendo dopo aver visto i
capelli di
Reed nella folla-era guidato da quello che sembrava essere un alto
ragazzo
bruno, che indossava una giacca da football. Si sentiva un
po’ in apprensione.
Non stava passando del tempo con quel ragazzo per la Fiera ,no? No?
You
say your faith is
shaken, and you may be mistaken
You keep me wide awake and waiting for the sun…
Blaine mantenne gli occhi sulla vivace giacca di Rachel e sulla
splendente
sciarpa di Kurt, che lo rendevano sicuro che stessero andando in una
certa
direzione, e continuò ad andare per una piccola parte per
essere sicuro di correre
verso di loro al prossimo vicolo. Le New Direction erano lì.
Sarebbero state
furiose. Dall’espressione del viso di Mercedes, lei era
furiosa. Ma se c’era
qualcuno a cui lui avesse bisogno di spiegare, non erano loro-era Kurt.
Doveva
riavere indietro Kurt, lo sapeva mentre cantava senza fiato,
I'm
desperate and
confused, so far away from you
I'm getting there, I don't care where I have to roam…
Shane
ansimava ,il suo piede cominciava a pulsare un po’, ma
lo ignorò.
Dov’era scomparso Reed?
Perché stava andando con quei ragazzi, e perché
non stava rispondendo al suo
telefono?
Non molto lontano, Blaine si stava autocommiserando. Shane vide suo
fratello
mentre stava davanti alla stessa bancarella di Blaine, entrambi che
guardavano
nella direzione in cui avevano visto i due andare ed entrambi si
mossero in
quella direzione ,schivando le persone mentre andavano.
Why
do you do what you
do to me, yeah?
Why won't you answer me, answer me yeah?
Why do you do what you do to me yeah?
Why won't you answer me, answer me yeah?
Schivarono
un vortice di palloncini di vernici quando
passarono vicino a una delle bancarelle che i gemelli avevano messo su,
venendo
mancati per un pelo dai proiettili-uno sfiorò la maglia di
Shane-ed entrambi
arrivarono al posto dove supponevano che l’intero gruppo
stesse passando
proprio in quel momento:
I
am in misery
And there ain't nobody who can comfort me, oh yeah
Why won't you answer me?
The silence is slowly killing me, oh yeah
Only to be met with no sign of them.
Oh you really got me bad
You really got me bad
And now I'm gonna get you back
I'm gonna get you back…
Shane
stava ansimando, una mano sulla sua gamba recentemente
ristabilita. Sembrava come Gregory House in una brutta giornata.
“Dove sono
andati?”
“Non ne ho idea ,ero sicuro che stessero venendo da questa
parte…” Blaine si
guardò intorno per cercare qualche segno di Kurt. Come
potevano essere
semplicemente scomparsi? “Magari sono andati-“
POW!
Ed entrambi gli Anderson si trovarono schizzati di vernice bianca e
rossa, sbalorditi
in un silenzio a bocca aperta. I rivoli di rosso e bianco scorse sulle
loro
facce ,capelli e vestiti, cortesia di palloncini di vernice oscenamente
grandi
tirati con precisione chirurgica. Dietro di loro,
un’esplosione di risate
isteriche riecheggiava da due voci identiche.
“Un colpo diretto!” lanciò un gridolino
Evan.
“‘Le loro armi sono potenti, signore, non possiamo
fare un altro colpo come
questo!’” citò Ethan, sorridendo da
orecchio a orecchio.
Blaine li guardò a bocca aperta, praticamente incapace di
reagire.
“Hey ,siete passati davanti alla nostra bancarella e non ci
avete detto ciao, l’avete
proprio chiesto.” Fece un gran sorriso Evan.
“Quindi, ciao,” disse Ethan felicemente ,ghignando.
Loro stavano affrontando ancora un silenzio ammutolito mentre gli
Anderson
continuavano a gocciolare. Evan procedette in avanti e avvolse il suo
braccio
intorno alla spalle di Blaine. “Oh dai, brutti scorbutici.
Siete stati giù
tutta la mattina ,vi abbiamo visti!”
“Su con la vita!” disse Ethan felicemente, un
braccio attorno a Shane allo
stesso modo. “Tutto si risolverà, vedrete. Non
c’è motivo di essere così
giù
quando chiunque altro è così felice lo
sapete?”
“Noi ci stiamo tutti divertendo qui e anche voi
dovreste!”
“Sollevare un pochino il vostro umore- credeteci,
renderà la chiacchierata più
tardi un po’ più semplice quando il vostro umore
è migliore!”
A quelle parole, Shane chiuse gli occhi e si pulì
attentamente la vernice dalla
faccia con le mani. Assomigliava a un frullato alla fragola al momento
ma
sembrava spettacolarmente composto per qualcuno a cui di solito erano
dirette
le traiettorie di simili insanita dei gemelli.
“Blaine…” disse molto calmamente
mentre lanciava uno sguardo a suo fratello, giustamente indignato.
“Vorrei
avere il tuo permesso per annientarli.”
“Oh ,ti aiuterò,” ringhiò
Blaine mentre faceva un balzo verso i gemelli, che
gridarono di gioia e scapparono via ,tirando più palloncini
di vernice ai due
Anderson.
Julian sibilò irritato mentre un paio di alti gemelli biondi
gli passavano
accanto di corsa, i loro palloncini di vernice che lo mancavano per un
pelo
mentre li lanciavano a un paio di Anderson estremamente colorati, che
gettavano
vernice in tutte le direzioni mentre correvano.
L’attore lanciò un’occhiataccia alla
vista di Blaine, con della vernice rossa, bianca
e rosa nei capelli arruffati e la vernice che ancora scivolava sul suo
viso ,e
si chiese che cosa in nome di tutto ciò che c’era
di buono in Hollywood
Boulevard ci avesse mai visto Logan nel basso tenore. Certamente era
molto semplice
a vederlo e poteva sostenere un brano, ma a parte questo…
Ipocrita. Questo è quello che i
tuoi
occhi hanno visto in Logan la prima volta.
La propria voce mentale gli si stava rivoltando contro. Meraviglioso.
Non ci volle molto alle donne della Fiera per scoprire il fatto che
Julian
Larson stava gironzolando nelle vicinanze, senza guardie del corpo e
praticamente non protetto salvo per i ragazzi di Stuart che
probabilmente non
avevano idea delle reali conseguenze di quello che succedeva quando lui
compariva
in un area pubblica.
Le prima due ragazze che realizzarono chi era quasi si ruppero il collo
per
squadrarlo mentre dimenticavano i rispettivi ragazzi. Julian si era
momentaneamente tolto gli occhiali scuri per sfregarsi gli occhi-non
aveva
dormito molto la notte dopo che aveva pensato e ripensato al lasciare
la
Dalton. Alla fine, il risultato era prevedibile, “Che
casino-sono stanco. Ho
chiuso.”
I suoi impegni, il suo lavoro, la sua vita forse erano davvero
stancanti alla
luce di tutte le lampade alogene di Los Angeles, ma era meglio che
bruciare
sotto il disprezzo di Logan. Perché diavolo erano perfino
amici comunque?
Questo era quello a cui stava pensando quando si avvicinò a
una delle
bancarelle di cibo e provò a trovare qualcosa da mangiare.
Una ragazza vicino
lo stava fissando e sussurrava qualcosa alle sue amiche. Dopo qualche
gomitata ,lei
si avvicinò, mantenendo una prudente distanza, ed
educatamente chiese se era
Julian Larson.
E se diceva no? Lei conosceva la risposta, la domanda era solo per
formalità.
Quindi le disse che lo era. Dopo che il gruppo gli chiese gentilmente
di
firmare le loro maniche e di fare un paio di scatti con la macchina
fotografica
del cellulare (i ragazzi che lavoravano alla bancarella di cibo
ridacchiarono
per tutto il tempo), era solo una questione di tempo prima che le cose
precipitassero.
Il cibo di Julian non venne toccato dato che sciamarono più
vicini ,il piccolo
gruppetto che gradualmente s’infittiva. Una persona non
sarebbe stata in grado
di percepire che lui dentro era davvero in tumulto dovuto al pessimo
inizio di
giornata e al fatto che era affamato. Quando Julian era “in
onda”, lo era per
davvero. Erano in troppi che ben esercitavano a Hollywood
per fare
diversamente.
Fu così che i membri del fanclub
ufficiale di Julian Larson che
pervadevano la fiera si resero conto di quello che stava succedendo.
Aveva letteralmente un paio di secondi per scappare.
Anche la sicurezza della fiera si accorse di quello
che stava succedendo
ma non potevano fare poi molto mentre provavano ad intervenire, e
Julian aveva
bisogno di scappare finché poteva.
Fu allora che incontrò Adam.
La mano che afferrò il polso di Julian
era incredibilmente forte, per
appartenere a qualcuno che aveva proprio la sua altezza e taglia. Il
ragazzo
della Dalton che l’aveva afferrato attraverso la folla lo
stava tirando avanti
con forza così velocemente che Julian pensò di
cadere.
“Dai!” fu il sibilo del ragazzo
che indossava l’uniforme della Dalton
sotto il suo spesso cappotto nero.
Mentre le guardie di sicurezza provavano a calmare
tutti-nessuno era
molto contento, ovviamente e qualche ragazza aveva inseguito
l’attore- l’alto
ragazzo dai capelli neri che aveva preso Julian saltando in mezzo alla
folla, si
tolse il suo cappellino da sci e lo mise su Julian nel tentativo di
camuffare
la sua chioma fin troppo ben riconoscibile.
“Chi diavolo sei tu?”
domandò Julian mentre loro due si spingevano
ansimando in un vicolo vicino all’edificio sud e a quello
principale, fra
parentesi lo stesso posto dove Karofsky aveva portato Kurt diverso
tempo prima.
Loro adesso stavano provando a riprendere fiato, ansimando, e Julian
provò a
osservare il suo improbabile soccorritore. Sembrava avere la sua
età, era più
alto e con le spalle po’ più larghe. Il ragazzo
stava sorridendo, ma
ciononostante sembrava imbarazzato. “Adam Clavell,”
rispose, la voce che
suonava profonda.
Julian lo squadrò.
“Perché sei in uniforme?”
“Mi sono appena trasferito; non sapevo
che non dovevamo indossare
l’uniforme oggi. E poi non mi sono potuto preoccupare di
cambiarmi.” Il suo
distintivo era visibile sul suo risvolto. Un ragazzo di Hanover.
“Si beh…” Julian
provò a riprendere fiato. “Grazie per avermi
salvato, credo.”
“Le star del cinema conducono delle vite
pesanti…” sospirò Adam, tirando
fuori una sigaretta e mettendosela tra le labbra. Le sue mani erano
pallide e
tremanti, scoperte all’aria fredda mentre alzava il suo
accendino.
Julian lo guardò ,e lui
sembrò notarlo. “Oh. Scusa. A te non piace quando
le persone ti fumano vicino.” Pestò la sigaretta
sotto il piede.
“Come lo sai?” Julian
sollevò un sopracciglio.
Adesso Adam lo guardava più imbarazzato,
abbassando i suoi occhi grigi.
“Scusa. Io…suppongo di essere anch’io
uno dei tuoi fan.”
Julian sbuffò mentre si poggiava alla
costruzione in mattoni. “Dalla
padella alla brace…” lo guardò con
divertimento. “Mi hai portato qui per un
colloquio privato?”
“Non proprio…”
rispose Adam con un alzata di spalle. “Prima di tutto ho
già il tuo autografo. Tu non te lo ricordi ma me ne hai
fatto uno molto tempo
fa nella seconda stagione di Something Damaged. È stata la
prima volta che è
stato annunciato che stavi per diventare un personaggio
fisso.”
Le labbra di Julian si arricciarono in un
sorrisetto. “Tu sei mio fan.”
Adam lo guardò dispiaciuto.
“Lo so, sono spaventoso.”
L’attore adesso si chiese su quale sponda
stesse quel ragazzo, dato che
la maggior parte dei ragazzi erano più interessati alle
belle ragazze del cast
dello show. Ma gli importava davvero?
“Comunque…” Julian si sollevò
e si guardo
intorno. “La marea di ormoni furiosi è
andata.” Si tolse lo stupido cappello
dalla testa e lo lanciò ad Adam. “Grazie per il
salvataggio. Io vado.”
“Hey aspetta.” Adam gli si
avvicinò e tirò fuori un paio di sandwich
dalle tasche e glieli porse. “Non hai mangiato. Ho visto
quelle ragazze
saltarti addosso. Tieni.”
Tacchino. Il preferito di Julian.. ovviamente il
suo fan sapeva cosa gli
piaceva. A dispetto di sé, si sentiva divertito per questo.
Gli fece un cenno, porgendogli
l’altro sandwich. “Andiamo a prendere qualcosa da
bere con questo.”
Il viso di Adam s’illuminò.
“Oh. Okay.”
Julian emerse dal vicolo, seguito da Adam, che
sembrava più imbarazzato
ora che non stava più galoppando come un cavallo per i
terreni ,e mentre
camminavano, Julian vide Kurt, Reed e un gruppo di ragazzi sconosciuti
che non
riconobbe. Kurt era l’unico seduto. Gli altri lo circondavano.
“Hey, ti dispiace se facciamo un salto
alla tenda informazioni?” borbottò
Julian.
“Perché?”
“A un amico forse piacerebbe sapere che
la sua
‘diva’ è stata intrappolata.”
“È questo che è
successo?” disse in fine Mercedes, guardando in cagnesco
giù verso Kurt dopo la lunga e tesa storia che era
finalmente finita.
“Proprio così,”
sospirò profondamente Kurt, le braccia incrociate sul
petto.
“…Okay quindi-adesso io non so
quale di voi due io voglia condire e fare
al forno per primo.”
Avevano cominciato a parlare quando avevano
iniziato a camminare, camminare
ma non potevano andare in un posto nella Fiera abbastanza tranquillo
dove
potessero veramente parlare di tutto. Ogni volta che si spostavano in
un altro
posto ,qualcos’altro succedeva lì-una trappola
dopo l’altra nella scuola che
sembrava labirintica-finché non avevano cercato riparo
vicino all’edificio sud
e a quello principale che non era così frequentato.
Reed era arrivato con un po’
più di membri del Glee club del McKinley
(perché onestamente come poteva non scorgere la testa di
Finn spuntare oltre le
spalle del resto della folla?). In presenza alla riunione
c’erano Rachel ,Mercedes,
Santana e Finn, ma gli altri rimanevano dispersi nella fiera. Non aveva
neanche
potuto localizzare Blaine-che stava probabilmente in mezzo al frenetico
gruppo
di pronto soccorso, apparentemente preso da un fascio di ragazzi che
avevano
mangiato qualcosa nella fiera che li faceva correre in bagno ogni
quindici
minuti.
L’intero gruppo alla fine
cercò riparo su alcune panchine poco
frequentate vicino all’edificio sud e a quello principale, e
finalmente gli
eventi furono pienamente raccontati, incluso quello che era successo
nella
hall, nella caffetteria, e in punizione.
“Quindi tu non ti esibirai
nemmeno?” chiese Rachel, suonando quasi più
compassionevole sulla perdita della ribalta che non del litigio con il
fidanzato. Kurt la guardò incredulo ma disse, “No,
non lo farò. Nessuno di noi
lo farà.”
“Penso che dovrei parlare di nuovo con
quel Logan,” disse Finn, un
cipiglio inciso in profondità nella sua fronte.
“No!” disse Kurt immediatamente
,fissandolo duro. “Lascialo stare. È
finita.”
“Non è finita
finché non lo dirò io,”
sbottò Mercedes. “Adesso non mi
preoccupo di un alto, biondo modello dell’Abercrombie
laggiù nella tenda-mi
preoccupo di quanto sia stupido questo litigio tra te e il tuo
ragazzo.”
Kurt fece una leggera smorfia. Il termine
“il suo ragazzo” era stato
applicato a Blaine dai suoi amici per la prima volta e sembrava come
un’accusa.
guardò in cagnesco su verso di lei e ribatté,
“Avrei almeno pensato che tutto
fosse dalla mia parte qui. Penso di aver fatto una bella osservazione
della
fiera-che lui ha fatto due standard diversi e che non ho fatto niente
degno di
essere accusato di adulterio. Perché comparato a qualcuna
delle buffonate che
tutti voi avete fatto…” sollevò un
sopracciglio. All’assalto spietato della
verità, alcune delle facce dei suoi amici si colorarono di
un profondo cremisi,
in vari gradi di imbarazzo e collera interiore.
Fu Finn che sospirò e si sedette accanto
lui e disse, “Senti, non stiamo
dicendo che anche quello che ha fatto lui è
giusto.” Scrollò un po’ le spalle.
“Cioè, quella è stata una cosa davvero
da stronzi da fare e non avrebbe dovuto
scoppiare con te in quel modo.”
“Stiamo solo dicente che questo non si
risolverà se entrambi non vi
confrontate con l’altro e se tu non gli dici quello che stai
dicendo a noi
adesso,” fece Mercedes.
“Scusatemi, non l’ha
già fatto questo?” Santana sollevò un
sopracciglio.
“E questo era il risultato finale. Che cosa volete, che
abbiano il loro
festival-delle-risate nel bel mezzo della Fiera?”
“Ok bene ,è tempo per voi due
pugili di avere il secondo round,” Mercedes
alzò un sopracciglio “E questa volta, entrambi
dovete ascoltare all’altro e
provare a vederla dal punto di vista dell’altro.”
“Ho provato a vederla dal suo punto di
vista nei giorni passati,”
borbottò Kurt, le braccia incrociate al petto.
“Allora dovrebbe essere
facile.” Lo guardò in cagnesco Mercedes.
“Hai detto che volevi parlare,”
aggiunse Reed piano, guardando il suo
amico. “E sono abbastanza sicuro che Blaine non vorrebbe
ignorarti. Penso che
anche lui ti voglia vedere.” Si sedette affianco a Kurt
dall’altro lato. “Il giorno
dopo che voi avete litigato ,l’ho visto stare fermo davanti
alla sua porta come
se ti stesse aspettando. Sembrava…un po’ distrutto
quando gli ho detto che tu
saresti andato avanti.”
Kurt gli lanciò una piccola occhiata,
poi ai suoi amici, che lo guardarono
con aspettativa. “Ok, ma posso chiedervi una cosa
-c’è qualche ragione per cui
tutti voi mi state addosso in questo modo?”
“Kurt, noi abbiamo visto
quant’eri felice…” rispose Rachel con
un’alzata
di spalle. “Vogliamo solo essere sicuri che tu resti
così ok?” lei sorrise.
“Onestamente adesso,” Mercedes
sollevò un sopracciglio. “Non puoi dirmi
che una piccola parte della ragione per cui te la stai prendendo adesso
è
perché è il giorno di San Valentino e voi due
state litigando.”
“A me non piace neanche il giorno di San
Valentino.” Fece presente Kurt.
“Ma ti piace lui, giusto?”
Mercedes sorrise quando si scontrò con un
silenzio glaciale e un’occhiataccia da parte del suo amico.
“Ok, dai.” Lo
spinse in piedi. “Andiamo a cercarlo, e poi andremo in fondo
a questo.”
“Adesso posso andare a parlare con
Logan?” chiese Finn, sempre con un
cipiglio di disapprovazione. “Per essere sicuro che ne resti
fuori?”
“No ,Finn,” Kurt
sospirò esasperato. “Ho già urlato
contro di lui nella
hall, penso che abbia afferrato l’idea.” Le ragazze
lo fissarono e rotearono
gli occhi. “Uno dei miei momenti meno eleganti, ma ero di
pessimo umore al
momento. Non l’ho neanche visto tutto il
giorno…”
“Beh sembrava un po’
giù di morale quando l’abbiamo visto,”
disse Rachel,
sbattendo le palpebre. “Suppongo che abbia
funzionato.”
Ovviamente avrebbe funzionato, Kurt lo sapeva
quello. Era arrivato al
punto con Logan in quel modo perché sentiva che era
l’unico modo per farsi
ascoltare da lui. E forse avrebbe dovuto essere deciso sin
dall’inizio, ma
aveva sempre sentito che metà del perché Logan
fosse così insistente era la sua
condizione. Doveva iniziare a ricordare a sé stesso che il
motivo era solo una
parte di quello-e che il resto di esso era anche il Logan che voleva la
sua
strada e l’avrebbe ottenuta se avesse potuto.
Ma non se n’era preoccupato. Si era
preoccupato di come questo avrebbe
potuto influenzare quello che sentiva così forte per lui.
“Oh no tu non lo fai,” Mercedes
gli lanciò un’occhiata mentre lo tirava
avanti. “Posso dirti a che cosa stai pensando e tu non
complicherai questo
adesso. Primo, ci occupiamo di te e Blaine ,e poi ci occupiamo di lui.
“Dovremmo anche trovare gli altri prima
che facciano qualche pasticcio in
questo posto-che gli è successo, comunque?”
bofonchiò Rachel, guardandosi
intorno.
“Li abbiamo persi dopo che Britt ha
iniziare a spingere Artie per la
fiera sovreccitata.” Santana roteò gli occhi, ma
li tenne sul telefono. Lo
squadrò mentre leggeva un messaggio. “Aspettate.
Sembra che lei sia nella tenda
del pronto soccorso con gli altri.”
“Come mai?”
“Cosa ne so? Tutto quello che ha detto
è che Artie e Tina hanno mangiato
qualcosa di cattivo.”
Finn la guardò confuso e preoccupato.
“Non capisco-tutto quello che li ho
visti mangiare erano quei biscotti al cioccolato.”
Kurt lo guardò sorpreso.
“Biscotti? Quali biscotti?”
Perplesso, Finn tirò fuori una busta
trasparente di biscotti dalla tasca
della sua giacca e glieli porse. “Questi.” Kurt li
afferrò e li fisso.
Sembravano quasi esattamente come quelli che faceva per la casa di
Windsor.
Finn aggiunse, “Li abbiamo avuti da una delle bancarelle blu
a righe dorate.”
Kurt fece una smorfia-sentire di qualcosa che
veniva dai blu e oro non
era quasi mai una buona notizia. E poi all’improvviso Finn
poggiò la mano sullo
stomaco come se fosse stato colpito nelle budella.
“Veramente…A pensarci
bene…Non mi sono sentito tanto bene da quando noi-“
Mercedes si ritrasse quando un rumoroso borbottio
provenne dallo stomaco
di Finn. “Andiamo,” Kurt sospirò
profondamente e prese il gomito di Finn
spingendolo via. “Alla tenda del pronto soccorso.”
“Oddio,” Rachel fece un
sorrisetto. “Hai detto che Blaine era in
servizio-forse dovremmo correre da lui.”
“Penso che sia meglio che io vada al
bagno…” gemette Finn, diventando
pallido.
“No, andiamo a vedere se possono darti
qualche medicinale prima…”
insistette Kurt, spingendolo avanti. Lo stomaco di Finn emise un altro
agghiacciante gracidio e il gruppo immediatamente gli creò
il vuoto intorno.
“Oh, Finn, quel suono era davvero
brutto…” fece una smorfia Rachel mentre
Kurt li conduceva indietro per i terreni della fiera. Finn stava
cominciando a
lamentarsi come una mucca morente.
Fu a quel punto che Kurt notò una faccia
familiare nella folla e
immediatamente catturò la sua attenzione.
“Charlie! Hey, Charlie!”. Sventolò la
mano per avere la sua attenzione sopra le teste della folla.
Il prefetto, sembrando solo leggermente logorato
,guardò su e corse da
lui. “Hey ,Kurt.” Guardò Finn.
“Cos’ha questo ragazzo?”
“Un’altra vittima della guerra
dei gemelli,” brontolò Kurt. “Sono i
biscotti. Sono i biscotti, Chaz -è meglio se li togli dalle
bancarelle.”
“Ho dei seri dubbi sul fatto che i
gemelli abbiano qualcosa a che fare
con questo-loro amano fottutamente i tuoi biscotti,”
borbottò Charlie, lanciando
uno sguardo a Finn mentre staccava il suo walkie talkie dalla cintura
per
avvisare l’altro prefetto.
“Ma Drew e Satoru potrebbero aver deciso
di fare una loro infornata e
questo è il risultato finale.”
“Quante volte devo dire a voi ragazzi di
non provare e servirvi senza
un’appropriata supervisione?” chiese Kurt.
“Non dirlo a me, Kurt, loro sono gli
unici che-“
“Amico” Finn quasi
urlò a Charlie. “Il bagno!
Dov’è?”
Charlie lo fissò. “Devi
entrare in quell’edificio-“ indicò.
“Sud e
principale-tutti i gabinetti sono pieni-“
Finn si staccò da Kurt e corse
così veloce che qualcuno avrebbe potuto
pensare che stava correndo per un touchdown dell’ultimo
minuto, evitando la
gente nel passaggio che non sembrò troppo seccata-segno che
doveva essere stata
una cosa comune per tutto il giorno. “Hehe abbiamo perso
Finn,” ridacchiò
Santana.
“Parlando dei gemelli,” Charlie
guardò Kurt con aria preoccupata. “La
devastazione che hanno fatto è quella apparentemente di
lanciare palloncini di
vernice alle persone, quindi
fareste
meglio a stare attenti. Penso che stiano provando a fare
pubblicità alla loro
bancarella di palloncini di vernici come una specie di vendetta di San
Valentino. Il tuo fidanzato e suo fratello sono stati colpiti davvero
in modo
brutto.”
Sia Reed che Kurt fecero una smorfia.
“È stato così brutto?” chiese
Reed.
“Risponditi da solo-
c’è Shane proprio adesso.”
E c’era Shane, arrivato a fermarsi a
diversi passi di distanza da loro, per
lo più pulito ma i suoi vestiti non potevano essere
salvati-i suoi vestiti come
i grembiuli da pittura di Reed dopo una sessione no stop di pittura.
I suoi capelli avevano ancora tracce di pittura e
Shane sembrava
spaventato possibilmente perché non si aspettava di trovarli
proprio lì. Kurt
guardò le sue condizione incredulo.
“Oh Shane…” lo
fissò Reed, sbalordito, guardandolo dalla testa ai piedi.
“Che è successo?”
“Questa è perfino la versione
pulita,” si lamentò Shane, sembrando
dispiaciuto. “Penso di aver inalato un po’ di
quella roba.”
“E Blaine?” suggerì
Kurt, incapace di sopportare l’idea che Blaine
potesse dover andare in giro con un aspetto peggiore di quello di Shane
in quel
momento.
“Penso che sia alla tenda del pronto
soccorso,”
A questo, Rachel e Mercedes tirarono Kurt per i
gomiti. “In questo
caso-andiamo!” Le due dive sorrisero mentre il terzo le
guardava in cagnesco
prima di attaccarsi alla spalla di Reed e fare un cenno a Shane. Reed
diventò
cremisi e gli rivolse un occhiata da “Me la paghi,”
mentre gli studenti del
McKinley portavano via il loro ex-compagno.
“Buona fortuna,”
sbuffò Charlie, dando una pacca sulla spalla a Reed
prima di correre via anche lui, presumibilmente per andare a urlare
contro i
due infedeli venditori di biscotti, lasciando Shane e Reed
lì insieme.
Si guardarono l’un l’altro, e
Reed arrossì, scostando lo sguardo.
“Um…”
“Uh…” Shane si
grattò la nuca, sembrando imbarazzato. “Dovrei
cominciare
a strisciare adesso?”
“Cosa?” Reed sbatté
le palpebre.
“Io…ho davvero fatto un casino
in questi ultimi giorni, mi dispiace. E ti
avevo detto che sarei stato a tua completa disposizione,
e…ovviamente non lo
sono stato, sono stato davvero idiota e ho solo finito per
turbarti-dato che
non hai risposto alle ultime quarantotto chiamate che ti ho fatto
e…e…e sto di
nuovo parlando troppo.” Shane si lasciò il viso
tra le mani.
Reed lo guardò un poco.
“…dovresti stare in piedi in
questo modo? Stai zoppicando un pochino.”
“Io? Nah-sto bene! Sto alla grande,
imponente-riguardo a quello
strisciare-”
“Shane.” Reed
aggrottò la fronte.
“Sono stato concentrato su fare tutto
meglio questa volta,” sospirò
finalmente Shane. “Volevo portarti alla fiera senza
stampelle. Ma sai quanto io
sia sbadato e quanto mi distraggo facilmente-quindi ho messo via il
telefono
per potermi concentrare solo a stare meglio e a non
tormentarti.”
Scosse la testa. “Avrei dovuto pensare
attraverso quello un po’ di più.
Non ho pensato che tu potessi chiamarmi… Ho immaginato che
Blaine mi avrebbe
assillato per controllarmi ,ma-perché sto ancora parlando?
Sentiti libero di
farmi stare zitto in ogni momento ,Reed, seriamente-”
Reed rise un po’,e Shane alzò
lo sguardo con una scintilla di speranza.
“Hey, ti ho fatto ridere. È
una buona cosa?”
L’artista roteò solo gli occhi
con un piccolo sorriso. “Tu sei davvero
pazzo.”
“Blaine me lo dice spesso. Ma soprattutto
in questi giorni è per te che
sono pazzo quindi…”
Reed diventò di una profonda sfumatura
cremisi che gli fece temere che
gli fosse scoppiato un vaso sanguigno. Shane stava cominciando a
sorridere di
nuovo alla vista di esso e Reed lo guardò. “Stavo
per perdonarti ma se devi
ridere a mie spese-”
“Okay, scusa! Scusa!” Shane gli
disse in fretta, sorridendo.
“Smettila di sforzare il tuo piede-vai a
sederti o altro,” gli disse
Reed.
“Il mio piede sta bene,” lo
scacciò Shane. “Ho detto che ti avrei portato
alla fiera, e ti ci sto portando.”
“Siamo già alla fiera,
Shane.”
“Allora divertiamoci!” Shane
afferrò la sua mano
e lo spinse nella folla. Reed non riuscì a trattenere un
sorriso
all’eccitazione del più giovane degli Anderson-e
si chiese perché nel mondo
alcune cose non potessero essere semplici come quella tutte le volte.
Charlie gli lanciò una breve occhiata e
guardò Shane e Reed muoversi.
Sorrise tra sé e sé. Suppongo che quello fosse
una vittoria. E allora rivolse
la sua attenzione di nuovo a Wes ,che stava aiutando a riparare una
delle
arcate che i gemelli avevano sfondato nei loro scherzetti
più primitivi.
“Dannazione ,Chaz, ci stiamo lavorando a
morte adesso!” protestò Wes, agitando
e quasi colpendo il prefetto di Windsor con il martello mentre lo
faceva. “Come
dovrei sapere dove sono i gemelli? Hai controllato nella loro
bancarella dei
palloncini di vernice o nella loro Casa degli Specchi?”
“Ho già
controllato.” Perché i gemelli avessero due
attrazioni (e come
loro riuscissero a gestirle) andava oltre la comprensione di Charlie,
specialmente
perché loro non erano evidentemente a nessuna delle due. I
palloncini pieni di
vernice erano stati lasciati da soli in un enorme cesto sotto il
controllo
della bancarella vicino. Con l’arsenale lasciato
completamente solo, Charlie
stava iniziando a preoccuparsi che i gemelli avessero deciso di
cambiare
tattica e fare qualcos’altro di più dannoso.
“Non sono lì, e non sono nella
Casa degli Specchi che hanno messo su a
Orione. Non vedo perché-dato che è una delle
più popolari oggi. Ma le montagne
russe di Hanover ci stanno ancora uccidendo. La loro fila sta salendo
sulle
gradinate.” Charlie si lamentò con sé
stesso. Se avessero continuato in quel
modo, Hanover avrebbe vinto per il terzo anno di seguito.
“Beh non so,” alzò
le spalle Wes. “Potrebbero essere ovunque-loro amano
la Fiera. Personalmente, penso che sarei lì fuori a cercare
Kurt e Blaine. Per
quanto mi piace farmi il culo
lavorando nel giorno di San Valentino…” fece una
smorfia mentre si alzava. “…Mi
preoccupa che non abbiamo ancora fatto pace.”
“Beh, Justin tiene Logan chiuso nella
bancarella delle
informazione-dovrebbero poter parlare senza interruzioni se ne avessero
la
possibilità,” alzò le spalle Charlie.
“A proposito di
Justin…” Wes martellò il cartello a
posto. “Digli che il
nuovo ragazzo di Hanover lo sta cercando.”
Questo fece alzare lo sguardo di Charlie.
“Il nuovo ragazzo di Hanover?
Intendi Adam?”
“No, l’altro,” Wes si
pulì le mani sui jeans.
“L’altro?” Justin
aveva detto che di recente avevano una nuova persona ad
Hanover ,e che questa era il tranquillo Adam Clavell che ancora non
avevano
sentito parlare molto.
Ma Wes scosse la testa, sembrando stanco.
“Quello basso. Dello scambio
culturale. Qual era il suo nome? Laurel?”
Charlie fissò Wes, sbigottito.
“Cosa?”
Wes si guardò intorno un po’
impaziente e indicò. “Lui. Proprio
lì!”
Charlie si voltò per vedere un ragazzo
basso in un’uniforme della
Dalton-uno dei pochi che indossava l’uniforme-che sembrava
troppo grande per
lui, correre via da una delle bancarelle, provando a vedere oltre le
teste
delle persone. Mentre correva, teneva una mano sul cappuccio sulla sua
testa.
Faceva molto Oliver Twist.
Charlie scosse la testa con un sospiro esasperato
mentre staccava il suo
walkie talkie dalla cintura. “Hey Wes, perché non
ti prendi cinque minuti o ti
fai un giro con David o altro?”
Wes borbottò con un respiro
,“è con Katherine. E io non ho una ragazza.
Non pensavo che fosse educato interrompere.”
“La gelosia non ti dona.”
Charlie evitò il calcio di Wes e parlò nel
walkie talkie mentre usciva dal piccolo banco. “Hey ,Hanover!
Sei vivo?”
La trasmittente gracchiò in risposta
mentre la voce di Justin arrivava
attraverso il canale. “Che
c’è?”
Charlie stava camminando velocemente attraverso la
folla, gli occhi che
seguivano velocemente il “ragazzo di Hanover” che
si stava guardando intorno.
“Dove sei?”
“Alle bancarelle del cibo. Sto morendo di
fame. Tu vuoi qualcosa?”
Si stava avvicinando al ragazzo adesso, che
sembrava distratto dalla
vicina bancarella di lancio degli anelli. Scosse la testa con un
sospiro mentre
si avvicinava alla sua preda in silenzio.
“Io? Vorrei che venisse qui vicino alla
fila dei giochi di lancio degli
anelli.”
“Problemi?”
“Per te, si.”
Finalmente arrivò al suo ovvio piccolo
obiettivo. Charlie immediatamente
si avvicinò e afferrò il ragazzo dal retro del
blazer , tirandolo indietro.
“Hey!” fu l’oltraggiato strillo-che era
solo un po’ troppo acuto.
Charlie sorrise, afferrando il blazer fermo dato
che sapeva che avrebbe
potuto metterci dei soldi sulla sua impressione. “Il cappello
era un bel
tocco,” disse in modo casuale.
“Fammi andare giusto un minuto,
Charlie!” un sacco di capelli biondi
vennero giù mentre il cappello veniva fatto cadere con tutte
le furiose lotte
da parte del più piccolo. Un paio di occhi blu fissarono,
mentre il viso a
cuore era rosso dall’umiliazione.
“Charlie, che succede?”
domandò Justin.
“Justin?” catturò un
ansimo spaventato nella sua voce.
Charlie sospirò e alzò il
ricevitore di nuovo. “Vieni a prendere tua
sorella, Hanover.”
“Dannazione, Laura!”
“Guarda ,ragazzina-“
cominciò Charlie.
“Sono solo un pochino più
piccola di te ,grazie tante, e sarebbe meglio
se tu lo ricordassi,” Laura Bancroft lo fissò.
“Adesso lasciami andare.”
“Ok.” Charlie la
lasciò in modo poco cerimonioso-Laura cadde in piedi e
si spazzolò.
Justin suonò imperioso.
“Laura, stai ferma lì dove sei-sarò
lì in un
attimo e sarà meglio che tu abbia una buona spiegazione per
questo.”
La giovane ragazza sembrava davvero frustata e
incrociò solo le braccia ,lamentandosi.
“Questo è veramente ridicolo! Una ragazza non
può più andare a un evento
pubblico?”
“Tu dovresti essere a Londra,”
le ricordo Charlie. “E tu lo sai. Non puoi
semplicemente attraversare l’Atlantico quando ti va, Laura. E
viaggiare da sola
può essere tutto meno che sicuro per te.”
“Non sono una bambina,”
mugugnò Laura.
Charlie sospirò alla sorella del suo
migliore amico. Quella non era la
prima volta che Laura metteva su un tentativo di infiltrarsi alla
Dalton, e si
domandò perché i suoi genitori la lasciassero
ancora andare in giro così
liberamente per qualcuno che si supponeva essere a scuola. Forse le
mancava
solo suo fratello. Sollevò il walkie talkie
un’altra volta. “Hanover, lascia
stare ,stai lì ,veniamo noi da te.”
Poi fece un cenno a Laura. “Dai. Andiamo
a prenderti qualcosa per
pranzare prima che Justin ti faccia una lavata di capo di
nuovo.”
Laura si illuminò immediatamente-di
solito poteva contare su Charlie per
essere un po’ meno rigido di suo fratello. “Oh,
bene. Possiamo prendere quei
biscotti che sembra che mangino tutti?”
“No.”
“Cosa vedo,” fissò
sorpreso Dwight, vedendo Charlie camminare con la
bassa ragazza bionda che appariva al di sotto del cappello.
“Charlie si è preso
un ‘fiore parlante’.”
“Non per forza,” dissero in
coro i gemelli con un sorriso. “Quella è
Laura Bancroft.”
“Bancroft-la sorella di Justin?”
“Uh huh. Ci piace lei. È
matta.” Entrambi adesso guardavano il Cacciatore
che si era aggirato furtivamente per la fiera anche se detestava essa e
la sua
capacità di ammassare cuori con tutta la sua anima.
“E tu che ci dici, piccolo
Cavaliere? Non galoppi dietro una fanciulla della fiera per i fatti
tuoi?”
“Se fosse così facile ,lo
starei facendo proprio adesso,” ribatté Dwight.
“Ma no, il dovere chiama. Ho scoperto alcune vibrazioni
davvero molto negative
proveniva da certi punti in questa fiera e ho intenzione cercarle e
sterminarle
per il bene di chiunque si trovi qui. Ed ecco perché vi ho
portato.”
I gemelli lo fissarono. Dwight roteò
solo gli occhi e fece voltare i
gemelli davanti-indicando attraverso l’area dello stadio dove
al momento, era
in atto la competizione di danza.
Nella magnifica tradizione di provare a vedere la
cosa più folle e al
limite più imbarazzante che una persona potesse fare per
amore del dare agli
altri importanti uno smagliante giorno di San Valentino ,un paio di
ragazzi
avevano scelto di organizzare un evento nella Fiera che avrebbe fatto
ballare
le persone per vincere una cena romantica tutta pagata a un ristorante
francese
davvero caro. Un gran numero di coppie ci stavano provando (la maggior
parte
dei ragazzi era trascinata dalle loro fidanzati che sarebbero morte per
avere
un elegante cena romantica)-ma c’era di sicuro
un’interferenza nella Forza, come
aveva detto Dwight.
Gli era capitato di essere nella zona quando era
successo il disastro.
Primo erano apparsi una coppia di ragazzi afro-americani, ed erano
stati i
primi a chiedere perfino una certa canzone che fosse suonata per la
loro danza.
Questo non era contro le regole, e la squadra dello stadio aveva
acconsentito.
Mentre “She’s a
Genius” dei Jet iniziava a uscire dagli amplificatori ,la
coppia cominciò in effetti a distruggere tutte le altre
coppie che al momento
stavano gareggiando. Loro ballavano senza un pizzico di imbarazzo e
potevano
davvero muoversi. L’applauso che raccolsero
eliminò le altre coppie dalla gara.
Mentre una folla si formava lentamente per guardare
la coppia di
ballerine ,loro erano “affrontati” da una coppia
diversa-questa volta una
bionda ragazza carina e un agile ragazzo pantaloni larghi e enormi
scarpe da
tennis. Affrontavano i due con dei sorrisi luminosi, per niente
intimiditi. E
mentre i primi due ballavano, la folla urlò stupita quando
la nuova coppia
uguagliò i loro movimenti proprio prima di tirar fuori il
proprio stile di
danza-che coinvolgeva alcuni mosse acrobatiche. La ragazza bionda era
particolarmente brava e il ragazzo forte con lei poteva facilmente
lanciarla in
aria in flips.
La prima coppia dell’invasione dei Pure
Energy (Devon e Shay) stavano
ridendo ai due acrobati (Leo e Mia) e non sembravano per niente
intimiditi.
Loro risposero con una sequenza di mosse di danza di hip-hop freestyle
prima
che entrambe le coppie finissero facendo le stesse esatte mosse di
danza.
Ormai Dwight aveva riconosciuto chi erano davvero
quei ragazzi che
avevano invaso la pista da ballo. Dopotutto aveva visto il video
durante
Capodanno. Aveva trovato i movimenti familiari. Se non era stato sicuro
prima
che quelli fossero i ragazzi dei Pure Energy, ne fu certo quando vide
l’espressione sulle facce dei gemelli.
“Che ci fanno qui…?”
sibilò Dwight. “Sono delle spie? Ci stanno
spiando?”
“Oh questo non è
spiare…” disse Evan con un piccolo, gelido sorriso
sul
volto, guardando le due coppie sulla pista muoversi.
“Questa è una sfida,
penso,” sorrise Ethan nello stesso modo.
“Scusatemi…” una
ragazza alta e bruna passò davanti ai gemelli con un
sorriso-lei li guardò come se quello sguardo fosse riservato
proprio a loro-e
camminò dritta attraverso la folla e verso le coppia al
centro della pista.
Senza esitazione ,si esibì in una serie di salti
all’indietro sulle mani che la
fecero atterrare al centro del gruppo e ballò in mezzo a
loro, mettendosi a
caro e integrandosi senza discontinuità nelle loro mosse di
danza. La folla
applaudì e strombazzò mentre la squadra dello
stadio confusa li fissava, non
sicuro di cosa fare esattamente a questa improvvisa invasione di
ballerini.
Mentre Brie ,il capo, si esibiva in una mossa
particolarmente complicata
con Shay e Mia prima di gettare i capelli indietro e sorridere
direttamente ai
gemelli.
I gemelli sorrisero un po’ di
più. “Oh, quindi è così
,huh…?”
“Di cosa state parlando?”
chiese Dwight.
“Si stanno mettendo in mostra giusto un
pochiiiiiiino,” disse Evan, voltandosi
con il suo gemello e camminando a grandi passi.
“Hey aspettate!”
protestò Dwight. “Ve ne volete andare e lasciarli
fare
in questo modo? Vi hanno sfidato!”
“Oh non gliela lasceremo passare
liscia,” lo assicurò Ethan. “Resta qui,
Dwight,
prova a trattenerli nel tuo mirino se puoi-torniamo subito.”
“Cosa? Dove state andando?”
I gemelli sorrisero solo. “A radunare
qualche Momeraths
(http://static.tumblr.com/2a95c4b680e3aebedbbef424e7b14555/kdiqgbf/J8Gmh93gv/tumblr_static_momeraths-2.jpg , sono questi cosini ballerini di alice nel paese
delle meraviglie),
ovviamente.”
Derek corse davanti ai gemelli-ero preoccupato
riguardo a quei subdoli
sorrisetti che avevano sui loro visi, ma era molto più
preoccupato di salvarsi
la pelle. Corse tra le persone delle fiera finché non
notò qualcuno di
familiare e si gettò da lui.
“Derek, ma che cavolo
c’è?” Julian domandò mentre
il suo ovviamente più
massiccio amico al momento si riparava dietro di lui da tutte le
persone ,attaccandosi
al cappotto di Julian. Adam lo guardò un po’
allarmato, ma Derek disse
immediatamente, “Jules! Te lo giuro su dio ,tu devi
salvarmi-“
“Adesso cosa hai fatto?”
sbuffò Julian ,alzando un sopracciglio. “Dimmi
che non è Tabitha.”
“Fosse solo Tabitha. Heather e Louise mi
hanno già visto. E io ho già
sentito che una coppia di mie ex mi stanno fottutamente cercando in
zona. Sono
al limite qui, amico!”
“Chi è
questo…?” chiese Adam, guardando Julian confuso.
“Un morto che cammina, a quanto
pare,” increspò le labbra verso l’amico,
che
si stava ancora aggrappando a lui. Roteò gli occhi con finta
saggezza-tipo
pazienza. “Questo è davvero patetico ,D, penso
solo che dovresti saperlo.”
“Adam, non provare neanche a
rimproverarmi-ti ho visto correre per salvarti
prima.” Derek allora fece un cenno ad Adam. “Eri
tu, vero? Bel salvataggio, ragazzo
di Hanover.”
“Grazie,” lo fissò
Adam, ancora un po’ perplesso da lui.
“Um…il mio nome
è Adam, comunque.”
“In ogni caso,” Derek
riportò lo sguardo su Julian ,che stava cercando di
seguire come l’attore riprendeva a muoversi. “Dove
state andando? Perché sei
all’aperto dove sei un obiettivo gigante per ogni fangirls
nella fiera?”
“Non siamo antilopi,”
ribatté Julian. “Sto tornando alla tenda
informazioni, per dire a Oh Quello Burrascoso seduto lì che
un certo qualcuno
che ha ossessionato è insieme ad un gruppo di ragazzini di
bassa lega da
qualche altra scuola.”
Derek sembrò un po’ confuso
per un momento mentre lo seguiva, ma poi
chiese, “Intendi Kurt ,giusto? Oh, quei ragazzi erano
probabilmente quelli
della sua vecchia scuola.” Sbuffò. “Gli
piace davvero molto farsi coinvolgere
anche se lui non va più lì.”
“Che cosa disgustosamente
dolce,” brontolò Julian. “Niente di cui
preoccuparsi allora?”
“A meno che tu non chiami il loro essere
nel Team Blaine un problema,”
Derek sbuffò.
“Beh ,non sono io ad avere il problema,
quindi…”
“Per fortuna. È il tuo
problema.”
“C’è qualcosa che mi
sono perso qui?” chiese Adam, un po’ confuso, ma i
due lo ignorarono.
“Ma dovresti saperne qualcosa,”
disse Derek, sembrando un po’ dubbioso, ficcando
le mani nelle tasche della sua giacca. “Logan mi ha detto
qualcosa sui suoi
problemi con Kurt prima nella tenda.”
Adam alzò lo sguardo.
“Logan…? Logan Wright? Il prefetto di Stuart?
Quello che ha fatto quel gran litigio nell’ingresso e nella
caffetteria, giusto?”
“Wow, ragazzo nuovo, hai avuto voce di
tutto davvero velocemente,”
brontolò Julian sarcasticamente.
“Dai, chi non ne ha sentito
parlare?” sbuffò Derek. “E ti ha tirato
una
gomitata in faccia, quando hai provato a tirarlo indietro, stavi
sanguinando.
Julian fece una risata falsa mentre Adam lo fissava
shockato. Derek
allora scosse la testa e si aggrappò al gomito di Julian.
“Ma comunque-questo è
importante. Dopo che tu ti sei precipitato fuori dalla tenda
imbronciato, Logan
ha detto—“
“Parlando del diavolo.” Julian
alzò lo sguardo alla figura alta che
adesso avanzava verso di loro dalla direzione del banco informazioni.
Il
diavolo in effetti-perfino Derek era trasalito
all’espressione scura sul viso
di Logan. Sembrava furioso e si stava precipitando dritto verso di loro
,fissando
in particolare Julian.
Perplesso, l’attore lo fissò
mentre Logan finalmente li raggiungere.
Senza una pausa di un momento, scatenò la sua ira su Julian.
“Che diavolo c’è di
sbagliato in te?” chiese.
“Adesso cosa vuoi, sei diventato
lunatico?” sbottò Julian duramente di
rimando, fissandolo praticamente esasperato. “Prima di ora
sono stato a un
campo da football di distanza da te!”
“Pensavi di essere poco
appariscente?” Logan praticamente gli urlò.
“C’è
un casino nella tenda informazione, tutte le tue fottute fan stanno
chiedendo
che noi ti tiriamo fuori da qualsiasi cavolo di buco dove ti sei
nascosto! Così
tanto a preoccuparti di essere visto-hanno detto che sei andato in giro
a
firmare autografi e adesso ne vogliono tutte uno!”
“E?” Julian alzò un
sopracciglio freddamente. “Questo è un problema
perché…?”
“Perché finisce per essere un
mio dannato
problema!” esplose Logan. “Ho abbastanza persone
che è andata fuori di testa
per quegli stupidi incidenti con il cibo avvelenato di quei pazzi di
Windsor
senza che tu faccia sfoggio del tuo te primadonna per tutta la
fiera-“
“Adesso calmati, Logan-“ Derek
cominciò ma Logan diresse un lampo di
furia anche verso di lui. “E tu! Tutte e cinque le tue
fidanzate e le tue ex
sono già stata a quella dannata cabina cercandoti! Non
dovresti fare l’uomo e
lasciare che loro ti strozzino?”
Derek lo guardò in cagnesco.
“Hey, solo perché sei stato di cattivo umore
tutta la mattina—“
“Direi anno,” sbuffò
Julian e Logan strinse gli occhi verso di lui.
“—e tu non te la devi prendere
con noi!” sbottò Derek.
“Beh non è che voi mi rendiate
le cose più facili!” sibilò Logan
furiosamente. Si voltò verso Julian fumante di rabbia.
“Avresti potuto
mantenere un profilo basso ma non potevi farne a meno, vero? Dovevi
proprio
saltellare in giro.”
“Hey aspetta un minuto,” fece
un passo avanti, aggrottando la fronte.
“Questo non è giusto-“
“L’hai notato?” tutti
e tre gli Stuart si girarono verso di loro per un
momento prima di voltarsi di nuovo l’uno all’altro.
Adam li guardò a bocca
aperta e Bailey si materializzò al suo fianco.
“Nuovo ragazzo! Psst!” E lo
spinse via lontano dai tre che bisticciavano.
“Stai lontano da quello,”
sibilò Bailey.
“Che succede qui?” Adam
domandò ,facendo un gesto verso i tre Stuart.
“Lasciali soli,” gli chiese
Bailey. “Seriamente-tu non vuoi essere
coinvolto nello scontro.”
“Sta urlando contro Julian per
nien-“
“Devi lasciare che ci lavorino-“
Un altro scoppio da parte di Logan gli fece alzare
lo sguardo. “Non
m’importa cosa devi fare!” Logan urlò
contro Julian. “Io non ho proprio bisogno
di questo adesso ,Jules-davvero! Ne ho abbastanza nella mia testa senza
che tu
debba rendermi tutto più difficile!”
“Riguarda sempre tutto te!”
Julian quasi gridò verso di lui. Era rosso in
viso e furioso, più fuori controllo di quanto Bailey o Derek
non l’avessero mai
visto. “Forse sarò io la grande
celebrità qui in giro, Logan, ma sei tu quello
che è sempre al centro della scena! Fuori e dentro la tua
testa! Quindi puoi
davvero andare al diavolo-perché non mi
catturerà di nuovo!” Julian indietreggio,
scuotendo la testa. “Al diavolo
l’amicizia se vuoi chiamarla così-sono stufo di
tutto questo. Sono solo il tuo
rimorchio-in ogni caso.”
“Julian!” protestò Derek.
“Ho chiuso!“ urlò
Julian di rimando. “Ho davvero chiuso con tutta questa
storia.” Lanciò uno sguardo di rimando a Logan, ma
sembrava molto più
disgustato di sé stesso che di qualsiasi altra cosa.
“Non riesco a credere di
essere stato bloccato qui per questo.” Si
allontanò a grandi passi, mettendosi
i suoi occhiali scuri con così tanta forza che quasi lo
tagliarono alla base
del naso. “Adam! Andiamo.”
“Non farlo, non vuoi entrarci
,seriamente-“ gli disse Bailey, ma Adam era
già andato. Fulminò con lo sguardo Logan e
seguì dietro Julian.
Sbigottito, Derek guardò Logan puramente
incredulo.
“Che c’è di
sbagliato con te, amico? Non risparmi nessuno, eh?”
Logan era più sbalordito di chiunque
altro, sorprendentemente. “Gli stavo
solo dicendo che-“
“Si, ci stavi solo dicendo
quant’è difficile per te,” disse Derek
sarcasticamente. Scosse la testa. “Bel lavoro. Magnifico. Hai
davvero centrato
il punto.” Spinse Logan una volta prima di allontanarsi.
“E adesso te ne vai?” chiese
Logan.
“Lo sai, Logan…”
Derek si voltò e aprì le braccia, “Sai
quello che mi hai
detto nella tenda sul fatto che volevi cambiare? Ecco un gran bel
consiglio:
smettila di allontanare gli amici. Perché apparentemente noi
siamo le uniche
persone che ti sopportano-e ci stai perdendo. Lui più che
me. Ma questo non fa
davvero la differenza per te, giusto? O si…?”
Derek si girò e si allontanò dopo
Julian.
Bailey li guardò andare ,mortificato, e
guardò Logan che fissava dietro
di loro. Si avvicinò a lui, preoccupato.
“Logan…”
“No, Bailey. No.”
“Hey, adesso-sono tutto quello che
hai,” disse Bailey ,lanciandogli
un’occhiata. Sembrava dispiaciuto. “Logan. Nessuno
ha detto che sarebbe stato
facile. Ma…lo sai, loro potrebbero aiutarti. Questo
è tutto quello che stanno
provando a fare. Perfino la loro pazienza ha un limite
,però. E penso che tu
sia andato un po’ troppo oltre questa volta.”
Logan si girò solamente e
camminò di nuovo verso la tenda.
“Apparentemente l’ho fatto di molto.” Si
passò le dita fra i capelli, mentre
provava a rimettere insieme i suoi pensieri. “Loro se ne sono
andati proprio
come chiunque altro.”
“è questo ,allora?”
Bailey sorrise. “Torneranno. Sono tuoi amici.”
“Non hai sentito Julian? Ha
finito.”
“Quando mai questo è stato
vero?” Bailey sorrise ,le mani nelle tasche.
“Pensaci. Loro saranno tuoi amici per sempre ,no? O non
l’hai notato?”
Logan si bloccò e allora gli
lanciò un’occhiata di rimando. Bailey
sorrise di più, sapendo che alla fine gli aveva dato
qualcosa su cui pensare.
“Devo tornare a lavorare…ma tu, Tipton-devi
davvero smetterla di lavorare così
duramente per mantenere tutto calmo e felice.”
“Non sono un Hanover, ma mi piace
l’armonia nella casa di Stuart,”
ribatté l’altro ragazzo. Logan gli fece giusto un
segno e lo lasciò.
Bailey stette lì, guardandolo
curiosamente con un accenno di sorriso.
Considerate tutte le cose ,quello non era il momento migliore del trio
di
Stuart ,ma non era neanche la peggiore situazione che avevano passato.
Bailey
rifletté sulla situazione e decise che se davvero avesse
premuto il bottone
giusto, magari sarebbe stato capace di ricomporre l’intero
casino che era sorto
fuori. Se ne avesse ancora avuto tempo ,ovvio.
“Bailey!”
Un paio di gemelli immediatamente lo afferrarono
per le spalle mentre il
ragazzo più basso strillava sorpreso quando lo strattonarono
via senza
preamboli.
“Abbiamo bisogno di te per assumere il
controllo dei comandi del suono
dello stadio!” dichiarò Evan.
“Per cosa?” li fisso Bailey.
“Tu fallo e basta-noi abbiamo alcune
rappresaglie da svolgere!” lo
informò Ethan con un grande sorriso.
“Qualsiasi cosa stiate progettando
è legale nello stato dell’Ohio?”
chiese Bailey immediatamente.
“Ne siamo abbastanza sicuri,”
lo assicurarono loro.
“Ok, allora…”
“Solo perché lo sappiate ,la
gente potrebbe intentarvi causa per avere
intenzionalmente avvelenato le persone,” lanciò
un’occhiata Kurt, a braccia
incrociate, verso Drew e Satoru ,che stavano in piedi con aria
imbarazzata
davanti alla tenda del pronto soccorso. “Che cosa ne
pensate?”
“Non era intenzionale ,questo
è certo,” si lamentò Satoru.
“Quanto può essere difficile
fare dei biscotti?” borbottò Drew.
“Voi non dovete fare biscotti usando
attrezzatura da laboratorio!”
ribatté Kurt, chiedendosi perché, a un paio di a
quanto pare incredibilmente
brillanti giovani uomini, questo piccolo fatto potesse sfuggire.
“E non mettete
“filtro d’amore” che voi due non avete
neanche mai testato!”
“E con i tuoi amici fanno
ventiquattro.” Blaine sospirò mentre usciva
dalla tenda del pronto soccorso, apparendo stanco e, come Kurt si era
aspettato, ancora un po’ macchiato di vernice. I suoi capelli
erano puliti alla
fine, i ricci liberi da prodotti. “Avremmo bisogno di una
tenda più grande-la
clinica è già piena, secondo Ms. Summers. E non
so quanto abbia mangiato il tuo
fratellastro ma sembra un caso davvero brutto.”
“Considerando che è Finn,
immagino un paio di sacchetti.” Kurt roteò gli
occhi.
Dentro la tenda, Mike stava tenendo su la fronte di
Tina da un secchio.
La sua reazione ai biscotti era un pochino diversa: era stata nauseata
e stava
vomitando. “Beh alla fine per alcune persone ,è
venuto su in altri modi.” Fece
una smorfia lui a un altro conato della sua fidanzata.
“Oh Dio asiatico, uccidimi,”
gemette Tina, poggiandosi contro Mike, he
l’accarezzo. “Non voglio mai più
mangiare biscotti.”
Proprio allora Brittany ritornò sulla
scena con Artie, con lei che lo
respingeva indietro alla tenda, Artie che sembrava molto pallido ma
sorrideva
tristemente. “Penso che Artie vivrà,”
disse Brittany con un sorriso trionfante.
“è stato un sacco di tempo in bagno ma penso si
sia liberato di tutta quella
robaccia.”
“Congratulazioni,”
grugnì Finn, forzato da Rachel a finire un’intera
bottiglia per evitare che si disidratasse.
“Oddio…” Santana
rabbrividì e spruzzò un deodorante per ambiente
tutto
intorno a loro.
“Santana, non
farlo-oh…” Kurt gemette mentre i malati nella
tenda
tossivano una zaffata di spray e Tina cominciava a vomitare di nuovo.
“Questo è folle,”
disse Blaine, guardandosi intorno al casino nella tenda
del pronto soccorso. “Non penso che abbiamo avuto
avvelenamenti da cibo così
brutti prima.”
“Intendi dire che è questo
è già successo prima?” Kurt
puntò gli occhi su
di lui.
“Fondamentalmente ogni anno succede
qualcosa collegato al cibo…” sospirò
Blaine. “Ma non così tanto. I visitatori fissi
della fiera di solito sanno di
tenersi alla larga dal cibo. Sapevo che sarei stato in brutti guai
quando
Charlie mi ha assegnato questo ruolo.”
Ci fu una pausa mentre due di loro realizzano che
al momento stavano
avendo una conversazione abbastanza decente e semplice che non aveva
assolutamente niente a che fare con i dissapori che due di loro stavano
avendo.
Mercedes stava sorridendo da dove era seduta ,aspettando solo che loro
lo
realizzassero. I due si fissarono l’un l’altro per
un lungo momento prima che
finissero per distogliere lo sguardo con imbarazzo.
“…possiamo andare
adesso?” chiese Drew con esitazione.
“No,” sia Blaine che Kurt
dissero immediatamente ,con cipiglio duro.
Fu a quel punto che i gemelli scivolarono
all’interno-uno che si portava
dietro Shane e Reed ,l’altro con David e Katherine (seguiti
da un Wes molto
indignato).
“Ciao, amici più fiori
parlanti!” dissero i gemelli in coro, guardandoli
terribilmente eccitati, a livelli che assicuravano chiunque li
conoscesse bene
che stavano organizzando di nuovo qualcosa.
“Meglio che sia qualcosa di bello ,voi
due,” li folgorò con lo sguardo
David, sembrando infastidito e staccando Katherine da uno dei gemelli.
“Avete quasi decapitato Reed!”
protestò Shane.
“Stiamo chiamando una performance
d’emergenza,” dichiararono senza
preamboli i gemelli. “Venite con noi immediatamente, tutti
voi. Inclusi voi
ragazzi!” fecero un cenno verso i ragazzi del McKinley come
se loro fossero
tutta l’autorità necessaria.
“Noi non siamo Warblers,”
sollevò un sopracciglio Rachel.
“Lo sappiamo,” fece Ethan.
“Ma abbiamo bisogno di voi,”
fece un cenno col capo Evan.
“Solo per oggi.”
“Perché sapete
cantare.”
“E ballare.”
“E anche molto bene.”
“Beh…” Rachel
sorrise un po’ in modo trionfante mentre i ragazzi del
McKinley un po’ compiaciuti. “Ovviamente muoverci
è una delle nostre
specialità.”
“Abbiamo bisogno soprattutto di Mike e
delle Cheerios,” dissero i
gemelli. Evan si voltò verso Shane. “E anche di
te. Perché sai ballare.”
“E Katherine!” disse Ethan con
un enorme sorriso. “Perché è ancora la
migliore ballerina di Dobry Hall.”
Una serie di proteste si sollevò
dall’intero gruppo, che si chiedeva
soprattutto se i gemelli avessero perso la testa-che era qualcosa che
si
chiedevano quotidianamente che i gemelli non trovavano del tutto
offensiva ma
più come un complimento che altro. I gemelli aspettarono che
si calmassero
abbastanza da rivolgergli qualche parola. “Siamo seri, e non
abbiamo tempo.
Abbiamo bisogno di rispondere a una sfida. Immediatamente.”
“Katherine non dovrebbe
sforzarsi!” protestò David.
“No, posso farlo,”
sbatté le ciglia Katherine, sembrando un po’
spaventata.
“E il piede di Shane!”
esclamò Reed.
“Posso ballarci se provo,”
rispose Shane.
“Voi due non state aiutando!”
David e Reed dissero in coro mentre i due
ballerini facevano una smorfia.
“Dateci una buona ragione per sostenervi
in questa pazzia improvvisata,”
chiese Wes, le braccia incrociate al petto.
A quel punto ,il cellulare dei gemelli
squillò. Evan era quello che lo
stava tenendo e mise il vivavoce quando vide che a chiamare era Dwight.
“Ragazzi, dove siete?”
sibilò il cacciatore. “Loro sono ancora qui-quei
ragazzi di New York hanno totalmente massacrato quei pochi che hanno
provato a
rispondere ai loro passi! Stanno iniziando a cantare e ballare! E
quella
ragazza alta-sta chiedendo degli sfidanti! Il pubblico è
già dalla loro parte!
Non so come voi tutti li batterete, ma fareste meglio a venire con
qualcosa o
loro vi prenderanno a calci in culo su e giù per la
fiera!”
Silenzio nella tenda. Tutti si guardarono
l’un l’altro.
I gemelli molto calmamente alzarono lo sguardo
verso il resto di loro.
“Un intero gruppo di New Yorkesi ci vuole abbattere proprio
prima delle
Regionali. Son venuti tutti per quello e non dovremmo deluderli.
Quindi…?”
Kurt si erse in tutta la sua altezza e
sollevò un sopracciglio. “Bene.
Questo rende tutto un po’ diverso.”
Lanciò uno sguardo alle New Direction.
“Possiamo metterci insieme solo per questa volta?”
propose al gruppo intorno a
lui.
Rachel e Finn si guardarono l’un
l’altro come co-capitani delle New Direction,
e poi agli altri che li fissarono di rimando, e fecero un cenno. Loro
guardarono i gemelli. “Ci stiamo.”
Allora Tina vomitò. Lo stomaco di Finn
fece un altro gemito e dovette
correre via di nuovo, mancando per un pelo Artie e Brittany mentre
barcollava
via.
“An-andate senza di noi,”
gemette Tina, spingendo via Mike. Artie spinse
avanti Brittany con una gomitata. “Si, uscite di qui e andate
da loro, ragazze.
Io devo andare al bagno…” sembrò
malaticcio di nuovo.
“Lo controlleremo noi,”
suggerì Drew. “Voi ragazzi è meglio che
andiate.”
“Siamo già in
ritardo!” i gemelli afferrarono Brittany e corsero via.
Shane corse via dopo di loro e Katherine, facendo spallucce verso David
con un
sorriso, li seguì, forzando il suo fidanzato e il migliore
amico a seguire.
Reed sospirò e fece il resto-il resto della neo-formata
combinazione
Warbler-New Direction che correva via.
“Continuo a non pensare che questa sia
una buona idea,” sibilò Reed
mentre correva, inciampando un po’,accanto a Shane e Kurt.
“Che cavolo supponiamo
di fare?”
“Fare alla maniera di Windsor,
suppongo…” rispose Blaine.
“Improvvisiamo.
Improvvisiamo sempre.”
Mentre i gemelli spingevano avanti Brittany,
entrambi la guardarono con
dei sorrisi luminosi. “Hey fiore parlante,” fece
Evan con un sorriso subdolo.
“…tu balli Ke$ha?”
chiese Ethan.
Brittany, non contraria all’essere
trascinata dai biondi giocherelloni, sembrò
perplessa ma sorrise. “Mi piace Ke$ha. Ho detto che avrei
eseguito una sua
canzone una volta…” Lanciò
un’occhiata agli altri ragazzi del McKinley, che la
stavano proprio fissando, perplessi.
“Bene, perché canterai con
noi,” sorrisero i
gemelli.
“Siete sicuri che questa sia una buona
idea?” sibilò Mia di nuovo mentre
incontrava Brie nel ballo. I ragazzi ,Devon e Leo ,erano assorti dal
montare la
folla verso la frenesia mentre il gruppo ballava di nuovo insieme.
“Cioè, stiamo catturando molta più
attenzione
di quanto-“
There's nothing left to say;
Don't waste another
day
Just you and me tonight;
Everything will be okay…
“Che cosa faranno?” Brie
sibilò verso di lei mentre turbinava per la
pista da ballo. “Dondoleranno a ritmo nelle loro belle scarpe
di cuoio? Per
favore…”
“Voi due per favore tacete-e
cantate!” sbottò Shay, il suo grande sorriso
da esibizione ancora perfetto sul suo viso mentre saltava in mezzo e
veniva
immediatamente presa dal suo fidanzato cantante che ballava davanti con
lei.
If it's alright with you then
it's alright with
me
Baby let's take this time let's
make new
memories…
Il gruppo invase la pista, i loro movimenti fluidi
e le voci armonizzate
insieme nel coro ,sicuri di sé e risoluti, crogiolandosi
agli sguardi di
apprezzamento della folla. I ragazzi presero il controllo della
canzone, chiaramente
felici dal loro tempo sotto i riflettori mentre l’avevano.
Do you remember…
Do you remember…
Do you remember…
All of the times we
had…
Brie cambiò posizione sulla pista da
ballo di nuovo e finalmente catturò
gli sguardi di un paio di alti ragazzi biondi che sorridevano dritti
verso di
lei. Gli stessi che lei aveva visto prima, e quelli che aveva
già identificato
come Warblers, la coppia di gemelli.
Immediatamente divenne allegra alla loro vista. A
differenza degli altri
studenti della Dalton ,quei due non sembravano del tutto in apprensione
-infatti,
sembravano profondamente divertiti. Sollevò un sopracciglio
ma continuò a
esibirsi.
Do you remember…
Do you remember…
Do you remember…
All of the times we
had…
“Beh sono bravi.” Mike
sussurrò mentre stava fermo con gli altri.
“Davvero bravi…” Wes
fece un piccolo cenno, sorpreso.
“Già…”
Rachel alzò le spalle e sorrise. “Ma noi siamo
meglio.”
“Sta indietro, nana,”
replicò Santana, spingendo indietro Rachel con un
sorriso freddo mentre lei e Brittany stavano insieme. “(Let the pros end these posers).”
“Sei sicuro di stare bene?”
chiese Reed a Shane apprensivamente mentre il
ragazzo più alto stringeva i lacci del suo stivale. Ma Shane
sorrideva solo.
“Hey se battiamo questi ragazzi, ti porterò sulle
montagne russe?”
Reed diventò pallido. “Casa
degli Specchi-questo è tutto.”
“Ti ci porterò.”
“Continuo a non pensare che-“
David cominciò ma fu prontamente zittito
dall’occhiata della sua ragazza. Katherine allora sorrise.
“Smettila di
pensare. Concentrarti sul fato che devi farla vedere a quei ragazzi.
Loro
ovviamente pensano che tu non sappia ballare.”
“Beh loro non sapranno cosa li
colpirà,” sorrise Wes mentre accelerava
dietro David. “Loro hanno solo marcato il territorio
sbagliato.”
Kurt guardò verso Blaine, che
ricambiò lo sguardo e fece un cenno. Kurt
lanciò uno sguardo all’area di controllo del suono
dello stadio e sorrise
mentre Bailey cattura il suo sguardo e sorrideva. Lo Warbler di Stuart
corse
verso i ragazzi membri della sua casa e senza tante cerimonie
cacciò uno di
loro lontano dai controlli. “Scusami!” sorrise.
Let's bring it back (Bring it
back!)
Let's bring it back (Bring it
back!)
Let's bring it back (Bring it
back!)
Let's bring it back (Bring it
back!)…
I Pure Energy continuarono a ballare, ma sapevano
che qualcosa stava
succedendo quando la musica cominciò a cambiare-deformando
la loro musica come
il remix di un DJ. La folla si guardò intorno sorpresa
all’improvviso
cambiamento.
I gemelli camminarono a grandi passi attraverso la
pista da ballo, fiancheggiati
dal gruppo che avevano radunato, e gli studenti della Dalton che li
riconobbero
applaudirono, realizzando che avevano intenzione di esibirsi. Il
maestro di
cerimonia del palco urlò, “Abbiamo degli
sfidanti!”
“Bene, Warblers…”
ghignò Brie mentre faceva appena un passo indietro.
I gemelli fecero un largo sorriso. “Cosa
intendi con Warblers?” chiese
allora innocentemente. “Ci stiamo solo un po’
divertendo, no?”
Sorpresi, il gruppo dei Pure Energy
fissò la coppia e gli attualmente
dimessi studenti dietro di loro. “Huh?” Brie li
guardò.
“Non siate così
seri.” Ghignò Evan.
Al segnale, Bailey fece suonare a tutto volume la
musica dagli
altoparlanti mentre i gemelli cominciavano a cantare e ballare
all’unisono.
My first kiss went a little
like this—and
twist—and twist—
I gemelli si separarono mentre Brittany
scivolò tra loro, gettando i suoi
lunghi capelli biondi indietro con un sorriso, il corpo che si muoveva
a ritmo.
Well my first kiss went a
little like this—and
twist—and twist—!
Brittany gli lanciò un altro bacio
volante prima di raggiungere i
gemelli. La folla cominciò a scoppiare in applausi mentre i
gemelli e Brittany
iniziavano a ballare insieme ,le devastanti mosse di danza di Brittany
che
catturavano l’attenzione della folla. Stava alternativamente
ballando tra i due
ragazzi che si muovevano perfettamente insieme. I gemelli presero il
ritmo
mentre la musica batteva forte, la folla che applaudiva a ritmo con la
musica:
I said no more teachers and no
more books
I got a kiss under the
bleachers hoping that
nobody looks—
Lips like
licorice—tongue like candy
Excuse me miss, but can I get
you out your
panties?
Ci furono urla di risate dalla folla mentre
Brittany fingeva di sembrare
shockata e spingeva indietro entrambi i ragazzi-rivelando il resto di
loro
muoversi.
L’intero gruppo adesso si muoveva in
avanti-i gemelli che stavano davanti
a loro e si esibivano in una serie di movimenti in perfetta
sincronizzazione
per qualche secondo prima che il resto di loro riprendessero i passi e
iniziassero a copiare il ballo con loro ,i gemelli e Brittany che
cantavano con
dei sorrisi sui loro visi alle facce dei loro avversari sbalorditi.
In the back of the
car—
On
the way to the bar—
I got you on my list (I got you
on my list)
At the foot of the
stairs—
With my fingers in your
hair—
Baby, this is it—
La folla scoppiò in applausi mentre
Shane e Mike si tuffavano in avanti
dietro i gemelli e iniziavano a fare freestyle. Shane
turbinò in avanti in una
serie di complicate mosse di danza-il suo gioco di gambe a malapena
ritardato
dalla sua ferita. Mike letteralmente fece un salto mortale dietro di
lui mentre
Shane scivolava giù sulla pista e la folla esplose. Mike
atterrò perfettamente
sui suoi piedi con un sorriso, il corpo che si muoveva a ritmo di
musica.
Il resto di loro cominciò a fare il coro
con i gemelli ,ballando intorno
a loro e lasciando che la musica stabilisse il ritmo selvaggio che
guidava la
folla ispessita alla frenesia.
She won't ever get
enough—
Once she gets a little
touch—
If I had it my way, you know
that I'd make her
say:
Ooooooh
Ooooooh
Mike e Shane si divisero in picchiata e David
letteralmente si rivoltò
all’indietro sulla pista da ballo. La folla esplose in urla
d’acclamazione
mentre David si girava indietro giusto in tempo per prendere Katherine
,lanciando
sopra di lui in una mossa ritmica prima di farla piroettare indietro
verso le
altre ragazze.
She won't ever get
enough—
Once she gets a little
touch—
If I had it my way, you know
that I'd make her
say:
Ooooooh
Ooooooh
I ragazzi ballavano avanti in un plotone allineato
mentre cantavano e
saltavano indietro mentre l’intera linea delle ragazze
camminava avanti, Santana
che schioccava le dita al gruppo dei Pure Energy:
Well my first kiss went a
little like this—and
twist—and twist—!
I gemelli vorticarono in giro e sorrisero al resto
di loro. “S’all
yours--” sussurrarono, facendo dei passi
all’indietro. Mentre la musica
continuava a risuonare e il gruppo cantava, formarono un piccolo
semicerchio, dando
accesso ai principali ballerini del gruppo.
Mike fece un salto sulle mani al centro e
iniziò a fare freestyle di
nuovo. Brittany scivolò verso di lui e i due ballarono
insieme in un modo che
ricordava la loro spettacolare vittoria alla Provinciali. Mentre Mike
faceva un
passo indietro, Shane si mosse in avanti accanto a lui mentre Santana
mentre il
suo posto accanto a Brittany, il loro gruppo che ballava insieme.
In the back of the
car—
On
the way to the bar—
I got you on my list (I got you
on my list)
At the foot of the
stairs—
With my fingers in your
hair—
Baby, this is it—
I ragazzi invasero il loro spazio di nuovo-questa
volta con i gemelli che
sollevavano Santana e la lanciavano in aria. La folla esplose in
applausi al
basket toss mentre i gemelli afferravano la mora e l’intero
gruppo andava
avanti di nuovo, forzando i ragazzi dei Pure Energy a indietreggiare-il
gruppo
combinato adesso aveva il pieno controllo del palco. Il pubblico era
impazzito.
I movimenti dei ragazzi li lanciarono davanti nella
danza ,i gemelli che
passavano in testa mentre tutti loro cantavano.
She won't ever get
enough—
Once
she gets a little touch—
If I had it my way, you know
that I'd make her
say:
Ooooooh
Ooooooh
Le ragazze erano guidate in avanti da Brittany di
nuovo, ma fecero coppia
con i ragazzi, che procedettero con loro a ritmo. Mike e Shane
seguirono dopo
David in testa e balzarono in avanti mentre i gemelli afferravano
Brittany e
Katherine, rivoltando le ragazze proprio sopra le loro teste.
L’intero gruppo
ballò insieme tra l’assordante musica e le urla
del pubblico. Kurt e Blaine si
sorrisero l’un l’altro mentre ballavano con Rachel
e Mercedes, l’intero gruppo
che provava a mantenersi sotto la guida dei gemelli.
She won't ever get
enough—
Once she gets a little
touch—
If I had it my way, you know
that I'd make her
say:
Ooooooh
Ooooooh
I gemelli catapultarono Brittany in avanti tra di
loro-lei si lanciò e rotolo
e poi si allargò in una spaccata perfetta. La folla
ruggì mentre Shane e Mike
saltavano oltre i gemelli abbassati, a mani unite-David fece piroettare
Katherine un’ultima volta-prima che i gemelli aggrappassero
alle mani di
Brittany e la spingessero in mezzo a loro in una giravolta.
She won't ever get
enough—
Once
she gets a little touch—
If I had it my way, you know
that I'd make her
say—!
La fiera eruttò. Gli applausi
risuonarono da tutte le direzioni e perfino
i ragazzi ai comandi stavano saltellando su e giù,
terribilmente euforici.
Il gruppo combinato degli Warblers-New Direction si
aggrapparono l’un
l’altro, balzando in piedi eccitati.
I Pure Energy sembravano più che un
po’ senza parole. Mia lanciò
un’occhiata a Brie abbastanza da bruciare le sopracciglia.
“Ondeggiare, huh? Da
dove diavolo vengono fuori tutte queste acrobazie?”
domandò.
Brie la guardò in cagnesco mentre Devon
aggiungeva, “Beh diavolo, hanno
qualcosa che ti prende.”
“Oh zitto,” Shay
borbottò al suo fidanzato.
I gemelli stavano ridendo, abbracciando Brittany
,prima che si girassero
indietro verso i ragazzi dei Pure Energy e alzavano le spalle mentre
comunque
dicevano, “Su col morale!”
Il maestro di cerimonie, ridendo forte da sopra il
palco-forse
all’espressione colpita sui visi dei ragazzi dei Pure Energy
o al fatto che la
risata isterica di Bailey era contagiosa-sventolò una mano
verso la folla.
“Bene adesso! Quindi cosa ne pensate di questo? E qui
pensavamo che questa
festa da ballo stesse diventando un po’ noiosa! Chi dite che
dovrebbe essere il
vincitore?”
La folla ruggì in risposta mentre il
gruppo del McKinley e della Dalton
continuava solo a ridere l’uno all’altro. I gemelli
agitarono la mano verso il
maestro di cerimonia per catturare la sua attenzione. Stavano
sorridendo. “Non
siamo qui per competere. Solo per divertirci.”
Kurt alzò un sopracciglio verso i
gemelli, ma vide cosa intendevano
quanto la ragazza più alta del gruppo dei Pure Energy
sembrò aver appena
inghiottito succo di limone. I gemelli sorrisero e indicarono al
maestro di
cerimonia verso l’altro gruppo alzando le spalle.
“Non siate così seri tutto il
tempo…” dissero con noncuranza.
Kurt sorrise e sventolò la mano verso i
New Yorkesi prima che lui e
l’intero gruppo si allontanassero dalla pista da ballo in
mezzo alla confusione
e agli applausi di incoraggiamento dall’intera folla.
Brie fremette di rabbia alla loro vista e scosse i
capelli mentre si
voltava. “Andiamo.”
“Cosa? Dopo tutto questo ,ce ne andiamo e
basta?” la fissò Leo.
“Abbiamo visto abbastanza.” Si
allontanò Brie, fumante di rabbia dalla
testa ai piedi. Mia e Shay si scambiarono un’occhiata e
velocemente la
seguirono, un po’ preoccupate ,ma Brie non disse niente
,troppo occupato a
scappare da tutto di nuovo.
Bene.
Forse questo era quello che Tom voleva che
vedessero-questo era quello per cui Tom l’aveva mandata in
Ohio. Perché
quello-lanciò un’occhiata indietro al gruppo di
ragazzi e ragazze che ancora si
sorrideva-era certamente qualcosa di peggiore di quello che si
aspettava.
“Ow…ow…ow…”
Reed
aggrottò la
fronte verso Shane, che stava zoppicando un po’
più apertamente adesso. “Te
l’avevo detto. Adesso siediti.”
“Stai
scherzando-io
sto benissimo!”
Shane
prese un
respiro e si lasciò cadere su una panchina. Reed
roteò solo gli occhi mentre
Blaine sbatté una bottiglia di acqua fresca sul lato del
viso di Shane. Il
fratello minore rabbrividì. “Yay!”
Bevette dato che era assetato.
L’intero
gruppo aveva
cercato riparo lontano dalla folla di nuovo ,sebbene fosse chiaro che
qualcuno
di loro si stesse crogiolando nella popolarità che la loro
piccola esibizione
gli aveva fatto guadagnare. Erano imitati dai sofferenti membri delle
New
Direction che sembravano doversi piuttosto riprendere.
Mike
si chinò verso
Tina che lo stava stringendo e strinse la mano a Shane con un sorriso.
“Quelli
erano davvero dei movimenti grandiosi.”
“Proprio
come i
tuoi,” Shane sorrise debolmente. “Sebbene
l’ultima volta che ho provato a
saltare in giro in quel modo ,penso di aver rotto uno
specchio.”
“Voi
ragazzi siete
stati grandi, ho sentito,” Artie fece un grande sorriso verso
Brittany ,che era
seduta in grembo a lui di nuovo. “è davvero brutto
che non abbiamo potuto
vedere tutto questo bene-tra il vomitare e il correre in bagno e
tutto.” Lanciò
un’occhiata a Finn ,che sembrava ancora pallido da dove stava
in piedi, provando
a trattenere Rachel dall’essere un po’ troppo
entusiasta- Todd, il compagno di
stanza di Dwight, era un reporter del giornalino della Dalton e stava
progettando di mettere la piccola esibizione nel servizio sulla Fiera e
la
stava intervistando. La stella del McKinley era solo troppo felice per
costringersi in più che pochi commenti.
Wes
stava
sventagliando Katherine con una cartellina che aveva trovato da qualche
parte, anche
la ragazza seduta sulla panchina dove stava Shane. “Tutto
bene ,Kathy?” chiese
in modo preoccupato.
“Sto
bene…” sorrise
stancamente verso di lui, controllando il suo respiro. “Il
migliore San
Valentino di sempre. Anche il miglior divertimento che ho avuto in
tanto
tempo…”
Wes
sorrise in basso
verso di lei. “Beh ,non sforzarti troppo. David impazzirebbe
più di quanto già
non sia.” Lanciò uno sguardo a dove stava David a
poca distanza, prendendo
un’altra bottiglia d’acqua per lei.
Katherine
seguì il
suo sguardo, poi tornò verso di lui. Dopo un momento
contemplativo ,gli
sorrise. “Hey. Non ti ho praticamente mai ringraziato per
controllarlo.”
Wes
le fece
un’espressione incredula. “Di cosa stai parlando?
Questo è una specie di mio
lavoro-specialmente da quando non puoi controllare quello sventato
tutti i giorni
24 ore su 24.” Sorrise. “Quindi quando hai fissato
di tornare a Dobry? Forse
glielo renderesti un po’ più facile se fossi
più vicina.”
“Mi
mancano le
ragazze,” Katherine sorrise un poco. “Forse
tornerò…dipende da mia madre.” Ma
guardò verso di lui. “Ma-che mi dici di te
,invece? Stai bene?”
“Sto
bene-perché me
lo chiedi?”
Katherine
lo studiò.
“…Ho solo immaginato che fossi un po’
giù. Non sei esattamente te stesso
ultimamente. Qualcosa ti preoccupa?”
Wes
fece un largo
sorriso. “Oh si, decisamente. Sono circondato da questi
idioti.” E fece segno
col pollice agli Windsor “Loro sono la mia
preoccupazione.”
“Mm…”
Katherine annuì
appena ,e David arrivò con l’acqua.
“Ecco,” disse ,sorridendole. Lei la prese e
sorrise. “Sono contenta di vedere che puoi ancora
ballare.”
David
scoppiò a
ridere. “Beh stavo ballando con te-non riesco a guardare
troppo lontano dal mio
gruppo.”
“Dove
stanno andando
i gemelli?” chiese Blaine, guardandosi intorno nel loro
casuale gruppo-i
gemelli erano svaniti nell’aria di nuovo.
Brittany
,che stava
poggiando la guancia sulla testa di Artie, disse, “Stavano
seguendo un fiore
parlante… hanno detto che aveva dei bei steli.”
Artie
le lanciò
un’occhiata. “Penso che intendessero che aveva
delle belle gambe ,piuttosto…”
“No
,hanno detto steli.”
“Ah
,è la stessa
cosa.”
Santana
alzò un
sopracciglio ma sembrò incuriosita. “Quegli strani
gemelli non si fermano mai, vero?”
commentò, sperando di scorgere il terribile duo.
“Non
da quando li ho
conosciuti,” sospirò Kurt con estrema pazienza.
“Beh alla fine stanno
terrorizzando altre persone e non noi al momento.”
Blaine
rise appena. “Dagli
tempo. Alla fine torneranno.”
Kurt
rise un poco e
lui e Blaine finirono per fissarsi a vicenda. Questo durò
abbastanza perché
Santana gemesse e roteasse gli occhi. “Per l’amor
del cielo, questa tensione
sessuale irrisolta sta soffocando il resto di noi-vedete di fare
qualcosa o
altro.”
“Santana!”
Finn
esplose mentre la coppia immediatamente la fissava, scarlatta e
shockata.
Santana fece soltanto un’espressione di disapprovazione e
roteò gli occhi. “O
per favore ,lo state pensando tutti.”
Wes
molto
attentamente mise giù la cartellina con cui aveva prima
sventagliato Katherine.
“Bene! Così tanto per il divertimento-David,
Katherine, che ne dite delle
montagne russe di Hanover?”
“Sembra
grandioso!”
Katherine afferrò le mani di David e Wes e immediatamente
iniziò a trascinarli
via, provando davvero tanto a non sorridere mentre lo faceva.
“Shane!
Casa degli
Specchi?” disse Reed con grandi occhi eloquenti a
Shane-sebbene la messa in
scene fosse completamente non necessaria: Shane balzò in
piedi mentre il suo
malanno evaporava completamente. Il più giovane degli
Anderson, sorridendo da
orecchio a orecchio ,sollevo per davvero Reed come si faceva con le
spose ,fece
l’occhiolino a suo fratello e corse via ,ignorando i comandi
indignati di Reed
di metterlo giù immediatamente.
“Beh
se non avete
bisogno di noi qui…” Artie sorrise mentre Brittany
rideva ,spingendolo via ,Santana
che roteava gli occhi con un
“finalmente…” mentre si allontanava con
loro. Mike
e Tina fecero altrettanto-ma principalmente per trovare un altro
secchio
dell’immondizia a Tina in cui vomitare.
“Possiamo
solo dire…”
cominciò Rachel, ma Finn si aggrappò alla sua
mano e la strattonò via nella
direzione di qualche altra attrazione della fiera o altro.
Fu
Mercedes ad
allontanarsi per ultima, e conferì a Blaine
un’occhiata davvero raggelante per
un momento prima di dirigere quella stessa espressione (a un livello
meno
intenso) al suo amico, che le rivolse giusto un sorriso amareggiato in
risposta. Mentre Mercedes finalmente si allontanava, levando le mani
mentre lo
faceva, Blaine lanciò a Kurt un’occhiata e
aspettò che i suoi occhi
incontrassero quelli dell’altro di nuovo.
“Quindi…”
Kurt fece
un cenno lentamente. “Sembra che noi dobbiamo parlarne o
rischiamo di venire
smembrati da due diversi Glee club.”
“Sembrerebbe
così…”
Blaine annuì ,stringendo insieme le labbra in una linea
risoluta.
Era
una fortuna che
gli altri se ne fossero andati dato l’imbarazzante silenzio
che seguì avrebbe
potuto far si che il gruppo alzasse le mani esasperato. Ma fu Blaine a
rompere
il silenzio per primo.
“Senti…penso…penso di essere un
po’ uscito fuori dai
limiti.”
“Un
po’.” Kurt
rispose con una chiara alzata di spalle. Ma gli lanciò una
lunga occhiata. “Non
ero completamente privo di colpa, credo… Forse non
consideravo che
avrebbe…aggravato la situazione in qualche
modo…”
Blaine
annuì
soltanto, i pollici agganciati alle tasche e guardandolo un
po’ impacciato.
Sospirò e scosse la testa. “…Che
è successo comunque…?”
“Cosa
intendi?”
Lui
sospirò
profondamente. “…come siamo arrivati fin qui,
dico? Perché…ci sono alcune parte
di questo che non riesco più a ricordare.
Intendo…non vedo più il punto.”
Kurt
sorrise molto
debolmente mentre si guardava intorno ,cercando una distrazione.
“Siamo
entrambi evidentemente facilmente influenzati dai nostri umori. Ed
evidentemente rispondiamo malamente a
certe…provocazioni…”
“Mi
manchi.”
Kurt
alzò lo sguardo.
Blaine lo stava fissando con quegli occhi che dicevano così
tanto in un singolo
sguardo. Kurt deglutì, fissandolo di rimando non sapendo
bene come rispondere a
quell’improvvisa piena apertura che aveva lasciato
l’altro ragazzo vulnerabile.
“Davvero,”
aggiunse
Blaine, per enfatizzare, gli occhi che non lasciavano mai quelli di
Kurt.
Kurt,
piuttosto preso
alla sprovvista, sentì le sue mani scuotersi leggermente, e
le strinse in
pugni, mettendole nelle tasche del suo cappotto. Espirò con
solo il più
insignificante tremito nel suo respiro, provando a mettere tutto quello
che
voleva dire in una forma coerente nella sua mente-
-e
il telefono di
Kurt suonò, insieme al walkie talkie ancora con Blaine.
Dal
walkie talkie di
Blaine ,una voce indignata da uno della squadra medica urlò,
“Blaine! Amico, dove
sei? Muoviti-abbiamo bisogno di aiuto qui alla tenda! Fai in fretta a
tornare!”
Kurt
provò a
contenere la sua totale frustrazione mentre sollevava il suo cellulare
all’orecchio. “Kurt, per l’amor del
cielo-controlla di più i tuoi messaggi!”
arrivò l’urlo di uno degli Stuart. “Hai
avuto il tuo divertimento! Adesso
vieni, abbiamo bisogno di te per aiutarci a organizzare per il prossimo
evento!” e riagganciò senza più che un
saluto.
“Deliziosi
,questi
Stuart,” commentò Blaine blandamente.
“Tante
personalità
brillanti,” osservò Kurt, roteando gli occhi. Mise
in tasca il suo telefono e
alzò gli occhi verso Blaine di nuovo.
“…sembra che ti dovrò mancare ancora
per
un po’.”
“Verrò
a cercarti
quando finisco,” mormorò Blaine. “E
allora…ci occuperemo di questo. Riusciremo
a capire dove stiamo.”
Kurt
chiuse gli occhi
e annuì. E dovevano farlo a San Valentino.
“Giusto.”
“Blaine!”
il walkie
talkie urlò di nuovo mentre il telefono di Kurt belava
l’arrivo di un altro
messaggio. Entrambi i ragazzi gemettero e si separarono ,Kurt si
allontanò
verso lo stadio, possibilmente determinato ad insegnare agli Stuart
come
condurre decentemente una conversazione telefonica.
Mentre
correva ,lanciò
uno sguardo indietro verso dove Blaine si stava allontanando, e
trovandolo
ancora dentro in vista. Si era fermato a breve distanza e stava
aiutando la
signorina Medel ,che sembrava un po’ nauseata. In qualsiasi
altra occasione, Kurt
avrebbe ritenuto che la Medel stesse male per i biscotti, ma adesso si
sentiva
solo apprensivo.
Si
domandò se Blaine
avrebbe notato quello che lui e Reed erano già riusciti a
capire, ma le
possibilità erano assai improbabili ,con tutto il cibo
venduto alla fiera.
Aveva anche notato che il signor Harvey stava vicino alla signorina
Medel, e
sbatté le palpebre sorpreso alla vista di una alta donna con
i capelli scuri
con lui. Sua moglie?
La
sta tenendo troppo vicina ,no,
signor Harvey?
Kurt scostò lo
sguardo incredulo. La signorina Medel avrà dato di matto
interiormente quand’erano
venuti.
Mentre
Kurt lasciava
l’area, rimuginando su quello che avrebbe detto a Blaine
più tardi e al casino
in i loro direttori di coro sembrava li stessero lanciando, scorse i
gemelli-che stavano seguendo una ragazza carina dai capelli castani in
un
pulito cappotto bianco. Loro la seguivano con degli enormi sorrisi
sulle loro
facce. Kurt gemette; dov’era Charlie quando serviva?
Gli
Stuart potevano aspettare. I gemelli avevano bisogno di essere
limitati.
“Ciao
,bel fiore
parlante!” disse Evan, comparendo davanti alla ragazza ,che
saltò, sembrando
spaventata.
Ethan
si materializzò
dietro di lei, tenendo una rosa bianca che avevano rubato da una delle
bancarelle di fiori. “Un fiore per un fiore!”
“Oh…grazie.”
La
ragazza ,che sembrava avere proprio la loro età e con delle
specie di occhi
nocciola, ridacchiò goffamente, non proprio sicuro di cosa
fare di quella
coppia di ragazzi biondi. Prese il fiore con un sorriso riconoscente.
“Ciao
anche a voi…”
Evan
chinò la testa
curiosamente verso di lei. Non succedeva spesso che una ragazza
così carina
passeggiasse per la fiera di San Valentino della Dalton da sola.
Chissà quanti
ragazzi avrebbe voluto accompagnarla. “Perché sei
da sola?”
“Non
ti piace la
fiera?” Ethan chiese.
“Possiamo
portarti in
giro e vedere di più!” dissero in coro.
La
ragazza sorrise, sembrando
un po’ in apprensione ma non completamente uscita dai
gangheri per i due.
“Um…no
grazie, sinceramente-“
sorrise e si guardò intorno. “Mi stavo proprio
trascinando qui con la mia
ragazza e lei è corsa via a trovare quel ragazzo-“
Evan
si rianimò
immediatamente.
Quello
era perfino
meglio di quello che pensavano. “Oh quindi hai un amica con
te!”
“Troviamola
così
saremo in quattro!” disse Ethan con entusiasmo, andando
accanto alla ragazza.
“No,
davvero, non
dobbiamo-“ disse lei, sembrando preoccupata.
“Come
ti chiami?”
chiesero i gemelli nella loro solita sfacciata maniera, guardandola
attentamente.
“Becca,”
replicò ,sembrando
perplessa. “E tu…?”
“Evan,”
disse un
gemello, “e Ethan,” disse l’altro.
Entrambi si aprirono in identici sorrisi che
la fece sorridere di nuovo. “Ti abbiamo vista guardarci
ballare prima.”
“Siete
stati molto
bravi,” replicò Becca ,sorridendogli radiosamente,
più a suo agio con quel
particolare argomento.
“Non
sei restata fino
alla fine,” commentò un gemello.
“Ve
l’ho detto, stavo
cercando-“
“Voi
due-“ In quel
momento Kurt apparì dietro i gemelli, afferrando il retro
dei loro cappotti e
tirandoli indietro. Li guardò in cagnesco nonostante il
fatto che loro lo
sovrastavano ancora. “-smettete di far impazzire le
persone!”
“Oh
ciao, Alice.” I
gemelli sbatterono le ciglia verso di lui sorpresi, e Kurt
lanciò uno sguardo
alla ragazza che sembrava confusa. “Mi dispiace ,hanno
l’incapacità di
comprendere certe etichette sociali.”
“Tutti
i ragazzi qui
sono così…strani?” chiese Becca,
fissando i gemelli. “E Alice è davvero il tuo
nome?”
“No,”
sbottò Kurt.
Guardò verso i gemelli. “Lasciatela sola, o
tornate dritti alla casa di Windsor
dove non potete far impazzire nessun altro.”
“Veramente…”
Becca
guardò i tre, forse notando il fatto che tutti loro avevano
le spille di
Windsor sulle loro giacche e cappotti. “Siete tutti studenti
della Dalton?
Tutti voi?”
“Si,”
dissero
immediatamente i gemelli, Kurt che li teneva ancora saldamente per i
loro
cappotti. Sembravano un po’ comici ,dato che i gemelli erano
piuttosto inclinati
all’indietro.
Becca
sorrise. “Oh beh,
bene, forse potete aiutarmi. Sto cercando uno studente. Conoscete
Blaine
Anderson?”
Tutti
e tre la
guardarono sorpresi. Kurt lasciò i gemelli e si mosse avanti
,un sopracciglio
sollevato. “Si. Perché?”
“Sapete
dove posso
trovarlo?” chiese lei. “Noi lo stiamo cercando da
quando siamo arrivate ma non
riusciamo a trovarlo.”
“Noi?”
riecheggiò
Kurt.
“Oh
quindi è lui il
ragazzo che la tua amica stava cercando,” dissero i gemelli,
capendo.
“Beh
è alla tenda del
pronto soccorso ,è di servizio per quella
squadra,” replicò Kurt ,le braccia
incrociate e la fronte aggrottata. “Perché lo
state cercando?”
Becca
semplicemente
alzò le spalle con un piccolo sorriso. “Abbiamo
una storia.”
Tutti
e tre i Windsor
li fissarono in completa e assoluta sorpresa. Becca sembrò
essere contenta
della loro reazione e disse, “Blaine alla tenda del pronto
soccorso, huh…
piuttosto appropriato, immagino. Ma sai se starà
lì per un po’?”
“Probabilmente,
ma
potrebbe essere chiamato da qualche parte,” rispose Kurt, la
cosa che gli
piaceva di meno ogni minuto, sentendo una strana fitta alle budella.
“Beh
sono sicura che
le persone lì possono aiutarmi a rintracciarlo se non
c’è.” Becca sorrise.
“Devo andare a trovare la mia compagna e dirle che
l’ho trovata. Grazie per
l’aiuto. Come ti chiami?”
“Kurt
Hummel,”
rispose lui, sorridendo lievemente. “Sono il suo
fidanzato,” aggiunse
chiaramente.
I
gemelli adesso
stavano reprimendo i sorrisi e stavano fallendo miseramente. Becca
adesso
sembrava genuinamente sorpresa. “Sono Rebecca
Douglas.” Gli diede la mano, sembrando
interessata. “Il suo fidanzato…? Beh questa
è una sorpresa-non mi aspettavo che
avesse un fidanzato. Era
così…riservato.”
Sorrise
semplicemente, e Kurt le rivolse un sorriso forzato. “Oh,
saresti sorpresa
della sua storia in questi giorni.”
“Sarebbe
una
chiacchierata interessante, allora.”
“Alice,
il tuo
telefono sta squillando da impazzire,” Evan
suggerì.
“Potete
smetterla di
chiamarmi così davanti a persone che non capiscono cosa
state dicendo?” sibilò
Kurt, fissandoli entrambi mentre tirava fuori il suo cellulare e lo
folgorava
con lo sguardo.
“Beh
voi ragazzi
sembrate occupati quindi-andrò a cercare la mia
compagna,” sorrise Becca. “Ci
vediamo più tardi-si spera anche te, Kurt.” Lei
sorrise e si allontanò senza
un’altra parola.
Kurt
la guardò andare
e guardò i gemelli ,che gli sorrisero. “Semplice
adesso, Alice. Hai
quell’espressione da che-cosa-è-successo sulla
faccia di nuovo,” sorrise Evan.
”Devi ricordare,” disse Ethan, dandogli una pacca
sulla spalla, “che le cosa
possono impazzire un po’ qui.” Un messaggio
arrivò loro in quel momento. Questa
volta Ethan aveva il telefono ,e lo tirò fuori dalla tasca.
Lui e il suo
gemello sbirciarono verso di esso, e scoppiarono in risate isteriche.
“Adesso
cosa?” chiese
Kurt ,suonando come se stesse avendo un’emicrania, e sentiva
davvero che una
stava arrivando.
“è
Dwight!” ghignò
Evan. “Dice…”
“Shane
e Reed sono
nella nostra Casa degli Specchi,” ghignò Ethan.
“E
sono stati
separati,” disse Evan.
“E
si sono
disperatamente persi!” Ethan scoppiò a ridere di
nuovo.
“E
tu lo trovi
buffo?” Kurt gli urlò dietro dato che loro erano
immediatamente scappati via
verso l’altra fonte di interesse che i loro periodi di
attenzione limitata
trovavano attraente in modo concepibile. Per tutto quel che ne sapevo
,stavano
andando a provare e peggiorare la situazione in qualche modo.
Kurt
si premette le mani sulle tempie, aspettando di svegliarsi da quel
pazzo sogno-perché decisamente doveva ancora stare dormendo
nel suo dormitorio
e non si era mai svegliato. Quella non poteva essere la
realtà. La pazzia non
aveva mai cominciato a coprire quella fiera. Proprio quando pensava che
il
diluvio fosse finito…
“Reed?”
“Shane?”
“Dove sei?”
“Sono proprio qui!”
“Dove?”
“Dall’altro lato del
muro.”
“…dovresti saltare
così che io possa vederti, sei troppo basso.”
“Shane!”
“Mi dispiace-scusa! Ma non riesco a
vederti, seriamente.”
Reed sospirò arrendendosi. Non aveva
idea di come i gemelli avessero
creato quello (allora di nuovo, nessuno aveva mai saputo come i gemelli
erano
mai riusciti a fare qualcosa che sembrava troppo lontano da uno scopo
di
comprensione umana),ma erano riusciti a costruire una fantastica Casa
degli
Specchi che doveva aver compreso l’intera Sala Orione,
dall’entrata all’uscita
sul retro. Era ricoperta di specchi ,e aveva forma di labirinto. Ogni
pannello
di specchi era alto più di sei piedi, e la via diventava
davvero confusa dato
che le uniche luci che erano state lasciate accese erano quelle piccole
sopra
le teste disseminate sul soffitto.
L’unico mezzo di direzione
nell’intero posto era il lampadario lontano al
di sopra di loro ,e non era acceso. Al meglio ,mostrava solo se stavi
già al
centro della Sala. Diversamente ,non aiutava affatto.
Le regole della casa erano semplici. Tu entri
insieme al tuo partner, e
dovete separarvi, altrimenti la gente fuori non apre la porta. Dovete
lavorare
insieme per uscire.
Reed e Shane non sapevano com’era
successo .forse Shane pensava che Reed
lo stesse cercando e viceversa-ma avevano realizzato di essere separati
dopo un
momento. E in qualche modo non riuscivano a trovare il modo di tornare
l’uno
dall’altro nel labirinto. Reed stava iniziando ad avere il
segreto sospetto che
qualche specchio si era aperto davvero verso altre strade e i gemelli
si erano
davvero divertiti a incasinare le teste delle persone.
“Ho mandato un messaggio a Dwight di
trovare i gemelli per salvarci…”
sospirò Reed. “Ma conoscendoli, probabilmente
vedranno quanto a lungo possono
trattenerci qui.”
Alzò lo sguardo quando vide Shane
sventolare le dita sopra il muro
provando a catturare la sua attenzione. “Hey, stai
bene?” chiese Shane. “Riesci
a vedermi?”
Reed ridacchiò. “Si ,posso.
Appena.”
“Oh bene.” Shane
suonò così sollevato che Reed sorrise. Si
sollevò da
dove era appoggiato contro uno specchio e alzò lo sguardo
alle dite sopra lo
specchio. “Non devi essere così tanto premuroso.
Non devi rimediare a tutto.”
“Beh io voglio.” Le dita di
Shane tamburellarono leggermente sul muro.
“Non devi esattamente completamente perdonarmi ,lo so
questo.”
Reed alzò lo sguardo in modo incredulo
,e Shane aggiunse, “So perché non
mi hai davvero sorriso. Intendo ,per davvero. Non mi hai neanche
guardato molto
in faccia.”
Lo so che non
l’ho fatto ,ma
non per quello che pensi… Reed arrossì. Ricordava ancora tutte le
cose che
aveva detto a Kurt-sul realizzare cosa sentiva davvero per Shane.
Metà della
ragione che l’aveva portato così a lungo anche
solo remotamente a considerare
il fatto che forse era innamorato del minore degli Anderson era il
fatto che
era ancora mezzo confuso sul perché era così
attratto da lui al primo posto, e
se era una qualche indicazione sul suo orientamento.
Ancora non aveva risposte.
Ma sapeva che gli piaceva Shane. Un sacco.
Romanticamente. Ed era l’unica
cosa che era chiara nella sua testa in quel momento. E stranamente, non
la
trovava così inquietante. Forse avrebbe considerato di
dirglielo direttamente, dato
che a Shane sembrava davvero piacergli. Ma era strano perfino pensarlo.
Non
sapeva come dirglielo ,come fargli capire la situazione.
“Sei diventato silenzioso.”
Reed sobbalzò alla voce improvvisa ,ed
era sorpreso che suonasse così
avvilito. Shane disse, “Ti ho davvero turbato così
tanto?”
“Non sono scombussolato,”
sorrise Reed. “E tu non mi scombussoli.”
Camminò per la via su cui stava, strisciando le dita sul
vetro. “Mi rendi
abbastanza felice, perfino…”
Shane arrossì fino alla punta dei suoi
ricci. “Oh…davvero?” disse in modo
evasivo ,pregando che l’euforia non fosse del tutto ovvia in
quel tono. Notò
che la voce di Reed si stava allontanando e la seguì in
quella direzione.
“Già,”
mormorò Reed con aria pensierosa. “Tu non pensi di
farlo?”
“Penso di renderti abbastanza poco a tuo
agio a volte, questo lo so
bene,” replicò Shane. La voce di Reed si stava
allontanando di più, ma il suo
sentiero doveva fermarsi e svoltare un angolo che l’avrebbe
anche portato via
dalla direzione di Reed. “Ma tu ti sei aperto con me, quindi
immagino di
doverlo fare bene nonostante questo?”
Reed si fermò, notando che la sua voce
era un po’ più distante. “Shane, dove
sei?”
“Quaggiù. Penso di star
finendo in una direzione diversa dalla tua.”
“Cosa?” la voce di Reed si
alzò, un po’ allarmata.
“Uh…” Shane si
guardò intorno ,disorientato dagli alti specchi tutto
intorno a loro. “Beh, tanto a lungo quanto continuiamo ad
andare ,saremo
obbligati a finire per correre l’uno verso l’altro
di nuovo. Proviamo solo a
trovare la strada di ritorno dall’altro.”
“Non riesco a vederti, ed evidentemente
sono troppo basso per te da
trovare,” grugnì Reed. “Come supponi di
sapere dove andare?”
Shane fece una pausa ,mettendo le mani sugli
specchi e guardandosi
intorno. Allora alzò lo sguardo e sorriso. “Hey.
Canta.”
“Cosa?” Reed fissò,
incredulo dall’’angolo in cui si trovava.
“Questo non
è il momento per-“
“Dai, canta! Io canterò con
te-e proverò a seguire il suono della tua
voce, e tu segui me.”
“Questo è ridicolo.”
“Hai idee migliori?”
Silenzio.
“Hey, hai detto che eri nervoso per
l’assolo!” chiamò Shane allegramente.
“Ti aiuterà a calmare i nervi finché
non dovrai gettarti nella preparazione il
prima possibile.”
Reed fece una smorfia. E in quel momento, aveva
ragione. Sospirò
profondamente e lo soffocò in un grugnito.
Shane stette fermo per un momento, ascoltando in
silenzio, e allora sentì
la voce di Reed sollevarsi da qualche parte in lontananza.
I'm still feeling the rain
fall, bouncing off my
skin.
How long do I have to wait for
the sun to shine
again?
Come out and paint me a
rainbow, so I can follow
it.
I don't know where it will take
me, but I like
wandering…
Shane sorrise ampiamente, seguendo quella
direzione, gli occhi illuminati
al suono della voce di Reed-seguendola come un faro. Si! Sorrise.
Reed continuò a muoversi lungo la via su
cui stava, guardandosi in giro
con un sorriso, trovandone uno che portava verso dove aveva sentito
l’ultima
volta il suono della voce di Shane. Alzò la voce, sperando
che portasse Shane a
lui.
Whoever you are, where will you
be?
Are you the same old dreamer
I've been waiting on
for me?
Waiting for love, waiting for
the same old
dreamer on the other side,
Hoping no matter how far, I'm
gonna find my way
to you…
Following a rainbow…
Shane sorrise mentre trovava un
sentiero attraverso una serie di specchi che portava verso
la voce. Alzò
la sua voce, sperando che anche Reed stesse andando verso di lui mentre
accelerava il passo. Si sentiva un po’ eccitato, un
po’ speranzoso, sperando
che la canzone non fosse solo una canzone-sperando che fosse solo un
po’ di
più.
I'm gonna stop in the middle,
hang my feet off
the edge.
I got no reason to worry, I
know I'll find the
end;
And that's where you'll be
waiting; I hope you
don't forget,
That I won't quit 'til I find
you, no matter the
risks…
Reed arrossì notevolmente al suono della
voce di Shane e felicemente andò
verso la sua direzione. Era stato a una svolta con due differenti
sentieri, ma
la sua voce l’aveva guidato verso quello giusto. Mentre si
muoveva in avanti, poteva
sentire la voce di Shane diventare più vicina, e
cominciò a sorridere di nuovo.
Whoever you are, where will you
be?
Are you the same old dreamer
I've been waiting on
for me?
Waiting for love, waiting for
the same old
dreamer on the other side,
Hoping no matter how far, I'm
gonna find my way
to you…
Following a rainbow…
Erano molto vicini adesso, quasi
all’altro lato della sala. E le loro
voci si stavano avvicinando l’una all’altra. Quando
Reed trovò una via, poteva
sentire la voce di Shane unirsi alla sua così chiaramente
che avrebbe dovuto
essere solo all’altro lato del puro di nuovo adesso, loro due
che cantavano
l’uno all’altro facilmente.
Stuck in my mind—I'm
wasting time—Still on my
own—
I never thought that I would
find my way into the
light;
Dreaming to find…
Le dita di Reed, strisciando sul moro di specchi,
ne sfiorarono un paio
reali. Alzò lo sguardo per trovare Shane stare lì
all’ingresso del sentiero, sorridendo
brillantemente verso di lui. Reed rise, guardando verso di lui, e gli
diede un
abbraccio di sollievo, facendo trasalire l’altro ragazzo, ma
Shane rise in
risposta.
Whoever you are, where will you
be?
Are you the same old dreamer
I've been waiting on
for me?
Waiting for love, waiting for
the same old
dreamer on the other side,
Hoping no matter how far, I'm
gonna find my way
to you…
Following a rainbow…
Shane prese la mano di Reed e lo
trascinò per l’unico sentiero che
avevano trovato adesso, dove una porta stava aspettando
all’altra estremità.
Alla fine avevano trovato l’uscita del labirinto. Quasi si
aspettava che Reed
lasciasse la sua mano mentre finivano di percorrere questo posto, ma
Reed trattenne
la sua mano semplicemente nella sua ,camminando con lui.
I know I'm gonna find you, I
know.
I know I'm gonna find you.
I know I'm gonna find you,
I'm never gonna let you
go…
Loro raggiunsero la porta alla fine e Reed
sospirò profondamente di sollievo.
Prima che potessero perfino toccarla, la porta si aprì
immediatamente.
I gemelli stavano lì con dei sorrisi
brillanti. “Congratulazioni,”
commentò Evan con noncuranza.
“Voi due dovreste passare tutto il tempo
a registrare.” Replicò Ethan.
“…per lungo tempo
attraversando la Sala,” dissero in coro insieme, crollando
in risate isteriche-così forte che quasi caddero a terra.
Dwight, che stava vicino a loro,
sospirò. “Non so dov’è
Charlie, ma il
perché devo preoccuparmi di tutti voi va oltre
me,” commentò in modo scontroso.
“Ho portato i gemelli, ma insistevano per aspettare che voi
due che riusciste a
capirlo da soli.”
“Grazie, ancora,” sorrise Shane.
Dwight notò che si stavano tenendo la
mano e sollevò un sopracciglio.
Reed notò dove stava guardando e arrossì, ma la
sua stretta sulla mano di Shane
si intensificò un po’ di più. Dwight
gli lanciò un’occhiata ,poi alzò le
spalle. “Bene. Sembra che voi due abbiate chiarito. Comunque,
ti interesserà
sapere che l’interferenza demoniaca di quegli specie di
Stuart ha impedito che
Blaine e Kurt chiarissero di già.”
“Di nuovo Logan?”
domandò Shane.
“No, quella casa in generale ha degli
inquilini vendicativi,” disse
Dwight calmamente. “Han mi ha detto che gli Stuart hanno
richiamato Blaine e
Kurt ai loro rispettivi doveri prima che potessero davvero parlare.
Sinceramente, ho provato a esorcizzare quella casa dal suo regine di
terrore
della caffeina ,ma sembra che io avrò bisogno di un esercito
di cacciatori per
scacciare il diavolo da quel piano.”
“Han al momento è
fuori…alla luce del sole?” fissò Reed.
“…sta
respirando?”
“Ha internet in rete Wi-Fi,
vivrà,” lo congedò Dwight.
Guardò verso Reed.
“Credi di essere pronto a cantare? Tutti voi credete di poter
‘condurre la
performance’?” lanciò
un’occhiata ai gemelli.
Reed impallidì ,accorgendosi
dell’ora. A momenti ,sarebbe sceso il
crepuscolo. Gli Warblers si supponevano che facessero
un’ultima ,magnifica
performance. Stava per fare un assolo davanti alla folla radunata e
sentiva il
sangue prosciugarsi rapidamente dalla sua faccia.
“Andrai bene,” gli sorrise
Shane.
“Tu…starai guardando,
no?” gli chiese Reed ,quasi spaventato del si o no.
Shane lo guardò in modo incredulo.
“Reed. Sono stato colpito da una
valanga non molto tempo fa. Dovrei essere in un periodo di ripresa.
Eppure sono
qui. Hai capito che significa che neanche i disastri naturali possono
fermarmi
dal vederti cantare?”
“Andiamo adesso, per favore, puoi
continuare tutta questa soap opera
dopo…” disse Dwight, spingendo gli Warblers di
Windsor fuori in direzione dello
stadio, sembrando estremamente disgustato da tutta la sdolcinatezza che
stava
accadendo.
“Sarai un bravo prefetto un giorno, sai,
a preoccuparti di tutti in
questo modo,” disse Evan all’improvviso, sorridendo
verso Dwight, che fissò lui
e il suo gemello, facendosi delle domande sulla loro sanità
mentale per la
quinta volta di quella giornata (la media di solito era otto).
“Vero,” si dichiarò
d’accordo Ethan, anche lui sorridendo. “Hey, noi
non
saremo qui per sempre. Quando ci diplomeremo ,tu diventerai senior.
Qualcuno
dovrà controllare.”
Dwight sbuffò solo e roteò
gli occhi. “Ho dei seri dubbi su questo. Sarò
così tanto occupato a essere sicuro che tutti gli inquilini
della casa siano
vivi e non storpiati.”
“Beh cosa ne sai, questo è
esattamente il modo in cui Charlie descrive il
suo lavoro…” sorrise radiosamente Reed.
Dwight li spinse tutti avanti, i gemelli che
correvano in testa mentre
Shane si stringeva attorno alla mano di Reed di nuovo e correva dietro
di loro.
Si lamentò con sé stesso mentre andavano, ma
realizzò qualcosa.
“Dov’è
Charlie?” chiese a voce alta Dwight, guardandosi intorno.
Invece
di seguire dietro gli altri, fermò il suo passo e
lanciò un’occhiata in giro, sentendo
che qualcosa non andava.
Veniva completamente dal campo a sinistra e
tuttavia Dwight aveva qualche
idea sulle sue capacità psichiche (che potevano essere
veramente accurate o
completamente inesistenti),era sicuro che sentiva una vibrazione
negativa che
veniva da qualche parte-qualche posto non troppo lontano.
Si voltò nella direzione in cui la
sentiva e realizzò perché: Julian e un
ragazzo che non conosceva erano fuori dai gradini del cortile dietro
l’edificio
sud e quello principale. Adesso ,nei buoni giorni di Dwight ,non era
mai stato
colpito dalla celebrità di Stuart, ma c’era
qualcosa di diverso nelle
vibrazioni.
Julian era seduto sui gradini, fissando
così tanto il terreno che c’era
il rischio che qualcosa prendesse fuoco. Ma non sembrava arrabbiato.
Solo come
se stesse provando a sistemare se stesso. E il ragazzo che Dwight non
conosceva
guardava completamente addolorato la sua condizione.
C’era qualcosa di sbagliato
lì, Dwight lo sapeva. Ma non sapeva puntare
esattamente il dito su cosa. Era il fatto che Julian ,ben lontano dal
suo
solito candore, adesso era seduto come se
fosse proprio sulla scia di qualche grande tragedia a cui
ancora non
poteva reagire come si deve?
Julian e il ragazzo nuovo sembravano come avessero
avuto una discussione:
il ragazzo nuovo provava a tirare qualcosa fuori da Julian, facendogli
domande
ripetutamente, ma l’attore-dopo aver ignorato diverse delle
sue domande-erano
solo troppo infastidito e si stava irritando con lui. Di qualsiasi cosa
stessero parlando, sembrava seria.
Finalmente Julian finiva completamente di mangiare
e se ne andò. Dwight guardò
il nuovo ragazzo che stringeva i pugni mentre Julian svaniva nella luce
abbagliante del giorno. I suoi pugni si stavano stringendo
così saldamente che
Dwight fissò quando lo vide assolutamente scosso. Il nuovo
ragazzo si guardò
attorno per un momento, un po’ disorientato, e dovette
prendere un respiro
profondo.
Un profondo ,calmante respiro.
Piuttosto che innervosirsi, Dwight
camminò indietro e quasi corse dritto
sopra Laura Bancroft. Balzò via da lei ,scartando il
contatto nella frettolosa
maniera di qualcuno che temeva perennemente una contaminazione di
qualche tipo.
Laura era quasi seccata da questo, ma alzò lo sguardo su di
lui a occhi
spalancati. “Hai visto quello?” soffiò
verso di lui senza esitazione, facendo
un cenno indietro ad Adam, che stava ancora in piedi lì.
“Già,” Dwight
guardò indietro e si voltò verso di lei.
“Lo conosci?”
“Julian Larson, se le fans chiacchierone
sono affidabili-e quel ragazzo
laggiù, è Adam. Almeno ho sentito qualcuno dire
così. Viene da Hanover, dove
c’è mio fratello.”
“Beh non pensi che sia un po’
strano, quell’Adam…?”
commentò Dwight, lanciando
uno sguardo indietro di nuovo. “E non mi aspetto che tu
capisca, ma venendo da
uno Windsor…”
Laura
gli lanciò un’occhiata distratta.
“…non
conosci moltissimi ragazzi di Hanover, vero?”
Hey
Hummel.”
Kurt,
che era stato mandato per
una commissione a recuperare qualcosa dalla Sala degli Warblers proprio
prima
che il gruppo salisse sul palco per la loro esibizione, quasi fece un
salto
quando Julian apparì dietro di lui. Guardò in
cagnesco lo Stuart, che sembrava
un po’ pallido quel giorno, e cominciò a chiedersi
perché a tutti in
quell’intera scuola sembrava piacere tendergli degli agguati.
Oh il prezzo
della fama-dove veniva praticamente ignorato al McKinley, ogni cosa
cadeva su
di lui-nel bene e nel male-qui alla Dalton. “Sei peggio dei
gemelli. Tu appari
proprio dal nulla,” gli disse.
“Andrò
dritto al punto,” disse
con calma Julian. Camminò dritto verso Kurt e tese la mano.
Kurt
fissò la mano tesa verso di
lui. “Perché questo…?”
“Io
cedo.” Disse Julian con risolutezza,
un grande sorriso sul suo viso. Kurt, che doveva adesso conoscere cosa
il
sorriso di qualcuno che poteva o non poteva aver perso assomigliava
completamente,
riconobbe quell’espressione immediatamente.
“Cedi
per cosa?” Kurt sollevò un
sopracciglio.
“Non
c’è bisogno che tu lo sappia
in particolare.” Julian abbassò la sua mano e le
ficcò nelle tasche della sua
giacca. Alzò le spalle. “Ma hai vinto. Sono
stanco. Me ne sto andando.”
Sorpreso,
Kurt si girò completamente
verso di lui. “Stanco di cosa? La scuola?” aveva
sentito dagli altri che Julian
aveva l’abitudine di apparire e scomparire dalla scuola a
causa dei suoi impegni,
ma dato che era sempre tornato, Kurt supponeva che all’attore
piacesse stare
alla Dalton.
Julian
alzò solo le spalle. “Sima
soprattutto, di Logan. Sto andando. Così è
principalmente un tuo problema
adesso.”
“Aspetta-cosa
ha fatto adesso?”
chiese Kurt, aggrottando la fronte. “è cosa
significa che lui è un mio
problema?”
“Non
ha fatto niente,” fece
spallucce Julian. “Quello è il problema qui alla
fine… E lui è un tuo problema
adesso perché se si allontanerà da Derek, tu
sarai l’unico rimasto a cui
importa di lui.”
“Stai
lasciando la Dalton.
Definitivamente?” Kurt lo fissò in modo incredulo.
“Gliel’hai detto?”
Julian
lo guardò in cagnesco.
“Lui non mi possiede né comanda la mia vita. Non
c’è bisogno che lui abbia una
parola in niente.”
“Quello
è un ‘no’.” Kurt
incrociò
le braccia e aggrottò la fronte verso di lui mentre si
avvicinava un po’ di più.
“Non so per quale accordo esattamente tu continui a provare a
spingermi verso
di lui, ma posso dirti che la tua messa in scena da
non-me-ne-potrebbe-importar-di-meno non funziona con me.”
“Davvero.”
L’espressione di
Julian era tanto calma-e proprio tanto fredda-quanto uno stagno
ghiacciato.
“Tu
non sei stato rifiutato da
molte persone nella tua vita, vero?” disse Kurt, sollevando
un sopracciglio. “Credimi,
riconosco l’amarezza di non essere ricambiato quando la vedo.
Esperienza
diritta. Quindi tu non mi prendi in giro.”
Per
la prima volta, il viso di
Julian tremolò in un’espressione di reale
rispetto. Annuì lentamente e si
sporse indietro, agganciando i pollici alle tasche dei suoi pantaloni
mentre
gli scappava una risata vuota. “Bene…”
“Mm-hm…”
Kurt gli rivolse un
sorriso che era ben lontano da conoscere.
“Interessante
per te da notare
quando lui è l’unico che è stato
esposto a esso in tutti questi anni… Ti
chiederei di non dirglielo, ma non penso che tu lo farai in qualsiasi
caso.”
“Non
lo farò?”
Julian
alzò le spalle. “Perché
non è il tuo segreto da raccontare e tu sei stato tirato su
meglio di quanto
non sia stato io-hai davvero dei principi. Quella è la tua
debolezza.” Si
sporse verso Kurt. “Ma io non li ho. Quindi farò
la cosa irresponsabile e lo
farò cadere sulle tue ginocchia, perché sono
davvero stanco di questo.”
“Tu
e lui siete amici,” fece
notare Kurt. “Ha bisogno di te proprio adesso e lo sai. E sai
com’è stato. Non
ha molti amici. Non puoi solo lasciarlo perché ti senti
così.”
“Oh
credimi, lo farò. L’ho
fatto.”
“Ma
da quello che ho sentito, sei
sempre tornato.” Kurt rispose al suo sguardo senza una punta
di dubbio. “Questo
è il problema, giusto? Non è qualcosa da cui tu
puoi solo voltarti. Non l’ho
nemmeno conosciuto per così tanto e sono preoccupato della
sua situazione.”
Julian
sbuffò con derisione.
“Forse sai com’è, ma non conosci
me.”
Kurt
fece un passo avanti verso
di lui, completamente indifferente alla spavalderia
dell’altro ragazzo. Per
tutto quello che aveva visto, l’attore viziato non era
neanche sul suo radar.
“So che ho davvero parlato con solo poche volte, ma
già da questa sola
conversazione posso già dire che tu stai più che
volendo mandar giù il tuo ego
per il suo bene. E vedendo come tu sei probabilmente più
egocentrico di me, il
che dice tutto, questo è certamente un segno che tu non ti
allontanerai da lui
così facilmente.”
Julian
lo folgorò con lo sguardo
e Kurt sorriso. “Tu non te ne stai andando, Julian. Non penso
che tu lo stai
facendo davvero. Puoi anche dire che lo farai, ma penso davvero che
torneresti
giusto per essere sicuro che stia bene. Perché perfino se
non stai progettando
di dirglielo, lui significa troppo per te.” Diede le spalla
all’attore e iniziò
a camminare verso la Sala degli Warblers.
Julian
strinse i pugni e fissò
dietro di lui. “Da quando sei diventato un gran
sapientone?” urlò.
“Veramente
stavo cercando-ma
grazie per la conferma!” Kurt fece in risposta, mentre
sorrideva e si
allontanava. “Buona fortuna per dirglielo! Prova a cantare!
Sembra essere tutta
la mania nei Glee club al giorno d’oggi!”
“Inizierai
a tenerlo fuori dalla
mia testa, vero?” chiese Julian con un po’ meno
convinzione e iniziando
veramente a sembrare un po’ preoccupato.
Ricevette
una risata in risposta.
Una di “Windsor”, come gli Stuart tendevano a
chiamarla adesso-dato che era una
risata che significava “solo aspetta e vedrai”.
Julian
gemette nel corridoio, grattando nell’aria per un momento
frustato
prima di allontanarsi con passo pesante. Avrebbe dovuto sapere che
sarebbe
stato una cattiva idea. Non c’era proprio una chiacchierata
con uno Windsor. Ma
per il resoconto, alla fine adesso aveva un’idea di quello
che Logan vedeva in
quel ragazzo.
Quando
Kurt chiuse la porta della
Sala degli Warblers, vi si appoggiò contro e
lasciò uscire un sospiro di puro
esaurimento. Era una giornata molto molto lunga che lo aveva aspettato
per
quella pazza fiera, ed essersi svegliato molto prima per essa senza
aver usato
molto di quel tempo per aggiustare tutto. Non poteva aspettare che il
giorno
fosse ufficialmente finito-e allora avrebbe ammonito lui stesso i
gemelli per
aver fatto qualche rappresaglia ai quei sadici Stuart.
Kurt
si lasciò cadere su uno dei
divani e si lasciò affondare completamente in esso, a faccia
in già, sentendosi
esausto. Sapeva che si sarebbe dovuto alzare, sapeva che avrebbe solo
dovuto
fare quello che si supponeva facesse, uscire fuori, andare dal gruppo
del palco
e aiutare la preparazione degli Warblers per la loro esibizione, andare
a
controllare se Finn era già fuori dal bagno e spedirlo a
casa da Burt e Carole
se non si era ripreso, ma proprio allora, non poteva costringersi ad
alzarsi.
Cominciava
ad appisolarsi un
po’,sentendosi troppo al caldo e comodo, volendo essere da
solo per un momento,
in un posto dove poteva cancellare tutto quello che aveva sentito e
detto quel
giorno. Voleva dimenticare Warblerland per pochi attimi, e stare solo
in
qualche posto sicuro.
Il
calore stava iniziando ad
emanare dal basso della sua schiena ,e mezzo-addormentato,
realizzò che c’era
una mano lì, appoggiata solo abbastanza attentamente da
catturare la sua
attenzione senza provare a svegliarlo con la forza. Kurt
borbottò nei cuscini,
“…Ti porterò a casa più
tardi, Finn…”
Una
lieve risata. “Stai ancora dormendo,
Alice…?”
Sorpreso,
Kurt aprì un occhio, e
vide Blaine inginocchiato vicino al divano, sorridendogli un poco. Kurt
gli
sorrise di rimando debolmente. “…mi hai spaventato
per un minuto lì.”
“Ti
ho detto che sarei venuto a
cercarti,” disse semplicemente. “Se sei
così stanco, gli dirò che devi tornare
a Windsor.” Ma lascio che Kurt prendesse la sua mano per
usarla come aiuto per
alzarsi e sedersi come si deve sul divano.
“No…”
Kurt lasciò uscire il suo
respiro mentre si sedeva. Blaine non lasciò del tutto la sua
mano, così strinse
un poco la mano di Blaine. “…avevano detto che
avremmo capito tutto questo.”
“Si…”
Blaine si sedette accanto a
lui. Kurt notò che non aveva il suo walkie talkie con lui.
Chiaramente, non era
interessato ad essere interrotto una seconda volta. “Questo
è davvero…Beh…Penso
che questo non doveva durare quanto l’ha fatto.
Perciò, se va avanti ancora a lungo,
sono completamente convinto che Mercedes mi ucciderà. E
seppellirà il mio corpo
nei boschi.”
Kurt
rise un po’ con lui,
guardando giù. Anche Blaine si voltò con un
piccolo sorriso, apparentemente
felice di avere anche guadagnato una risata e un grado di benessere tra
loro.
Le loro mani si poggiarono sul divano a un pollice
dall’altra, ma non
abbastanza da toccarsi.
Blaine
chiuse gli occhi e prese
un respiro profondo. “Senti…Mi disp-“
“Fermo.”
Kurt lo guardò
attentamente. “Fermo così.”
Blaine
lo fissò. “Ma-“
“Beh
io no voglio sentirlo,”
rispose Kurt semplicemente, nonostante stesse stringendo i suoi pugni
contro le
sue ginocchia adesso.
“Perché
no?” Blaine quasi rise
allo sguardo deciso sul volto di Kurt.
“Perché
è chiaro che in qualche
modo abbiamo sbagliato entrambi.” Kurt guardò
fuori dalla finestra. “Ed avevano
entrambi ragione allo stesso tempo. Nessuno vince.”
“Kurt,
io…” Blaine scosse la
testa. “Kurt, quello che ho fatto…Era la prima
prova per noi come coppia e non
ce l’ho fatta. Ho fallito realmente. Avrei dovuto fidarmi di
te e invece…” Lo
fissò per un lungo momento prima di aggiungere,
“…Non posso fingere di non
averlo fatto.”
“Non
sto dicendo che tu stia
fingendo di non averlo fatto, perché l’hai
fatto.” Kurt replicò. “E non
fingerò
che questo non mi abbia ferito…non fingerò
neanche che ero completamente sicuro
che non sarei stato convinto da Logan dal fare tutto quello cose con
lui. E
poi…Non ti ho detto tutto perché sapevo che
avresti pensato…bhé, esattamente
quello per cui abbiamo litigato. Se ti avessi solo detto cosa
intendevo, non
penso che questo l’avrebbe esagerato come
quest’altro.”
“Beh…Non
ti ho detto tutto,”
ammise Blaine.
Kurt
scosse la testa. “…abbiamo
veramente bisogno di parlare di più. Non avrei mai pensato
che ci sarebbe
successo considerando tutto il parlare che facciamo quando siamo
insieme…”
“E
non pensavo che mi sarei mai
sentito così geloso,” commentò Blaine.
“Tu
eri geloso…” Kurt lo guardò
con un sorriso veloce.
“Ovviamente,”
Blaine gli sorrise.
“Non puoi davvero incolparmi per volermi tenere aggrappato a
te assolutamente
tanto quando faccio.” Sospirò.
“è il peggio che ho fatto. Ero così
geloso di te
e…” alzò le spalle. “Mi ha
fatto fare cose davvero stupide.”
Kurt
si morse le labbra alla
sincerità arbitraria, sorridendo un po’ mentre
posava una mano su quella di Blaine,
tenendola strettamente e facendosi guardare dall’altro
ragazzo.
Blaine
strinse la sua mano. “Sai
che cosa mi spaventava di più di tutto questo
cosa…? Che…ti avrei perso
definitivamente-specialmente dopo quel grosso litigio. Sarebbe stata la
cosa
più stupida che io abbia mai fatto.”
“Se
hai finito con un’altra
playlist infelice, penso che Wes e David siano preparati a farti
veramente
esorcizzare da Dwight.”
“Sono
serio,” Blaine sorrise un poco,
allacciando le sue dita in quelle di Kurt, che alzò solo
leggermente le spalle.
“Beh,”
mormorò Kurt, gli occhi
lontani, “…suppongo che mentre io ho avuto i miei
dubbi, ho scoperto che
stavamo per parlarne finalmente. Dovevamo farlo. Siamo
entrambi…davvero stanchi
di correre. E non dovremmo correre via
dall’altro…”
Kurt
si alzò e si avvicinò alla finestra,
dove il sole stava gradualmente scendendo. Blaine lo guardò
con un espressione
calma.
Ci
fu una pausa che scese nell’aria,
mentre entrambi stavano ancora aspettando qualcosa di più da
dire. Kurt stava
fissando fuori dalla finestre mentre il sole moriva, e considerando che
voleva
dirgli e domandargli se anche lui gli avesse detto tutto. Fuori, poteva
vedere
persone radunate in direzione del palco, guardando se possibile gli
Warblers.
Sorrise un po’ tristemente.
“…pensavamo
che avremmo cantato
insieme per il giorno di San Valentino…”
mormorò Kurt alla fine. “Volevo
cantare con te. Davanti alla folla. Sarebbe stato un bel cambiamento
rispetto a
tutti gli altri deludenti San Valentino. Volevo passarlo con il mio
primo
fidanzato.”
Blaine
si alzò lentamente e si
voltò verso di lui. “Pensavi che non credessi in
San Valentino.”
“Oggi
ne prova il motivo,” Kurt
replicò con un piccolo sorriso mentre guardava verso Blaine.
“Che casino, no?”
“Ci
conosci, quindi,” disse Blaine,
camminando verso di lui. “Siamo sempre in ritardo in qualche
modo, ma lo
facciamo.” Stese la mano e prese la mano di Kurt di nuovo.
Kurt
guardò giù alle loro mani
unite e rise lievemente, abbassando la testa. “A un certo
punto nei giorni passati,
quando non potevano neanche guardarci l’un
l’altro…Avevo questo pensiero
davvero persistente in un angolo della mia mente. Mi conosci, tendo
forse a
essere un po’…drammatico, ma Reed mi ha detto che
questo particolare momento
era importante.
Sospirò.
“Stavo probabilmente
fissando i fogli delle persone per un sacco di tempo prima che io
realizzassi
che…” lo fermò per un momento,
guardando come doveva ammettere che questa era
già imbarazzante. Blaine aspettò, ma
ricominciò quando Kurt sbatté via la
strana espressione che stava provando a nascondere. “Non
voglio…cantare questa
dannata canzone con qualcun altro oltre te. E voglio farlo senza
radiazioni
d’odio da qualcun altro di noi.”
Kurt
leccò le sue labbra umide e
alzò un po’ le spalle, guardando tutto eccetto
Blaine. “Tu sai quale. Quello
che continuava a provare prima che avessero perfino assegnato i
compagni.
…quello è tutto quello che volendo in quel
momento, ed era solo bloccato nella
mia testa.” Rise brevemente. “Stavamo litigando e
tutto quello che riuscivo a
pensare era a pensare con te. Riesci a crederci…?”
Blaine
lo guardò con fermezza,
così tante cose delle parole di Kurt che voleva confutare.
Quindi cominciò con
la cosa più importante. “…prima di
tutto…Non ti ho mai veramente odiato.
Neanche per un singolo minuto. Mai.” Si fece un po’
più vicino. “ Perché…hai
mai pensato che io ti avrei odiato? Cioè tu potresti
odiarmi, e non vorrei
davvero incolparti, ma al contrario è…”
Kurt
non guardò su verso di lui.
“Te l’ho detto. Era giusto un pensiero,
più probabilmente indotto da un’insanita
temporanea. Sembra essere prevalente in quella casa in cui
siamo.”
C’era
qualcosa di davvero
bizzarro in quella distanza, che rendeva solo abbastanza per loro
vedere ogni
cosa che dovevano. Un po’ di tempo dove tutto era sospeso
silenziosamente nell’aria,
pezzi che aspettavano di cadere perfettamente a posto, e lacci con
qualche
speranza-che sarebbe andata a posto.
Blaine
stese in avanti una mano e
toccò il viso di Kurt per farsi guardare da lui. Kurt
sollevò gli occhi, e
Blaine lo fissò come se stesse provando a memorizzare
completamente il suo viso
proprio in quel momento. Questo era una sorpresa per Kurt, che lo
guardò di traverso,
chiedendosi perché l’umore cambiava
così improvvisamente, e perché diventava
proprio così poco caldo, solo che un po’
più vulnerabile, e solo così
leggermente urgente.
“Se…va
tutto bene…” mormorò Blaine,
chinandosi un po’ più vicino, il pollice che
sfiorava la guancia di Kurt
dolcemente.
Il
respiro di Kurt si bloccò un
po’ mentre Blaine si avvicinava di più, fissando
attentamente negli occhi che
lo guardavano con sincera supplica. Sentiva la mano di Blaine tremare
un po’,e
sollevò la sua per coprire quella sulla sua guancia. Il
respiro di Blaine era
caldo. “…possiamo per favore provare di
nuovo…?” chiese Blaine dolcemente.
Gli
occhi di Kurt si annebbiarono
un poco, un sorriso timido sulle sue labbra. Blaine vide lo sguardo sul
suo
viso e lo tirò vicino a sé, tendendolo
strettamente dato che avrebbe aspettato
un eternità per questa possibilità, e in qualche
modo, sarebbe certamente stato
così. Mentre Blaine lo portava vicino, le braccia di Kurt si
avvolsero intorno
alle spalle di Blaine e lui tenne proprio così strettamente,
sperando che le
sue braccia non tremassero in modo così ovvio, sicuro con
nessuna intenzione di
lasciar andare.
“Mi
dispiace…” sussurrò Blaine
nella spalla di Kurt, stringendolo più strettamente.
“Mi dispiace così tanto…”
Kurt
chiuse gli occhi e si
strinse solo in risposta, prendendo un vibrante sospiro, ricacciando
indietro
il pizzicori agli occhi e parlando a voce così bassa che
poteva essere sentito
solo nel silenzio. “Mi dispiace…”
sussurrò in risposta, stringendo forte.
Nessuno
di loro poteva aver
davvero vinto. E l’orgoglio di rado era sbagliato da
conservare quando uno
comincia a considerare che forse c’è qualcosa di
più grande da perdere. Questo
genere di cosa non accadeva sempre tra le persone? Lì andava
che i sentimenti
senza parole di chiedere perché erano perfino separati con
cui
cominciare-lasciava solo un momento effimero, solo abbastanza veloce da
essere
senza senso dopo che bruciava via-contro la realizzazione che potevano
provare
di nuovo, movendosi con più cautela questa volta.
Nel
silenzio, Kurt poteva sentire
tutto. Poteva sentire il cuore di Blaine che martellava, la mano calda
ferma
sul retro della sua testa, e l’altro braccio saldamente
intorno alla sua vita.
Si chiedeva se Blaine sentisse le lacrime calde che cadevano sulla sua
spalla, quelle
che non voleva che lui vedesse ma che avevano trovato il modo per
uscire
comunque.
Forse
lo faceva. Blaine solo si
strinse a Kurt per un lungo, calmo momento, il suo corpo rilassato
leggermente
mentre sentiva il respiro di Kurt contro di lui. Forse era per quello
che
quando cominciò, cominciò così
dolcemente, come se fosse quasi una ninna nanna.
Solo per alleviare le ferite che nessuno di loro poteva vedere.
Never knew I could feel like
this
Like I've never seen the sky
before…
I want to vanish inside your
kiss
Every day I love more and more…
Kurt
alzò gli occhi verso di lui,
il cuore che batteva giusto un po’ più veloce
mentre riconosceva la canzone dal
primo verso. Blaine prese il viso di Kurt tra le mani con attenzione,
nel modo
in cui le persone lo facevano quando erano preoccupati di rovinare
qualcosa se
l’avessero stretto troppo.
Blaine
poggiò la sua fronte
contro quella di Kurt, non abbastanza da sollevare i suoi occhi verso
di lui
ancora. Non c’era tanto che potesse fare per lui in
quell’esatto momento, ma
quello…entrambi avevano bisogno di quello.
Listen to my heart,
can you hear it sing?
Telling me to give you
everything…
Seasons may change, winter to spring…
Blaine
ora guardò direttamente
verso di lui con un piccolo sorriso. “But I love
you…until the end of time”
Gli
occhi di Kurt sgorgarono di nuovo,
il respiro quasi trattenuto mentre Blaine continuava la canzone, con le
sue
mani che scivolavano giù prima di prendere quelle di Kurt,
chiudendosi su di
esse dolcemente.
Come what may
Come what may
I will love you until my dying day…
Kurt
alzò lo sguardo su di lui,
sorridendo timidamente attraverso il velo nei suoi occhi. Quello era
molto più
quelle prove senza fine-significava molto di più
adesso-tutto era cambiato in
pochi giorni, e in qualche modo, loro stavano trovando la loro strada
per
tornare indietro.
Strinse
le mani di Blaine e
dolcemente cominciò a cantare di rimando.
Suddenly the world seems such a perfect
place…
Suddenly it moves with such a perfect
grace…
Le
voci si sollevarono insieme,
loro stettero un po’ più vicini, gli occhi che non
lasciavano mai l’altro:
“Suddenly my life doesn’t seem such a
waste…”
E
Kurt sorrise a Blaine, i cui
occhi solo si illuminarono in un modo che Kurt non aveva mai davvero
pensato
che avrebbe mai causato in qualcuno quando lo guardava. “It all
revolves around you…” cantò, tenendo le
sue
mani.
Blaine
lo portò vicino, mentre le
loro voci crescevano insieme di nuovo per risuonare attraverso la
stanze, le
loro dite allacciate a quelle dell’altro.
And there's no mountain too
high no river too wide
Sing out this song and I'll be
there by your side…
Storm clouds may gather and stars may
collide…
Blaine
gli lanciò uno sguardo con
un dolce sorriso. “But I love you…”
“I
love you…” rispose Kurt, il
viso che proprio arrossiva leggermente.
“Until
the end of time…” entrambi
cantarono, mentre fuori, al di là del vetro delle finestre,
le luci della fiera
si illuminarono in successione, penetrando attraverso il buio che stava
calando
sulla scuola-centinaia di luci brillanti che riempivano il palco,
rivestendo il
terreno della Dalton e ricoprire il palco contro il buio.
Come what may, come what
may…
I will love you until my dying
day…
Oh come what may, come what
may…
I will love you…
“I
will love you…” mormorò Kurt,
guardando attentamente Blaine e la luce riflessa nei suoi occhi.
“Suddenly the
world seems such a perfect place…”
Blaine
lo attirò più vicino,
baciandolo brevemente, condividendo un respiro.
E
senza preavviso, al di là del
terreno della fiera, i fuochi d’artificio si librarono in
cielo. Gli Warblers
dovevano aver finito la loro esibizione da un bel po’-un
orgia di luci e colori
eruttarono tutti nel cielo scuro, riempiendo l’aria con luci
e suoni, lasciando
cadere migliaia di scintille verso terra come magia.
La
coppia nell’ingresso poteva
appena riconoscerne l’intensità che rischiava
fuori dalle finestre della stanza
in cui stavano-troppo assorti l’uno nell’altro, gli
occhi pieni di speranza.
Come what may…
Come what may…
I will love you until my dying
day…
I
fuochi d’artificio continuavano
a bruciava anche mentre le loro voci proseguivano, gli occhi che non
lasciavano
mai l’altro, respirando profondamente per recuperare il
fiato-come se
rigorosamente scampassero all’annegare in una tempesta, e
magari lo stavano
facendo.
Kurt
stava proprio per riprendere
il fiato quando Kurt glielo fermò di nuovo movendosi in
avanti e baciandolo più
profondamente di prima, la mano che si muoveva su a prendere la guancia
di Kurt
mentre lo faceva. Il viso di Kurt si riscaldò, e rispose al
bacio, la mano
appoggiata al retro del collo di Blaine.
Non
sarebbero mai stati più grati
a un’unica canzone.
E
allora la sala degli Warblers
eruttò in acclamazione e applausi.
I
due si separarono e si
voltarono con gli occhi spalancati per trovare gli Warblers alla porta
spalancata,
ululando e fischiando mentre applaudivano così forte che
Kurt poteva vedere le
mani di Reed diventare rosse. Shane con lui stava saltando su e
giù e si stava
dimenticando del suo piede di nuovo-e le New Direction erano con loro,
anche
loro sorridendo da orecchio a orecchio. Harvey e la Medel stavano sulla
porta,
sorridendo un poco, ma anche loro stavano applaudendo sommessamente.
Reed
stava davvero ridendo. “Okay
adesso considereremo di perdonarvi per non averci visto
esibirci!” disse,
sorridendo al suo compagno di stanza.
“Finalmente!”
disse Wes,
lanciando le mani in aria, Mercedes che sollevava gli occhi al soffitto
in
sollevato consenso.
“Grande
canzone!” sorrise Bailey,
applaudendo.
“Perfettamente
a tempo con i
fuochi d’artificio, comunque-wow…” disse
Finn, lanciando uno sguardo alle finestre,
dove i fuochi d’artificio continuavano a bruciare. I gemelli
si guardarono l’un
l’altro e con discrezione si diedero un cinque-in
realtà, i fuochi d’artificio
erano partiti prima del previsto, ma erano arrivati al momento giusto.
Loro
erano sicuri che un certo Brucaliffo avesse fatto in modo che fosse
proprio
così.
Artie
stava fischiettando e
Santana stava sorridendo alla coppia nella sala che chiaramente aveva
mancato
di chiudere la porta alla loro precedente esibizione. Gli Warblers
avevano
intenzione di tornare alla Sala per fare una riunione, e le New
Direction li
avevano seguiti, dopo che Finn aveva espresso il bisogno di trovare
Kurt.
Kurt
rise un poco, ma lui e
Blaine guardarono su sorpresi di vedere Logan tra gli Warblers. Stava
anche lui
sorridendo un poco-un sorriso un po’ più vero di
quelli che entrambi avevano
visto sempre-mentre anche lui batteva le mani. Fece a entrambi un
piccolo cenno
col capo, che era in sé un riconoscimento. Diceva alla
coppia la sua attenzione
di ritirarsi.
Kurt
guardò Blaine, che
continuava a tenere gli occhi su Logan. Blaine, ancora stando vicino a
Kurt,
gli fece un lieve cenno in risposto. Logan sorrise solo un
po’ di più e con
cautela si allontanò dagli Warblers, dietro gli altri, e
svanì nel corridoio
oltre.
Allora
Kurt si voltò verso Blaine
per un momento, considerando qualcosa prima di sussurrare,
“Devo parlarti di
una cosa dopo, va bene?”
Blaine
lo guardò sorpreso e
annuì. “Va bene.”
“Okay,
sistematevi, sistematevi.”
Disse Harvey, applaudendo forte per avere la loro attenzione.
“Dato che sembra
che abbiamo visitatori in Sala…” e sorrise alle
New Directions, che gli
sorrisero di rimando, “dobbiamo dimenticarci della riunione
post-performance.”
Il
viso di Rachel si abbatté
lievemente. Tina ridacchiò.
“Ma,
per beneficio dei due
assenti…” sollevò un sopracciglio verso
Blaine e Kurt, che arrossirono.
“Ripeterò che tutti voi siete stati eccellenti
oggi.”
Shane
sorrise a Reed, che gli
sorrise raggiante. I gemelli fecero l’occhiolino a Brittany,
che rise.
“Se
continuiamo così, saremo più
che pronti per le Regionali. Dove voi ci aspetterete,
presumo,” aggiunse verso
le New Directions, e Rachel allora fece un enorme sorriso.
“Assolutamente!”
disse orgogliosamente.
“Accettiamo
la sfida ,Signor
Harvey,” rise Mercedes.
“Sarà
‘accettata’, non ti
preoccupare,” la assicurò Harvey con un sorriso.
“Anche se devo ammettere…”
guardò verso l’insieme di ragazzi degli Warblers e
delle New Direction che si
erano esibiti a metà giornata. “Che sembra che
tutti voi lavoriate bene
insieme.”
La
Medel sembrò soddisfatta.
“Questo è sempre un buon segno, sapete. Dovremmo
provare questo di nuovo una
volta-in un ambiente di non competizione. Mi chiedo cosa se penserebbe
Will Schuster
di questo.”
Ci
fu un ruggito di desideroso
assenso da chiunque nella stanza e Harvey dovette calmarli tutti di
nuovo.
“Questo è abbastanza per un solo giorno, penso,
tutti-andate. Uscite da
qui-ricordatevi di prepararvi per la serata dei genitori con i vostri
suggerimenti per la canzone ed iscrivervi, quelli interessati agli
assoli.”
“Cos’è
la serata dei genitori?”
chiese Tina a David mentre l’intero gruppo iniziava a uscire
dalla sala.
David
sorrise tristemente. “Una
notte d’inferno, più che altro.”
“Tutti
i genitori e i tutori
vengono tutti eleganti soprattutto per essere messi al corrente su
quello che
sta succedendo nell’anno in corso,” disse Evan.
Ethan annuì, “Si suppone che
noi ci esibiamo per loro, i migliori vengono premiati, tutta quella
cerimonia e
pubblica ostentazione.”
“Perché
è una notte d’inferno,
allora?” chiese Rachel, la fronte aggrottata. “Non
siete felici di esibirvi
davanti a un simile pubblico esclusivo?”
“Perché
tutti facciamo questo
davanti agli occhi più giudicatori del pianeta: i nostri
genitori,” Wes
brontolò mentre lasciavano la stanza.
Kurt
e Blaine seguirono gli altri
fuori dalla sala, ma Harvey li bloccò. Guardò
attentamente i due, ancora con le
mani intrecciate. Sembrò considerarli per un momento e
disse, “Se aiuta, sono
ancora abbastanza sicuro sul lasciare che voi due prendiate il comando
nella
serata dei genitori. E non solo perché siete due dei
migliori.”
“Avete
già mostrato un miglioramento,”
disse la Medel con un sorriso. “Abbiamo detto che avete
lavorato davvero
duramente durante tutta la fiera…Perfino Logan si
è comportato abbastanza bene
oggi. E i vostri compagni Warblers hanno espresso la vostra mancanza
sul palco
con loro.”
Kurt
sorrise un poco-ma non
troppo. Non avrebbe voluto sembrare troppo appassionato
adesso…
Harvey
e la Medel si scambiarono
uno sguardo l’un l’altro, e finalmente, Harvey
disse, “Tutto ok ,beh…
Permetteremo tutti voi tre di provare per la guida la sera dei
genitori. La
preferenza andrà ancora verso i solisti attuali-Reed e i
gemelli, ma i vostri
compagni Warblers potrebbero eleggermi, potresti guadagnare il
palco.”
“Abbiamo
bisogno di due
solisti-solo due, separati solisti.” Medel annuì,
ignorando lo sguardo di speranza
che stava di sicuro apparendo negli occhi di Kurt. “Quindi
dovreste
prepararvi.”
“Grazie,
signore,” annuì Blaine
con un sorriso verso il direttore. Harvey mise una mano sulla spalla di
Blaine.
“Ho bisogno di prenderti in prestito per un momento, voglio
parlarti di tuo
fratello.”
Blaine
sembrò confuso. “Shane?
Cos’ha fatto?”
“Beh,
mi è capitato di vederlo in
azione oggi…” e condusse Blaine attraverso la
stanza ,il ragazzo preoccupato
che lasciava la mano di Kurt mentre seguiva il direttore.
Kurt
fu lasciato con la Medel ,verso
cui si giro allora. La Medel gli sorrise e disse, “Sono molto
felice che tu e
Blaine abbiate risolto le cose. Dev’essere stato difficile
per entrambi. E da
come appare…Logan si è calmato un po’.
Spero che le cose migliorino.”
“Anche
io, Miss Medel,” rispose
Kurt.
Si
fermò per un momento, chiedendosi
se dovessi-stava saltando terribilmente alle conclusioni, ma
cos’altro poteva
essere?-ma se lei non era neanche riuscita a dirlo ad Harvey
,probabilmente
aveva bisogno di tutto il supporto che poteva avere. Quinn e Babygate
non
avevano esattamente lasciato a Kurt con piacevoli ricordi sulle
gravidanze non
programmate. Prese le sue mani velocemente con un sorriso precipito
attraverso
i suoi lineamenti. “Signorina Medel. Sta bene?”
Perplessa,
il direttore femminile
lo fissò. “Oh, si, certo che sto bene.”
“è
solo che…L’ho vista stare male
l’altro giorno,” le disse Kurt, lanciandole un
occhiata piena di significato.
Lei
non la colse. “Oh, te l’ho
detto-ero solo un po’ nauseata.”
“è
stata male anche oggi,”
aggiunse Kurt con enfasi.
“Oh
è che…erano solo i biscotti.”
Il suo sorriso cominciò a tremare un poco.
Kurt
la fissò con gli occhi
spalancati. “Okay…beh…” e
disse questo lentamente, “Voglio solo che lei
sappia…che ho questo tipo di cosa prima con alcune persone
che conosco e…” la
guardò attentamente. “Lei può fidarsi
di me.”
La
Medel lo fissò, ancora un po’
insicura, ma le sue mani si strinsero su quelle di lui. “Cosa
intendi?”
“…sto
solo dicendo che posso
stare attento per lei un po’,se ha bisogno di
aiuto.”
Dovette
averle fatto capire alla
fine, perché le mani di lei si strinsero in quelle di Kurt
un po’ di più.
“Kurt…sei davvero un bravo ragazzo e uno studente
eccellente,” cominciò lei, suonando
un po’ incerta. “Ma…io penso che tu e io
possiamo essere d’accordo…sul tenere
questo tra noi due per un po’. Va bene?” disse,
allargando i suoi occhi verso
di lui.
“Gliel’ho
detto,” replicò Kurt ,chiedendosi
se lei avesse realizzato che stava impedendo la circolazione nelle sue
mani.
“Può fidarsi di me.”
La
Medel sembrò preoccupata.
“Hai… Hai parlato di questo a
qualcuno…? Della mia, um…situazione?”
Kurt
sentì un campanello
d’allarme. Reed sapeva. Lui era lì, aveva sentito
tutto. Ma forzò un sorriso
verso la Medel e mentì splendidamente. “No, certo
che non l’ho fatto.”
Il
sollievo passò attraverso gli
occhi di lei. “Okay. Allora…allora mettiamo da
parte l’argomento adesso ,va
bene? Andrà tutto bene.” E da quello ,lei intese
che non si sarebbe dovuto
parlare di quello. Mai più. C’era risolutezza in
quello.
Kurt
annuì. “Capisco.” Lasciò
andare le sue mani. “A domani, signorina Medel.”
“A
domani…” annuì la Medel ,guardandolo
con ancora un senso di preoccupazione mentre lui adesso camminava fuori
nel
corridoio, seguendo dietro Harvey e Blaine, che si erano mossi in
direzione
delle uscite come gli altri Warblers.
Quando
Kurt arrivò alle porte
dell’edificio sud e di quello principale, Blaine corse verso
di lui, sembrando
un po’ logorato. “Allora?” chiese Kurt
mentre andava verso di lui ,uscendo
dalle porte verso di lui. “Cosa voleva Harvey?”
“Ha
visto Shane esibirsi in
quella battagli di danza,” borbottò Blaine.
“Mi ha chiesto se Shane sapesse
cantare.”
Gli
occhi di Kurt si
spalancarono. “…stai dicendo…”
“Era
solo un pensiero-o meglio io
sto pregando che sia solo un pensiero,” rispose Blaine,
sembrando un po’
imbronciato. “Mi ha chiesto perché Shane fosse in
un'altra scuole mentre io ero
in questa. Gli ho detto che era stata una decisione di Shane andare a
Walcott-non mi ha detto perché.”
“Ha
chiesto se Shane
considererebbe un trasferimento alla Dalton?” sorrise
compiaciuto Kurt.
“Per
favore non cominciare a
spaventarmi, Kurt, davvero, è troppo,” Blaine
nascose il viso nelle sue mani
mentre arrivavano ai gradini di davanti e trovavano gli altri ragazzi
ad
aspettarli lì. “Sono stato a scuola con Shane
prima e posso dirti proprio
adesso che mi ha preparato ad entrare a Windsor.”
“Cosa
su di me?” sorrise Shane
mentre li raggiungeva.
“Niente,”
rispose Blaine
tranquillamente. “Che sei un terremoto.”
“a
quanto pare lo sono,” disse
Shane mestamente a Reed, che rise solo verso di lui. “Sempre
stato. Ho una
lunga, documentata storia di essere-terremoti.”
Alla
parola “storia”, un pensiero
passò di corsa nella mente di Kurt e si voltò
verso Blaine immediatamente. “E
parlando del dirci l’un l’altro tutto, ho
incontrato una ragazza oggi che ti
stava cercando. Ha detto che avevi un passato con lei? Di cosa
parlava?”
incrociò le braccia al petto.
Blaine
lo guardò, perplesso. “Una
ragazza?”
Perfino
Shane sembrò sorpreso e
si voltò verso suo fratello. “Non dirmi che uno
dei tuoi finti appuntamenti
ancora ti rintraccia.”
“Cosa?
No!” lo fissò Blaine.
“L’avrei sentito-“
“Wow,
questa storia di famiglia
va un po’ più lontano di quanto
crediamo…” David fissò i due Anderson.
“Bhé
c’era un fiore parlante che
cercava Blaine prima,” commentò Evan, inclinando
la testa. “Capelli castani, stelo
carino ,davvero carina con lunghi capelli castani.”
“Cosa?”
chiese Blaine, confuso e
schivando l’intenso sguardo fisso da Kurt.
“Quel
fiore parlante!” disse
improvvisamente Ethan, puntando il dito.
E
lei era lì. La ragazza che Kurt
aveva incontrato prima stava correndo attraverso la folla che si
disperdeva
lentamente per il terreno della fiera verso Blaine in una linea diretta
,sembrando
davvero euforica. “Blaine!” urlò,
scuotendo la mano.
Blaine
alzò lo sguardo e la vide,
per un momento spaventato, e poi il suo viso immediatamente si
illuminò nello
stupore assoluto. “O mio Dio…Rebecca! Non ci
credo!” Corse in avanti e
immediatamente la abbraccia mentre lei lo raggiungeva. Lei gli
baciò la guancia
e colpì affettuosamente le sue spalle, sembrando molto
felice.
Kurt
rimase a bocca aperta.
Blaine sembrava emozionato. “Cosa-quando sei venuta? Quanto
sei stata in Ohio?”
“Rebecca?”
disse Shane ,sembrando
anche lui sorpreso e abbastanza felice.
“Anche
Shane è qui!” esclamò
Rebecca ,sembrando perfino più felice mentre gli dava un
abbraccio stretto.
“Pensavo che tu andassi in una scuola in Colorado!”
“È
così-sono venuto per una
visita-“
“Pronto
,siamo ancora nel buio
qui,” suggerì Kurt al suo fidanzato, che
saltò. Blaine rise un poco. “Oh, no, Kurt
non è così. Questa è Rebecca ,lei
è-“
Fu
bloccato dalla ragazza
veramente eccitata. “Finalmente, Blaine! Ti abbiamo cercato
ovunque in questa
fiera, non stavi fermo per un minuto!” Si voltò
all’improvviso dietro di lei e
cominciò ad agitare la mano, saltellando su e già
eccitata quanto Shane prima.
“Tesoro! Dolcezza, qua! Ho finalmente trovato
Blaine!”
Fu
così che un’adorabile ragazza
in jeans, scarpe da corsa e una giacca in pelle si avvicinò
,i suoi bellissimi
capelli rossi liberi sulle sue spalle. Se Kurt pensava che Blaine fosse
sembrato sbalordito quando aveva visto Rebecca ,non era niente in
confronto
allo shock che ebbe ora nel vedere la rossa.
“O
mio Dio… Erin!” restò senza
fiato Blaine, immediatamente afferrandolo in un abbraccio senza
esitazione. “O
mio Dio ,sei qui! Sei davvero qui!”
“Lo
sono davvero!” la rossa rise,
abbracciandolo forte di rimando. “è passato
così tanto! Amico, Blaine, ecco-sono
così felice di vederti di nuovo! Sono passati
secoli!” lo fissò ,le mani sulle
sue spalle. “…e non sei cresciuto di un
centimetro.”
“Tu-!”
“Erin!”
Shane esclamò e placcò la
ragazza a terra per il divertimento di Reed.
“Che
diavolo-sei anche tu qui, tu
piccolo vermiciattolo?” la rossa brontolò da
terra. “Sei cambiato del tutto, Shane?
Entrambi?” Ma sbuffò di rimando una risata mentre
si alzava con lui, chiaramente
felice di vederlo.
“Erin…?”
sussurrò Reed a Kurt ,chiedendosi
se il suo amico sapesse più di lui. Kurt ci pensò
per un momento e guardò Reed ,realizzando.
“Erin…? Come…Erin dalla tua vecchia
scuola?” aggiunse Kurt, fissando Blaine.
“Una dei tuoi ‘Fabulous Five’?”
“Ci
chiami ancora così?” chiese
Erin a Blaine ,la sua espressione un po’ ammorbidita.
“Certo
che lo faccio,” rispose
Blaine con un sorriso. Rebecca sembrò contenta della
risposta, sorridendo e
stringendo la mano di Erin. “Vedi?” disse,
poggiando la testa sulla spalla di
Erin. “Te l’ho detto che sarebbe stato lo stesso di
sempre.”
“La
stessa cosa per voi due,”
sbuffò Shane mentre Erin fece scivolare un braccio intorno
alla vita di Rebecca
per darle un bacio veloce sulle labbra. La relazione tra Erin e Rebecca
fu
capita da chiunque istantaneamente-i gemelli gemettero un poco capendo
perché
erano stati così rifiutati prima, e cosa intendeva lei
davvero con “ragazza”.
Erin
all’improvviso si separò da
Rebecca. “O cosa sto facendo? Non vi ho detto la parte
più importante!” afferrò
le mani di Blaine. “Non crederai mai a questo-te lo giuro,
non lo farai.”
“Per
favore dimmi che non ti stai
trasferendo a Dobry Hall o qualcosa del genere,” disse Blaine
,quasi spaventato
della risposta se veniva dall’entusiasmo esplosivo della
rossa.
“Che
cosa diavolo è Dobry Hall?
No!-Cioè-zitto per cinque secondi!” Erin
sembrò davvero euforica quanto Rebecca
,che Shane stava presentando a un Reed ancora confuso.
“Sapevamo che dovevamo
venire dritte qui per dirtelo!”
“Dirmi
che cosa?” fissò Blaine.
“I tuoi genitori ti stanno riportando qui? Stai correndo di
nuovo? Olimpiadi?
Cosa?”
“Wow
,non stai zitto.”
“Ho
provato a farlo stare zitto, qualche
volta.” Fece Kurt.
“E
questo deve essere il
fidanzato di cui mi ha parlato Becca,” sorrise Erin,
sollevando Kurt in un
veloce abbraccio da orso. “Aaah ,finalmente. Una parola di
avvertimento: quando
comincia a fare cose folli come scalare mobili, solo tiralo
giù, starà bene.
Distrailo dalla sua pazzia interna.”
“Lo
faccio ,un sacco, evidentemente,”
sorrise Kurt verso Blaine ,che divenne scarlatto.
Erin
si spostò e disse, “Cosa sto
dicendo? Non te l’ho ancora detto!”
“Detto
cosa?” domandò finalmente
Blaine.
Reed
fissò Shane ,chiedendosi
perché lui fosse fermo lì ,bianco come un
lenzuolo e immobile. Sembrava come
sotto shock. Toccò la sua mano. “Shane? Shane,
cosa c’è che non va?”
Rebecca
si voltò con gli altri, sorridendo
quando vide cosa Shane stava fissando. “lui è
qui.”
“lui…?”
chiese Reed.
Kurt
fissò l’alto ,magro, ragazzo
dai capelli castani che camminava verso di loro, vestito di abiti
curati e
indossando un paio di occhiali bordati d’oro. Il suo sorriso
era gentile ,ma i
suoi occhi sembravano stanchi. Ma quegli occhi dovevano già
aver mai lasciato Shane.
“L’abbiamo
trovato, riesci a
crederci?” Erin fischiò selvaggiamente verso un
ugualmente colpito Blaine.
“Pensavamo che non l’avremmo mai visto di nuovo ma
l’abbiamo trovato! Ci siamo
imbattute in lui in una convention su un libro a San Francisco.
Shane
era reso muto e
paralizzato. Reed fissò da lui al ragazzo alto e di nuovo
indietro. “Shane?”
Il
ragazzo alto sorrise a Shane, sembrando
abbastanza dispiaciuto. “…ciao.”
Shane
sbloccò la sua gola ,la sua
voce che suonava distante.
“…tu…”
Kurt
guardò Blaine, che disse, completamente
atterrito, “…Micah.”
Erin
e Rebecca stavano sorridendo
impazientemente, e tutti gli altri ragazzi di Windsor sembravano
confusi. Ma
Kurt sapeva chi fosse Micah, e, dall’espressione sui visi di
Shane e Blaine, e
mentre ora si voltò verso il suo basso compagno di stanza,
che sembrava in
ansia-come se stesse cominciando a fare una terribile e accurata
supposizione-che non erano completamente fuori pericolo.
Loro
c’erano giusto appena entrati.
Era
tardi. Lo spazio aveva solo
pochi studenti che stavano ancora volendo mettere via tutta la roba
della
fiera-gli altri erano andati via e collassati nei loro dormitori.
Bailey era
proprio pronto a smontare la cabina di studio quando sentì
qualcuno arrivare
dietro di lui. “Hey, Tipton.”
Lo
Warbler di Stuart si voltò e
trovò Julian che stava lì, sembrando un
po’ pallido in viso, le mani nelle
tasche. Era da solo. Sorpreso ,Bailey disse, “Oh hey, Julian.
Che succede?
Sembra come se…stessi male. Non hai mangiato quei biscotti,
vero?”
“No,
no…” Julian sorrise un poco.
Sembrava davvero sottomesso e Bailey si stava proprio per offrire di
portarlo
alla clinica quando Julian disse, “Hey,
posso…uh…” si bloccò poi
solo scrollò
le spalle e indicò la cabina di musica un po’ in
modo depresso. “…pensi che io
possa provarlo? Prima che tu lo smonti?”
Bailey
lo guardò incredulo. Che
cosa se ne faceva Julian di una cabina di registrazione fatta da
studenti?
Poteva probabilmente registrare qualcosa in uno dei centinaia di studi
che
sarebbero stati più che felici di averlo. “Vuoi
fare un CD?”
“…Si
,in qualsiasi modo tu voglia
chiamarlo…” mormorò Julian ,gli occhi
verso il terreno. “Va bene?”
Lui
non aveva mai chiesto
permessi. E da tutto quello che Bailey aveva sentito e sapeva, era
sicuro che
quella era infine il crollò di Julian.
“Sicuro…cioè…se
vuoi.” Indicò la cabina.
“Vuoi che lo trasmetta?”
“Per
cosa…?” borbottò Julian.
“…nessuno ascolterà.”
Il
terreno era praticamente
vuoto, ma Bailey era sicuro che non era proprio quello che Julian
intendeva. Si
sentiva un po’ colpevole ,sapendo il suo segreto adesso. Ma
se l’avesse fatto
sentire meglio… “Okay. Cosa canterai?”
Julian
glielo disse. Bailey si
sentiva peggio adesso. “Julian…”
“Cosa?”
Non
supponeva di sapere niente.
Si supponeva che fosse un altro Stuart nell’oblio. Ma voleva
davvero tanto
chiedere cosa ci fosse nella mente di Julian proprio adesso
perché altro
avrebbe voluto cantare una canzone da solo ,freddo, tardi nella notte?
Stava
cantando per qualcuno che non avrebbe mai ascoltato, che non
l’avrebbe mai
saputo. Bailey era sicuro adesso ,se non l’era stato prima,
che Julian aveva
ogni intenzione di andarsene.
Non
pensava che andasse così
male. Pensava davvero che avrebbero aggiustato questo.
L’attore
nella cabina si sedette
a un alto sgabello che era stato messo lì, e
infilò le cuffie, gli occhi chiusi
e dimentico del fatto che il suo compagno di classe fuori era davvero
scombussolato. C’era abbastanza dolore in lui da non notare
nemmeno che Blaine
stava mostrando ogni segno di conoscere il suo segreto.
Kurt
aveva avuto l’idea
giusta-cantare, ecco. Forse avrebbe aiutato. Era una lunga prova-una
prova
davvero lunga-ma avrebbe provato ogni altro modo per sentirsi meglio su
quello.
Per la prima volta dall’anno da matricola, si era confrontato
con la presenza
di essere veramente capace di staccare e svanire solo, non poteva
respingere
indietro quello che provava: quel sentimento di essere schiacciato
sotto i
piedi e trascurato.
Non
aveva potuto nasconderlo con
la spavalderia-Kurt aveva visto dritto dentro di lui-non aveva potuto
nasconderlo comportandosi come un idiota-Derek l’aveva
trovato trasparente-e
non aveva potuto neanche nasconderlo da quel nuovo ragazzo fan che non
lo
conosceva neanche-Adam lo sapeva e aveva detto così quando
era con lui alle
gradinate.
Solo
la persona che contava
davvero non l’aveva notato. Ma come poteva?
Bhé…non
importava più. Stava
dicendo addio.
Catturò
lo sguardo di Bailey, e
fece un cenno verso di lui. Bailey ,ancora non piacendogli questo,
sospirò
soltanto e fece partire la base. Mentre la musica suonava, tenne i suoi
occhi
assorti su Julian mentre stese la mano in avanti attentamente ,e
colpì un
bottone con una luce rossa, con la scritta
“registrare”.
Julian
fece un passo verso il
microfono, gli occhi chiusi, una mano sulla cuffia, pronto a cantare
dentro le
mura della Dalton per un ultima volta.
The time is right; I'm gonna
pack my bags
And take that journey down the
road…
Cause over the mountain I see
the bright sun shining
And I want to live inside the
glow
Yeah…
Bailey
si sedette, sentendo
Julian cantare. Era un cantante fantastico. Ma quello era il
problema-le
persone che erano cantanti fantastici esprimevano così tante
emozioni quando
cantavano. E il modo in cui Julian stava cantando adesso…
quasi sentiva che si
stava intromettendo in qualcosa di molto privato. Era qualcosa che non
aveva
mai visto o si sarebbe aspettato dall’altezzosa
celebrità. Voleva fermare la
registrazione-perché stava registrando più che
solo la canzone di Julian.
Stava
registrando lui come la
persona che nessuno avrebbe mai davvero visto.
I wanna go to a place where I
am nothing and everything…
That exists between here and
nowhere…
I wanna go to a place where
time has no consequences oh yeah
The sky opens to my
prayers…
Julian
non riusciva a ricordare
molto bene il preparare le valigie. Ricordava il prendere i suoi
vestiti e le
cose personali, e metterle dentro la valigia e la borsa da viaggio.
Ricordava
il lasciare la sua uniforme ,i libri di scuola ,e tutte le altre cose
che non
erano davvero sue in fondo.
O
più che altro ,tutto quello che
aveva anche il più insignificante ricordo del suo tempo alla
Dalton Academy.
I wanna go to
beautiful, beautiful, beautiful…
I wanna go to beautiful,
beautiful, beautiful…
Ricordava
il prendere la pila di
fotografie dalla sua scrivania. Non ce n’erano tante, ma
ognuna coinvolgeva lui
,Derek e Logan, in tutti i modi dall’anno da matricole. Derek
diceva che se si
dava una scorsa a esse, si poteva veramente vederli crescere un
po’.
Julian
c’era di meno in quelle
foto. Soprattutto ,Derek e Logan erano presenti. E quindi
l’attore le tese
attentamente verso il bidone della spazzatura e le lascio cadere.
Non
c’era neanche stato
abbastanza in giro perché loro sentissero la sua mancanza in
qualche modo. E
perché avrebbero dovuto…? Cosa aveva mai fatto
per cui a loro mancasse in
qualche modo? Seriamente
adesso-
-Logan
l’avrebbe perfino notato?
I wanna go to beautiful,
beautiful, beautiful…
I wanna go to beautiful,
beautiful, beautiful…
Derek
andò alla casa di Stuart
dopo aver parlato con Murdoch nell’edificio sud e in quello
principale. Era
disperato di prendersi qualche pausa. Quindi le sue fidanzate
l’avevano preso e
aveva un sacco di spiegazioni da dare. Era finita adesso.
Si
fermò quando vide le valigie
affianco alle porte di Stuart ,si infilò senza dare
nell’occhio all’angolo
dell’ingresso. Sentiva il sangue bruciare alla vista delle
targhette. Sapeva a
chi appartenevano quelle borse e immediatamente corse su per le scale,
andando
attraverso il corridoio.
Prima
che potesse perfino
chiamare il suo nome ,si bloccò di nuovo. Vide Julian in
piedi davanti alla
stanza di Logan. La luce era accesa nella stanza, filtrava attraverso
una
fessura sotto la porta. Ma Julian stava lì ,alla porta,
fissando la luce sotto
di essa.
Please understand that it's not
that I don't care
But right now these walls are
closing in on me…
Derek
guardò, il cuore che
affondava, mentre Julian continuava a stare lì.
Fissò il suo amico, mentalmente
spronandolo. Vai. Dai, puoi farlo. Solo bussa a quella dannata porta,
Julian, dai.
Devi dirglielo. Devi!
Per
un momento, quando Julian
sollevò gli occhi e uno dei suoi pugni stretti si mosse in
avanti per colpire
la porta ,Derek volette saltare.
Poi
Julian solo si riscosse
leggermente, e fece un piccolo passo indietro, chiudendo gli occhi e
prendendo
un respiro scosso.
Non
poteva. Proprio non poteva.
Era troppo difficile. Ed era troppo lontano per cadere.
Perché
stava piangendo. Voleva
prendersi a pugni-perché non riusciva a smettere? Voleva
urlare alle sue
lacrime di smettere di scendere. Perché quello era
stupido-quello era niente.
Era
sempre, sempre-sarebbe sempre
stato-niente.
I love you more than I love
life itself…
But I need to find a place
where I can breathe
I can breathe…
Derek
vide le lacrime cadere e
calare nei suoi occhi. Lasciò uscire un respiro, e
camminò verso il suo amico ,che
forse aveva saputo per tutto questo tempo che lui era lì. Si
avvicinò a lui, e
dolcemente mise il suo braccio intorno alle sue spalle. Julian
crollò contro di
lui, scosso.
“Mi
dispiace ,D…” disse senza
fiato. “Ero solo-“ un idiota.
“Va
bene…” Derek mormorò alla fine,
la voce così bassa che solo Julian poté sentirlo.
Scosse la testa. “…va bene ,Jules…
Ci hai provato. In fondo…in fondo ci hai provato.”
Quello contava qualcosa. Non
stava per spingerlo. Era troppo difficile da guardare.
Lo
condusse lontano dalla porta, silenzioso
come erano venuti. La persona dall’altra parte non avrebbe
mai saputo che erano
perfino stati lì.
I wanna go to a place where I
can hold the intangible
And let go of the pain with all
my might…
I wanna go to a place where I'm
suspended on ecstasy
Somewhere between dark and light
Where wrong becomes
right…
Bailey
guardò dalla stanza comune
mentre Julian, avvolto in un grosso cappotto ,passava con Derek
nell’ingresso
principale. Si sollevò dalla sua sedia, la fronte
aggrottata. Quella notte?
Stava andando quella notte? Logan lo sapeva? Guardò su per
le scale da cui i
due erano appena scesi. Non c’era nessun movimento al piano
di sopra…
Dalla
sua stanza ,Logan sedeva
ignaro. I suoi pensieri non erano in nessuno posto vicino a Julian in
quel
momento. Stava ponderando un messaggio che non si aspettava di ricevere.
Era
di Blaine.
‘Kurt
ci vuole parlare. Tutti e
tre. Vuole sapere tutto. Voglio dirgli la mia parte. Ma non conosco la
tua.’
Logan
poggiò i gomiti sulla sua
scrivania e si voltò verso la finestra, stupito.
I wanna go to beautiful,
beautiful, beautiful…
I wanna go to beautiful,
beautiful, beautiful…
Bailey
guardò Derek aiutare
Julian a caricare i bagagli nell’ingresso, Julian che
prendeva la sua borsa da
viaggio e Derek che prendeva la valigia. Guardò Derek
lanciare a Julian una
lunga occhiata senza dire una parola, chiedendo in silenzio se il suo
amico
voleva davvero farlo.
Julian
stette davanti alla porta
per un momento, perso nei suoi pensieri ,e guardò Derek alla
fine con un
piccolo cenno.
Aprì la
porta.
I wanna go to beautiful,
beautiful, beautiful…
I wanna go to beautiful,
beautiful, beautiful…
L’aria
era fredda ,e pungente. La
Dalton era tranquillo come mai di notte.
Dalla
casa di Stuart ,Julian si
voltò indietro verso Derek con un ansito spaventato,
afferrando il suo amico
che sembrava in orrore: schizzò tutto sulle scale
d’ingresso della casa di
Stuart che sembravano rose rosse schiacciate ,petali pianti e piegati
ovunque ,e
un liquido rosso tingeva il terreno ,nero alla luce della luna.
Una
fotografia mutilata di
Julian-presa dall’annuario della scuola-stava sui gradini.
Derek
sibilò una maledizione e
tirò Julian indietro dentro velocemente, guardando intorno
per terra in cerca
di qualche segno su chi l’avesse fatto. Spinse Julian dentro
,e immediatamente
chiuse la porta mentre andava a prendere un secchio d’acqua
per sbarazzarsi del
“regalo”.
Julian
si gettò contro il muro ,il
cuore in gola. Era peggio adesso. Sapeva che era peggio adesso che il
messaggio
era forte e chiaro.
Non
poteva andarsene.
E
in un sentiero, lontano oltre
il terreno, nel silenzio della notte, goccioline rosse brillavano sulla
strada
per la casa di Hanover. Justin Bancroft non le aveva notate mentre ci
andava, spingendo
avanti sua sorella e ansioso di darle un serio rimprovero. Ma Laura
Bancroft le
notò. Vide le gocce rosse, confusa, chiedendosi se fosse
vernice.
Vide
che la scia andava dentro la
casa, e su per le strada.
L’ultima
cosa che vide prima che Justin la spingesse nella casa comune fu
Adam Clavell di sfuggita, che fissava fuori dalla finestra del secondo
piano
che si affacciava sulla casa di Stuart.
Nel prossimo
episodio: Lo scorso anno, un ragazzo venne alla Dalton Academy. Si era
trasferito dalla Stanton High School. Era arrivato per sfuggire ai
bulli della
sua scuola, cercando un rifugio. Era stato assegnato alla casa di
Windsor, dove
incontrò per la prima volta i suoi folli occupanti ,e
incontrò l’alto cantante
solista, Logan Wright. La storia dello scorso anno sarebbe stata
raccontata da
tante persone a Kurt, che credeva che merita di sentire esattamente
cosa fosse
successo che li avesse portati tutti a quel punto.