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Autore: _Atlas_    27/04/2013    5 recensioni
"L’unico motivo per cui non ho avuto un crollo è perché ti sei trasferita da me", erano state queste le sue parole. Allora aveva annuito comprensiva e si era avvicinata a lui cingendogli il collo con le sue mani delicate, Tony aveva chinato il volto contro il suo petto, afferrandole la spalla con una mano, come se fosse stata lei la sua unica ancora di salvezza.
[Iron Man 3]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pepper era stesa sul letto matrimoniale della stanza degli ospiti, sola.
Teneva il lenzuolo fra le mani e lo stringeva forte cercando di scaricare tutta la tensione e il nervoso che aveva accumulato nel giro di mezz’ora; chiuse le palpebre con forza, facendosi quasi del male per non far scendere dagli occhi le lacrime che avrebbero contraddetto la sua personalità, tenace e sicura. Ma come piccole traditrici le lacrime uscirono lo stesso e lei fece una fatica immane per ritirarle e conservarle dentro di sé.
Tony le aveva chiesto di non farlo, di non andare via, le aveva implorato di aspettare ma lei non aveva voluto dargli retta, troppo scioccata e impaurita da quello che era successo.
L’attacco di panico e l’incubo che aveva avuto Tony erano più che comprensibili nella situazione psicologica devastata in cui si era ritrovato, ma l’arrivo dell’armatura, la perdita di controllo che lui stesso aveva avuto, erano troppo anche per lei.
Per la prima volta si era sentita in pericolo accanto a lui, accanto all’uomo che nel bene e nel male l’aveva sempre protetta e che ora invece non riusciva neanche a controllarsi.
Quando poche ore prima le aveva confessato apertamente quali erano le sue paure, Pepper aveva capito. Aveva capito che Tony aveva bisogno di aiuto e che soprattutto aveva bisogno di lei.
L’unico motivo per cui non ho avuto un crollo è perché ti sei trasferita da me”, erano state queste le sue parole.
Allora aveva annuito comprensiva e si era avvicinata a lui cingendogli il collo con le sue mani delicate, Tony aveva chinato il volto contro il suo petto, afferrandole la spalla con una mano, come se fosse stata la sua unica ancora di salvezza.
E lei si era promessa che avrebbe aiutato, che sarebbe stata accanto e che avrebbe protetto quell’uomo forte e fermo che aveva davanti ma che in quel momento sembrava tanto fragile.
La mente di Pepper stava ripercorrendo tutto quello che era accaduto in quei mesi, dalla fine dei problemi di New York, all’inizio dei problemi di Tony.
Un’altra lacrima le bagnò una guancia, realizzando di non aveva mantenuto la sua promessa.
Tony le aveva pregato di aspettare e lei non lo aveva ascoltato.
Tony aveva bisogno d’aiuto e lei se n’era andata.
Con una mossa svelta Pepper si liberò delle lenzuola e corse verso la loro camera da letto.
L’abat-jour era ancora accesa sul comodino e la giovane esitò prima di entrare, dalla porta socchiusa vide Tony seduto a terra ai piedi del letto, con la testa poggiata all’indietro sul materasso, i pezzi dell’armatura ancora sparsi sul pavimento.
Sospirò e poi si decise a entrare.
Gli andò vicino cercando di non inciampare fra i residui di ferro, dopodiché lo guardò.
Tony schiuse gli occhi e non osò posare lo sguardo su quelli di lei.
«Mi dispiace» mormorò soltanto.
Pepper gli si sedette accanto e per qualche minuto rimasero in silenzio, senza proferire parola.
La verità era che l’aveva messa in pericolo e che aveva fatto bene ad andarsene, lui non riusciva a controllarsi e per quanto si era sempre promesso di proteggerla adesso era stato lui stesso a metterla in pericolo.
Sentì una mano leggera avvolgergli la testa, poi un bacio accarezzargli la tempia.
Nonostante tutto era tornata.
Pepper lo fece alzare e lo guidò piano verso il letto dove infine si distese anche lei, di fronte a lui, di fronte al suo viso sconvolto; gli posò una mano sulla guancia e si sentì solleticare il palmo dalla sua barba ispida, poi lo avvicinò al suo petto tuffando il viso nei suoi capelli sui quali posò un altro bacio.
 
«Grazie» lo sentì sussurrare.
 

 
 

 
 
NdA
Ciao a tutte, non so neanche come definire questa “cosa” che ho scritto: si tratta di un piccolo rifacimento di una scena di Iron Man 3, precisamente quella in cui Tony viene colto da un incubo e Pepper lo lascia solo nella loro camera da letto.
Personalmente non ho amato molto quella scena, l’ho trovata un po’ incoerente con quella precedente (quella in cui Tony si confida con lei, per intenderci); sembrava che Pepper avesse capito e fosse pronta ad aiutarlo e invece appena si è presentata l’occasione questo non è successo.
Il punto di vista che ho preso è quello di Pepper perché penso che sia stato trattato poco nel film, mentre quello di Tony privilegiava, com’è giusto che fosse, del resto.
Spero vi sia piaciuta.
 
_Atlas_
   
 
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