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Autore: LivingTheDream    28/04/2013    1 recensioni
"Probabilmente era semplicemente stato il desiderio, la voglia, quell'apertura nel fianco di quella montagna stupenda, sotto un cielo che faceva del blu e dell'azzurro e del grigio colori meravigliosi, rispecchiando il verde della natura accanto a rocce lisce e pulite e ruscelli freschi. Probabilmente era semplicemente stato il desiderio di entrare anche lì, in quell'apertura."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'After all, I miss you anyway.'
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I choke unless I spit it out

I still smell of smoke, although the fires gone out

Can't live with ya, but would die without you.”

 

Golden Leaves, Passenger

 

Non riusciva nemmeno a capire come cazzo fosse finita in quella situazione. Più ci pensava, più il suo cervello cadeva a pezzi, licenziando ricordi e sensazioni da un ufficio pieno di schede e parole sparse per terra.

Probabilmente era semplicemente stato il desiderio, la voglia, quell'apertura nel fianco di quella montagna stupenda, sotto un cielo che faceva del blu e dell'azzurro e del grigio colori meravigliosi, rispecchiando il verde della natura accanto a rocce lisce e pulite e ruscelli freschi. Probabilmente era semplicemente stato il desiderio di entrare anche lì, in quell'apertura.

Ce ne era voluto di tempo, di fatica, di sudore e di sangue ma soprattutto di lacrime, quando si ritrovava da sola bloccata senza possibilità di salire o di scendere, e aveva voglia di gridare, poteva chiamare aiuto anche per tutta una notte, ma la montagna stava lì a guardarla, senza battere ciglio, stava lì ad ammirare quella piccola forza che piano ma inevitabilmente si arrampicava su di essa.

Ormai era troppo tardi per scendere, e la vista diventava sempre più mozzafiato. Angoli di paradiso, foreste altissime e prati gentili la accoglievano come se il suo posso fosse stato quello sin dall'inizio. Destinata. Per tutta la vita.

La montagna la fece entrare, realizzando che quello della ragazza era amore vero, e bisognava lasciarlo entrare prima che fosse troppo tardi.

Il buco divenne una cavità e la cavità una caverna, non troppo ampia ma nel quale si stava bene. Caldi. Al sicuro. Cibo, acqua, riparo dalla pioggia, proprio nel cuore della montagna, che finalmente si sentiva bene nonostante chi le tagliasse gli alberi o le strappasse i fiori. Se c'era la ragazza, andava tutto bene.

Ma la caverna si stringeva. Però era sempre calda.

E la ragazza voleva andare al fiume ma la montagna glielo portava lì vicino, dicendo che non ce n'era bisogno.

Ma la caverna si stringeva. Però era sempre sicura.

E la ragazza voleva scendere, dicendo alla montagna che di sicuro sarebbe tornata in giornata.

Ma la caverna si stringeva. Però era sempre accogliente.

E la ragazza voleva dirlo, alla montagna, che se l'amava tanto avrebbe dovuto dimostrarglielo, non solo stringerla tra le sue rocce, che a volte graffiavano, tra l'altro – la montagna non rispondeva. Le montagne non rispondono mai.

Ma la caverna si stringeva. Però era sempre bellissima.

E la ragazza non aveva ancora deciso se si sentiva più sicura o incastrata.

Ma la caverna era parte di lei.

 

E se non fosse più riuscita ad uscire?

 

 

 

Ma la caverna era tutta la sua vita, ormai.

   
 
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