Lo so, lo so, lo so. Avevo spergiurato che The end sarebbe stata un caso isolato, ma quel film è una droga. Iniziato a scrivere come si fa a fermarsi? E poi è talmente pieno di buchi che le idee fioccano in maniera compulsiva.
Perdono!
Non vi dico che non lo farò più perchè sarebbe una balla grossa come una casa, anche questa shot è nata questa sera tornando a casa, scritta, riletta e postata in un paio d'ore al massimo.
Enjoy 

- Sono il migliore! – la voce compiaciuta, leggermente metallica di Tony si udì a stento nel laboratorio invaso dalla versione rock di Jingle Bells, l’unica che il geniale miliardario, da sempre molto poco affine al Natale, potesse tollerare in casa sua. Se fosse dipeso da lui probabilmente la colonna sonora dei suoi esperimenti sarebbe rimasta quella dei sempre classici ed intramontabili AC/DC, ma da quando Pepper si era trasferita definitivamente alla Villa aveva portato una ventata di novità, non per ultima una serie di jngle prettamente natalizi per intonarsi all’atmosfera di festa.
Era stata lei inoltre a seminare alberi e abeti dai colori sgargianti in ogni angolo della casa nell’inconsistente tentativo di instillare un briciolo di spirito natalizio in Tony.
In quel preciso momento il bel miliardario era impegnato a provare la sua ultima creazione, approfittando del fatto che la ragazza sarebbe stata impegnata in ufficio fino a tarda sera. Dopo un inizio alquanto traballante era riuscito a indossare quasi completamente la sua nuova armatura, l’ultima nata, l’armatura con propulsione prensile autonoma. Pochi istanti dopo, proprio quando l’autocelebrazione di Tony stava per prendere il sopravvento per la riuscita del suo esperimento, l’ultima parte della Mark 42 arrivò d’inganno dalle sue spalle agganciandosi rudemente e sbilanciandolo, facendolo finire per terra. L’impatto fece scattare i sensori che sganciarono le porzioni faticosamente, e non senza innumerevoli rischi, indossate fino a quel momento lasciando Tony nudo, ad esclusione del casco.
- Come sempre, signore è un grande piacere vederla al lavoro – la voce sempre compita di JARVIS, nella quale Tony fu certo di avvertire una velata nota di sarcasmo sebbene sapesse fosse praticamente impossibile, lo fece riflettere che forse 72 ore fossero davvero eccessive tra una siesta e l’altra. La sua insonnia, cominciata con il suo ritorno sul pianeta Terra dopo aver viaggiato in un portale interdimensionale costruito con tecnologia aliena, era andata peggiorando di giorno in giorno portandolo a tour de force lavorativi sempre più lunghi che però, come altra faccia della medaglia, gli avevano permesso di creare 34 ulteriori versioni di armature.  
Tony, ammaccato dall’impatto, decise di prendersi una pausa, ma c’era un’ultima cosa che andava fatta prima del meritato, e quasi altrettanto agognato, riposo.
- J recupera i dati biometrici di Pepper.
- Li ho nella memoria centrale, signore.
- Fai l’upload nella Mark 42.
- Signore?
- Caricali, JARVIS – chiarì Tony.
- Signore, a parte la Mark II nessuna della precedenti armature…
- Lo so benissimo, JARVIS – rispose Tony. Da quando aveva iniziato a dilettarsi con il suo passatempo Tony aveva sempre predisposto svariati livelli di difesa per evitare che le sue armature cadessero in mano altrui. Da subito il governo americano aveva cercato di fargli consegnare le armature senza mai riuscirci, ma nella remota ipotesi che qualcuno se ne fosse impossessato non sarebbe comunque stato in grado di usarle. L’unica eccezione era rappresentata dalla Mark II, diventata poi l’armatura di War Machine. Nel momento in cui Tony si era accorto che il suo organismo rifiutava il palladio, e che quindi il congegno che lo stava tenendo in vita lo stava anche lentamente uccidendo, aveva cercato di sistemare le sue cose ed essere pronto per quello che pensava sarebbe stato inevitabile. Aveva investito Pepper del ruolo di CEO in modo da assicurare una guida valida alle sue industrie ed aveva modificato la Mark II, leggermente ritoccata rispetto a quello che era stato il progetto originale, perché Rhodey la potesse usare. Non aveva previsto che l’amico si sarebbe introdotto di straforo nel suo laboratorio e gli avrebbe portato via l’armatura da sotto il naso, ma quando questo era successo non aveva fatto nulla per impedirlo dato che quelli erano sempre stati i suoi piani fin dall’inizio.
Se Iron Man era destinato a scomparire, almeno il suo retaggio sarebbe sopravvissuto.
Fortunatamente quell’evenienza era stata scongiurata, il palladio sostituito, Pepper conquistata, ma Rhodey e l’esercito americano si erano tenuti ben stretti l’armatura in loro possesso facendola diventare un’icona nazionale.
Tutte le 39 versioni successive della Mark erano state conformate solo ed esclusivamente su Tony e nessuno avrebbe mai potuto indossarle.
Tutte, tranne la 42.
- Procedo con l’upload, signore? – chiese JARVIS come ultima conferma.
- Procedi vecchio mio – mormorò Tony sovrappensiero. I fatti di New York lo avevano definitivamente convinto di un’unica cosa: doveva proteggere l’unica persona senza cui non poteva vivere, e quella era Pepper. E quale modo per essere certi che fosse al sicuro, se non quello di corazzarla? Ovviamente a lei non aveva detto nulla ben sapendo quale fosse il rapporto della ragazza con le sue armature, la sua “distrazione” come lei la chiamava ultimamente, ma nel caso in cui si fosse reso necessario la Mark 42 sarebbe stata pronta a proteggerla.
- Eseguito, signore.
- Perfetto.
- Devo importare anche i dati del colonnello Rhodes?
- No. Solo Pepper. Rod ha già il suo giocattolo, dovrebbe essere al sicuro con quello.