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Autore: _Cthylla_    28/04/2013    3 recensioni
Un'astronave spezzata in due, due fratelli, i cui destini si incrociano con quelli di autobots e decepticons. Ma...è davvero tutto come sembra?
I buoni sono davvero buoni? Ed i cattivi...lo sono tutti poi così tanto?
Dal capitolo 1:
"Spectra Specter trovava meravigliosa quella sfera di colore azzurro che, seppure in realtà non fosse così, sembrava risplendere di luce propria invece di scippare senza pudore quella di una grande stella non poi così lontana da lei. La giovane cybertroniana, uno scricciolo blu e bianco con grandi occhi azzurri che sembravano abbracciare l’Universo intero, rivolse una fuggevole occhiata al mech blu e nero seduto accanto a lei, apparentemente impegnato a pilotare l’astronave. - più che un pianeta sembra un gioiello - osservò la ragazza. Il suo compagno di viaggio accolse quell’affermazione con un breve sospiro. - può essere. Ma io e te non siamo qui per la sua bellezza…- il tono dell’uomo si raddolcì un po’ - …sorellina. Lo sai, no?"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arcee, Nuovo personaggio, Soundwave
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
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TSB20

Quel che accadde il giorno dopo sul pianeta Cybertron è storia.

Spectrus Specter se non altro era stato utile agli Autobots recuperando per loro qualcuna delle reliquie precedentemente rubate da Airachnid. Ciò permise loro di combattere da una posizione un po’meno svantaggiata.
Megatron sembrava essere riuscito nel suo intento, trovando ed attivando l’Omega Lock così da poter far rivivere Cybertron. Tuttavia Lord Megatron aveva un brutto difetto, con ciò che ne conseguiva, riassumibile da un semplice proverbio: “chi troppo vuole, nulla stringe”.
A Megatron non bastava Cybertron. Non vedeva perché avrebbe dovuto riportare alla vita adesso quel pianeta, quando invece avrebbe potuto cyberformattarne un altro: la Terra.

Chiaro che Spectra Specter non avrebbe approvato, ma la giovane cybertroniana ed il suo compagno non si erano ancora svegliati, quella mattina.

Per di più Megatron aveva deciso di partire da solo. Sapendo che Specter non aveva quasi più alleati era stato un po’indeciso su come comportarsi: andare a Cybertron con i suoi ufficiali o andarci con i soldati lasciando la Nemesis più protetta? Alla fine aveva optato per la seconda scelta.

Spectrus Specter solo, a caccia di vendetta e più che mai pericoloso... sapendo come stavano le cose forse era bene che le sue possibili vittime restassero vicine: era più facile terminare un robot per volta che un gruppo tutto insieme, e Megatron non dubitava che ora il sistema di sicurezza della sua astronave fosse impenetrabile per davvero. Soundwave non era così sciocco da commettere un errore due volte.

E proprio Soundwave, mentre Megatron decideva di formattare la Terra, schiuse appena i sensori ottici.

Vedendo Spectra di fianco a lui ebbe la conferma che tutto quel che era successo, prenderla come compagna di vita, diventare lui stesso uno Specter per acquisizione (Soundwave Specter. Poteva suonare peggio!) e tutto quel che avevano fatto insieme, che era andato al di là dei suoi sogni più sfrenati, era vero e non una sua fantasia.
Parlando di fantasie, Spectra si era dimostrata molto più creativa e curiosa, nonostante fossero le prime connessioni, di quanto avrebbe mai potuto pensare. Nonché resistente perché, alla faccia di quel che era la normalità, ovvero che la prima connessione fosse estremamente stancante per una persona, lei aveva voluto ripeterla, ripeterla e ripeterla ancora. Era stato lui alla fine a doverle dare un freno!
Gli era anche venuto il dubbio che in realtà non fosse Scricciolo ad esagerare, quanto piuttosto lui a essere troppo vecchio e facile da stancare; in realtà Soundwave aveva retto più di quanto avrebbe fatto un mech molto più giovane.

Le accarezzò piano la schiena, pensando di essere un uomo fortunato per svariati motivi, anzi, l’uomo più fortunato che ci fosse in quell' Universo e in quelli paralleli, se esistevano.

La vide aprire pian piano gli occhi.

- Buongiorno principessa…

Spectra sorrise. Pensava di sapere come sarebbe continuata quella conversazione.

Anche nell’infermeria intanto c’era qualcuno che si stava risvegliando.

- Dove sono?…

- Alla buon ora. Certo che Soundwave ti ha proprio conciato per le feste…

Al tono irrisorio di Knock Out, Starscream fece uno sbuffo nervoso. - Evita di nominare quel… quel… ah, al diavolo!

- D’accordo, eviterò di nominare troppo Soundwave Specter in tua presenza - sogghignò Knock Out.

La faccia di Starscream fu da assoluto primo piano. Soundwave Specter? Che storia era, Spectrus si era forse scoperto gay, Soundwave idem e si erano presi come compagni?

- La piccola storpia è una Specter, amico - lo informò il medico - Dato che Soundwave l’ha presa come compagna di vita adesso abbiamo un tecnico nobile. 

Starscream iniziò a rimettere la maggior parte dell’energon che aveva in corpo in maniera convulsa.
Spectra quindi era quella lì… quella protoforma appena nata che era stato sul punto di uccidere e a cui aveva danneggiato la gamba. Che ironia della sorte che fosse stato proprio lui a rimediare in parte al danno.
Stava per accompagnarsi proprio a lei. Aveva quasi forzato alla connessione proprio lei! Chissà se Spectra lo sapeva, con chi aveva intrallazzato per tutto quel tempo!

- Così facendo ti prosciugherai! Cerca di calmarti!... se avessi saputo che avresti reagito così non te l’avrei detto in quel modo - borbottò Knock Out.

Starscream tossì, cercando di contenere i conati e rabbrividendo. - Una Specter…mi gira la testa - il seeker si distese di nuovo - Una Specter! Deve essere per forza quella protoforma a cui… sono stato io a ridurle la gamba in quel modo, l’avrei uccisa se suo fratello non l’avesse portata via!

Spectrus Specter, il fratello di Spectra.
I giramenti di testa aumentarono e a essi si aggiunse anche una gran paura perché, per come l’aveva conosciuta, Spectra Specter non era in grado di far male ad una mosca... ma se era veramente la sorella di Spectrus forse non era così innocua. Che fosse tutta una recita? E se anche lei avesse iniziato a dargli la caccia assieme a suo fratello?
C'era anche da chiedersi perché Spectra l’avesse sempre trattato bene. Evidentemente non sapeva chi era l’assassino della sua famiglia.

- Buono, quello. C’è mancato poco che uccidesse Spectra proprio ieri. C'è stato un mezzo disastro, fortunatamente non da noi ma dai nostri nemici. Diciamo che Optimus Prime ha qualche problema interno.

- Non devo temere che mi diano la caccia insieme, è già qualcosa - sospirò Starscream, già un po’più sollevato - Quanto a fratelli non sta messa granché.

- Meglio di quanto sia messo Dreadwing.

- Tsk…già. Se non altro Specter non è ridotto ad un terrorcon che si aggira in una dimensione alternativa come invece fa Skyquake - osservò il seeker.

- Lui non lo sa, vero?

- Quando Lord Megatron l’ha visto nei miei ricordi non ha ritenuto opportuno dirglielo - replicò Starscream.

O meglio, non lo sapeva fino ad un momento prima.

Perché Dreadwing era là fuori.




***


Che Spectrus avesse trovato l’avamposto Omega vuoto era stato solo un colpo di fortuna. Si era infiltrato nella base degli Autobot con l’intenzione di rubare loro le reliquie, far sparire le loro risorse energetiche e disporre trappole mortali in tutto il perimetro. Si era preparato a combattere se fosse stato visto mentre faceva il suo bel lavoretto,ma pensò che in quel modo fosse ancora meglio.

Non sapeva come mai la base fosse deserta, né perché di reliquie non ce fossero più, ma facendo due conti immaginò che gli Autobot fossero partiti per Cybertron nel tentativo di fermare Megatron che, finalmente, stava combinando qualcosa con quelle Chiavi.

“Va bene lo stesso. Anche se non ci sono reliquie posso disporre le trappole e occuparmi dei cubi di energon. Li avete raccolti con tanta fatica, poveri ragazzi, e ora io e ve li faccio esplodere tutti. Un momento. Che sto facendo? È una perdita di tempo piazzare trappole e far esplodere i cubi, posso fare tutto insieme. Farò così, programmerò una bomba e la piazzerò vicino ai cubi così che esploda nel momento in cui quel branco di sfigati tornerà. Considerata le quantità di energon presente, c’è una buona probabilità che così facendo li stermini tutti in un colpo solo”.

Peccato che Wheel Jack non avesse voluto partecipare, pensò Spectrus mentre programmava la bomba. A lui le esplosioni piacevano, si sarebbe divertito.

"Ah, già. C’è tutta quella storia di Bulkhead" ricordò.

Poco male: da quel giorno in poi Wheel Jack avrebbe potuto smettere di sentirsi in colpa e pensare al suo amico, dato che il grosso demolitore verde sarebbe morto. Solo una cosa dispiaceva a Spectrus, ossia non potersi portare a letto Arcee un’ultima volta, sarebbe stato divertente.

In quel momento i computer rilevarono un’enorme attività energetica proprio lì vicino.

Dando un’occhiata agli schermi, Spectrus vide un raggio di energia colpire il terreno. Il raggio sembrava provenire nientemeno che da un Ponte Spaziale!

"Megatron si sta dando un bel daffare, lassù. Non poter essere lì è proprio un peccato".

Si chiese se anche Spectra fosse presente. Nel caso sperò che non le succedesse nulla, perché voleva farla fuori lui stesso.

Uscì dalla base tranquillamente com’era entrato, mantenendosi nelle vicinanze così da poter assistere all’esplosione. Notò che il raggio di energia, così com’era iniziato, era già finito. Era durato solo il tempo in cui lui aveva terminato di programmare la bomba ed era uscito .

Si chiese cosa potesse significare, salvo concludere che in realtà lo riguardava solo fino ad un certo punto.

- Andiamo ragazzi, tornate dentro - mormorò - Andiamo…

Quando sentì e vide l’esplosione, sul volto del mech si disegnò lentamente un gran sorriso soddisfatto. Era stata più piccola di quanto avesse previsto, purtroppo, ma aveva di certo fatto qualche danno.

“O forse qualche danno e qualcosa di peggio” pensò, osservando il cielo e notando l’avvicinarsi della Nemesis.




***


- Li abbiamo trovati, Lord Megatron! - esclamò Knock Out appena Megatron tornò, decisamente scuro in volto, atterrando sul ponte della Nemesis - Abbiamo trovato la base degli Autobots! Soundwave ha ricevuto dei segnali…

Sentendo quelle parole, Megatron fece uno splendido ghigno.

Quello sciocco di Prime aveva distrutto l’Omega Lock, la sola possibilità di riportare Cybertron alla vita, solo per far sì che anche il pianeta Terra non venisse cyberformattato e di conseguenza tutte le specie indigene uccise, ma avrebbe pagato caro quel che aveva fatto.

- Ottimo lavoro! Vedo che anche la cyberformattazione ha avuto gli effetti sperati. Peccato che Prime l’abbia interrotta. Dannato… - digrignò i denti appuntiti, osservando l’imponente struttura cybertroniana che era comparsa lì vicino e che aveva già deciso di chiamare “Darkmount”.

Anche Soundwave poco dopo fece la sua comparsa sul ponte. - Spectra?... Non è nemmeno qui…

- Ho saputo che ti sei svegliato appena in tempo per trovare la base degli Autobots. Ben fatto, Soundwave - disse Megatron, per poi guardarlo quasi divertito. - Stanco?

Knock Out sogghignò mentre Soundwave faceva del suo meglio per restare impassibile. - Non abbastanza da non lavorare. Avete visto Spectra? È da quando ho ricevuto le immagini e le coordinate dell’avamposto degli Autobot che è uscita dalla nostra stanza.

- Per quale ragione? - domandò Megatron.

- Ha detto che doveva andare a prendere qualcosa. Non ho capito quel che ha detto, a dire il vero, suonava come “Devo andare a prendere il coso della cosa”, ma di certo ho sentito male.

Invece era proprio quel che la giovane femme aveva farfugliato, utilizzando quella scusa per uscire dall’alloggio da sola e andare sulla Terra. Soundwave non ci aveva fatto caso, ma Spectra aveva visto suo fratello nascosto lì e aveva deciso che doveva assolutamente parlare con lui e chiarire come aveva già pensato di fare, altrimenti non sarebbe stata a posto.
Così aveva attivato il Ponte Terrestre ed era scesa giù.

Le gambe le tremavano un po’, era in ansia per la conversazione che l’aspettava. Vide il sorriso soddisfatto di suo fratello mentre osservava i danni dell’esplosione.

- Spectrus…

Il mech si voltò verso di lei. Il sorriso non scomparve, vedendo che era sola.

- La mia sorellina ingrata è venuta a cercarmi.

- Sei stato tu, vero? A far esplodere tutto. I Decepticon ora li hanno trovati - indicò la montagna - Erano i tuoi compagni...

- Non dopo che mi hanno attaccato ieri - tirò lentamente fuori la spada - Come tu, d’altra parte, non sei più mia sorella. E sarai terminata - sollevò l’arma - Ti sei salvata una volta quando ho fallito quella missione, mi servivi. Ora non più.

Apparentemente Spectra non ebbe reazioni. Uno shock in più o uno in meno ormai non faceva differenza. Anche quella parte del suo incubo dunque era vera, aveva sognato le reali intenzioni di suo fratello in quel giorno del passato.

- Non capisco perché tu mi voglia fare del male - mormorò la ragazza - Io ti ho sempre voluto bene, Spectrus. È per te che ho fatto cose che non mi piacevano, per starti vicina…

- Ed è per questo che hai vissuto fino ad ora - la interruppe il fratello - In caso contrario sarebbe andata diversamente.

- Papà e mamma non avrebbero voluto questo. Non avrebbero voluto che tu per vendicarli diventassi un… mostro - disse la ragazza, con la voce che tremava.

Era dura ammettere cos’era suo fratello.

- Sono offline, non sapremo mai cosa avrebbero voluto e cosa no - ribatté seccamente Spectrus, avvicinandosi a lei - In ogni caso sono certo che di una figlia inutile come te non avrebbero voluto saperne. Approverebbero la tua terminazione, secondo m-

Specter fu spedito a terra da un calcio di potenza allucinante.

Fortunatamente per Spectra, Soundwave aveva ancora Laserbeak in giro, e il suddetto aveva inviato a Soundwave le ultime immagini. Quando aveva visto Scricciolo laggiù con quell’essere malvagio non ci aveva pensato due volte ed era volato immediatamente giù.

- Non toccare la mia compagna.

Spectrus si rialzò immediatamente. - Allora è una cosa seria - sogghignò - Non dirmi che combatterò contro mio cognato.

Soundwave riprese l’attacco senza neppure rispondergli, mentre la Nemesis si avvicinava sempre di più alla montagna con tutta l’intenzione di distruggerla, e con lei tutto quel che c’era dentro.

L’ex gladiatore fece scattare i tentacoli contro Specter. Era talmente fuori di sé da dimenticarsi che Spectrus aveva bloccato quella mossa già una volta, oltretutto ritorcendogliela contro.

- Allora sei stupido - disse infatti il mech sbattendolo contro la parete rocciosa ed accanendosi su di lui, strappandogli via i tentacoli - Ti ho detto che la stessa mossa non funziona due volte, con me!

- V-vai…vai via da qui! - gridò Soundwave a Spectra - Scappa!

Prima che Soundwave potesse reagire, Spectrus lo infilzò all’addome con la spada, tanto profondamente da incastrare la lama nella parete di roccia.

- Pensa a te, non a lei che tra poco farà la stessa fine!

Si sentì il suono di una lama che penetrava nell’acciaio.

Le braccia di Spectrus smisero di funzionare.

- Anch'io ho un limite a quel che posso sopportare. Cercando di uccidere Soundwave tu l’hai superato.

Spectrus si voltò. Sua sorella aveva le lame bene in vista, ancora sporche di energon, e gliele aveva infilate nella schiena per disattivargli l’uso delle braccia.

Non sembrava nemmeno lei, sembrava piuttosto una copia estremamente minuta di suo fratello. Sguardo gelido. Tono duro e secco.

Specter ringhiò, seguendola mentre lei indietreggiava, e in quel lasso di tempo Soundwave si tolse la spada dall’addome.
La ferita non gli impediva di muoversi e ne aveva subite di peggiori, non lo preoccupava troppo, a preoccuparlo era Spectra. Il suo Scricciolo… dov’era? Aveva già visto quella sconosciuta che le somigliava ma adesso faceva quasi paura.

- Allora non sei poi tanto innocente - Spectrus fece dondolare le braccia inservibili - Posso combattere anche così. Sei sempre invalida e io più grosso, più veloce e più forte.

Come per provocarlo, Spectra fece un paio di saltelli. - Dici? Perché, per come la penso, in questo momento sto meglio di te. 

Spectrus ammutolì. Lei stava meglio. Camminava quasi normalmente.
Tra l'essere già stato colpito e ciò che sapeva della velocità e precisione di sua sorella, capì di essere nei guai. Normalmente non l’avrebbe mai toccato ma adesso sembrava capace di tutto, proprio come di solito lo era lui.
Gli somigliava.

Per un attimo, nonostante tutto, ne fu quasi fiero.

L’istante dopo Spectra gli fu addosso, senza che lui riuscisse a difendersi.

Soundwave osservò allibito la sua compagna che in pochi secondi, agganciandosi al corpo di suo fratello per muoversi, infilzava tutti i punti nevralgici restando perfettamente impassibile. Allora era vero quel che aveva detto Airachnid tempo prima, Spectra poteva veramente averla ridotta in quel modo!

- Due ceffoni a modo nostro, Spectrus - disse la giovane nello scivolare lungo la schiena del fratello. Gli aveva fatto grossi danni ma gli aveva lasciato la possibilità di andarsene via, poteva ancora camminare. - Vattene e non tornare più. Lascia il pianeta. Sei mio fratello e ti lascio vivere, non uccido e non lo farò mai, ma non ti voglio più vedere!

Detto questo guardò Soundwave, che si era liberato.

Ricordò quel che le aveva detto: “niente più segreti”… e lei dei due ceffoni non gliel’aveva detto.

- “Due ceffoni”, Spectra - le disse - Questi per te sono due ceffoni?

La ragazza lo guardò, guardò suo fratello e le ferite che gli aveva fatto.
La sconosciuta che le somigliava scomparve e, presa da sensi di colpa atroci per quelle azioni che per lei erano contronatura, fuggì via in lacrime e più veloce che poteva.

Il cannone della Nemesis stava per sparare contro la montagna.

Soundwave si avvicinò a Spectrus.

- Dopo quel che le hai fatto non meriti di vivere - disse, usando tutte le sue forze per lanciarlo contro la montagna e poi correre dietro a Spectra.

Il cannone sparò.




***


Poco prima che il colpo partisse, Optimus e Arcee avevano pensato che non fosse giusto.

Non era giusto che Spectrus, perché poteva essere stato solo lui, avesse fatto saltare tutto. Per fortuna il Ponte andava ancora.

Non era giusto che dovessero dividersi per non farsi trovare, proprio adesso che erano diventati compagni.

Non era neanche giusto che Optimus rimanesse lì per chiudere il Ponte. Quando Arcee aveva capito cosa voleva fare, Bulkhead aveva dovuto cacciarla dentro il Ponte a forza.

Prime poteva solo sperare in bene e pregare Primus di sopravvivere.

"Per Arcee. Devo rivederla".

La sua compagna fu l’ultimo pensiero che ebbe prima che l’avamposto fosse distrutto.




***


Soundwave aveva raggiunto Spectra e, dopo averla riportata nella Nemesis e averla tranquillizzata un po’, le aveva detto quel che aveva fatto.

- Tu hai fatto cosa?!

- Non potevamo lasciarlo in vita, Spectra. Sarebbe tornato a…

Una lama scattò. Soundwave si trovò il petto graffiato.

Spectra lo aveva colpito? Lo aveva fatto davvero?!

Gli bastò uno sguardo per capire che il suo Scricciolo era fuori di sé, completamente fuori di sé, per aver fatto una cosa simile e averla fatta proprio a lui.

- Come hai potuto?! Chi sei per avere il diritto di decidere se mio fratello doveva o meno vivere, eh?! IO L’AVEVO LASCIATO ANDARE! - gridò la ragazza - Avresti dovuto rispettare la mia decisione!

I suoi sensori ottici si fissarono sul graffio e sulla lama.
Trasalì e iniziò ad indietreggiare, rendendosi conto solo allora di averlo graffiato.
Aveva fatto del male al suo compagno.

- Spectra, non…

Soundwave non fece in tempo a finire la frase che lei fuggì di nuovo, sempre in lacrime. Era diventata un'abitudine ormai.

Non ce la faceva più. Doveva andare via da lì, tutti quegli shock uno dopo l’altro la stavano facendo diventare matta, continuando in quel modo sarebbe crollata.
Starscream. La cattiveria di Spectrus e l’averlo ferito, lei che odiava la violenza. Soundwave che, del tutto incurante della sua volontà e del suo background, l’aveva ucciso dopo che lei l’aveva lasciato andare… era troppo.

Soundwave aveva ancora la sua Scintilla nonostante quel che aveva fatto ma lei aveva bisogno di stare tranquilla, e nella Nemesis o a Darkmount non ce l’avrebbe fatta. Le sarebbe occorso del tempo per perdonarlo.

Andò a sbattere contro qualcuno.

- Dreadwing! - esclamò piangendo.

Il secondo in comando stava andando da Megatron. Voleva vendetta. Skyquake, il suo amato fratello, ridotto a un terrorcon… e lui non gliel’aveva detto. Tradimento! Come aveva potuto?!

Quando però vide la giovane Specter in quelle condizioni, mise tutto da parte per occuparsi di lei. - Cos'è successo?

- Voglio andare via, voglio andarmene! Non ce la faccio più! - pianse lei - Basta!

Dreadwing non disse nulla per un po’. - Vuoi andare davvero?

- S-si!...

Forse era meglio cambiare aria anche per lui. Se avesse messo in pratica quel che gli era venuto in mente, Megatron l’avrebbe ucciso e ciò non avrebbe riportato indietro Skyquake. Inoltre, Spectra aveva bisogno di lui.

- Allora ce ne andiamo insieme - disse.

Lei lo guardò, sorpresa, per poi lasciarsi prendere in braccio e lasciare in sordina la Nemesis.







Nel frattempo, l’enorme mano nera di un mech sbucò dalle macerie...


E per ora finisce qui! 

Grazie a chi ha letto e apprezzato. Alla prossima!

   
 
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