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Autore: SamuelRoth93    28/04/2013    4 recensioni
N.B. LA PRIMA STAGIONE è COMPOSTA DA 22 EPISODI.
Aria aveva un sogno: Viaggiare per i sette mondi. Per tutta la vita aveva immaginato attraverso i libri di una biblioteca, come potesse essere il mondo fuori dal suo villaggio, un mondo misterioso, fantastico e con creature e luoghi che vanno oltre l'inimmaginabile. Un giorno, conobbe il viaggiatore e da lì iniziò la sua avventura verso l'ignoto!
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Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNO

“The Aria’s Dream”

 

L’alba era appena sorta nel villaggio di Allenberg. Ogni uomo si preparava per andare a lavoro e le loro mogli, in vestaglia bianca, preparavano per loro la colazione: una ciotola di latte, un pezzo di pane e una fetta di burro spalmata sopra. Una ventata d’aria fresca fece sollevare la tenda della camera di una giovane ragazza. Lei si chiamava Aria e aveva l’età di quindici. La brezza che entrò dalla sua finestra, le fece aprire gli occhi. Si sollevò e poi si girò verso il lato destro della sua stanza; sua sorella dormiva profondamente. Come ogni mattina, Aria, correva davanti alla finestra della sua camera e osservava il villaggio nel momento del suo risveglio; guardava in maniera spensierata, come le donne, salutassero i loro mariti, mentre andavano al lavoro.

Intanto, la biblioteca di Allemberg spalancava le sue porte agli abitanti del villaggio, ogni giorno, alle 7.00 in punto; per Aria era una gioia immensa sentire il rumore delle sue porte aprirsi. Esso rimbombava per tutto il villaggio. Fin da quando era piccola, ad Aria, piaceva leggere e, ogni giorno, prendeva un libro in prestito dalla biblioteca. Amava perdersi tra le righe di quelle storie fantastiche e quelle illustrazioni meravigliose. A volte, era talmente immersa in quelle letture che, quasi, le sembrava di far parte di quegli incredibili racconti.

Aria continuava a rimanere affacciata dalla sua finestra e quando sentì il rimbombo, capì che la biblioteca si era aperta. Fece un sorriso a quel dolce suono che tanto attendeva ogni mattina. Corse immediatamente nel suo armadio, si tolse la sua lunga vestaglia bianca da notte e indossò i suoi soliti vestiti per uscire.

Scese le scale lentamente per non fare rumore, ma ad ogni suo passo, esse cigolavano.

“Tesoro, sei già sveglia! Stai andando alla biblioteca di Allenberg?” le domandò sua madre, mentre preparava la colazione alle sue figlie. “Sì, Mamma…come al solito!” esclamò Aria prendendo dalla tavola solo una fetta di pane. “Aria, siediti a fare colazione! La biblioteca non scappa di certo.” Sospirò sua madre. “Mi sazierò leggendo un buon libro!” uscì Aria chiudendo la porta.

Passeggiava saltellando per le vie del villaggio, sorrideva e salutava tutti i passanti. Tutti conoscevano Aria Rockwether, questo perché suo padre aveva una birreria frequentata dall’intero villaggio. Ogni tardo pomeriggio, infatti, ella si fermava in birreria per raccontare le storie che conosceva a tutti quanti; loro, seduti ai tavoli, la ascoltavano per ore e rimanevano incantati dalle parole che uscivano dalla sua bocca.

Le porte della biblioteca di Allenberg erano aperta e Aria vi era davanti; la sua struttura era imponente, come i suoi lunghi e larghi gradini.

Il signor Obelauwer, dall’interno della sua biblioteca, sentiva i piccoli piedini di Aria salire i gradini; sorrideva all’idea di incontrare quella ragazzina, perché, come lui, amava la letteratura e ne apprezzava la sua grande importanza.

“Salve Signor Obelauwer! Oggi che libro interessante mi ha lasciato da parte?” domandò Aria arrampicandosi sul bancone troppo alto. “ Oggi ho riservato per te, uno dei libri più belli che mi sia arrivato!” le consegnò personalmente il signor Obelawer uscendo da dietro al bancone. “Le meraviglie dei sette mondi” lesse Aria, il titolo della copertina con stupore. “Sai, aria? Questo libro era diviso in sette parti, quanti sono i mondi. I miei sei fratelli, bibliotecari negli altri sei mondi, hanno inserito nella loro parte tutto ciò che avevano visto ed esplorato!” esclamò il signor Obelauwer con gli occhiali che li cadevano sul naso. “Questo è il libro più bello che io abbia mai ricevuto. Quante immagini e quante storie! La ringrazio di cuore!” lo abbracciò Aria, lasciando il signor Obelauwer felicemente sorpreso; nessuno amava quei libri quanto quella ragazzina pensò lui. “ Adesso lasciami o rischiò di spezzarmi in due, figliola! Ora va a goderti le tante storie raccontate nel libro e immaginale tutte, quasi, come se fossi tu stessa a vederle in prima persona. Se un vecchio come me, ha ancora un briciolo di immaginazione, tu potrai averne abbastanza vedere tutte quelle cose che gli altri non riescono a vedere: la bellezza del grande mondo che ci circonda.

Aria uscì dalla biblioteca, ma non andò molto lontano, perché aveva voglia di leggere quel libro immediatamente. Si sedette sugli ultimi gradini della biblioteca e iniziò a sfogliare le pagine: Ogni capitolo parlava di un mondo visitato dai sette fratelli. Furono inseriti illustrazioni e descrizioni del loro viaggio. Mentre, Aria, spalancava gli occhi a strane creature, bellissime piante di varia forma, città misteriose e pittoresche, pensava: “Oh, cosa per poter visitare questi mondi! Respirare l’aria di questi luoghi e ammirarne le rispettive bellezze e stranezze. Conoscere la gente di quei posti e le cose che hanno da raccontare. Oh, cosa darei per avere questa rara opportunità!”. Ad un certo punto, Aria chiuse l’enorme libro, attirata da un affluire di persone verso il porto che ospitava le barche e le navi. A tale evento, pensò: “C’è solo un motivo di tanta affluenza. Arriva qualcuno dai mondi lontani!”

Aria corse in mezzo alla gente, correva più che poteva per giungere al porto e vedere chi giungeva. Arrivata al porto, si fermò come tutti quanti a guardare, ma lei era bassa e, nonostante saltasse, la gente davanti a lei era troppo alta. Si guardò attorno e chiese all’uomo più alto, cosa stesse succedendo. “Mi scusi signore, può dirmi chi giunge da lontano? Io, non riesco a vedere da qui!” chiese cortesemente Aria, mentre l’uomo le sorrise e la fece salire sulle sue spalle. “guarda tu stessa. Dai mondi lontani è arrivato il viaggiatore! Colui che è partito per visitare i sette mondi e che da essi porta provviste e medicinalia noi sconosciuti.” Spiegò l’uomo gentile. Intanto, la folla, acclamava il viaggiatore e tutti insieme lo scortarono alla locanda del villaggio.

Il capo villaggio, fece subito visita alla locanda per dare il benvenuto al viaggiatore e, man mano che la giornata proseguiva, la folla si diradò e ognuno tornò alle proprie faccende quotidiane; tutti tranne Aria. Per lei, conoscere quel ragazzo, era davvero importante; un libro può raccontarti tante storie, ma non sarannò mai interessanti quanto quelle raccontate da una persona vera.

Aria si intrufolò nella locanda di Bernadette, la locandiera, che essa conosceva molto bene, in quanto amica di sua madre. “ Aria? Che ci fai qui?” la beccò Bernadette, mentre cercava di salire ai piani superiori della locanda, ovvero alle stanze dei visitatori di passaggio. “Ehm…Bernadette! Ciao! Come va?” rispose Aria tutta nervosa. “Dove stai andando curiosona? Non vieni mai alla mia locanda, nemmeno per un saluto e oggi ti trovo qui a girovagare. Non sarà che sei qui per vedere l’affascinante viaggiatore?” le domandò Bernadette con una leggera allusione. “Ma come ti viene in mente? Sono una ragazzina, non penso a certe cose!” arrossì sulle guancie Aria.

Bernadette fu chiamata dalle sue dipendenti. “Sì, arrivo subito! Aria, adesso io vado…tu torna a casa o tua madre si preoccuperà. Portale i miei saluti!” corse via Bernadette a fare i suoi doveri, mentre Aria, facendo finta di lasciare la locanda, tornò indietro e salì ai piani superiori della locanda; la disobbedienza era un piccolo prezzo da pagare per la sua curiosità di parlare con il viaggiatore.

Salendo le scale con molta cautela, si ritrovò nel corridoio deserto e silenzioso del piano superiore. C’erano sei porte chiuse e Aria cominciò a camminarvi accanto nel tentativo di scoprire in quale stanza alloggiasse il viaggiatore, poi, improvvisamente, delle voci, la fecero fermare davanti ad una porta. “Finalmente mi hai fatta uscire dalla tua valigia, non riuscivo a respirare!” sbuffò una voce femminile all’interno della stanza, mentre Aria ascoltava con l’orecchio appoggiato alla porta. “Scusami Moonflower, ma la gente di questo villaggio ci avrebbe perseguitati vedendoti!” rise colui che pareva  essere proprio il viaggiatore.

Aria voleva ascoltare meglio, così cercò di attacarsi di più alla porta, ma questo la fece scostare e il viaggiatore lo udì. “C’è qualcuno alla porta?” domandò il lui, mentre Aria era nel panico. Poi notò un vassoio con del cibo ai piedi della stanza accanto, così lo prese ed escogitò un piano. “Ehm…sono la cameriera e vi ho portato la cena!” esclamò Aria fuori dalla porta con in mano il vassoio rubato. “Prego! Entri allora!” la fece accomodare gentilmente. Aria entrò disinvolta, fingendosi una vera cameriera: sguardo basso e indiscrezione. “la cena è servita!” esclamò Aria lasciando il vassoio, poi si fermò a guardare il letto dove era seduto il viaggiatore: c’era qualcosa che si muoveva sotto alle coperte. “Qualcosa non va?” le domandò il viaggiatore vedendola impalata davanti a lui. “Ehm…cosa c’è lì sotto?” domandò Aria, dimenticandosi che le cameriere non fanno domande. “ Non so di cosa parla!”, poi le coperte si alzarono per aria e da lì uscì una piccola creatura scintillante, simile ad una fata. “Non riesco più a resistereeeee! Si soffoca lì sotto!” esclamò riprendendo fiato la piccola creatura, mentre Aria cadette per terra facendo un balzo. “Che…che cos’è quella cosa?” domandò Aria con occhi sgranati. “Non devi aver paura, non ti farà del male!” la tranquillizzò il viaggiatore. “Non sono spaventata, piuttosto, ne sono…affascinata!” esclamò Aria avvicinandosi alla piccola creatura e guardandola nei minimi particolari. “Mi chiamo Moonflower è discendo dalla stirpe delle Yuma…provengo dall’isola di Piuminya nel continente di Klostrich. Molto piacere!” le tese la manina piccina Moonflower. “Molto…piacere! Io mi chiamo Aria!” rispose lei, mentre il viaggiatore la guardava dalla testa ai piedi. “Tu non sei una cameriera, vero?” le domandò il viaggiatore in modo giocoso, come se Aria gli facesse tenerezza. “Si vede così tanto?” domandò Aria. “Osservi troppo per essere una cameriera!” esclamò Moonflower. “Aria, perché ti sei finta una cameriera?” si alzò a scostarle la sedia per farla accomodare,  il viaggiatore. “Ehm…tutto il villaggio parlava di lei come colui che viaggia per mondi e io sono una ragazzina che per tutta la vita ha viaggiato solo per libri!” spiegò Aria. “Quindi sei una curiosa?” dedusse il viaggiatore. “Essere curiosi permette di scoprire cose nascoste e maravigliose. Io mi sono intrufolata qui solo per farmi raccontare dei suoi viaggi e delle cose straordinarie da lei incontrate!” parlava Aria con occhi speranzosi e sognatori. “Ma non basta una sola notte per raccontare tutto ciò che ho visto fino ad ora!” rise il viaggiatore. “Già! Domani mattina, al sorgere del sole, noi ripartiremo!” esclamò Moonflower. “Quindi voi vorrete riposare adesso, giusto?” si sentì di troppo Aria. “Esatto, siamo molto stanchi. Però, per quel che  può valere, è stato un piacere conoscerti Aria. Spero per te che un giorno vedrai il mondo con i tuoi stessi occhi e che nessuno dovrà mai raccontarti com’è! Auguri per l’avvenire!” accompagnò Aria alla porta salutandola definitivamente.

Aria rimase delusa da quell’incontro, perché pensava di saziare la sua sete di sapere. Tornata a casa, sua madre la rimproverò. “Aria, ma dove sei stata tutto il giorno? I clienti della birreria si chiedevano dove fossi!” sbraitò la madre, da perfetta donna che si preoccupa. “Perché si chiedevano dove fossi? Comunque ero alla biblioteca del signor Obelauwer a leggere!” rispose Aria mentendo. “Ma come perché? Ogni giorno racconti loro una delle tue assurde storie!” esclamò la madre versandole la minestra nel piatto. “Mamma, non sono assurde, sono meravigliose!” esclamò girando e rigirando il cucchiaio nella minestra.

Quella notte Aria si girò e rigirò nel letto e ripensava alle parole dette dal viaggiatore: “Spero per te che un giorno vedrai il mondo con i tuoi stessi occhi e che nessuno dovrà mai raccontarti com’è!”. In quel momento scattò qualcosa e Aria pensò: “Già! Perché aspettare che qualcuno mi racconti com’è il mondo, quando posso vederlo con i miei occhi!”.

La sua mente continuò a viaggiare per l’intera notte, fino alle luci dell’alba. Poi, quando ancora il villaggio non si era svegliato, lei uscì di casa in vestaglia bianca e con uno zainetto, dirigendosi in fretta e furia verso il porto. Prima, però, lasciò una lettera a tutta la famiglia sul tavolo in cucina, in cui spiegava il motivo della sua fuga: vedere il mondo.

Da lontano vide il viaggiatore e Moonflower salire sulla loro imbarcazione, poi, avvicinandosi, salì di nascosto e si buttò sotto ad un grosso telo marrone. Rimase in silenzio, sperando che la nave salpasse in fretta, perché quando sarebbe uscità allo scoperto sarebbe stato troppo tardi farla tornare indietro.

L’imbarcazione era, ormai lontana dal villaggio di Allemberg, che, quasi, non si vedeva più. Il viaggiatore e Moonflower erano sulla poppa della nave che ammiravano il mare accarezzati dalla dolce brezza. Aria pensò che era il momento di uscire allo scoperto, ma facendolo provoco un forte baccano. “Aria?” ne rimase sorpresa Moonflower. “Vi prego, non siate arrabbiati! Io sono cui perché voglio esplorare i sette mondi con voi!” esclamò Aria mortificata per la sua improvvisa apparizione nei loro piani di viaggio. “Va bene!” esclamò il viaggiatore, non affatto sorpreso. “Come sarebbe?” dissero con stupore e in coro, Aria e Moonflower. “ Sapevo che Aria ci avrebbe seguiti e ha fatto bene. Lei aveva un sogno…e un sogno va sempre realizzato! Se io non avessi fatto di testa mia nella vita…oggi non sarei il viaggiatore famoso che sono, no?” parlava il viaggiatore guardando il mare. “Quindi posso viaggiare con voi?” sorrise Aria. “ Fino a quando non sarai stanca, potrai stare con noi per tutto il tempo che desideri!” esclamò il viaggiatore. “Non mi stancherò mai…di questo ne sono sicura!” esclamò Aria felice.

Il suo viaggio era appena iniziato…

 

                                        CONTINUA NEL SECONDO EPISODIO

  
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