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Autore: TheGhostOfYou    29/04/2013    4 recensioni
E se Lily avesse ricambiato l'amore di Severus? Se fossero stati insieme, e dalla loro relazione fosse nato Harry? Cosa sarebbe accaduto?
Severus Piton conosce Lily Evans poco prima di cominciare Hogwarts; Lily è una nata Babbana, ma è una strega eccezionale. Severus se ne innamora all'istante. Passano gli anni, e anche Lily si accorge di provare gli stessi sentimenti di Severus. Si mettono insieme, e vanno a vivere nelle campagne inglesi. Ma Severus è tentato dal potere, e si unisce a Voldemort, proprio quando Lily scopre di essere incinta. Lei lo lascia e lui, distrutto da dolore, mette anima e corpo nella causa di Lord Voldemort. Quando scopre che Lily ha sposato James Potter, suo nemico di sempre, lascia i Mangiamorte e tenta di riprendersi colei che ama. Ma è troppo tardi. Lily è stata assassinata.
Undici anni dopo, Harry Potter, suo figlio, arriva a scuola. Ha lo stesso carattere di James, ma Severus sa che è suo figlio. Da quel momento in poi, rischierà tutto per tenerlo al sicuro, senza però rivelargli la verità.
Harry scoprirà chi è il suo vero padre, o vivrà per sempre con la convinzione di essere figlio di James?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, I Malandrini, Narcissa Malfoy | Coppie: Lily/Severus
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Il tuo fantasma - La serie'
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Epilogo -  Il tuo fantasma.

 

At the end of the worldor the last thing I see
You are
Never coming home never coming home
Could I? Should I?
And all the things that you never ever told me
And all the smiles that are ever gonna haunt me
Never coming home never coming home
Could I? Should I?
And all the wounds that are ever gonna scar me
For all the ghosts that are never gonna catch me

 
The Ghost Of You, My Chemical Romance.

 
 
Il primo giorno di scuola di Harry, il primo incontro tra Lily e Severus tra le case lerce di Spinner’s End, l’arrivo ad Hogwarts pieni di speranze, la prima volta che suo padre l’aveva visto, quando aveva cercato di proteggerlo.
Harry cercò di fermare tutti quei pensieri anche solo per un attimo.
Il primo natale di Lily ad Hogwarts, come lei lo aveva difeso da James e i suoi amici, l’incontro con Audrey che avrebbe portato Severus al Lato Oscuro. E ancora quando l’aveva guardato da lontano, in infermeria, dopo che Harry aveva battuto per la prima volta Voldemort.
Il ragazzo provò ad uscire da quel posto, ma i pensieri di Severus vorticavano pericolosamente elo ricacciarono indietro.
Il dolore per l’indifferenza e la cattiveria del padre, il primo bacio tra di loro, sempre a Spinner’s End, l’alleanza con Narcissa Malfoy, la speranza che qualcuno lo avesse aiutato, che non fosse solo ed il voler essere a tutti i costi un buon padre.
Harry scosse la testa, non voleva più vedere tutti quei ricordi, era una tortura.
Sapere che Severus l’aveva spiato quando era dai Dursley, per assicurarsi che stesse bene, le lotte con Silente, l’attacco di sua madre ad Halloween, la sensazione di avere sempre Lily accanto, nonostante tutto, la volta in cui Severus aveva cancellato la memoria di Harry dopo avergli rivelato che era suo padre.
E ancora la gelosia di Severus nei confronti di James, il primo vero bacio durante il compleanno di Lily,  il modo in cui l’uomo si era sempre rivolti ad Harry, il modo in cui avrebbe davvero voluto rivolgersi a suo figlio.
Il tempo passato in quel Pensatoio era decisamente troppo: a Potter cominciava a mancare l’aria e vedere suo padre, il suo vero padre, comportarsi in tutti quei modi non lo aiutava di certo.
L’idea di essere uno zerbino ai piedi di Silente, il modo in cui suo padre l’aveva punito per tenerlo lontano dai guai, la sensazione di aver trovato l’amore in un posto senza speranza, il primo Crucio lanciato, l’influenza di quella Audrey su di lui.
Harry pensò che avrebbe vomitato.
L’amicizia di sua madre con Narcissa, l’odio nei confronti di Sirius, il rispetto per Lupin, lo scherzo che i Malandrini gli avevano fatto, la costante presenza del fantasma di Lily accanto a lui.
Harry ebbe, per un momento, pietà di quell’uomo.
La coppa del Mondo di Quidditch, entrambi gli anni in cui Severus ci era stato, le lusinghe di Lucius Malfoy ad un ragazzino di appena quattordici anni, i ricordi felici di Piton, la richiesta di Silente.
Davvero suo padre aveva fatto tutto quello per proteggerlo?
Il momento in cui Severus aveva accarezzato per davvero l’idea di diventare un Mangiamorte, il giorno in cui Lily aveva visto il Marchio sul suo braccio, il dolore dell’aver nascosto la verità alla ragazza, la prima volta che lui aveva ucciso un Babbano.
Il dolore: Harry poteva sentirlo dentro, nonostante quelli non fossero i suoi pensieri.
L’inganno a Voldemort, sempre e solo per proteggerlo, il momento in cui Harry aveva avuto un vero confronto con il suo vero padre, il momento in cui aveva spiato Lily ed il piccolo fuori dalla sua nuova casa.
Harry sentì che una lacrima gli stava bagnando una guancia.
L’assurda richiesta di Voldemort, che aveva dovuto compiacere solo per fargli credere di essere dalla sua parte,  la notte in cui Severus aveva ucciso suo padre e si era aggrappato a Lily, il piano di Silente, che aveva sempre saputo che lui sarebbe morto.
Harry non aveva mai pianto così, nemmeno per la morte di Sirius.
La paura di Severus quando aveva saputo che Bellatrix aveva ucciso Sirius, l’appoggio di Narcissa, il dolore acuto che l’uomo aveva provato quando Lord Voldemort aveva interpretato la profezia, i ricordi dolorosi di quando sua madre l’aveva lasciato.
E lui, Harry, che lo aveva sempre reputato cattivo. Non era forse stato lui il più cattivo tra i due?
Un’altra delle innumerevoli richieste di Silente, in fin di vita, l’Incanto Fidelius per proteggere anche Draco.
Quanto aveva dovuto perdere Severus per poterlo proteggere?
La morte di Lily, il dolore sempre più acuto di Piton, tutta la verità sugli Horcruxes, le bugie di Silente. La cerva che lui gli aveva mandato.
 
Era troppo.
 
Con un balzo, Harry Potter si ritrovò nell’ufficio del Preside di Hogwarts; erano passati mesi da quando c’era stato l’ultima volta, la notte in cui Silente era morto. Era tornato, quella notte, per prendere gli ultimi Horcrux e dare così fine a quella guerra che durava da troppo tempo. Un rumore sordo lo spaventò, e si ricordò immediatamente che fuori c’era una battaglia, una battaglia che persone innocenti stavano combattendo per lui.
Per lui, era colpa sua se tutto quello stava avvenendo, era colpa sua se suo padre aveva rischiato tutto pur di proteggerlo. Severus Piton era un grande uomo, un eroe, e lui l’aveva odiato per tutto quel tempo perché Silente aveva preteso che Severus fingesse di essere una persona che non era.
Suo padre si era mostrato a lui, quella sera, attraverso quei ricordi, nel bene e nel male, ed Harry aveva visto in lui quanto amore, quanta luce, quanta speranza aveva. Era sempre andato avanti spinto dall’amore per Lily, dall’amore per suo figlio, dalla volontà di salvarlo in ogni modo.
Ed Harry non aveva fatto altro che ostacolarlo, odiarlo, torturarlo in qualsiasi modo possibile: era forse meglio di James Potter? No, era il suo degno figlioccio.
Strinse tra le mani quella fialetta che aveva trovato sulla scrivania dell’ufficio di Severus, quello del Preside. Si era recato lassù per affrontare suo padre, per dirgli ancora una volta che era un vigliacco, ma l’uomo non c’era. Era una fialetta trasparente e al suo interno Harry aveva visto dei ricordi, di un colore argenteo, ed al suo fianco c’era un pezzo di pergamena, molto semplice. ‘Guardali e capirai tutto’.
Ed ecco che il ragazzo si era ritrovato in pochi minuti ad avere una concezione totalmente diversa di suo padre: provava ammirazione e dolore per lui, perché non doveva essere stato facile fare quello che aveva fatto, mentire a Voldemort e a suo figlio pur di svolgere la sua missione.
La porta si spalancò improvvisamente, e comparve il viso arrossato di Ginny; erano mesi che Harry non la vedeva, e si sorrisero un istante prima che lui la prendesse tra le braccia.
- Ron mi ha detto che eri qui – mormorò lei, la voce spezzata dal fiatone per la corsa – Harry sei vivo! – per un attimo, Ginny incrociò gli occhi scuri in quelli verdi di Harry e gli toccò il viso irto per la barba lunga di qualche giorno, poi lo baciò lievemente e sorrise.
- Non ti avrei mai lasciata – rispose il ragazzo, stringendo la fialetta tra le mani; non avrebbe fatto lo stesso errore di suo padre.
- Harry, Voldemort è nella Stamberga con il serpente! È vicino! –
Potter si mosse velocemente, accarezzando un solo secondo il viso di Ginny, per poi lasciarsela alle spalle dirigendosi verso la porta, ma la ragazza fu più veloce e lo prese per un polso.
- Dove stai andando? –
- Ginny – rispose lui dolcemente – Devo ucciderlo. Solo così potrà finire, e devo essere io e solo io a farlo – la abbracciò un’ultima volta, consapevole in quell’istante che non l’avrebbe rivista mai più. Il piano di Silente si era finalmente compiuto, Harry stava andando a morire come carne da macello. Ma era felice di farlo sapendo che almeno le persone che amava di più sarebbero state al sicuro.
La guardò un’ultima volta, cercando di non apparire spaventato, poi si voltò e se ne andò.
Si sentiva solo, solo come era stato suo padre tutti quegli anni.
In fondo, non erano così diversi.

 
*****

 
- Non ci pensare nemmeno, Harry! –
Hermione e Ron stavano seguendo il Prescelto su per la collina che portava al Platano Picchiatore; Harry li aveva incontrati appena uscito dallo studio di Piton e avevano cominciato a tartassarlo di domande. Per qualche strana ragione, lui non se l’era sentita di raccontare loro ciò che aveva scoperto, quindi si era limitato a fare qualche cenno e a dire che sarebbe andato da solo a cercare Voldemort, ma nessuno dei due gliel’aveva permesso e l’avevano seguito.
- Vi ho detto che dovete andare al castello e uccidere il serpente! –
- Harry, non essere sciocco! – Hermione tirò fuori la bacchetta e colpì con un incantesimo il nodo legnoso che permetteva all’albero di fermarsi – Tu Sai Chi avrà con se Nagini, non la lascerebbe mai sola ora che sa che quasi tutti i suoi Horcruxes sono andati perduti! Hai bisogno di noi! –
Harry alzò gli occhi al cielo e si infilò nel piccolo buco che parecchi anni prima lo aveva portato da Sirius; sembravano passati secoli da quel giorno e lui si sentiva più vecchio di almeno cento anni. Era giusto che alcune persone soffrissero così, che avessero un tale fardello da portare?
Il tunnel era stretto ed i ragazzi ci passavano a malapena; tuttavia, riuscirono a scorgere una luce in fondo, ed Harry, una volta fuori dalla porta della Stamberga, coprì tutti e tre con il Mantello dell’invisibilità, per evitare di essere visti e scoperti. Avrebbe giocato a suo vantaggio, visto che le speranze di uscirne vivi era praticamente nulla.
Sentiva il serpente strisciare lungo il pavimento polveroso, ed improvvisamente la voce di Voldemort lo colpì allo stomaco, così tanto da sentirsi male.
- Sei stato un servo fedele, Severus –
Suo padre era con quell’uomo, ed Harry provò l’impulso di correre da lui.
- Ne sono lieto, mio signore – la voce di Severus era tranquilla, ma Potter notò una nota di paura nel tono, una nota che non aveva mai sentito.
- Tuttavia, Severus, non sono soddisfatto della Bacchetta di Sambuco. Vedi, la Bacchetta di Sambuco non può servirmi adeguatamente perché... Io non sono il suo vero padrone: essa appartiene al mago che ha ucciso il suo ultimo proprietario. Tu hai ucciso Silente, Severus. Finché vivi la Bacchetta di Sambuco non può essere veramente mia. Sei stato un servo bravo e fedele, Severus. Ma solo io posso vivere per l'eternità –
Harry non capì davvero quello che era successo fin quando non vide Severus accasciato a terra, con le mani alla gola ed il sangue che sgorgava dalla sua pelle giallastra, e Voldemort scomparire.
Immediatamente, con un urlo straziante, Harry uscì fuori dal nascondiglio e raggiunse suo padre, cercando di mantenere la calma ma sentendosi malissimo. Non poteva perdere anche lui, non in quel modo, non ora che sapeva tutta la verità.
- No, no… Ferula
L’incantesimo non funzionò e Severus scosse la testa, con una lacrima che scendeva sulla guancia.
Harry guardò Severus in volto; sentiva le lacrime bagnargli le guance mentre l'uomo che lo aveva amato per tutta la vita tremava tra le sue braccia, pallido come un fantasma, mentre esalava gli ultimi respiri. Era suo padre, e Harry gli voleva bene.
- Ho visto i tuoi pensieri nel Pensatoio, so tutto. Ti prego, resisti –
Severus riuscì a sorridere un’ultima volta, ed allungò la mano come per volerlo confortare. Tutte le cose non dette, tutti i momenti passati lontani, le incomprensioni, non contava più nulla. In quel momento c’erano solo un padre ed un figlio. E Severus sapeva che non avrebbe potuto stargli accanto come voleva.
-Sc…scusa –
Ma Harry scosse la testa, singhiozzando più forte.
- Papà - mormorò mentre cercava di trattenere le lacrime, senza riuscirci - Papà andrà tutto bene -
- Guar...da...mi... - 
Harry lo guardò, e gli occhi verdi, così simili a quelli di Lily, incrociarono quelli dell'uomo, neri come la pece, profondi come la notte. Severus vide per l'ultima volta suo figlio e capì che lo aveva perdonato per tutto quello che aveva fatto. Cercò di sorridere ma sentì la vita abbandonarlo, mentre Harry si accasciava sul suo petto singhiozzando. Ancora una volta, forse per l’ultima volta, Severus sentì il fantasma di Lily accanto a lui, e si lasciò andare.
- Ti voglio bene, papà –

'Ti voglio bene, Harry'
 
 

*****

 
Bianco.
Era tutto bianco, di un bianco accecante, limpido, un colore che avrebbe potuto identificare solo con la sua Lily; Severus si toccò il collo, ma la ferita non c’era più. Il suo mantello nero ondeggiava scomposto e faceva a pugni con tutto quel candore. Non sapeva dove si trovava, ma la sentiva.
Continuò a camminare per un po’, fino a quando un puntino rosso non illuminò il bianco, e lui capì che lei era li.
Accelerò, e dopo pochi secondi la vide: era di spalle, con i lunghi capelli rossi, la stessa Lily che a vent’anni era stata brutalmente uccisa da Lord Voldemort. Indossava un vestito color panna ed anche senza riuscire a vedere i suoi occhi, Severus sapeva che era bellissima.
Era seduta su una panchina, che l’uomo aggirò per poi sedersi accanto a lei, ed insieme guardarono oltre il bianco, che pian piano svanì lasciando posto ad una radura, la loro radura, molto più bella di come se la ricordava.
- Harry ce la farà? – fu la sua prima domanda; Lily si voltò verso di lui e sgranò gli enormi occhi verdi, sorridendo. Mise una mano su quella di Severus e parlò. Erano anni che non sentiva la sua voce, e fu un’emozione incredibile.
- Ha vinto, Severus, l’ha sconfitto. Ce l’hai fatta, l’hai protetto, hai salvato tuo figlio –
- Ti sentivo dentro di me, Lily. Ti sentivo come se fossi viva! –
- Perché io c’ero, per tutto questo tempo ti sono stata accanto – la ragazza alzò una mano ed accarezzo la fronte piena di rughe dell’uomo – Tu non sei mai stato solo, Severus, i tuoi affanni sono stati anche i miei –
Severus sorrise appena. Non poteva crederci, stava davvero parlando di nuovo con Lily.
- Mi hai perdonato, Lils? Sono stato un uomo cattivo –
- Le tue azioni ti hanno reso un uomo eroico, Severus. Guarda tu stesso –
Lei gli tirò su la manica della veste dalla parte dell’avambraccio sinistro, e dove avrebbe dovuto esserci il Marchio Nero non c’era nient’altro che pelle liscia e giallastra.
- Ti ho perdonato nell’istante in cui ti ho visto, al mio matrimonio. Non ho mai smesso di amarti, Severus –
Lily si alzò, bellissima come se la ricordava, e porse la mano all’amore della sua vita.
- E adesso cosa succede? –
-Vieni con me. Insieme veglieremo su nostro figlio –
Severus sorrise e la prese per mano, poi insieme si avviarono verso il fondo della radura.
 
Si sentiva finalmente felice.
 

*****
 
E con questo capitolo finisce un’avventura durata un anno e mezzo, un’avventura che mi ha dato tanto, mi ha fatto conoscere persone meravigliose e storie bellissime. Ho dato un finale del genere alla mia storia, perché non volevo si concludesse male; non nascondo che questa è senza dubbio la storia che ho amato di più scrivere e ho tentennato parecchio prima di decidermi a pubblicare il capitolo.
Con emozione vi ringrazio per il sostegno che mi avete sempre dato. Grazie di cuore, è stato importante per me. Spero di tornare prima o poi con una nuova Severus/Lily e di emozionarmi (e spero emozionarvi) come per Il Tuo Fantasma.
 
Ghost.

   
 
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