Mezzanotte e mezza.
Sono sdraiata sul letto a pancia in giù, con il mento appoggiato al bordo del materasso, guardo morbosamente il cellulare appoggiato sul parquet, aspettando qualcosa che mai accadrà.
E’ da due giorni ormai che mi sono stabilita in questo letto, sperando che lo schermo del mio I-phone si illumini.
Ma niente.
Non chiamerà mai; perché io, io sono stata come tutte le altre: un passatempo per la sera, un giocattolo per la notte, uno scarto per la mattina.

Tre notti prima...
 
Le sue mani ruvide e fredde sotto la mia maglietta bianca, posate sulla mia candida schiena, le mie premevano sul suo addome rigido, potevo sentire il suo fiato corto.
I nostri baci, pieni di desiderio, le nostre lingue che si scontravano furiosamente in una danza guerriera.
Ci ritrovammo nudi, le nostre pelli bollenti che si sfregavano, scambiandosi calore a vicenda.
Rabbrividivo al tocco delle sue labbra sul mio collo, la sua barba pungente, il suo fiato scottante.
La mia saliva sul suo petto lo faceva fremere.
Poi il su Spirito maligno si spinse dentro di me, impossessandosi della mia anima.
I miei graffi gli lacerarono la schiena, il dolore e il piacere mi facevano gemere ad ogni spinta che man mano si faceva sempre più veloce e violenta.
Infine la mia, la sua voglia raggiunsero il limite, facendoci restare senza fiato, l’uno sopra l’altra.
Così ci addormentammo.
 
Il giorno seguente, al mio risveglio,  lui non c’era più.
Mi abbandonò su questo letto, ricoperto ancora dal suo forte profumo; in questa stanza, dove il suo spirito vagherà in eternità.

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Ciao. Poche parole per descrivere una notte di piacere. Più per lui, ovviamente.
Ditemi, chi vi è apparso in mente? Fatemi sapere, sono curiosa.
Alla prossima, 
Olga.