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Autore: Will P    18/11/2007    13 recensioni
"C’è qualcosa di morboso nel modo in cui Frank si impossessa di tutti i cuscini della camera e li ammonticchia sul letto per… beh, per leggere. [...]
Ma, d’altronde, non stiamo parlando del Codice da Vinci.
No...
Frank Iero stava leggendo Harry Potter."
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I My Chemical Romance non sono miei e suppongo non lo saranno mai

Disclaimer: I My Chemical Romance non sono miei e suppongo non lo saranno mai. Non intendo minimamente offenderli con questa fanfiction - voglio solo esprimere il mio ammore per loro - e di certo niente di quello che scrivo è mai successo. Suppongo quantomeno che Frank abbia comprato Deathly Hallows. ù_ù

Notes: Scritta con la benedizione di blaise_sl_tr07, che ha avuto la mia stessa idea ma siccome lei è una scrittrice brava e seria l’ha messa al mondo molto prima di me (considerate che ’sta fic la porto avanti da agosto -_-”). Niente spoiler da Harry Potter and the Deathly Hallows. Leggete tranquilli. :D

 

 

Pillows & Books

What the- Harry Pottah?!

 

C’è qualcosa di morboso nel modo in cui Frank si impossessa di tutti i cuscini della camera e li ammonticchia sul letto per… beh, per leggere.

 

Gerard non riesce a capire il fatto dei cuscini (anche se sta iniziando a trovare fondata l’ipotesi d’ernia incipiente insinuata da Ray… in fondo fare acrobazie sul palco tutti i giorni doveva pur avere qualche conseguenza, no?), ma riesce invece a spiegarsi fin troppo bene quell’inquietante amore per la lettura. Oh, se riesce a spiegarselo.

Frank non era mai stato il tipo da preferire una serata a casa con un bel libro ad un’uscita. Non che fosse analfabeta, ma non leggeva molto oltre al quotidiano e ai fumetti in comune con Gerard. La libreria della sua camera era stipata di volumi di imponenti enciclopedie mai aperte venute da chissà dove, che lui diceva di aver ricevuto in regalo, più alcuni vecchi testi scolastici e i suoi libri preferiti infilati alla meglio in ogni spiraglio libero. Ma un intero scaffale, l’ultimo, il più alto, (“il più bello”, come sosteneva lui) era riservato a quel libro. Quella sottospecie di malato altarino era riservata ad uno dei testi più famosi e venduti al mondo, uno dei testi che aveva affascinato folle, fatto gridare al blasfemo, e dato senso alle giornate di milioni di persone. Un libro che poteva ossessionare le menti come null’altro al mondo -a parte droga alcol e quelle altre cosine lì- e far trattenere il fiato all’intero pianeta per l’uscita di un nuovo volume.

Ed era quello, il libro che aveva incanalato la totale attenzione di Frank nell’ultima settimana, da quando avevano avuto la stupida idea di passare in libreria; il libro che eri sicuro di trovare attaccato al suo naso al primo momento libero e col quale sospettavano dormisse addirittura insieme.

Ma, d’altronde, non stiamo parlando del Codice da Vinci.

No…

Frank Iero stava leggendo Harry Potter.

E il fatto che questo fosse il settimo volume, l’ultimo, la Fine Di Tutto, poteva quasi giustificare il suo comportamento. Quasi.

 

«Frank, ti va di fare un giro?»

La voce di Gerard giunge ovattata ma ben udibile dalla toilette della camera; dopo qualche minuto d’inutile attesa si affaccia dal bagno e lancia un’occhiata interrogativa verso Frank, passandosi una mano tra i capelli ancora umidi. Frank, sprofondato in mezzo alla montagna di cuscini con indosso semplicemente un’enorme t-shirt e un paio di boxer, volta pagina senza dar segno di aver sentito la domanda. O di essersi accorto della presenza di qualcuno nella stanza, a voler essere precisi.

Gerard ha un bizzarro scatto, un inspiegabile tic sviluppatosi nell’ultima settimana, più o meno dalla serata in cui erano andati in giro per la città dove si era tenuto il concerto del giorno. Dalla maledetta serata in cui avevano intravisto una libreria e avevano pensato -quanta imprudenza!- di farci un salto, chiedendosi perché mai ci fosse quella fila chilometrica che svoltava due isolati. Dal momento in cui uno di loro si era ricordato che giorno (e che mese) fosse ed aveva ricollegato il fatto all’uscita di Harry Potter, facendo venire una crisi isterica a Frank e portando il panico in un’anonima libreria del Jersey che mai aveva visto qualcuno di famoso varcare la sua porta, e improvvisamente si ritrovava in fila alla cassa cinque famosissime rockstar. Cinque famosissime rockstar che, a loro volta, si erano viste firmare autografi su libri a caso, un Orgoglio e pregiudizio agguantato al volo dallo scaffale dei classici o un libro di ricette che aveva avuto la fortuna di trovarsi in cima alla pila di best-seller più vicina. Gerard non sa ancora spiegarsi cosa possano farci tutte quelle ragazzine con una prima edizione di Harry Potter autografata da Bob Briar.

 

Comunque, al momento, la cosa che più lo lascia esterrefatto è la capacità di estraniazione che ha Frank. Potrebbe tirargli un comodino sulla testa e non se ne accorgerebbe -ehi, aspetta, questa sì che è un’idea…

Si avvicina al letto e si siede pesantemente dal proprio lato, fissando con astio l’odiosa copertina interna del libro (la sovraccopertina era stata precedentemente messa in salvo da un quanto mai premuroso Frank, “Perché sennò si rovina!”).

«Frank. Ti va di fare un giro?» ripete, sperando in una risposta intelligibile. Frank gira un’altra pagina.

Gerard si lascia cadere di schiena sul materasso e resta così sdraiato, i piedi penzoloni nel vuoto e lo sguardo fisso sul soffitto, a fare nulla, mentre il cadenzato frusciare delle pagine accompagna le sue riflessioni.

«Fraaaaank. Andiamo al bar qui davanti a prendere un caffè?»

Contro ogni previsione, Frank risponde: grugnisce.

Gerard rotola spazientito fino a trovarsi a pancia in sotto, con i gomiti puntellati sul materasso e il mento appoggiato sulle manine congiunte. Lascia vagare lo sguardo sulla cuscinosa figura di Frank, non riuscendo a trattenersi dal pensare che, dopotutto, ha un che di tenero nel modo in cui si sta comportando da nerd asociale con regresso infantile, e dopo un po’ ritenta.

«Frank, che ne dici di andare a prendere qualcosa al bar?»

«Mmh…»

«Oh fantastico! Anzi, ce lo facciamo portare in camera e chiamiamo anche i ragazzi, okay?»

«Mh.»

«Così potremmo anche organizzare una bella orgia di gruppo! E legarti alla finestra per sodomizzarti con un’abat-jour!»

«Ah-a.»

«E magari in tutto il trambusto sgualcire anche la copertina di quel dannato coso, pensa che figata!»

«Certo.»

 

Passano tre secondi tre prima che Frank sollevi gli occhi dal libro, se lo appoggi amorevolmente in grembo, e si volti con esasperante lentezza verso l’altro, che sfoggia un’espressione innocente. Poi, con voce un po’ più acuta del solito, commenta finemente l’accaduto.

«Cosa?»

Gerard sbuffa, rotolando di nuovo sulla schiena. «Pensavo di dovermi mettere un paio d’occhialetti e farmi uno sfregio in fronte per attirare la tua attenzione.»

«Io ti ascolto!» ribatte Frank, offeso.

Gerard lo guarda, da sotto in su, alzando semplicemente un sopracciglio. «Quindi sei d’accordo con quello che ho detto.»

«Uh…»

«Quindi non ti opponi all’essere sodomizzato con un’abat-jour, appeso fuori dal terrazzo.»

Frank spalanca la bocca orripilato, facendosi quasi cadere il libro dalle gambe. Gerard alza gli occhi al soffitto, senza capacitarsi di tanta idiozia. Tempo qualche minuto e il pesante silenzio che si era creato viene nuovamente riempito dal frusciare della carta e dal flebile lamento di Gerard, che con uno sguardo sconsolato fuori dalla finestra si dice che sarebbe meglio lasciar perdere tutto e mettersi a dormire. Ma Gerard Way è un uomo cocciuto.

Si mette a sedere con un goffo tentativo di capriola e scruta intensamente il compagno, indeciso sul da farsi.

 

«Ma lo sai che Harry muore alla fine, no?»

Avviene qualcosa di simile ad una piccola esplosione e Gerard si ritrova schiacciato sul materasso da settanta chili di chitarrista, che nell’impeto dello slancio ha mandato all’aria metà delle lenzuola e fatto volare via due o tre cuscini. Incomprensibilmente, l’Harry Potter è intatto e placidamente appoggiato sul comodino.

«Tu menti!» dice con voce strozzata, tenendo per le spalle un impaurito Gerard e guardandolo come se fosse un criminale.

«Ovvio…» mormora Gerard, scosso dalla portata della reazione. «Lo sanno tutti che Harry non muore…»

Frank assottiglia le palpebre senza mollare la presa sul compagno, poi si alza lentamente e torna a sedersi fra i cuscini superstiti; lo sente borbottare un vago “che poi anche questo è uno spoiler, eccheccavolo…” mentre riprende il libro.

«Tu vuoi dirmi,» inizia Gerard, incredulo «che non sai niente di niente di niente di quello che succede nel libro?»

Frank grugnisce da dietro la copertina nera «Certo che no. Ho smesso di sentire i telegiornali a maggio per evitare anticipazioni - dannati giornalisti coi loro dannati servizi spoiler!» La frase sfuma in un sibilo contro le testate giornalistiche che tentano in ogni modo di svelare il finale dei libri (e di quello in particolare).

Gerard dal canto suo è perplesso, sia dall’integrità di Frank, sia dalla sua incredibile tenacia: insomma, è davvero difficile arrivare inconsapevoli alla lettura di quel libro, persino lui che non legge giornali da un mese e non è assolutamente interessato all’argomento sa la trama a grandi linee!

 

«Tu sei pazzo.» conclude come dato di fatto mentre si butta a pesce fra i cuscini. Frank prova a togliergliene uno da sotto il braccio ma in risposta viene colpito alla testa con un guanciale non tanto soffice, e rinuncia.

«Non sono pazzo, Gerard,» controbatte «sono un appassionato.»

«Quindi sei pazzo. Non conosco degli “appassionati”» calca le virgolette sull’ultima parola «di Harry Potter che non siano schizzati.»

Frank inizialmente non risponde, voltando pagina stizzito. «Sei solo povero di spirito, ecco cosa sei.»

«Esatto, non capisco cosa ci sia di tanto eccitante in un ragazzino cieco e sfigato che rischia di morire ogni tre pagine.»

Frank si volta e Gerard nota preoccupato la luce maniacale dei suoi occhi. Non lo sa, ma ha risvegliato un mostro

«Perché non l’hai mai letto con attenzione! È un libro di grandi battaglie, che parla di politica, amicizia e amore!»

«Amore? Politica

Frank si sistema in modo da poter parlare più comodamente Gerard, in quella che si prospetta una lunga discussione; chiude addirittura il libro, anche se lascia l’indice tra le pagine per tenere il segno. «L’organizzazione di Voldemort e i Mangiamorte ricalca fedelmente la politica fascista, con i suoi ideali della razza pura e dello sterminio degli esemplari inferiori.»

E in effetti il ragionamento fila. «Okay, ma dove starebbe nascosto l’amore?»

«Ovunque!»

Gerard inizia a covare il sospetto di aver letto un libro differente, a suo tempo. «Ovunque dove

«Harry e le sue struggenti riflessioni su Ginny, la tensione sessuale irrisolta tra Ron ed Hermione… la palese relazione tra Remus e Sirius!»

Ora invece è praticamente certo di aver letto un altro libro. «Ma è una storia per bambini, Frank, non può esserci la coppia gay nel mezzo…» (*)

Frank lo guarda indignato. «Certo che c’è! Vivono insieme, si comportano come una coppia, sono fatti l’uno per l’altro!»

«Ma Sirius non era morto? E il professore non si era messo con la tizia con i capelli tinti…?»

«Pure supposizioni.»

Gerard lo osserva farsi cupo in viso e riaprire il libro con un gesto secco. «Ma…»

«Pure supposizioni.»

Gerard si avvicina, lentamente, fino a trovarsi stretto vicino a Frank, col mento appoggiato sulla sua spalla. Guarda prima lui, la fronte aggrottata e l’espressione irritata, con il labbro inferiore stretto in maniera dannatamente invitante fra i denti e lo sguardo rapito, poi sbircia con discrezione la pagina su cui è concentrato.

«Ma qui dice che-!»

«Ho detto, pure supposizioni!»

 

Gerard si scosta, tenendosi una mano sull’orecchio che il pazzo urlante gli ha perforato, e lo guarda male. «Sei una fangirl.»

«Non sono una fangirl…» borbotta Frank, sentendosi vagamente in colpa per la reazione esagerata.

«Oh sì che sei una fangirl!» gli rinfaccia Gerard mentre si sdraia senza riguardo sul braccio del ragazzo «Sei una fangirl esaltata di quelle che fanno gli urletti entusiasti quando leggono i nomi della loro coppia preferita scritti vicini, e che hanno il computer intasato dai disegni trovati sui più beceri archivi di Internet. Sono sicuro che se sapessi come fare saresti inscritto a tutti i forum della rete, a scambiare gridolini con le tue amichette…»

«Sei insensibile,» ribatte Frank indignato, tentando inutilmente di scrollarselo di dosso «sono solo fan, proprio come i nostri. Stai facendo una descrizione terribile dei tuoi fan, non hai alcun rispetto!»

Gerard rotea gli occhi, allungandosi fino a trovarsi quasi seduto in grembo a Frank «Certo che non ho rispetto per delle maniache che raccolgono ogni mia - o nostra - singola foto per farci chissà che.»

«Sono i tuoi fan!» strilla Frank, sottolineando il nocciolo del discorso con ampi gesti delle mani… e del libro, che sta ancora stringendo «Non può fregartene così poco di loro!»

Gerard sbuffa, e gli cinge mollemente il collo con le braccia. «L’unico fan di cui mi importa al momento,» comincia, avvicinandosi lentamente «mi sta ignorando da una settimana, e pensa solo ad un altro ragazzo con gli occhiali, e io sono così geloso…» gli sfiora una guancia con la punta del naso, lievemente, poi scende languido verso il mento.

«Gerard, voglio finire il libro…» Lo sente deglutire distintamente, mentre traccia il profilo del suo collo con le labbra «Prego tesoro, fai pure…»

Frank trema, impercettibilmente, mostrando che dopotutto la settimana di lontananza non è stata uno scherzo nemmeno per lui. «Gee, ti prego, sono arrivato ad un punto vitale…» Si blocca con un basso gemito.

Gerard ridacchia, passando delicatamente le dita sul segno rosso che ha appena lasciato sulla clavicola del compagno. «Anch’io…»

Poi, dopo uno scatto deciso, Frank si ritrova coperto da decine di cuscini e da Gerard, a cavalcioni sul suo petto, che gli toglie il libro dalle mani ostacolato solo da fiacche proteste. Appoggia il volume sul comodino, il più lontano possibile, e si abbassa finalmente a baciare Frank; sente le mani del ragazzo intrufolarglisi fra i capelli ed impedirgli di smettere, cosa che comunque non ha la minima intenzione di fare.

Si solleva un secondo, accompagnato da un lamento di Frank, giusto il tempo per guardarlo negli occhi.

«Adesso faccio io una bella magia…» mormora, prendendo un cuscino particolarmente soffice con un sorrisetto malizioso «Vediamo di usare questi affari in maniera utile, che ne dici?»

 

 

 

---

(*) La fanfiction è stata scritta prima della scottante rivelazione su Silente.

 

Salve *_* Ho latitato la sezione per un po’, I’m so sorry; cercherò di farmi perdonare scrivendo shot stupide e torturando quei poveri ragazzi. XD

Naturalmente, io mi sono comportata esattamente così quando ho letto Deathly Hallows, in quel di Greenwich: davvero, stavo sempre col libro tra le mani, magari chiuso, ma comunque stretto al sicuro tra le mie tenere zampine. E naturalmente ho il pc intoppato di fanart su HP e di foto di Frank e Gerard, da brava fangirl che si rispetti. XD Comunque, grazie di cuore a chi legge, recensisce, o mette addirittura la shot tra i preferiti: siete la luce delle mie uggiose giornate.

 

Lo slash non è un hobby, è una vocazione.

Frerard FTW!

Will

   
 
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