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Autore: DeiDeiDei    29/04/2013    4 recensioni
Una semplice serata "rilassante" per il Branco di BH, quattro anni dopo gli accadimenti della seconda serie.
DEREK POV
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È meglio se non ti muovi

 
 









-Perciò è meglio se non ti muovi da casa tua, Stiles. Rimani dentro, chiudi tutte le finestre e NON TI MUOVERE. Non è uno scherzo, rimani chiuso in casa fino a quando non arriviamo io o Scott, tutto chiaro?-

Stiles mugugnò un assenso piuttosto distratto e continuò a vestirsi, infilandosi una felpa e tenendo il cellulare in bilico sulla spalla nel mentre. Derek grugnì al telefono quando sentì il rumore della cerniera che si chiudeva.

-Non sto scherzando, Stiles, non uscire! Se pensi di riuscire ad ingannarmi anche questa volta ti sbagli: ti ho appena mandato Peter a casa. Se quando arriva non ti troverà lì saranno guai.-

Il ragazzo si infilò anche la seconda scarpa, alzando gli occhi al cielo con un sospiro, appena in tempo perché Derek gli ringhiasse nelle orecchie di togliersi immediatamente le scarpe dai piedi. Lui si fermò a metà nell’atto di allacciarle, rimanendo a bocca aperta per lo sconcerto, lasciandosi poi ricadere sul letto con un tonfo ed un mugolio sconsolato.

-Inizi a conoscermi troppo bene, è imbarazzante ed irritante allo stesso tempo!-

-Fai parte del mio branco da quattro anni. Peter sarà lì in dieci minuti.-

-Eddai, Derek, ho la pistola ed una Molotow, non correrò nessun rischio.-

-In MENO di dieci minuti.-

-Non è la prima volta che mi muovo da solo con mostri a piedi libero!-

-E se non ti troverà in casa gli darò il permesso di darti la caccia e di morderti, se ne avrà voglia.-

-Ugh! Questa è una minaccia bella e buona. Devo ricordarti che tra sei mesi sarò a tutti gli effetti un rappresentante della legge?-

-E sai che lui ha sempre voglia di morderti.-

-Oook! Ok, me ne sto in casa, ma giuro che quando arrivi ti sparo se non mi porti ciò che mi serve! Ti avverto: non userò proiettili per umani, no, mio caro. Perché non avrò l’obbiettivo di farti il solletico, vorrò farti male! Tanto male. Male tipo dolore, di quello doloroso, ma doloroso forte. E ti assicuro che piangerai dalla sofferenza. Sì, piangerai, Derek Hale! Mentre io me la godrò, perché se non mi porterai quei maledetti libri mi prenderò la mia vendetta, capito?-

Derek sbuffò ed annuì ad Isaac dandogli il permesso di addentrarsi nella boscaglia anche senza di lui. Quando Stiles chiuse la comunicazione, lui si lasciò andare in un profondo sospiro e si concesse uno sguardo sconsolato al cellulare, rimettendolo in tasca, ed alzando gli occhi su Boyd annuì con aria definitiva. Dare la caccia ad un serial killer nonmorto non rientrava nei suoi piani per la serata, ma ormai si era abituato a non avere mai troppe certezze, per quanto perlomeno non era più solo ad occuparsi di tutti gli incidenti sovrannaturali. C’erano Scott, Peter, Boyd, Isaac, Erica ed Olivia come suoi Beta a coprirgli le spalle. Aveva Cathelyn, l’Omega alla quale permetteva di abitare il bosco, e Francis, l’indovino trasferitosi da circa sei mesi in centro che lo metteva in contatto all’occorrenza con le comunità di vampiri, streghe ed arpie della zona. Lydia era a NewYork e comunicava gli esiti delle sue email a Chris Argent, la figlia della quale era in terapia fuori città da quando due anni prima aveva cercato di strangolare nel sonno per forse la settantesima volta. Jackson era sepolto nel giardino sul retro, assieme a Laura e Stephany, l’ex infermiera di Peter, e grazie al pentacolo tracciato attorno alla casa i loro fantasmi vagavano liberamente nella proprietà degli Hale da più di un anno. Stiles ed Emma, la sorellina di Boyd, erano rimasti in città a studiare apposta per poterli sostenere con ricerche ed armi fatte in casa, allenandosi coi cacciatori nel tempo libero e prendendo lezioni del sovrannaturale dal Dr.Deaton.

-Erica, vai alla clinica e porta quei libri a Stiles, prima che quel pazzo avveleni Peter e scappi per andarseli a prendere.-

Le risate della ragazza gli trillarono nell’orecchio per un secondo, prima che la bionda piroettasse in modo teatrale su se stessa ed accelerasse in direzione della casa del ragazzo, o forse dell’ambulatorio, l’Alpha era troppo stanco per concentrarsi come si doveva.

-Abbiamo trovato la scia. Porta al cimitero. Isaac sta andando avanti, visto che gli è terreno più familiare.-
Scott gli si accostò e mantenne il suo passo anche quando il maggiore si decise ad andare più veloce. Il Beta era forte e veloce e lo rendeva ogni giorno più fiero del proprio regime come capobranco.

-Ho mandato mio zio a tenere Stiles in casa ed Erica a prendergli i libri.-

-Bene. Sì, bene, meglio che non esca mentre stiamo ancora cacciando.-

-Ci ha tenuto a ricordarmi che ora è armato ed allenato. Penso si sia offeso.-

-Ovvio che si è offeso, Derek, sai quanto ci tiene a dimostrarci di sapercela cavare, quell’idiota!-

-Ha minacciato di spararmi se non gli farò avere quei libri sui nonmorti.-

-Cosa molto da lui. E cosa che farà, probabilmente. Non vorrei essere al tuo posto nel caso Erica non faccia in tempo.-

Derek era ancora accigliato quando fecero il loro ingresso nel cimitero di BH. Olivia ed Isaac li aspettavano sulla soglia di un mausoleo di pietra dall’aspetto relativamente vecchio. La lupa gli fece cenno di avvicinarsi e gli indicò la targa rettangolare appena sopra alla porta, sulla quale era inciso il nome “O’Handel”.

-Non è il nome della madre del tuo umano?-

E, oh, maledizione, era davvero il nome da nubile della signora Stilinski. Non era affatto un buon segno che lo zombie psicopatico avesse deciso di costruire la propria tana nella cripta di famiglia di Stiles.

-Lo sapevo che era un bene che rimanesse in casa. Quel ragazzo è un magnete per i problemi, soprattutto quelli sovrannaturali.-

Ringhiò a mezza voce controllando nel contempo i dintorni. Odore di morte: niente di strano per un cimitero, ma non riusciva comunque a starsene tranquillo, per quanto avessero già annientato un’altra di quelle creature qualche ora prima e perciò fosse abbastanza sicuro di riuscire a farlo di nuovo. Non che quello lo rendesse felice di addentrarsi nel mausoleo assieme a quattro dei suoi Beta.  Scesero le scale all’entrata in silenzio, appena cinque stretti e brevi scalini che portavano nel sottosuolo, e lì si ritrovarono al centro di una piccola stanza con una decina di lapidi incastonate nelle pareti. Grazie alla visione notturna conferita loro dalla licantropia, poterono individuare sei fori nel muro, sei gallerie che si diramavano in ogni direzione.

-Oh, meraviglioso, la cosa ha costruito un’autostrada!-

Derek stava quasi per ringhiare ad Isaac di starsene zitto (per quanto fosse totalmente d’accordo con la sua irritazione), quando qualcosa nella sua tasca iniziò a vibrare. Il cellulare nella sua tasca iniziò a vibrare. L’Alpha alzò gli occhi al cielo e rispose al telefono.

-Non è il momento Stiles, siamo nel pieno della caccia.-

-Esci subito dalla tomba di mia madre!-

Questo non se lo aspettava. Si voltò verso Scott per vedere se fosse stato lui ad avvertire il compagno a sua insaputa, ma lo ritrovò stupito quanto lui, se non di più considerando di chi si stava parlando.

-Come fai a– -

-Zitto e dimmi che non ha violato la sua bara! Ti prego, ti prego, ti prego…-

Derek si accorse solo in quel momento che tre delle tombe erano state aperte  e un brivido gli scosse tutto il corpo. Si mise a leggere i nomi sulle lapidi fino a quando non identificò quello più recente, appartenente a Tasha O’Handel, la defunta signora Stilinski.

-Quella di tua madre è intatta, ma penso che i nonmorti si siano nutriti di altri tre corpi della tua famiglia, mi spiace.-

-Oh, no, tranquillo. Non ha mangiato nessuno, per ora.-

-Cosa inten– -

-Non se ne sono nutriti, li hanno resi come loro, Derek, se taci un attimo riesco a spiegare.-

-COSA? E come diavolo fai a saperlo?-

-Se te ne stai zitto forse riesco a dirti che ho quattro tra scheletri e zombie che mi zampettano davanti a casa!-

E quello cambiava tutto. I mostri erano ben più del previsto ed erano davanti a casa di Stiles con soltanto un umano e due Beta a fronteggiarli. Perfetto! Una di quelle stramaledette gallerie doveva portare dal ragazzo, al confine opposto della città. Anche partendo subito a correre come fecero, sapevano che ci avrebbero messo almeno dieci minuti. Potevano solo confidare nel fatto che Erica e Peter riuscissero a tenere quelle bestie sotto controllo.

-Tuo zio è stato ferito alla schiena da uno di loro e mi sta allagando  di sangue il salotto. Mio padre mi ucciderà. Mi farà riarredare casa  e mi ucciderà. E poi ucciderà voi perché Peter è uno dei vostri e– Stai zitto, maniaco, sto cercando di leggere!-

-Hai anche Erica con te?-

-Sì, è arrivata una decina di minuti fa coi libri di Deaton. Ho anche chiamato Emma e le ho detto di chiudersi in casa, perciò dobbiamo preoccuparci solo della mia zona, per quanto questa non sia una grande novità in questa città. OH! Trovato! Tu, psicopatico, e tu, Catwoman, qui! Guarda questo, che ne pensi?-

Derek sentì la voce dell’unico altro Hale sopravvissuto esprimere il suo consenso in un mormorio, poi la comunicazione venne chiusa. Maledetto Stiles e maledetta la sua mania per farlo impazzire di preoccupazioni. L’Alpha scartò, schivando le strade del centro seguito dai suoi sottoposti, e si fiondò in direzione di casa Stilinski, augurandosi che perlomeno le porte reggessero e che magari lo sceriffo non decidesse di fare ritorno dal lavoro proprio in quel momento. Quando oltrepassò l’ennesimo muretto e l’odore acre di morte e putrefazione lo colpì più forte che mai, i suoi artigli erano già allungati ed aveva già snudato le zanne in modo intimidatorio. Al diavolo i vicini e la loro curiosità! Uno degli scheletri semoventi si voltò verso di lui e lo attaccò senza perdere un attimo. Derek ringhiò e lasciò che i propri occhi brillassero come tizzoni ardenti, slanciando in avanti la parte superiore del corpo e piantando la mano di punta all’altezza della spalla dell’essere recidendo, bhè, recidendo ciò che Dio solo (o anche Lydia, Deaton ecc…) sapeva tenesse invisibilmente unite le ossa. Un braccio cadde a terra con un suono tutt’altro che piacevole ed il lupo mannaro decise di non pensare a quale assurda stregoneria poteva aver appena toccato e colpire invece nuovamente l’essere con un secondo fendente, direzionato a quello che un tempo era il collo. La cosa cadde a terra, ma con suo sommo raccapriccio continuò a muoversi e dimenarsi. Schifato, diede un calcio al teschio e si lanciò in soccorso di Boyd, contro l’unico dei nonmorti con addosso qualche tessuto non ancora del tutto decomposto. Isaac e Scott stavano schiacciando a terra uno scheletro armato di bastone da passeggio ed Olivia schivava con espressione contrita i colpi di un ultimo essere, troppo minuto per essere il lascito di un adulto. Uno stridio inquietante lo fece immobilizzare e voltare indietro, verso il punto dove poco prima aveva abbattuto lo scheletro. E OVVIAMENTE quello si era rialzato in piedi e aveva nuovamente tutte e duecentosei le ossa al loro posto. Ovviamente.

Con una velocità che non aveva nulla a che vedere con quella dell’attacco precedente, il nonmorto gli si avventò addosso, portandogli subito le mani alla gola ed artigliando la pelle fino a lacerarla. Rivoletti di sangue iniziarono a colargli lungo petto e schiena, nello stesso momento nel quale Boyd alle sue spalle gridava, ferito dal cadavere ambulante. Derek ringhiò frustrato e rabbioso. Voleva andare ad aiutare il proprio Beta, ma era al contempo un tantino occupato a non farsi sbranare la faccia dal proprio avversario. Eppure, si disse, a cosa gli sarebbe servito sopravvivere se l’avesse fatto al prezzo delle vite dei suoi sottoposti?

E fu a quel punto che la porta della casa si spalancò.

-Teste basse, lupi!-

Con un urlo Stiles saltò sugli scalini dell’ingresso, balestra in una mano e frecce nell’altra. Un dardo sibilò nell’aria, passando accanto all’orecchio dell’Alpha, e si conficcò vibrante al centro della fronte dello scheletro, mandando per un attimo scintille in ogni direzione. Quindi, sotto gli occhi attoniti dei combattenti, l’essere semplicemente si spense e si scompose, ricadendo a terra in pezzi. Derek si strinse la gola finalmente libera con una mano e si precipitò a staccare lo zombie da Boyd, mentre Erica, accanto al ragazzo umano, gongolava tirando a sua volta un dardo. Stiles urlò di nuovo ai licantropi di abbassarsi e scoccò la sua seconda freccia, colpendo papà-mostro all’altezza del cervelletto, ricaricando subito l’arma e scaricandola ancora, questa volta al centro della schiena, seguito subito dalla bionda. L’abominio gridò qualcosa di incomprensibile, rilasciò un po’ di scintille nell’aria e si accasciò a terra, iniziando ad emanare un tanfo di morte ancora più opprimente di prima.

-Siete proprio sicuri che non posso tenerne uno, vero?-

Tutti si voltarono verso Stiles, il quale stava fissando con sguardo fin troppo interessato il piccolo scheletro, bloccato a terra da una freccia incastrata tra due costole. Le braccia dell’essere falciavano l’aria alla ricerca di un appiglio. O di una preda.

-No.-

-Non penso sia proprio una buona idea.-

-Assolutamente no.-

-Stiles!-

-Stai scherzando, amico?-

-No, no, no.-

Almeno su quello parevano essere tutti d’accordo. Stiles sbuffò e lasciò ricadere il braccio della balestra verso il basso come un peso morto, pronto a ribattere.

-Non ci serve un negromante, ragazzo.-

Fu Peter a concludere, uscendo dalla casa e meritandosi un’occhiataccia da tutto il branco perché, seriamente? Una predica del genere, se fatta da una persona praticamente morta due volte e poi fattosi resuscitare facendo il lavaggio ad una ragazzina e facendole fare chissà quale allucinante rito di magia nera, perdeva efficacia. Erica si decise a sparare all’ultimo nonmorto ed Isaac e Scott si presero l’incarico di liberarsi dei corpi, raccogliendoli un pezzo alla volta. Olivia diede una pacca sulla spalla a Stiles e prese sottobraccio Peter per riaccompagnarlo a casa e Boyd si offrì di ripulire tutto al cimitero e si portò via la sua sovraeccitata ragazza esultante per la vittoria (dovendole togliere di mano a forza la balestra).  E questo lasciava solo loro due sul campo. Derek salì gli scalini fino alla porta d’ingresso ed allacciò un braccio attorno alla vita dell’umano, posandogli un bacio leggero sulla tempia.

-Hai fatto un ottimo lavoro.-

Il ragazzo lo colpì alla schiena con il corpo della balestra, rivolgendogli uno sguardo più che offeso, oltraggiato.

-Ah, davvero? Sai cosa, la prossima volta non te lo salvo il culo, caro il mio grande e potente Alpha.-

E detto ciò si voltò e tornò in casa, lasciando la porta totalmente aperta in un chiaro ordine di entrare. Il lupo alzò gli occhi al cielo e lo seguì all’interno.













Angolo dell'autrice:
Scusate, so bene che è una cosetta orribile, ma l'ho scritta tra una lezione e l'altra su degli scarti di quaderno, quindi spero che mi perdonerete.
In quanto alla morte o all'allontanamento di alcuni personaggi, mi scuso, ma non ne potevo proprio più di vedere sempre ovunque lo stesso background.

Se vedete errori, potete segnalarmeli?

Eva












   
 
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