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Autore: JuliaSnape    29/04/2013    2 recensioni
Frammenti di vita di Diego e Mia si susseguono mostrandoci l’evolversi del loro Amore (da semplici colleghi ad amanti) che non si è mai fermato nonostante tutti gli impedimenti che lo hanno ostacolato.
Un amore che passa oltre il tempo, lo spazio e la logica tornando sempre .
Una storia che cresce con i protagonisti insieme al loro amore raggiungendone l'apice.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Diego Armando, Mia Fey
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-Autore: JuliaSnape
-Pacchetto-testimone scelto: Jake Marshall
-Pairing: Diego ArmandoMia Fey
-Prompt scelto: Stella
-Note dell'autore (facoltative): La storia si suddivide in diversi momenti, quasi tutti  avvenuti cronologicamente (tranne i ricordi, essendo tali).
A ogni inizio capitolo ho dato un titolo che però non c’entra nulla con la canzone (in seguito riporterò bene gli autori della musica).

 


   Fragments: Miego  


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http://www.youtube.com/watch?v=DtrB_NwgNqk
 

 

 
 Stalker 

A Selene,
grazie per avermi consigliato di prendere Jake...
oltre tutto il resto, ovviamente


I will be your everything, If you make me feel like a woman should I will.
(SheDaisy "I will")


 
Dopo essere passata a salutare il suo capo, che aveva colto l’occasione per lodarla per la vittoria del caso di quella mattina, Mia si chiuse alle spalle le porte dello Studio legale Grossberg con la testa già altrove, intenta a ripassare il programma per il pomeriggio.

Certo, il caso si era concluso, ma la giornata era ancora lungi dall’essere terminata: aveva ancora molte cose da fare prima di potersi concedere del meritato riposo.
Tanto per cominciare aveva una casa in cui sembrava essere scoppiata una bomba, c’erano fogli e appunti dappertutto, con tazze di caffè e involucri di cibi precotti come contorno, per non parlare dei vestiti ammassati sulle sedie che andavano portati in lavanderia per essere stirati e dell’altro bucato invece, che andava ancora fatto.

C’era poco da fare, quando aveva un caso tra le mani ci si dedicava anima e corpo, non importava se arrivasse a mangiare e dormire in modo esiguo, doveva venire a capo della situazione dando il
massimo per aiutare il suo cliente e far trionfare la verità.
Verità, che trai vari sacrifici per essere raggiunta, aveva anche quello di essere anteposta alla cura della casa che in quei giorni diventava peggio di un pollaio.

Sebbene Mia non fosse un’amante delle pulizie si provò a motivare con il pensiero che almeno sarebbe tornata ad avere una casa ordinata e precisa (anche se sarebbe durata solo qualche giorno al massimo) degna di un avvocato come lei; la consolazione però terminò non appena ricordò che Grossberg voleva già i primi resoconti del il caso il giorno dopo.
Il suo capo era un uomo alquanto paziente, ma sulle scartoffie (maledette) era alquanto intransigente, voleva che fossero redatte il prima possibile per non farle accumulare.

La faceva facile lui, aveva una moglie in casa che pensava a tutto il resto! Constatò con uno sbuffo, che tuttavia divenne subito un sorriso divertito: l’uomo le aveva spesso accennato della moglie, ma nonostante la stima che potesse avere per il suo superiore, si domandò che tipo di donna potesse aver scelto di passare la vita con uno come lui.

Non seppe se per una malsana associazione di idee o per altro, ma le venne in mente Diego. Gli aveva promesso un’uscita e già da un paio di settimane continuava a rimandare.
Sospirò aumentando il passo, Diego era un brav’uomo e aveva avuto modo di vedere più volte che sotto quella maschera di superbia e ironia si nascondeva un cuore d’oro, senza contare che teneva e prendeva seriamente il suo lavoro almeno quanto lei e dava anche lui il tutto per tutto.

Inoltre doveva ammettere che oltre a una bella persona (seppur nascosta)dentro, lo era anche fuori. Diego era cosciente della propria bellezza e dell’effetto che aveva su di lei, però non si atteggiava per questo (per altre cose, seppur scherzosamente, sì). Del resto anche Mia aveva uno charme davvero notevole e lui non perdeva occasione per farle notare, con battutine spinte magari, che neanche lui le era indifferente.

Lui le piaceva… e anche tanto, il problema non era la paura di essere respinta, ormai era chiara a entrambi l’attrazione reciproca che li univa (la prova più recente era che lui l’aveva iniziata a chiamare ‘Gattina’, Mia non l’avrebbe mai ammesso –non ancora almeno- ma adorava quel soprannome), no, il problema era un altro…lei aveva paura.

In fondo erano colleghi, cosa sarebbe successo se si fossero spinti più in là del dovuto?
Se, come sperava e temeva insieme, fosse diventata una cosa seria? E se poi si fossero lasciati?
Uno dei due se ne sarebbe dovuto andare dallo studio, quello era più che logico.
E poi, lei era pronta? Aveva ancora così tanti problemi da risolvere nella sua famiglia, una sorella con la quale si doleva di stare troppo poco e che aveva comunque bisogno di lei, il mistero sulla sparizione dei suoi genitori da fronteggiare e sempre tempo insufficiente a disposizione per fare tutto quello che aveva in mente.

Mentre camminava assorta in tutta questa moltitudine di pensieri, le cedette il tacco della scarpa e sarebbe caduta fragorosamente sul marciapiede, se non fosse stato per la prontezza di due forti braccia che la tennero stretta mentre l’aria si riempiva di un forte odore di caffè.

Alzando gli occhi verso il suo salvatore per poco non sobbalzò, l’uomo che le aveva occupato la mente fino a un secondo prima si era materializzato davanti a lei e la stava fissando divertito con quel suo sguardo penetrante che sembrava capace di leggerle l’anima.

“Ti eserciti nei tuffi, Gattina?”

Ricomposta, seppur traballante, Mia lo fissò guardinga sistemandosi la frangia.
“Spiritoso…piuttosto che ci fai qui, signor Armando? Mi stavi seguendo forse?”

“Non sono così stupido da rischiare una denuncia di stalking da parte di avvocato, grazie! Ero solo venuto a cercarti visto che mi sembra che tu mi debba un’uscita.”

“Sì, ma non avevo specificato quando e comunque non oggi…sono impegnata.”

“Che cosa? Hai finito e vinto un caso stamattina, che altro devi fare?”

“Devo fare la relazione e ho altri lavori da compiere, non sto con le mani in mano a bere litri di caffè perché non so come passare il tempo, io!”

Quello alzò le spalle guardandola malizioso.
“Altri lavori…mi ero dimenticato della tua carriera notturna da strip-teaser e cubista, perdonami.”

“Certe cose puoi andarle a vedere giusto tu.”

Diego rise avvicinandosi maggiormente a lei, parlando in un sussurro nel suo orecchio.
“Non è colpa mia se per certe cose saresti portata.”

Lei lo allontano con una spinta decisa.
“Lo prendo come un complimento per uno che è un misantropo caffeinomane!”

“Non sono cattivo, è che mi disegnano così, Gattina.”

“Certo…”

“Se non ti va di uscire con me puoi dirlo semplicemente.”

Il sorriso beffardo che lo caratterizzava si era ora spento lasciando posto a uno sguardo completamente serio, così poco da lui che Mia si sentì subito in colpa.

“Io…non ho detto questo, solo…non oggi.”

Lui alzò le mani come in segnò di resa per poi darle le spalle con finta noncuranza.
“Come vuoi…signorina Fey. Allora ci vediamo a lavoro.”

Fece per incamminarsi, ma Mia gli poggiò la mano sulla spalla facendolo arrestare al suo tocco.

“Non fare così…”

“Così come? Ogni volta che provo ad avvicinarmi mi eviti e inventi scuse…se ti do così fastidio, lasciamo perdere.”

“Diego, non sei tu il problema, vedi, i-io…mi dispiace.”

Si reputava una donna forte per molti versi e faceva sempre il possibile per perseguire e raggiungere i suoi obbiettivi, ma quando era con lui era come se fosse sempre sul punto di rompersi e cedere perdendo quanto aveva guadagnato con tanta fatica. Fece per togliere la mano incapace com’era di andare avanti nel discorso, ma con sua somma sorpresa la destra di lui la trattenne per poi attrarre anche il resto del suo corpo a sé, in un caldo abbraccio. Mia fece per parlare, ma non le uscivano le parole.

“Shh, non dire niente Gattina, ti chiedo solo di rimanere qui con me, solo questo.”

La donna acconsentì abbandonandosi completamente a quella stretta, respirando a pieno il forte odore di caffeina che caratterizzava l’uomo, sentendosi pervadere da una sicurezza e stabilità d’animo che le era ormai rara provare.

Dopo quella che parve un’eternità o pochi secondi si trovarono a fissarsi sorridendo.
“Allora, hai ancora tanti impegni o mi puoi dedicare un po’ del tuo prezioso tempo?”

Per tutta risposta la mora lo baciò senza riserve, sentendo tutti i dubbi precedentemente espressi dissolversi al sapore delle labbra dell’uomo.







L'angolo di Trucy

Ciao a tutti!
Ed eccoci con questa nuova, entusiasmante, raccolta! *grilli di sottofondo* ...sì.
Il tutto è nato partecipando al contest "La sfilata dei testimoni" indetto da   
~A k i no YUUTSU (qui il link http://writerspalace.forumcommunity.net/?t=51673450), nel quale scegliendo il caro Jake Marshall mi sono capitati i cari Mia e Diego come coppia di cui parlare, ops, scrivere <3
E' stata una bella occasione, come coppia mi hanno sempre ispirato, ma poiché io sono molto monotematica (TRUCYTRUCYTRUCYTRUCYTRUCYPHOENIXPHOENIXPHOENIXMILESMILESMILES) non avevo ancora avuto modo di lavorare 'con' loro :)
Senza togliere che dopo la mia adorata Trucy (sono io versione videogame <3 ), Mia è il mio personaggio femminile preferito :D
Spero che questo inizio vi sia piaciuto e che lascerete una recensione per dirmi cosa ne pensate :) sia nel bene che nel male, ovviamente!
Un grazie quindi a chiunque ha letto fin qui, recensità, ricorderà, preferirà (...?) e magari seguirà visto che sono più capitoli ;D

Alla prossima!

JuliaSnape


 
  
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