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Autore: uadjet    30/04/2013    2 recensioni
"La scorsa settimana, quando ho fatto il turno di notte, ho preso l'ascensore, che si è fermato ad un piano sopra il primo: era molto strano, e ho notato che non era stato nemmeno ristrutturato, sai forse di cosa sto parlando? Qualche idea?"
La guardò sorpresa, con un espressione incerta sul bel viso.
"Perchè mi guardi così? Tu l'hai già visto?"
"No" rispose lei con lo stesso sguardo, " ma la ragazza che è morta ne parlava, prima ... prima di morire. Nessuno l'ha mai trovato"
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Prego, Dottoressa Ramonez, da questa parte"
Penelope si guardò intorno prima di seguire il primario dell'ospedale; quello era il suo primo giorno di lavoro al Saint Daniel ed era eccitata, ma anche ansiosa, da morire. Nonostante tutto l'impegno che aveva messo nelle varie tappe della sua istruzione e già due articoli di ricerca pubblicati su riviste scientifiche importanti all'età di ventisette anni non si sentita ancora a proprio agio in un ambiente come quello, e soprattutto sapendo quello che l'avrebbe aspettata ogni giorno per i prossimi trenta o quarant'anni: una vita occupata totalmente dal suo lavoro, senza spazio per famiglia e amore.
Seguì la sua guida fino all'ascensore, e, non appena si richiusero le porte, il primario le diede alcuni rapidi consigli su come 'sopravvivere' all'interno dell'edificio. Penelope prese tutto il discorso alla leggera, tranne la parte che si riferiva al suicidio di un'infermiera avvenuto due mesi prima per autosoffocamento con un sacchetto di plastica, ma forse avrebbe dovuto.
E se ne rese conto durante quella stessa settimana.

"Io ho finito, tu rimani ancora un po'?"
Le chiese Emily Donnet, una collega con cui condivideva lo studio e con cui aveva stretto subito  una forte amicizia (forse per la conterraneità, o per lo stesso modo di lavorare), ricevendo come risposta un'espressione stranita da parte della donna dai lunghi capelli corvini e gli occhi e la pelle color caramello.
"Io ho il turno di notte, oggi, non te l'avevo detto?" le rispose, riponendo alcune cartelle cliniche ed estraendone un'altra.
"Il turno di notte?! Beh, come prima settimana sei veramente sfortunata, sai?" osservò la ragazza rossa accompagnando l'esclamazione con un movimento del capo, come a dire 'avrebbero potuto comportarsi diversamente visto che sei nuova ed inesperta'.
"Non ti preoccupare, Emily, sono contenta, mi piace lavorare" replicò la mora di fronte allo sguardo scettico dell'altra, "e così non dovrò aver paura di tornare a casa da sola con il buio, visto che rimango fino alle otto"
"Vabbè, se tu sei felice, anch'io lo sarò per te nel mio letto" la schernì in modo scherzoso la prima indirizzandole un cenno di saluto e facendole l'occhiolino.
"Sì, e io penserò altrettanto a te mentre mi occuperò del Dottor Conney" ribattè Penelope avendo saputo dall'altra ragazza che aveva una segreta cotta da qualche anno per il bel neurochirurgo.
Con un ultima linguaccia Emily sparì alla sua vista e la mora si rimise al lavoro.
'George Duffy, primo piano' lesse sul fronte della cartella, entrando nell'ascensore, che così cominciò a scendere lentamente. Non le era mai piaciuto il senso di claustrofobia che provava all'interno di quei cosi, ma non poteva certo scendere ben trentun rampe di scale; avrebbero sfiancato chiunque.
Purtroppo la mancanza del visualizzatore non permetteva di capire a che punto fosse la discesa, e fu con una certa sorpresa che Penelope scoprì di non essere al primo piano.
"E questo che posto è? Forse la cantina" mormorò tra sè e sè non notando nessuno nei paraggi.
Quel luogo era certamente diverso dal resto dell'ospedale e sembrava non essere stato nemmeno ristrutturato da quanto appariva vecchio e cadente. Fece appena in tempo a dare un'occhiata che l'ascensore si richiuse e ricominciò la discesa.


"Emily, posso farti una domanda?"
Aveva chiesto in modo incurante, dopo aver riflettuto e fatto ricerche riguardo al piano sconosciuto dell'ospedale nelle due settimane successive, senza ottenere risultati
"Spara ... metaforicamente, ovvio" mi incoraggiò lei con il sorriso sulle labbra.
"La scorsa settimana, quando ho fatto il turno di notte, ho preso l'ascensore, che si è fermato ad un piano sopra il primo: era molto strano, e ho notato che non era stato nemmeno ristrutturato, sai forse di cosa sto parlando? Qualche idea?"
La guardò sorpresa, con un espressione incerta sul bel viso.
"Perchè mi guardi così? Tu l'hai già visto?"
"No" rispose lei con lo stesso sguardo, " ma la ragazza che è morta ne parlava, prima ... prima di morire. Nessuno l'ha mai trovato"


Si ritrovò in quel luogo quando oramai aveva comiciato a rimuovere l'episodio. Era come lo ricordava, e questa volta non rimase sulla soglia, bensì uscì dall'ascensore.
Cominciò a guardarsi intorno, sentendosi strana, e avanzando cominciò a sentire una voce, una voce che cantava.

Alza un po' la voce,
prega un po' più forte,
altrimenti il Mostro
ti acchiapperà due volte

Voleva seguirla, ma questo le fece pensare a tutti i film horror che aveva già visto al cinema o in tv: cercare una voce portava direttamente alla morte del protagonista.
'Ma quanto sono egocentrica' riflettè ridacchiando, quando un sussurro la bloccò sul posto.
"Dietro di te, cara"
Si girò di scatto, e subito pensò che avrebbe voluto non voltarsi: di fronte a lei c'era sua madre, o almeno quello che restava di sua madre, uccisa dopo una rapina.
Cominciò ad urlare.


Il corpo di Penelope Ramonez venne trovato nel suo studio la mattina dopo: si era impiccata con una corda ad una trave. Emily Donnet comunicò agli agenti di polizia che il comportamento della ragazza era diventato sempre più scontroso ultimamente, anche se lei negava incessantemente, e parlò dei suoi atteggiamenti strani, come se, le venne in mente, fosse affetta da disturbo bipolare. Alcuni testimoni confermarono il fatto che durante quel turno di notte era uscita farneticando di strane presenze, di una madre e di insetti dovunque.
L'ascensore era rimasto pieno per più di due ore.
Nessuno trovò mai il misterioso piano.
Non esisteva.
O forse ....?


Note: perdonate questa schifezza. Mi piace l'horror, e quest'idea mi si era impiantata in testa ..... vabbè, fatemi sapere che ne pensate (anche se lo so già, e cercherò di evitare i vostri coltelli infuocati)
A presto
Baci



 
  
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