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Autore: DontMindMe    30/04/2013    7 recensioni
La prima volta pensava di morire.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tony Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta pensava di morire.
Si aggrappò alla sua armatura, ultima àncora di salvezza, chiedendo a Jarvis di controllare i suoi segni vitali. Il cuore batteva così forte da sembrare fermo, lo sentiva pulsare nelle tempie come un fruscio continuo. I muscoli irrigiditi, le estremità intorpidite, una morsa stretta alla gola che gli toglieva il fiato. Voleva vomitare e piangere allo stesso tempo, mentre un senso continuo di calamità imminente lo bloccava al suolo, schiacciato, inerme. Non poteva che abbandonarsi, abbandonarsi e basta, e sperare di morire in fretta perché quello era troppo: troppo dolore, troppa sofferenza.
Ma era sopravvissuto, era sopravvissuto anche a quello.
Tony Stark era impreparato, pensava che una cosa del genere non fosse un suo possibile problema. Gli attacchi di panico erano una leggenda metropolitana, per lui, ma forse era più debole di quanto credesse, ancora di più. Non era un eroe, non era che un uomo, riformato, brillante, certo, ma solo un uomo e come tutti aveva delle debolezze. Più di quante avrebbe voluto.
La seconda volta sapeva con cosa avesse a che fare, eppure non gli era servito a niente.
Non ci si abitua al panico, improvviso, repentino.
Respira profondamente. Inspira contando fino a quattro, espira contando fino a sette.
Tutte le ricerche su internet, tutti i rimedi improvvisati, non lo potevano salvare da qualcosa di del tutto irrazionale, del tutto indipendente, prepotente. Niente lo poteva salvare da sé stesso, dalla sua mente che voleva cannibalizzarlo. Aveva visto in faccia la morte sicura e qualcosa si era spezzato, rovinato, ormai. Doveva conviverci, era una nuova parte di sé, indesiderata, forse, ma sempre frutto di una mente iperattiva, persino quando voleva soggiogarlo.
E poi di nuovo dolore, di nuovo quella sensazione che lo schiacciava, riducendolo in un groviglio di paure e tremori, di terrore e confusione mentre si teneva strette al petto le ginocchia, seduto nella polvere, all’erta. Gli occhi sgranati verso qualcosa di vago e funesto, mentre il cuore voleva salirgli su per la gola.
Basta, basta, riusciva solo a pensare, aspettando che passasse, ancora una volta. Ancora una.
  
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