Era ormai passato il crepuscolo quando Kurogane uscì di casa
per andare a rifugiarsi in giardino. Si sedette contro un albero, sguardo
rivolto verso l’orizzonte tinto degli ultimi rimasugli di rosa del tramonto
mentre una brezza leggera cominciava ad alzarsi, scompigliandogli i corti
capelli color della pece.
Si passò una mano sulla faccia con fare irritato;
decisamente la polpettina bianca e lo stupido mago avevano deciso di mettere a
dura prova la sua pazienza quella sera. Tra tutti e due non avrebbe saputo dire
chi fosse il più fastidioso, probabilmente l’idiota, d’altronde era stato lui a
dare inizio a tutti i suoi problemi, fin dal loro primo incontro si era
impegnato nel trovare nuovi modo per storpiare il suo nome e innervosirlo.
Maledetto! Inoltre il ragazzino non gli era di nessun aiuto, rintanato nella
sua stanza a leggere libri sulla storia di quel nuovo mondo da ore, sapeva
ormai per esperienza che non sarebbe uscito da là dentro finché non li avesse
finiti tutti.
Sospirò. Come se non bastasse, si era ritrovato a
condividere la stanza col mago. Era anche per questo se adesso si trovava là fuori;
rimandava il momento di andare a letto e ritrovarsi così insieme a quell’essere
che non faceva altro che tormentarlo, tra i nomignoli che gli affibbiava e le
continue chiacchiere cui sottoponeva le sue orecchie lo avrebbe presto fatto
impazzire, portandolo a farlo a fettine con la propria spada.
<< Kurotan! Cosa fai qua tutto solo? >>
Ed eccolo lì, quel mago da strapazzo, come evocato dai suoi
pensieri era comparso per infastidirlo. Decise di intraprendere la via del
silenzio, ignorandolo. Inutile dire che la sua tattica non sortì alcun effetto,
ma se lo aspettava.
<< Kuroppi! >> Continuò Fay, cercando di
richiamare la sua attenzione.
<< Kuro-sama… se continui a non dire niente, mi sembra
di parlare da solo! Di’ qualcosa.
>>
A quella frase, Kurogane fu percorso da un brivido, quelle
parole e quella scena non gli erano affatto nuove.
Un flashback si fece largo nella sua mente…
Erano nella Tokyo distrutta. Sia la principessa sia il
ragazzo stavano dormendo e lui si trovava seduto contro il muro della stanza in
cui riposavano, mentre Fay controllava
le loro condizioni e stava
esprimendo le sue preoccupazioni riguardo lo stato di Shaoran.
<< Potrebbe avere la febbre… non ti sto impedendo di
dormire, vero Kuro-sama?>>
Kurogane rimase in silenzio, guadagnandosi l’attenzione
del mago.
<< uhm…se non dici nulla, è come parlare da solo!
>>
A quel punto il ninja rispose dando inizio ad una
discussione che venne poco dopo interrotta, lasciandola inconclusa…
<< Non credere sia finita qui, ne riparleremo
>> fece Kurogane alzandosi dal pavimento << te l’ho detto prima,
questo non ha niente a che fare con me >>
<< Si, lo so. Non essere preoccupato a causa mia
>> gli rispose Fay con un sorriso.
<< Non sono preoccupato del tuo passato >>
ribatté il moro spiazzandolo << dunque… smettila di giocare e pensa al
presente >> ed uscì dalla stanza, lasciando il biondo alle sue
riflessioni…
In effetti, pensò
Kurogane, la discussione invece era proprio finita lì, non ne avevano più
parlato in un secondo momento, forse non ce n’era neanche bisogno in fondo, la
verità era venuta allora scoperto, tuttavia…
Non poté seguire il filo
dei propri pensieri perché venne disturbato ancora una volta dallo stupido
biondino.
<< Kuro-riiiiin!
Rispondimi o potrei pensare che tu non mi voglia più >> disse ancora Fay,
cominciando anche a stuzzicargli la guancia con un dito, come era solito fare
quando non riceveva l’attenzione che desiderava e voleva infastidirlo.
Questo espediente infatti
funzionò. Se c’era una cosa che Kurogane proprio non sopportava era quando si
rivolgeva a lui giocando a essere una coppia, senza poi dimenticare il dito,
quel maledetto dito che gli pungolava il viso!
Stava per rispondergli in
malo modo, con l’intenzione di fargli male, magari anche ucciderlo, quando gli
tornarono in mente le riflessioni di poco prima… così si limitò a posare i suoi
occhi color rosso veneziano in quelli blu fiordaliso del compagno, scrutandolo.
Fay dal canto suo, rimase spiazzato. Si aspettava una reazione violenta, si
immaginava già di dover correre via e invece si ritrovava osservato da un
Kurogane taciturno. Che avesse qualche problema?
Sorrise << Yup! Che
cos’hai Kuro-papino? Moko-chan e Shaoran-kun iniziavano a preoccuparsi per te,
e se non dici nulla comincerò a preoccuparmi pure io. >>
Il silenzio che seguì
perdurò per qualche minuto mentre gli ultimi sprazzi di luce si spegnevano,
lasciando avanzare l’oscurità della sera. Poi, finalmente, Kurogane si decise a
romperlo mettendo fine alle sue riflessioni.
<< Stavo pensando…
>> bofonchiò
<< Oooh! A cosa? Di’
tutto alla tua mogliettina, sarò felice di ascoltarti! >> rispose
battendo le mani concitatamente.
L’altro si limitò a
lanciargli uno sguardo truce. Non si sarebbe certo lasciato ingannare dal suo
atteggiamento il cui unico scopo era di distrarlo.
A Fay non rimase che
desistere facendo sparire il sorriso dalle proprie labbra << Allora è
qualcosa di serio Kuro-tan… cosa c’è? >>
<< Mi stavo
chiedendo se tu sentissi ancora la necessità di nasconderti dietro quel falso
sorriso che propinavi a chiunque ti stesse intorno all’inizio del nostro
viaggio. >>
<< Eh? >> fece
il mago strabuzzando gli occhi e sbiancando leggermente << Io non sto
facendo nulla del gen… >>
<< Tsk! >>
sbottò Kurogane interrompendolo << Piantala di mentire, mi hai preso per
un imbecille? Idiota. >>
<< Ma kuro… >>
disse flebilmente abbassando gli occhi verso il terreno.
<< Nessun ma.
Pensavo avessi capito che il tuo passato non ha importanza per me, neanche per
gli altri. Puoi anche smettere di giocare alla persona felice, puoi anche non
sorridere quando non ti va e puoi smettere di tenere tutti a distanza. Ferisci
i due ragazzini così. >>
Fay alzò gli occhi per
posarli in quelli di Kuragane, un sorriso disegnato sulle labbra. L’altro però
vide che non era il solito sorriso eccessivo, questo era meno forzato, meno
marcato ed era più naturale. Il suo sguardo poi si soffermò sul viso del mago;
il vento gli scuoteva i ciuffi sfuggiti dal codino che era solito farsi da un
po’ facendo intravedere la sua espressione, meno tormentata e più serena e le
tenebre che dimoravano nei suoi occhi erano state dissipate da una luce che,
pian piano, aveva preso vita, giorno dopo giorno.
Era così preso
dall’esaminarlo, che quasi sussultò quando alle orecchie gli giunse la voce di
Fay.
<< Kuro-wanko non
deve preoccuparsi… Io sto bene, sono davvero felice con lui e i due bambini.
>> Il sorriso sul suo volto si ampliò mentre la sua faccia si faceva
sorniona e il suo indice destro finiva sul naso dell’altro << hyuuu!
Kuro-papino ama Fay-mammina! >>
Adesso Kurogane avrebbe
dovuto corrergli dietro sfoderando la katana, se non altro per quel fottuto
fischio terribilmente somigliante al sibilo di una pentola a pressione, quel maledetto
lo faceva di proposito quel verso! Tuttavia non se la sentiva di iniziare un
inseguimento, era stanco.
Quindi, sotto lo sguardo
perplesso di Fay, si alzò dal suolo << Tsk >> ghignò << Come
volevasi dimostrare, sei il classico idiota che non può essere lasciato solo.
>> e si diresse verso casa.
Il biondino guardò il moro
allontanarsi sorrise e disse << Non vorrai dire che
hai deciso di continuare questo viaggio anche a causa mia, Kuro-rin… >>, ma venne
interrotto dal ninja << mphf! Non voglio dire proprio niente. >>
che entrò poi in casa, seguito dallo sguardo del mago ammutolito e sorpreso.
Un’ora dopo, Fay diede la
buonanotte a Mokona e Shaoran per poi dirigersi verso la camera che condivideva
con Kurogane. Vi entrò e nella penombra lo vide disteso a letto, viso rivolto
verso il muro. Fece per mettersi a dormire pure lui quando notò che le coperte
del suo compagno di stanza erano buona parte riverse sul pavimento, indice che
si era agitato molto nel sonno. Ed era strano che lui si agitasse, solitamente
restava immobile sempre nella stessa posizione; probabilmente questo non era un buon segno. Si avvicinò a lui per
ricoprirlo e nel farlo gli sfiorò la pelle con la mano, percependo un calore
più elevato rispetto a quello corporeo normale. Purtroppo non poteva verificare
che avesse la febbre toccandogli la fronte o col sonno leggero che aveva lo
avrebbe svegliato. Dovette accontentarsi di osservarlo per qualche minuto
dubbioso per poi dirigersi verso il proprio letto, dove ripensò alla conversazione
avuta con Kurogane prima di cadere in un sonno privo di sogni, finalmente.
Ed eccomi
qua, con la prima fic che scrivo in questo fandom. Con mio sommo
dispiacere, ho scoperto questo manga pochi mesi fa T.T
Comunque, passando a parlare di cose serie, spero vi piaccia questo mio
tentativo di storia. Mi scuso se non è un granché, ma ho
dei problemi a creare dialoghi, in special modo con questi due
individui dalla personalità molto... compleassa e complicata,
ecco U.U
Inoltre l'ho pensata con un seguito, ma se vedo che proprio è ripugnante, penso mi limiterò a questo capitolo.
Spero vorrete farmi sapere i vostri giudizi!
Grazie ancora :)