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Autore: z34    19/11/2007    4 recensioni
Harry viene adottato da Sirius e cresce insieme al figlio dell'uomo, con Remus. Passano gli anni è diventa anche amico di Draco e Blaise...curiosi di sapere cosa accade in seguito? allora leggete^^
Genere: Generale, Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Angolo dell’autrice:

Innanzitutto vi prego di essere clementi: questa è la mia prima fan fiction su HP e la seconda in assoluto. Non sono una grande scrittrice e immancabilmente soffro di cali di autostima pazzeschi, per questo vi chiederei di recensire. Inoltre volevo avvertirvi che probabilmente diventerà col passare del tempo una Yaoi, perciò a chi non piace il genere sa a cosa va incontro… in effetti lo è già se si tiene conto di Remus e Sirius!

Va bè non so cosa altro dirvi se non che non ci saranno assolutamente spoiler di HP7 che non ho neppure letto e che terrò solo parzialmente conto di ciò che avviene in HP5.

Buona lettura!

P.S: Il titolo è provvisorio! E i capitoli probabilmente saranno più corti in seguito!

 

 

Capitolo 1 Visione.

 

 

Il treno sbuffava, impaziente di partire come due bambini, che sorridenti ascoltavano le parole di un uomo dai capelli neri e gli occhi azzurri, dall’aspetto distinto e nobile, anche se un po’ disordinato. Julian ed Harry avevano fantasticato per anni su quel giorno e d’ora non vedevano l’ora di poter partire finalmente. A Julian poco importavano le convinte raccomandazioni del padre, anche perché sapeva perfettamente che questo non si aspettava minimamente che loro le seguissero e che quindi le faceva solo per far felice Remus. Annuendo ogni tanto per dare almeno l’apparenza di essere attento, il bambino cercava con lo sguardo  i suoi due migliori amici: Draco e Blaise. Individuò grazie alla sua biondissima chioma, il primo ,ma non si azzardò neppure a salutarlo: era in compagnia del padre Lucius, il quale non lo vedeva molto di buon occhio . Di Blaise invece nessuna traccia. All’improvviso qualcuno gli coprì gli occhi azzurri con le mani chiedendo:-Chi sono, July?-

La risposta non presentava particolari problemi. L’unico al mondo che si azzardava a chiamarlo “July” era Blaise.

Voltandosi rivolse un enorme sorriso al bambino dietro di lui, i cui occhi blu lo fissavano divertiti tra alcuni ciuffi ribelli della frangia nera.

-Blay! Pensavamo ti fossi perso!- esclamò Julian, interrompendo le parole del padre.

-Ciao Blaise! Certo che se non arrivi in ritardo non sei tu, eh?- salutò Harry, rivolgendogli uno dei suoi splendidi sorrisi.

-Ciao Harry!Comunque le persone importanti arrivano sempre in ritardo… non ve l’ha mai detto nessuno?-ribattè Blaise – Comunque perché non siete con Draco?- Domandò notando solo in quel momento l’ assenza del bambino.

-E’ con mio zio…-fu la laconica risposta di Julian, confermata dall’annuire di Harry.

-Capisco… vorrà dire che ci riuniremo sul treno!Anzi sarà meglio sbrigarsi, altrimenti resteremo in piedi….-suggerì Blaise.

-Figurati! Un Black non resta mai in piedi! Se non c’è un posto libero lo libera da sé!-lo smentì Julian acquistando quell’aria di superiorità, che tanto si addiceva al cognome che portava, simbolo di generazioni di nobili maghi abituati ad avere qualunque cosa desiderassero e a sentirsi migliori degli altri.

-Julian! Lo dicevo io che mandarti in vacanza dai nonni non ti avrebbe fatto bene: già di tuo hai un ego smisurato, poi ci si mettono anche loro con queste storie… Ed ecco il risultato!- lo riprese Sirius, suo padre, con fare divertito: dopo tutto anche lui ai tempi della scuola ed alcune volte tutt’ora si era comportato come il figlio, e in fin dei conti non gli dispiaceva neppure poi tanto quel modo di fare, se Julian si fosse mantenuto entro alcuni limiti ben definiti.

-Si si… va bene… la smetto di fare lo snob! Contento?...Ora possiamo andare? Finito con le raccomandazioni di Remus?- chiese impaziente di cominciare quella nuova avventura il ragazzino, con uno sguardo da cucciolo implorante.

-Si potete andare, ma prima i saluti!-dicendo questo Sirius si abbassò abbracciando e scompigliando gli ordinatissimi capelli neri del figlio scoccandogli un bacio sula fronte, per poi ripetere la stessa operazione con Harry, che pur non essendo suo figlio nel senso stretto del termine, era ugualmente considerato tale dall’uomo.

-Fate i bravi! Non combinate troppi disastri o per lo meno non fatevi beccare…se non  per me almeno per Remus!-si raccomandò per l’ultima volta Sirius, sapendo perfettamente che quei due presi nel giorno giusto, cioè sempre, avrebbero fatto impallidire il ricordo delle malefatte dei Malandrini, mentre i ragazzini salivano sul treno.

-Va bene! Ciao papà!- lo salutarono in cori Harry e Julian, senza neppure voltarsi, trascinandosi dietro il povero Blaise, che ancora stava scambiando gli ultimi saluti con i genitori.

 

Da quel giorno erano passati quasi cinque anni e nel frattempo erano successe tantissime cose: la sera stessa, per cominciare, Julian ed Harry erano stati smistati in due case diverse, Serpeverde per il primo, Grifondoro per il secondo. Inizialmente era stato duro: non solo perché le due case si odiavano, ma anche perché i due bambini erano abituati fin dalla più tenera età a passare insieme 24 ore al giorno. Però alla fine l’avevano preso, aiutati da Blaise e Draco, anche loro smistati a Serpeverde, come un modo per essere in costante competizione ed avere un utile scusa per le loro passeggiate notturne. Inoltre Harry aveva dovuto affrontare varie volte Voldermort, il mago oscuro che aveva ucciso i suoi genitori e gettato nel terrore il mondo magico e non fino alla sua prima sconfitta per mano di un Harry ancora in fasce, riuscendo a cavarsela sempre in qualche modo grazie all’aiuto di Julian. I due ragazzi si erano rivelati i più ammirati della scuola, come Draco e Blaise, un po’ per la loro intelligenza( avevano i voti più alti di tutti gli studenti del loro anno, senza apparentemente applicarsi troppo nello studio), un po’ per la loro abilità nel Quidditch ( le loro partite lasciavano spesso con il fiato sospeso sino all’ultimo secondo di gioco  per le acrobazie che compievano in groppa alla scope) e infine per la loro considerevole bellezza. Pochi riuscivano a resistere al fascino del bello, impossibile e profondamente bastardo di Julian o a quella tenerezza da cucciolo, mista all’innocenza e all’ingenuità che emanava Harry,  il tutto condito da due splendidi occhi verdi, che sembravano trapassarti l’anima, e da un fisico praticamente perfetto. Però a interrompere questa specie di pace, esclusi gli annuali incontri con Voldermort o suoi sottoposti, alla fine del loro quarto anno era successa una cosa che pochi avrebbero voluto vivere: Voldermort era risorto e la guerra era ricominciata, facendo piombare nel panico il mondo magico, che invece di prepararsi a combattere per la libertà, cercava di negare l’accaduto, facendo di Harry, che si sforzava di far valere la verità, un pazzo visionario desideroso solo di fama.

Non tutti , però, fortunatamente cercavano di ignorare verità, che si mostrava sempre più palese agli occhi di tutti con il passare dei giorni. Silente, il preside di Hogwarts e ritenuto dall’opinione pubblica il più potente stregone in vita, infatti aveva rifondato l’Ordine della Fenice: un gruppo di maghi che si opponeva attivamente a Voldermort e ai suoi sotto posti, i Mangiamorte. Di questi inizialmente facevano parte anche i genitori di Draco, quelli di Blaise e anche quelli di Pansy, una loro vecchia amica, ma poi si erano uniti all’Ordine lavorando come spie al servizio di Silente. Però fare il doppiogioco era pericoloso se si parlava di ingannare Voldermort,abilissimo Legimens tra l’altro, quindi per la loro sicurezza avevano fatto trasferire i figli dai rispettivi Manor alla sede dell’Ordine, casa Black, obbligandoli a una sofferta convivenza con alcuni loro compagni di scuola, amici di Harry, ma nemici dichiarati dei quattro Serpeverde: Ron Weasley e famiglia più Hermione Granger, una petulante mezzosangue so tutto io.

Svegliandosi,  Julian gustò il temporaneo silenzio di casa sua, che presto sarebbe stato rotto dalle irritanti voci di coloro, che l’avevano invasa e dai continui litigi. Fosse stato per lui i Weasley avrebbero anche potuto rimanere a casa loro, ma sapeva benissimo che così facendo sarebbero stati condannati a morte, perché privi di una qualsivoglia protezione, che invece Casa Black, come il Manor fornivano pienamente. Emergendo lentamente dal modo dei sogni, si accorse che ogni suo movimento con la parte destra del corpo gli era negato, ma non sapeva spiegarsene il motivo. Azzardandosi a sollevare di poco le palpebre, il suo sguardo incontrò una massa disordinata di capelli neri: Harry. Ma quando era entrato nel letto? Non che gli dispiacesse più di tanto: se poteva essere in qualche modo utile al suo fratellino, era ben felice di offrirsi e sapeva perfettamente, che l’unico rimedio contro gli incubi, che dalla fine della scuola lo tormentavano era o dormire con qualcuno, quasi sempre lui, o una bella  pozione soporifera, che a differenza del primo metodo creava dipendenza e a lungo andare causava altri danni ben più gravi degli incubi. Ormai completamente sveglio Julian cercò di districarsi dalla presa di Harry, senza svegliarlo, per poter così andare a lavarsi, vestirsi e scendere in cucina, sicuro di trovarci Remus. Dopo alcuni minuti di tentativi pressoché inutili, Harry si mosse di sua spontanea volontà, lasciando libero Julian, che si sbrigò a scendere dal letto, fiondandosi in bagno. Mezz’ora più tardi fece il suo ingresso in cucina, vestito con una maglietta nera a maniche corte aderente al punto giusto, dei jeans dello stesso colore a vita bassa, stracciati in alcuni punti strategici, i capelli di solito perfettamente pettinati quella mattina erano stati scientificamente spettinati, in modo che alcune ciocche gli cadessero ribelli sui magnetici occhi azzurri, il tutto con l’unico scopo di esaltare il suo fascino tenebroso, così tipico degli esponenti maschi della sua famiglia, e poter in quella maniera tranquillamente torturare la Granger e la Weasley. Si divertiva un mondo a vedere come cercavano di nascondere gli sguardi sognanti che gli indirizzavano e come arrossivano se le fissava con un po’ troppa insistenza o se per puro caso le sfiorava passando per i corridoi o quando puntualmente chiedeva il sale e altro. Ma ciò che più di tutto premiava il suo impegno era lo sguardo furente i Ron: da anni sbavava dietro la mezzosangue, però non trovava il coraggio per confessarsi o chiederle di uscire insieme.

-Non ti sembra di esagerare un po’ Julian? Così non è giusto povero Ron!-lo accolse Remus, con un espressione di rimprovero, che vene subito sostituita da un dolce sorriso: più passava il tempo più quel ragazzo somigliava al padre, il suo Sirius.

-‘Giorno papà!-lo salutò il moro rispondendo al sorriso: anche se Remus in realtà non era suo padre, era il compagno di Sirius, da quando questo, appena dopo la nascita di Julian, si era lasciato con la moglie, che aveva dovuto sposare per imposizione dei genitori e per non fare estinguere la stirpe dei Black, quindi il ragazzo lo considerava effettivamente tale, perché aveva vissuto con lui fin da quando aveva pochi mesi-  Comunque è lui che se la cerca!- aggiunse con un sogghigno furbo.

-In ogni caso dovresti smetterla, Ju-Ju. Comunque cosa vuoi mangiare?-

-Pane, Nutella e succo d’arancia, grazie!-

-Sei ripetitivo, Black!-A quanto pareva quel giorno Weasley aveva deciso di cominciar male la giornata fin dalla colazione, ma sfoggiando la sua aria di superiorità Julian fece finta di non averlo neppure sentito,e senza degnarlo di uno sguardo continuò a parlare tranquillamente con Remus e a gustarsi il suo pane con triplo strato di Nutella.

-Buongiorno a tutti! Julian stai benissimo!- Pansy entrò dopo qualche momento e si chinò sulla guancia del moro per schioccargli un bacio, prima di prendere a sua volta posto al tavolo.

-‘Giorno! Anche tu sei bellissima come sempre!-Quello era diventato una specie di rito per i due Serpeverde, che fin dal secondo giorno di scuola controllavano a vicenda l’ordine del compagno. Per la cronaca, la ragazza indossava una mini bianca con un top azzurro, che facevano risaltare la sua leggera abbronzatura, ricordo delle due settimane passate in Egitto, attirando irrimediabilmente lo sguardo di ogni esponete maschile della casa. Anche lei,naturalmente come il compagno evitò accuratamente ogni contatto visivo con il Weasley.

- Harry dov’è? Di solito quando scendo io è già sveglio…-chiese Pansy incuriosita dall’assenza dell’amico.

-Certo se non dormi la notte è difficile non essere svegli la mattina…comunque ora dorme miracolosamente, quindi il primo che si azzarderà a fare il minimo rumore, proverà le gioie della Cruciatus!- le rispose Julian, rivolto soprattutto a Ron, che sbiancò leggermente.

-Julian Orion Black!-Cattivo segno se Remus usava il suo nome completo: sopranome era una falsa predica, nome era una predica vera ma non ci teneva più di tanto, nome e cognome predica vera che andava presa come tale e infine nome secondo nome e cognome era infuriato!

-Scherzavo! Scherzavo! Non farei mai una cosa simile…era solo per far capire che nessuno doveva disturbarlo…poverino già dorme poco se noi ci mettiamo anche a far rumore è finita! Rischia un esaurimento nervoso,no?-Julian cercò di correre ai ripari prima che fosse troppo tardi e si giocasse definitivamente l’uscita programmata per quel pomeriggio. Remus lo fisso per alcuni istanti con fare indagatore, poi riprese a sorridere convinto della buona fede del figlio.

-Va bene, ho capito ma non farlo più! Siamo d’accordo?- domandò in tono di rimprovero.

-In cosa dovrebbe essere d’accordo, amore?-si intromise Sirius appena entrato in cucina, avvicinandosi a Remus per dargli il bacio del buongiorno, attirandosi uno sguardo di puro disgusto dalla signora Weasley, che era dietro di lui e dal figlio di lei.

Ecco un’altra cosa che Julian odiava in quei tizzi: ma come si permettevano di giudicare male i suoi genitori? Che male c’era se erano due uomini? L’ importante non era forse che si amavano? Per i Weasley, no. Loro, e con loro Julian intendeva Molly,  pensavano che fosse scandaloso che due uomini stessero insieme e che oltre tutto non si premurassero neppure di tener nascosta la cosa, turbando con le loro effusioni pubbliche le giovani e impressionabili menti dei due bambini che gli erano stati affidati, altra cosa incredibile: come avevano mai potuto affidare a due come loro dei bambini?Maschi tutti e due per di più! Ma cosa pensava che Remus e Sirius molestassero lui o Harry?

Naturalmente la donna non ne parlava apertamente, ma Julian l’aveva sentita parlarne col marito una notte, che era sceso tardi in cucina per preparare un the ad Harry, dopo che si il ragazzo era svegliato sconvolto da uno dei soliti incubi. Quando aveva sentito quelle dispregiative parole pronunciate contro  due delle persone che amava di più al mondo era stato preso da una rabbia tale che aveva fatto esplodere accidentalmente tutti gli oggetti di vetro della casa, svegliando ogni abitante ed interrompendo il discorso di Molly. Fortunatamente nessuno aveva ricollegato l’esplosione a lui, anche se Remus che lo aveva visto salire  le scale con le lacrime agli occhi aveva intuito qualcosa, ma conoscendo bene il ragazzo aveva preferito non indagare oltre pensando che al momento giusto sarebbe andati di sua volontà a sfogarsi con lui, come sempre. Fatto sta che dal quella notte gli atti di affetto di Julian verso i genitori erano aumentati esponenzialmente, così come quelli di disturbo verso i Weasley.

-Buongiorno!-esclamò la signora Weasley con una nota dispregiativa e disgustata nella voce, che notò solo Julian.

-Buongiorno Molly cara!-la salutò cordiale come sempre il mannaro, staccatosi dal bacio dell’amante- Vedi Sirius, Julian ha minacciato di usare una maledizione senza perdono contro chiunque osi svegliare Harry, ma abbiamo convenuto insieme che in futuro non lo farà più, vero?-spiegò poi all’uomo che  aveva incrociato le braccia sulla sua pancia,  posandogli il mento sulla spalla.

-Certamente papà!-concordò Julian con un enorme sorriso.

-E perché? Ha ragione, Remus! Harry ha bisogno di riposo!- lo contraddisse  Sirius con uno sguardo stupito, scatenando una risata mal repressa in Pansy e Julian, ma attirandosi un’occhiataccia scandalizzata da parte di Remus e Molly .

- Sirius, se un giorno lo andrai a ripescare ad Azkaban non dire che non ti avevo avvertito! Non puoi dirgli di usare le maledizioni senza perdono!-mormorò Remus sconsolato: il suo amore era proprio senza speranze!

Il resto della colazione si svolse senza altri intoppi, tranne quando i gemelli Weasley vollero mostrare a tutta la combriccola il loro nuovo scherzo, che avevano creato con l’aiuto di Julian, visto che era l’unico in tutta la casa che capisse qualcosa di pozioni e fosse anche disposto a dare una mano. Lo scherzo in pratica trasformava chiunque lo mangiasse in un piccolo maiale e tale rimaneva per almeno sei ore, quel giorno toccò guarda caso a Ron suscitando nei quattro Serpeverdi presenti un ghigno soddisfatto: avevano fatto le foto!

-Ora ci toccherà chiedere a Piton di rimediare!-esclamo con le lacrime agli occhi per lo sforzo di non scoppiare a ridere Sirius.

-Grazie per la considerazione papà!- ribatté piccato Julian.

-Non è che non ti considero è che ho paura che tu lo avveleni, figlio mio adorato.-lo rassicurò l’uomo con uno sguardo complice.

-Giusto non ci avevo pensato...-dicendo questo il ragazzo fece per alzarsi, perché aveva ormai finito da un pezzo di fare colazione, ma mentre compiva l’azione la stanza davanti ai suoi occhi svanì sostituita da una radura immersa nel buio.  La radura era deserta tranne che per due ragazzi che parlavano animatamente.  Julian li conosceva bene erano lui e Harry …ma perché stavano litigando?E non uno dei loro normale litigio, sembrava diverso … sembrava serio! Più il tempo passava più i toni si facevano accesi e dalle semplici parole si passò agli incantesimi… era uno scontro reale: i due ragazzi colpivano per fare del male! Gli alberi colpiti cominciarono a prendere fuoco e tutto fu illuminata da una luce cupa, foriera di messaggi. All’improvviso dalla bacchetta del Julian della radura partì una luce verde: l’Avada Kedavra! L’incantesimo colpì Harry in pieno petto, uccidendolo. Un ghigno maligno apparve sul volto dell’altro ragazzo, che poi si smaterializzò con una perfida risata…infine tutto svanì, lasciando Julian con un’orribile sensazione a pesare sul cuore.

-Julian caro devo avvertirti che sei davvero poco elegante quando rimani a fissare il vuoto. Dovresti veramente imparare a controllare le tue doti veggenti!- Pansy abituata alle visioni dell’amico non ci faceva più molto caso, e le prendeva semplicemente come occasioni per prenderlo in giro. Questa volta però si accorse che nel ragazzo qualcosa non andava, quindi chiese -Julian tutto bene? Sembri sconvolto!-

La mente del ragazzo registro l’accaduto: sembrava sconvolto?  Lui era sconvolto! Avrebbe ucciso suo fratello, come doveva sentirsi? Allegro e felice? Fortunatamente la freddezza,che gli derivava da anni di esperienza suoi e dei suoi avi, entrò immediatamente in funzione permettendogli di fingere che non fosse accaduto nulla di grave.

-Nulla di che Pansy, solo il regalo che mi farà mio zio Fester: semplicemente orribile! Dovrò chiedergli qualcosa di specifico…- Sapeva che chi lo conosceva non si sarebbe bevuto quella bugia da quattro soldi ma gli altri sì, inoltre come precauzione aggiuntiva aveva innalzato delle barriere attorno alla sua mente: Draco e Blaise erano ottimi Legimens!

Per evitare altre domande si alzò in tutta fretta dal tavolo e salendo di corsa le scale si rifugiò in camera sua, dove Harry ancora dormiva.

-Perché?...Perché farò una cosa simile?-sussurò solamente affranto osservando il viso sereno di Harry.

  
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