Angolo
dell’autrice:
Innanzitutto
vi prego di essere clementi: questa è la mia prima fan
fiction su HP e la
seconda in assoluto. Non sono una grande scrittrice e immancabilmente
soffro di
cali di autostima pazzeschi, per questo vi chiederei di recensire.
Inoltre
volevo avvertirvi che probabilmente diventerà col passare
del tempo una Yaoi,
perciò a chi non piace il genere sa a cosa va
incontro… in effetti lo è già se
si tiene conto di Remus e Sirius!
Va
bè non so cosa altro dirvi se non che non
ci saranno assolutamente spoiler
di HP7 che non ho neppure letto e che terrò solo
parzialmente conto di ciò che
avviene in HP5.
Buona
lettura!
P.S:
Il titolo è provvisorio! E i capitoli probabilmente saranno
più corti in
seguito!
Capitolo
1 Visione.
Il
treno sbuffava, impaziente di partire come due bambini, che sorridenti
ascoltavano le parole di un uomo dai capelli neri e gli occhi azzurri,
dall’aspetto distinto e nobile, anche se un po’
disordinato. Julian ed Harry
avevano fantasticato per anni su quel giorno e d’ora non
vedevano l’ora di
poter partire finalmente. A Julian poco importavano le convinte
raccomandazioni
del padre, anche perché sapeva perfettamente che questo non
si aspettava
minimamente che loro le seguissero e che quindi le faceva solo per far
felice
Remus. Annuendo ogni tanto per dare almeno l’apparenza di
essere attento, il
bambino cercava con lo sguardo i
suoi
due migliori amici: Draco e Blaise. Individuò grazie alla
sua biondissima
chioma, il primo ,ma non si azzardò neppure a salutarlo: era
in compagnia del
padre Lucius, il quale non lo vedeva molto di buon occhio . Di Blaise
invece
nessuna traccia. All’improvviso qualcuno gli coprì
gli occhi azzurri con le
mani chiedendo:-Chi sono, July?-
La
risposta non presentava particolari problemi. L’unico al
mondo che si azzardava
a chiamarlo “July” era Blaise.
Voltandosi
rivolse un enorme sorriso al bambino dietro di lui, i cui occhi blu lo
fissavano divertiti tra alcuni ciuffi ribelli della frangia nera.
-Blay!
Pensavamo ti fossi perso!- esclamò Julian, interrompendo le
parole del padre.
-Ciao
Blaise! Certo che se non arrivi in ritardo non sei tu, eh?-
salutò Harry,
rivolgendogli uno dei suoi splendidi sorrisi.
-Ciao
Harry!Comunque le persone importanti arrivano sempre in
ritardo… non ve l’ha
mai detto nessuno?-ribattè Blaise – Comunque
perché non siete con Draco?-
Domandò notando solo in quel momento l’ assenza
del bambino.
-E’
con mio zio…-fu la laconica risposta di Julian, confermata
dall’annuire di
Harry.
-Capisco…
vorrà dire che ci riuniremo sul treno!Anzi sarà
meglio sbrigarsi, altrimenti
resteremo in piedi….-suggerì Blaise.
-Figurati!
Un Black non resta mai in piedi! Se non c’è un
posto libero lo libera da sé!-lo
smentì Julian acquistando quell’aria di
superiorità, che tanto si addiceva al
cognome che portava, simbolo di generazioni di nobili maghi abituati ad
avere
qualunque cosa desiderassero e a sentirsi migliori degli altri.
-Julian!
Lo dicevo io che mandarti in vacanza dai nonni non ti avrebbe fatto
bene: già
di tuo hai un ego smisurato, poi ci si mettono anche loro con queste
storie… Ed
ecco il risultato!- lo riprese Sirius, suo padre, con fare divertito:
dopo
tutto anche lui ai tempi della scuola ed alcune volte
tutt’ora si era
comportato come il figlio, e in fin dei conti non gli dispiaceva
neppure poi
tanto quel modo di fare, se Julian si fosse mantenuto entro alcuni
limiti ben
definiti.
-Si
si… va bene… la smetto di fare lo snob!
Contento?...Ora possiamo andare? Finito
con le raccomandazioni di Remus?- chiese impaziente di cominciare
quella nuova
avventura il ragazzino, con uno sguardo da cucciolo implorante.
-Si
potete andare, ma prima i saluti!-dicendo questo Sirius si
abbassò abbracciando
e scompigliando gli ordinatissimi capelli neri del figlio scoccandogli
un bacio
sula fronte, per poi ripetere la stessa operazione con Harry, che pur
non
essendo suo figlio nel senso stretto del termine, era ugualmente
considerato
tale dall’uomo.
-Fate
i bravi! Non combinate troppi disastri o per lo meno non fatevi
beccare…se non per
me almeno per Remus!-si raccomandò per
l’ultima volta Sirius, sapendo perfettamente che quei due
presi nel giorno
giusto, cioè sempre, avrebbero fatto impallidire il ricordo
delle malefatte dei
Malandrini, mentre i ragazzini salivano sul treno.
-Va
bene! Ciao papà!- lo salutarono in cori Harry e Julian,
senza neppure voltarsi,
trascinandosi dietro il povero Blaise, che ancora stava scambiando gli
ultimi
saluti con i genitori.
Da
quel giorno erano passati quasi cinque anni e nel frattempo erano
successe
tantissime cose: la sera stessa, per cominciare, Julian ed Harry erano
stati
smistati in due case diverse, Serpeverde per il primo, Grifondoro per
il
secondo. Inizialmente era stato duro: non solo perché le due
case si odiavano,
ma anche perché i due bambini erano abituati fin dalla
più tenera età a passare
insieme 24 ore al giorno. Però alla fine l’avevano
preso, aiutati da Blaise e
Draco, anche loro smistati a Serpeverde, come un modo per essere in
costante
competizione ed avere un utile scusa per le loro passeggiate notturne.
Inoltre
Harry aveva dovuto affrontare varie volte Voldermort, il mago oscuro
che aveva ucciso
i suoi genitori e gettato nel terrore il mondo magico e non fino alla
sua prima
sconfitta per mano di un Harry ancora in fasce, riuscendo a cavarsela
sempre in
qualche modo grazie all’aiuto di Julian. I due ragazzi si
erano rivelati i più
ammirati della scuola, come Draco e Blaise, un po’ per la
loro intelligenza(
avevano i voti più alti di tutti gli studenti del loro anno,
senza
apparentemente applicarsi troppo nello studio), un po’ per la
loro abilità nel
Quidditch ( le loro partite lasciavano spesso con il fiato sospeso sino
all’ultimo secondo di gioco per
le
acrobazie che compievano in groppa alla scope) e infine per la loro
considerevole bellezza. Pochi riuscivano a resistere al fascino del
bello,
impossibile e profondamente bastardo di Julian o a quella tenerezza da
cucciolo, mista all’innocenza e
all’ingenuità che emanava Harry, il
tutto condito da due splendidi occhi verdi,
che sembravano trapassarti l’anima, e da un fisico
praticamente perfetto. Però
a interrompere questa specie di pace, esclusi gli annuali incontri con
Voldermort o suoi sottoposti, alla fine del loro quarto anno era
successa una
cosa che pochi avrebbero voluto vivere: Voldermort era risorto e la
guerra era
ricominciata, facendo piombare nel panico il mondo magico, che invece
di
prepararsi a combattere per la libertà, cercava di negare
l’accaduto, facendo
di Harry, che si sforzava di far valere la verità, un pazzo
visionario
desideroso solo di fama.
Non
tutti , però, fortunatamente cercavano di ignorare
verità, che si mostrava
sempre più palese agli occhi di tutti con il passare dei
giorni. Silente, il
preside di Hogwarts e ritenuto dall’opinione pubblica il
più potente stregone
in vita, infatti aveva rifondato l’Ordine della Fenice: un
gruppo di maghi che
si opponeva attivamente a Voldermort e ai suoi sotto posti, i
Mangiamorte. Di
questi inizialmente facevano parte anche i genitori di Draco, quelli di
Blaise
e anche quelli di Pansy, una loro vecchia amica, ma poi si erano uniti
all’Ordine
lavorando come spie al servizio di Silente. Però fare il
doppiogioco era
pericoloso se si parlava di ingannare Voldermort,abilissimo Legimens
tra
l’altro, quindi per la loro sicurezza avevano fatto
trasferire i figli dai
rispettivi Manor alla sede dell’Ordine, casa Black,
obbligandoli a una sofferta
convivenza con alcuni loro compagni di scuola, amici di Harry, ma
nemici
dichiarati dei quattro Serpeverde: Ron Weasley e famiglia
più Hermione Granger,
una petulante mezzosangue so tutto io.
Svegliandosi,
Julian
gustò il temporaneo silenzio di
casa sua, che presto sarebbe stato rotto dalle irritanti voci di
coloro, che
l’avevano invasa e dai continui litigi. Fosse stato per lui i
Weasley avrebbero
anche potuto rimanere a casa loro, ma sapeva benissimo che
così facendo
sarebbero stati condannati a morte, perché privi di una
qualsivoglia
protezione, che invece Casa Black, come il Manor fornivano pienamente.
Emergendo
lentamente dal modo dei sogni, si accorse che ogni suo movimento con la
parte
destra del corpo gli era negato, ma non sapeva spiegarsene il motivo.
Azzardandosi a sollevare di poco le palpebre, il suo sguardo
incontrò una massa
disordinata di capelli neri: Harry. Ma quando era entrato nel letto?
Non che
gli dispiacesse più di tanto: se poteva essere in qualche
modo utile al suo
fratellino, era ben felice di offrirsi e sapeva perfettamente, che
l’unico
rimedio contro gli incubi, che dalla fine della scuola lo tormentavano
era o dormire
con qualcuno, quasi sempre lui, o una bella pozione
soporifera, che a differenza del primo
metodo creava dipendenza e a lungo andare causava altri danni ben
più gravi
degli incubi. Ormai completamente sveglio Julian cercò di
districarsi dalla
presa di Harry, senza svegliarlo, per poter così andare a
lavarsi, vestirsi e
scendere in cucina, sicuro di trovarci Remus. Dopo alcuni minuti di
tentativi
pressoché inutili, Harry si mosse di sua spontanea
volontà, lasciando libero
Julian, che si sbrigò a scendere dal letto, fiondandosi in
bagno. Mezz’ora più
tardi fece il suo ingresso in cucina, vestito con una maglietta nera a
maniche
corte aderente al punto giusto, dei jeans dello stesso colore a vita
bassa,
stracciati in alcuni punti strategici, i capelli di solito
perfettamente
pettinati quella mattina erano stati scientificamente spettinati, in
modo che
alcune ciocche gli cadessero ribelli sui magnetici occhi azzurri, il
tutto con
l’unico scopo di esaltare il suo fascino tenebroso,
così tipico degli esponenti
maschi della sua famiglia, e poter in quella maniera tranquillamente
torturare
la Granger e la Weasley. Si divertiva un mondo a vedere come cercavano
di
nascondere gli sguardi sognanti che gli indirizzavano e come
arrossivano se le
fissava con un po’ troppa insistenza o se per puro caso le
sfiorava passando
per i corridoi o quando puntualmente chiedeva il sale e altro. Ma
ciò che più
di tutto premiava il suo impegno era lo sguardo furente i Ron: da anni
sbavava
dietro la mezzosangue, però non trovava il coraggio per
confessarsi o chiederle
di uscire insieme.
-Non
ti sembra di esagerare un po’ Julian? Così non
è giusto povero Ron!-lo accolse
Remus, con un espressione di rimprovero, che vene subito sostituita da
un dolce
sorriso: più passava il tempo più quel ragazzo
somigliava al padre, il suo
Sirius.
-‘Giorno
papà!-lo salutò il moro rispondendo al sorriso:
anche se Remus in realtà non
era suo padre, era il compagno di Sirius, da quando questo, appena dopo
la
nascita di Julian, si era lasciato con la moglie, che aveva dovuto
sposare per
imposizione dei genitori e per non fare estinguere la stirpe dei Black,
quindi
il ragazzo lo considerava effettivamente tale, perché aveva
vissuto con lui fin
da quando aveva pochi mesi- Comunque
è
lui che se la cerca!- aggiunse con un sogghigno furbo.
-In
ogni caso dovresti smetterla, Ju-Ju. Comunque cosa vuoi mangiare?-
-Pane,
Nutella e succo d’arancia, grazie!-
-Sei
ripetitivo, Black!-A quanto pareva quel giorno Weasley aveva deciso di
cominciar male la giornata fin dalla colazione, ma sfoggiando la sua
aria di
superiorità Julian fece finta di non averlo neppure
sentito,e senza degnarlo di
uno sguardo continuò a parlare tranquillamente con Remus e a
gustarsi il suo
pane con triplo strato di Nutella.
-Buongiorno
a tutti! Julian stai benissimo!- Pansy entrò dopo qualche
momento e si chinò
sulla guancia del moro per schioccargli un bacio, prima di prendere a
sua volta
posto al tavolo.
-‘Giorno!
Anche tu sei bellissima come sempre!-Quello era diventato una specie di
rito
per i due Serpeverde, che fin dal secondo giorno di scuola
controllavano a
vicenda l’ordine del compagno. Per la cronaca, la ragazza
indossava una mini
bianca con un top azzurro, che facevano risaltare la sua leggera
abbronzatura,
ricordo delle due settimane passate in Egitto, attirando
irrimediabilmente lo
sguardo di ogni esponete maschile della casa. Anche lei,naturalmente
come il
compagno evitò accuratamente ogni contatto visivo con il
Weasley.
-
Harry dov’è? Di solito quando scendo io
è già sveglio…-chiese Pansy
incuriosita
dall’assenza dell’amico.
-Certo
se non dormi la notte è difficile non essere svegli la
mattina…comunque ora
dorme miracolosamente, quindi il primo che si azzarderà a
fare il minimo
rumore, proverà le gioie della Cruciatus!- le rispose
Julian, rivolto
soprattutto a Ron, che sbiancò leggermente.
-Julian
Orion Black!-Cattivo segno se Remus usava il suo nome completo:
sopranome era
una falsa predica, nome era una predica vera ma non ci teneva
più di tanto,
nome e cognome predica vera che andava presa come tale e infine nome
secondo
nome e cognome era infuriato!
-Scherzavo!
Scherzavo! Non farei mai una cosa simile…era solo per far
capire che nessuno
doveva disturbarlo…poverino già dorme poco se noi
ci mettiamo anche a far
rumore è finita! Rischia un esaurimento nervoso,no?-Julian
cercò di correre ai
ripari prima che fosse troppo tardi e si giocasse definitivamente
l’uscita
programmata per quel pomeriggio. Remus lo fisso per alcuni istanti con
fare
indagatore, poi riprese a sorridere convinto della buona fede del
figlio.
-Va
bene, ho capito ma non farlo più! Siamo
d’accordo?- domandò in tono di
rimprovero.
-In
cosa dovrebbe essere d’accordo, amore?-si intromise Sirius
appena entrato in
cucina, avvicinandosi a Remus per dargli il bacio del buongiorno,
attirandosi
uno sguardo di puro disgusto dalla signora Weasley, che era dietro di
lui e dal
figlio di lei.
Ecco
un’altra cosa che Julian odiava in quei tizzi: ma come si
permettevano di
giudicare male i suoi genitori? Che male c’era se erano due
uomini? L’
importante non era forse che si amavano? Per i Weasley, no. Loro, e con
loro
Julian intendeva Molly, pensavano
che
fosse scandaloso che due uomini stessero insieme e che oltre tutto non
si
premurassero neppure di tener nascosta la cosa, turbando con le loro
effusioni
pubbliche le giovani e impressionabili menti dei due bambini che gli
erano
stati affidati, altra cosa incredibile: come avevano mai potuto
affidare a due
come loro dei bambini?Maschi tutti e due per di più! Ma cosa
pensava che Remus
e Sirius molestassero lui o Harry?
Naturalmente
la donna non ne parlava apertamente, ma Julian l’aveva
sentita parlarne col
marito una notte, che era sceso tardi in cucina per preparare un the ad
Harry,
dopo che si il ragazzo era svegliato sconvolto da uno dei soliti
incubi. Quando
aveva sentito quelle dispregiative parole pronunciate contro due delle persone che
amava di più al mondo
era stato preso da una rabbia tale che aveva fatto esplodere
accidentalmente
tutti gli oggetti di vetro della casa, svegliando ogni abitante ed
interrompendo il discorso di Molly. Fortunatamente nessuno aveva
ricollegato
l’esplosione a lui, anche se Remus che lo aveva visto salire le scale con le lacrime agli
occhi aveva
intuito qualcosa, ma conoscendo bene il ragazzo aveva preferito non
indagare
oltre pensando che al momento giusto sarebbe andati di sua
volontà a sfogarsi
con lui, come sempre. Fatto sta che dal quella notte gli atti di
affetto di
Julian verso i genitori erano aumentati esponenzialmente,
così come quelli di
disturbo verso i Weasley.
-Buongiorno!-esclamò
la signora Weasley con una nota dispregiativa e disgustata nella voce,
che notò
solo Julian.
-Buongiorno
Molly cara!-la salutò cordiale come sempre il mannaro,
staccatosi dal bacio
dell’amante- Vedi Sirius, Julian ha minacciato di usare una
maledizione senza
perdono contro chiunque osi svegliare Harry, ma abbiamo convenuto
insieme che
in futuro non lo farà più,
vero?-spiegò poi all’uomo che
aveva incrociato le braccia sulla sua pancia,
posandogli il mento
sulla spalla.
-Certamente
papà!-concordò Julian con un enorme sorriso.
-E
perché? Ha ragione, Remus! Harry ha bisogno di riposo!- lo
contraddisse Sirius
con uno sguardo stupito, scatenando una
risata mal repressa in Pansy e Julian, ma attirandosi
un’occhiataccia
scandalizzata da parte di Remus e Molly .
-
Sirius,
se un giorno lo andrai a ripescare ad Azkaban non dire che non ti avevo
avvertito! Non puoi dirgli di usare le maledizioni senza
perdono!-mormorò Remus
sconsolato: il suo amore era proprio senza speranze!
Il
resto della colazione si svolse senza altri intoppi, tranne quando i
gemelli
Weasley vollero mostrare a tutta la combriccola il loro nuovo scherzo,
che
avevano creato con l’aiuto di Julian, visto che era
l’unico in tutta la casa
che capisse qualcosa di pozioni e fosse anche disposto a dare una mano.
Lo
scherzo in pratica trasformava chiunque lo mangiasse in un piccolo
maiale e
tale rimaneva per almeno sei ore, quel giorno toccò guarda
caso a Ron
suscitando nei quattro Serpeverdi presenti un ghigno soddisfatto:
avevano fatto
le foto!
-Ora
ci toccherà chiedere a Piton di rimediare!-esclamo con le
lacrime agli occhi
per lo sforzo di non scoppiare a ridere Sirius.
-Grazie
per la considerazione papà!- ribatté piccato
Julian.
-Non
è che non ti considero è che ho paura che tu lo
avveleni, figlio mio adorato.-lo
rassicurò l’uomo con uno sguardo complice.
-Giusto
non ci avevo pensato...-dicendo questo il ragazzo fece per alzarsi,
perché
aveva ormai finito da un pezzo di fare colazione, ma mentre compiva
l’azione la
stanza davanti ai suoi occhi svanì sostituita da una radura
immersa nel
buio. La radura era
deserta tranne che
per due ragazzi che parlavano animatamente. Julian
li conosceva bene erano lui e Harry …ma
perché stavano litigando?E non uno dei loro normale litigio,
sembrava diverso …
sembrava serio! Più il tempo passava più i toni
si facevano accesi e dalle
semplici parole si passò agli incantesimi… era
uno scontro reale: i due ragazzi
colpivano per fare del male! Gli alberi colpiti cominciarono a prendere
fuoco e
tutto fu illuminata da una luce cupa, foriera di messaggi.
All’improvviso dalla
bacchetta del Julian della radura partì una luce verde:
l’Avada Kedavra!
L’incantesimo colpì Harry in pieno petto,
uccidendolo. Un ghigno maligno
apparve sul volto dell’altro ragazzo, che poi si
smaterializzò con una perfida
risata…infine tutto svanì, lasciando Julian con
un’orribile sensazione a pesare
sul cuore.
-Julian
caro devo avvertirti che sei davvero poco elegante quando rimani a
fissare il
vuoto. Dovresti veramente imparare a controllare le tue doti veggenti!-
Pansy
abituata alle visioni dell’amico non ci faceva più
molto caso, e le prendeva
semplicemente come occasioni per prenderlo in giro. Questa volta
però si
accorse che nel ragazzo qualcosa non andava, quindi chiese -Julian
tutto bene? Sembri
sconvolto!-
La
mente del ragazzo registro l’accaduto: sembrava sconvolto? Lui era sconvolto! Avrebbe
ucciso suo
fratello, come doveva sentirsi? Allegro e felice? Fortunatamente la
freddezza,che
gli derivava da anni di esperienza suoi e dei suoi avi,
entrò immediatamente in
funzione permettendogli di fingere che non fosse accaduto nulla di
grave.
-Nulla
di che Pansy, solo il regalo che mi farà mio zio Fester:
semplicemente
orribile! Dovrò chiedergli qualcosa di
specifico…- Sapeva che chi lo conosceva
non si sarebbe bevuto quella bugia da quattro soldi ma gli altri
sì, inoltre
come precauzione aggiuntiva aveva innalzato delle barriere attorno alla
sua
mente: Draco e Blaise erano ottimi Legimens!
Per
evitare altre domande si alzò in tutta fretta dal tavolo e
salendo di corsa le
scale si rifugiò in camera sua, dove Harry ancora dormiva.
-Perché?...Perché
farò una cosa simile?-sussurò solamente affranto
osservando il viso sereno di
Harry.