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Autore: EllieHope    01/05/2013    1 recensioni
Mi sorrise, felice di vedermi e mi attirò a sé per baciarmi. Una scarica di emozione pura attraversò il mio corpo e non potei fare a meno di domandarmi se ogni nostro bacio, abbraccio o contatto casuale sarebbe stato sempre così emozionante. In cuor mio, pregai affinché fosse così.
‘Sei pronta?’ mi chiese con il suo miglior sorriso sghembo.
‘Pronta.’ Risposi emozionata.
‘Dove mi porti?’ chiesi mentre raggiungevamo la macchina parcheggiata poco più in là, senza riuscire a mascherare la curiosità che mi stava divorando.
‘E’ una sorpresa, Kris. Se ti svelo dove ti sto portando, che razza di sorpresa è?!’ fece apposta per stuzzicarmi.
‘Come vuoi.’ Dissi, fintamente offesa.
Non passarono nemmeno dieci secondi che, proprio come avevo previsto, mi strinse e mi baciò per farsi perdonare.
‘Perdonato?’ mi chiese speranzoso e divertito insieme.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Eccomi di nuovo qui, con un nuovo capitolo. Devo essere sincera e dirvi che questo capitolo mi sta particolarmente a cuore per ragioni che capirete leggendolo, ma anche perché sono riuscita ad esprimermi al meglio mentre lo scrivevo. Ho descritto tutto esattamente come volevo e ne sono molto orgogliosa.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e lasceranno la propria impressione (bella o brutta che sia) scrivendomi una recensione, ma anche coloro che leggeranno silenziosamente.

Lauretta95: Cara Laura, avendo cancellato (per errore, ovvio) i due capitoli precedenti e avendoli poi, reinseriti, anche le recensioni si sono cancellate! Ma, ripeto, ma … avevo salvato la tua e quindi ti rispondo qui
J Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo e non sai quanto mi faccia piacere sapere che io sia riuscita a commuoverti attraverso le mie parole. Grazie ancora per i complimenti e aspetto un tuo parere anche su questo capitolo J Un bacione, Ele.

A tutti coloro a cui non ho ancora risposto alle recensioni, scusatemi. Sono andate perse quando ho cancellato due dei capitoli della storia, per sbaglio. Sappiate che però le ho lette e ho apprezzato. Alla ragazza che si era immedesimata nella protagonista, perché aveva perso anche lei una persona estremamente importante, dico che le sono vicina e che posso capirla. Un abbraccio anche a te.


Capitolo 5

The power of the ocean.

Bip-bip-bip  bip-bip-bip  bip-bip-bip..
Sveglia maledetta.
Allungai la mano verso il comodino e spensi quell’aggeggio infernale, poi mi costrinsi ad aprire gli occhi e ad alzarmi. Mi stiracchiai per bene e poi mi diressi verso la camera di Lindsey per svegliarla, ma trovai il suo letto perfettamente in ordine, prova evidente che la mia coinquilina non aveva dormito a casa.
Non mi spaventai.
Molto probabilmente aveva dormito da Josh, il rugbista che aveva conosciuto alla festa tre settimane prima. Nulla di nuovo. Tutto nella norma.
Sorrisi ripensando alla festa e, sovrappensiero, mi diressi in cucina per preparare una grossa tazza di caffè.
Dlin-dlon.
Ecco Lindsey!’ pensai, avviandomi verso la porta.
‘Ehi! Finalmente sei qui, pensavo non arrivas ... ’ dissi spalancando la porta, ma le parole mi morirono in gola non appena notai che non si trattava della mia amica.
Un Robert imbarazzato mi fissava sulla soglia del mio appartamento, grattandosi la nuca.
‘Robert! Ma che ci fai qui?!’ chiesi disorientata.
‘Ehm, ti ho portato la colazione..’ spiegò, porgendomi un vassoio incartato, contenente chissà quale prelibatezza. ‘Non volevo disturbarti, ehm, ecco..’ continuò.
‘No! Certo che non disturbi!’ gli sorrisi sincera. ‘E’ solo che pensavo fossi Lindsey … sai, non ha dormito a casa e, di solito, torna a quest’ora.’ Gli spiegai.
Lo feci entrare e lo condussi in cucina, dove il caffè era ormai pronto.
‘Giusto in tempo per il caffè, ti va?’ gli chiesi, voltandomi verso di lui, ma il suo sguardo era fisso sulle mie gambe.
Solo in quell’istante mi ricordai che stavo indossando solo la maglietta con la quale dormivo.
Oh cazzo.
Arrossii violentemente e lui rise divertito.
‘Sì, grazie … ne gradirei una tazza.’ Rispose.
Gli porsi il caffè e poi corsi in camera ad infilarmi un paio di pantaloni.
Tornai in cucina e mi sedetti attorno al tavolo, vicino a lui e iniziai a sorseggiare il mio caffè ancora bollente.
‘Allora, non vuoi sapere cosa ti ho portato?’ mi chiese avvicinando il vassoio ancora incartato.
‘Certo! Scusa è che mi hai preso alla sprovvista … ’ mi affrettai a dire. Dopodiché scartai il vassoio e vidi una schiera di sei croissant ripieni di cioccolato, direttamente dalla migliore pasticceria francese di Vancouver.
‘Oh Dio! Ma come fai? Sono i miei preferiti!’ strillai emozionata, abbracciandolo.
Rise con me e, una volta sciolto l’abbraccio, trattenne il mio viso tra le mani e depositò un bacio delicato sulle mie labbra. Io, però, non mi accontentai e risposi al bacio che divenne meno casto.
‘Se questa è la ricompensa, te li porto ogni mattina, dolcezza!’ esclamò lui, sorpreso, quando ci separammo.
Risi di gusto e divisi a metà un croissant, porgendogliene una parte.
‘Ho un’altra sorpresa per te, Kristen.’ Disse, mentre riordinavamo la cucina.
‘Non dirmi che hai anche dei brownies e dei waffles!’ gli dissi con fare speranzoso.
Scoppiò a ridere e io arrossii.
Contegno, Kristen!! Mi ordinai.
‘Scusa…’ cercai di dire, ma Robert mi zittì dolcemente.
‘No, mi dispiace. Ma in compenso, potremmo andare a comprarli più tardi. Tanto le lezioni non cominceranno prima della 11.30. La lezione di francese è stata annullata, perché il professore è ad un convegno in qualche altro college della zona. ’ Concluse.
‘Ma è fantastico!’ commentai sollevata, sistemando il barattolo dello zucchero sul ripiano più alto del pensile.
‘Vado subito a prepararmi così usciamo a facciamo un giro per la città, prima che inizino le lezioni. Che ne dici?’
Annuì e sul suo volto si dipinse un’espressione divertita.
‘Che c’è?’ chiesi allarmata.
Si avvicinò a me, incatenando il suo sguardo al mio. ‘Sei sporca di cioccolato.’ Disse.
‘Dove?’ chiesi.
‘Proprio qui.’ Sussurrò a pochi centimetri dal mio volto. Poi mi baciò dolcemente e io mi abbandonai tra le sue braccia che, ora, stringevano i miei fianchi al di sotto della maglietta.
Dio.
Consapevole che quel bacio non presagiva nulla di buono e, non essendo ancora pronta, mi liberai dalla sua stretta e corsi in corridoio.
‘Vado a prepararmi, altrimenti faremo tardi. Intanto, fai come se fossi a casa tua!!’ Gli urlai dal bagno, così che mi potesse sentire. Per tutta risposte lo udii ridere di gusto.
Venti minuti dopo ero pronta. Dopo una bella doccia rilassante, un filo di trucco e vestiti più consoni, ero decisamente più presentabile e pronta ad uscire.
‘Allora … che si fa ora?’ chiesi a voce un po’ troppo alta, entrando nella mia camera per prendere  la sciarpa rossa che tanto si abbinava con il mio cappotto blu e la borsa con i libri dei corsi che avrei seguito più tardi.
Fui sorpresa di trovare Robert intento ad osservare le foto che avevo disposto sulla mensola vicino alla finestra.
‘Ehi … pensavo fossi in salotto, scusa.’ Dissi e indossai la sciarpa.
‘Che fine ha fatto la Kristen di questa foto?’ domandò, indicando la foto che ritraeva me e i miei genitori il giorno del mio sedicesimo compleanno.
Mi immobilizzai e lo guardai dritto negli occhi. Non riuscii a proferir parola.
Come ha fatto ad accorgersi che c’è qualcosa che non va in me?
Nemmeno Lindsey, con la quale vivevo da quasi due mesi se ne era mai accorta.
E lui, che mi conosce da sole tre settimane, riesce a capirlo?
‘Che intendi dire?’ sussurrai a fatica dopo qualche minuto di silenzio, ma ormai tutte le mie barriere erano  crollate e feci fatica a deglutire.
Vedendomi in difficoltà, Robert mi abbracciò come solo lui era in grado di fare e io non riuscii più a trattenermi: scoppiai a piangere stringendomi al suo petto. Restammo così, fermi, per minuti interi e lui aspettò pazientemente che io mi sfogassi.
‘Sc-sc-sc-scusami ..’ singhiozzai.
‘Ssh, non dirlo nemmeno per scherzo, Kris. Non devi vergognarti dei tuoi sentimenti, mai. Se non sei pronta, lo capisco … io sono qui e ti aspetto. Capito?’ disse lasciando un tenero bacio tra i miei capelli.
‘Gr-grazie, Robert.’ Risposi, riprendendo controllo di me stessa. Sciolsi l’abbraccio, spazzai via le lacrime dalle guance e respirai profondamente un paio di volte.
Sorrisi a Robert che, intento ad osservarmi per assicurarsi che stessi bene, mi sorrise di rimando. Nei suoi occhi non c’era traccia di pietà, compassione e gliene fui profondamente grata.

                 ___________________________________________________________

 

Dopo una divertente mattinata trascorsa insieme, io e Robert ci salutammo e ci dirigemmo verso le rispettive aule per assistere alle lezioni. Sebbene il corso fosse lo stesso, le lezioni che seguivamo non erano sempre le stesse, essendo lui già al terzo anno.
Il cellulare mi avvertì che avevo ricevuto un messaggio. Posai la penna lasciando incompleta la frase conclusiva del mio saggio riguardante la sociologia della comunicazione.

Ti passo a prendere alle 19.30. Ho una sorpresa per te. A dopo tesoro, R.

Il mio cuore perse un battito. Mi abbandonai sorridente con la schiena sul materasso.
Sospirai, felice di poter trascorrere un altro po’ di tempo con Rob.
Mi alzai dal letto e attraversai il corridoio per raggiungere la camera di Lindsey.
Bussai e attesi che mi rispondesse. Non appena entrai, notai che, proprio come me qualche istante prima, era intenta a studiare.
‘Ehi Linds, scusami non volevo disturbarti.’ Dissi con l’intenzione di richiudere la porta e lasciarla in pace.
‘No, Kris tranquilla! Ho finito … stavo solo leggendo un passaggio del mio articolo che non mi convinceva molto.’ Mi rassicurò e, poi, mi sorrise.
‘I tuoi articoli sono sempre ottimi, Linds! Volevo solo avvertirti che stasera non sarò a casa, Robert mi passa a prendere verso le sette e mezza.’ Le spiegai.
Mi guardò maliziosamente. ‘No, Linds, non è come pensi! Non siamo mica come te e Josh che non uscite mai dalla camera da letto!’ mi affrettai a ribattere, sconvolta.
‘Magari si trattasse solo della camera da letto … ’mi confessò e, non appena notò la mia espressione incredula, scoppiò a ridere fragorosamente.
Mi alzai, fintamente indignata, e mi tappai le orecchie. ‘Non voglio sentire nient’altro!’ affermai e me ne andai, ma cinque minuti più tardi, potevo ancora udirla ridere.
Digitai una risposta veloce, ma carica di impazienza.

Non vedo l’ora. Ti bacio, K.

Notando che mancava soltanto mezz’ora prima che arrivasse Rob, mi affrettai a prepararmi. Indossai un paio di jeans skinny e un maglioncino di cachemire blu, raccolsi i capelli in una treccia morbida e misi un filo di mascara. Indossai le mie amate converse proprio quando Robert suonò alla porta. Afferrai la borsa, nella quale infilai frettolosamente il cellulare rimasto sul comodino, e il cappotto.
‘Ciao Lindsey!’ salutai la mia coinquilina.
‘Ciao Kris, divertiti!’ ricambiò lei.
Quando finalmente aprii la porta, trovai Robert - Mister Perfezione appoggiato allo stipite dell’uscio.
Wow.
Era di una bellezza mozzafiato.
Mi sorrise, felice di vedermi e mi attirò a sé per baciarmi. Una scarica di emozione pura attraversò il mio corpo e non potei fare a meno di domandarmi se ogni nostro bacio, abbraccio o contatto casuale sarebbe stato sempre così emozionante. In cuor mio, pregai affinché fosse così.
‘Sei pronta?’ mi chiese con il suo miglior sorriso sghembo.
‘Pronta.’ Risposi emozionata.
‘Dove mi porti?’ chiesi mentre raggiungevamo la macchina parcheggiata poco più in là, senza riuscire a mascherare la curiosità che mi stava divorando.
‘E’ una sorpresa, Kris. Se ti svelo dove ti sto portando, che razza di sorpresa è?!’ fece apposta per stuzzicarmi.
‘Come vuoi.’ Dissi, fintamente offesa.
Non passarono nemmeno dieci secondi che, proprio come avevo previsto, mi strinse e mi baciò per farsi perdonare.
‘Perdonato?’ mi chiese speranzoso e divertito insieme.
Finsi di pensarci un po’ su.
‘Ti prego, Kris, perdonami! Non posso vivere senza il tuo perdono.’ Tentò di convincermi e io scoppiai a ridere, seguita a ruota da lui.
Giunti alla macchina, si affrettò ad aprirmi lo sportello metallizzato dalla parte del passeggero ma, prima che salissi, mi disse: ‘Sei adorabile stasera, Kris.’ E lasciò un bacio a fior di labbra. Entrai in macchina e mi accomodai.
‘Sei perdonato, ma sei un ruffiano!’ gli urlai bonariamente dall’interno dell’auto, mentre lui si affrettava dalla parte del guidatore.
Allacciate le cinture, partimmo e, per tutto il tragitto, ridemmo, scherzammo e ascoltammo la radio.
Nonostante non mi capacitassi del fatto che un ragazzo come lui, che avrebbe potuto avere qualunque ragazza di questo pianeta soltanto con uno sguardo e un sorriso sghembo, avesse scelto me, in quel mese trascorso insieme mi ero convinta che faceva sul serio.
Robert era un ragazzo sincero, limpido ed estremamente genuino. Era pur sempre un maschio certo, come mi ricordava Lindsey a giorni alterni, ma mi capiva e riusciva a stupirmi e farmi ridere molto spesso.
E io ero felice. Ero enormemente felice.
Arrivammo a destinazione quarantacinque minuti più tardi, quando la mia curiosità aveva quasi raggiunto il limite.
Scendemmo dall’auto e una folata di vento carica di salsedine mi investì. Aria di mare.
Robert mi strinse la mano e attese una mia reazione che, ovviamente, non tardò ad arrivare.
‘Mi hai portato sull’oceano?’ sussurrai emozionata, con gli occhi che mi brillavano per la sorpresa e la felicità. Lo abbracciai forte.
‘Ho pensato che ti sarebbe piaciuto. E’ il mio posto segreto: vengo qui quando ho bisogno di riflettere e mettere ordine nella mia vita … pensavo, ecco … pensavo che, si insomma … ’ spiegò.
‘… Pensavi che avessi bisogno di mettere ordine anche io. ’ Terminai la frase per lui.
Lo guardai negli occhi e ci lessi dentro un senso di protezione che mai nessuno era riuscito a darmi.
‘Grazie, amore.’ Dissi sincera, scostandomi dal viso le sottili ciocche di capelli svolazzanti sfuggite alla treccia.
Mi guardò stupito e mi stupii anche io dell’intensità che avevo messo in quelle parole.
Accarezzò delicatamente la mia guancia destra, poi, riafferrò la mia mano destra e ci incamminammo verso la spiaggia.
Camminammo per un paio d’ore, respirando la libertà e la forza del mare che il vento trasportava ad ogni onda. Raccontai a Robert tutto ciò che per tanto mi ero tenuta dentro e, sebbene faticosamente, riuscii a non piangere. La morte di Sophie, il periodo di depressione, la morte dei miei genitori e la disperazione che ancora permaneva in me. Gli raccontai ogni cosa e notai che, da quel momento, mi guardò sotto una luce diversa. Rimase in silenzio per tutto il tempo, lasciando che mi sfogassi, lasciando che rivivessi il mio dolore con la consapevolezza che stavo aspettando lui per riviverlo, e non il momento giusto.

  
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