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Autore: LADY ROSIEL    01/05/2013    5 recensioni
{ EUNHAE }
Le rose, fra breve, sarebbero sbocciate, e DongHae sorrise al pensiero.
Lui amava le rose.
E detestava la pioggia poiché rovinava ogni cosa.
Quelle piccole gocce l’acqua che ricadevano fredde sulla pelle, lavavano via l’euritmia scaturita dalla terra e poggiandosi frementi sui cangianti petali di rosa, né espandevano il bocciolo, distruggendolo.
“Rainy days ... Like it ^^”
«No, Donghae, tu non ami la pioggia, ami le rose.»
A quelle parole, pronunciate con quella sua voce composta ma decisa, DongHae rimase qualche secondo interdetto, perdendosi nell’riavvolgere e riascoltare quel nastro che legava insieme quelle parole.
Alle volte, le parole di HyukJae avevano il potere di confonderlo.
Le Rose non permettono di essere toccate dagli sconosciuti, però, con il tempo, con adeguata pazienza e imparando ad osservarle diventando loro amico, le rose si lasceranno accarezzare.
«Sai, credo proprio di essermene innamorato. Della pioggia, intendo.»
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk
Note: Missing Moments, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PIOGGIA di passione
e
ROSE d'acqua

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Nostalgico profumo di fiori e di natura si propagava nella tiepida aria primaverile. Le Azalee* fiorivano rigogliose, illuminando il caotico paesaggio della centralissima Seoul. Anche le rose, fra breve, sarebbero sbocciate e DongHae sorrise al pensiero.
Lui amava le rose.
Era il suo fiore preferito. Lo amava da così tanti anni che si era persino scordato quando, di preciso, avesse iniziato a piacergli.
Forse, da sempre.

«Mamma, mamma! Le rose pungono!» strepitò il piccolo DongHae, con gli occhi straripanti di lucciconi, pronti a rigargli il volto.
«Piccolo mio, non devi raccogliere le rose.» proferì con serenità la donna, che con gesti delicati e armoniosi si portò la mano del figlio sulle labbra, cercando di scacciare il dolore.
«Ma... Ma le rose sono così belle, mamma! Volevo soltanto toccarle!» tentò di giustificarsi il bimbo.
«Ti insegnerò un segreto, Donghae: le rose non permettono di essere toccate dagli sconosciuti, però, con il tempo, se avrai la giusta pazienza e imparerai ad osservarle diventando loro amico, le rose si lasceranno accarezzare.» affermò sorridendogli complice. Scorgendo poi, lo splendore di quei fiori assieme al piccolo DongHae, che curioso ed impaziente osservava il mondo con meraviglia.

Era affascinante, quel fiore aveva sempre celato un alone di mistero e di purezza agli occhi di DongHae. Era bello – Semplicemente incantevole. E più si perdeva a scorgerne la bellezza, più non riusciva a capire cosa, esattamente, lo attraesse tanto.
Forse erano quei colori vivaci, che perfetti come arcobaleni, gli donavano allegria.
Forse era la forma raccolta del bocciolo, che sembrava racchiudere dentro di sé un gioiello prezioso, dal valore inestimabile.
O forse ancora, era quel particolare stelo, rigido e colmo di acuminate spine, con solo qualche ciuffetto ribelle di morbide foglie, che accompagnava e proteggeva da vili sprovveduti la sua bellezza.
Tutto in quel fiore sapeva sedurlo. E alle volte si sentiva come una piccola ape, attratta e inghiottita dal dolce nettare che quelle aggraziate rose donavano.

Amava la primavera poiché amava le rose. E ogni anno aspettava impaziente l’arrivo di quella birbante stagione, solo per potersi sentire appagato ancora una volta, da quel magico incantesimo che madre natura regalava agli uomini.
Lo faceva sin da quando era un bambino.
E non c’era nulla di meglio che scorgere le rose in una giornata di sole.
Lo aveva sempre creduto. Ed era per questo che aveva sempre detestato le giornate plumbee, bagnate dalla pioggia.

La pioggia annullava l’incanto.
Quelle piccole gocce l’acqua che ricadevano fredde sulla pelle, lavavano via l’euritmia scaturita dalla terra e poggiandosi frementi sui cangianti petali di rosa, né espandevano il bocciolo, distruggendolo. La pioggia rovinava ogni cosa; lo aveva sempre saputo.

Solo il sole poteva far sbocciare le rose.
Eppure, per quante rose avesse stabbiato e visto crescere, mai nessuna aveva avuto una vita longeva. Neppure il sole le aveva nutrite d’amore con l’adeguata continuità.

«Perché stai piangendo, DongHae?» gli chiese con gentilezza, nascondendo la preoccupazione che nel cuore di una madre poteva albergare ogni volta che si scorgeva il proprio figlio singhiozzare.
«Perché… Le rose… Le rose sono appassite!» ammise fra i singhiozzi, respirando con fatica.
«DongHae, calmati.»
«Mi sono preso cura di loro ogni giorno ma sono morte anche se le avevo messe al sole!» aggiunse poi, dopo una breve pausa che gli servì per incamerare quanta più aria potesse nei polmoni, riuscendo a placare un poco l’agitazione che stringeva nel cuore.
«Vedi tesoro… Il sole è indispensabile per la crescita e il benessere di ciascun fiore, però è altrettanto importante anche l’acqua.»
«L’acqua?!» ripeté incredulo il piccolo DongHae, con le orecchie tese ad ascoltare la voce della madre.
«Sì, proprio così. Ogni fiore cresce sano e forte solo con l’energia del sole e dell’acqua. E’ per questo che la pioggia è indispensabile per far germogliare la vita.»

Quelle parole gli tornavano alla mente ancora oggi.
All’epoca non l’aveva capito.
Non aveva compreso quanto l’acqua fosse preziosa, né quanto quelle minuscole gocce di pioggia fossero la pietanza preferita delle rose che tanto amava.
Solo dopo quel giorno, spinto da desiderio crescente, si soffermò ad osservare la pioggia nelle giornate nuvolose e a ringraziare il "Signor Cielo" per aver versato lacrime di gioia, saziando le sue preziose rose.

«Perché stai sorridendo, DongHae? – domandò HyukJae, seduto in macchina accanto all’amico. – Non credevo che il traffico di Seoul in una giornata di pioggia come questa, fosse tanto divertente…» aggiunse poi, con un leggero velo di ironia che a DongHae non sfuggì.
«Stupido. Stavo solo ripensando a una cosa.»
«E a che cosa?» domandò il maggiore, tralasciando l’offesa subita e del tutto ricercata, concentrandosi, invece, sulle parole del compagno.
«Manca poco perché fioriscano le rose.» ammise, osservando i goccioloni di pioggia bagnare i vetri centralizzati dell’auto.
«Uhm, hai ragione. – annuì HyukJae. – Seoul si sta colorando di primavera.»

Riflettendoci, forse DongHae aveva sempre amato le rose perché in qualche modo gli ricordavano sé stesso. A conti fatti le rose, oltre ad essere degli splendidi fiori, erano anche dei boccioli di vita insicuri e fragili – come il suo cuore.
Fragili quanto lo erano le emozioni che si scioglievano nella sua anima, portandolo molte volte a frignare e lamentarsi, ricercando il calore e il conforto di qualcuno.
Le rose erano uguali.
Anche loro nascondevano il loro cuore per non essere ferite e tingendosi di passione seducevano chi stava loro accanto, solo per poter essere accarezzate da chi ritenevano meritevole. Allo stesso modo, DongHae ricercava l’amore in coloro di cui si fidava. E HyukJae era uno di questi. Anzi no, HyukJae per lui era come l’acqua: Indispensabile.
L’acqua era l’unico rimedio a cui poteva aggrapparsi un cuore fragile come il suo.
L’acqua lavava via la tristezza, e rivitalizzando le rose, donava nuovamente il sorriso infondendo il giusto coraggio per poter tornare a fiorire con orgoglio.
Sua madre aveva ragione: l’acqua era davvero prodigiosa.
Sorrise ancora, e prendendo il cellulare fra le mani, velocemente digitò ciò che il cuore gli suggerì. E con una naturalezza disarmante, pubblicò quel messaggio, seguito da quella che per lui era una suggestiva fotografia, sulla sua pagina twitter.

Rainy days ... Like it ^^”

Curioso di scoprire cosa l’amico stesse scrivendo sul proprio cellulare, HyukJae si sporse verso l’altro e indagando con lo sguardo non poté non leggere quel particolare post.
«Bugiardo!» esclamò contrastando le convinzioni di DongHae.
«Eh?! Ma che dici?» cinguettò l’altro, quasi incredulo a quell’esclamazione.
«Bugiardo.» ripeté ancora una volta HyukJae, ma questa volta con un tono più basso, quasi un sussurro.
«Non sono bugiardo, HyukJae-ah! Io amo la pioggia.»
«No, Donghae, tu non ami la pioggia, ami le rose.»
A quelle parole, pronunciate con quella sua voce composta ma decisa, DongHae rimase qualche secondo interdetto, perdendosi nell’riavvolgere e riascoltare quel nastro che legava insieme quelle parole.
Alle volte, le parole di HyukJae avevano il potere di confonderlo.
«Hai ragione: amo le rose. Però, ho imparato ad apprezzare la pioggia, soprattutto quando sono con te.» enunciò scostando lo sguardo dal display del cellulare per osservare gli occhi limpidi di HyukJae. E soffermarsi poi a scorgere la propria immagine riflessa nelle sue iridi. «Sai, credo proprio di essermene innamorato. Della pioggia, intendo.» si corresse poi, in un morbido soffio del tutto afono.
Nell’ascoltare quelle parole, proferite con così tanta sincerità, HyukJae non riuscì a trattenere un sorriso. Uno di quei suoi sorrisi tutto denti e gengive che DongHae trovava sempre bellissimi.
«DongHae, anche io amo le rose. Ogni giorno di più.» ammise con un leggero imbarazzo, suscitando una reazione di profondo stupore da parte del compagno, seguita poi da un sorriso energico e fanciullesco che illuminò anche quei suoi occhioni sempre così chiacchieroni.

Vederli gioire a quel modo, fece sorridere di riflesso anche il loro scrupoloso manager, che per quel giorno si era improvvisato, come spesso accadeva, anche da servizievole autista.
Non aggiunsero altro, semplicemente si strinsero per mano, lasciandosi cullare dal calore leggero che sgorgava da quella loro unione.

Ora le rose potevano sbocciare senza timore, preda della loro passione.
L’acqua le aveva dolcemente coccolate, saziandone i fragili cuori racchiusi fra quelle preziose gemme cremisi. La loro fragranza, lentamente, si librava nell’aria.

Rainy days ... Like it ^^”

Scrisse due giorni più tardi HyukJae, pubblicando il suo messaggio su twitter, lasciandosi travolgere da un sorriso e da tiepidi ricordi.
Sì, anche lui amava la pioggia.
Indiscutibilmente.
Amava il confortante calore che gli donava.
E ancor più della pioggia, amava le rose.
Immensamente.
Amava esserne sedotto.
E giorno dopo giorno, rimaneva sempre più meravigliato da quella loro bellezza.

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NOTE:
AZALEE* : Si dice che in Corea vi siano sempre dei fiori tutto l'anno, grazie al clima continentale del paese che ha quattro stagioni distinte. Le azalee sono i rappresentanti dei fiori primaverili

• In questa fan-fiction vi sono delle sottili – ma non troppo – metafore , quali "rose" e "pioggia" che mi son servite per descrivere (senza citarli sempre per nome) rispettivamente DongHae e Eunhyuk/HyukJae.
• Questo racconto è nato sulla falsa riga di quei "famosi" post spuntati su twitter, di DongHae e HyukJae riguardanti la pioggia.

© LADY ROSIEL/ Luna Azzurra

   
 
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