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Autore: Altariah    01/05/2013    3 recensioni
Brevissime indagini psicologiche dei vari personaggi in Mass Effect 2, suddivise in capitoli.
Jacob Taylor: Eludere
Miranda Lawson: Fingere
Mordin Solus: Sapere
Kasumi Goto: Amare
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Kasumi chiuse gli occhi, sotto l'ombra del cappuccio. 
Dietro il destro un dolore pulsante la faceva innervosire. Avrebbe voluto premere un palmo contro la palpebra, con forza, come aveva già fatto mille volte, ma la consapevolezza dell'inutlità di quel gesto la fece desistere, in quel momento. 
Sotto l'altra mano, un metallo, tiepido ormai. 
Si sistemò sulla pelle del divano, portando le ginocchia al petto e aggrottando le sopracciglia, in risposta all'emicrania. Snudò i denti, resistendo ancora all'impulso di portare le dita alla testa cercando di darle sollievo, concentrandosi sulla graybox che fece passare da una mano all'altra, sfiorandola con dolcezza. 
Voltò poi la testa verso un oblò, osservando le stelle. 
"Keiji," Disse, ad alta voce. "non ti manca la Terra?" 
Sorridendo, il tatuaggio sul labbro inferiore si distese. "Oh, diamine, a me manca un sacco."
Tra le dita, la graybox stava immobile. La ladra la stringeva quasi a volerla scaldare, come se confidasse che quel contatto prolungato avesse il potere di renderla viva. Ma la piccola scatola si limitava a riscaldarsi, ed una volta lasciata tornava fredda, morta, come lo spazio fuori dall'oblò.
"Ci siamo fatti incantare troppo da tutto questo, Keiji." Sussurrò, continuando ad osservare il vuoto dietro il vetro. "Avremmo dovuto capire prima che siamo umani e che ciò che avevamo ci bastava."
"Io ricordo quant'era bella la primavera, tu?" Aspettò un attimo, in attesa di una risposta. "Della primavera amavo i raggi di sole che accarezzavano i nostri fiori di ciliegio. So che è scontato, noi giapponesi andiamo decisamente troppo orgogliosi dei ciliegi... ma li amavo davvero." 
Si passò la lingua sulle labbra. "Amavo l'odore della pioggia che si scontrava sulla terra secca in estate. Cuccioli di cane che giocavano insieme nell'erba."
Erano quelli, i suoi ricordi. Un'infanzia vissuta come nel secolo precedente, un'infanzia lontana  dai viaggi iperluce, dal collegamento spasmodico e costante ad extranet. Qual'era l'attrattiva di quella vita? Era nulla, si convinceva lei, ormai diventata ragazzina. Un pezzo di vita che le era marcito tra le mani, l'aveva limitata, disgustata, oppressa nella sua semplicità. 
"L'aria fredda e umida, le montagne avvolte dalle nuvole."
Gli occhi di Kasumi erano più lucidi del solito e riflessero ogni piccolo chiarore del cielo. I fuochi parvero brillare appena e concentrarsi sulla palpebra, per poi ammassarsi insieme. Una goccia di luce di stella cadde, perdendosi tra le pieghe della tuta. 

 








 
*Si può sapere se si scrive graybox o greybox? Maccheccazz.*
È solo un penoso tentativo di sbloccarmi, non vogliatemene. Mioddio, ora che lo rileggo... LO SCHIFO. No, non lo so... devo studiare storia e sono le undici di sera. 
A questo punto Garrus lo lascerò per ultimo, se non mi viene in mente niente da ricamargli addosso. Oh, che fastidio immane. E va a farsi benedire l'ordine di apparizione. 
Frollini.
  
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