Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Violet Tyrell    02/05/2013    1 recensioni
Sequel di "The Rose of Death"
2004. Dopo un periodo di apparente pace al Santuario, le tre divinità abitanti sulla Terra - Athena, Poseidone e Odino - nella persona della celebrante Hilda - decidono di suggellare un'alleanza per poter contrastare le schiere di Hades.
Tra loro vi é un traditore: Poseidone, che per anni ha continuato a dormire nel corpo del ricchissimo e affascinante Julian Solo, intende sfruttare questo accordo per i propri scopi; dopo aver inserito una spia all'interno del Santuario, si incapriccia dell'avvenente guerriera d'oro del Capricorno, Shaya, figlia del defunto Aphrodite e di Astrid di Asgard.
L'erede dello splendore dell'ex gold saint dei Pesci e detentrice di Excalibur, parzialmente lusingata da tanto interesse e convinta di poter gestire la situazione, decide di fare il doppio gioco dopo una serie di omicidi sospetti che coinvolgono i guerrieri di Athena.
Il disastro è alle porte.
What If? e presenza dei guerrieri di Poseidone e Asgard.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Poseidon Julian Solo, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Quando il cuore e la ragione hanno origine dalle rose'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Double talkin' jive Angolo di benvenuto:

Intanto ciao a tutti^^ questa storia è stata già scritta in passato ma di recente mi sono resa conto di cosa non funzionasse: la trama. Ho commesso vari errori che hanno minato tutto, perciò l'ho cancellata e riscritta ma in chiave più approfondita e meno lasciata al caso. Questa resta proprio il sequel di * The Rose of Death * e un What If? dato che rispetto la serie canonica solo fino alla fine della prima serie, ovvero quando Saga muore.
Il resto è completamente rinnovato. Volendo si può leggere anche senza conoscerla, diciamo che serve per capire alcune cose XDDD
Come al solito penso darò spazio a personaggi considerati minori, o quantomeno poco utilizzati come i Marines, i cavalieri di Asgard e le divinità. Ce ne sono in ballo 3(4?), ognuna col proprio periodo di gloria e non, anche se i protagonisti sono per lo più Athena e Poseidone, e guerrieri annessi.
Cronologicamente sono passati tipo 17 anni dalla fine di quella guerra; i pg sono cresciuti e ho fatto delle coppie, spero vi piaccia. Il primo capitolo sarà abbastanza lunghetto e dettaqgliato, ricopre quelli che eran ben 3 capitoli originariamente e proprio da qui cambia tutto, o quasi u.u
All'inizio del prossimo capitolo trascorreranno due anni che riassumerò nella parte iniziale per pura comodità :=) quindi saran effettivamente trascorsi 19 anni in tutto u.u
Non inserisco l'avvertimento OOC perché non intendo stravolgere i caratteri dei personaggi, buona lettura^^
Per il logo un grazie a Lady Aquaria, come sempre impeccabile u.u e leggete le sue storie che meritano u.u Il titolo vi verrà spiegato più avanti u.u



Double talkin' jive


Capitolo uno - Le stelle del Capricorno tornano a brillare...



"Mi parli di loro, zietto?"
 
La piccola bambina strappò un sorriso allo Scorpione, pronto a raccontare nuovamente la bella favola dei genitori che, purtroppo, non aveva avuto un lieto fine se non la sua nascita.
 
La prima volta che Shaya aveva ascoltato la storia dei genitori aveva tre anni: aveva insistito così tanto che non aveva potuto far altro che cedere. Rievocare la storia di Astrid e Aphrodite non era stato così facile come avrebbe inizialmente pensato, tuttavia Milo non era capace di negare nulla a quella figlia adottiva che ormai riempiva le sue giornate, e per lei aveva aperto quelle porte del cuore che per troppo tempo aveva tenuto sbarrate a chiunque. Sospettava che molti parlassero alle sue spalle e criticassero la decisione di far crescere la bella bambina al di fuori delle mura del Santuario, nella moderna Atene che brulicava di fascino, ma non era comunque il tipo da curarsi troppo dell'opinione altrui. Subito dopo la sconfitta di Saga indemoniato, Milo aveva avuto un lungo colloquio con Athena e aveva trovato in lei un appoggio persino insperato; non solo non era contraria al fatto di lasciare a lui le decisioni per quello che riguardava Shaya, ma premeva anche sul fatto che la piccola vivesse la sua vita spensierata di bambina finchè non fosse stato possibile.
 Lo stesso Milo sapeva perfettamente di avere tra le mani un possibile futuro cavaliere d'oro: le stelle del Capricorno erano più luminose quando la guardava dormire nella sua culla e aveva il presentimento che Shura sarebbe ben presto stato sostituito. Forse per sfuggire a questo destino aveva deciso di lasciarla crescere come una qualunque bambina, memore della promessa fatta ai genitori prima della loro tragica fine, e forse anche per se stesso, per poter riempire il vuoto che la morte di Camus aveva lasciato nel suo cuore. Giorno dopo giorno non riusciva a capire come fosse possibile rassegnarsi a vivere senza la presenza del suo intimo amico, motivo per cui si era aggrappato alla piccola anche per non cadere in un baratro senza fine; gli piaceva passare le sue giornate a osservarla e giocare con lei, lo faceva sentire utile e con uno scopo per cui vivere. Shaya era adorabile, un vero tesoro.
L'ostacolo più grande era stato spiegarlo a Hilda e Flare, sperando che accettassero quella scelta.
Il cavaliere d'oro non era riuscito a farsele piacere anche se avrebbe dovuto immaginare che avrebbero voluto loro crescere la nipotina: la lotta era stata dura e non l'aveva vinta Athena, non lui. Chissà come era riuscita ad usare le parole giuste per convincere le due donne, anche se aveva concesso che una volta all'anno la bambina trascorresse tre mesi nel regno di Asgard, sempre accompagnata dalla presenza di Milo. La Dea riteneva indispensabile che le radici non fossero dimenticate; solamente il secondo anno, Milo aveva compreso che il loro era un dolore senza fine e si era addolcito, forse perché sapeva cosa volesse dire perdere qualcuno di caro e Astrid era stata molto legata alle due sorelle e a tutta la popolazione che trattava Shaya come una regina.
 La piccola Shaya, comunque, aveva ascoltato con interesse la storia di quelle due persone che l'avevano messa al mondo, trovando molto strano non poterli conoscere e come tutti i bambini che conosceva e che avevano una famiglia composta da due persone; Milo sapeva che avrebbe anche potuto dire alla piccola di essere lui il suo vero padre, ma sarebbe stato un affronto a tutto ciò che era accaduto e aveva preferito l'onestà, nonostante fosse difficile da accettare. L'unica cosa che aveva evitato di dire era che la morte della madre era stata provocata dallo stesso Aphrodite, seppur senza volere, lasciando così che Shaya pensasse ad una fine meno dura perché era difficile spiegare ad una bambina cosa voleva dire essere in guerra.
 Per un pò Shaya aveva creduto che quella storia fosse semplicemente una fiaba, come quelle che le raccontava da sempre, e aveva continuato a credere che la sua vera famiglia fossero tutti gli zii che venivano a trovarla, e aveva cominciato a raccontare ai suoi amici che il suo babbo era proprio lo stesso Milo. Il ragazzo ne era rimasto lusingato, ma allo stesso tempo turbato, anche se dietro consiglio della stessa Atena aveva deciso di soprassedere perché era chiaro che per la bambina i veri genitori per ora erano coloro che le volevano bene, e per il momento era giusto che non ne venisse traumatizzata. Le visite ad Asgard comunque avevano risvegliato nella piccola qualcosa che la spinse a domandarsi perché la zia Hilda e la zia Flare parlassero continuamente della madre e mai del padre.
 Da lì era nato un forte desiderio di conoscere l'uomo a cui somigliava tanto: l'aveva sentito dire da tutti i cavalieri che venivano a coccolarla, perciò un giorno Milo si sentì chiedere di parlargli del papà, quello che è una stella: il cavaliere sorrise alla bambina, promettendole che un giorno l'avrebbe portata a vedere la sua Casa su al Santuario anche se lui mancava da quel luogo da ben quattro anni.
 

I cavalieri osservavano divertiti la bambina che stava giocando con la tunica del Gran Sacerdote - da lei chiamato zio Mu - e che aveva accompagnato personalmente la piccola su per le dodici case, come fosse un cicerone. Milo li aveva seguiti ad alcuni passi di distanza, trovando l'idea di visitare il Santuario molto dolorosa, forse perché aveva appena passato un'ora sulla tomba di Camus, osservando anche quelle degli altri compagni caduti. Era servito parecchio tempo per autorizzare quell'incontro -  Atena riteneva che Shaya dovesse essere un pò più grande - e ora, a cinque anni compiuti, sembrava che fosse giunto il momento tanto agognato.
 "Ti ricordi quand'è nata, vero? Biancaneve era agitatissimo!" Milo e Shura sorrisero al ricordo e anche al nome che avevano sempre dato al loro compagno caduto, sentendo quasi la sua presenza spirituale accompagnare Mu e Shaya in quella piccola scalata. "Lo era così tanto che aveva dimenticato di mettersi il rossetto." E risero come non facevano da anni. Aldebaran accolse la bambina con tutti i dolcetti che preferiva, senza dirle che l'attendeva una splendida torta su nelle stanze private di Athena che l'avrebbe sicuramente entusiasmata. Superarono senza fatica la casa di Gemini, occupata da un redivivo Kanon che non mostrò molto interesse per la bambina, e anche quella di Cancer, vuota e priva di quelle orrende facce che l'avevano deturpata per anni. Alla casa di Leo invece, trovarono Aiolia alle prese con due gemelli di circa quattro anni che litigavano per decidere chi avrebbe dovuto restare con la madre - Marin - e chi col papà; l'arrivo di Shaya rivelò comunque che le due piccole pesti non avevano quasi mai visto una bambina così bella al punto che si calmarono immediatamente, e si assicurarono di giocare con lei quando avesse finito il giro.
 Alla casa di Virgo invece scoprirono perché la piccola Shaya fosse sempre intimidita dalla presenza di Shaka: Milo si stupì vedendo Shaya porgere al cavaliere, tutta rossa, il piccolo mazzolino di margherite che aveva accuratamente raccolto dal giardino di casa prima di uscire. "Si vede che sei un papà geloso ma tanto si sa che Shaka è impegnato." Shura ghignò divertito ma in fondo poteva capire, la prima cotta era sempre inaspettata. La casa di Libra era vuota, così come quella ovviamente dello Scorpione, del Sagittario, del Capricorno e dell'Aquario. Anche quella dei Pesci non aveva nessuno al suo interno, ma la piccola sorprese tutti andando ad abbracciare convulsamente l'armatura d'oro che si trovava al centro di questa, per poi correre in avanti terrorizzata da qualcosa che non sembrava esistere. Solamente una volta superata la bambina riprese a chiacchierare con Mu, ma Milo rimase ugualmente preoccupato mentre li seguiva assieme a Shura.

La piccola stava guardando l'armatura immobile al centro della stanza. Taceva. Dimenticata la bellissima festa che aveva appena lasciato su nelle stanze della dolcissima Atena, così come non pensava più ai regali che le erano stati donati da tutti quei cavalieri che familiarmente riteneva zii nonostante i legami di sangue fossero nulli. Gli occhi erano solo per quel pesce luccicante che fluttuava a mezz'aria, senza vita; gli occhi turchini di Shaya erano nuovamente pieni di lacrime ma non riusciva a capirne la ragione. La stanza stessa in cui si trovava le faceva venire voglia di perdersi tra quelle rose che aveva visto sul retro: erano grigie e spente, testimoniando la totale assenza di custode, di quello che tutti chiamavano suo padre.
 Ma chi era? E perché non era lì anche lui ad aspettarla? Infantilmente si era convinta che la sorpresa finale di quella giornata sarebbe stato il tanto agognato incontro con l'uomo che le somigliava come una goccia d'acqua. Invece vedeva solo quell'antro vuoto e si sentiva male dentro, senza un reale motivo.
"Che stai a frignare? È morto, non ti può sentire in alcun modo." Una voce profonda fece sobbalzare la bambina aggrappata all'armatura d'oro che riteneva il proprio scudo. Un uomo comparve dalle tenebre, fermandosi a qualche metro di distanza da Shaya, sul volto un'espressione compiaciuta di fronte all'ingenuo dolore della bambina. Attraverso il sottile velo di lacrime, riconobbe l'unico tra tutti i cavalieri presenti che non era venuto con gli altri alla festa appena conclusa e da cui era scappata con la banalissima scusa di dover andare al bagno, e nessuno era ancora venuto a prenderla. Chissà perché si trovava lì. Di sicuro non per consolarla come facevano gli altri, inconsciamente percepiva il male stagliarsi dalla sua figura e ne temeva la cinica espressione dietro al sorriso falso sulle sue labbra. "Non è morto, lui sta su nel cielo con la mamma, e mi protegge!" Il grido di Shaya riempì l'aria. Quella era la storia che le era sempre stata narrata, dei due genitori che sicuramente vegliavano sulla sua vita da lassù, un'immagine così affascinante da rapirla ancora.
 Una risata lugubre riempì l'aria. "Oh sicuramente, sei proprio stupida. Sai dove sono i tuoi cari genitori? Vieni, te lo mostro io, è ora che qualcuno ti faccia vedere la realtà per quella che è!" Senza poterlo impedire, la bambina si lasciò trascinare malamente dal cavaliere giù per tutte e dodici le case, strillando e supplicando di essere lasciata andare, anche se invano perché l'uomo dai capelli scuri – quasi blu, avrebbe detto – era insensibile al grido innocente di una bambina ferita nel profondo. Non c'era neppure da sperare che qualcuno intervenisse, erano ancora tutti su al tredicesimo tempio, ignari di quanto stava accadendo. La piccola chiuse gli occhi terrorizzata e inconsciamente si strinse di più al braccio dell'uomo che la trascinava: non desiderava vedere niente e il fatto che avesse addosso un'armatura d'oro era l'unica cosa di lui che le sembrava rassicurante. Significava che in fondo era buono. Ma quanto in fondo? "Eccoci, stanno li sotto. Stelle, che idiozia." La voce era pregna di scherno, incurante del fatto che la vista di quel lugubre cimitero e delle lapidi sarebbe potuta essere sconvolgente per lei; Shaya si guardò attorno, terrorizzata, aggrappandosi al gambale del cavaliere, il quale era molto infastidito da quella presenza appiccicosa. La bimba riuscì a intravedere davanti a sé due lapidi ricoperte di rose rosse e, avvicinatosi, riuscì a leggere due nomi anche se a fatica: sulla prima c'era scritto Pisces no Aphrodite, qualunque cosa volesse mai dire, e sull'altra spiccava il nome di Astrid di Asgard.
In quel momento l'utopica convinzione di incontrarli vivi crollò, a dispetto di tutto quanto Milo le aveva sapientemente raccontato negli anni. Non si sarebbero mai alzati da lì, erano sepolti davvero sotto quel marmo ricoperto di rose? Freneticamente Shaya si avvicinò e cercò di sollevarlo, senza rendersi conto che per la sua età e la totale ignoranza sulla forza del cosmo non avrebbe mai potuto farcela. "Cosa fai, sciocchina? Li vuoi tirare fuori? Sei ancora più ingenua di quello che credevo: di loro adesso sarà rimasto solo un mucchio di ossa polverizzate, o al massimo uno scheletro. Ma se proprio vuoi potrei quasi raccontarti qualcosa di loro." Il cinismo dell'uomo era a dir poco agghiacciante, ma la bambina non lo stava proprio ascoltando, ancora convinta di essere in grado di cambiare le sorti di un passato lontano grazie alle sue mani.

"Lo sapevi che è stato proprio lui a uccidere tua madre? Le ha piantato una rosa bianca proprio qui, nel suo cuoricino... perché l'amava. “ Improvvisamente Shaya si bloccò, voltandosi infine verso di lui. L'orrore sul suo volto diede nuova linfa maligna al cavaliere, compiaciuto all'idea di traviare una mente tanto innocente. Le posò una mano sul cuore, per farle capire precisamente le sue parole e per instillare in lei l'odio verso chi l'aveva abbandonata. "Già... e tua madre non avrebbe dovuto trovarsi nel Santuario, sai? Ma ha preferito abbandonarti nelle mani di qualcun altro perchè credeva di poter cambiare il mondo... Ah povera piccina, mi rammarico per la tua triste sorte ma era giusto che tu conoscessi la verità. Stelle... non ti stanno guardando da lassù come ti fanno credere, sono già marciti durante una guerra che ti ha visto come perdente." La mano che accarezzò la guancia rosata di Shaya era fredda ma la piccola la trovava stranamente consolante. Sentiva un dolore sordo in fondo al cuore e ingenuamente era convinta della buona fede di chi le stava parlando, anche se l'aveva giudicato malvagio a prima vista. Sotto quell'algida carezza, la piccola pianse amaramente, generando nel cavaliere un parziale senso di colpa, subito messo a tacere dal compiacimento di quanto stava riuscendo a fare al punto che arrivò persino a prenderla in braccio, fingendo di coccolarla.
"Kanon! Lasciala!" Una voce decisa ma dolce rombò nell'aria, sorprendendo il cavaliere di Gemini e interrompendo quell'atto crudele. La piccola riconobbe il ragazzino in armatura rosa che si era presentato come uno dei tanti zii adottivi - zio Shun se non si ricordava male -. Nonostante quell'apparizione, Shaya non lasciò quello che riteneva essere il rifugio sicuro delle braccia di chi le aveva detto la verità. Si sentiva protetta da quelle parziali menzogne, non poteva distinguere la realtà. "Ecco piccola, guarda bene. Tu lo chiami tanto zio ma lui è il colpevole della morte di tuo padre, sai? Avrebbe potuto lasciarlo vivo e invece... sei rimasta da sola.. Che brutta cosa la guerra." Subdolo e cattivo. Shun si sentì male a quelle parole, ricordando come avesse più volte proposto ad Aphrodite la resa. L'avrebbe volentieri risparmiato, ma destino beffardo e orgoglio del cavaliere avevano diversamente sancito; avrebbe voluto strappare quella bambina dalle oscure braccia di Gemini, temeva che le avesse fatto del male e quelle parole ne erano la prova. La voleva psicologicamente debole. Per fortuna però era arrivato, se per caso l'avesse plagiata col suo colpo sarebbe stato peggio e non credeva che Kanon potesse arrivare a tanto. La reazione della bambina non tardò ad arrivare sotto forma di pianto, più amaro e disperato di prima, mentre si nascondeva letteralmente tra quelle braccia che l'avevano trascinata in una realtà cruda che le faceva molto male; Kanon non guardò più Shun se non una volta, con espressione vittoriosa che lo fece irritare notevolmente.
"Sei un mostro, Kanon! Che gusto provi a rovinare la vita di una piccola innocente? Sai perfettamente che non c'è nulla di vero in quello che le hai detto. Lasciala andare, Athena sarà informata della tua perfidia. “ A quelle parole il Gold rise. "Oh si, non vedo l'ora. Come fai a negare l'evidenza? Lo sanno tutti che l'hai ammazzato tu e..." La piccola attirò l'attenzione del guerriero con un tenero abbraccio, che lo lasciò sconvolto assieme a Shun, impotente nell'assistere a quello scempio. "Non litigare zio Kanon, non voglio che anche tu venga ucciso dal cattivo." Al cavaliere, in un punto profondo del cuore, parve di percepire uno strano formicolio che diventò più intenso in pochi istanti. Finora nessuno si era preoccupato di lui, da sempre oscurato dalla perfezione di Saga; sapeva perfettamente di aver cercato di aizzare la bambina contro il cavaliere di bronzo, ma mai si sarebbe aspettato una fiducia incondizionata come quella che Shaya gli stava dimostrando. Gli faceva male il petto, eppure non era che una bambina. Era pura, forse era questo a roderlo tanto. Per un singolo momento contemplò l'ipotesi di portare via con sé l'unica creatura che non aveva paura di lui ma poi riprese coscienza. Era una stupidaggine rischiare tutto per una marmocchia che piangeva a ogni singola avversità. "Lo vedi, Shun? Se io avessi mentito, lei lo avrebbe saputo: non si dice forse che i bambini sanno distinguere le bugie dalla verità? Ora vallo pure a raccontare a chi vuoi, anche alla Dea. “ Kanon non era propriamente contro Atena anzi, in parte ammirava la fermezza con cui era riuscita a prendere coscienza di sé tuttavia non era il tipo da mostrarsi lecchino come i suoi sottoposti di bronzo. Finalmente dopo la morte di Saga era riuscito a farsi nominare cavaliere dei Gemelli, la sua condotta non doveva interessare nessuno se non lui.
Un lampo squarciò di colpo l'aria , strappando un grido a Shaya e mandando i due cavalieri a gambe all'aria. Improvvisamente le catene di Shun si disposero a circolo, attorniando tutti e tre; entrambi i cavalieri capirono che qualcosa non andava, un immenso cosmo era appena comparso e non avevano idea a chi potesse appartenere. Una luce biancastra li accecò temporaneamente, costringendo Kanon a lasciare la stretta della piccola; una freccia sibilò nell'aria e colpì Shun ma nessuno - a parte lui - se ne rese conto. Il cavaliere era a terra ma la sua catena si muoveva autonomamente, sfrecciando nell'aria e atterrando il colpevole di quell'attacco. Forse per la prima volta Shaya ebbe davvero paura di ciò che sarebbe successo: il ragazzo era morto - o almeno stava immobile a terra - e quelle catene avevano afferrato una strana figura ammantata che giaceva anch'essa a terra. Senza esitare Kanon si mosse fulmineo, scoprendo sotto il mantello degli avversari una donna mascherata e avvolta in un'armatura violacea, ma non riuscì a capire chi fosse perché un'altra figura, quella che possedeva quel cosmo immenso, avanzò verso di loro.

"Spostati, voglio solo questa bambina." La voce tonante non somigliava a nessuno che Kanon conoscesse, ma era sicuro che non si trattasse di un umano. L'uomo scoprì quindi il volto, sorridente. Lui non l'aveva mai visto ma la piccola Shaya rimase sconcertata dalla somiglianza con il Sacerdote Mu. Il nuovo arrivato non aveva i capelli viola ma verdi ma i due nei frontali e l'aspetto erano del tutto simili. "Sono qui per portarti a conoscere tuo padre, vieni..." Incredibilmente dolce, la voce attirò come api verso il miele la piccola dai capelli azzurri; Kanon reagì prontamente, impedendo alla bambina di camminare verso lo sconosciuto. "Hai fatto i conti senza l'oste, stronzo." Il cavaliere d'oro si scagliò violentemente contro il nemico misterioso, ma venne rigettato a terra senza troppi complimenti. Shaya si fermò, osservando la scena e vedendo che l'uomo con il mantello stava per lanciare qualcosa verso il suo zietto adottivo. All'improvviso una figura eterea emerse dall'oscurità, lanciando un raggio violaceo contro la bambina. La pozza di sangue ai piedi di Shaya e il corpo immobile di Kanon furono le ultime cose che riuscì a vedere prima di sprofondare nell'oblio.
 

Più tardi Milo stese il telo bianco sopra il corpo senza vita del cavaliere di Gemini e si voltò a guardare Athena, che era in lacrime. Non avrebbe potuto esserci niente di peggio per il primo giorno di Shaya al Santuario; nessuno, tranne lei, aveva visto in viso i colpevoli a parte Kanon che ora non poteva più parlare, e non si era azzardata a domandare alla piccola, non ora che era ancora tanto sconvolta. Piangeva e delirava, invocando il cavaliere morto, e gli altri si sentivano straziare il cuore. Non Milo però. Messo al corrente da Shun - che era riuscito miracolosamente a fuggire con la bimba svenuta - di quello che Gemini stava facendo avrebbe voluto che fosse ancora vivo per potergli infliggere quanto più dolore possibile. Come si era permesso di sconvolgere la piccola con quelle menzogne? "Qualcuno prima o poi avrebbe dovuto dirglielo", questo era ciò che aveva ribadito tristemente Shun, ma lui non era d'accordo, non a quel modo per lo meno. Nessuno però aveva il minimo dubbio che si trattasse dell'armata di Hades, tanto che Athena si sarebbe personalmente recata a rinforzare il sigillo sulla Torre a Goro-Ho, consapevole però che il momento non era passato ma soltanto rimandato.
"Milo, porta a casa Shaya, non sarà al sicuro qui. Se tutto va bene, presto dimenticherà quanto visto oggi e potrà vivere tranquilla."

Da quel giorno sanguinoso erano trascorsi quattro anni e Shaya non nominò più il cavaliere di Gemini, forse perché ora conosceva tutta la verità su quanto accaduto ai genitori; forse lo odiava, ma nessuno era capace di stabilirlo con certezza; Milo l'aveva tenuta allegra e contenta, ma c'era quella parte di sé che ormai era irraggiungibile. Dopo un po' di tempo la bambina smise di parlare del Santuario anche se tutti i cavalieri venivano a farle visita come prima. A volte la accompagnavano anche a scuola, quella che aveva iniziato a frequentare non appena l'età le aveva consentito di poterlo fare. Tutto pareva andare per il meglio, sino alla brusca svolta, avvenuta a nove anni. Shaka era alla presenza di Athena nel tredicesimo tempio, apparentemente calmo ma il suo animo era scosso; la ragazza non aveva mai visto il placido guerriero in quello stato, specialmente vedendo che teneva per mano Shaya, singhiozzante e disperata. Aspettò che venisse portata nella stanza che le avevano riservato prima di rivolgersi al cavaliere della Vergine. "Milady, credo che non si possa più tenere la bambina al di fuori del nostro mondo. Mi trovavo casualmente in visita da loro quando si è presentata alla porta la polizia: a quanto pare Shaya a scuola ha litigato con una compagna e, nel darle uno schiaffo, le ha procurato un profondo taglio al viso, facendole perdere un occhio. Hanno ipotizzato che Milo le abbia fatta portare dei coltelli e l'hanno arrestato." Tutti i presenti – Athena, Mu e gli altri cavalieri d'oro e di bronzo – tacquero, sconvolti. Il guerriero riprese. "Non c'è tempo, Excalibur si sta risvegliando. Sono riuscito a portarla qui servendomi del nome della vostra fondazione, come garanzia, ma almeno per questa notte non credo riusciremmo a liberare Milo. “ La ragazza annuì. "D'accordo Shaka, hai avuto una buona idea. Tienila con te per favore finché la situazione non sarà risolta, temo sia un pericolo più per se stessa che per gli altri. “ Sospirò affranta: si stava verificando tutto troppo presto.



7 years later...

I raggi del sole furono il benvenuto che Shaya ricevette per il suo ritorno al Santuario. Da dietro la maschera dorata gli occhi contemplavano l'imponenza della casa dell'Ariete, bella e imponente esattamente come la prima volta che l'aveva vista, alcuni anni prima. "Vai pure, ormai sei a casa." La voce pacata di Mu riscosse la ragazza, che si voltò ad osservarlo; portava le vesti che lo identificavano come Grande Sacerdote, ma non erano quelle a farle rispettare l'uomo dai capelli violacei, neppure la maschera che portava. Alla ragazza piaceva quel modo di fare tranquillo, trasmetteva sensazioni positive ed era stata molto contenta che fosse stato proprio lui in persona a saggiare le sue capacità di combattimento: lo scontro non era stato per nulla amichevole, ma se lo era aspettato. Non aveva certo impiegato sette anni della sua vita in attesa di una prova di scarso livello anche se risentiva leggermente delle ferite riportate e che erano poi state curate. Nell'arena erano stati presenti tutti i cavalieri d'oro odierni, assieme a quelli passati, oltre al classico pubblico curioso e ai guerrieri minori. Poche le facce che realmente conosceva, ma non si era lasciata distrarre da nessuno, neppure dalla tensione che aveva percepito in Milo e Shura, nervosissimi all'idea di un possibile flop da parte sua.

"Siete molto gentile, credevo saliste anche voi per raggiungere la vostra dimora." Sapeva bene che il Sacerdote aveva i suoi alloggi al tredicesimo tempio e sperava che non trovasse fuori luogo quella frase; c'era una certa emozione nel salire le scale con una persona tanto importante, ma non avrebbe insistito nel caso avesse altro da fare. La strada la conosceva anche lei. Un sorriso da parte del suo interlocutore la rassicurò subito. "Certo, andiamo così potrò assicurarmi che sia tutto in ordine."
E iniziarono quella scalata. Mentre percorrevano la prima rampa le venne in mente il giorno in cui, tanti anni prima, l'aveva accompagnata personalmente; le sembrava di ricordare che avesse anche giocato allegramente con la sua tunica, una cosa che ora sia per l'età sia per il rango conquistato non si sarebbe azzardata a fare. Si fermarono poco dopo aver varcato la soglia della prima casa e Shaya sapeva perfettamente chi avrebbero incontrato: dalle tenebre non aggressive comparve infatti la figura di Kiki, avvolto nella sua dorata armatura. La ragazza pensò che dall'ultima volta che l'aveva visto fosse migliorato davvero tanto: aveva anche lui i capelli lunghi di quel colore a metà tra l'arancione e il rosso, e non era affatto brutto da guardare, come notò lasciando per un momento da parte il lato da cavaliere d'oro. Non aveva comunque perso la sua indole allegra perché prima di concederle di attraversare la dimora la abbracciò affettuosamente. Una volta che se la lasciarono alle spalle fu quasi convinta di aver visto Mu sorridere, forse pensando a quanto era cresciuto il suo fratello e allievo che ora doveva avere circa ventiquattro anni, se non si sbagliava.
"Un attimo solo, devo concludere questo tiro!" Alla casa del Toro, Shaya rimase completamente spiazzata: il cavaliere era concentratissimo in una partita di mini golf, in una delle ale posteriori della sua casa. Lo sentì sproloquiare qualcosa quando il tiro non andò a segno e si rese conto che due ragazze chiacchierine facevano da pubblico deliziato. Con un sorriso l'uomo, veramente enorme, si presentò dichiarando di chiamarsi Pedro e concesse senza indugi di attraversare la sua dimora, un po' imbarazzato per essersi fatto scoprire nel suo hobby preferito; la ragazza sorrise e, dopo alcuni convenevoli, lei e Mu continuarono la loro strada. Salì rapidamente la scalinata che portava alla casa di Gemini e, inaspettatamente, si bloccò.
"Non c'è più Kanon a guardia di questa dimora." Shaya rimase in silenzio dopo le parole di Mu, sconcertata all'idea di ricordare ancora vividamente l'incontro che aveva avuto con lui tantissimi anni prima. Non ne aveva mai parlato con nessuno, ma non l'aveva dimenticato, e non sarebbe stato neppure possibile visto che per molto tempo aveva dominato i suoi incubi di bambina più di chiunque altro; il fatto che fosse morto per difenderla l'aveva sempre profondamente turbata. Non voleva avere nessun debito con quel demonio: era comunque morto perciò scrollò la chioma turchina e si apprestò a continuare. Il nuovo cavaliere dei Gemelli si dimostrò felicissimo di incontrarla, lasciandola spiazzata. L'aveva visto assieme agli altri Gold in arena, ma non avrebbe mai pensato che quel giovane dalla faccia angelica fosse proprio Gemini; al contrario di tanti altri aveva i capelli relativamente corti, del colore del miele, e due bellissimi occhi verdi. Ora capiva perché le apprendiste facevano la fila per ammirarlo, e per essere addestrate da lui. Neppure a lei sarebbe dispiaciuto, anche se ne aveva sentite tante che le avevano invidiato l'addestramento con Shura. Una volta fuori sentì Mu parlarle. "Nessuno avrebbe scommesso su Azar. È nato e cresciuto sulla Death Queen Island ed era anche diventato un cavaliere nero... Si vantava di essere il nemico numero uno di Athena ed eccolo qui, dopo essersi redento. È forse il più caro alla nostra Dea, proprio per essere riuscito a diventare un uomo migliore, ed è sempre risultato fondamentale contro i nemici." La ragazza rimase completamente spiazzata perché mai avrebbe pensato di trovare un ex cavaliere nero al Santuario, ma non aveva nessun pregiudizio, non ne aveva motivo. Così come per il cavaliere del Cancro, un ragazzo africano dal modo di fare timido e impacciato: le ricordava - chissà perché - uno dei bambini che aveva preso in simpatia durante gli anni passati in Spagna ad allenarsi.
Alla casa del Leone incontrò uno dei figli di Aiolia, l'allegro Karan. Se lo ricordava, la prima volta che l'aveva visto col suo gemello maggiore, una coppia di scatenati: da quello che sapeva il fratello se ne era andato a Pechino a studiare, non avendo nessun cosmo da sviluppare. Sorrise, invece, davanti alle due statue buddiste della casa della Vergine. Non aspettò Mu per entrare, sapeva perfettamente chi avrebbe incontrato e infatti sorrise apertamente vedendo il ragazzo in posa da meditazione, la stessa che una volta era tipica di Shaka. "Eccoti qui, peste!" Esattamente come immaginava la finta meditazione era tutta scena per farsi trovare al proprio posto dal Sacerdote, ma alla vista della ragazza saettò verso di lei, abbracciandola e prendendola in giro come faceva sempre da anni; la ragazza notò che nel tempo in cui erano rimasti separati era notevolmente cresciuto, ora sembrava davvero il ritratto di Shura salvo per i capelli neri che erano un po' più lunghi. "Povero Shaka, sei riuscito a lasciarlo intero o l'hai annientato?" Shaya finse di provocarlo, ben sapendo che Micene era tutto quanto Shaka non sarebbe mai stato: allegro, irruento e, sopratutto, chiacchierone. Avevano trascorso insieme alcuni mesi, quando Shura era stato costretto a recarsi in missione e l'aveva temporaneamente affidata a Shaka, perciò nulla in lui la sorprendeva, anche se spesso si era chiesta in che modo l'asceta biondo fosse riuscito a trovare un punto di incontro con quell'allievo tanto dissimile. Non sapeva che, in fondo, lui aveva già avuto a che fare con Danae ai suoi tempi, ed era stato quindi preparato ai modi di fare del figlio.
"Pensi sempre male... tu piuttosto, non mi hai affettato il padre, vero? Ti ho vista prima, stavi scambiando il nostro Sacerdote per una zucchina, da come lottavi! “ Scoppiarono entrambi a ridere e anche il volto pacato di Mu mostrò un sorriso. La visita a quella dimora si prolungò di alcuni minuti, ma nessuno pareva avere fretta. Micene osservò la giovane amica annuendo."Sì, ti sta proprio bene l'armatura, ti si vedono bene tutte le forme, sono sicuro che Azar approva in pieno questo abbigliamento." La ragazza, punta sul vivo, rincorse il ragazzino appena più giovane di lei per tutto il suo tempio, fingendo di volerlo picchiare. A Mu, che li osservava divertito, piaceva l'idea che ci fossero buoni rapporti tra i cavalieri d'oro e non trovava un peccato che si comportassero anche in maniera infantile tra di loro: i tempi oscuri sarebbero probabilmente arrivati sempre troppo presto, meglio che si rilassassero finché ne avevano la possibilità.

"Anche da dietro la visuale è perfetta!“ Le gridò dietro l'irruente ragazzino mentre stavano già uscendo dalla sua casa, facendo scoppiare a ridere Mu mentre lei arrossì un po' vergognosa, decisa a vendicarsi alla prima occasione e a metterlo a sua volta in imbarazzo. La casa della Bilancia era occupata da un giovane di nome Deng, uno degli ultimi allievi di Dohko che era ancora in missione a Goro-Ho: sembrava quasi la copia filosofica del vecchio maestro e, per quanto lo trovasse simpatico, non si sentiva poi molto a suo agio con lui. Anche dallo Scorpione impiegarono solo il tempo necessario a salutare e attraversare la casa: Igor, l'allievo di Milo, era un tipo piuttosto irascibile e non aveva trovato nulla di interessante in lui, al contrario di tante ragazze che sembravano fare la fila per passare qualche notte con lui. Sicuramente era meglio lo zio Milo, mille volte.
"Buongiorno Alan." La ragazza aveva osservato il giovane dai capelli biondi che scendeva le scale, riconoscendolo come il custode della casa dei Pesci. Un tipo molto altero, silenzioso e poco incline a farsi vedere, che trascorreva molto tempo a specchiarsi nel suo laghetto circondato da rose; a Mu ricordava parzialmente Aphrodite, con la differenza che lui era stato meno chiuso e più disposto ai rapporti umani. Solo la mania delle rose e dello specchiarsi li accomunava. Shaya tacque mentre lui la ignorava palesemente, limitandosi a rivolgere un inchino a Mu e a proseguire nella sua discesa.
La casa del Sagittario era presieduta invece da un ragazzo molto atletico e chiacchierone, che si rivolse a Shaya in maniera amichevole e al Sacerdote con estremo rispetto. Shaya sorrise pensando di avere un vicino di Casa decisamente alla mano e su cui poter probabilmente contare. Kendeas si chiamava, e voci percepite in arena dicevano come fosse un lontano parente di Aiolos, seppur senza capire come potesse essere possibile.
"Eccoci, credo che abbia capito che stavi arrivando." La voce di Mu la riscosse e Shaya si rese conto che la casa del Capricorno era proprio di fronte a lei, imponente e maestosa, e che al suo interno vibrava una strana luce innaturale. Mosse qualche passo in direzione della bellissima statua di cui Shura le aveva sovente parlato, percependo un affinità senza precedenti, rendendosi finalmente conto che era arrivata alla meta finale: l'obiettivo era stato raggiunto, e pensare che per tanti anni era parsa una mera utopia. Il silenzio durò ancora parecchi minuti e Mu non lo infranse, lasciando che la giovane cominciasse a prendere consapevolezza della realtà che la circondava, a entrare ufficialmente nel ruolo che le era stato affidato - quello di proteggere quella Casa e Athena. Un ringraziamento da parte della fanciulla lo indusse a sorridere, e la fece rialzare vedendo che si era inchinata. "Non devi ringraziare me, io sono solamente un intermediario, hai fatto tutto da sola con l'aiuto del tuo maestro e hai raggiunto Athena. Sono sicuro che i tuoi genitori sarebbero fieri di te se ti potessero vedere... forse lo sanno già.“ La ragazza sentì alcune lacrime scenderle e ringraziò il cielo di essere riuscita a girarsi per non farlo notare, non voleva rendersi ridicola davanti a quell'uomo così importante. "Ora io proseguo, ti volevo solo informare che domani sera Lady Athena ha deciso di presenziare a un'opera teatrale e desidera che tutti i suoi cavalieri siano presenti. Non serve l'armatura, potrai vestirti come desideri..." La ragazza si inchinò nuovamente e il Sacerdote lasciò la guerriera sola nella sua nuova dimora mentre proseguiva la sua camminata verso il tredicesimo tempio.


Angolo Autrice


Il primo capitolo - come promesso - era un po' una sorta di riassunto. Mi sarebbe piaciuto narrare dell'addestramento di Shaya, ma in futuro ci saranno i flashback a risolvere la cosa. Era necessario arrivare a questo punto perché la storia entrerà davvero nel vivo dal prossimo capitolo.
La mia speranza é che siano tutti IC. Vorrei spendere alcune parole su quello che é successo:
- Shaya fisicamente é praticamente la versione femminile di Aphrodite(lol, già lui lo sembra XDDD) pertanto é bella. Lo so, é banale e scontato, ma non poteva essere diversamente. Non ho accennato a una maschera: ho osservato alcune immagini di Omega - che non guardo, non mi piace ma mi serviva una certezza - e in alcune le sacerdotesse non la portano. Pertanto l'ho eliminata, considerando che é ambientata nel 2002/2003 la Dea può anche avere deciso di modificare la regola, che personalmente ho sempre trovato troppo cruenta.
C'é un cambiamento quasi radicale da quando é bimba tenera e allegra, a come viene parzialmente traviata da Kanon.
- Kanon. Chi ha letto in anticipo il capitolo, lo aveva scambiato per Death Mask LOL sì, sono stata cattiva ma ricordiamoci che qui Kanon ancora non ha fatto danni, pertanto l'ho immaginato abbastanza simile a quello di inizio saga.
- I nuovi gold saints hanno tutti una storia, qui ne mancano un paio ma non importa, prima o poi spunteranno tutti. Ve li elenco per ricordarveli xd le età sono aggiornate ai 19 anni u.u dal prossimo capitolo, per capirci XD

Aries: Kiki (pg della saga, allievo di Mu), circa 28 anni
Taurus: Pedro (oc), 27 anni
Gemini: Azar(oc), 23 anni
Cancer: Danso(oc), 18 anni
Leo: Stafanas(oc, figlio di Aiolia e Marin), 18 anni
Virgo: Micene (oc, figlio di Shura e Danae - oc, silver del fiore di Jonne), 18 anni
Libra: Deng (oc, allievo di Dohko), 21 anni
Scorpio: Igor(oc, allievo di Milo), 21 anni
Sagitter: Kendeas (oc), 19 anni
Capricorn: Shaya(oc, figlia di Aphrodite e di Astrid - mia oc, sorella di Hilda e Flare di Asgard - allieva di Shura), 19 anni
Aquarius: André (oc, Gold Saint nel secolo 1200, giunto sino a noi per autoibernazione assieme a un nemico e risvegliatosi da una decina di anni grazie all'aiuto di Saori e Hyoga), 26 anni
Pisces: Alan(oc), 22 anni

Gold sopravvissuti:
Mu, Aldebaran, Aiolia, Shaka, Dohko, Milo e Shura.
Ricordo a tutti che ho graziato Shura al termine della scorsa storia, ed é lui ad addestrare Shaya u.u il risveglio di Excalibur é traumatico ma serviva una cosa del genere per intervenire.
Questo sarà utile più avanti: avendo eliminato Alberich di Megres nella storia precedente, qui sarà sostituito da un oc.
Ci sentiamo al prossimo capitolo, se avete voglia e tempo di lasciare un commento lo apprezzerò :=) ciao!


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Violet Tyrell