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Autore: Robin7    02/05/2013    5 recensioni
SPOILER IRON MAN 3!
Era la seconda notte che dormiva con Pepper. Brutto da dire, eh? Ma era la verità, perchè da quella disastrosa notte di Natale la sua fidanzata aveva il terrore di dormire insieme a lui. Altra cosa alquanto brutta... ma pur sempre verità: gli ci erano voluti giorni per convincerla a tornare in camera.
Piccola one-shot senza pretese, giusto per allentare la tensione dopo il film :3
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.When Nightmares Come.



Era solo la seconda notte che riusciva a dormire nello stesso letto in cui riposava Pepper. Brutto da dire, eh? Ma era la verità, perchè da quella disastrosa notte di Natale la sua fidanzata aveva il terrore di dormire insieme a lui. Altra cosa alquanto brutta... ma pur sempre verità: gli ci erano voluti giorni per convincerla a tornare in camera.

Era in momenti come questi che l'odio per Killian tornava a galla, così come il desiderio che gli venisse data ancora una possibilità, per riuscire a distruggerlo con le proprie mani, stavolta. Magari prima che si azzardasse a usare Extremis su lei. Perché era colpa di quello stupido coso se Pepper aveva così paura anche solo di sfiorarlo più del dovuto: credeva di poter diventare incandescente da un momento all'altro, e di ucciderlo – il tutto nonostante avesse ampiamente dimostrato di sapersi gestire molto bene, visto la fine che aveva fatto Killian. Ah, mai si sarebbe dimenticato una scena simile! Davvero troppo bella per buttarla via, pensò con un ghigno divertito.

Si girò sull'altro fianco, e prese a osservare la schiena della compagna. La luce debole che filtrava dalle finestre lanciava lunghe ombre nella camera e sui loro corpi. Il reattore Arc era coperto da una scura maglietta, che intrappolava quasi totalmente il suo bagliore. Ma nonostante la scarsa visibilità, Tony notò immediatamente i sussulti che scuotevano la donna.

Preoccupato, le si avvicinò con cautela, sussurrando il suo nome mentre la scuoteva dolcemente. Le mani di Pepper stringevano convulsamente il cuscino, contro il quale soffocava i gemiti; sembrava sorda ai suoi richiami.

Un brivido le attraversò il corpo, illuminandolo debolmente come braci sottopelle. Tony capì immediatamente cosa stava per succedere, e non poteva permettere che accadesse. Come lui non era riuscito a controllare la paura nel sonno, e aveva richiamato la MK 42, Pepper stava combattendo i propri incubi con l'unica arma di cui disponeva: Extremis. Con sconcerto Tony si accorse di come la scena che gli si presentava davanti – lui che cercava di destare Pepper da quei sogni angosciosi – fosse tanto simile a quello che era successo la sera in cui Aldrich era rientrato nella sua vita; stava vivendo un déjà vu a ruoli invertiti.

«Ehi, Pepper... tesoro, svegliati.» continuò a parlarle, mettendo in quelle poche parole tutta la dolcezza di cui era capace. «E' solo un incub...» ma non riuscì a terminare la frase. Nell'istante successivo si ritrovò a fissare gli occhi incandescenti di Pepper, che lo sovrastava, inchiodandolo al letto con il proprio corpo. Era stata sorprendentemente veloce.

Mentre un sottile velo di sudore cominciava bagnarli la schiena, Tony si perse nei suoi occhi, illuminati di rabbia, dolore e terrore; sgomento, cercò traccia della sua Pepper, ma non riuscì a scorgere nemmeno una scintilla del ceruleo sguardo che amava. Nel mentre, la manifestazione dell'Extremis illuminava brevemente i loro corpi e le lenzuola che li avvolgevano in disordine, diventando più forte di secondo in secondo.

Rimasero fermi così per quelle che parvero ore, prima che la donna si rendesse conto di aver aggredito quello che era solo il suo compagno; lasciò la presa sulle sue spalle, e rotolò sulla schiena, respirando affannata. Solo quando le delicate mani della donna si staccarono da lui, Tony si rese conto di quanto calde fossero; gli sembrava di sentirle ancora addosso, come dei fantasmi che sfioravano il tessuto della fine maglietta che lo copriva, arrivando a scaldare anche la pelle sottostante.

«Tony... » sussurrò Pepper, mentre la stanza tornava lentamente nell'oscurità. Senza farsi spaventare da ciò che era appena successo, le si fece nuovamente vicino, sfiorandole piano il viso. Non si aspettava di vederla allontanarsi di scatto, come se lei rimanesse scottata dal contatto. «No, Tony... non toccarmi, ti prego.» lo supplicò, alzandosi dal letto.

«No, non aver paura. Vedi?» la fermò, stringendole piano il braccio e facendola riaccomodare fra le ormai bollenti coltri. «Non scotti più.» affermò con un sorriso deciso; non gli sembrò il caso di dirle che gli aveva quasi ustionato le spalle poco prima. Pepper si lasciò andare, stringendolo – con cautela – e facendosi circondare dalle sue forti braccia. «Adesso calmati, tesoro, era solo... solo uno stupido sogno.»

I capelli morbidi gli solleticarono il collo quando la donna scosse la testa. «No, non dirlo...» sibilò. E nonostante la voce incrinata, l'uomo riuscì a cogliervi una nota di rabbia.

Le prese il viso fra le mani, facendo incontrare i loro occhi, in una muta richiesta di spiegazioni.

«Non dire che era "solo un sogno". Sappiamo entrambi che non era affatto solo un sogno.» continuò Pepper. «Era tutto vero.» asserì, spingendolo delicatamente via. Tony osservò la cautela dei gesti della donna – cautela che aveva avuto modo di notare anche nei giorni precedenti e che mostrava in particolare con lui – e non potè fare a meno di sentirsi una piccola bambola di porcellana, pronta a frantumarsi al minimo tocco. Era una sensazione nuova, che feriva il suo orgoglio; ma in fondo era una cosa molto dolce da parte di Pepper. Certo, lui aveva totale fiducia in lei, e sapeva che mai avrebbe permesso all'Extremis di ferirlo, perciò era anche una cautela eccessiva e inutile, dal suo punto di vista; ma allo stesso tempo dimostrava quanto la donna tenesse a lui.

«Credo che sia meglio che vada a dormire in...» cominciò lei, passandosi una mano fra i capelli rossi.

Ma questa volta Tony non le permise di fuggire, come aveva fatto per le notti passate. Sapeva perfettamente cosa sentiva in questo momento – c'era passato anche lui – e sapeva anche che era più facile scappare dai problemi, invece di affrontarli. « Oh no, piccola. Adesso vieni qui – la attirò di nuovo a sé – e ne parliamo. » continuò a sorriderle dolcemente, cercando di rassicurarla, finché non la ebbe di nuovo fra le braccia. «Quindi... cosa hai sognato?» le chiese, dandole un piccolo bacio sul naso. La frangetta calò sull'azzurro dei suoi occhi quando abbassò la testa, per poi scostarsi una volta che Pepper riprese a guardarlo negli occhi, mostrando due diamanti, lucidi di lacrime, sovrastati da un triste sorriso. «Non potremo solo... dimenticarci tutto? Tornare come prima di tutto questo?» gli chiese con voce incrinata dallo sconforto.

A malincuore scosse la testa, consapevole che dimenticare non era così facile come può sembrare. Eppure, in momenti come questi, pareva essere sempre la cosa migliore da fare. «Sai bene quanto me che non riusciremo mai a dimenticare. Non ora, non adesso che la cosa è ancora così fresca.» si costrinse a dire. «L'unica cosa che ora può aiutarti, è parlare.»

«Non mi sembra che tu sia corso a confidarti con me, dopo New York.» si difese Pepper. «Come puoi aspettarti che io riesca a parlarne ora?»

«Perché tu sei più forte di me. Sei sempre stata più forte di me, Pepper.» affermò, mettendo da parte l'orgoglio, per una volta. «Supererai anche questa, tesoro.» sorrise dolcemente.

La donna sembrò calmarsi un poco davanti alla sicurezza di lui, e Tony capì che stava cercando di credere alle sue parole. «Allora?» le diede un buffetto sulla guancia, riuscendo a farla sorridere. «Cosa non ti fa dormire?»

Il sorriso abbandonò le labbra di Pepper veloce così come era comparso e tornò a rifugiarsi nei malumori che la assillavano. «Non credo riuscirò a dormire tranquillamente prima che tu riesca a... sistemare il problema dell'Extremis. Ho bisogno di... chiudere, di mettere la parola “fine” a questa storia.» iniziò, facendo un respiro profondo. Tony non osò muoversi, per paura di fare una qualsiasi cosa che la facesse demordere dal confidarsi. «Quando Extremis è entrato in circolo, l'ho sentito prendere possesso di ogni fibra del mio corpo... lentamente, dolorosamente. Non ho mai sofferto così tanto in tutta la mia vita. Mai. Neanche credevo fosse possibile provare così tanto dolore.» le sfuggì un singhiozzo, e Tony la strinse di più.

Sapeva che prima o poi sarebbe crollata, certo. Ma la consapevolezza che sarebbe successo, non rendeva più leggera la cosa. Vederla così affranta, gli causava una sofferenza enorme. «Ho lottato, contro la paura di morire e contro la paura di perderti, nello stesso momento in cui non desideravo altro che porre fine a tutto quel dolore; anche se questo significava mettere fine alla mia vita.»

Pepper tacque, e Tony vide come i meravigliosi occhi della sua fidanzata cercavano con disperata attenzione la traccia della sua reazione alle parole appena pronunciate; forse si aspettava di vederlo arrabbiato – o deluso – perchè gli aveva appena confessato di aver preferito la morte a lui.

«Non devi sentirti in colpa. Non oso nemmeno immaginare quanto dolore possa averti causato l'Extremis.» cercò di confortarla. «E comunque, l'importante è che ne siamo usciti vivi entrambi, no?»

«Sì, ma per quanto? Non sai quante volte ho sognato di... di non riuscire a controllare questo stupido...» esitò.

«Potere.»

«Potere.»

Completarono la frase assieme, ma con l'unica differenza che Pepper pronunciò la parola “potere” con lo stesso tono con cui avrebbe detto una parolaccia. Era evidente quanto la cosa la disgustasse. O forse, pensò Tony, parla così solo perchè la terrorizza.

«Sì, potere. Ho sognato di non riuscire a controllarlo e di ucciderti. Stanotte, beh, ci sono quasi riuscita.» sospirò. Una lacrima sfuggi alle lunghe ciglia ma Tony si affrettò a interrompere la sua corsa, accarezzando la guancia ancora accaldata della compagna. «E' quello che hai sognato anche stanotte? È per questo che sei così agitata?» chiese, cercando di arrivare alla radice del male che tormentava Pepper.

«No, oggi ho... rivissuto tutto quello che è successo con Aldrich. Tony, come sono finita a ucciderlo? Killian era il Mandarino, e io l'ho ucciso! Sono sopravvissuta a Extremis, sono caduta fra le fiamme da un'altezza di sessanta metri... e come ho fatto a diventare l'eroina di turno?» chiese, stringendolo più forte. «Io... io sono solo Virginia Potts, niente di più. Sono... ero un normale essere umano. E invece ora la mia vita è stravolta.

«Io non sono pronta, e non sono la persona giusta per vivere in questo modo. Devo essere sicura di poter stare con la persona che amo senza rischiare di incenerirla per sbaglio.»

«Troverò una soluzione, promesso. Te l'ho detto: io... riparo cose.» sorrise, pensando all'eufemismo appena detto. Sì, perchè descrivere quello che era capace di fare con le sue doti con un semplicissimo “riparare cose”, era un eufemismo bello e buono. Ma faceva parte della sua falsa modestia, cosa che – ne era certo – avrebbe abbandonato solo a favore delle sue frequenti dimostrazioni del proprio ingegno, giusto per non dimenticarsi di essere principalmente un megalomane.

Ma quello era il momento di aiutare Pepper a sconfiggere una volta per tutte i propri demoni, perciò si ingegnò a cercare di calmarla. «Posso farti una domanda?» le chiese, ottenendo subito un assenso deciso. «Ti fidi di me?»

La donna annuì per la seconda volta. «Allora, se ti fidi di me, stanotte dormi tranquilla, perchè per domani avrò trovato la soluzione a questo casino.» promise, serio come mai lo era stato. E poi si concesse di baciarla, come la stessa Pepper non gli aveva permesso di fare nei giorni dopo quella disastrosa notte di Natale, fino ad oggi.

La troverò, Pepper. Troverò la soluzione e tornerai a essere la meravigliosa donna che amo.

Quella che Tony Stark aveva appena fatto, era una promessa alla sua fidanzata e anche a sé stesso. La promessa di riuscire a farla sorridere di nuovo, di permetterle di vivere in tranquillità, di farla tornare a essere la solita, meravigliosa Pepper.





Ricordavate le cose “brutte da dire”, inizialmente citate? Beh, seppur brutto da dire, quella notte Tony Stark non dormì con Pepper, per l'ennesima volta.

Dopo essere riuscito a tranquillizzare l'animo agitato della donna, si assicurò che si fosse assopita e sgusciò via dal letto.





La mattina seguente era pronto per ripararla.

Aveva trovato la soluzione.

Era pronto a mantenere fede alla promessa.



Angolo dell'autrice.

Ok, lo sto realmente facendo? Ma sì, mi butto! Pubblichiamo questa cosa strana.

Salve a tutti! È la prima volta che scrivo in questo fandom, perciò siate clementi :D

L'ennesima ff su Iron Man 3, neanche troppo originale. Ma è solo un piccolo sfogo – sfogo che tengo dentro dal 24 Aprile, giorno in cui mi sono catapultata al cinema come un razzo – che avevo bisogno di scrivere. L'ennesima proprio perchè tutti quanti siamo rimasti toccati – chi positivamente e chi meno – dal film, e tutti ci stiamo facendo i nostri viaggi mentali da quando l'abbiamo visto... o no? :D Personalmente lo considero un film stupendo, seppur carente di quel pizzico di Pepperony che rende tutto più bello :3 Mi sono accontentata di sciogliermi ogni volta che Tony l'ha chiama "tesoro" <3

Ah, tenete conto che io seguo solo i film di Iron Man – mai letto il fumetto – quindi non sono così esperta come invece alcuni di voi saranno. Non è scritta di getto... l'ho iniziata un paio di giorni fa e sono riuscita a pubblicarla solo oggi. Se devo dirla tutta, non sono proprio convinta di come è uscita, ma ripeto: questo è solo uno sfogo.

Allora, io aspetto di sapere il vostro parere :)

Alla prossima!

  
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