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Autore: TheSwordmaster    02/05/2013    7 recensioni
Hail to all folks!
E' con orgoglio che vi presento il primo capitolo della saga di "the pokemon genesis".
Il titolo parla chiaro, infatti questa sarà una versione un po' personalizzata di come sono andati i fatti all'esordio del pokemondo e non solo, che voi tutti conoscete e in questo primo capitolo verrà descritta la nascita del pokemon Alfa... eh sì, proprio Arceus!
In ogni modo spero voi possiate sentire, leggendo, quello che ho provato io scrivendo.
Buona lettura!
-TheSwordmaster
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Qualcosa turbò improvvisamente lo specchio d’acqua della quiete del Vuoto, del Nulla. Una quiete vergine e onnipresente, infinita e allo stesso tempo momentanea, inafferrabile alla vista, impercettibile all’udito, inconsistente al tatto, sfuggente al pensiero e che si oblia tra i ricordi, talmente imponente che niente avrebbe potuto corromperla…. Eppure qualcosa alterò bruscamente quell’equilibrio così perfetto, come un rumore graffiante che desta brutalmente un essere vivente durante un sogno piacevole e pacioso, in una maniera devastante e impercettibile contemporaneamente. Una scintilla. Un bagliore. Cosa potrà mai aver innescato quel cambiamento? Qualcosa ora riempiva l’opprimente vuoto che prima regnava sovrano, enorme e microscopica in contemporanea, poiché il Nulla non ha, né ha mai avuto dimensioni calcolabili da una qualsiasi unità di misura. Un Uovo. Una fonte da cui sarebbe nata una forma di vita, voluta dalla volontà del destino stesso, scritto con inchiostro irremovibile che immortala gloriosamente una parola : Inizio. Possibile che la Cosa che si celava sotto quel guscio… avrebbe potuto stabilire un “Inizio”? Nessuno sa se l’incubazione fu lunga o breve. Non esisteva Tempo. Un lieve mugolio, poi una piccola crepa, simile a un sottile graffito, apparve sulla superficie lucida e liscia del guscio dell’ Uovo……un’altra, e un’altra ancora, come i rami secchi di un albero spoglio in inverno. Un lieve tumulto e poi un fascio di luce filtrò attraverso le crepe irraggiandosi all’esterno in uno spettacolo incredibile, frutto dei riflessi di questa “luce” che mai aveva illuminato il tetro Nulla e che mai aveva rivelato il suo reale aspetto, comunque indefinibile, invadendone ogni angolo con il suo calore. Le pareti del guscio cedettero, andando in frantumi. Era successo, la creatura era nata. L’essere si accasciò a terra, stremato per lo sforzo compiuto, come un valoroso guerriero che dopo aver sconfitto il suo nemico, cade sfinito a terra, non per resa o sottomissione, ma per la gioia, per la consapevolezza di essere riuscito con coraggio e volontà, a superare un ostacolo apparentemente impossibile da superare, per il piacevole pensiero che il difficile è passato e ora può godere della gloria e riposo della propria anima. Aprì gli occhi e guardò innanzi a se, ma non riuscì a distinguere un paesaggio rilevante , solo il perpetuo Nulla. Esalò il suo primo respiro e poté avvertire l’aria scorrergli per le vie respiratorie prima entrando e poi uscendo, poté saggiarne l’odore, inclassificabile e inafferrabile. Tese le orecchie, ma non sentì altro che il ronzio del silenzio di tomba che gli opprimeva i timpani. La creatura provò allora ad alzarsi e dopo qualche tentativo fallito, finalmente riuscì a mettersi in piedi, poggiando timidamente sulle quattro zampe ancora barcollanti. Fu allora che si osservò per la prima volta: aveva dei colori chiari e notevoli rispetto al Vuoto dall’aspetto indefinibile che lo circondava: in prevalenza il corpo snello era di un Bianco luminoso; lungo la coda, le zampe e la testa, accese sfumature di Giallo si diramavano in grosse venature che sulla schiena disegnavano due esili ali a protuberanze; Grigi erano l’addome e il volto, sul quale spiccavano due piccoli occhi, luminosi come gemme dall’iride Verde prato e la pupilla Scarlatta come sangue. Volse gli occhi sopra di se con fierezza e con orgoglio , lanciò un potente grido, un grido di vittoria, che per la prima volta rompeva quel silenzio opprimente. Pensò a un nome: “Arceus”. Sì, quel nome era davvero perfetto, imponente e maestoso, che si addiceva perfettamente a lui; l’Essere Primordiale. E dentro di se comprese che quello sarebbe stato l’inizio del cambiamento, della nascita di ogni cosa e che solo lui stesso avrebbe potuto volerlo e realizzarlo. Continua…
  
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