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Autore: RurRK    02/05/2013    2 recensioni
A volte è normale non credere nell'amore. Soprattutto se ti ha fatto male. Ma un'amore può essere tanto forte da fartelo dimenticare? Kristen, ragazza di 17 anni con un sacco di problemi alle spalle e con una marea di problemi nella mente. Robert, ragazzo di 22 anni con un segreto enorme che gli pesa sulle spalle. Si incontreranno .. riusciranno a "guarirsi" a vicenda??
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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How To Save A Life


POV KRISTEN

“… Isteeenn … sveglia .. and … daaiii … su .. apro gli occ .. KRISTEN!”
Sospirai affranta, aggrappandomi maggiormente al corpo alla quale ero ancorata.
Caldo. Morbido. Profumato .. Robert.
Sorrisi inspirando quel profumo così buono, così invitante, mischiato a quello del caffè.
“KRISTEN, SVEGLIATI!! Su alzati che devi aiutarmi …”
Mugugnai strisciando le mie gambe contro la stoffa del lenzuolo. C’era qualcosa che non andava. Se ero stretta al corpo di Robert, così morbido e avvolgenteDove caspita erano le sue lunghe gambe contro le quali avrei voluto strusciarmi?? E le sue mani che fino a quel momento mi avevano tenuta stretta al suo petto? E … cosa più importante .. cosa ciappaciappa ci faceva mia madre qui??
Spalancai gli occhi allarmata, facendo leva sulle braccia issai di scatto la mia schiena ritrovandomi seduta sul letto con la faccia mezza sorridente (figurarsi .. guai a sorridere completamente, avrebbe potuto spaccarsi la mascella … madonna che allegria) di mia madre a un centimetro dalla mia.
Okkey waaait … Ho dormito attaccata a Rob .. nella mia stanza .. e mia madre .. quasi sorride?? Maccheccaz ..
“Buongiorno, siamo tornate dal mondo dei sogni??”
Mi stropicciai la faccia cercando di far funzionare i miei neuroni e con tutta la forza di volontà mi girai verso il corpo ancora immobile di Robert di fianco a me. Solo quando riuscii a mettere in funzione ogni sinapsi del mio cervello realizzai l’arcano motivo per il quale mia madre non stava urlando come una pazza furiosa.
Ma .. ma .. ma .. ma .. e Robert??
Quello che prima stavo stringendo spasmodicamente a me non era altro che un cuscino, quel cuscino sul quale avevo pianto tante di quelle lacrime che solo lui sapeva.
E il mio splendido ragazzo .. quasi ragazzo .. sieropositivo??
A quella parola il mi corpo ebbe un sussulto.
“Cosa c’è che non va?? Kristen ma stai bene?? Ti sono venuta a svegliare perché continuavi a mugolare nel sonno. E poi è tardi, oggi è la Vigilia. Su alzati ..”
Non ditemi che .. No. NO. Impossibile.
Mi passai entrambe le mani sugli occhi dandomi dell’imbecille da sola. Era stato tutto un sogno. Uno strano sogno. Uno strano, splendido, emozionante, dolcioso, da carie.. da censura .. sogno. Scossi la testa sorridendo e mi sforzai di far muovere le gambe, portandole a penzoloni giù dal letto.
“Mi alzo, mi alzo ..”
Madonna che voce roca. Ciao anche a te Cervy, mi eri mancato guarda.
“Ah Kristen ..” La figura già perfettamente in ordine di mia madre ora mi stava fissando dal lato opposto della stanza, appoggiata alla porta. La guardai socchiudendo un occhio per la troppa luce.
“Dimmi”
La vidi stringersi il grembiule grigio e bianco alla vita, evitando il mio sguardo.
“Questo Robert .. è lo stesso ragazzo soggetto di questi centinaia di disegni attaccati alla tua parete??”
Quasi mi strozzai con la saliva. Inizia a tossire cercando di non sembrare .. con scarso risultato .. strana o pazza. Cosa impossibile, soprattutto appena sveglia e con metà corpo che si rifiutava di collaborare. Una volta calmate le vie respiratorie, concentrai i miei occhi su quella che ora si stava piegando dalle risate.
Okkey .. è la Vigilia, ci sta .. ma MIA MADRE CHE RIDE .. CON ME?? E poi .. come cazzius clay faceva a sapere chi era Robert??
“Ehm .. co .. come fai .. cioè chi .. cosa .. dove .. lui .. no cioè .. si ..”
Una mano mi alzò il viso, ora bordeaux dall’imbarazzo.
Che cosa ti sta succedendo Kris?? Tu che ti fai vedere debole da tua madre? Le sue labbra rosse erano piegate verso l’alto, leggermente socchiuse.
“Shh, calma. Non mi ha detto niente nessuno. Solo sai, tu sta notte continuavi a ripetere ‘Robert baciami .. stringimi ..ti amo’ e ho collegato il nome al volto di questo misterioso e avvenente ragazzo dagli occhi blu e i capelli dorati”
I suoi occhi si illuminarono. Se possibile, il mio viso diventò ancora più rosso, mentre allontanai con un gesto lento ma deciso la sua mano dal mio mento. Vidi la sua sicurezza vacillare.
“Si beh .. non sono affari tuoi..”
La delusione scese sul suo corpo come un velo. Tutta l’allegria e la sua dolcezza svanirono, lasciando spazio alla solita Jules, quella fredda e decisa. Si alzò e camminando decisa verso la porta sussurrò “Sbrigati allora, oggi torna tuo fratello.”
Appena uscì dal mio campo visivo scossi lentamente la testa.
Era sbagliato ciò che facevo. Lo sapevo bene, forse benissimo.
Ma mia madre non doveva sapere. Non poteva sapere.
Dopo quell’incidente avevo deciso di escluderla letteralmente dalla mia vita, come lei aveva fatto con mio padre. Solo che io non avrei provocato incidenti. Solo un taglio netto. Secco. Lei era uscita dalla mia vita dal momento in cui mio padre era morto in quella macchina.
Eppure vederla così felice, così raggiante .. Sapevo che stava cercando di aggiustare i rapporti con me. La sua unica bambina.
Sapevo che tutte le volte in cui si nascondeva dietro alla sua facciata da avvocato glaciale e ultra professionale, in realtà stava male. Male per quella figlia tanto amata che le aveva voltato le spalle. Che la stava deludendo, che la stava escludendo.
Ma tutto per colpa sua. Non poteva biasimarmi. E questo la faceva stare peggio. Non avrei voluto farla stare così male. Ma era più forte di me. Al suo posto vedevo gli occhi di mio padre .. il suo corpo maciullato dall’incidente .. E tutto il senso di colpa spariva.
Scossi lentamente la testa avviandomi vero il bagno, non prima di aver accarezzato con una mano uno dei tanti disegni che ritraevano quelle labbra, quegli occhi, quel profilo che tanto avevo imparato ad amare. Quello stesso ragazzo che ora vedevo sotto un’altra luce. Quel ragazzo che avrei aiutato a guarire, anche se impossibilmente. Robert ..

“Kristen mi passi il sale??”
La voce dolce di mio fratello Cam mi arrivò alle orecchie, risvegliandomi dallo stato di trans nella quale ero caduta. Con tutta la calma del mondo allungai una mano verso il boccettino e lo feci finire nelle sue mani.
“Grazie .. madonna ma che hai oggi?? Sembra che ti sia lanciata dal letto con il piede sbagliato ..”
Storsi il naso e rivolsi il mio sguardo verso di lui. Walt, seduto vicino a me (non è stata una mia scelta spontanea ..) ridacchiò.
“Lanciata?? Casomai svegliata, imbecille..”
Lucy, la fidanzata di Cam, forse l’unica persona a parte mio fratello a essermi simpatica in quella stanza, colpì con la mano destra il collo di Cam facendomi sorridere leggermente. Lei mi rivolse un occhiolino di intesa mentre quel coglione di Cam si massaggiava la parte lesa fissandomi male.
“No lanciata, sai com’è .. bassa come sei, sarà stato un bel salto quello dal materasso al pavimento.”
Strinsi convulsamente la forchetta nel pugno, resistendo all’impulso di lanciarmi su di lui e iniziare una lotta con i fiocchi, come quelle che facevamo quando eravamo piccoli. A quei ricordi mi calmai, ricordandomi che per quanto Cameron facesse il deficiente, sia sempre stato la persona più importante per me.
Gli sorrisi e avvicinandomi alla sua guancia gli lasciai un bacio fra i peli ispidi della barba.
“Si decisamente .. sei lunatica. Sarà che è la Vigilia ..”
Scossi lentamente la testa e avvicinai la forchetta alla mia porzione ancora integra e fumante di lasagne.
“Mhh io penso che sia più che altro .. come hai detto che si chiama Jules .. ah sì. Robert. Sì credo proprio che tua sorella sia innamorata ..”
Il boccone di lasagne, che prima stavo contemplando, masticandolo piano e sconvolgendo le mie pupille gustative, mi finì di traverso. Mi portai la mano alla gola, iniziando a tossire come una matta, sentendo il viso infiammarsi e gli occhi lacrimare per il respiro che veniva a mancare. Le risate stridule di Walt e mia madre si unirono ai sospiri increduli di Cam e Lucy.
Alzai lentamente la testa, fulminando con gli occhi quell’arpia di mia madre e quello stronzo del suo ‘compagno’. Non dovevano permettersi, quelle erano robe mie. Solo mie. Non dovevano sapere ma soprattutto non avrebbero dovuto dire nulla. Stavo per rispondere quando la suoneria del mio cellulare mi distrasse dal discorso.
Tutti si bloccarono. Sbuffai cercando di sbollire la rabbia, mentre afferrai quell’aggeggio indemoniato e mi diressi fuori dalla stanza. Salii le scale tenendo stretta nella mano destra il telefonino o meglio, il vibratore e aprii la porta della mia camera. Prima di schiacciare la cornetta mi concessi di guardare chi fosse.
Numero sconosciuto. Uhm.
“Pronto..”
Ehm .. si ciao Kristen
Quella voce. Quel tono roco.
Deglutii agitata, sentendo nascere in me felicità, emozione, e timore.
Robert.


POV Robert

“Sicura che .. insomma ..”
Lizzie alzò gli occhi al cielo, mentre le figure di mia madre e mio padre insieme ad alcuni miei zii parlavano allegramente dall’altro lato della stanza.
E come tutti gli anni, durante le feste, io e le mie sorelle eravamo i soliti forever alone.
Tutto solo per causa di quella malattia. Quella malattia che sembrava non aver spaventato Kristen, ma sapevo che sarebbe stata questione di tempo prima di avere paura di me, come a tutti del resto.
“Robert, ti vuoi muovere a digitare quel cazzo di numero? Se è veramente convinta ti risponderà, chiedile di uscire e chiarirete con calma le cose sulla tua malattia. Ma stai calmo, mi hai detto tu che vi siete praticamente violentati nel vicolo.”
La sua mano si strinse attorno al mio braccio, che ancora reggeva il telefono. Sbuffai infastidito, spostando con la mano il ciuffo di capelli che mi era caduto sulla fronte.
“E’ proprio questa la mia paura .. che non sia convinta. Che durante la notte sia sceso Dio in persona a ricordarle cosa vuol dire sieropositivo. Che il buon senso le abbia detto di non fare cazzate .. Che ..”
“Se non la smetti giuro, la chiamo io e ti sputtano mandandole tutte le tue foto da piccolo vestito da femmina, Claudia. Sai che posso farlo .. sorellina
Vicky, comodamente appoggiata sul mio petto, mi fulminò con lo sguardo.
“Già, neanche quando eri Claudia ti lagnavi così tanto. Sei proprio una femminuccia ..”
Eehhh andiamo bene, pure Lizzie ci si doveva mettere. Datemi anche del gay già che ci siamo.
“Ah dimenticavo Rob, sei gay.”
Eccole là .. le mie amatissime sorelle scassa minchia.
Alzai gli occhi al cielo, pregando Buddha o qualsiasi altro Dio di ascoltarmi.
“Seh va bene ho capito. La smetto. Madonna santissima trinità del cielo e della terra .. adesso la chiamo contente?”
“SII CAZZO!!”
Le due arpie si scambiarono un cinque d’intesa, schioccando le loro mani a pochi centimetri dal mio naso. Strinsi le nocche resistendo all’impulso di lanciarle giù dalla MIA poltrona. Monoposto. Dove io mi ero seduto. Per cercare pace. E ora invece occupata da 3 persone. Due delle quali comodamente sedute. (No, io non faccio parte di quelle due persone)
Provai a muovere un braccio, cercando di farlo uscire dallo schienale. Appena trovai una piccola libertà di movimento, sbloccai il telefono sentendo lo sguardo curioso delle mie sorelle addosso. Alzai gli occhi al cielo mentre con il pollice selezionai il nome di Kristen dalla rubrica.
Dio.
Avevo i sudori freddi. Il cuore mi sobbalzò nel petto all’idea che lei non rispondesse scrivendomi che non voleva più vedermi. Niente poteva assicurarmi che non avesse aperto gli occhi sul significato di parola sieropositivo. Come niente poteva farmi essere certo che lei non volesse più vedermi. Deglutii agitato, sentendo le mie sorelle sospirare sulle mie spalle.
“Rob, Liz, Victoria .. è pronto il pranzo. Sbrigatevi, cosa fate lì impalati??”
La voce di mia madre ci scosse. Alzai la testa e puntai il mio sguardo verso il tavolo, dove mio padre era già seduto, a capotavola, con il suo solito falso sorriso rivolto ai parenti. Sbuffai infastidito, sentendo il mio stomaco chiudersi.
“Aspetta mamma, Rob deve fare una cosa.. vero fratellone?? Vaaai ..”
Lizzie mi spinse le spalle con la sua delicate manine da giocatrice di wrestling, costringendomi ad alzarmi dalla poltrona e dirigermi nell’altra stanza. I mormorii nella sala si fecero più forti.
Li odiavo ..
Voltai la schiena al tavolo, raggiungendo il corridoio, quando la fastidiosissima voce di mio cugino Aaron si levò.
“Chiami la fidanzata? Oh scusa è vero, tu non puoi averne ..”
Datemi la forza di non ucciderlo, qui, ora, davanti a tutti.
La sua frase scatenò una tempesta di risate da parte di mio zio, mio padre, e altri commensali.
Bastardi figli di … Calma Rob, ignorali, vedrai la loro faccia quando porterai a casa Kristen. Se mai lei vorrà ..
Sospirai appoggiando la schiena al muro freddo, sentendo le mie due sorelle e mia madre cercare di difendermi. Le mie donne .. Sorrisi, stringendo il pugno intorno al mio cellulare.
Dovevo chiamarla. Dovevo, era logico. Non potevo vivere nel dubbio. Non più. Ma se lei si fosse rifiutata di rispondere?? Del resto era la vigilia di Natale, magari voleva passarlo in famiglia piuttosto che stare a deprimersi sulla mia malattia. O magari, come chiunque avrebbe fatto, si era documentata e la paura aveva preso il sopravvento. O meglio, il terrore, l’angoscia di essere contagiata. Mi lasciai andare sul muro, strisciando con la schiena fino a quando toccai terra.
Dovevo chiamarla.
Dovevo.
Volevo
.
Senza pensare premetti il tasto chiama sotto al numero di Kristen e appoggiai il telefono all’orecchio. Il cuore accelerò i battiti. Il respiro si fece affannoso. Rispondi dannazione ..
Uno squillo ..
Due squilli ..
Tre squilli
.. Deglutii.
Orami era andata.
Strinsi le nocche fino a farle diventare bianche mentre i secondi passavano.
Quattro squilli.
Era logico che non avrebbe risposto. Sospirai, strizzando gli occhi. Mi sentivo una merda. Una totale e infinita merda. Mi passai la mano fra i capelli, scuotendo la testa. Avevo fallito, mi ero innamorato e ero stato gettato via. Tutto per colpa di quella cazzo di malattia. Il sangue fluì più velocemente, la rabbia si fece spazio in me.
Faceva male.
Molto male sapere che la persona che amavo non mi ricambiava perché spaventata.
Come se io fossi un mostro .. o forse ai suoi occhi ero proprio questo.
Il mio povero cuore perse dei battiti. Se solo avessi dato retta a me stesso, se solo non avessi accettato l’incontro .. Se solo ..
P..Pronto?”
Spalancai gli occhi. Nella mia testa riecheggiò la voce di Kristen. La sua splendida voce. Sorrisi come un deficiente.
“Ehm … si ciao Kristen. Sono .. sono Robert.”
Concentrati Rob.
La sentii sospirare lentamente e muoversi dall’altro lato del telefono.
Ciao Rob .. che .. perché hai chiamato?
Mi grattai imbarazzato il retro del collo, non sapendo cosa risponderle. Sembrava .. infastidita, e questo mi provocò una fitta al cuore.
“Volevo .. ecco io, se non vuoi .. fa nulla ..”
Mi abbandonai ancora di più contro la parete, fino a trovarmi completamente sdraiato a terra.
Non disturbi, solo .. stavo pranzando con i miei .. e .. non mi aspettavo la chiamata, pensavo .. non so .. che tu non ..Che io non?? Non volessi sentirla, vederla ..??
Mi irrigidii leggermente.
“Che io non volessi più sentirti?? Non ti fidi di me per caso??”
La mia voce sfiorava l’isteria. La sentii deglutire.
Non .. no è che..”
Strinsi le nocche incassando il dolore al petto. Che avesse paura di me e non volesse mai più vedermi??
Pensavo fosse stato .. ecco .. un sogno.”
A quelle parole sussurrate, quasi con timore, mi sciolsi. Sorrisi come un deficiente sentendola ridacchiare dall’altro capo del telefono. Dio, la sposo ora. Risi leggermente, appoggiando la testa al muro e puntai lo sguardo verso il soffitto. Il cuore sembrò volarmi nel petto.
“Nessun sogno cucciola, altrimenti saresti nel mio. Senti ti ho chiamato per .. vederci. Devo assolutamente parlarti di alcune.. cose che dovresti sapere su ..” La parole mi mancarono di bocca.
Sulla malattia?? Si .. lo so. Non c’è problema. Va bene anche oggi pomeriggio alle 3.”
Il mio corpo sussultò, accompagnando il sorriso che mi nacque sul volto.
Vuole vedermi, VUOLE VEDERMI!! Si Rob, adesso però rispondi.
“Ehm si .. va bene. Passo a prenderti. A dopo piccola ..”
Mi passai la mano sulla fronte sudata.
A dopo Rob .. ti amo.”
Non feci in tempo a connettere la lingua con il cervello che la chiamata venne interrotta. Non prima però di aver risposto “A-anche io ti amo.”

POV KRISTEN

Alle 2.59 ero ancora sotto la doccia.
Dire che era stata colpa delle domande insistenti di mio fratello e delle provocazioni di Walt era un eufemismo. Tutta la durata del pranzo (del quale non avevo assaggiato nulla, nemmeno le mie amate lasagne) passata a negare l’identità del misterioso interlocutore, con il quale avevo avuto una lunga chiamata piena di sorprese e finita la quale ero tornata al tavolo rossa in viso e completamente scombussolata.
Sfiderei chiunque a rimanere lucido quando, dopo essersi rese ridicole ammettendo i propri sentimenti, poco prima di staccare la chiamata, sentirsi ricambiare. Scossi la testa mentre passai l’asciugamano nei miei lunghi capelli neri.
E soprattutto se a ricambiarti era un simile Dio greco sceso in terra dall’Olimpo. Calma gli ormoni ragazza, sei in ritardo.
Posai l’asciugamano e afferrai la matita nera.
E se .. dopo averti parlato della malattia mi lasciasse?? Se decidesse che tutto questo è troppo da sopportare per lui?? E se ..
Scacciai dalla mente quei pensieri sentendo il campanello suonare. Sgranai gli occhi.
OHCAZZO.
“KRISTEEN, E’ PER TE!”
La voce maliziosa/arrogante di mia madre mi arrivò alle orecchie mentre cercai di coordinare il mio equilibrio per truccarmi e contemporaneamente pettinare la massa informe che mi trovavo in testa.
“ARRIVOO!”
Spensi la luce, non prima di essermi osservata l’ultima volta allo specchio. Capelli sistemati a random, maglietta sgualcita bianca con tagli sulla schiena a forma di teschio, pantaloni neri di pelle, le mie amate converse ai piedi (anche con la neve), giubbotto impermeabile di 4 taglie più grande e matita nera sbavata stile panda.
Autostima livello .. Sottoterra.
Spensi la luce e mi lanciai sulle scale.
“KRISTEEEN!”
Il richiamo di mia madre mi arrivò di nuovo.
“Eeeh un attimo, non sono Bolt”
La borsa con sigarette, accendino nuovo (perché l’altro l’avevo rotto lanciandolo al gatto demoniaco della vicina) e fazzoletti era già pronta, attaccata all’attaccapanni, vicino alla porta aperta. La figura di mia madre, grigia e di spalle, era ritta di fronte alla porta, e sopra la sua testa sporgeva, di circa 10 centimetri, un ciuffo biondiccio di capelli, sormontati da un paio di occhiali da sole. Appena sentirono i miei passi, mia madre si voltò verso di me, rivelando la figura paradisiaca di Robert.
Dire che quasi svenni alla vista era poco. E pensare che quel ragazzo mi amava ..
“Kristen, questo ragazzo, Robert, mi ha detto che uscite. Beh divertitevi ..”
Solo io avevo notato la freddezza e l’enfasi che aveva messo sul suo nome??
Non ci feci troppo caso. La cosa che ora mi premeva di più era appoggiare le mie labbra su quelle che ora erano tirate in uno splendido sorriso che gli illuminava il volto. L’ultima cosa che sentii fu la porta chiudersi alle nostre spalle.
Non feci in tempo ad aprire bocca che fui trascinata nel retro di casa.
Macche ..”
Fui zittita da quello splendido paio di labbra sulle mie. Mi abbandonai letteralmente, alzandomi sulle punte e ancorando le mie braccia attorno al suo collo, per non crollare a terra svenuta. La sua lingua al sapore di menta incontrò la mia e nella foga del loro intreccio andai a sbattere contro il muro. Ansimai ripetutamente mentre le mani calde di Rob afferrarono i miei fianchi guidando il mio bacino verso il suo.
Caldo.
Fuoco.
Luce
.
Solo quando sentii l’ossigeno venirmi a meno, fui costretta a staccarmi.
“Ciao ..”
Voce roca. Voce roca di Robert nell’orecchio. Fatemi morire. ADESSO.
“Scusa l’irruenza ma non vedevo l’ora di farlo. Spero di non essere stato troppo avventato.”
Le sue guancie arrossate dal freddo e dall’eccitazione erano velate dalla barba, leggermente più lunga di quello che ricordavo. Seguii il profilo del naso fino a raggiungere gli occhi azzurri, illuminati dal riflesso del sole sulla neve. Deglutii cercando di riprendere conoscenza.
“N-non ti preoccupare .. Hai fatto benissimo.”
Ridemmo entrambi, staccandoci dall’abbraccio.
“Bene mademoiselle, che ne dice se andiamo in un posto più riservato e dove possiamo riflettere con più calma?” Sospirai afferrando la mano che mi porse. “Andiamo..”

...


“E così .. che ti sei ammalato quindi..”
Il silenzio cadde su di noi, mentre seduti sulla panchina dove mi aveva trovato il giorno prima, sorseggiavamo una bella cioccolata calda. Vidi le sue labbra incresparsi attorno al bicchiere alla parola malato.
“Si, te l’ho detto. Il preservativo si è rotto. Non avrei mai pensato di .. che capitasse a me. Eppure è successo. Insomma mi ha rovinato l’intera esistenza, e di conseguenza quella di tutta la mia famiglia.”
Strinsi le nocche stringendo le mani attorno al bicchiere caldo.
“Ancora non capisco come possano odiarti, non è colpa tua .. Voglio dire, potevi saperlo??”
Sorrise amaramente, fissandomi dritto negli occhi.
“Non potevo saperlo, ma potevo evitarlo. Comunque orami sono abituato agli insulti, alle occhiate di disgusto, anche da parte di mio padre. Non siamo mai andati d’accordo.”
Mi gelai completamente, ricordando la figura di mio padre che, abbracciandomi teneramente, mi sussurrava di volermi bene. Una morsa strinse il mio cuore, ma cercai di non darlo a vedere. Portai il mio sguardo su una coppia di anziani dall’altro lato del prato, che camminavano a braccetto nella neve. Rimanemmo in silenzio per un po’, sorseggiando la cioccolata e tenendo le mani intrecciate.
Ad un tratto sentii la sua mano destra sfiorarmi il collo. Mi voltai verso di lui, scorgendo il suo sorriso, ora più rilassato di prima.
“E’ per questo che .. ecco .. mi ero allontanato. Non volevo metterti in pericolo. Capisci anche tu che basterebbe un altro errore come quello che ho fatto 4 anni fa per attaccarti la mia malattia.”
L’angoscia gli sfigurò il volto. Mi girai verso di lui, fissandolo negli occhi.
Sapevo a che rischi andavo incontro.
Me li aveva spiegati.
Mi ero documentata.
E per quanto avessi paura non avrei mai rinunciato a stare con lui, a costo di mettere a rischio la mia vita ogni secondo.
“Ma nonostante tutto, Dio, io vorrei stare con te. Mi sono .. innamorato. Pazzamente. Intensamente e tutti gli avverbi che vuoi. Non ho mai conosciuto una ragazza così, testarda, libera, fiera .. e soprattutto bella come te. E .. ah mi sento uno stupido adolescente con gli ormoni a palla. Mi è sempre stato facile ignorare le ragazze, ci uscivo perché obbligato da Lucas e Tom, ma nessuna di loro .. era te. Nessuna. Non ti conoscevo, ma sapevo già cosa volevo.”
Sospirò, portando la mia mano all’altezza della sua bocca e la baciò. Le farfalle presero a volarmi nello stomaco.
“Ascoltami, io non so se ce la farò. Ma posso provare. Possiamo provare insieme. Ma solo se tu te la senti. Saresti disposta a .. rischiare la vita per me?”
Sorrisi puntando il mio sguardo nel suo.
“Si”
“Potrei attaccarti la malattia per uno stupido errore, e non me lo perdonerei mai.”
Sospirai.
Non mi importa.”
“Potrei peggiorare, tanto. Potrei aver bisogno di stare all’ospedale per mesi sotto controllo.”
Strinsi la sua mano.
“Posso farcela”
Scosse lentamente la testa sorridendo.
“Potrei morire .. nel peggiore dei casi ..”
Un dolore sordo all’altezza del petto mi fece sgranare gli occhi.
All’immagine di mio padre, freddo e insanguinato a terra ora si aggiungeva il corpo di Robert, privo di sensi e completamente immobile. Tolsi la mano dalla sua e la poggiai sulle sue labbra.
“Non dirlo nemmeno per scherzo ..” La  voce mi mancò per un momento.
Puoi guarire ..”
“No che non posso. Potrei ammalarmi maggiormente, ma non guarire. Kristen è una fregatura. Non voglio farti stare male, non più”
Mi alzai in piedi puntandomi di fronte a lui. Afferrai il suo viso portandolo all’altezza del mio.
“Ascoltami bene Pattinson, ti amo. Voglio stare con te. Voglio tutto ciò che puoi darmi. Piacere, dolore, felicità .. E correremo rischi, ma non me ne importa. Non pensare a me, pensa a noi. Dopo quello che abbiamo passato, non credi che meritiamo un po’ di calma?? Non pensiamo al futuro, alle complicazioni .. Viviamo, al momento. Ti prego.”
Posai un bacio sulla sua guancia destra.
Posso salvarti.. i medici possono.”
Lui rise leggermente, facendomi sedere in braccio a lui. Con una mano scompigliò i miei capelli ridendo
“No piccola eroina coraggiosa. Nessuno può salvarmi. Non fisicamente. Però tu sai come salvare la mia vita.”
Un punto interrogativo si formò sulla mia fronte.
Amami Kristen Jaymes Stewart, baciami, stringimi. Pronto per le manette, sono tuo prigioniero*
Sorrisi come un ebete vedendo le sue mani strette intorno ai miei polsi. Mi lanciai su di lui, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
“Ti amo già Pattinson..”
Sentii il suo volto tendersi in un sorriso.
“Intendo, sta con me. Diventa la mia ragazza. Non garantisco nulla, sono una frana con queste cose. Ma ti voglio. A costo di passare giornate intere sotto casa tua implorandoti. E ti amo.”
Fu il mio turno di ridere. Mi sollevai, portando il mio viso vicinissimo al suo. Strofinai il mio naso freddo contro il suo piatto e gelato, avvicinando le mie labbra alle sue. Lo bacia teneramente a stampo, sentendo di nuovo le farfalle scuotermi le viscere.
“Devo interpretarlo per un sì?”
Il suo tono era ironico.
“Direi di sì Pattinson, direi di sì”

 
*Frase tratta da Twilight vghchbmsdc *-*

LO SO. Lo so.. ne sono cosciente.
Sono mesi e mesi che non pubblichiamo. Dio non so neanche io cosa sia successo.
Fra gite, vacanze, verifiche, studio, amici, problemi e blocco dello scrittore, io sottoscritta, Melas, soprannominata Mèlush, nel pieno (o quasi) delle mie facoltà mentali e fisiche, sono riuscita finalmente a pubblicare questo schifo di capitolo ù_ù

Ce l’ho fatta finalmente cazzius clei.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno (se ancora ci saranno D:) e coloro che lasceranno una recensione. Sappiate che la colpa è solo mia, non c’entra nulla Elys, lei è innocente :’33

Prendetevela con me. Me ne assumo la colpa. Detto questo, me ne vado. Il prossimo capitolo arriverò prima, giuro. Ciaaaoo
Alla prossima
Melas
;)
 
  
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