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Autore: Blooming    02/05/2013    9 recensioni
Sarah, dopo aver superato il Labirinto di Jareth si trova faccia a faccia con lui, il Re di Goblin.
“Dammi il bambino.” Disse Sarah cercando di mantenere la foce ferma, lo fissava dritto negli occhi.
Lui mosse un passo nella sua direzione
“Sarah bada a te.” Un altro passo e le fu accanto “Sono stato generoso fino a questo momento ma so essere crudele.”
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il tuo sguardo ha acceso nel mio cuore
quel raggio pieno di presentimenti,per ammonirmi ogni ora
che sono in tuo possesso.
(Il tuo sguardo - Gabriel Garçia Lorca)


 

Sarah guardò il mondo intorno a se distruggersi, il Labirinto si disfaceva sotto i suoi piedi, il cuore saltò un battito quando lo vide, alto, pallido, i capelli biondi che ricadevano selvaggi sugli occhi insoliti e ammalianti, le labbra sottili e curve in un sorriso malizioso, la fissava con aria superiore, come se sapesse già tutto
“Dammi il bambino.” Disse Sarah cercando di mantenere la foce ferma, lo fissava dritto negli occhi.
Lui mosse un passo nella sua direzione
“Sarah bada a te.” Un altro passo e le fu accanto “Sono stato generoso fino a questo momento ma so essere crudele.” La voce ferma e il tono autoritario.
“Generoso?” Sarah lo guardò piena di rancore per tutto quello che aveva fatto “Che cosa hai fatto di generoso?”
La voce di Jareth si incrinò, l’irritazione saliva, si sporse a guardarla
“Tutto! Tutto!” riprese la calma di se stesso “Tutto quello che hai voluto io l’ho fatto.” Le girò attorno come un rapace con la preda “Tu hai chiesto che il bambino fosse preso e io l’ho preso.”
Sarah lo guardava quasi stregata, lui riprese il suo discorso “Tremavi davanti a me e io mi facevo terrificante. Ho sovvertito l’ordine del tempo e ho messo sottosopra il mondo intero. E tutto questo io l’ho fatto per te.” Prese una lunga pausa, si fermò, la guardò in quegli occhi verdi così brillanti, il tono di voce si fece più malinconico “Sono stremato da vivere in funzione di quello che ti aspetti da me, questo non è generoso?”
Sarah prese il coraggio di dire quelle parole che tanto aspettava di dire e porre fine a questa crudele danza
“Tra rischi indicibili e traversie innumerevoli, ho superato la strada per il castello oltre la città di Goblin.” Si avvicinò al Re, fronteggiandolo con il proprio coraggio “La mia volontà è forte quanto la tua e il mio regno…”
Prima che potesse terminare la frase, Jareth la fermò con un gesto della mano
“Basta!” c’era una punta di terrore della voce del Re di Goblin “Aspetta!” ora la voce si fece melliflua e seducente “Guarda Sarah, guarda quello che ti sto offrendo.”
Con un semplice gesto delle dita fece apparire un sfera di cristallo splendente
“I tuoi sogni.” Sapeva benissimo come incantare quella giovane ragazza di appena quindici anni. Sarah prese fiato, lo fissò, gli occhi verdi puntati sui suoi.
“E il mio regno altrettanto…”
Sarah riprese a camminare davanti a Jareth che indietreggiò, sempre sicuro di se e con la sfera tra le dita
“Ciò che ti chiedo è così poco. Lascia solo che io ti domini,” tentava la ragazza come il serpente tentò Eva “e potrai avere tutto quello che desideri.” La guardò sicuro di aver colpito la sua mente.
Sarah non riusciva a trovare le parole, le si erano perse nella mente, tutto era perduto, ripeteva le parole ma la frase per sconfiggere definitivamente quel mostro non la trovava, Jareth la guardò con pietà, le portò agli occhi la sfera dei desideri
“Non hai che da temermi, amarmi, fare ciò che io ti dico e io diventerò il tuo schiavo.”
Sarah abbassò lo sguardo, il cervello le cominciò a frullare vorticosamente, cosa doveva fare? Accetta
Salvare suo fratello! Quello era da fare. Ma l’idea di accettare quella allettante proposta di Jareth era assai difficile da dimenticare, non doveva far altro che accettare, farsi dominare da quell’essere così tenebroso, così affascinante.
Jareth aspettava silenzioso una sua risposta, sapeva di aver fatto breccia nel piccolo fragile cuore mortale di Sarah.
La ragazza corrugò la fronte, lo sguardo perso “Toby”, pensava al fratello, quel piccolo essere umano che le aveva procurato tanti guai, non poteva lasciarlo trasformarsi in uno gnomo verde e gridante ma non voleva rinunciare alla vita nel castello del Labirinto, non con Jareth, voleva vivere con i suoi amici Hoggle, Ludo, Sir Didymus, pensò a loro, non poteva lasciarli soli
Non puoi vivere senza di loro
“Accetto!” la voce incrinata
Jareth sorrise
“Mi lascerò dominare, ti temerò ma non ti amerò, amerò il Labirinto, i miei amici, ma non te.”
Jareth alzò il sopracciglio, gli occhi gli si illuminarono, c’era riuscito, l’aveva avuta. Sarah continuò il suo discorso
“Rimarrò qua con te, nel tuo castello ma tu libererai Toby, lo riporterai nella sua culla e farai si che tutti coloro che hanno avuto contatti con me non mi ricordino, come se non fossi mai nata, tutti proseguiranno la loro vita così non soffriranno della mia mancanza.”
Il Re di Goblin la fissò crudele
“E se non volessi portare indietro il bambino?”
Sarah che si era preparata in anticipo la risposta aspettandosi la risposta precedente, con voce ferma e sicura rispose
“Allora me ne andrò, ti sconfiggerò e prenderò Toby con me e tu rimarrai solo!”
Jareth sorrise malizioso, senza dire niente scomparve, tornò con Toby in braccio
“Saluta il tuo fratellino mia preziosa, per sempre!”
Sarah prese in braccio il bambino, gli baciò il piccolo naso
“Addio Toby! Non ti ricorderai di me quando tornerai a casa, ti porterò sempre nel cuore.” il bambino le strinse i capelli nel piccolo pugno “Ti verrò a trovare qualche volta…”
“Oh no, non lo farai! Non ti allontanerai dai confini del Labirinto, non senza di me, mia cara e stai certa che non ti sarà facile lasciare il mio regno.”
Sarah abbassò remissiva lo sguardo, Jareth si avvicinò, prese il bambino tra le braccia.
“È tempo di andare! L’ultimo bacio al marmocchio, mia dolce Sarah.”
Sarah accarezzò le guancie del fratellino, Jareth con un semplice gesto del polso, creò una sfera di cristallo, la lanciò davanti a se. La sfera si aprì formando un portale nella camera da letto di Karen e di suo padre, Jareth attraversò il confine invisibile da un mondo all’altro ed entrò nella stanza, posò il bambino nella culla, con uno schioccare delle dita lo fece addormentare poi sussurrò qualcosa al vento che trasportò quelle parole, in tutta la casa scomparvero le foto di Sarah, ogni singolo frammento di lei, della sua presenza, si cancellò, la sua camera si svuotò, lasciando soltanto un letto vuoto, una camera mai vissuta.
Il Re di Goblin tornò in pochi minuti. Sarah era rimasta immobile, pietrificata nel vedere tutto di lei svanire –una bolla di sapone.
Jareth gli si mise accanto, avvicinò le labbra al suo orecchio, lo sguardo di Sarah perso nella desolazione del vuoto di quel mondo, lui sussurrò con voce suadente e quasi irrisoria
“Ora sei mia!”
A Sarah crollò il mondo addosso, come aveva potuto proporre un patto così stupido, come aveva potuto pensare di farsi dominare da un essere così spregevole, cosi bello, così oscuro, così… così bello, maledettamente bello. Ma non avrebbe mai accettato di amarlo, non dopo tutto quello che le aveva fatto passare.
Lui le scostò dal volto i capelli
“Come sei bella con la disperazione negli occhi.”
Avvicinò le labbra alle sue, si toccarono, le bocche si unirono in un bacio freddo e senza passione, le lacrime rigarono le guance di Sarah.
Sei stata veramente una stupida.

   
 
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