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Autore: HildaGreen    03/05/2013    4 recensioni
"Ginocchia alte, petto in fuori, sguardo che punta sempre in alto… si, era perfetta!
Si fermò in cima alle scale, guardò la Shibusen, sicura che l’avrebbe fatta cadere ai suoi piedi, dopotutto, cos’era impossibile per lei?
Respirò a fondo, poi si avviò verso l’entrata a passo sicuro, facendo ondeggiare i lunghissimi capelli azzurri, dei ciuffi legati in una piccola treccia accanto al viso, adornato da un fiorellino rosso.
Inoltre, i capelli non erano la sola cosa a muoversi… Ai ragazzi l’occhio cadeva sempre lì, sui suoi grandi seni, sempre in vista, dopotutto, perché nascondere una simile bellezza?
Sembrava una ragazza come tante… finché non le parlavi."
Ecco a voi l'arma più potente e bella (ed egocentrica...) di tutta la Shibusen!
Avete indovinato chi è?
Ovviamente l'adorata figlia di Black Star!
Si chiama Sora e, come i suoi amati genitori, dovrà fare i conti con kishin, bulli e streghe, ma la sfida più grande per lei, sarà l'amore!
Intanto la Shibusen, tredici anni dopo la sconfitta del primo Kishin, si prepara a combattere una nuova guerra.
Come andrà a finire?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Death the Kid, Liz Thompson | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Stelle non sono niente senza Cielo!'
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Le lacrime di Eis


-Credevo fossi morto, dannato bastardo!
Sora alzò lo sguardo su di lui e stentava a riconoscerlo, non aveva mai visto uno sguardo tanto furente nei suoi occhi.
-Eis...
-Chi è? La tua ragazza?- Chiese l’uomo.
Il ragazzo strinse i denti. -Smettila di cambiare argomento e di che ci fai qui!
-Sono venuto fino qui per cercarti- disse l’uomo -E rimediare per ciò che è accaduto...
-Come se fosse vero!
Eis scattò in un impeto d’ira, ma Sora la trattenne per la vita. -Eis! Lascialo parlare!
Eis si liberò, facendola cadere a terra. -Come puoi dire un cosa simile per sapendo cosa ha fatto?
In quel momento, il cuore di Sora si fermò e il fiato le si era bloccato in gola, Eis faceva paura.
-Non c’è alcun bisogno di prendertela con lei.
Il petto del ragazzo vibrò. -Forse non è così male che tu sia qui...
Sora vacillò quella vista, Eis stava davvero... sorridendo?
-...perlomeno, adesso potrò ucciderti io stesso.
Il meister si voltò di nuovo verso il padre.
Sora, ancora a terra, deglutì, i suoi muscoli erano paralizzati.
-Stammi lontana- le intimò Eis.
L’uomo era rimasto impassibile e continuava ad avere la stessa espressione anche mentre Eis gli si avvicinava.
L’uomo si lasciò colpire da un pugno e cadde a terra. Eis si mise a cavalcioni su di lui e continuò a sferrargli dei colpi.
Sora ne sentiva i rumori e i lamenti sommessi e si stringeva nelle spalle. Si alzò in piedi, disubbidendo così all’ordine di Eis, in quel momento non sapeva come avrebbe potuto reagire. Non avrebbe mai voluto vedere quel lato di Eis.
-Adesso basta!- Gridò, osservando il viso dell’uomo imbrattato di sangue.
Eis continuava a colpirlo senza ascoltarla, guidato solo da una furia cieca.
-Così finirai per ucciderlo!
-È quello che voglio!
A quelle parole, Sora sentì le ginocchia cedere. -Non puoi ucciderlo, non si sta neanche difendendo!
-Dovrei mostrare pietà?- Eis si fermò con il pugno sospeso e gli occhi fissi in quelli del padre.
-Quella che lui non ha avuto con mia madre.
Il suo pugno colpì di nuovo.
-Perciò tu adesso ti stai comportando esattamente come lui!
Sora aveva iniziato a scoraggiarsi, quello era anche il suo ultimo tentativo, dato che la voce l’aveva abbandonata dopo quel grido.
Il ragazzo si fermò ancora con lo sguardo perso nel vuoto. -Ma... ma lui ha ucciso mia madre... per cui...
Sferrò ancora un colpo, questa volta contro il terreno. Da sempre aveva detto di non essere come quell’essere ripugnante ed ora aveva finito per comportarsi come lui, proprio davanti agli occhi della ragazza che amava.
Eis si alzò in silenzio, senza neanche rivolgere lo sguardo verso la sua arma e si avviò verso le scale.
-Non farti mai più vedere a Death City.
Il ragazzo continuò a scendere le scale, mentre Sora restò ancora qualche secondo là ad osservare l’uomo per poi seguire Eis in silenzio.
Era scesa la notte mentre si dirigevano verso il loro appartamento. Eis non aveva detto più una parola e la sua arma lo seguiva a distanza.
Sora non capiva se avrebbe dovuto parlargli e cosa dire e  continuò a tormentarsi per tutto il tragitto, non si accorse neanche di aver salito tutte le scale che portavano al loro appartamento.
In camera, Sora si infilò il suo pigiama rosa e restava con lo sguardo fisso verso il pavimento mentre se lo abbottonava e non faceva caso al fatto che lo avesse messo tutto storto.
Levò i lunghi capelli da sotto il pigiama e la luce si spense improvvisamente.
Si voltò mentre Eis, appena entrato, chiudeva la porta ma non riusciva a decifrare la sua espressione al buio.
-Eis!
Quel nome affiorò violento sulle sue labbra, non riusciva più a trattenersi.
-Non guardarmi!
Sora si bloccò di nuovo e, alla pallida luce della luna, riuscì a distinguere una lacrima scivolare lungo la sua guancia.
Il ragazzo si passò una mano sul viso e Sora sentì una stretta al cuore e la sua incertezza si dissipò in nell’oscurità.
I suoi passi risuonarono contro il pavimento e si facevano sempre più veloci. Sora lo abbracciò e sentì le lacrime ricadere sulla sua testa e scendere lungo i suoi capelli, in quel modo, non lo avrebbe visto in volto.
Lo aveva lasciato da solo. Avrebbe dovuto fare così fin dall’inizio, come aveva potuto aver persino paura di lui?
Eis scivolò a terra e Sora fece lo stesso, continuando a stringerlo al suo petto.
-Io sono come lui...
Sora appoggiò il viso sui suoi soffici capelli.
-Non lo sei affatto e... mi dispiace per averti detto una cosa tanto cattiva.
Eis la strinse a sé e bagnò la sua spalla con le proprie lacrime. -Tu mi hai salvato dal diventare come lui.
Con le dita premette così forte sulla sua pelle facendole quasi male ma non se ne rese neanche conto. In lui era nata una forza nuova. Se quell’uomo avesse osato tornare, non gli avrebbe permesso di avvicinarsi a Sora
.



Finalmente ce l'ho fatta a pubblicare un altro capitolo! l'ho scritto ieri sera solo perchè avevo troppo poco tempo per fare altro e per fare questo capitolo più lungo, avrei voluto ampliare la parte finale.
La buona notizia è che ho già iniziato a scrivere il prossimo capitolo e che stavolta lo pubblicherò prima, spero poi di riuscire ad aggiungerne almeno uno al mese
Mi chiedo quanto ci vorrà ancora per terminare questa storia, ci sono tre streghe, Ahti, il kishin e un altro misterioso nemico da battere e non mi sono dimenticata di Black Star
Io non vedo l'ora di terminare questa fan fic, così potrò cominciare quella con protagonisti Hias e Mirai, la loro storia mi piace molto di più
mi scono dilungata troppo, ma voglio usare qualche altra riga per scusarmi con i miei lettori per il mio ritardo
Alla prissima
WhiteKitsune
 
  
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