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Autore: telesette    04/05/2013    1 recensioni
[Le Nuove Avventure di Robin Hood]
Sulle prime Marion sembrò incerta, completamente immobile all'iniziativa del compagno, tuttavia un istante dopo stava già rispondendo con passione evidente a quel bacio.
Era ciò che desideravano entrambi, un desiderio reciproco nato dall'amore che provavano l'uno per l'altra. Da bambini si erano scambiati una solenne promessa, tenendo chiuso quello stesso bacio nel cuore, in attesa che il tempo facesse la sua parte. Ora i due bambini erano un uomo e una donna innamorati, fatti per stare insieme, e non occorrevano parole per questo...
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le Nuove Avventure di Robin Hood ( The New Adventures of Robin Hood ) è una serie televisiva statunitense e francese trasmessa per la prima volta dal 1997 al 1999. Racconta le gesta in salsa fantasy dell'eroe Robin Hood. La serie si presenta nelle vicende sulla falsariga delle serie Hercules e Xena - Principessa Guerriera, contemporanei nella messa in onda, e si compone in tutto di tre stagioni e 52 episodi.
La trama in sé è abbastanza essenziale, con un susseguirsi di episodi spesso senza un filo conduttore vero e proprio, e la cornice di sfondo è abbastanza fedele alle versioni precedenti e seguenti basate sulla medesima opera: scampato fortunosamente alla distruzione del suo castello, per mano degli sgherri al servizio del Principe Giovanni, il giovane Robin di Locksley viene cresciuto ed istruito dal saggio mago Olwyn. Insieme ai compagni di sempre, Little John e Frà Tuck, e alla sua amata Lady Marion Fitzwalter, Robin Hood combatterà contro le tirannìe e le ingiustizie per tener fede alla sua promessa di proteggere i deboli e gli oppressi.
All'inizio il cast originale era composto dai seguenti attori: Matthew Porretta ( Robin Hood ), Anna Galvin ( Lady Marion ), Richard Ashton ( Little John ), e Martyn Ellis ( Frà Tuck ). Purtroppo però, a differenza della formula vincente del genere contemporaneo ( ove cioé era assai preferibile mantenere invariati i volti dei protagonisti ), la serie subì dei cambiamenti drastici e la scomparsa progressiva di vari personaggi. Ad esempio Anna Galvin lascerà il set dopo soli 13 episodi, cedendo il ruolo all'attrice Barbara Griffin; mentre Matthew Porretta, dopo aver sostenuto la parte per ben due stagioni, cederà l'arco del protagonista al più muscoloso John Bradley. Malgrado entrambi i sostituti si siano dimostrati all'altezza, sia come presenza scenica che come bravura, la sceneggiatura di base ha subito troppe modifiche e obiettivamente resta un prodotto di gran lunga inferiore rispetto alla successiva serie di Robin Hood del 2006.
Ovviamente ciò non toglie che qualcuno, compreso il sottoscritto, ricorda ancora simpaticamente e con affetto questa breve parentesi televisiva.

clicca qui per vedere la sigla originale:
http://www.youtube.com/watch?v=AJtqWz832uE

Posso leggerlo nei tuoi occhi

Le lunghe serate all'addiaccio non erano decisamente il massimo, specie in un luogo scuro e silenzioso come Sherwood, tuttavia Robin e Marion non avevano alcun modo di fare ritorno al campo quella notte. Ormai rassegnatasi all'idea, senza sbuffare o protestare alcunché, Marion si limitò a tirare fuori le coperte dalla sella del suo cavallo.
Robin la osservò in silenzio.
Da che Marion aveva scelto di seguirlo, rinunciando a tutto quello che aveva per lui, Robin non ricordava di averla mai sentita piangere o lamentarsi. Era una donna molto forte, difficilmente capace di scoraggiarsi dinanzi alle difficoltà, tanto coraggiosa quanto bella e determinata. L'idea di dormire nel bel mezzo della foresta, proprio come gli animali, non la spaventava di certo.
Eppure Robin si sentiva quasi in colpa per lei.
Quella vita non era proprio ciò che desiderava offrirle.
Nessun uomo vorrebbe mai offrire una simile esistenza alla persona amata, indipendentemente da quanto questa sia in grado di tollerarla o meno, e Marion meritava certo molto di più che trascorrere la notte ad osservare le stelle per non sentire il freddo.
Se solo avesse potuto.
Se solo gli fosse stato possibile, senza dubbio Robin avrebbe fatto di tutto per offrirle una vita migliore.
Marion era troppo orgogliosa per tornare sulla sua scelta e, a parte questo, non avrebbe mai potuto rifiutarsi di condividere la stessa sorte con l'uomo che amava.
Lei e Robin viaggiavano insieme, mangiavano insieme, e combattevano insieme per la medesima causa.
Era questo che li univa.
La sella del cavallo non era certo una carrozza lussuosa ma, cavalcando a fianco del compagno, Marion avrebbe potuto trascorrervi ore.
Il pane non era certo un cibo raffinato, come lo erano invece i succulenti volatili nei tradizionali banchetti al vecchio castello dei Fitzwalter, eppure aveva il gusto della semplicità. Ogni volta che lo addentava, Marion riusciva a sentire quello che sentivano tutti gli altri: il calore della compagnia, il sapore dell'amicizia e la fonte di sostentamento necessaria a chiunque. L'acqua poi era un tesoro per tutti, non forte o inebriante quanto il vino invecchiato negli anni ma capace di dissetare e rinfrescare come il dono della vita stessa.
Queste e altre cose Marion aveva avuto modo di imparare, proprio come aveva fatto Robin prima di lei.
Nessuno poteva darle ordini, né dirle dove andare o tantomeno cosa fare, e il suo destino era unicamente nelle sue mani... e nella frusta di cuoio conciato che portava appesa alla cintura.
Nel mentre che entrambi si prepararono per dormire, ovviamente mantenendo le rispettive distanze con giacigli separati, Marion si sedette ai piedi di un grosso albero e socchiuse gli occhi. Non era tanto la stanchezza, quanto piuttosto il bisogno di fare ordine nelle proprie idee, e certo non aveva alcuna voglia di mettersi a dormire subito.

- Ti va se chiacchieriamo un po'? - chiese Robin con una smorfia.

Marion sorrise.
Anche se trascorrevano insieme la maggior parte del tempo, difficilmente avevano occasione di scambiare qualche parola da soli. In passato, quando erano poco più che dei bambini, erano soliti trascorrere pomeriggi interi a giocare, scambiandosi sogni e promesse.
Ora quei giorni sembravano così lontani.
C'erano tante cose di cui avrebbe voluto parlare con lui, adesso.
Tante cose che avrebbe voluto confidargli.
Ma le parole da sole difficilmente bastano ad esprimere correttamente i tanti pensieri che albergano in un cuore innamorato.
Nel sorriso enigmatico di Marion, assieme all'espressione dolcissima del suo viso e la luce che le brillava nello sguardo, vi era più di quanto il suo silenzio lasciasse invece immaginare.
Fortunatamente Robin la conosceva abbastanza per capire.
Gli occhi di Marion erano come un libro aperto per lui: uno specchio in cui erano riflessi tutti i pensieri più intimi della fanciulla, a lui solo noti, e le parole erano superflue.

- Ho capito - fece lui ridacchiando. - Quando sei così silenziosa, per me è sempre più facile fare questo gioco!
- Davvero? - ribatté Marion sottovoce.
- Davvero - tagliò corto l'altro, buttando dentro il falò alcuni pezzi di legno secco per ravvivarlo. - E vuoi sapere perché?

Marion annuì.

- Perché è da quando eravamo ragazzi che hai la stessa identica espressione - sussurrò lui dolcemente. - Conosco quello sguardo così bene, che potrei ripetere i tuoi pensieri parola per parola!
- E se chiudessi gli occhi - osservò Marion, socchiudendo le palpebre con aria di sfida.
- Beh, così è già più complicato - ammise lui. - Vuol dire che ripartiamo dall'ultimo...
- Quale?
- Questo!

Ciò detto, anche Robin socchiuse gli occhi e si avvicinò per baciarla dolcemente sulle labbra.
Sulle prime Marion sembrò incerta, completamente immobile all'iniziativa del compagno, tuttavia un istante dopo stava già rispondendo con passione evidente a quel bacio.
Era ciò che desideravano entrambi, un desiderio reciproco nato dall'amore che provavano l'uno per l'altra. Da bambini si erano scambiati una solenne promessa, tenendo chiuso quello stesso bacio nel cuore, in attesa che il tempo facesse la sua parte. Ora i due bambini erano un uomo e una donna innamorati, fatti per stare insieme, e non gli occorrevano parole per comprendersi.

FINE

   
 
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