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Autore: Aagainst    04/05/2013    5 recensioni
Due strani omicidi apparentemente senza alcuna spiegazione. Tre ragazzini rimasti orfani. Una di loro potrebbe sapere, ma non parla.
Un passato che ritorna, un presente da vivere e un futuro da scoprire.
Curiosi? Leggete e scoprirete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò, fastidiosa, interrompendo il sonno di Ziva. L’israeliana bofonchiò qualcosa contro l’apparecchio e si alzò. Andò a farsi una doccia, poi si asciugò, si vestì e scese a fare colazione. Versò del latte nella tazza e mangiò un paio di biscotti. Poi andò a lavarsi i denti, si mise la giacca e uscì, pronta a recarsi al lavoro. Era una bella giornata di aprile, perciò decise di non prendere l’auto. Si incamminò verso il quartier generale dell’NCIS. Il cielo era azzurro e l’aria era caratterizzata da un bel tepore primaverile. Ziva camminava di buona lena, gustandosi la città che si stava risvegliando poco a poco dal torpore della notte. Sorrise vedendo due bambini con la loro mamma che stavano andando a scuola. Provò a immaginarsi mamma, per un’istante. Scacciò immediatamente via il solo pensiero. Lei madre? Sì, coi bambini ci sapeva più o meno fare, ma non avrebbe mai voluto regalare ai suoi figli una mamma assente. E poi, per ora, le mancava una cosa essenziale: un uomo che le stesse accanto. E lei non aveva ancora trovato nessuno. Ziva si ridestò dai suoi pensieri dopo essere caduta a terra. –Mi dispiace! Mi scusi!- esclamò una voce. L’israeliana alzò la testa. L’uomo che l’aveva spinta era alto e possente. Di sicuro frequentava qualche palestra. L’aiutò a rialzarsi. –Mi scusi tanto, non volevo. Oh, le ho anche rovinato la giacca. Mi dispiace tanto..-. Ziva vide solo in quel momento l’enorme macchia di succo d’arancia sulla sua giacca. Deglutì. –Non importa. Era costata solo… Non me lo faccia pensare.-. L’uomo la fissò, imbarazzato. Poi le disse:-Senta, un mio amico ha un negozio d’abbigliamento da queste parti. Se vuole posso offrirle una nuova giacca.- -Oh, no, la prego! Oltretutto devo andare a lavorare e rischio di arrivare in ritardo.-. Ma l’uomo insistette:-Per favore. Non mi metterò il cuore in pace, altrimenti.-. Ziva sospirò. –E va bene. Ma facciamo in fretta, per favore.-. L’uomo sorrise e l’accompagnò in un bel negozio, dove Ziva scelse una giacca nuova, identica a quell’altra e lui gliela offrì. –Bene. Mi scusi ancora.- disse. Ziva vide che gli era caduto qualcosa dalle tasche. Si chinò per raccogliere e vide che erano tre fotografie ritraenti due ragazze e un bambino. –Le sono cadute queste. Sono i suoi figli?- chiese. –Grazie. Beh, i più piccoli sono i miei due figli naturali, Mitch e Alexandra, detta Alex. Hanno dieci e quindici anni. La più grande è, invece, la mia figliastra, Rachel. Ha diciassette anni ed è una bomba pronta ad esplodere. Fa tutto il contrario di quello che le dico e non mi ascolta mai.-. Ziva vide l’uomo incupirsi. Si morse il labbro. -Le va di bere qualcosa?-. Si stupì di sentire la sua voce porre quella domanda. L’uomo le sorrise e annuì. -Sì, grazie. C’è un bar qui vicino, se vuole. Non farà tardi al lavoro, però?-  domandò. –Non si preoccupi.-. I due entrarono in un bar e si sedettero a un tavolo vicino alla porta. Ordinarono lui del caffè e della torta e lei un espresso. Iniziarono a chiacchierare. –Il mio nome è Jamie Thompson. Sono un capitano della marina.- esordì lui. –Della marina? Che coincidenza! Io sono dell’NCIS. Mi chiamo Ziva David, sono di origine israeliana.-. Jamie fece una faccia sorpresa. –E cosa ci fai qui in America?- le chiese. –Diciamo che ho avuto varie.. Peripezie.- rispose lei. Ziva lo guardò. –Prima mi hai parlato di Rachel e mi hai detto che è la tua figliastra. Quindi tu sei… Oh, scusa l’indiscrezione. Sei divorziato?-. L’israeliana arrossì per l’imbarazzo. Era una domanda troppo personale. –Sono vedovo due volte.- sospirò Jamie con un filo di tristezza. –La mia prima moglie, Cindy, era la madre di Alex e Mitch. E’ morta di cancro quando Mitch aveva solo tre anni. Rachel invece è la figlia di Helen. Lei era un marine. La conobbi cinque anni fa, ma eravamo solo amici. Ci sposammo l’anno scorso e io adottai Rachel. Sai, Helen era una ragazza madre e io la amavo. Non mi sembrò strano adottare sua figlia. Peccato che a Rachel non sia mai piaciuto. E’ una ragazza piuttosto ribelle. E da quando Helen è morta la situazione non è per niente migliorata.- -Come è morta?- chiese Ziva. Jamie abbassò lo sguardo. –Incidente stradale.- rispose lapidario. Ziva gli prese la mano. –Mi dispiace.- sussurrò. Improvvisamente il suo cellulare squillò. Sobbalzò quando lesse il nome di Gibbs sullo schermo. –Io devo andare. E’ stato un piacere.- salutò. –Anche per me. Ciao.-. L’israeliana si recò di corsa al lavoro. Questa volta Gibbs l’avrebbe ammazzata. –Salve a tutti!- esclamò entrando. –Oh, guarda chi si vede McGee! La puntualissima agente speciale Ziva David! Onorati di avere la grazia della sua presenza!- la prese in giro Tony non appena la vide. –Puntualissima per andare al porto DiNozzo. Marinaio morto.-. esclamò Gibbs.
-Stephan Forrester, 43 anni, secondo capo. I testimoni dicono di aver udito alcuni spari, ma nessuno ha visto nulla.- riferì McGee. -E la morte è stata causata probabilmente dalle quattro pallottole che ha in corpo. – aggiunse il dottor Mallard. Mentre stava ascoltando il medico legale Ziva fu attirata da un luccichio vicino a dei container. Era un ciondolo d’argento, con il simbolo della Stella di David e la lettera aleph dell’alfabeto ebraico. Sbiancò. –Ninja, tutto bene?- chiese DiNozzo. Ziva deglutii. –Io… Ho trovato questo. E’ meglio analizzarlo.- rispose. –Ottimo lavoro. Bene. Ragazzi, si torna al quartier generale. E vi voglio vedere tutti al lavoro, chiaro?- ordinò Gibbs mentre saliva in macchina. Ziva aprì la portiera, ma non entrò subito nell’auto. –Ehi, ti vorresti sbrigare? Anche perché voglio capire il tuo ritardo di stamattina!- disse Tony. L’israeliana abbozzò un sorriso e salì in macchina. “Perché Aaron? Perché?” pensò tra sé e sé.

Angolo dell' Autrice
Hello! Spero vivamente che questo primo capitolo vi sia piaciuto! Aggiornerò (se riesco) una volta alla settimana, il sabato! Chiedo a chi la legge di recensire, così vedo anche se ho da migliorare qualcosa o sono opportuni dei cambiamenti! 
Bene, ci vediamo sabato prossimo!

 
 
   
 
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