Adorazione
La tenevo
tra le braccia.
La tenevo
tra le braccia tutte le volte che adottava il
capovolgimento spirituale, in battaglia o in allenamento.
La tenevo
tra le braccia e mi chiedevo come sarebbe stato farlo per davvero, per le vie
di Konoha, o in camera sua, o sulla collina dietro il
parco, dove le nuvole si vedono tanto bene.
La tenevo
tra le braccia con la scusa di difenderla, quando la verità era che nessuno mi
obbligava a farlo; quando la verità era che ero troppo vigliacco per farlo per
le vie di Konoha, o in camera sua, o sulla collina
dietro il parco, dove le nuvole si vedono tanto bene.
E mi
lamentavo, continuamente, quando c’era; e mi mancava, terribilmente, quando non
c’era.
Sapevo
che l’amavo, semplicemente, ma farglielo capire era tutt’altro
che semplice.
E
poi…poi mi sono fregato da solo.
La tenevo
tra le braccia quando si è risvegliata un istante
prima di quanto avessi calcolato, la tenevo tra le braccia quando mi ha
disarmato; in quell’attimo, ha visto nei miei occhi
quello sguardo che non può essere confuso con nessun altro. Adorazione.
“…In
quello sguardo ho sentito tutto il bene, e il dolore, e la fragilità del mondo.
Ricordo di aver pensato: ‘Ora, non potrò più sentirmi
sola, per tutta l’eternità’”. Ino terminò guardando Shikamaru negli occhi, e
stringendogli la mano.
I
presenti applaudirono. Sakura si asciugò le lacrime.
Lui
rispose a quella stretta, e tenendola saldamente alla vita la condusse al
centro della pista da ballo: “Sarà meglio” sussurrò al suo orecchio “perché me
l’hai appena promessa l’eternità…signora Nara”.
Lei gli sorrise, e di nuovo lo vide, quel guizzo negli occhi di
lui, quel guizzo che non può essere confuso con nessun altro.
Adorazione.