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Autore: giascali    05/05/2013    12 recensioni
Angela: vive in Texas, più precisamente in un riformatorio.
Satoshi: cresciuto in Giappone, dove è oggetto di desiderio delle coetanee, ha una madre "diversa".
Luz: brasiliana, ha una cotta per Alex. Progetta già il suo matrimonio con lui.
Micheal: la sua casa è l'Australia, ama fare a botte e tendono a giudicarlo un ragazzo difficile.
Serena: normale ragazza italiana che venera la musica.
Questi cinque ragazzi non hanno niente in comune, a parte il fatto che hanno sedici anni, che sono stati tutti adottati e che sono capaci di dominare i sei Elementi...
* dalla storia *
-Allora? Mi credi? – sembra ansia quella che ha nella voce.
Derek mi guarda leggermente in ansia.
Sembra strano per uno come lui. Ancora non parla. Devo capire bene la situazione. Ci siamo riseduti sulla panchina su cui ero quando l’ho visto stamattina. Derek si passa una mano tra i suoi capelli neri e poi sulla faccia pallida. La cosa è leggermente ironica, visto che non è lui la persona a cui hanno raccontato la storia che, se vera, sarebbe quella della sua vita prima di essere adottato.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.
 
Fuori dal palazzo era il Caos. Talia correva per la piazza davanti al palazzo, che era diventato ormai casa sua da almeno sei mesi, per arrivare al confine della città,vicino al deserto che divideva la Città della Luce e del Buio da quella del Vento.
La donna correva più veloce che poteva, ma era difficile siccome teneva tra le braccia una bambina di appena quattro mesi. Se  l’avesse svegliata, la bimba si sarebbe messa a piangere e sarebbero state scoperte. Questo non lo poteva permettere: il suo istinto di madre le ordinava di proteggere quell’essere così piccolo e indifeso, sua figlia, da ciò che aveva causato il finimondo, ma anche il suo istinto di fiera Discendente si faceva valere!
La bambina e gli altri quattro erano la loro unica possibilità di poter liberare un giorno Alias.
I  suoi lunghi capelli neri si agitavano lungo la schiena mentre correva attraverso la città e vide le crudeltà che stavano accadendo nel frattempo. Vide dei bambini, appartenenti alla Discendenza dell’Acqua, essere strappati dalla loro madre e frustati perché si erano opposti all’arresto di un uomo con inconfondibili occhi blu che segnalavano la sua discendenza, il padre forse? Il sangue proveniente dalla ferita di uno dei bambini le schizzò in faccia, non si fermò per togliersi quella roba di dosso e cercò di calmarsi pensando che ciò che stava facendo, un giorno, avrebbe vendicato tutte le ferite che quegli uomini crudeli stavano infierendo a quei bambini.
Talia non si poteva far distrarre da quel tipo di cose. Non ora. Non appena avesse messo al sicuro Iris, avrebbe potuto aiutare gli altri.
Il cuore le batteva forte per lo sforzo che stava facendo, ma ne valeva la pena: ancora qualche centinaio di metri e sarebbe arrivata a destinazione. Ma si era illusa. Prima di cadere sentì una palla di fuoco colpirle la gamba destra. Cadde in avanti e per un soffio non rovinò sopra sua figlia. Sistemò le braccia in modo che potesse tenere la bambina con quello sinistro e si girò per vedere chi l’aveva colpita.
Era un uomo con la barba ispida nera con la punta bruciacchiata e tinta di rosso. Come tutti i Discendenti del Fuoco pensò distrattamente. Ma in quel momento non era tanto importante. Quell’uomo era un suo nemico. Voleva impedirle di salvare sua figlia. E lei, Talia, Discendente del Buio doveva fermarlo.
Adagiò dolcemente Iris a terra facendo attenzione a non spaventarla, visto che si era svegliata e i suoi occhi nocciola si guardavano attorno curiosi di quel nuovo posto dove l’aveva portata la madre.
Si girò verso l’uomo e gli lanciò uno sguardo di sfida, lo esaminò, cercando di catalogarlo. Era più alto di lei e il suo elemento era pericoloso, ma lei era una potente Discendente del Buio.
Avrebbe potuto farcela.
L’uomo la guardò sorridendo beffardo e lei lo odiò. Lo odiò così tanto che si spavento dell’intensità del suo sentimento per quell’uomo. Radunò a sé il Buio e lanciò all’uomo ciò che avrebbe potuto fermarlo per un po’: l’oscurità più totale. All’inizio cominciò a dimenarsi, ma poi l’uomo si calmò come accettando il fatto che la donna l’avesse reso cieco. Rise perfino.
- Quindi sei davvero quella del Buio, sai, Rendak ci aveva avvertito che avresti tentato di salvare i pargoli, ma non che eri così stupida da non offuscarti. - disse. In quel momento Talia si diede davvero della stupida. Perché non ci ho pensato? Aveva  attraversato quasi tutta la città scoperta, avrebbero potuto prenderla prima ma in un qualche modo era riuscita ad arrivare quasi a destinazione senza imprevisti.   
- Quindi fai anche tu parte di quella squallida e infida setta dei traditori delle Discendenze,  Non solo Rendak….avrei dovuto immaginarlo: sei il perfetto tipo senza personalità che lo seguirebbe a occhi chiusi in un precipizio. - disse in risposta. Lui rispose ringhiando furioso. E Talia sorrise per averlo fatto arrabbiare così facilmente. Il ciondolo che le pendeva dal collo le si era deposto sul petto e lo sentiva attraverso la stoffa e ne fu sinceramente rincuorata: le ricordava così tanto Aaron… si riscosse dai suoi pensieri e lanciò all’uomo un ombra in direzione del petto ma, quando lui la evitò, imprecò: doveva aspettarsi che Rendak allenasse i suoi seguaci a combattere senza pietà anche senza la vista.
- È solo questo ciò che sai fare ?- domandò.
- Questo è solo l’inizio.- poi creò un’ombra più ampia e la lanciò in faccia all’uomo e questi, non riuscendo a evitarla, cadde per la violenza dell’impatto e cominciò a lanciare altre palle di fuoco a caso, probabilmente sperando di colpirla. Una sola le sfiorò la spalla e le provocò una bruciatura superficiale, ma comunque dolorosa, e lei strinse di più la morsa dell’ombra scandendo la fine della vita dell’uomo. Quando non lo sentì più respirare, riprese da terra Iris e ricominciò ad avviarsi verso il confine: l’unico posto dove si potessero evocare dei portali, in quanto non vincolati ad alcuna Discendenza. Lì c’era già Eiran, che stava cercando di concentrarsi per evocarne uno. Attorno a lui c’erano già tre bambini, uno piangeva mentre gli altri due dormivano tranquilli. Come fanno a essere così tranquilli? Si chiese, invidiandoli un po’.
Il custode si girò verso di lei e le sorrise osservando quanto fosse in disordine. Talia poté vedere quei bei occhi verde chiaro brillare.
- Hai fatto?- chiese impaziente. Lui sospirò.
- Talia, non è così facile evocare un portale per un luogo in cui neanche ci sei mai stato. Un custode per fare questo lavoro ha bisogno di visualizzare il posto. - lei si morse un labbro nervosa. – altrimenti devo concentrarmi sulle coordinate che mi hai dato. -
- Lo so, lo so. Si ma credevo che voi custodi aveste dei registri di quasi tutte le galassie. E aveste quindi delle immagini. -gli fece notare lei. – Poi credevo che non fosse tanto difficile dimenticare qualcosa per un custode. Voi custodite le nostre memorie. -
- Non ho dimenticato le coordinate.- replicò infastidito lui.
- Ah si? E quali sono,allora ?- lui sospirò nuovamente prima di risponderle.
- Via lattea, sistema solare, il terzo pianeta più vicino al Sole. - Talia sorrise soddisfatta. In quanto a memoria, ci si poteva sempre fidare di un custode.
- Puoi anche andare, la Città ha bisogno di te. Non preoccuparti, mi occuperò io di loro.-
- Non voglio che resti qui, ma allo stesso tempo non voglio che vada. - mormorò la ragazza improvvisamente resasi conto che stava mandando la figlia di appena quattro mesi in un altro pianeta a lei sconosciuto
-  È normale…è tua figlia, ma ricorda perché lo fai.- cercò di rassicurarla lui. Talia annuì e sentì le lacrime agli occhi. Portò le mani al collo e si tolse il ciondolo che le aveva regalato Aaron quando era nata Iris. Era così simile a sua figlia… e lo mise alla piccola.
- Sai già a quale Elemento appartiene ?- le chiese Eiran.
- Ne ho una vaga idea…- mormorò lei in risposta. Lui annuì.
- Vai, ora.- la ragazza di appena ventitre anni annuì anche lei e corse verso la Città. Intanto era arrivata Eileen,la Discendente del Fuoco. Depose il piccolo Kori vicino alla bambina con gli occhi nocciola che se ne stava sveglia e osservava Eiran.
- Eiran. - lo chiamò. Lui si girò.
- Ho fatto, siamo tutti. Talia ha appena portato Iris. Vai anche tu. – disse indicando la bambina dagli occhi nocciola. Eileen annuì e andò anche lei,cercando di raggiungere l’altra discendente. Sapeva che nessuno dei genitori di quei bambini sarebbe sopravvissuto. Lei compresa. Eiran guardò i bambini con aria pensierosa. Era un custode, e sapeva intuire a quale Elemento appartenessero i Discendenti che si ritrovava davanti, ma Iris era un mistero. Scosse leggermente la testa pensando che lo avrebbe scoperto tra sedici anni e aprì il portale.  


note dell'autrice:
come ho scritto nella mia fanfic della percabeth, ho pubblicato la storia sui ragazzi capaci di dominare gli elementi!!!! Siiiii!!!!! * ha le lacrime agli occhi * sono molto commossa. snif. No, dai, diciamo cose serie, una volta tanto: più in là spiegherò davvero bene la particolarità di 'sti benedetti ( si fa per dire ) ragazzi. La terza persona la userò solo nel prologo ( questo ) e l' epilogo. Negli altri capitoli userò la prima persona cambiando a ogni capitolo i pov. Nel caso non l'abbiate capito mi piacciono molto le storie a più voci narranti. Aggiornerò tipo ogni settimana, o almeno ci proverò. Il prossimo capitolo però lo posterò venerdì perchè sono occupata nei weekend.
Sappiate che non sono affatto contraria alle recensioni :)
Hola!
   
 
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