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Autore: Martuzza    25/11/2007    4 recensioni
(Mia prima fan-fic.) Racconto a "due voci", Hermione e Draco.Nessuno Spoiler. "La dea della conoscenza e della sapienza, quale definizione migliore per te. Nonché la dea della nobile arte della guerra. Della guerra per i proprio ideali, di quella guerra che fa male solo per salvare. Non della guerra crudele di Ares. La dea delle arti, e tu in cosa non eccelli?-"
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il corsivo è usato quando narra Hermione, il grassetto quando il narratore è Draco.

Spero vi piaccia.

.Atena e Eros.

A volte anche la più semplice e lineare delle persone può sconvolgere tutto.

E anche in un mondo in cui la magia è una normalità, l'adolescenza è una delle cose più terribili quanto meravigliose della vita.

Draco Malfoy se ne stava seduto sotto di un albero poco lontano dal lago. Era una di quelle giornate di inizio autunno in cui il sole scalda ancora. Anche se, per lui, serviva ben altro per poterlo almeno intiepidire.

Hermione Granger camminava poco lontano dal lago. Guardava il cielo e ripensava a quanti cambiamenti stava vivendo. Aveva sempre pensato di amare Ron e di essere ricambiata, ma sapeva che non era più cosi. Harry glielo aveva fatto capire, con Ginny. Si guardavano in un modo completamente diverso da lei e Ron, si sfioravano molto più delicatamente, erano molto più.. innamorati. Mentre camminava venne scossa da una voce familiare, ma che aveva qualcosa di totalmente estraneo.

"Mezzosangue, mi fai ombra."

Non se ne era nemmeno accorta, ma si era fermata a guardare il volo di due rondini proprio davanti a Malfoy. Non aveva voglia di confrontarsi con lui e, con la testa quasi totalmente offuscata dai pensieri, si mise a sedere affianco al compagno di scuola.

Draco capì che non era un gesto del tutto volontario quello della Granger. Aveva un aria persa, sembrava Luna Lovegood. Ma in fondo era felice di non essere stato attaccato, per una volta. Il vento le scompigliava i capelli..

-Non imparerai mai a tenere ferma quella chioma, vero?-

-Non mi interessa nemmeno più di tanto,l’importante è vedere dove vado.-

-A volte non è cosi semplice vedere la strada da prendere-

Ci fu una pausa. Senza accorgersene stavano parlando normalmente. E forse qualcuno aveva appena detto qualcosa di più di una semplice frase senza senso.

Il serpeverde sentì che la Granger lo guardava. Sentiva lo sguardo bruciargli la pelle. E non sapeva bene il perché. Sapeva solo che sentiva una sensazione diversa da quando solitamente la Mezzosangue lo guardava.

La grifondoro, dal canto suo, non sapeva cosa dire. Le piaceva l’idea di parlare con quel ragazzo. In fondo (molto in fondo) era come lei. Aveva diciassette anni, mille problemi e probabilmente nessuna risposta. Sapeva però che bastava solo una virgola di troppo per infastidire un principe viziato come quello. Ma sapeva anche che una pausa troppo lunga poteva innervosirlo.

-A volte basta vedere solo una mano tesa verso di te.-

-E se quella mano non ci fosse?-

-C’è sempre. Basta trovarla. Ecco perché non tengo i capelli davanti agli occhi. Vedere, basta vedere.-

-Non siamo in troppi per te Granger, tra queste quattro mura di scuola?-

Eccolo. Lo spirito Malfoy.

-Per un secondo avevo sperato in una conversazione normale. Mi dispiace Serpe, ma questa scuola per ora non accetta solo i Purosangue e il tuo amico Potty ha chiuso la Camera dei Segreti quindi non puoi uccidere tutti quelli.. come me.-

Draco spalancò gli occhi. In una frazione di secondo era tutto tornato normale. Lo sguardo della so-tutto-io lo infastidiva e basta. Donne.. capiscono sempre il significato negativo delle cose. Non lo stava più guardando. Stava andando via. Doveva fermarla, non si tratta cosi un Malfoy, secondo quello che gli avevano insegnato. Ma lui semplicemente la voleva vicina.

-Ssssh.. Non hai capito. Torna qui.-

Non era un ordine. Malfoy di solito ordinava a quasi tutti, raramente chiedeva. Eppure il suo tono non era arrogante. Cosa voleva ancora?

-Cosa vuoi ancora?-

-Fino a prova contraria, tu sei venuta qui accanto a me. In ogni caso Granger, volevo semplicemente dire che siamo in troppi a Hogwarts. Ottomiliardi di studenti che a malapena si conoscono fra loro. Migliaia e migliaia di maghi e streghe insieme, come le bestie. Sembriamo branchi di pesci nell’immensità dell’Oceano.-

L’oceano. Ecco cos’erano i suoi occhi.. L’oceano.

-Hai ragione. Conosco poche persone in questa scuola.. e nemmeno tanto bene.-

-Credi di conoscermi?-

-Si.-

-Io invece non credo di conoscerti davvero.-

Ed era vero. Sapeva quanto non la sopportava. Ma sapeva che quando era sola in biblioteca era bellissima. Lo aveva notato qualche settimana prima. Non aveva quel maledetto sguardo arrogante da Grifondoro. Era ora felice, ora triste, ora immersa nei suoi pensieri.

-So solo che sei la versione moderna della dea Atena.-

Era un complimento? Un offesa? Oddio. Era un’affermazione. No, poteva solo essere un insulto da lui.

-Per la mia irascibilità?-

Ok, quando faceva cosi voleva insultarla. E non poco. Ma per una volta nella sua vita qualcuno lo stava ascoltando, per davvero. Non l’aveva più guardata da quando era arrivata. Eppure sentiva che lo guardava senza odio.. Forse era interessamento?

-Granger, cazzo. Ma pensi sempre che io voglia insultarti. Mi ricordi Atena perché lotti per ciò che ami. Ma il tuo orgoglio sarebbe sempre dentro di te, vigile. La dea della conoscenza e della sapienza, quale definizione migliore per te. Nonché la dea della nobile arte della guerra. Della guerra per i proprio ideali, di quella guerra che fa male solo per salvare. Non della guerra crudele di Ares. La dea delle arti, e tu in cosa non eccelli?-

Era una scarica di complimenti?

-Malfoy.. grazie.-

Lo stava ringraziando. Per cosa? Lui voleva ringraziarla, per aver ascoltato quel pensiero che da tempo voleva dimostrarle. Lo aveva covato nelle notti peggiori, in quelle in cui anche i più cinici non dormono per qualcosa. Ma ringraziare una mezzosangue no, era troppo.

-Devo andarmene.-

E fu allora che mentre si alzava (o fuggiva..) la guardò negli occhi. Era bellissima, si. Non lo guardava con disprezzo, con odio, con orgoglio.. ma nemmeno era ferita. Non aveva gli occhi lucidi o piangeva. Lo guardava.. con affetto? Ok, si stava illudendo un po’ troppo.

Tornò semplicemente al castello, fumando. Per levarsi dalle narici il suo odore, troppo puro per lui. Tanto da bruciare.

Era bellissimo mentre camminava. Si, divino. Ma era sempre una serpe. Anche se sapeva che non lo aveva guardato con odio, sapeva che non c’era orgoglio quando lo aveva guardato. Ma sapeva anche che lui era perfido. Era un Malfoy. E le avrebbe rinfacciato tutto ciò. Magari ora era a prendersi gioco di lei con Blaise.. perché gli aveva creduto.

Ma non poteva fare a meno di sentirsi lusingata.

  
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