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Autore: Morgan_H    06/05/2013    1 recensioni
Valentine ha appena perso il padre e l'unica persona di cui sembra sopportare la presenza è anche l'unica che non vorrebbe averlo tra i piedi...
Piccola One shot su un incontro tra Jocelyn e Valentine che cambierà per sempre le loro vite.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jocelyn Fray, Valentine Morgenstern
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando l’ultimo raggio di sole morì oltre la collina, Jocelyn Fairchild si era appena seduta sulla sponda sabbiosa del lago.
Velocemente tirò fuori dallo zainetto il foglio e i colori necessari per rapire la luce cremisi del crepuscolo, una luce che le ricordava casa così intensamente da darle l’impressione di sentire l’odore delle torte di sua madre e dell’erba della pianura in cui giocava con il suo migliore amico Luke.
Ad Alicante, le torri antidemoni risplendevano troppo fulgide per permetterle di riprodurre fedelmente quel particolare colore sulla carta, così aveva deciso di allontanarsi dalla città e cercare un posto tranquillo dove poter disegnare.
Cominciò con qualche schizzo della collina e del lago, passando poi velocemente a sfumare i colori sullo sfondo.
Di solito Luke si offriva sempre di accompagnarla quando gli confidava di avere la necessità di dipingere un paesaggio in particolare, ma quel giorno l’aveva guardata con occhi tristi e le aveva risposto “Valentine potrebbe aver bisogno di me”.
Quella frase l’aveva sconvolta a tal punto da lasciarla senza parole, così si era limitata a voltargli le spalle e a correre via.
Da quando Luke si era unito al fan club di Valentine Morgenstern , riusciva a stento a riconoscere il suo amico.
Dopo anni di malcelata timidezza, Luke  era diventato sicuro di sé - a tratti persino arrogante – e non faceva altro che parlare di quanto Valentine fosse intelligente, proiettato nel futuro e una marea di altre sciocchezze che Jocelyn si limitava a liquidare alzando gli occhi al cielo.
Ma la cosa che più la irritava era il fatto che ormai Luke trascorresse più tempo con Valentine e il suo Circolo che con lei.
E la situazione era addirittura peggiorata da due settimane a quella parte: il padre di Valentine era morto in una retata presso un branco di lupi mannari e tutti i seguaci di Morgenstern, sebbene lui avesse ordinato ad ognuno di loro di lasciarlo in pace e di non rivolgergli la parola, si erano messi in testa di doverlo consolare.
Siamo Shadowhunters!, avrebbe voluto gridare loro Jocelyn, la maggior parte di noi fa questa fine!
Ovviamente le dispiaceva per Valentine, ma tantissimi Cacciatori morivano per cause simili ogni giorno.
Perché nessuno era andato a consolare Hannah Branwell quando suo fratello era morto combattendo contro un demone?
Si rese conto troppo tardi che, calcando la matita, aveva creato uno squarcio sul foglio grande quanto una monetina.
Non riusciva proprio a concentrarsi su quel disegno.
Sbuffando, appallottolò il foglio e se lo gettò alle spalle.
La luce che l’affascinava era ormai scomparsa: sarebbe dovuto tornare l’indomani e sperare di avere più fortuna e una mente più lucida.
Mentre si accingeva a raccogliere le sue cose, un suono fece tendere ogni suo muscolo e con un unico movimento si alzò e sfoderò il suo kindjal, voltandosi verso la fonte del rumore.
“devo dartene atto, Fairchild” le rispose una voce che conosceva bene “sei la prima persona che riesce a sentirmi nonostante la runa del silenzio”
Valentine la osservava da qualche metro di distanza, con indosso la divisa da combattimento e le braccia incrociate sul petto.
Era diverso da tutti gli altri ragazzi che Jocelyn conosceva: mentre loro erano ancora dinoccolati e magrolini, Valentine aveva già il corpo di un uomo, con le spalle larghe e i fianchi stretti.
E, anche se Jocelyn sarebbe morta piuttosto che ammetterlo, lo aveva sempre trovato molto bello.
Prima che potesse rispondergli, il ragazzo le si avvicinò e si chinò per raccogliere il foglio che aveva gettato via.
Non aprirlo! Stava per urlare, ma l’espressione del ragazzo che esaminava il suo disegno la bloccò.
“è bellissimo” le disse piano.
Il cuore della ragazza fece un salto.
Aveva davvero detto che il suo disegno era bellissimo?!
“perché lo hai gettato via?”
Jocelyn rinfoderò il kindjal e gli si avvicinò per riprendersi il disegno
“l’ho rovinato” rispose mostrandogli lo strappo
“è più affascinante così” disse sorridendole “posso tenerlo?”
Oh, per l’Angelo!
“m…ma non è finito” balbettò
Il ragazzo le sorrise e scrollò le spalle
“ tienilo pure” disse infine, fingendo che le sue guance non stessero per prendere fuoco.
Valentine ripiegò con cura il foglia e lo infilò in una delle tasche della divisa.
“ad ogni modo, cosa ci fai qui?”
“facevo un giro nei dintorni. Sai, per schiarirmi le idee” suonava tanto come una bugia, ma Jocelyn decise di lasciar perdere
“stai tornando a casa? Posso accompagnarti?”
“credi che non sappia cavarmela da sola? Che non saprei difendermi nel caso in cui mi imbattessi in un Nascosto?” chiese acida, distanziandolo di qualche passo per andare a raccattare il suo zainetto
“ti ho osservata durante gli allenamenti, Jocelyn” disse Valentine “solo uno stupido potrebbe credere che tu non sappia sbarazzarti di un Nascosto”
Le si avvicinò e le porse il braccio.
“è solo che mi andrebbe di parlare con qualcuno”
Malgrado tutto in lei le gridasse di non accettare quello strano invito, Jocelyn, spinta da una volontà che non sembrava appartenerle, accettò il braccio e insieme si incamminarono verso il sentiero che li avrebbe condotti ad Alicante.
“hai tanti amici” gli disse dopo qualche istante “perché non vai da loro? Sono certa che si arrampicherebbero sulle torri antidemoni per la gioia, se tu tornassi a parlare con loro”
Passò qualche istante prima che Valentine le rispondesse
“non mi piace che mi vedano così…debole” disse soppesando ogni parola “molti di loro fanno affidamento su di me. Mi vedono come il loro punto di riferimento. Non voglio deluderli”
Quella risposta la sorpresa.
Aveva sempre visto Valentine come un leader, come qualcuno che non aveva bisogno di voltarsi per sincerarsi di avere dei seguaci.
Adesso, invece, le sembrava di scorgere in Valentine il carisma di un comandante che non si limita a dettare ordini dalle ultime file, ma a combattere con i suoi compagni in prima linea.
“non sapevo che avessi questo talento” le disse subito dopo “il disegno, intendo”
“è una cosa che mi piace tenere per me” rispose, riscuotendosi dai suoi pensieri
“ma una cosa così bella ha il diritto di essere condivisa”
Quelle parole e il tono in cui erano state pronunciate la misero a disagio e fu tentata di sfilare il suo braccio da quello del ragazzo. Per lei disegnare era come confidare dei segreti ad una cara amica e il pensiero che degli estranei guardassero le sue creazioni la faceva sentire violata.
“a scuola si sente la tua mancanza. Nessuno disturba la lezione del professor Lovelace con teorie anti-Conclave” disse per cambiare argomento.
Valentine era assente da scuola da quando suo padre era scomparso. Normalmente gli insegnanti avrebbero preso provvedimenti, ma lui era Valentine Morgenstern. A lui tutto era concesso.
La luce delle torri antidemoni che svettavano davanti a loro illuminarono i candidi capelli di Valentine e il suo sorriso
“è così che classifichi le mie riflessioni? Delle “teorie anti-Conclave”?” disse divertito
“è solo che a volte credo che tu sia troppo idealista. Non credo che sia possibile cambiare un modus vivendi radicato da più di un millennio”
Il sorriso di Valentine si spense piano.
“vorrei solo riuscire a cambiare le cose. Non riesco a non infuriarmi al pensiero che la corruzione dilaghi nel Conclave come una febbre demoniaca”
“forse in futuro ci riuscirai” gli disse “un giorno, toccherà alla nostra generazione guidare i Nephilim”
Erano già arrivati davanti casa di Jocelyn, così lasciò andare il braccio di Valentine e si scostò da lui.
“grazie per avermi accompagnata” disse senza guardarlo negli occhi “ci vediamo”
Si voltò e fece per salire i gradini che l’avrebbero condotta a casa, ma la mano del ragazzo afferrò la sua e la costrinse a voltarsi.
Questa volta non poté fare a meno di fissare i suoi occhi neri, profondi quanto il lago Lyn.
“grazie”
“per cosa?” chiese confusa
“per non avermi ricordato che non ho più un padre”
Si voltò e si allontanò da lei, le mani in tasca, senza voltarsi a guardarla.
Jocelyn rimase a fissarlo fino a quando non scomparve dalla sua vista, chiedendosi come fosse possibile cambiare idea tanto repentinamente su una persona e riflettendo su quanto le piacesse quella parte di Valentine Morgenstern che sembrava conoscere solo lei.
 
 
 
Grazie per aver letto la mia One shot! E’ la prima volta che pubblico qualcosa scritto di mio pugno, la timidezza e l’insicurezza mi hanno sempre ostacolata nel farlo.
Spero quindi che perdoniate eventuali errori da “principiante” J
Questa one shot mi è stata ispirata da uno dei primi incontri tra Clary e Sebastian in Città di Vetro, cioè quando Sebastian insiste per accompagnare Clary a casa di Amatis. Ho sempre pensato che l’uno somigliasse a Valentine e l’altra a Jocelyn, quindi ho cercato di riflettere i loro caratteri in quelli dei giovani Valentine e Jocelyn. 
  
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