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Autore: Tifawow    06/05/2013    4 recensioni
"Con un gesto apparentemente tranquillo, JiYong lasciò che il suo sguardo si portasse fuori dalla vetrina del negozio, del “G-Market”, osservando con occhi che non tradivano minimamente la sua impazienza la fluente folla di persone che, già a tarda serata, confluivano sul marciapiede, spaziando tra di esse e cercando la persona che stava aspettando e che, se aveva imparato un po' a conoscere(cosa strana da dire, in effetti, considerando il come si erano conosciuti), non lo avrebbe certo fatto aspettare.
Il misterioso ragazzo della panchina.
Ciuffo-Blu.
Il-Pezzo-Di-Manzo-Dall'Altra-Parte-Della-Strada.
Il-Maniaco-Della-Porta-Accanto.
L'Imbecille-Che-Lo-Guardava-Dall'Alba-Dei-Tempi-E-Non-Si-Decideva-A-Parlargli.
Insomma... SeungHyun, quel ragazzo che, a seconda di come girava l'umore di JiYong, acquisiva un nome diverso, almeno fino a quel pomeriggio, quando in preda a chissà quale attacco di coraggio si era fiondato nel suo negozio inscenando la scusa più patetica (ma ammettiamolo, anche più timidamente romantica) per chiedergli di uscire, senza nemmeno riuscire a farlo."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: G-Dragon, T.O.P.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'G-Market Party'
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Titolo: Un principe come nelle favole
Autore: Tifawow
Fandom: Artisti Musicali (Big Bang)
Rating: Verde
Genere: Fluff, Commedia, Romantico
Avvertimenti: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Pairing: GTOP (G-Dragon/T.O.P.), accenni di SunDae (TaeyangXDaesung) perché sono la mia OTP e ci tenevo tanto ._.
Note: questa one-shot è un sequel di “Welcome to the G-Market”, che potete trovare > > QUI < < . Credo che sia leggibile anche senza aver letto quella precedente, ma temo che alcuni passaggi risulterebbero poco chiari!
Questo sequel sarà tutto dal punto di vista di G-Dragon! Il nostro leader del cuore ha praticamente dovuto auto-invitarsi ad un appuntamento per sopperire alla timidezza di TOP... anche questa storia, come la precedente, è una fic semplice e senza pretese. Spero possa piacervi♥





…::.Un principe come nelle favole.::..






“-Ehi, ciuffo blu!- la voce del commesso lo bloccò sul colpo.
Lentamente si voltò timoroso, ancor più rosso e imbarazzato di quanto fosse stato prima nel dargli il regalo (che poi, ammettiamolo! Mossa seria e coraggiosa un cavolo!).
-Sì?- domandò, timoroso.
Una pausa.
SeungHyun rallentò il respiro, appena esitante, desideroso solo di sparire dalla faccia della terra.
Lo giuro, se mi deride vado a buttarmi giù dal primo ponte che trovo! Lo so, non risolvo niente inquinando un fiume, ma lo faccio! Pongo fine alla mia inutile agonia e do un freno definitivo alla mia idiozia!
Ma il commesso pareva essere di tutt'altro avviso -Mi chiamo JiYong- cominciò, lasciando che il suo sguardo tornasse esattamente quello di poco prima, quando si burlava di lui mentre cercava il regalo. Un puro specchio di malizia -E stasera stacco alle sette! Passa per quell'ora, così mi porti fuori a cena!-.”


* * *

Con un gesto apparentemente tranquillo, JiYong lasciò che il suo sguardo si portasse fuori dalla vetrina del negozio, del “G-Market”, osservando con occhi che non tradivano minimamente la sua impazienza la fluente folla di persone che, già a tarda serata, confluivano sul marciapiede, spaziando tra di esse e cercando la persona che stava aspettando e che, se aveva imparato un po' a conoscere(cosa strana da dire, in effetti, considerando il come si erano conosciuti), non lo avrebbe certo fatto aspettare.
Il misterioso ragazzo della panchina.
Ciuffo-Blu.
Il-Pezzo-Di-Manzo-Dall'Altra-Parte-Della-Strada.
Il-Maniaco-Della-Porta-Accanto.
L'Imbecille-Che-Lo-Guardava-Dall'Alba-Dei-Tempi-E-Non-Si-Decideva-A-Parlargli.
Insomma... SeungHyun, quel ragazzo che, a seconda di come girava l'umore di JiYong, acquisiva un nome diverso, almeno fino a quel pomeriggio, quando in preda a chissà quale attacco di coraggio si era fiondato nel suo negozio inscenando la scusa più patetica (ma ammettiamolo, anche più timidamente romantica) per chiedergli di uscire, senza nemmeno riuscire a farlo.
Era stata una scena a dir poco epocale.
Agguerrito come non mai aveva fatto il suo ingresso nel negozio, sotto gli occhi increduli di JiYong che ormai aveva smesso di sperarci. Con la scusa di un regalo ad un amico aveva cercato di parlargli, forse di trovare il coraggio per chiedergli di uscire, ma alla fine, dopo aver persino raccimolato il fegato di fargli un regalo (graditissimo, per giunta! Quella sciarpa viola gli piaceva proprio ma era un po' troppo cara per il suo portafogli) se ne stava per andare senza concludere niente, senza nemmeno dargli il numero di telefono o chiedergli il nome.
Stava praticamente per mandare all'aria tutti quei mesi!
Perché insomma, JiYong non era cieco, né tanto meno scemo!
Aveva notato quell'eccentrico e affascinante ragazzo dai capelli blu già mesi prima, quando ancora il caldo era insopportabile per via dell'estate e le università chiuse per la pausa. E chi non lo avrebbe notato??
Bello, sexy, con perennemente stampata in faccia un'espressione da cane bastonato e lo sguardo fisso sulle vetrine del suo negozio... era impossibile da non vedere! Passava praticamente tutti i pomeriggi lì, in piedi dietro quella panchina dall'altra parte della strada e, se in un primissimo momento JiYong lo aveva trovato inquietante, in breve si era trovato a rivedere la sua idea.
Che fosse lì per lui era pateticamente ovvio.
A parte il fatto che la maggior parte del clienti veniva lì per lui (aveva perso il conto delle ragazzine adoranti che gli avevano lasciato il numero di telefono nella speranza di un appuntamento, ignare del fatto che i suoi gusti si spingessero sulle loro medesime sponde), poi poteva sentire il suo sguardo adorante trafiggerlo anche dall'altra parte della strada ogni volta che, per caso o apposta, appariva alla vetrina.
Uno sguardo piacevole, che aveva il potere di gonfiare il suo già possente ego.
E così quella figura timida che lo fissava, quel ragazzo che si faceva sempre più bello ogni giorno che passava, aveva iniziato lentamente a incuriosirlo, interessarlo, ossessionarlo.
Chi era?
Come mai non demordeva?
Perché diamine non si faceva avanti?
Era bello, piacente nella sua eccentricità. Lo aveva visto leggere alcuni libri di un certo spessore quindi era probabilmente anche una persona istruita e intelligente. Non poteva essere certo della sua simpatia ma, diamine, aveva i capelli blu! Doveva per forza essere un po' svitato!
In apparenza non aveva niente che non andasse!
Però non trovava il coraggio di farsi avanti.
E quello sguardo così piacevole si era fatto, al contempo, anche vagamente malinconico e frustrante per JiYong, che in più di un'occasione si era trovato a rispondere acidamente alle clienti o a sfogarsi con YoungBae, il suo migliore amico, il quale per assecondarlo nelle sue scenate e nelle sue retate serali nei locali più famosi della zona universitaria (non si poteva mai sapere, no? Cioè... se era destino...) aveva sofferentemente rinunciato a più serate con Daesung, il suo fidanzato storico, che ovviamente non l'aveva proprio presa con il sorriso.
Scusa, ma se ti piace perché non ti avvicini tu?” aveva domandato disperato YoungBae una sera, quando il grado di isteria dell'amico si era fatto a livelli tendenti al “donna mestruata senza cioccolato in dispensa” e gli SMS del suo fidanzato tendenzialmente vicini al “Se Ji ti piace così tanto da uscirci tutte le sere forse faresti meglio a fidanzarti con lui”. Inutile dire che era stato quasi decapitato a morsi per quell'ardita domanda.
Dichiararsi per primo?
Lui?
GIAMMAI!
Lui era JiYong, l'affascinante e seduttore JiYong! Il commesso più desiderato di tutta Seul! Erano gli altri che lo guardavano sognanti e che poi si dichiaravano,  non certo il contrario! Nessuno in tutta la vita sarebbe mai riuscito a fargli scucire una confessione per primo e l'idea proposta di YoungBae era la più ridicola che avesse mai sentito uscire dalle sue labbra!
E quando finalmente L'Idiota-Senza-Speranza si era deciso ad entrare nel negozio, JiYong poteva dirsi davvero al limite della sopportazione umana. Mai, MAI in tutta la sua vita aveva dovuto faticare tanto psicologicamente per attirare qualcuno a sé (aveva una minima idea quell'Invertebrato-Blu che cosa significasse svegliarsi tutte le mattine alle 5.15 per essere certissimo di avere i capelli perfettamente in ordine solo per lui?! O di quanto cavolo fosse dura mangiare SOLO un yogurt a pranzo perché accidenti, lui lo stava osservando dalla vetrina e non poteva mica fare la figura dell'abbuffino?!!) e quando lo aveva visto correre via senza essersi nemmeno presentato, il suo corpo aveva reagito per lui.
Ci era voluta la pazienza di un santo e tutta la buona volontà di JiYong stesso per riuscire a concludere qualcosa quel pomeriggio. Insomma, se in qualche modo non si fosse auto-invitato rompendo per la prima volta il suo vademecum personale, a quest'ora sarebbe certamente stato depresso e frustrato, intento a lanciare occhiate furtive al Cretino-Che-Si-Era-QUASI-Lasciato-Scappare-Un'Occasione dalla vetrina e a messaggiare con YoungBae, il quale probabilmente avrebbe tentato il suicidio con due olive da cocktail e uno stuzzicadenti.
E invece, contro ogni probabilità che lo dava per perdente, adesso JiYong era lì, a fissare alternativamente l'orologio a muro e la strada fuori dal negozio, in attesa come la peggiore delle ragazzine, specchiandosi freneticamente ogni due minuti con il terrore che l'eye-liner si fosse rovinato.
Ed era felice.
Un sorriso soddisfatto, stranamente dolce, si disegnò sulle labbra a quel pensiero. Si sentiva come un bambino che finalmente, dopo tanto pregare, aveva ottenuto il gioco che desiderava tanto per il compleanno. Certo, sapeva che quello era solo un primo appuntamento, che sarebbero potuti non andare d'accordo, non piacersi, non essere compatibili. Sapeva che infondo era stupido sentirsi così per un ragazzo che conosceva appena e che lo aveva fissato per mesi (a tratti in modo anche inquietante) senza mai farsi avanti, che quelle che si era fatto su di lui erano solo idee vaghe senza fondamento vero giacché, prima di quel pomeriggio, non avevano mai avuto alcun contatto.
Ma non poteva andare male, no?
Dopo tutto quel fissarsi, quel rincorrersi, quell'attendersi... perché doveva per forza succedere qualcosa di brutto? Insomma... non poteva andare tutto per il meglio e basta?!
Un rumore di campanellini alla porta annunciò l'ingresso di un cliente, distraendolo dai suoi pensieri.
-Ehm... buo... buona sera. Spero di non essere troppo in anticipo...-.
A JiYong non servì nemmeno girarsi per rendersi conto di chi fosse: voce timida, passo appena tremante, profumo di rose (gli aveva comprato dei fiori???)... poteva essere solo lui, il suo Idiota-Azzurro.
Sobbalzò appena, voltandosi verso di lui di scatto, riacquistando nel giro di tre secondi netti tutto l'autocontrollo che gli serviva per non fare una figura che non fosse meno che favolosa. Lasciò che i suoi occhi scuri incontrassero quelli dell'altro ragazzo, assottigliandosi in una mossa studiatamente maliziosa e rivolgendogli uno dei suoi sorrisi speciali, di quelli che avrebbero fatto sciogliere anche i sassi -Orario perfetto!- esclamò, nascondendo l'ansia nell'enfasi della sua voce alta e squillante -Due minuti e sono da te!-.
Non si soffermò molto sul suo vestiario (assolutamente impeccabile), sui sui capelli (dannatamente perfetti) o su altro della sua intera persona; sapeva che, se lo avesse fatto, probabilmente sarebbe impazzito del tutto. Perché infondo a quel Bellissimo-Principe-Blu era bastato un solo, accennato, timido sorriso imbarazzato per mandarlo totalmente in tilt.
E nessuna maschera del mondo mi potrebbe salvare, ora.


* * *

-... così... mi avevi visto...- la voce di Ciuffo-Blu, bassa e appena intimidita, era il perfetto specchio del tenue rossore che gli imporporava le guance.
JiYong, nel vederlo, non poté trattenere un ghigno divertito, atto a nascondere l'incredibile tenerezza che gli faceva in quel momento -Già!- esclamò, dando un morso piuttosto suggestivo al suo wurstel impanato e seguendo con una certa nota di soddisfazione lo sguardo al limite dello sconcerto che gli rivolse l'altro -Non sei un tipo che passa inosservato, sai? Con quel bel fisico, quei capelli blu... quel visetto da idol...-.
L'altro a quel complimento arrossì ancora di più, abbassando lo sguardo e continuando a passeggiare lungo una delle tante stradine dell'affollato Luna Park in cui lo aveva portato.
JiYong non poté che essere soddisfatto.
In realtà, fino a quel momento, era stato abbastanza soddisfatto di tutto.
Timidone-Supersexy era arrivato al negozio in orario, sfoggiando una camicia scura perfettamente abbottonata che impediva qualsiasi visuale di quello che, a primo impatto, sembrava essere un petto ampio e sufficientemente scolpito, ma che subito passava in secondo piano alla vista dei jeans, altrettanto scuri, così aderenti da essere una seconda pelle e che fasciavano alle perfezione le sue splendide gambe e quello che (dopo il suo, ovviamente!) aveva tutta l'aria di essere il sedere più bello del mondo.
Capelli blu pettinati all'indietro con un po' di gel.
Il viso pulito, senza un solo filo di trucco.
Così perfetto nella sua semplicità che per poco non gli era saltato addosso violentandolo nel bel mezzo del negozio.
Nel giro di mezzo secondo aveva dovuto riprendere la propria faccia, prima che l'altro si accorgesse della reazione che gli causava solo con un sorriso, trovare qualcosa di intelligente da rispondere al suo saluto e affrettarsi a chiudere il negozio (e chissenefrega se mancano dieci minuti! C'è Culetto-Di-Marmo che mi aspetta!!!).
E da lì era iniziata quella che si preannunciava essere una bellissima serata.
Mr-Puntualità aveva pensato a tutto: per prima cosa lo aveva portato a cena, con i sentiti ringraziamenti del suo stomaco che, per via della forte affluenza pomeridiana di clienti, non aveva potuto riempire a dovere all'ora di pranzo. Niente di assurdo o impegnativo, lo aveva portato ad un semplice fast-food che JiYong stesso aveva visto molte volte andando al lavoro, ma che non aveva mai avuto occasione di frequentare; un posto pulito, semplice, pieno di ragazzi e ragazze della loro età e dove aveva mangiato una salsa barbecue davvero eccellente.
Un posto perfetto per chiacchierare tranquillamente, senza sentirsi in imbarazzo.
Ed in effetti così era stato; anche se in un primo momento, specialmente lungo la strada, Bello-E-Decisamente-Possibile-Almeno-Per-JiYong si era mostrato la quintessenza della timidezza, dopo qualche minuto e complice il buonissimo hamburger che avevano ordinato si era sciolto, iniziando a parlargli di sé, della propria vita. Tra una chiacchiera e l'altro, JiYong aveva avuto effettivamente conferma del fatto che il suo accompagnatore fosse uno studente universitario e che studiasse psicologia della famiglia “E' una branca molto interessante...” aveva detto dopo un sorso di coca-cola, con gli occhi che brillavano e che lasciavano a intendere quando effettivamente gli piacesse quello che studiava “Trovo sia molto importante aiutare coppie in difficoltà e famiglie in crisi a mantenere quello che hanno. Voglio dire... certo, a volte è semplicemente meglio lasciar perdere, ma tante volte si tratta solo di momenti, di attimi di crisi difficili da superare perché non si è a mente lucida. Vale la pena rovinare tutto solo per questo?”.
Gli aveva poi detto di essere figlio unico e di vivere in un piccolo monolocale situato dall'altra parte della città rispetto all'università “Costano di meno gli appartamenti in quella zona... non mi va di pesare troppo sui miei genitori...”, raccontandogli di come fosse la vita dello studente vicino alla laurea “Senza pause e tremendamente frenetica, almeno se vuoi anche una vita sociale” e di tanti piccoli momenti divertenti della sua quotidianità, sorvolando con un certo imbarazzo sul fatto che, ormai da mesi, passasse ben più che mezza giornata a fargli da stalker al di là della vetrina del suo negozio.
Dal canto suo, JiYong si era lasciato andare a qualche battuta divertente, aveva ascoltato attentamente quanto quello strano ma sempre più affascinante ragazzo aveva da raccontargli e gli aveva dato un po' di sè, parlandogli del negozio “Non è mio... io ci lavoro e basta, anche se il capo è un vecchio in pensione che per la maggior parte del tempo sta con moglie e nipoti in crociera sul Pacifico. Fare il commesso mi viene naturale, è sempre stato un lavoro che mi riesce facile.” aggiungendo poi con una certa dose di orgoglio “Un giorno ne avrò uno tutto mio!”. Gli aveva raccontato della sua famiglia “Una mandria di pazzi! Me ne sono andato di casa che avevo diciassette anni perché vivere tra quelle mura leniva la mia sanità mentale. Cioè, adoro tutti i miei parenti, ma non auguro a nessuno una cena con loro! Molto meglio ognuno a casa sua!” e si era trovato a ridere con lui quando si erano messi a fare i confronti tra le loro madri, una filosofa del New-age che cercava di conciliare carriera e idee naturalistiche e l'altra massaia isterica in grado di organizzare una famiglia intera sulla base di quante torte servissero per una festa.
Una cena molto piacevole, che si era conclusa con Dottore-Saresti-Proprio-Da-Vedere-In-Camice che pagava per entrambi, in quanto JiYong riteneva di aver già fatto abbastanza ad auto-invitarsi a quell'appuntamento e nemmeno si era prestato alla lotta rituale per il conto.
Sempre parlando del più e del meno “Anche a te piace il rap? Pensa, ogni tanto mi diletto a scrivere qualcosa, ma non so se valga la pena essere ascoltato...” “Avrei proprio voglia di un gelato... tu no?” si erano riversati sul marciapiede esterno, prendendo una direzione a caso e iniziando a seguirla per inerzia, entrambi troppo presi dalla conversazione in atto per dar peso a dove stavano andando.
E a JiYong tutto quello piaceva.
Non solo quello che vedeva (sarebbe stato un pazzo a non farselo piacere!) ma, stranamente, anche quello che sentiva e quello che provava.
Che lui fosse una persona difficile era un dato di fatto, sacrosanto e assodato come il natale. Si infatuava facilmente dell'aspetto delle altre persone, era un ragazzo a cui piaceva il bello e non riusciva a farne a meno ma, allo stesso tempo, non riusciva nemmeno a rinunciare al resto.
Sì, lui si considerava perfetto sotto ogni punto di vista e, come tale, sapeva di aver diritto a qualcuno che non solo fosse bello, ma che fosse anche simpatico, divertente, intelligente, sensibile e che, sopratutto, sapesse farlo ridere.
SeungHyun ci riusciva, perfettamente.
E non solo! Con il suo modo di fare estremamente timido era anche riuscito nel giro di quei mesi ad ossessionarlo al punto tale da mandarlo letteralmente in panico quando si era accorto del reale rischio che non si concludesse niente tra di loro. Era stato inconsapevolmente abile a manovrare la situazione facendo in modo che il suo interesse nei suoi riguardi si palesasse.
Bhe, non lui quanto gli eventi in generale.
Senza rendersene conto si erano trovati infine nei pressi di quel Luna Park e, di comune accordo, avevano deciso di visitarlo.
E da quasi un'ora vagavano al suo interno, saltando da una giostra all'altra come due bambini, scambiandosi battute in quella conversazione che diventava sempre più facile e familiare.
Certo, quella timidezza che l'altro aveva sbandierato per tutti quei mesi però ora stava iniziando ad essere...
Fastidiosa!
Inutile!
Bastarda!
Infame!
Mortificante!
...un po' troppo, ecco.
Era quella l'unica pecca di un appuntamento che altrimenti avrebbe potuto dirsi perfetto, l'unica macchia che stonava un po' (un po' tanto!) con l'atmosfera generle: per tutta la serata l'altro ragazzo non aveva fatto altro che rifuggire da ogni contatto più intimo di una pacca sulle spalle, rabbrividendo come disgustato o peggio, terrorizzato, ogni volta che anche per sbaglio le loro gambe si sfioravano da sotto il tavolo (e se questo era avvenuto un numero di volte superiore alla decenza, JiYong poteva giurare che era stato per puro caso).
Un modo di fare fin troppo riservato.
Non che JiYong non apprezzasse i cavalieri, non apprezzava certo quei ragazzi che già dalla prima serata pretendevano di infilarsi nelle sue mutande con la velocità di un colibrì, ma per esempio Il-Ragazzo-Con-Troppa-Poca-Inziativa non aveva ancora cercato di prendergli la mano, o di abbracciarlo, e ce n'era stata più di un'occasione! L'appuntamento stava andando bene, erano in sintonia, era chiaro come il sole in estate a mezzogiorno che si piacessero... e che diavolo stava aspettando ancora??
Non che dovesse saltargli addosso e spingerlo in un vicolo per approfittarsi di lui senza né arte né parte, ma almeno una carezza, un accenno ad un bacio, un prendergli la mano.
Per un terribile momento poi, mentre erano in fila per la biglietteria del parco, JiYong, nel tentativo casuale di sfiorare la mano dell'altro per spingerlo ad afferrarla, si era sentito morire e aveva seriamente valutato l'ipotesi di una telefonata d'urgenza a YoungBae: L'Uomo-Che-Dio-Solo-Sa-Perchè-Non-Voleva-Farsi-Toccare si era irrigidito di colpo, arrossendo come un peperone e sfuggendo da quel contatto come se fosse fatto di lava incandescente, come se la sua mano fosse stata unta e sudaticcia; e poteva giurare che così non fosse, se ne era accertato subito.
No, si era detto, non ancora!
Non posso aspettare altri sei mesi prima che questo si decida a fare qualcosa!
Non ne aveva decisamente la pazienza.
E così aveva avuto il via il piano “Muoviti SeungHyun!!!”, che prevedeva l'uso di tutte le sue imbarazzanti tecniche di seduzione, affinate nel corso degli anni, per spingerlo a non arrivare alla vecchiaia senza almeno averlo baciato. Aveva fatto di tutto, dal lanciargli sguardi equivoci da sopra la spalla, al chinarsi malignamente per recuperare il borsello caduto, al maneggiare suggestivamente il biglietto del Luna Park, per arrivare infine a quella conversazione, atta ad abbassare con l'imbarazzo tutte le difese della sua giovane e prestante vittima.
-Oh... ah... beh...- il volto del ragazzo dai capelli blu era sempre più rosso, probabilmente sempre più imbarazzato dall'idea che il commesso avesse sempre saputo che lui era lì -Ti... ringrazio...- disse infine, riferendosi ai complimenti.
-Mi chiedevo quando saresti venuto a parlarmi...- riprese con calma studiata JiYong, dopo aver dato un ultimo morso al suo wurstel e aver leccato via dallo stesso uno sbafo di maionese con la punta della lingua, lasciando che i suoi occhi seguissero di soppiatto le espressioni del compagno, che si facevano sempre più tese -Ti guardavo fuori dalla vetrina e mi domandavo perché stessi lì, quando avresti potuto tranquillamente venire a presentarti e a chiedermi di uscire con una scusa qualsiasi...- oltre ad una non troppo velata provocazione, nelle sue parole si poteva percepire anche una genuina nota di curiosità -Sei un bel ragazzo e questa sera a cena abbiamo parlato molto... non hai niente che non va!-.
Bel-Visino-Tendente-Al-Rosso-Fiamma prese fiato, come se quella rivelazione gli costasse fatica -Ecco...- una pausa -Io sono timido...-.
Ma dai?
-Me ne sono accorto...-.
-Troppo timido e pessimista...- con un sospirò rincarò la dose, accompagnando le parole con un gesto eloquente della mano -Ero preoccupato che tu fossi etero, impegnato, o che potessi pensare a me come ad un maniaco, uno stalker, o qualcosa del genere. Cioè... so che la figura che ho fatto non deve essere stata molto diversa da questa in realtà! Sono un vero disastro in certe cose! Però... non era così che volevo sembrare!-.
JiYong ridacchiò appena, scuotendo i capelli ossigenati con nonchalanse -No, in effetti la prima settimana ero piuttosto preoccupato, temevo che potessi essere uno stupratore seriale o un rapitore...- una pausa, significativa. Sbattè leggermente le lunghe ciglia, rivolgendogli un'occhiata intensa, tutta occhi e aspettative -Poi... ho cambiato idea...-.
Stoccata al centro.
Calcio d'angolo e goal!
 -Cioè... non...-.
-Mi intrigavi...- ancora una pausa. Senza più guardare l'altro in volto e continuando a incedere con calma lungo il viale del Luna Park, si portò il bastoncino di legno di sostegno al wurstel che aveva appena mangiato tra i denti, iniziando a mordicchiarlo leggermente -Sentivo il tuo sguardo addosso, al di là della vetrina e sapevo che eri lì per me. Non era così male. E dopo un po' mi ci sono abituato...-.
Un leggero sorriso.
Il tono di voce che si abbassava appena, studiatamente, come se stesse per rivelare un dolce e malizioso segreto.
-Ma allora perché non sei venuto tu da me?-.
E che cazz...!!!
Quella domanda, posta con una naturalezza e un'innocenza tale da far chiaramente intendere quanto non fosse stata studiata, bloccò di colpo ogni altra parola e azione di JiYong, il quale ammutolì di colpo, fermandosi nel bezzo del vialetto e volandosi di scatto verso il suo interlocutore, mentre il bastoncino che teneva tra le labbra ora dischiuse dalla sorpresa cadde a terra, dimenticato.
Con gli occhi spalancati e il cervello in silenzio stampa si voltò lentamente in direzione del suo interlocutore, il quale si era fermato a sua volta e si era girato verso di lui, osservandone il volto con fare curioso e, probabilmente per aver intuito quanto quella domanda fosse stata azzeccata, anche più tranquillo e meno imbarazzato di prima.
Perché?
-Perché.. dici?- domandò, incerto, senza tuttavia trovare una risposta adeguata in tutto il suo stupito essere in pallone.
La realtà, pura e semplice, era che non poteva dirgli tutto quello che pensava di quella storia, non poteva raccontargli di tutte le scenate isteriche che aveva fatto con YoungBae, del fatto che non aveva potuto andare da lui perché voleva essere il corteggiato e non il corteggiatore. Non poteva perché se no l'altro avrebbe capito quanto gli piacesse e questo non andava bene!
Non così!
Lui era JiYong, dannazione!
Non poteva fare tutto lui!
Aveva già fatto abbastanza per quell'uscita!
Tuttavia ogni pensiero, ogni rimostranza fu subito messa a tacere.
-Ecco... io...-.
-Tu...-.
-Io...-.
-Tu...-.
Per un minuto, un interminabile fascio di secondi, gli occhi dei due ragazzi fermi in mezzo alla strada si incontrarono, bloccandosi gli uni negli altri, attirandosi come due poli opposti di una calamita, nel medesimo modo in cui si erano cercati per tutti quei mesi, quand ancora non potevano fare altro che lanciarsi occhiate da una parte all'altra della strada.
JiYong chiuse le bocca, quasi automaticamente, lasciando che il proprio sguardo si perdesse in quello dell'altro, così profondo e magnetico da essee intossicante. Anche quel pomeriggio in negozio era stato così? Certo, bello e sexy lo era stato sempre, ma non si era accorto che fosse anche così...
-Assuefacente...- prima ancora che potesse formularla in pensiero, quella parola gli uscì dalle labbra, incrontrollata.
-Sei tu?- domandò ancora, quasi in trance, mentre il mondo attorno a loro si faceva sempre più lontano e silenzioso e una strana sensazione di calore al petto, allo stomaco, alle gambe e nel cervello lo pervadeva con la delicatezza di una pioggia primaverile.
Era lui?
Era davvero lui la persona che aveva aspettato? Il ragazzo che lo fissava dalla strada timido come un bambino, impacciato come un'adolescente, ma assolutamente bello come un dio?
, si disse JiYong, è lui. È assolutamente lui.
Bello, buono, intelligente, affettuoso... sembrava fin troppo perfetto per essere vero. Eppure JiYong non poteva far altro che volerlo, desiderare di conoscerlo sempre di più, desiderare di apprendere anche i suoi difetti per poterlo adorare anche sotto quel punto di vista.
Desiderare che lo vedesse e lo volesse anche senza quella fantastica maschera arrogante che mostrava a tutto e tutti.
Occhi-Magnetici lo fissava silenzioso, ormai senza alcuna traccia di imbarazzo ma solo pieno di una nota di tenerezza che quasi lo commosse.
Istintivamente, JiYong mosse una mano verso di lui, avvicinandosi di un passo.
Era il momento, ora voleva baciarlo.
Voleva stringerlo e perdersi nel suo abbraccio che, ne era certo, doveva essere ampio e protettivo e che aspettava con trepidazione ormai da mesi. Lasciò che il proprio corpo scivolasse in avanti, involontariamente sensuale, desideroso come non mai di incontrare il calore e la solidità di quello dell'altro.
Piano la bianca mano affusolata si protese ancora.
Il cuore batteva come un tamburo nel petto.
-Ehi! Ehm... che ne dici di andare su quella???-.
Ma porc...!!!
Esattamente come s'era venuto a creare, quel momento magico si spezzo. L'Idiota-Distruggitore-Di-Romantici-Momenti, poco prima che JiYong potesse avvicinarsi ulteriormente, si tirò indietro di colpo, rendendosi conto di quanto stava per succedere e arrossendo come un bambino pescato a frugare tra i porno del fratello maggiore, privando l'altro del calore che stava per andare a cercare direttamente tra le sue braccia. Freneticamente alzò un braccio, indicando la prima giostra che gli capitò a tiro: la vecchia, noiosa e scontata Casa degli Specchi.
-Co... cosa?- balbettò JiYong, sentendosi il più cretino del Luna Park.
-Ecco... la giostra...-  mormorò Il-Sempre-Più-Idiota-Moscone-Blu, arrossendo ancora di più mentre acquistava consapevolezza di quanto aveva fatto -Sembra bella... no?-.
Per un secondo JiYong ebbe la netta impressione che l'altro lo stesse prendendo in giro.
Una graziosa e fin troppo accennata vena iniziò a pulsargli sulla fronte; sentì la rabbia ribollirgli dentro per un terrificante momento mentre con tutto se stesso si sforzò di non mostrare la ben che minima espressione facciale, il più misero cenno di fastidio.
No, così non andava.
Poteva essersi sbagliato tanto sull'esito della serata?
Insomma... stava andando tutto bene!
Quel ragazzo non poteva averlo preso in giro in quel modo per tutti quei mesi, per tutta quella cena che era stata a dir poco stupenda, facendogli credere che gli piacesse per poi tirarsi indietro quando le cose iniziavano a farsi più serie. E si rifiutava di credere che fosse così sprovveduto da non averlo messo in conto!
Però che altro poteva pensare?
Era tutta sera che a livello fisico lo trattava al pari di un lebbroso, al pari di un mendicante lurido, al pari...
... al pari di un amico.
La nota di fastidio che da circa metà serata aveva iniziato a pungergli in un punto preciso tra le scapole e lo sterno si acutizzò di colpo, rendendolo quasi cieco.
Prese fiato -Sai qual'è il tuo problema?- domandò, in tono leggermente mellifluo, ancheggiando qualche passo avanti a lui.
Colui-Che-NON-Sarebbe-Mai-Stato-Un-Suo-Amico-Non-Se-Poteva-Impedirlo scosse il capo, leggermente.
-Non è che sei timido...- mormorò, lasciando che i loro occhi si incontrassero per qualche secondo al di sopra di tutto il rumore, delle luci del parco. Un solo istante, prima che da dolci e melensi gli occhi del commesso si assottigliassero in una smorfia di disappunto -E' che sei un cretino!- sibilò, prima di dargli definitivamente le spalle e dirigersi in gran carriera verso la Casa degli Specchi, senza neanche attendere una qualsiasi reazione né tanto meno sincerarsi che l'altro lo stesse seguendo.
Che ne se andasse al diavolo!
Ora era veramente irritato.
Non poteva fare così! Non poteva fissarlo per mesi, spingerlo a invitarsi fuori per un appuntamento perchè se no rischiavano la vecchiaia aspettando i suoi tempi, far proseguire la serata splendidamente per poi rifiutarsi anche solo di prendergli la mano, come se si vergognasse.
Non poteva accettarlo!
-J... Ji!- sentì la sua voce grossa chiamarlo alle spalle, ma cercò di non farci caso.
A grandi passi si infilò all'interno della giostra, sul volto disegnata una tale espressione furibonda che gli altri astanti, prevalentemente ragazzi e bambini, si ritrassero spaventati, lasciandolo passare.
Una ventata di fumo, dal vago sentore dolciastro di borotalco, lo accolse all'ingresso, accompagnato dalla risata stridula di quello che sembrava essere una specie di pagliaccio di plastica. Senza minimamente mostrarsi spaventato o interessato prese la prima strada di fronte a sé, imboccando uno stretto corridoio scarsamente illuminato, probabilmente solo una sezione di passaggio.
Oh, sperava ardentemente che scivolasse e si spaccasse una gamba!
Dannato!
Con una manata non propriamente gentile scostò il primo, improponibile clown che gli si presentò davanti, causando qualche lamentela da parte di trio di ragazzine che sostavano in quella zona.
Che si fottano anche loro!
Alla fine avrebbe dovuto immaginare che sarebbe finita in quel modo!
-Ji! Ji aspetta.... arrrggh!!!! Che cazzo è questo...!-.
Era a dir poco furibondo.
Furibondo e deluso.
Si era fatto una certa idea nella testa, il pensiero che all'altro, giacché per mesi lo aveva fissato e visto che aveva fatto tutta quella ridicola manfrina per chiedergli di uscire insieme (almeno così credeva, visto che poi a decidere per l'appuntamento era stato lui!) potesse piacere.
Non accettava che non fosse così, no, sarebbe stato troppo umiliante. Non poteva nemmeno pensare al fatto che, forse, l'altro ragazzo fissasse il suo negozio per qualche altro arcano motivo, che i suoi scopi fossero altri e che avesse accettato di uscire con lui per... per... perché, maledizione???
-Maledetto indeciso...- sibilò, svoltando lungo una sala pateticamente rossa, dove uno strano e intricato reticolato di veli al soffitto creava uno stranissimo gioco di luci e ombre.
-JiYong! Fermati per favore!!!- ancora la voce di Sono-Un'Idiota-E-Ho-Anche-Paura-Dei-Clown lo raggiunse, assieme al rumore dei suoi passi frettolosi e una mezza imprecazione. Probabilmente aveva sbattuto contro qualcosa.
JiYong non riuscì a trattenere una mezza risata al pensiero dell'altro rotolante per terra in mezzo ai mocciosi urlanti, ma non si fermò nemmeno in quell'occasione, sperando che almeno si fosse fatto un poco di male, svoltando celermente in un corridoio che si apriva lateralmente alla sua destra, seminascosto da un pesante e polveroso drappo di velluto.
Oh, che continuasse pure a rincorrerlo!
Era tutta sera che gli correva dietro lui, ora un po' di cambio non guastava!
Si fermò di colpo quando, superato il drappo di velluto, si ritrovò in una specie di sala circolare, gremita di ogni sorta di specchio deformante. Una stanza in penombra, forse l'unica davvero inquietante di tutta quella stupida e patetica giostra, con diversi svincoli tra uno specchio e l'altro che creavano più di una via: una sorta di labirinto.
Un luogo dove probabilmente il compagno non lo avrebbe trovato con facilità se avesse deciso di inoltrarvisi.
Esitò, un secondo.
Era davvero questo che voleva?
Scappare in quel modo dopo un solo appuntamento senza aver affrontato l'altro ragazzo per davvero?
Infondo... lo stava seguendo.
Sobbalzò violentemente quando sentì una mano serrarsi attorno al suo polso.
-Ji! Ti sei fermato finalmente!- la voce di Super-Atleta-Idiota-Deficente, leggermente ansimante per la corsa, lo colpì come una secchiata d'acqua, così come i suoi occhi spalancati, dentro i quali poteva leggere chiaramente un'emozione strana: timore forse?
Strano.
A lui quella giostra non sembrava così terribile.
Con uno strattone, JiYong si liberò della presa dell'altro, rivolgendogli una mezza occhiata isterica, degna di una donnina in fase mestruale -Lasciami!- esclamò, lasciando che la parte acida del suo cervello prendesse il sopravvento, come sempre quando iniziava ad innervosirsi -Non ho più voglia di parlare con te...-.
Non era vero!
Non era assolutamente vero!
Ma si sentiva ferito, nervoso, confuso e, a dirla tutta, anche un po' umiliato. E il suo carattere altezzoso e arrogante, sempre al centro dell'attenzione, non gli permetteva di abbassare la testa quel tanto che bastava per dire e mostrare che invece avrebbe voluto parlargli ancora, sempre, per ammettere che la sua reazione era stata un tantino spropositata e magari chiedere spiegazioni, cercare di chiarire, cercare di capire che cosa avesse per farlo allontanare così ogni volta.
No, lui non era fatto così.
E diamine, Principe-Dei-Miei-Stivali lo avrebbe dovuto imparare se davvero gli interessava!
-JiYong...- ricominciò il ragazzo. Si avvicinò a lui, prendendolo per le spalle e costringendolo a guardarlo, sorprendendolo con quel contatto così audace. I suoi occhi erano lo specchio della decisione, nonostante la chiara nota di imbarazzo che ivi vi si leggeva -Sì, è vero, hai ragione! Il mio problema è che sono troppo timido... che sono cretino! Il più cretino tra i cretini!-.
Mhmm... almeno lo ammetteva.
A quelle parole lo sguardo del commesso si ammorbidì appena. Le spalle si rilassarono leggermente sotto le mani dell'altro ragazzo, rendendosi conto che quello era forse il primo contatto fisico così ravvicinato che avevano avuto in tutta la serata.
Non era spiacevole.
-Ma anche tu ne hai uno, sai??- proseguì, dopo aver deglutito a vuoto un paio di volte per farsi coraggio -E non meno grave del mio!-.
A quelle parole, se fosse stato possibile, la mascella di JiYong si sarebbe schiantata al suolo -Co... cosa??- sibilò, incredulo.
Davvero lo stava...
... mi sta criticando???
-Sì, e adesso te lo dico!-.
-Non ti azzardare! Io sono perfetto, io...!-.
Ma Mr-Sto-Per-Perdere-Le-Palle-Grazie-A-Un-Calcio non lo lasciò finire. Con un gesto delicato, ma che non ammetteva alcun tipo di replica, lasciò che le proprie dita si serrassero ancora di più attorno alle braccia di JiYong, forse nel timore che cercasse di sfuggirgli, il quale rabbrividì appena quando sentì il calore del suo fiato sul volto -Tu non hai pazienza!- esclamò.
Silenzio.
Per un secondo non vi fu altro nella stanza. Né il rumore dei loro respiri, né lo strepitare delle persone che correvano avanti e indietro lungo i corridoio della giostra.
Ma come cavolo facevano a divertirsi su quella cosa?
E JiYong poté giurare di non aver mai visto niente di più sexy delle labbra dell'altro ragazzo che, appena dischiuse, un poco ansimanti per la corsa di prima, avevano quasi urlato quella frase di accusa.
-Non hai un cavolo di pazienza!- riprese dopo qualche secondo, senza più urlare ma mantenendo un tono di voce tirato -Se solo avessi atteso una, e dico un'ora... il tempo di arrivare a casa, diamine!-.
-Ma mi stai prendendo in giro??- sibilò JiYong, senza tuttavia scostarsi da quella piacevole presa -E' tutta sera che eviti di toccarmi e...-.
-No! Non è come pensi!- il fervore di quelle parole bloccò ogni altra protesta, lasciando il commesso con il cuore in gola.
Che palpitava per l'emozione.
Anche troppo.
-Avevo già preparato tutto! Tutto!!!- una pausa. Lentamente, le dita di Dio-Quanto-Ti-Bacerei-Se-Solo-Mi-Lasciassi abbandonarono le braccia attorno al quale si erano serrate, iniziando a scorrere con lentezza sulla pelle nuda delle braccia dell'altro, sfiorandola delicatamente -Io...- mormorò, ritrovando il suo tono timido e imbarazzato, quel tono che, infondo, JiYong adorava tanto -Ti avrei accompagnato a casa... perché sono un cavaliere! E... e cielo, avrei lottato tutto il tempo, come ho fatto fino adesso, per resistere alla tentazione di abbracciarti... perchè è presto, tu sei bellissimo, sei perfetto e meriti che tutto venga fatto come si deve!-.
-Oh...- mormorò JiYong, perdendo d'un botto tutta la sua arroganza e sentendo la rabbia sfuggirgli via, delicata come le dita che gli stavano percorrendo le braccia e che, quasi senza che lui se ne accorgesse, raggiunsero le sue, intrecciandovisi delicatamente.
Senza nemmeno avere il tempo di formulare una risposta, si sentì arrossire.
-Ti avrei detto buonanotte...- riprese Tocco-D'Angelo, avvicinandosi di un passo e fissandolo con i suoi occhi scuri, gli stessi che aveva sentito scavargli sotto la pelle per tutti quei mesi -Avrei aspettato che tu mi dessi le spalle e allora...- una pausa -Allora ti avrei fermato, ti avrei preso delicatamente per un braccio e ti avrei avvicinato a me...- accompagnò le parole con un gesto gentile, con un braccio che lento si portò alla vita dell'altro ragazzo, tirandoselo contro, petto contro petto.
A JiYong mancò il fiato.
-Sarei morto, perché il solo starti vicino mi fa impazzire, il tuo profumo mi annebbia la ragione ma... ma ti avrei guardato negli occhi dolcemente. Come prima, come quando eravamo fuori e allora... solo allora... ti avrei chiesto se potevo baciarti. E lo avrei fatto... finalmente lo avrei fatto, anche perché se no sarei morto...- e infine tacque.
Rosso in volto, con gli occhi brillanti di vergogna, lasciò che le labbra si chiudessero definitivamente.
Quella...
Quella...
E' la dichiarazione più bella che io abbia mai ricevuto.
Con il cuore in gola, con il sangue che pulsava nelle vene ad una velocità mostruosa e il volto che non riusciva più a celare le fortissime emozioni che provava in quel momento, JiYong sciolse l'intreccio delle loro mani, portando le braccia attorno al collo del ragazzo. Questa volta il contatto non venne rifiutato -Davvero...?- domandò, esitante.
-Sì...- rispose L'Uomo-Diventato-Improvvisamente-Perfetto, annuendo appena, deliziato da quel dolce imbarazzo che l'altro ragazzo ora gli mostrava -Volevo che tutto fosse romantico, dolce. Non ho aspettato mesi per rovinare tutto così, con qualcosa che non fosse abbastanza per te... perché tu mi piaci.- quelle parole, nonostante la tensione, furono pronunciate sicure, senza un minimo di esitazione -Mi piaci tantissimo JiYong...-.
Gli piaceva davvero allora!
Non era stata solo un'impressione o il sogno di un ragazzo dall'ego troppo grande. Era vero, era tutto vero!
-Anche tu mi piaci...- rispose, sorridendogli per la prima volta dolcemente, senza alcun accenno di malizia.
Come solo il vero JiYong avrebbe fatto.
Per qualche attimo i due si guardarono negli occhi, assaporando l'intensità di quel momento e di quella reciproca confessione.
-Allora...- domandò Puoi-Essere-Tu-L'Uomo-Della-Mia-Vita? con dolcezza -Ce la fai ad aspettare un'ora?-.
-Dopo tutta questa dichiarazione? No...-.
-Ah menomale! Nemmeno io!- e, ormai senza più freni, senza più imbarazzo, lo baciò.
Come il finale di un favola si abbassò leggermente, quel tanto che bastava, andando a far collidere le loro labbra in quello che era il bacio più sudato e al contempo desiderato di tutta la loro vita.
Un bacio caldo, dolce, che aveva il sapore del primo amore.
JiYong non riuscì a distinguere, né tanto meno a descrivere le mille sensazioni che tutte insieme si affacciarono al suo cuore, che come un tamburo scandiva i loro secondi insieme; secondi che da quel momento in avanti avrebbero serbato, preziosi come diamanti. Semplicemente vi si abbandonò totalmente, schiudendo le labbra e godendosi il momento, lasciando che il calore di SeungHyun (sì, ora poteva chiamarlo con il suo nome... ora era davvero suo!) lo pervadesse a pieno mentre mille specchi mandavano la loro immagine mille volte distorta.
Riflessi del loro semplice amore, che da quel momento avrebbe iniziato a crescere come un tenue germoglio sotto il sole.


* * *

Due ore dopo, avvinghiato al suo Principe-Come-Nelle-Favole come se fossero un unico essere, seduto alla romantica penombra della ruota panoramica, JiYong dovette per forza lasciarsi andare ad un paio di pensieri obbligatori.
Il primo era che, finalmente e indubbiamente, lo aveva trovato.
L'uomo perfetto per lui, il fantastico principe azzurro che non solo aveva tutte le caratteristiche che sognava, ma anche più di quelle che si era azzardato a chiedere al destino, l'unico che era riuscito a smuoverlo dal suo trono per riuscire a combinare qualcosa.
Stretto tra le sue braccia, annusando il delicato profumo della sua pelle e annegando in quei baci così dolci che non riusciva a smettere di elargire e pretendere, si sentiva felice come mai prima d'ora.
Senza alcuna maschera sul viso, semplicemente se stesso.
La seconda era che forse (forse! Badiamo bene!), avrebbe dovuto fare una telefonata a Daesung per cercare di calmare gli animi verso YoungBae. Dopotutto alla fine il suo migliore amico aveva avuto ragione nel dirgli di buttarsi lui.
Gli pareva quasi di poter sentire le sue parole “Che ti avevo detto? Non fare la principessina che non lo sei per niente, tira fuori un po' di palle che le hai, e fai sempre quello che ti dice YoungBae! Ora scusami ma scappo! Devo farmi perdonare da Dae e centotredici rose rosse non basteranno!





..::..Fine..::...






E... e niente, l'ho fatta xD
*si nasconde*

Vi prego, non abbiatemene se è troppo romantica e sdolcinata, troppo da favola, ecco! Io di norma sono romantica come un calcio sui denti, ma esco da una settimana di degenza post operatoria, ho tutti i punti che tirano, tanta voglia di uscire di casa e sono quindi in vena di dolcezze♥

Ecco, come la sua precedente sorellina, questa storia è uno sfizio senza pretese che mi sono voluta togliere... non escludo di poter, in futuro, scrivere qualcosa su Tae e Dae, sempre di questa serie, ma vedrò xD ora si entra in periodo di esami per me.
Nel frattempo non posso che ringraziare tutti  coraggiosi che sono riusciti ad arrivare fino qui^^ spero che la storia non vi abbia fatto troppo schifo!
Un bacio a tutti♥
   
 
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