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Autore: emotjon    06/05/2013    41 recensioni
[SOSPESA MOMENTANEAMENTE]
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Lei, Andromeda Tomlinson, per tutti Andie.
Classe 1993. Capelli castani, occhi celesti.
Sorella minore di Louis. Ex ragazza di Liam Payne.
Migliore amica di Harry Styles.
Genitori ricchi sfondati... Ma che bloccano le carte di credito ai fratelli Tomlinson.
La soluzione? Un coinquilino.
E chi meglio di Zayn Jawaad Malik?
Ma soprattutto... Andie, la ragazza acida con la corazza d'acciaio, riuscirà a resistere al fascino del tenebroso quanto sexy e dolce coinquilino?? Sta a voi scoprirlo. E se leggete lasciate una recensione, vero? Vero.
xx Fede.
Accenni Larry. Niente di sconcio, solo due ragazzi innamorati, giuro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*il banner l'ho fatto io, vi piace??*

Capitolo 1. The tenant.

 

Ero quasi nel mondo dei sogni, cercando di ignorare il russare leggero di mio fratello Louis. O almeno di farmi cullare da esso. Ma, niente da fare. Non riuscivo a riprendere sonno, unito al suono del campanello alle sette del mattino… diciamo che ormai ero più che sveglia. “Arrivo”, bo­fonchiai passandomi una mano tra i capelli e caracollando fino alla porta d’ingresso, in maglietta e mutande.
Non che me ne fregasse troppo. Così, aprii la porta. Che ne so, magari è il postino…
O magari anche no.
Oh. Mio. Dio.
Un angelo. Ora svengo. Labbra da tener sveglia anche una lesbica, un accenno di barba, un naso a dir poco perfetto. Un sopracciglio inarcato, la fronte aggrottata. E due occhi. Sì, due occhi. Cre­devate ne avesse tre? Due occhi a dir poco incredibili. Color… oh, non lo so. Un castano indefinito, cioccolato, forse. O forse, tendente all’ambra. Boh.
Cerchi mio fratello, immagino”, borbottai facendogli cenno di entrare.
E se fossi un terrorista pronto a farti saltare in aria?”. Eh? “Mi fai entrare così, senza chiedere niente, magari sono un terrorista”, ripeté, rivolgendomi un sorriso. Un gran bel sorriso da figo. Un sorriso che stava a dire che sapeva di essere figo. Eccome se lo sapeva. “Tu devi essere la so­rella…”.
Andie, piacere”, lo bloccai acida porgendogli una mano.
Sei sempre tanto acida?”.
Alle sette del mattino? Sì”, ribattei versando il caffè in due tazze. Una per me e una per mio fra­tello, ovviamente. Non secondo mister sono-figo-e-lo-so, che mi prese una delle due tazze dalle mani, sorridendo. “Certo, come fossi a casa tua, eh?”, borbottai acida, buttandomi sul divano.
Fino a prova contraria questa è anche casa mia”.
Whoa. Che? “Che hai detto, scusa?”. Ero a bocca aperta, la tazza a mezz’aria. Cosa che lo fece ri­dere, di gusto. Uno sconosciuto. Che rideva di me. Non va bene, per niente proprio. “Louis!”, gridai lasciando perdere il caffè e camminando lungo il corridoio, per poi irrompere in camera sua. “Mi spieghi che diavolo ci fa quella sottospecie di egiziano nella mia cucina?”.
Lo sentii borbottare qualcosa di incomprensibile, allora sbuffai. Poi mi sedetti al suo fianco sul letto e gli riempii una guancia di baci, per svegliarlo delicatamente. Non volevo che mi odiasse a vita per averlo svegliato male. E poi, con mio fratello non riuscivo a essere acida, nemmeno di prima mattina.
Lo vidi aprire i suoi meravigliosi occhi azzurri con uno sbadiglio, mascherato da un bellissimo sorriso. “Buongiorno”, borbottò dandomi un bacio su una guancia. “Perché mi hai svegliato così? Non è da te…”.
C’è uno che dice che questa è anche casa sua, nella mia cucina”, gli feci notare guardandolo alzarsi. Si illuminò come un albero di Natale alle mie parole, cosa che per poco non mi fece incazzare. E parecchio. “Tranquillo, non penso sia gay”, scherzai infilandomi un paio di pantaloncini e cambiandomi la maglia, mettendone una delle mie.
Ah, simpatica… ti sei presentata almeno?”.
Annuii, ma poi inarcai un sopracciglio. “Non ce lo voglio qui, ho pensato che se ti avessi detto che non volevo condividere l’appartamento… Aspetta, dove hai intenzione di farlo dormire?”, esclamai incrociando le mani sotto al seno.
Lui rise, alzando gli occhi al cielo, ma senza rispondermi. Sbuffai, decidendo di vestirmi per uscire, almeno non avrei dovuto guardare uno sconosciuto trasferirsi, in camera mia per giunta. Cosa molto probabile, se conoscevo abbastanza mio fratello. E lo conoscevo.
Dove vai sorellina?”, mi chiese Louis notando che mi stavo facendo la coda e infilavo le cuffiette, mettendo poi l’iPod in tasca. Lo ignorai prendendo il telefono e le chiavi di casa, per poi uscire, senza degnare nessuno dei due di uno sguardo. Avevo bisogno di sfogarmi, di correre fino a finie il fiato, per non tornare a casa e arrabbiarmi con nessuno.
Non che fossi violenta, ma… insomma, mi dava altamente fastidio che mio fratello avesse trovato un coinquilino senza farne parola con me. Non mi aveva detto niente, non sapevo perché ci servisse un coinquilino, o almeno chi fosse quel… sì, bellissimo ragazzo. Ma non era quello che volevo dire.
Insomma, uno che ti compare davanti casa alle sette del mattino non dev’essere del tutto normale, no? Avrebbe potuto essere davvero un terrorista, come mi aveva detto. Avrebbe potuto essere un’omicida…
Il flusso dei miei pensieri venne bloccato quando mi accorsi di trovarmi quasi davanti a casa della mia migliore amica, allora rallentai il passo, regolarizzando il respiro. Mi ero fatta dieci chilometri senza nemmeno accorgermene, e ormai erano le nove passate. Magari l’avrei trovata sveglia. Così, suonai al campanello, trovandomi davanti la compagna di suo padre.
Ciao Andie”, mi salutò con un enorme sorriso sul volto. “La svegli tu la dormigliona?”.
Annuii sorridendo, salendo di corsa le scale e facendo irruzione nella camera da letto di Liberty, la mia migliore amica. E quasi non mi strozzai con la saliva nel vederla sdraiata nel suo letto, mezza nuda, abbracciata a Niall, il nostro migliore amico, nonché il suo fratellastro, a dirla tutta. Mi chiusi la porta alle spalle e mi sedetti sul bordo del letto, cercando di non ridere, e le accarezzai un braccio, posandole poi due dita sulle labbra quando la vidi aprire gli occhi.
Pensa se entrava tua madre”, le dissi in un sussurro mentre si infilava una maglietta e uscivamo in corridoio. “Mi devi una spiegazione”, aggiunsi con un sorriso malizioso incrociando le braccia sotto al seno. Le sorrisi, e lei arrossì, violentemente, coprendosi il viso con le mani.
E’ mio fratello…”.
Fratellastro”, la corressi abbracciandola. “E non te ne devi vergognare, siete la dolcezza fatta persona e lo sai che vi trovo adorabili insieme”, aggiunsi dandole un bacio sulla fronte. In fondo lei e Niall non erano fratelli. Erano stati estranei fino all’anno prima, quando il padre di Libby aveva iniziato a frequentare la madre di Niall. Da allora vivevano insieme.
E si erano innamorati. Qual’era il problema? Nessuno.
Se non fosse che un paio di mesi prima i loro genitori avevano deciso di sposarsi.
Sono innamorata di lui, ecco la mia spiegazione”, mormorò passandosi una mano tra i lunghi capelli biondo grano. Sorrisi. Spiegazione banale ma allo stesso tempo ricca di significato. “Ora tu… che ci fai a casa mia a quest’ora, tutta sudata e con la faccia di una che non ha fatto altro che pensare nelle ultime due ore?”. Risi, scuotendo la testa come a scacciare un brutto pensiero. E lei mi strinse una mano, costringendomi a guardarla. “Allora?”.
Non ho dormito niente… Louis russa come un maiale in calore”, confessai lasciandomi scivolare contro la parete e sedendomi sulla moquette. Lei mi imitò, facendomi posare la testa sulla sua spalla. “Così sono uscita, avevo bisogno di sfogarmi”.
E hai corso a perdifiato per dieci chilometri, immersa nei tuoi pensieri”.
Annuii, chiudendo gli occhi ed espirando, cercando di calmarmi. Senza troppo successo. Ancora non riuscivo a capire perché mio fratello cercasse un coinquilino. Senza dire niente a me, oltretutto. Non capivo a cosa ci servisse un coinquilino. E non capivo chi diavolo fosse quella sottospecie di… egiziano con quel viso perfetto.
Abbiamo un coinquilino”, ammisi riaprendo gli occhi. E Libby scoppiò a ridere, credendo che scherzassi. La guardai negli occhi, scuotendo piano la testa. “Non so perché e non so chi è”, aggiunsi abbandonando la testa contro il muro del corridoio.
E’ carino, almeno?”.
Risi, dandole una spinta scherzosa. Ma non le risposi, di proposito. Assunsi uno sguardo sognante, ripensando al mio incontro quella mattina con quello sconosciuto. Già, sbucare del nulla alle sette del mattino non era una cosa normale. In più si era messo a scherzare sul fatto che l’avessi fatto entrare senza chiedere chi fosse.
Alle sette del mattino, il massimo che mi aspettavo era il postino.
Poi, mi aveva rubato il caffè. E infine, mi aveva detto a freddo che casa mia era anche casa sua. Solo mio fratello poteva trovare un individuo del genere. Ma la cosa che mi dava più fastidio in assoluto non era quello strano quanto bellissimo individuo.
Era mio fratello. Non dirmi niente era un colpo basso.
Io gli parlavo di tutto. Dei miei problemi, delle litigate con Libby. Gli avevo parlato della mia anoressia, di quanto stavo male col mio corpo. E lui mi aveva aiutato a uscirne. A uscire da tutto quello schifo. C’era stato per me, e ora che evidentemente era in difficoltà lui, non riuscivo a comprendere perché non me l’avesse detto.
Non è carino, Lib… è da stupro”, ammisi, facendola scoppiare a ridere.
E nello stesso istante la porta della sua camera si aprì, facendone uscire Niall. No, non nudo. Per fortuna. Ma coperto solo di un lenzuolo. Che a dir la verità lasciava ben poco all’immaginazione. Mi coprii scherzosamente gli occhi con una mano, facendolo ridere.
Ciao, Andie”, mi salutò scompigliandomi i capelli. Non riuscii a evitare di sorridere, aprendo poi gli occhi e notando che stava baciando la mia migliore amica come se io non ci fossi. “Ti amo”, lo sentii mormorare contro le labbra di Libby.
Oddio, quanto miele. Un altro po’ e mi viene il diabete.
Infatti… “Anch’io, Nialler”. Oh, santo cielo.
Me ne vado a casa ragazzi… stasera ci siete?”, aggiunsi rivolgendo un sorriso alla mia migliore amica, che arrossì violentemente, accorgendosi del fatto che avevo appena assistito a una scena decisamente imbarazzante. E decisamente smielata, a dirla tutta. Ma non le avrei mai detto che era smielata. Era solo innamorata. Non potevo fargliene una colpa.
Certo, a casa di Liam, vero?”.
Cazzo, me ne ero dimenticata. Ma annuii ugualmente, cercando di non pensare al loro amore, al mio nuovo coinquilino e alla serata a casa del mio ex. Proprio non era il caso che mi mettessi a pensare. Pensavo troppo. E sapevo che prima o poi sarei crollata.

~

Spiegami”, dissi a Louis cercando di restare calma, ma tormentandomi le mani. “Spiegami perché ci serve un coinquilino, perché non me l’hai detto e chi è quello… quello”. Non sapevo nemmeno il suo nome, porca puttana. E avrei dovuto lasciare che si trasferisse in camera mia? “Louis, andiamo…”.
Non abbiamo abbastanza soldi per pagare tutto l’affitto”, mi disse semplicemente. Inarcai un sopracciglio. Mi sarei potuta aspettare di tutto, ma non quello. “Papà ci ha congelato le carte di credito…”, aggiunse, passandosi una mano tra i capelli, scompigliandoli.
Aggrottai la fronte, sicura di aver capito male. “Perché?”, chiesi, molto stupidamente.
Per i finanziamenti all’orfanotrofio”.
Sgranai gli occhi. Davvero, come poteva nostro padre essere così… tirchio? Avaro, a dir poco. Tre settimane prima, finite le vacanze a Doncaster e tornati a New York, io e mio fratello avevamo fatto un salto a un orfanotrofio dove facevamo volontariato. E mi ero messa a piangere, vedendo in che condizioni fossero quei poveri bambini.
Non potevo adottarne uno, io e Louis siamo solo fratello e sorella. Così, gli chiesi di mettere mano al portafogli. Duemila dollari. Un niente per nostro padre, visto che mi aveva regalato vestiti e borse più costosi. Ma evidentemente non gli importava che i suoi figli volessero fare una buona azione.
Mamma che ha detto?”, gli chiesi, contando mentalmente i miei risparmi, che tenevo in una scatola nel doppio fondo dell’armadio. A occhio e croce avrei dovuto avere sui tremila dollari, per… beh, per un sogno. Un sogno che non avevo rivelato nemmeno a mio fratello. Nemmeno Louis sapeva cosa mi passava per la testa quando mettevo da parte quei soldi.
Mi riscossi dai miei pensieri alla risata di Louis. “Mamma? Ha detto che come al solito non c’è verso di farlo ragionare”, ammise guardandomi negli occhi, dello stesso colore dei suoi. Non ci somigliavamo un granché. Se non fosse stato per gli occhi non saremmo nemmeno sembrati fratello e sorella. “Sai com’è fatto”.
So che sta facendo lo stronzo!”, sbottai, acida.
Andie, calmati… io, mi troverò un lavoro e…”.
Lo bloccai con un gesto della mano. “Mi troverò un lavoro anch’io e possiamo lasciare la mia camera al ragazzo di stamattina. Davvero, mi dispiace di essere stata acida stamattina… e poi ci sono sempre i soldi…”.
Stavolta fu lui a bloccarmi, mettendomi due dita sulle labbra. “Non so a cosa ti servano quei soldi, ma voglio che li usi per te, non per pagare l’affitto, okay?”, aggiunse allungandosi sul tavolo per darmi un bacio sulla fronte. Sorrisi appena, passandomi una mano tra i capelli.
Va bene… vado a farmi una doccia, okay? Così poi mi presento per bene al nostro nuovo coinquilino”. Finsi di essere entusiasta, e in fondo lo ero davvero. Molto, molto in fondo. Gli diedi un bacio su una guancia e filai in bagno, chiudendo la porta a chiave.
Non sapevo dove fosse lo sconosciuto di quella mattina. E non volevo saperlo.
Volevo solo aprire l’acqua della doccia e rilassarmi totalmente. Ed è quello che feci. Mi spogliai della tuta e mi slegai i capelli, entrando poi nella doccia e lasciando che le goccioline di acqua bollente picchiettassero sulla mia pelle, facendomi rilassare a poco a poco. Dandomi il modo di pensare per bene. Senza la musica nelle orecchie, senza Louis, Libby e tutti gli altri.
Mi insaponai i capelli con calma, per poi sciacquarmi, finendo l’acqua calda. Mi asciugai e mi rivestii, con un paio di pantaloncini corti e una canotta colorata, per poi uscire dal bagno, tamponandomi i capelli con un asciugamano. E schiantandomi contro… “Porca puttana!”, sbottai, accorgendomi poi che ero andata a sbattere allo sconosciuto.
Rise, con la lingua tra i denti, facendo affiorare un messo sorriso anche sul mio volto.
Non mi sono presentato stamattina, io sono Zayn”.


 

Rieccomi ad intasarvi il fandom, evviva.
A me piace. Ebbene sì, mi piace. Strano, eh?
Me la lasciate una recensione?
Se non piace a nessuno faccio in tempo a eliminarla almeno :(
Ah, un'altra cosa. Ho intenzione una volta a settimana.
Vi lascio i banner delle altre due storie che sto mandando avanti...
Alla prossima, lunedì prossimo :D xx Fede.




 

   
 
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