Salve gente! 

Ecco a voi un tentativo fallito di approdare in questo fandom con qualcosa di ‘carino’. Maaa, non importa. In realtà ho un amore compulsivo e diabolico per la Yoreki da circa un anno, ma in fondo, anche la AkaYogi offre prospettive interessanti… Quindi eccomi, spero possa piacervi questa piccola shot e che il finale non sia poi così orribile come pare a me.

Buona lettura ^^
 

 

Iced chills 
 

Yogi ansimò, reclinando la testa all’indietro e aprendo la bocca per far entrare quanta più aria riuscisse; sentiva la mano fredda del sensei Akari sul fianco che lo costringeva a chinarsi quanto più poteva, mentre gli ripeteva nell’orecchio di non affrettare le cose, respirare piano e a grandi boccate. L’altra mano invece la faceva scivolare sotto la sua maglia, alzandola lungo la sua schiena, scoprendo la pelle chiara e leggermente sudata di Yogi, facendo vagare lo sguardo sulle spalle ben delineate del ragazzo biondo, fino a togliergli definitivamente l’indumento lasciandolo infine cadere sul lettino. 

“Yogi,” fece scivolare due dita lungo la linea della sua spina dorsale, provocandogli dei leggeri brividi “Lo sto mettendo”

“A-Asp--” Yogi non fece in tempo a ribattere in alcun modo che il respirò gli si bloccò di colpo, facendogli morire in gola qualsiasi lamentela. Si lasciò invece andare ad un lungo gemito, nel sentire così vicino il sensei Akari, mentre i brividi che solo quell’uomo sapeva suscitargli si disperdevano in tutto il corpo direttamente dal punto in cui il dottore stava premendo con tanta forza. 

“Respira, Yogi. Con calma.”

“A-Akari-sensei…” sentiva in tutto il corpo divagare l’ansia e tremava, irrigidendo tutti i muscoli e sentendo nascere direttamente dal petto ogni genere di supplica verso quell’uomo di finire quella tortura al più presto, che prontamente bloccava mordendosi con forza le labbra. 

Akari dietro di lui si muoveva, con lentezza calcolata, facendo scivolare la mano sulla sua schiena, tenendolo fermo con l’altra. Yogi sapeva che stava ridendo, quell’uomo, sapeva quanto gusto ci provasse nel farlo tremare e nel vederlo così debole, per questo detestava tanto le sue visite praticamente giornaliere.

“E’… E’ troppo… Freddo…” si lamentò ancora, Yogi, scuotendo piano i fianchi in modo infantile. 

“Uff,” fu un attimo ed Akari non lo stava più toccando. Yogi rilassò i muscoli, sospirando di sollievo - la tortura era finalmente finita -, voltandosi poi indietro giusto in tempo per vedere l’espressione contrariata del dottore fissarlo dall’alto in basso “Neanche un bambino si lamenta tanto per un semplice stetoscopio.”

Le visite di Akari-sensei erano davvero le peggiori.

 

- Fine -