And still I dream he’ll come to me
That we will live the years together,
But there are dreams that cannot be
And there are storms we cannot weather.
(I
Dreamed a Dream)
La pioggia
cadeva sulle spalle della povera donna vestita in modo discinto, dai biondi
capelli tagliati malamente, il viso smunto e pallido, gli occhi appannati
dall’alcol e dalla disperazione. Nell’attesa di un nuovo cliente, camminava
sorridendo ai passanti, con un sorriso fatto di disperazione, mostrando il
grosso buco sanguinolento dove in precedenza c’erano gli incisivi superiori.
Fantine, con l’amore, non aveva avuto vita facile: si era data
completamente a Felix, che l’aveva lasciata senza troppi giri di parole, sola e
con una bambina da crescere. Da allora la sua vita fu tutta una parabola
discendente: ritornata al suo paese natale, venne licenziata dalla fabbrica
dove lavorava dopo che venne scoperto che aveva una figlia, che aveva lasciato
ad una coppia di locandieri di Montfermeil; e per
poter mandar loro dei soldi per curare la sua Cosette, Fantine dovette vendere
prima i capelli, poi i denti, e infine il corpo.
Nonostante tutto ciò, continuava ad amarlo incondizionatamente.
Bevve un goccio di liquore, continuando a camminare, barcollante,
per la via, canticchiando con la voce arrochita dall’alcol e dalla tubercolosi
di cui la giovane oramai non si curava più, che sempre più spesso la faceva
tossire piccole gocce di sangue misto a saliva.
Nonostante tutto, pregava ancora che il suo Felix tornasse da lei;
che conoscesse Cosette, e che tutti insieme vivessero in una bella casa col
giardino, come una famiglia felice.
Ma ci sono
sogni che non potranno mai avverarsi.