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Autore: Feux    26/11/2007    9 recensioni

Ho diciassette anni e sono pazza. Mio zio dice che queste due cose vanno sempre insieme. Quando qualcuno ti chiede quanti anni hai, mi ha detto, tu di’ sempre diciassette e che sei pazzo.
Vi racconterò una storia. Non parla di eroi, di amore, di “vissero per sempre felici e contenti”.
Parla di un uomo. E della vostra speranza.
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ho diciassette anni e sono pazza
Trust madly
 
 
 
"Ho diciassette anni e sono pazza. Mio zio dice che queste due cose vanno sempre insieme. Quando qualcuno ti chiede quanti anni hai, mi ha detto, tu di' sempre diciassette e che sei pazza." 
(Fahrenheit 451, Ray Bradbury)

 

 

Ho diciassette anni e sono pazza. Mio zio dice che queste due cose vanno sempre insieme. Quando qualcuno ti chiede quanti anni hai, mi ha detto, tu di’ sempre diciassette e che sei pazzo.

E io ho veramente diciassette anni.

E siamo veramente pazzi.

O matta. O da manicomio, come dicono alcuni.

Ho diciassette anni, sono pazza, e voglio raccontarvi una storia. Prima che sia troppo tardi.

Quando scoprii di essere matta non ne fui tanto stupita. Perché non mi sentivo…tanto diverso.

Forse ero già così prima. Non possiamo saperlo, vero?

La diagnosi fu tanto semplice.

Personalità multiple.

Chissà perché proprio “personalità multiple”. Forse perché ho vissuto in una famiglia molto numerosa…chi lo sa, magari sono nato così.

Ma noi non lo crediamo, vero?

Eravamo normali, prima.

Prima che accadesse.

Anche se fossi stata pazzo, nessuno se ne sarebbe accorto. Durante i tempi della guerra ognuno era strano, a modo suo.

Poi venne la vera guerra. E noi partecipammo.

Ne uscimmo illesi, o quasi.

Ma lui era morto. Il mio migliore amico, quasi. Come un fratello,  per noi. Come un amante, per me. Il mio amore era morto. Svanito.

Come potevamo stare senza di lui?

Ma non sono qui per parlarvi di me.

Siamo qui per parlarvi di lui.

Di Harry Potter.

Come lo chiamate? Il salvatore del mondo magico. Il prescelto. Il bambino che è sopravvissuto.

Oppure più semplicemente l’eroe.

Ma Harry non è un eroe. Non era un eroe.

Perché gli eroi sono sempre perfetti. Ma lui non lo era. Lo sappiamo bene, noi.

Perché gli eroi non muoiono mai. Invece lui mi ha abbandonato.

Perché gli eroi salvano tutti. Ma tanti sono morti con Harry.

Lui non era un eroe. Era un uomo, e questo è l’importante, vero?

E un uomo non potrà mai essere un eroe. È contro natura.

Potter non era un eroe. E non ha nemmeno liberato il mondo magico.

Certo, ha sconfitto Voi-sapete-chi.

Ma non era da solo.

C’eravamo tutti. Non è stato lui ha salvarci tutti. Siamo stati noi stessi.

Con la speranza, capite?

Noi crediamo che sia la chiave di tutto, vero?

Esatto. Perché è la chiave.

Capite? La speranza!

Noi non ho sperato abbastanza. Per questo ora non c’è più spazio per noi su questo mondo.

Ho diciassette anni e sono pazza. Mio zio dice che queste due cose vanno sempre insieme. Quando qualcuno ti chiede quanti anni hai, mi ha detto, tu di’ sempre diciassette e che sei pazzo.

Ho diciassette anni e siamo pazzi.

Vi ho raccontato una storia. Non parla di eroi, di amore, di “vissero per sempre felici e contenti”.

Parla di un uomo. E della vostra speranza.

Non dimenticate.

Perché io non potrò mai più ricordarvelo.

  
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