ALL
THE SONGS MAKE SENSE
# 1 – Just Breathe
Il
volume della radio si alza, distogliendolo dai suoi pensieri.
Castle
si volta e vede Alexis sorridergli “E’ illegale
ascoltare questa canzone a
volume basso” spiega, cominciando a canticchiare.
La
guarda così raggiante, mentre frena ad un semaforo rosso.
Padre
e figlia sono andati a vedere la stanza che le è stata
assegnata al campus
della Columbia.
Alexis
ha già cominciato a prendere le misure della sua camera e
scelto il colore
delle tende.
È
un po’ preoccupata all’idea di conoscere la sua
compagna di stanza.
Arriverà
tra una settimana e ovviamente vuole farle una buona impressione.
Per
il resto non vede l’ora di trasferirsi e cominciare questa
nuova avventura.
E
per ogni figlia felice di lasciare il nido, c’è un
padre triste e apprensivo.
Scatta
il verde e, con un leggero sbuffo, da gas e riparte.
Con
Kate le cose non sono proprio idilliache e ora deve lasciare andare
anche sua
figlia.
Per
l’ennesima volta scrittore e musa hanno passato
l’estate separati.
Ma
questa volta è diverso.
Castle
si era dichiarato. Nuovamente.
L’aveva
implorata di lasciar perdere l’indagine di sua madre,
inutilmente.
Così
aveva dato un taglio netto al loro rapporto e se n’era andato
dal suo
appartamento.
Non
poteva guardarla morire un’altra volta.
In
seguito seppe che era andato tutto bene.
Avevano
arrestato Maddox e dato una svolta al caso di sua madre.
Parecchi
nomi erano spuntati dal nulla. Parecchie teste importanti sarebbero
volate.
Nonostante
tutto non volle tornare al distretto.
Aveva
preso una decisione e intendeva rispettarla.
Non
ce l’aveva con lei. L’amore non si era spento.
Ma
non voleva più correrle dietro come un cagnolino bastonato.
Kate
lo chiamava e lo cercava e, questo doveva ammetterlo, faceva piacere.
Ma
non era ancora pronto a rendersi di nuovo ridicolo.
Lui
era quello che era stato chiaro. Lui le aveva detto ‘Ti
amo’ tre volte.
Esporsi
così era stato un sollievo e un peso allo stesso tempo.
L’unica
nota positiva di quell’estate era stata Alexis.
Tre
mesi con lei a fare tutto quello che gli saltava in mente, prima dei
faticosi
quattro anni di college.
Tre
mesi a vederla ridere e scherzare.
Il cuore quasi voleva
esplodergli dal petto.
Ora
invece lei se ne andava per la sua strada e lui a casa, con sua madre a
struggersi per amore un altro anno. E poi un altro ancora.
Così via fino alla
morte?
È
questo che lo aspetta?
Uno
stridio di gomme attira la sua attenzione.
Inchioda
violentemente prima di finire addosso all’auto davanti.
“Ma
che diavolo...” esclama scosso “...tutto bene
tesoro?”.
Alexis
ha le mani puntate sul cruscotto a cui si è aggrappata
“Si...si sto bene”.
Cauti
scendono dall’auto.
Un
incidente, qualche auto più avanti, ha creato una piccola
coda.
Dai
veicoli fermi scendono altre persone incuriosite.
Rick
e Alexis sono in un gruppetto di sei persone quando arrivano
all’origine
dell’incidente.
“Oh
mio dio” esclama la giovane.
E
in un attimo tutti lo vedono.
Quel
corpo a terra viene immediatamente circondato. Vicino a lui una donna
urla
sconvolta “Non so come si a successo!! Non l’ho
proprio visto!!”.
“Piano,
piano, lasciatemi vedere” si fa largo un uomo accanto a
Castle “Mi chiamo Jack
Porter, sono un medico”.
“Posso
dare una mano?” Alexis
si fa subito
avanti “Ho fatto tirocinio presso un obitorio e mio padre
collabora con la
polizia”.
“Chiamo
subito il 911” afferma veloce Castle.
Il
medico tocca delicatamente il ragazzo e controlla il suo stato.
“Respiro
debole” esamina l’addome e poi vede il profondo
taglio al braccio “Dobbiamo
immediatamente bloccare la perdita di sangue”.
Alexis
cerca velocemente una soluzione “La mia cintura
può andare bene?” propone.
“Si,
è perfetta” il medico la prende dalle mani della
ragazza “Mi devi fare un altro
favore, ok?”.
Alexis
annuisce agitata. “Gli devi parlare. Tienilo
cosciente” le dice lui.
Castle
s’inginocchia accanto alla figlia
“L’ambulanza sarà qui tra dieci minuti e
la
polizia stradale è già in arrivo”.
“Hai
sentito?” Alexis parla con il ragazzo ferito
“Andrà tutto bene, l’ambulanza sta
arrivando”.
Gli
occhi del ragazzo la fissano insistenti. Vorrebbe parlare ma non ci
riesce.
“Come
ti chiami? Riesci a dirmelo?”
prova a
domandare.
Il
ragazzo cerca d risponderle ma riesce solo a sospirare.
Nel
frattempo Castle si avvicina al dottore “Posso fare
qualcosa?”
Il
dottore Porter annuisce “Mi aiuti a girarlo, forse
così riuscirà a respirare
più facilmente”.
Con
attenzione i due uomini sistemano meglio il ragazzo. Fortunatamente il
dottore
sa cosa fare. “Va meglio ragazzo?” domanda
quest’ultimo.
Il
giovane annuisce debolmente.
Con
la mano Alexis gli pulisce un po’ il volto “Ancora
poco e sarai in ospedale, te
lo prometto” sussurra
per confortarlo.
Quegli
occhi verdi la fissano così intensamente. È
terrorizzato.
“Peter”
riesce a dire con un filo di voce.
Alexis
gli sorride “È così che ti
chiami?”.
Il
ragazzo annuisce con fatica.
“Sai,
è davvero un bel nome! Io mi chiamo Alexis, molto
piacere” si presenta, mentre
in lontananza si cominciano a sentire le sirene della polizia.
*Just Breathe - Pearl Jam – https://www.youtube.com/watch?v=YzkZPI-HKsk
Ivi’s Corner:
Oh cielo, l’avventura
comincia! Siete pronte? Siete calde?
ahahahah
Ebbene
sì, niente “In my veins”, niente tuoni,
niente Morning After!
Mi
odiate? Ferme, non rispondete... ditemelo dopo il capitolo 19
>.<
Nel
frattempo vi annuncio che ogni capitolo avrà una canzone
come titolo, non
necessariamente caskett, scelta grazie alle mie tre consulenti musicali
Ari,
Cris e Potti u.u
Il
banner invece è stato gentilmente concesso dalla
NocciolineMarroni & Co.,
che mi fa da sponsor, al cui vertice si trova la super donna saggia di
nome
Rachele detta Nuxi u.u
Poi
di volta in volta ringrazierò chi di dovere: come Castle, ho
fatto anche io
delle ricerche approfondite...sfortunatamente non ho trovato nessun
poliziotto
da seguire.. :-///
Buona
lettura e buon Watershed!!! (speriamo...finger crossed *-*)
Ivi87