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Autore: WING    08/05/2013    7 recensioni
Sulle tue labbra il sapore dolce della mela,
sulla tua lingua il sapore amaro del veleno...
Genere: Angst, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Biancaneve, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per la lettura di questa Shot si consiglia l'ascolto di "Wide Awake – Katy Perry" 
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Sulle tue labbra il sapore dolce della mela,
sulla tua lingua il sapore amaro del veleno...
Nulla.
 
 
Rinvieni di colpo.
Con le mani tasti lo spazio intorno a te, ma sposti solamente aria pesante, che sa di vecchio.
Passi la lingua sulle labbra secche, un sapore dolce ti confonde. Una strana sensazione ti annebbia i ricordi, scombussolandoli. Cerchi di metterla a fuoco ma, veloce, ti sfugge.
Senti un leggero spostamento d’aria, alla tua destra. Ti volti e i tuoi capelli corti, muovendosi, si intrecciano alle dita di qualcuno.
<< Buongiorno. >> la voce solenne di una donna ti fa sobbalzare.
Alzi il volto e rivolgi i tuoi grandi occhi verso di lei.
<< Piccola anima, perché non vieni con me? >>
Pieghi la testa di lato, senza parlare, incapace di capire.
La donna ride portando una mano davanti alle labbra.
Ora che la vedi meglio una strana sensazione ti invade.
È alta, con un cappuccio nero calato sul volto di bianco granito.
I capelli le ricadono ai lati del collo, poco più lunghi delle spalle.
Su quel volto oscurato, le sue labbra carnose si muovono ancora una volta.
<< Piccola anima, seguimi. >> dice, e ti porge una mano dalle dita lunghe e affusolate; forse troppo.
Ti alzi titubante, ma catturata da non sai cosa.
La guardi, tendi la tua mano...
<< ...Vieni. >> la donna ora è più lontana. Si è spostata in un attimo, non l’hai nemmeno vista muovere.
Ti incammini verso di lei, la gonna gialla del tuo vestito striscia per terra. Perché lei non ha fatto alcun rumore?
<< Vieni piccola anima. Vieni con me. >> ti dice;
quando un grido maschile squarcia quel silenzio surreale.
La donna sembra allarmata, si irrigidisce, ma in un attimo torna calma e ti tende nuovamente la mano.
Ancora quella voce maschile, ma ora, in un sussurro, ripete qualcosa all’infinito.
Una sola parola, detta troppo piano per essere capita, ma forte abbastanza per risvegliarti.
<< Mi spiace, Madame. Non posso. >> dici sorpresa di aver parlato.
Lei ti guarda.
<< A presto, mia piccola anima. >> sussurra sorridendoti. Poi sparisce.
 
 
Stai camminando in quel labirinto da quando la donna non c’è più.
Svolti, giri, torni indietro.
Le pareti tutte uguali iniziano a farti girare la testa, la nebbia sottile che ricopre il terreno ti confonde.
Sospiri per la fatica.
<< Perché non vieni con me, mia piccola anima? >>
Ancora quella donna, ma questa volta il suo tono è meno morbido.
Il corsetto intorno al suo corpo è di pelle, l’abito nero scende lungo, confondendosi, poi, con la nebbia.
<< Chi sei? >> sussurri.
<< La tua unica via, in questo luogo. >> dice.
<< Dove mi trovo? >> domandi.
<< A casa mia. Piccola anima. >> risponde.
<< Qual è il mio nome? >> chiedi.
Le pareti del labirinto iniziano a muoversi, vengono verso di te, minacciano di schiacciarti.
La donna ghigna fieramente, drizza le spalle e si toglie il cappuccio.
Il volto ancora più pallido di quanto potesse sembrare ti spaventa.
I suoi occhi non hanno iride, non hanno pupilla; sono come opache biglie rosse, vecchie e scheggiate.
<< Qual è il tuo nome? >> domandi.
Le pareti si bloccano.
<< Perché vuoi sapere il nome di chi ti ospita? Non ti trovi bene, ora? – sibila – Il mio nome, qui, non ha importanza, mia piccola anima. >> dice, secca.
Le pareti tornano al loro posto.
<< Ora vieni con me, anima. >> fissa i suoi occhi nei tuoi, senza guardarti realmente.
Inizia a sposarsi all’indietro e tu la segui, passo dopo passo.
Sei talmente incantata da lei da non accorgerti nemmeno della nebbia che si addensa attorno alle tue vesti, rendendo impalpabile ciò che ha ormai inghiottito.
Ormai le sei vicinissima, tende la sua mano, a pochi centimetri dal tuo corpo.
Una brezza fredda ti intorpidisce.
La donna sorride soddisfatta, mostrando i denti bianchi.
<< Vieni da me, vieni, mia piccola anima. >> ti incoraggia.
Le vostre dita si sfiorano;
quando la stessa voce di prima torna a riempire l’aria e a percorrere quel labirinto come se lo conoscesse a memoria.
Ritrai svelta le dita, ghiacciate.
Quella voce non la smette, non smette di ripetere quella parola. Sussurri più definiti di prima, ma ancora non percettibili.
Socchiudi le labbra come a mordere qualcosa, poi la punta della tua lingua le accarezza ancora una volta.
Eccolo, di nuovo, quello strano sapore, quel ricordo sfuocato.
<< Qual è il mio nome? >> chiedi nuovamente, questa volta i tuoi occhi si fissano su di lei.
<< Il tuo nome non ha importanza. >> sibila al tuo fianco, per poi dissolversi in un turbine di nebbia.
 
 
Vaghi per i corridoi di quella villa immensa, vuota, buia.
Apri una porta dopo l’altra, passi corridoi infiniti, sorpassi stanze polverose; senza mai trovare una via d’uscita.
<< Mia anima. Ti vedo un po’ affaticata. >> un tono di scherno.
Ti volti spaventata e ritrovi la donna seduta su un trono in pietra, che ti sorride.
<< Vuoi riposarti un attimo? >> sorride, cattiva.
Con un fluido movimento del polso e delle dita affusolate fa comparire una poltrona, in velluto rosso.
<< È comoda, sai. >> il suo tono è quasi minaccioso, ma non riesci a coglierlo; quella sedia ti attrae, fatalmente.
Ti avvicini e la donna ti tende una mano.
<< Finalmente, mia piccola anima. >> sibila soddisfatta.
Le porgi la tua mano, ti sfiora le dita, ghiacciandole.
Ti siedi. Non avresti mai immaginato potesse esserci poltrona tanto comoda;
quando senti ancora quell’urlo maschile, sembra sempre più disperato.
Fai per alzarti, spaventata, ma la tua gonna si sta lentamente trasformando in pietra.
La donna inizia a sorridere, fiera.
<< Qual è il tuo nome? >> chiedi spaventata.
<< Non ha importanza. >> ti dice.
<< Qual è il mio nome? >> urli terrorizzata.
La pietra inghiotte la stoffa con sempre maggior avarizia.
<< Non è necessario. >> sibila.
Chiudi gli occhi e provi a concentrarti su quella voce sconosciuta.
Ripete una sola parola.
Ormai il tuo corpo è quasi interamente di roccia, ora anche le tue braccia sono immobilizzate.
Ripete un solo nome.
Ti mordi il labbro, in un gesto dimenticato, e il sangue che ne esce ha un sapore strano, dolciastro.
Cerchi di inseguire quella sensazione, ma è sempre un passo avanti a te.
La roccia percorre il tuo collo, immobilizza i tuoi capelli, tappa le tue orecchie.
Solo un nome.
Solo un nome.
La donna ride, gioiosa, cattiva, soddisfatta.
Inspiri e trattieni il fiato per qualche secondo sentendo che qualcosa si poggia sulle tue labbra.
<< Grimilde... >> dici.
Tutto si blocca e un silenzio spettrale avvolge l’intera dimora.
<< Ma io, non sono Grimilde. >> sorride, soddisfatta.
Poi la pietra si frantuma in mille pezzi, schegge di roccia si sparpagliano per tutto il pavimento, mentre la donna diventa improvvisamente più pallida.
<< Ora so chi sono! >> urli.
In fondo alla stanza compare una porta, inizi a correre per raggiungerla.
<< No! – grida disperata la morte – non puoi sfuggirmi così! >>
Ma non la senti più.
Tutto inizia a frantumarsi, diventando cenere.
Appena raggiungi la porta spalanchi entrambe le ante e rimanendo con le braccia aperte lasci che quella luce abbagliante e quel bianco ti avvolgano. Freschi.
<< Ora so chi sono – sussurri felice – il mio nome è Biancaneve. >>
 





Perchè & Per chi

Storia nata dal titolo, mi intrigava troppo per poter essere lasciato senza una trama.
Grazie a chi a trovato la strada per arrivare fino a qui. Grazie a chi troverà il piccolo sentiero fino al rettangolino bianco qui sotto!

Dedicata a Shadowdust, per le parole che mi ha regalato nella sua splendida recensione.
Tutta per lei, solo per lei.
Grazie!

Alla prossima :D
W.
   
 
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