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Autore: evenstar    08/05/2013    11 recensioni
Spoiler Iron Man 3.
Ebbene sì, rieccomi. Di nuovo non proprio un missing moment del film, ma qualcosa di vagamente simile ambientato dopo la scena finale con Banner.
"- Pep sei rossa…
- Sono sempre rossa quando mi arrabbio, e con te mi arrabbio abbastanza spesso – sbottò la ragazza aumentando di un’ottava il tono di voce.
- No, tesoro. Non sei rossa da arrabbiatura, è più tipo braci ardenti dell’inferno… non so se rendo l’idea"
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner, Dummy, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Slice of Life: here with you. '
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Sì, lo so... sono durata poco senza postare qualcosa di IM3. Che ci volete fare? Passerà.
Ambientata dopo che tutto è finito, dopo che Tony ha iniziato a farsi psicoanalizzare da Bruce. 
Enjoy.


- Tony si può sapere che stai combinando? – la voce leggermente indisposta di Pepper fece sobbalzare Tony che proprio non si aspettava che la ragazza si alzasse in piena notte, scoprendolo nuovamente sveglio.
- Ehm – borbottò cercando di trovare una buona scusa ad una situazione potenzialmente mal interpretabile come quella in cui lo aveva appena scovato.
- Hai detto di voler ridurre le tue “distrazioni” – gli fece notare mettendo su un cipiglio severo e posandosi minacciosamente le mani sulle anche in una posa che Tony sapeva bene essere potenzialmente letale da sempre.
- Questi non sono pezzi di armatura… è Ferrovecchio… - si difese osservando i frammenti metallici sparsi sul tavolino davanti a sé, insieme a cacciaviti e altri strumenti improvvisati. Dopo la distruzione della Villa, in attesa di avere di nuovo una casa degna di quel nome, i due si erano trasferiti momentaneamente a New York, nell’attico della Stark Tower.
- Ferrovecchio? – chiese Pepper scrutando i resti del braccio meccanico/assistente di Tony.
- Beh, quello che ne rimane.
- Tony, a meno che non ci sia una telecamera da qualche parte e che tu non stia cercando di girare un remake di Guerre Stellari, quella E’ una distrazione – chiarì la ragazza con tono decisamente infuriato, indicando senza un minimo di compassione i pezzi di metallo.
Tony alzò lo sguardo su di lei, pronto a ribattere con qualche battuta caustica, ma si trattenne. - Pepper… - iniziò a dire osservandola leggermente preoccupato.
- Non ti ho mai chiesto nulla…
- Pep…
- TU hai detto di voler ridurre gli hobby…
- Pep sei rossa…
- Sono sempre rossa quando mi arrabbio, e con te mi arrabbio abbastanza spesso – sbottò la ragazza aumentando di un’ottava il tono di voce.
- No, tesoro. Non sei rossa da arrabbiatura, è più tipo braci ardenti dell’inferno… non so se rendo l’idea – le rispose alzandosi finalmente dal divano e facendo un passo incerto verso di lei.
Pepper sentì la rabbia scemare improvvisamente sostituita dal panico, accentuato dal fatto che Tony si stesse avvicinando. Si guardò le braccia su cui un reticolo i vasi arrossati stava velocemente prendendo forma sotto pelle. – Sei matto? Stai lontano! – urlò allontanandosi di un passo verso la porta, cercando di mettere quanta più distanza possibile tra loro come se quello potesse metterlo al sicuro in caso di esplosione accidentale della sua fidanzata.
- Va tutto bene, Pep – la rassicurò Tony con tono calmo e tranquillo, cercando di mostrarle come lui non fosse per niente preoccupato dal fatto che la sua splendida ragazza stesse sprizzando scintille roventi.
- Sto per esplodere, non va bene per niente! – urlò lei di rimando, nient’affatto tranquillizzata dalle sue parole, ricominciando ad arrabbiarsi.
- Così è peggio, tesoro – cercò di calmarla osservando il reticolo di vasi farse sempre più visibile mano a mano che Pepper perdeva il controllo.
- Che faccio? Che faccio? CHE FACCIO? – strillò Pepper mettendosi le mani nel capelli e poi portandosele davanti al viso, peggiorando solo il suo terrore.
- Ehm…
- TONY? – urlò nel panico, affidandosi a lui perché trovasse una soluzione. Rapidamente.
- Ok, respira – le rispose cominciando anche lui a iperventilare, un po’ per farle vedere come fare, un po’ perché l’eco di una delle sue vecchie crisi di panico tornava ad affacciarsi.
- Respiro? – chiese incredula. – Respiro? Questo sarebbe il tuo consiglio per evitare di farmi esplodere e distruggere un intero isolato?
- Come me funzionava – e stava funzionando anche in quel momento. Si sentiva molto più calmo, quasi.
- Oddio – mormorò la ragazza.
- Quando avevo le crisi di panico passavano pensando a qualcosa da montare – disse Tony cercando veramente di esserle d’aiuto.
- Tony, ti sembra che IO possa calmarmi pensando di montare qualcosa quando mi sono ridotta così vedendo TE che montavi qualcosa? – gli chiese sull’orlo dello smarrimento, lanciando qualche scintilla in giro.
- No, credo di no.
- E poi mi avevi detto che avresti risolto questa cosa! – esplose metaforicamente la ragazza indicando se stessa.
- Ci stiamo lavorando, JARVIS sta facendo dei test. Non ti posso iniettare una formula che ho inventato vent’anni fa da sbronzo senza un minimo di test! – si difese l’uomo gesticolando verso di lei.
- Possiamo tornare al problema incombente?
- Sei tu che hai chiesto…
- TONY!
- D’accordo, hai ragione. Ehm, vediamo… - Tony si mosse di un passo verso di lei osservandola indietreggiare fino al muro e poi fermarsi con la schiena appoggiata ad esso. Riprese quindi ad avanzare verso di lei.
- Non mi sembra che farti incenerire sia un buon modo per risolvere la situazione – gli disse sollevando una mano per cercare di fermarlo.
Tony sollevò la sua sfiorando quella della ragazza che, lentamente, tornò ad un colore più umano e meno demoniaco. – Va tutto bene, tesoro – sussurrò calmo e tranquillo.
- Non voglio farti del male – sospirò Pepper terrorizzata.
- Lo so, il concetto è quello – le rispose sfiorandole la mano sperando che il suo autocontrollo tornasse a farsi vedere. Cosa che in effetti parve succedere.
- Che cosa succede? – chiese Pepper osservando la sua mano tornare normale mentre il resto del suo organismo sprizzava ancora qualche residua scintilla rovente.
- Fortunatamente, nonostante tutto, sembra che il tuo subconscio non abbia intenzione di incenerirmi. Stai riprendendo il controllo – le spiegò Tony avvicinandosi ulteriormente e posandole cautamente una mano sul braccio ancora leggermente caldo, ma dove l’intreccio di vasi in fiamme non era più visibile.
- Tony, non posso andare avanti così – mormorò Pepper accasciandosi per terra contro il muro, affannata e spaventata da quello che aveva quasi provocato.
- Devi solo restare calma.
- Vivendo con te? – chiese stupita, ma abbozzando un sorriso.
- Immagino di non renderti le cose semplici – ammise Tony accoccolandosi vicino a lei.
- Davvero, quanto ci vorrà ancora?
- Qualche giorno al massimo, la formula sembra stabile. JARVIS ci sta lavorando giorno e notte.
- Mi dispiace – mormorò Pepper prendendosi la testa tra le mani. – Quando inizia è ancora più difficile controllarlo. Sento la rabbia crescere dentro, il potere scorrere…
- Mi piaci ardente – le mormorò all’orecchio chinandosi su di lei, abbracciandola e posandole un bacio sulla fronte.
- Che cretino! – singhiozzò la ragazza lasciandosi però stringere. – Non sarebbe il caso di chiedere a Phil…
- Phil?
- L’agente Coulson.
- Oddio, Smith.
- Tony… - lo rimproverò Pepper sorridendo suo malgrado al nomignolo affibbiato al povero agente.
- Mi limito… ma solo per te – rispose Tony sorridendo ed evitando di offendere più del dovuto Coulson per evitare altre potenziali esplosioni.
- Apprezzo… dicevo. Chiedere allo S.H.I.E.L.D. se non possano tenermi… se non hanno un posto… solo finché tu non…
- Ehi, ehi – la fermò Tony posandole l’indice sulle labbra per fermare il suo balbettio. - Primo: sono io quello che balbetto quando sono ansioso, non mi rubare le battute.
Pepper sorrise e si strinse maggiormente a lui, cercando di mantenere il controllo.
- Secondo: non ti lascerei mai in “un posto” dello S.H.I.E.L.D. Risolveremo questa cosa in un paio di giorni e tornerai perfettamente normale. O quasi.
- Quasi?
- Non ci pensiamo adesso – le rispose sventolando la mano indifferente.
- Terzo: non ho intenzione di perderti d’occhio un secondo finché non ti avremo dato una sistemata, non succederà nulla. Tu ed io, come sempre – le rispose con un sorriso.
- Sei sicuro?
- Non sbaglio mai – le disse sicuro.
- Su questo avrei qualcosa… - fu interrotta dalla labbra di Tony che si posarono sulle sue, fermandola a mezza frase.
- Questa volta non ti deluderò – le mormorò osservandola negli occhi seriamente, in una promessa.
- Non mi hai mai deluso, Tony – gli rispose ricambiando inizialmente lo sguardo e poi posando la testa sulla spalla dell’uomo. – Tu ed io.
- E magari un amico – mormorò dopo qualche attimo Tony, mentre un’idea brillante si formava nella sua mente geniale.
- Come? – chiese Pepper.
- Fidati di me.
 
- Ehi, alla buon’ora – disse Tony aprendo la porta dell’attico della Stark Tower e facendosi da parte per far entrare l’ospite.
- Tony, per quanto tu possa non rendertene conto, il mondo non gira attorno a te.
- Ma non dirmi?
- Avevo degli impegni per oggi, quale sarebbe questa emergenza? – chiese Banner entrando nell’enorme sala e guardandosi attorno, ancora leggermente in colpa per come era stata ridotta l’ultima volta. Non che fosse proprio colpa sua, o dell’”altro”, ma il loro contributo era comunque stato abbastanza determinante nella distruzione degli interni della torre.
- Dunque... – ripose Tony scompigliandosi i capelli in un gesto nervoso. – Ti ricordi quando ti ho raccontato di Extremis, di Killian e di Pepper? – chiese.
- Più o meno.
- Andiamo, Banner. Abbiamo parlato per tre ore, ti ricorderai qualcosa, no?
- Ricordi vaghi e confusi.
- Ma che razza di dottore sei? – sbottò Tony perdendo di vista il discorso principale.
- NON quel genere che credi tu, come ti ho già ampiamente detto.
- Ma…
- Arriva al punto, Stark.
- Il punto è che…
- TONY? – un grido li raggiunse nella sala seguito, pochi istanti dopo, da una Pepper decisamente agitata e vagamente ardente.
- … abbiamo qualche problema di gestione dell’ira.
- E’… cioè… ciao, Pepper – disse alla fine Banner non sapendo che altro dire.
- Bruce? – chiese la ragazza cercando contemporaneamente di respirare, tornando ad un colore più normale sebbene la sua pelle fosse ancora bollente.
- Hai più o meno dieci minuti per insegnare alla mia ragazza come gestire il suo personale mostro verde rabbioso, o sarebbe più appropriato definirlo rosso nel suo caso, prima che distrugga la torre, di nuovo.
- Cosa? – sbottarono insieme i due.
- Andiamo, abbiamo solo un piccolo problema di controllo della rabbia e chi meglio di te…?
- Vuoi che insegni a Pepper a controllare… Extremis? – chiese Banner per cercare di capire esattamente quello che gli veniva chiesto.
- Finché non lo stabilizzo.
Bruce fissò Pepper, spersa quasi quanto lui per quella proposta inattesa, ma quasi altrettanto spaventata da quello che avrebbe potuto provocare di come fosse stato lui stesso fino a non molto tempo prima, poi fissò Tony che aspettava una risposta con un ghigno di soddisfazione sul volto ed infine di nuovo Pepper. – Come te la cavi con yoga? – chiese sospirando e togliendosi la giacca.
 
Per chi non lo avesse visto, la scena in cui Tony rimonta Ferrovecchio vuole riprendere quella in Chewbecca tenta di rimontare C3PO in Guerre Stellari - L'impero colpisce ancora.
Quando Tony chiama Phil "Smith" non è impazzito, fa solo riferimento all'atteggiamento vagamente Matrix che il nostro mitico agente ha, sopratutto all'inizio di The Avengers quando lo si vede di notte con gli occhiali da sole. Ah, dimenticavo, per me Phil non è mai morto. Non so se si è capito...

  
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