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Autore: parveth    09/05/2013    3 recensioni
Tutti sappiamo che il Vero Amore spezza ogni incantesimo.
ma esiste anche la Vera Amicizia...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno Michelle era inquieta, non sapeva spiegarsi perche' ma aveva un brutto presentimento sul lavoro era piu' distratta del solito lei, in genere cosi pignola e precisa in ogni cosa che faceva d'un tratto pero' attraverso la vetrina vide in lontananza il responsabile di quel malessere anzi LA responsabile: Regina, ma certo e chi altri senno'? Erano le quattro del pomeriggio ed era dalla mattina che la vedeva andare avanti e indietro, le sembro' strano che non fosse in ufficio a quell'ora, l'istinto le diceva che stava architettando qualcosa, certamente nulla di buono, ci avrebbe scommesso la testa.

Chiuse la farmacia alla solita ora e avviandosi verso casa incrocio' Gold e lo saluto' con un cenno della mano lui la ricambio' senza particolare slancio ma non era mai stato un'estimatore dei rapporti umani per cui li per li non ci fece troppo caso, eppure...c'era qualcosa che non le tornava se lo sentiva.


Ando' a casa e si riscaldo' la  cena nel microonde dopo essersi lavata e messa il pigiama, mentre mangiava sfogliando una rivista e guardando svogliatamente la tv continuava a rimuginare su quanto aveva visto domandandosi se fosse solo il frutto della sua immaginazione e dell'odio che aveva per Regina ma qualcosa dentro di lei le diceva di non fidarsi. Cosi', senza neanche perdere tempo a rivestirsi s'infilo' le scarpe e prese la macchina: non sapeva nemmeno dove andare e si fermo' indecisa poi, come obbedendo ad un suggerimento dell'inconscio si diresse al confine della citta' e, parcheggiata la macchina a lato della strada vide qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere: Gold e Regina che stavano discutendo animatamente, o almeno cosi le sembro' a prima vista, guardando meglio le parve che lei stesse parlando ma lui non si dava troppa pena nel risponderle  "forse non vuole abbassarsi al suo livello"  penso' con una punta d'ammirazione: lei non avrebbe perso tempo in parole ma le avrebbe rifilato due ceffoni magia o no.

Fece qualche passo in avanti e con suo sommo orrore vide che si era sbagliata: Gold non rispondeva alla sua avversaria non perche' non voleva ma perche' non poteva: Regina infatti reggeva tra le mani il pugnale senza pero' ucciderlo, bensi' spingendolo verso la linea rossa...e lui non aveva la sciarpa di Bae... voleva fargli perdere la memoria....

Il primo istinto di Michelle fu quello di tornare alla macchina ed investirla cosi da risolvere la situazione per sempre ma comprese che non aveva abbastanza tempo cosi' si lancio' verso di lei  buttandola a terra e recuperando il pugnale che tenne stretto a se' con cautela per non ferirsi, dopodiche' corse verso l'uomo che era ad un passo dal confine e, afferratolo per la giacca lo tiro' all'indietro facendolo cadere lungo sdraiato augurandosi di non avergli fatto male quando venne raggiunta da un raggio luminoso di una forza tale da farla cadere incespicando oltre confine.

Gold nel frattempo si era ripreso ma quando vide la giovane donna sdraiata oltre la linea e dietro di se' Regina con un sorriso crudele strappato in volto venne preso dalla disperazione nonche' da un odio senza pari: prima la persona che amava che doveva vivere con ricordi non suoi e adesso l'unica altra persona che gli era stata vicino e su cui potesse contare davvero non ricordava piu' niente....

"MICHELLE!!!! NOOOOOOOOO!!!!"  la rabbia era tale che senti' la magia fluirgli dentro come  corrente elettrica le sue mani formarono sfere di fuoco incandescenti che comincio' a scagliare all'impazzata contro la sua avversaria che rideva sprezzante "puoi anche smetterla Rumpelstiltskin: lo sai che piu' usi la magia piu' allontani quelli che ti amano" cosi dicendo torno' verso la sua macchina poco distante e schizzo' via premendo sull'accelleratore.

Gold si avvicino' tremante al confine, non poteva superarlo cosi le tese una mano: "vieni Michelle, ti accompagno a casa"    "Signor Gold! Cosa ci facciamo qui, che vuole?"  disse la ragazza in tono confuso.
Lui senti' una fitta al cuore  "Voglio solo aiutarti, tu nella tua immensa generosità mi hai appena salvato la vita, ti prego, vieni, credo tu sia venuta in macchina"  disse rialzandosi mentre lei lo raggiungeva diffidente  "oh, quello e' mio, potresti ridarmelo dearie?"  chiese tendendo la mano a Michelle, che incerta gli restitui' il pugnale.

Tornarono alla macchina e lui guido' fino a casa della ragazza senza badare alle lacrime che gli rigavano il volto: non avrebbe mai immaginato che qualcuno si sarebbe sacrificato cosi' per lui, non sapeva come mai lei fosse li ma di certo non avrebbe mai potuto ricambiarla, quello non era un favore era un sacrificio paragonabile probabilmente solo alla morte.

Arrivarono e lui l'accompagno' fino alla porta "buonanotte e...grazie, grazie davvero io...sarei stato perduto se non fosse stato per te"  disse tenendole le mani tra le sue  "se lo dice lei" rispose la ragazza in un modo gelido che mai aveva usato rivolgendosi a lui  "non importa, ci...ci vediamo"  disse Gold allontanandosi mentre Michelle chiudeva la porta alle sue spalle.

Una volta arrivato a casa si addormento' piangendo.


Il giorno dopo raggiunse le zie della ragazza a casa loro e racconto' tutto: come si poteva immaginare le tre donne erano disperate e lui non sapeva cosa fare, non esisteva una magia che potesse farle tornare la memoria, l'unica soluzione era parlarle della sua vita cercando di farla ricordare anche se sapeva che non poteva funzionare piu' di tanto.

Passo' una settimana e Gold cercava di passare a trovare Michelle almeno una volta al giorno e una volta aveva pure tentato di invitarla a casa sua per un the' la sera ma lei non aveva accettato, tuttavia lui cercava di farle riavere almeno un barlume di ricordo per poter riavere l'unica altra persona che in citta' non lo temesse. L'unico suo timore era che non incrociasse mai Regina.  

Una Lacey bastava ed avanzava.



Purtroppo un giorno quello che temeva si avvero':  mentre tornava a casa dopo aver chiuso il negozio  vide Michelle parlare amichevolmente con il sindaco e fece per avvicinarsi ed allontanarla ma Regina subito la condusse nel suo ufficio dove le offri' un caffe'.


Pervaso da una rabbia cieca piombo' nella stanza "non toccare niente di quel che ti da' Michelle!"  urlo',  la tazza che Regina aveva riempito di liquido fumante era sulla scrivania mentre la giovane donna aveva allungato una mano che subito ritrasse alla suono della sua voce.

"Oh, andiamo, che male le puo' fare un caffe'? Se vuole berlo e' liberissima di farlo" disse il sindaco in tono spaventosamente calmo.


Gold rimase a guardarle entrambe senza sapere cosa fare e sperando ardentemente che la sua amica non la sfiorasse nemmeno, ma non sapeva come fare per impedirlo: se usava la magia avrebbe potuto spaventarla e allontanarla ulteriormente.


Quando accadde qualcosa di veramente inaspettato.


Michelle con una manata rovescio' un portapenne il quale colpi' la tazza che rovino' a terra spargendo il caffe' sul tappeto  "mi spiace ma credo che quel caffe' facesse veramente schifo: tale e quale a chi l'ha fatto. Non credi anche tu Rumpelstiltskin?"  disse rivolgendogli un sorriso e lasciando entrambi pietrificati.


"Tu! Non e' possibile! Come fai a... hai superato il confine ti ho vista con i miei occhi!"  urlo' Regina infuriata e scagliando un incantesimo contro l'uomo  che fece per difendersi ma Michelle gli si era parata davanti e la magia l'aveva colpita in pieno, senza pero' procurarle ferite o altro che potesse farle del male.

"Sorpresa, sorpresa! Non imparerai mai la lezione vero Regina? Vedi, io a differenza tua mi sono informata: sono andata dalla madre superiora e le ho chiesto se esistesse una protezione per le persone a cui tengo: mi ha spiegato che se si sacrifica la propria vita esse saranno protette per sempre dal tuo amore, certo non sono morta ma il perdere i propri ricordi equivale a morire in un certo senso, per cui ho una brutta notizia per lei sindaco: finche' saro' in vita lei non potra' fargli del male, nemmeno col pugnale, e come ha appena visto la sua magia su di me non funziona percio' le conviene trovarsi un altro passatempo che veder soffrire gli altri. Vieni Rumpel, andiamo"  e cosi dicendo lo prese per mano conducendolo fuori.


"Onestamente non ricordavo quel particolare, sei stata brava dearie, non c'e' niente che io possa fare per ripagarti, ma mi vuoi spiegare come diamine hai fatto a non perdere la memoria?"  disse lui non appena furono all'esterno.

Michelle sorridendo infilo' una mano nel collo della maglietta estraendo un ciondolo di zaffiro blu:  "Te lo ricordi questo?"   "ma certo" penso' lui,  qualche giorno dopo essere tornata dall'incontro con la sorella nella Foresta Incantata era venuta da lui chiedendogli se avesse ancora qualche goccia della pozione che aveva usato per la sciarpa di Bae perche' ne avrebbe voluta mettere sul ciondolo, quando le aveva chiesto se dovesse andare da qualche parte lei gli aveva risposto di no ma che "non si poteva mai sapere"....

"Non lo tolgo mai, nemmeno per dormire, e anche quella sera l'indossavo: avevo una paura enorme, temevo non funzionasse, perdonami se non ti ho detto tutto subito ma era necessario che Regina non lo sapesse, cosi' come non sa di questo" disse lei compiaciuta ma subito dopo le arrivo' uno schiaffo sulla guancia destra che la colse totalmente di sorpresa.

Lo guardo' con occhi sbarrati mentre a lui si riempivano totalmente di lacrime.


Allungo' un braccio e la strinse a se'  "tu sei pazza...pazza...pazza....e di una bonta' infinita... nessuno avrebbe mai fatto questo per me, tranne una persona"  mormoro' tra le lacrime

"Beh"  disse lei   "io non sono quella persona alla quale auguro ogni bene peraltro,  ma so che per gli amici io mi sacrificherei anche mille volte"

E su queste parole si congedarono sapendo pero' che che nessuno dei due avrebbe mai tradito l'altro, per nessun motivo al mondo.

Fino a quel momento Rumpelstiltskin non sapeva cosa fosse un vero amico.

Ora si.
  
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