Ho deciso di pubblicarlo comunque qui perchè mi sembrava un peccato lasciarlo a marcire in una cartella.
1. | Silenzio | 2. | Falso | 3. | Dono | 4. | Mani | 5. | Trasparente | 6. | Ferro | 7. | Corsa | 8. | Funerale | 9. | Balbettio | 10. | Vittima |
11. | Vita | 12. | Ripetizione | 13. | Tempesta | 14. | Vivace | 15. | Imbroglio | 16. | Sincero | 17. | Segreto | 18. | Disprezzo | 19. | Pianto | 20. | Sguardo |
21. | Ribelle | 22. | Energia | 23. | Inutile | 24. | Pulito | 25. | Sconosciuto | 26. | Avanti | 27. | Onda | 28. | Prezioso | 29. | Perso/a | 30 | Amaro |
31. | Primo bacio | 32. | Impulso | 33. | Pesante | 34. | Sottile | 35. | Sollievo | 36. | Freddo | 37. | Superstizione | 38. | Alba | 39. | Minaccia | 40. | Ossessione |
41. | Matrimonio | 42. | Veleno | 43. | Innocenza | 44. | Magia | 45. | Errori | 46. | Forza | 47. | Taglio | 48. | Conoscenza | 49. | Rispettabile | 50. | Voce |
51. | Esperienza | 52. | Scontro | 53. | Congedo | 54. | Morso | 55. | Nostalgia | 56. | Tormento | 57. | Regole | 58. | Grato | 59. | Lite | 60. | Affronto |
61. | Immortale | 62. | Vergogna | 63. | Onore | 64. | Vetro | 65. | Impegno | 66. | Melodia | 67. | Abbandono | 68. | Sforzo | 69. | Suadente | 70. | Arma |
71. | Confusione | 72. | Scelta | 73. | Infranto | 74. | Battito | 75. | Guanti | 76. | Essenziale | 77. | Dolore | 78. | Amato/a | 79. | Complimento | 80. | Entusiasmo |
81. | Compromesso | 82. | Rimorso | 83. | Dimenticare | 84. | Vino | 85. | Velocità | 86. | Gelosia | 87. | Spirito | 88. | Fuoco | 89. | Polvere | 90. | Morbido |
91. | Spettrale | 92. | Combattimento | 93. | Attesa | 94. | Pausa | 95. | Luna | 96. | Problema | 97. | Stelle | 98. | Incostante | 99. | Obiettivo | 100. | Insensibile |
{Fuoco (088); Verde;
Rhaella Targaryen}
Ser Gaunt lasciò andare il suo fianco e lei quasi cadde in ginocchio, rimanendo aggrappata al braccio del cavaliere.
Rhaella Targaryen teneva disperatamente tra le sue braccia il piccolo Rhaegar, che si contorceva urlando e piangendo.
Non riusciva a respirare regolarmente, ma non sapeva se fosse per il fumo che aveva aspirato o per il terrore che aveva provato.
Voleva solo risvegliarsi nel proprio letto e scoprire che era un incubo; invece Summerhall era lì, davanti a lei, e le fiamme minacciavano di non andarsene mai più dalla sua mente.
-Principessa-esclamò ser Gaunt, cercando di ottenere la sua attenzione senza scuoterla ulteriormente-Principessa!-.
Chiuse gli occhi, ma le fiamme erano ancora lì, e le urla non potevano essere fermate.
-Ser Gaunt,-rispose lei, lasciando andare il suo braccio per avvolgere completamente il figlio-mio nonno...-.
Riaprì gli occhi, e vide il cavaliere abbassare lo sguardo sulla spada per non guardarla negli occhi.
Poteva leggere comunque i suoi pensieri: non sono riuscito a salvarlo, avevo giurato che con questa spada l'avrei protetto, ma non ce l'ho fatta.
La spada non può combattere le fiamme, voleva dirgli per consolarlo, ma questo avrebbe voluto dire ammettere che suo nonno poteva essere stato bruciato.
E il fuoco non può uccidere un drago.
Ma a quanto pare il solo fuoco non poteva farlo nemmeno nascere.
Nemmeno una profezia era bastata.
Avrebbe voluto che non fosse stato tutto vano, che da un momento all'altro un drago sarebbe spuntato dalle fiamme, richiamato dal rituale, ma rimaneva solo il fumo a coprire il cielo.
-Vai a salvare mio nonno...-concluse lei, tossendo; ma nello stesso momento in cui pronunciava la frase, ripercorse con la mente le immagini di poco prima, rivedendo suo nonno coperto dalle fiamme urlare mentre il soffitto della sala cedeva.
Ser Gaunt annuì, anche se senza speranza, e corse verso il castello per recuperare il resto della famiglia reale.
Le gambe di Rhaella cedettero, e lei cadde in ginocchio, ma riuscì a non svenire cercando di respirare con più calma.
-Rhaella!- sentì gridare, ma lo stordimento non le permise di capire chi fosse a farlo fino a quanto non se lo ritrovò davanti.
-Rhaella!-ripeté suo fratello e marito, piegandosi su di lei e appoggiandole sul viso una mano sporca di fuliggine-Devi allontanarti da qui, o tu e il bambino continuerete a respirare fumo-.
Con riluttanza lasciò che Aerys prendesse in braccio il piccolo Rhaegar e che l'aiutasse ad alzarsi, e con passo indeciso iniziarono ad allontanarsi dalla tragedia.
Rhaella si risvegliò in un letto dalle coperte di seta rossa, in una stanza ornata del simbolo della sua casata.
Per un attimo, chiudendo gli occhi, vide le palpebre riempirsi di fiamme e fumo, e le parve di risentire le grida delle vittime, ma quando li riaprì, sperò che fosse stato tutto un sogno.
Scostò una mano dal proprio fianco e la posò sul suo ventre, trovandolo gonfio, ma non come quando era incinta.
Aveva partorito.
E non potendo aver dimenticato un evento del genere o essersi addormentata durante, era chiaro che i suoi non erano stati sogni, ma ricordi.
Summerhall era bruciata.
E con lei la sua famiglia.
Non seppe mai se fosse svenuta o se si fosse semplicemente riaddormentata, ma venne svegliata dal pianto di un bambino.
Istintivamente aprì gli occhi e mimò con le labbra il nome Rhaegar.
Si alzò a sedere, sentendo immediatamente la testa che girava e contemporaneamente minacciava di scoppiarle.
Nonostante ciò, il suo istinto materno la portò a scostare le lenzuola per appoggiare i piedi nudi al freddo pavimento di pietra.
Immediatamente, quasi fosse stato chiamato, entrò maestro Pycelle.
Non aveva mai apprezzato particolarmente l'uomo, essendole sempre sembrato un po' viscido, ma non poteva dire di non essere contenta di vederlo, in modo da poter avere notizie.
-Ritorna a letto, principessa-le disse, e improvvisamente Rhaella vide la coppa nelle mani di Pycelle.
-No, maestro,-rispose, coprendo le gambe nude con le coperte di seta-non voglio dormire. Prima voglio sapere cosa è successo-.
Pycelle la guardò negli occhi lilla, e lei lo vide cedere e sospirare.
-Ma prima devi ritornare a letto, o potresti svenire-.
Avrebbe potuto farlo anche solo con questa frase che annunciava sventure, ma si limitò ad eseguire gli ordini.
Il maestro prese una sedia di mogano dal fondo della stanza e con estrema lentezza si sedette.
Rhaella osservò le occhiaie sotto i suoi occhi e l'aria stanca con cui sembrava muoversi, e capì che non doveva aver dormito quella notte.
-Hai dormito due giorni e due notti, esclusa la notte della tragedia di Summerhall-cominciò Pycelle.
Rhaella non poteva sapere che quelle fatidiche ore sarebbero passate alla storia con quel nome, ma a lei non serviva sentirle chiamare in alcun modo per ricordare le fiamme, il fumo, e le grida.
-Rhaegar è nella stanza accanto, è stato allattato da una balia dei Dondarrion-.
Blackhaven, pensò Rhaella, siamo a Blackhaven.
La stanza doveva essere stata sistemata in quel modo da suo padre mentre lei dormiva.
Sempre che suo padre fosse ancora vivo.
Pycelle dovette leggerle negli occhi, perchè iniziò subito la rassegna dei morti.
-Suo nonno non ce l'ha fatta. Ser Harlan ha provato ad entrare nella sala, ma ha visto una trave che gli cadeva addosso e...-si interruppe, deglutì, poi riprese:-Anche tuo zio Duncan e sua moglie Jenny sono morti-.
Chiuse gli occhi, e ricordò suo zio il giorno del suo matrimonio, quando aveva rinunciato alla corona per amore, eppure non le era mai sembrato così felice e bello.
Ricordò anche Jenny di Oldstones, una donna dalla bellezza comune quanto le sue origini, ma che agli occhi di Duncan, il suo Principe delle Libellule, doveva parere come la donna più bella del mondo, dagli sguardi che le lanciava.
L'aveva odiata, quella Jenny, quando la sua strega dei boschi, quella nana dall'aria inquietante, aveva decretato che da lei e da suo fratello sarebbe disceso il Principe che Fu Promesso.
Rhaegar doveva essere quel Principe, eppure nessun drago era nato dall'uovo che aveva posseduto suo nonno.
Ora la odiava di più, perchè quella profezia aveva rovinato tutto, ma a che scopo odiarla ancora? Era morta, e con lei metà della sua famiglia.
Quando vide che lei si era ripresa, Pycelle continuò:-Anche il lord comandante della Guardia reale è morto-.
Ser Duncan l'Alto era stato come un nonno per lei.
Durante un inverno quando lei era una bambina, ogni volta che la vedeva le appoggiava il mantello bianco come la neve sulle spalle per proteggerla dal freddo.
Ma non era il mantello in sé a scaldarla, ma il pensiero di quella gentilezza.
Erano morti, tutti morti.
Si sentiva confusa, con la mente e la vista annebbiate; per cui si sdraiò nuovamente nel letto, e Pycelle la aiutò a sistemare le coperte.
Anche suo nonno lo faceva, quando era bambina.
Cullata dal ricordo, chiuse gli occhi e si lasciò andare verso il mondo dei sogni.
Poco prima di addormentarsi, sussurrò, talmente a bassa voce da credere che il maestro non la potesse sentire:-E la strega dei boschi-.
Da lontano, la voce di Pycelle la raggiunse:-E' morta-.
Morta.
“Dalla stirpe di Aerys e Rhaella discenderà il Principe Che Fu Promesso.”