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Autore: MissAnimeLover99    09/05/2013    2 recensioni
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Lui non sarebbe più tornato da lei, mai. Non si era nemmeno voltato quando l'aveva sentita piangere e gridare seduta nel suo letto. Aveva continuato a camminare, e l'ultima immagine che Lucy aveva visto era stata la sua schiena che si allontanava sempre di più da lei. Gli aveva gridato contro e implorato di non andarsene o almeno di portarla con sé... ma lui non l'aveva ascoltata.
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Una piccola one-shot NaLu giusto per far vedere che sono ancora viva! (?) Spero possa piacervi. :))
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy, Heartphilia, Natsu
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'aveva abbandonata. L'aveva lasciata sola. Se n'era andato. 
Per sempre. 
Lui non sarebbe più tornato da lei, mai. Non si era nemmeno voltato quando l'aveva sentita piangere e gridare seduta nel suo letto. Aveva continuato a camminare, e l'ultima immagine che Lucy aveva visto era stata la sua schiena che si allontanava sempre di più da lei. Gli aveva gridato contro e implorato di non andarsene o almeno di portarla con sé... ma lui non l'aveva ascoltata.
Tremava. Piangeva. Urlava il suo nome. 
Perché? Perché l'aveva abbandonata? Perché l'aveva lasciata sola? L'ennesimo singhiozzo uscì dalle sue labbra, mentre guardava la porta di casa sua, da cui lui era passato per andarsene. Mai aveva utilizzato la porta lui, mai. Di solito utilizzava sempre la finestra, sia per entrare che per uscire da casa sua. Il semplice fatto che questa volta non fosse accaduto le faceva capire che davvero non l'ho avrebbe mai più rivisto. Il semplice pensare di vivere senza il suo sorriso e la sua allegria le faceva perdere un battito del cuore, la faceva morire. Non voleva. 
I ricordi vorticavano nella sua mente, ancor più velocemente del treno che lui aveva preso per allontanarsi da lei... da loro. 
La prima volta che l'aveva salvata, la prima volta che l'aveva condotta alla gilda... tutte le volte che si era intrufolato a casa sua, senza il suo permesso e anche l'amore che in ogni gesto di lui cresceva in lei. Si era innamorata di lui. Come aveva potuto? Doveva saperlo meglio di chiunque altro che tutti quanti prima o poi se ne sarebbero andati ed era stata una stupida ad aver pensato che lui fosse un'altrettanto stupida eccezione! 
Altre lacrime, singhiozzi e gridi uscirono dalla sua bocca, mentre era seduta sul suo letto, accanto alla finestra. Le braccia che le abbracciavano le gambe e la testa abbandonata sulle proprie ginocchia. 
Non si era mai sentita così sola in vita sua...
 
Spesso aveva ritenuto il rosato la sua unica via di salvezza. I sorrisi che quel ragazzo le regalava nei momenti difficili e tristi le donavano la speranza e la forza di continuare ad andare avanti. Aveva sempre pensato che avendo accanto lui si sarebbe sentita sicura e protetta. Con Natsu si sentiva veramente se stessa. 
Ma lui non c'era. No, questa volta avrebbe dovuto cavarsela da sola. Come avrebbe fatto? Sarebbe davvero riuscita a superare anche questo? Il semplice pensare che non avrebbe mai più rivisto quel sorriso così solare e ampio le spezzava il cuore in tante piccole parti, e purtroppo non sapeva come riattaccarle. Si sentiva persa, disorientata. Non sapeva che fine aveva fatto la vecchia se stessa, ma desiderava che tornasse il più presto possibile. Si rischiava di giocare se stessa.
 
L'aveva abbandonata. L'aveva abbandonata. L'aveva abbandonata.
Per quanto Lucy continuasse a pensare a quella frase, ogni secondo, le suonava assolutamente incomprensibile. Come se fosse stata pronunciata in una lingua a lei sconosciuta e quindi non comprendesse il significato di quelle parole. Quelle diciassette semplici e stupide lettere, che unite formavano un predicato a lei sconosciuto. Era così difficile da accettare che Natsu non sarebbe stato più accanto a lei? Per i suoi genitori non aveva sofferto in questo modo. Aveva pianto, certo, si era sentita in colpa di non aver potuto chiarire con il proprio padre prima della sua morte e l'assenza di entrambe le suddette figure aveva creato nel suo cuore un vuoto incolmabile, ma c'era sempre stato il rosato. L'aveva sempre tirata su, in un modo o nell'altro. Quando lei, nel corso della vita, inciampava, cadeva e si sbucciava un ginocchio c'era sempre il ragazzo pronto a medicarla e darle una mano a rialzarsi. Dandole i suoi tempi, ma avendo sempre la mano tesa verso di lei in modo da poterla afferrare in qualsiasi momento ne avesse bisogno. E ne aveva spesso bisogno, di quella mano. Nel primo periodo in cui aveva conosciuto Natsu, aveva pensato che fosse stato un dono mandatole da sua madre per non farla più sentire sola. Era come un angelo atterrato sulla terra proprio per lei, per aiutare lei. Per affiancarla nei momenti di difficoltà e per regalarle un sorriso in quelli gioiosi. Il giovane era stato la cosa migliore che la bionda avesse mai avuto negli ultimi tempi. Lei che era sempre abituata ad essere circondata da servi e da persone che alla prima occasione propizia l'avrebbero tradita. Ma lui no, lui sarebbe rimasto per sempre con lei, accanto a lei. Mai indietro e nemmeno avanti. 
Un sorriso sarcastico le increspò le labbra, mentre portava una mano sulla fronte per sorreggere il proprio volto.
Solo in quel momento capiva quanti anni luce Natsu era sempre stato davanti a lei. 
E lei era stata una stupida a non accorgersene prima, quando ancora era in tempo a non affezionarsi alla sua figura, all'innamorarsi di lui. Però, nonostante tutto quanto, se fosse tornata indietro nel tempo sapendo ciò che sarebbe successo, avrebbe comunque voluto incontrarlo, farsi salvare da lui, farsi condurre nella gilda a cui aveva sempre sperato entrare e finire con l'innamorarsi del suo stesso migliore amico. Avrebbe anche dato l'anima per rivivere anche solo uno dei loro tipici momenti quotidiani, per rivedere un suo sorriso, per vedere la sua mano che si intrecciava alla sua e che l'aiutava ad andare avanti, per fare nuovamente una missione con lui. Per rivederlo. 
Singhiozzò, e gli occhi le si inumidirono nuovamente, anticipando così che sarebbe nuovamente scoppiata in lacrime. 
Era quello l'amore di cui tanto lei aveva letto nei suoi amati romanzi? C'era sempre il momento in cui le protagoniste femminili venivano abbandonate dal proprio uomo, e nei suddetti scritti si narrava di un dolore indicibile e impossibile da mettere su carta, impossibile da raccontare. Lucy non aveva mai compreso appieno quel sentimento, fino a quel momento. Ora sì, che capiva appieno come mai le giovani donne stessero ore ed ore a piangere la scomparsa del proprio amato. 
Solo che la sua non era una favola, e colui di cui era innamorata non sarebbe tornato.
Sì domandò come le ragazze di quei libri riuscissero a oltrepassare un momento così doloroso della propria vita, a combattere per riavere il proprio sorriso. Fosse stato per lei, sarebbe anche rimasta tutto il resto della sua vita a piangere la perdita della persona più cara che aveva al mondo, senza mai fermarsi. Poi, improvvisamente, le vennero in mente i suoi nakama. Fairy Tail, che doveva essere terribilmente preoccupata per lei. A stento si ricordava che qualche ora prima erano venuti Gray, Erza, Wendy e Levy ma che lei li aveva cacciati via in malo modo, sbattendogli la porta davanti al viso e urlando loro contro. Si sentiva tremendamente in colpa per ciò. Sul momento non ci aveva riflettuto, era ancora troppo disperata per capire quel che stesse facendo, ma ora che ci ragionava con la mente un po' più lucida, si accorse della cavolata che aveva fatto trattando i suoi amici così male. Sarebbe dovuta andare a scusarsi con loro, ma più tardi. In quel momento, le andava solamente di piangere e continuare a espellere da dentro di lei il dolore che provava. Chissà, si disse, magari avrebbe anche potuto piangere così tanto da esaurire tutta la scorta di lacrime che aveva e quindi sarebbe tornata se stessa. 
Affondò la faccia nel proprio cuscino e, per la centesima volta dall'inizio di quell'orribile giornata, pianse. 
<< Natsu! >> urlò quel nome talmente tante volte da odiarlo, quasi. Aveva mal di gola, mal di testa e anche male allo stomaco. Si sentiva uno schifo, e per giunta continuava a piangere. Non che lei volesse, però era un istinto più forte di lei. Si sentiva così... sola, che pareva quasi che le lacrime fossero le uniche ad essere accanto a lei in quel delicato e tragico momento. 
Quel sentimento era penetrato in lei troppo velocemente. Quello significava innamorarsi di Natsu. E lei non voleva aver bisogno della sua presenza -sia fisica che morale- così disperatamente. Però non riusciva a pensare ad altro, se non a lui. Se avesse però saputo quel che sarebbe successo, non avrebbe certamente tenuto per sé quei sentimenti così forti, si sarebbe certamente dichiarata. Non le sarebbe importato soffrire o meno per un potenziale rifiuto da parte sua, avrebbe solamente voluto urlare a tutto il mondo che lei lo amava. 
Ma era troppo tardi. 
Se ne era andato.
Non l'avrebbe mai più rivisto... fu con questo pensierò che la maga bionda, fra le lacrime e i singhiozzi, si addormentò. 
 
Quando Lucy si svegliò, stava ancor più male di prima. Per un primo momento pensò che quello fosse stato solamente un brutto incubo, che rifletteva le sue paure più profonde, ma poi una fitta alla nuca la riportò alla realtà. Natsu se n'era realmente andato. Si alzò dal letto, un po' barcollante, dovendosi appoggiare al muro per riuscire a camminare. Le gambe non la reggevano. Si diresse in bagno, verso lo specchio, per vedere come fosse conciata, e a momenti le venne da ridere. Aveva un aspetto pietoso. Avrebbe fatto pena anche alla persona più malvagia del mondo. I capelli erano arruffati e unti, dato che non li lavava da un po' di giorni, gli occhi rossi e gonfi e le labbra screpolate. Non si era mai sentita così... pietosa, in vita sua. 
Improvvisamente e inaspettatamente, le venne in mente il sorriso dell'unica persona che avrebbe potuto aiutarla a tornare realmente se stessa, e le lacrime tornarono nuovamente a bagnarle gli occhi. Ma come si era ridotta? Era diventata patetica. Si asciugò con forza le lacrime, obbligandosi a non piangere, almeno in quel momento. Decise di fare una doccia calda, sicuramente le avrebbe fatto bene. 
Rimase sotto il getto della doccia per degli interminabili minuti, con l'acqua che le bagnava freneticamente i capelli e il corpo, senza muoversi. Pensando e basta. Pensando a cosa fare una volta finita quella doccia. Non aveva voglia di uscire, ma in frigorifero non aveva praticamente nulla e doveva andare dunque a fare la spesa. Sarebbe anche passata da Fairy Tail, magari, a scusarsi per il suo comportamento di quella mattinata. Voleva vedere i suoi compagni, tranquillizzarli e far vedere a tutti che stava bene, anche se non era così. Makarov aveva detto che dato che erano una famiglia dovevano mostrare tutti i loro reali sentimenti, ma lei proprio non se la sentiva di far preoccupare i suoi compagni. Aveva solo bisogno di... un po' di tempo per assimilare l'accaduto, tutto qui. Si sarebbe innamorata di nuovo, magari, nel corso della sua vita e forse quella volta avrebbe anche potuto coronare un vero e proprio sogno d'amore. Si sarebbe sposata, avrebbe avuto dei figli e avrebbe vissuto felicemente la sua vita, rinvangando di tanto in tanto il ricordo di Natsu, il suo primo -e probabilmente unico- amore. Era l'unico modo per andare avanti senza piangersi addosso. Anche il rosato, quando era scomparsa Lisanna, nonostante tutto si era fatto forza e aveva continuato a vivere, sorridere e comportarsi come sempre. 
Perché lei lo sapeva. Sapeva che non aveva alcuna possibilità con il rosato proprio per colpa dell'albina. Non che la odiasse o altro, ovviamente. Anzi, la considerava una sua ottima amica e le voleva molto bene, senza contare che era giusto che al Dragon Slayer piacesse la giovane Strauss. Avevano condiviso molti momenti, sia belli che brutti, avevano passato la propria infanzia assieme ed erano finiti con l'innamorarsi. Era giusto così. Inoltre Lisanna era una ragazza molto educata e a modo. Era sempre gentile e sorridente con tutti, senza fare distinzione. Inoltre se qualcuno aveva bisogno lei aiutava sempre e si vedeva quanto fosse contenta di stare accanto al rosato, in sua compagnia o altro, ma anche da parte di lui si notava quando bene le volesse -bene che poi si era trasformato in amore. Comunque, anche volendo, lei non avrebbe avuto possibilità di competizione con una ragazza simile. Fece un debole sospiro, avvolgendo il proprio corpo in un asciugamano e uscendo dalla doccia. 
 
Pensava che una volta uscita avrebbe trovato qualcosa di diverso, nel mondo, invece tutto era esattamente come sempre. I pescatori, gli alberi, il viale, la gilda. Tutto. Anche l'albero che tempo addietro Natsu aveva sradicato -mentre lei aveva la febbre- e aveva portato davanti a casa sua per farglielo ammirare era identico a come se lo ricordava, e la cosa la faceva felice. Fece un sorriso appena accennato, guardando l'albero da lontano. Il vento smuoveva le belle e delicate foglie, di cui alcune si staccavano e cadevano a terra, e Lucy ammirava quello spettacolo della natura immersa nei propri ricordi. Probabilmente non avrebbe mai dimenticato Natsu. Probabilmente avrebbe finito con l'amarlo per sempre, ma cercare di ignorare questi sentimenti. Com'era brutto nascondere di essere innamorati, pensò, quando una folata d'aria più forte delle altre la costrinse a chiudere gli occhi e portare una mano sui propri capelli per non farseli arrivare in faccia. Quando aprì gli occhi, per un momento si sentì svenire. 
 
Natsu. 
 
Natsu era lì, semi-nascosto dietro l'albero che stava prima fissando, che la osservava. Lucy spalancò la bocca e le braccia, che prima sorreggevano le sacche della spesa, cedettero, facendo cadere tutti gli alimenti che contenevano all'interno per terra. Lo rimase ad osservare, sconvolta. La sua faccia era immobile, non riusciva a cambiare espressione. Stava iniziando ad accettare la scomparsa del ragazzo, ed ecco che lui tornava all'attacco, mostrandosi nuovamente. Natsu si mosse, accorgendosi di essere stato scoperto a spiarla, uscendo dal proprio nascondiglio. Pochi metri di distanza li separavano, e nessuno dei due si muoveva più. Il rosato aveva un leggero accenno di sorriso in volto, mentre la bionda ancora stava cercando di inquadrare bene la figura che le si prospettava davanti. Una volta il suo cervello ebbe capito chi fosse, non si accorse nemmeno di ciò che il suo corpo aveva fatto: aveva corso da lui, saltandogli letteralmente al collo -facendolo anche cadere all'indietro-, iniziando a piangere come una bambina piccola. Ma quelle non erano lacrime di tristezza, come quelle che aveva versato nei giorni precedenti a catinelle, quelle erano lacrime di gioia e felicità, perché lo aveva rivisto e lo stava abbracciando. Strinse ancor di più la presa su di lui, come a non volerlo più allontanare da se stessa. Era stata troppo male in quei pochi giorni senza di lui e con la convinzione di non rivederlo più. 
Dopo qualche minuto, il rosato ricambiò la stretta della ragazza, circondandole la vita con il braccio sinistro, mentre con quello destro aveva preso ad accarezzare i capelli dell'amica. Aveva un sorriso stampato in volto, mentre pensava a quanto stupido fosse stato ad aver scelto di seguire Igneel e gli altri draghi, anziché rimanere con colei che aveva scelto come propria compagna. Solamente il grande dragone rosso era riuscito a fargli capire l'errore madornale che aveva compiuto, e quindi a farlo tornare sui propri passi. Appena in tempo, si disse. 
Non parlarono, stettero per secondi interminabili in quella posizione, come se nel mondo esistessero solamente loro due. Ed era vero, non vedevano null'altro che l'uno la figura dell'altra, in quel momento. Dopo un po', Lucy sciolse un poco la stretta al collo dell'amico, guardandolo in volto, sorridendo fra le lacrime. L'unica parola che fu pronunciata in quel frangente fu quella che -nonostante quanto fosse banale- a Lucy era sembrata la parola migliore che esistesse in quel momento: 
 
<< Ehi. >>


ANGOLO DEL CAFFE'. (?)

Minna-san! Ohayo! ^^ 
State tranquilli, questa volta sono tornata a tormentarvi con una semplice one-shot (la prima che pubblico, tra l'altro!), non con una long come di consueto. xD Confesso che ero un po' indecisa sul "La pubblico o non la pubblico? Mi uccidono o non mi uccidono?" ma grazie alla mia amatissima e adoratissima socia (f_naluST) sono riuscita a trovare il coraggio di dimostrarvi che sono ancora viva e pimpante! 
Il capitolo di Secret è quasi pronto... non ho pubblicato prima perché sono rimasta senza computer, dato che si era rotto. ç.ç Ma adesso sono tornata, e pronta a ributtarmi nel Fandom di FT! 
Premetto che sono di fretta (devo tornare a scuola e poi subito correre a scherma. -____-") quindi non ho molto tempo, dico semplicemente che mi ha pianto il cuore scrivere questa one-shot. ç.ç Il finale sta a voi deciderlo! Natsu rimarrà? Se ne andrà di nuovo? Tra lui e Lucy cosa accadrà? NON VE LO DICO, MUAHAHAHAHA. 
Questa piccola storiella la dedico alla mia socia, che per me c'è sempre! (Il titolo l'ha scelto lei)
Ora devo proprio scappare, altrimenti scateno la terza guerra mondiale!! (?) A presto autori -e lettori- di EFP, ci sentiamo con Secret!!!!


 
MissAnimeLover99
  
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